1. Caratteristiche del fenomeno migratorio in Italia
1.1 Immigrazione ed emigrazione
Immigrazione ed emigrazione sono due facce del fenomeno migratorio. Infatti, si parla
di emigrazione in riferimento a quel fenomeno sociale che porta una parte della
popolazione di un luogo a spostarsi dal proprio luogo di origine verso un luogo ritenuto
migliore; questo fenomeno può essere legato a cause ambientali, economiche e sociali,
spesso tra loro intrecciate. Quando vengono a mancare le condizioni necessarie al pieno
compimento dei desideri dell'uomo, questo è spinto a cercare un luogo diverso da quello
di origine "dove aver miglior fortuna". Le motivazioni possono essere le più diverse:
economiche, politiche, guerre in atto, persecuzione. La separazione dalla terra d'origine
è spesso sentita come una frattura nella vita personale (www.wikipedia.it).
Il carattere permanente o temporaneo della migrazione così come il progetto
strategico che accompagna le scelte degli emigranti è riconoscibile solo a posteriori: in
sostanza, la scelta mai facile dell’emigrazione è spesso legata nella fase iniziale, a un
progetto di temporaneità della stessa, volto a “guadagnare” quelle risorse necessarie per
ritornare nei luoghi di origine con qualche prospettiva di attività e di reddito adeguato.
Con il passar del tempo, l’emigrazione tende fatalmente a trasformarsi in permanente o
comunque di lungo o lunghissimo periodo. E’ soprattutto a questo punto che il
fenomeno migratorio determina i numerosi effetti demografici, sociali, culturali con i
conseguenti problemi: quello della forma di integrazione nella società di arrivo, quello
dell’adattamento transculturale che riguarda immigrati e autoctoni, quello di una
collocazione stabile nel mercato del lavoro, dei servizi sociali, dell’istruzione e così via
(Zurru, 2002).
L'immigrazione è invece il trasferimento permanente o temporaneo di gruppi di
persone in un paese diverso da quello di origine. Insomma, si parla di emigrazione
quando un individuo, un gruppo, migra verso un luogo diverso da quello di origine; di
immigrazione quando la società di arrivo percepisce quest’emigrazione come
immigrazione in quanto questi individui, questi gruppi si inseriscono in questa società
(www.wikipedia.it).
1.2 Le difficoltà di un’esatta rappresentazione del fenomeno migratorio
I forti limiti delle statistiche sulle migrazioni internazionali hanno delle ripercussioni
sulla rappresentazione del fenomeno migratorio nel nostro paese.
La difficoltà di un’esatta misurazione del fenomeno è legata alla crescita degli
spostamenti delle persone tra diversi paesi, alla natura stessa delle fonti statistiche e al
fatto che molti stranieri, a causa del diffuso irrigidimento della normativa nei loro
confronti ed essendo irregolari e suscettibili di sanzioni in quanto clandestini, non
lasciano segni statisticamente visibili della loro presenza.
In Italia le fonti hanno un carattere fondamentalmente amministrativo; di
conseguenza le statistiche ufficiali non riescono a produrre un quadro esauriente
dell’immigrazione regolare. Inoltre, la limitata conoscenza dell’immigrazione italiana
spinge l’interesse pubblico verso la parte più visibile ma emarginata del fenomeno
contribuendo a costruire veri e propri pregiudizi a tutti i livelli.
La discrepanza delle cifre fornite sul fenomeno migratorio è causata dalla diversa
angolatura da cui viene letto lo stesso fenomeno (Zurru, 2002).
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La principale fonte a disposizione è la rilevazione dei permessi di soggiorno effettuata
dalle Questure del Ministero dell’Interno che consente di avere una misura dello stock
della presenza straniera regolare; i dati forniscono elementi importanti quali il sesso,
l’età, la cittadinanza, il motivo del permesso e la provincia di concessione.
La seconda fonte, importante per la misurazione della presenza straniera che in un
certo modo consente anche di individuare anche la componente irregolare, è il
Censimento. Attraverso tale fonte vengono distinti gli stranieri residenti da quelli non
residenti, e vengono presi in considerazione anche gli ospiti d’albergo presenti nel paese
da meno di un mese. Attraverso di essa emergono informazioni quali strutture familiari,
livello di istruzione, abitazioni, e tutta una serie di ulteriori informazioni che le altre
fonti non rilevano.
L’ultima importante fonte è l’Anagrafe. L’iscrizione ai registri della popolazione è
concessa agli immigrati che detengono un permesso di soggiorno di validità annuale,
riguarda anche i minorenni e consente di usufruire di molteplici diritti relativi
all’assistenza socio-sanitaria, alla partecipazione ai bandi di assegnazione delle case
popolari, alla compravendita di beni immobili e di mobili soggetti a registrazione.
Ulteriori aspetti del fenomeno migratorio sono evidenziate da fonti diverse da quelle
descritte:
- il Ministero del Lavoro fornisce dati sulle iscrizioni al collocamento e gli avviamenti
al lavoro;
-l’INPS (Istituto Nazionale Previdenza Sociale) raccoglie gli iscritti ai fondi
pensionistici;
- le statistiche giudiziarie;
- le inchieste locali.
Per quanto riguarda la situazione lavorativa degli immigrati, le fonti istituzionali dalle
quali è possibile ricavare le relative informazioni, oltre al Ministero dell’Interno e
all’Inps già citate, vi sono anche i dati Istat (Zurru, 2009).
1.3 Come arrivano gli immigrati in Italia?
Gli arrivi per mare degli immigrati sul territorio italiano fanno registrare numeri
importanti, ma ormai la via di ingresso privilegiata non è più quella marittima. Il
Ministero dell’Interno mediante i dati relativi al 2007 rileva infatti che solo il 13 %
degli immigrati arrivano via mare (Monzini, 2008). L’attenzione al fenomeno da parte
dei media e dell’opinione pubblica resta sempre altissima innanzitutto perché
maggiormente visibile e in secondo luogo perché i “viaggi della speranza” diventano
sempre più rischiosi. Risulta difficile, conoscere con precisione le reali dimensioni del
fenomeno degli sbarchi dei migranti sulle coste italiane, ma i numeri forniti dal
Ministero dell’Interno forniscono comunque un quadro più che attendibile della
situazione.
Il picco degli arrivi si è registrato nel 1999 in coincidenza con la guerra del Kosovo.
A partire dal 2001 il numero dei migranti si è mantenuto stabile nel complesso ma con
qualche oscillazione: un calo negli anni 2003-2004 e una ripresa nel 2005, un ulteriore
decremento nel 2007 che sulla base dei dati parziali dovrebbe essere annullato nel 2008
(Tab. 1).
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Tab.1 Immigrati irregolari rintracciati alle frontiere, 1998-2007.
Anno Totale Italia % Sicilia % Calabria % Puglia % Sardegna
1998 38.224 23,1 2,2 74,7 -
1999 49.999 3,9 3,1 93,0 -
2000 26.817 10,4 18,8 70,8 -
2001 20.143 27,3 30,2 42,4 -
2002 23.719 76,8 8,9 14,2 -
2003 14.331 97,8 1,2 1 n.d
2004 13.635 99,7 n.d. n.d. n.d
2005 23.054 99,0 0,8 0,2 0,1
2006 22.632 94,6 2,5 2,1 0,8
2007 20.165 82,2 9,8 0,3 7,7
Fonte: Cespi, 2008.
Gli sbarchi sono un fenomeno che riguarda esclusivamente le regioni meridionali e le
isole. La Puglia è stata punto d’approdo principale dal 1998 al 2000 a causa della guerra
del Kosovo; dal 2002 la regione maggiormente coinvolta è stata la Sicilia e solo a
partire dal 2006 si è notata una diversificazione nelle rotte dei migranti con nuovi arrivi
in Calabria e in Sardegna. Le aree di provenienza degli stranieri che negli anni hanno
raggiunto incidenze differenti sono cinque: i Balcani, l’Africa sub-sahariana, il Nord
Africa, il Medio Oriente e il sub-continente indiano (Zurru, 2009).
Negli ultimi dieci anni circa, si è assistito alla nascita e ai successivi inaridimenti e/o
riprese nei flussi di migranti su diverse rotte; se ne possono elencare ben otto, ciascuna
con sue caratteristiche particolari e stati di “salute“ differenti (Monzini, 2008):
1. Dall’area balcanica con approdo alle coste pugliesi e su altre coste adriatiche
attraverso motobarche (“le carrette del mare”) e gommoni: dismessa;
2. Dall’area orientale del Mediterraneo con approdo sulle coste meridionali
pugliesi e sulle coste ioniche calabre a mezzo di motonavi e motobarche: dismessa ma
in ripresa nel 2007;
3. Dal sub-continente indiano con arrivo sulle coste ioniche della Calabria e della
Sicilia orientale attraverso il canale di Suez tramite motonavi: dismessa;
4. Dall’Africa occidentale attraverso lo stretto di Gibilterra verso la Sicilia a mezzo
di motonavi: dismessa;
5. Dall’arcipelago maltese attraverso motopescherecci, gommoni o scafi veloci: in
forte calo o quasi completamente dismessa;
6. Dalle coste nordafricane verso le coste sud-occidentali della Sicilia, le isole
Egadi, Pantelleria e Lampedusa, a mezzo di motopescherecci e motobarche: in crescita
dalla Libia e quasi dismessa dalla Tunisia;
7. Dalle coste egiziane con approdo sulle coste orientali della Sicilia con motonavi:
quasi dismessa;
8. Dalle coste algerine verso le coste orientali della Sardegna con navimadre
(ipotizzate), gommoni e piccole barche di legno: in crescita.
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Il fenomeno degli sbarchi di migranti nelle coste sarde ha assunto proporzioni rilevanti
dal 2006; infatti, negli anni precedenti, si era assistito ad alcuni arrivi di imbarcazioni
ma quasi sempre si trattava di approdi più imputabili a eventuali errori di rotta degli
scafisti che a una reale intenzione di sbarcare in Sardegna.
L’arrivo crescente dei migranti sull’Isola ha dato luogo a manifestazioni di disagio da
parte delle istituzioni che si son trovate impreparate a fronteggiare il fenomeno. Le
principali testate giornalistiche hanno fatto spesso riferimento a termini quali
“emergenza” ed ”allarme”.
A prescindere dagli allarmismi poco giustificati, l’aumento esponenziale degli sbarchi
ha creato difficoltà nella gestione del controllo delle coste e nell’accoglienza degli
immigrati generando la necessità di un intervento da parte del Governo e l’apertura del
contestato Centro di Prima Accoglienza ad Elmas. Per quanto riguarda i mezzi utilizzati
dai migranti per raggiungere le coste sarde, sono state impiegate maggiormente
imbarcazioni in legno (tab. 2).
Tab. 2 Mezzo utilizzato per lo sbarco.
Mezzo utilizzato Num.
Imbarcazione in legno 94
Imbarcazione 17
Motonave 6
Imbarcazione in vetroresina 5
Nave porta-container 3
Motopeschereccio 2
Gommone, natante 1
Gozzo 1
Barcone 1
Imbarcazione non identificata 10
Totale 140
Fonte: Capitaneria di Porto di Cagliari (fino a Giugno 2008).
1.4 La distribuzione della popolazione straniera sul territorio italiano
Storicamente disomogenea è la distribuzione della popolazione straniera sul territorio
italiano. Nel 1970 il 76 % degli stranieri proveniva dai paesi occidentali industrializzati
e in particolare il 44 % da uno dei 15 paesi dell’Unione Europea, e quasi il 20 % dagli
Stati Uniti e dal Canada; solo il 16 % proveniva dai paesi in via di sviluppo e un 7,4 %
dall’Europa Orientale (tab. 3). A partire dai primi anni Ottanta, è presente l’Occidente
sviluppato con un 63,7 % delle presenze e il Terzo Mondo con un 27,3 %. Tra la fine
degli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta i paesi in via di sviluppo contribuiscono
con un 57 % mentre i paesi industrializzati con un 34 %.
Alle soglie del 2000 l’Africa occupava il 27 % delle presenze in Italia, l’insieme dei
paesi asiatici il 18.4 % e l’America latina poco più dell’8 %; crollano invece le presenze
dei paesi industrializzati. Rispetto a trent’anni prima solo il 10 % dei cittadini dell’U.E.
richiede il permesso di soggiorno (Zurru, 2002).
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Tab.3 Permessi di soggiorno in base all’area di provenienza (Italia; val. in migliaia e percentuali; 1970-
2000).
Area di provenienza 1970 val. % 1980 val. % 1990 val. % 2000 val. %
Unione Europea 64,3 43,7 108 39,7 163 20,9 146 10,9
Altri Europa Centrale 15 10,2 17 6,2 26 3,3 20,9 1,6
Nord America 28,4 19,3 41,2 15,1 63 8,1 50,4 3,8
Giappone 0,9 0,6 3 1,1 5,6 0,7 8,5 0,6
Oceania 2,7 1,8 4,2 1,5 5,5 0,7 2,4 0,2
Paesi sviluppati 111 75,8 174 63,7 263 33,7 228 17
Europa orientale 10,9 7,4 23,1 8,5 73 9,3 364 27,1
Nord Africa 2,4 1,6 9,5 3,5 146 18,7 251 18,8
Africa sub-sahariana 2,4 1,6 14,2 5,2 92 11,8 109 8,1
America latina 8,4 5,7 17,3 6,4 65 8,4 111 8,3
Medio Oriente 5,3 3,6 12,9 4,7 27 3,4 29,9 2,2
Altri Asia 5 3,4 20,4 7,5 114 14,5 247 18,4
Paesi in ritardo di sviluppo 23,4 15,9 74,3 27,3 444 56,9 748 55,8
Apolidi 1,3 0,9 1,2 0,4 1,1 0,1 0,6 0
Totale 147 100 272 100 781 100 138 100
Fonte: ns. elaborazioni su dati Ministero dell’Interno 2001 e C. Bonifazi, 1998.
La popolazione straniera residente in Italia ha superato al 1° gennaio 2010 i 4 milioni:
esattamente 4.235.059 ripartiti tra uomini e donne. Nella tabella sottostante
naturalmente la cifra non coincide in quanto si son presi in considerazione solo i paesi
di provenienza maggiormente presenti sul territorio italiano (tab. 4). Questi sono i
risultati che annualmente l’Istat, conduce presso gli otto mila comuni italiani, rilevando
la popolazione straniera iscritta nei registri anagrafici. Si tratta di stranieri che
possiedono un valido permesso di soggiorno ed esprimono l’intenzione di restare per un
periodo sufficientemente lungo nel nostro paese. In sostanza, corrispondono al gruppo
di stranieri maggiormente radicati che sono presenti in maniera regolare, vivono
stabilmente nel nostro paese e sono impegnati in un progetto migratorio e di lungo
periodo. Il numero di stranieri residenti in Italia è in costante aumento in particolare a
seguito del provvedimento di regolarizzazione del 2002, i cui effetti sulle iscrizioni
anagrafiche sono perseguiti negli anni successivi (Caritas/Migrantes, 2007).
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