5
Capitolo 1 : 1958
1.1: situazione politico-sociale a Cuba
Il 1958 si presenta subito come l‟anno più difficile per il dittatore cubano Batista. Dopo 25
anni di autoritarismo il popolo si era stancato di lui. I gruppi di rivolta nell‟isola erano sempre più
numerosi e ben organizzati. I più pericolosi, determinati e preparati erano sicuramente i ribelli del
Movimento 26 de Julio comandati da Fidel Castro, i quali continuavano a riportare vittorie di rilievo
contro i soldati dell‟esercito regolare cubano. La fama di Castro era aumentata notevolmente
nell‟isola e nei vicini USA grazie ad un‟intervista rilasciata l‟anno prima a Herbert Matthews, un
giornalista del New York Times. L‟intervista mostrava Castro ed i suoi uomini come eroi ben
equipaggiati e pronti a tutto. Grazie della simpatia che il giornalista provava per il ribelle non fu
difficile far credere allo stesso Matthews che la truppa castrista fosse formata da circa un centinaio
di uomini, anche se in realtà non erano nemmeno venti. L‟intervista venne riportata da tutti i
giornali cubani grazie anche alla sospensione della censura effettuata l‟anno prima dallo stesso
Batista. Il clamore suscitato dall‟intervista ed i continui successi delle truppe ribelli portano ad al
reclutamento sempre maggiore di operai, impiegati, contadini e studenti nelle file dei rivoltosi
1
. E
proprio gli studenti cubani si rivelarono tra i più attivi nella lotta. Il quotidiano spagnolo
Informaciones del giorno 11 marzo da notizia che alcuni gruppi studenteschi avevano fatto
esplodere alcune bombe nelle città di Cárdenas e di Santa Clara. Un giovane venne arrestato a
Cienfuegos per aver tentato di incendiare la propria scuola. A causa di queste manifestazioni il
Ministero dell‟Educazione ordinò la chiusura delle Università, degli istituti privati e di quelli di
pertinenza della Federación de Escuela Católica per una settimana
2
.
La stessa Chiesa comincia a prendere le distanze dal Presidente, stanca di tutto quel
libertinaggio e quella corruzione che Batista aveva portato nell‟isola. Questo fu un duro colpo per il
1
Moscato, Antonio, Breve storia di Cuba, Roma, Datanews, 1996.
2
CUBA: orden de clausura de las Universidades. Informaciónes, 11 marzo 1958.
6
Governo, che si apprestava a smentire pubblicamente questo distacco, cercando nel frattempo un
incontro chiarificatore con il clero. Secondo il quotidiano ABC l‟incontro non avvenne
3
. Nello
stesso articolo viene pubblicata una lettera aperta scritta dall‟Arcivescovo de L‟Avana a quelli che
lui chiamava “los antagónicos”, affinché la smettessero con quell‟ondata di violenza che stava
devastando l‟isola e si impegnassero esclusivamente per il bene di tutta la popolazione, in modo da
arrivare quanto prima a soluzioni efficaci per riportare la pace a Cuba. Lo stesso Presidente
convenne con quanto detto dal Prelato, scaricando tutte le colpe del malgoverno sulla classe
politica. Il dittatore si disse poi disposto ad indire libere elezioni con la supervisione dell‟ONU pur
di riportare la pace nel Paese
4
. Ma nessuno credeva che quelle elezioni sarebbero state veramente
libere. A questo proposito è molto significativa la dichiarazione di Alonso Pujol, ex vicepresidente
di Cuba prima del colpo di stato ed ora rifugiato a New York, il quale sostenne che sarebbe stato
impossibile avere libere elezioni sotto la direzione di Batista
5
.
Fino al 13 marzo nessun giornale spagnolo aveva mai pubblicato una fotografia di Fidel
Castro. Quel giorno il quotidiano Informaciones pubblicò in prima pagina una fotografia in cui
apparivano il leader del Movimiento 26 de Julio ed il giornalista Enrique Meneses, durante
un‟intervista. Non ne seguiva nessun articolo, solo una didascalia con i nomi dei due
6
.
Castro stava diventando sempre più il nemico numero uno del Governo, al punto tale che lo
stesso Batista in un discorso alle forze armate lo attaccò duramente, accusandolo di seminare morte
e terrore per mezzo di una guerra condotta oltre la legalità, con l‟applicazione di metodi di
repressione (come la pena di morte) costituzionalmente aboliti a Cuba. Contro tutto questo, e per il
bene del paese, il Presidente affermò che avrebbe continuato nel suo operato
7
.
Ma il malcontento e la sfiducia delle autorità nei confronti di Batista era ormai lampante. Lo
stesso direttore del giornale cubano Prensa Libre, Sergio Carbó, in un articolo riteneva che fosse
3
Relevantes personalidades, encabezadas por Núñez Portuondo, en el gabinete cubano. ABC, 7 marzo 1958.
4
Ibidem.
5
CUBA: orden de clausura de las Universidades. Informaciones, 11 marzo 1958.
6
Castro el insurgente. Informaciones, 13 marzo 1958.
7
Ante las fuerzas armadas, Batista afirma que seguira en el poder. ABC, 16 marzo 1958.
7
necessario richiedere l‟intervento del Sommo Pontefice o delle Nazioni Unite per uscire da quella
gravissima situazione
8
. Il brano, che peccava di passionalità, pessimismo e retorica, era
indubbiamente indicativo della situazione in cui si trovava il paese. E lo era ancor di più se si
considera che il direttore Carbó era stato membro della “Pentarquia” presidenziale che nel 1933
promosse il sergente Batista al grado di colonnello, ed in seguito se ne pentì. L‟articolo si chiudeva
con una serie di considerazioni sulla triste storia di Cuba che lo rendevano ancora più retorico e
malinconico
9
.
Nel frattempo la lotta tra governo e rivoluzionari si faceva sempre più serrata. I fidelisti
combattevano una guerriglia molto intelligente ed accorta, protetti dall‟impenetrabile Sierra
Maestra e dai sempre più numerosi civili che si avvicinavano agli ideali rivoluzionari. In questo
modo i ribelli riuscirono ad occupare la provincia d‟Oriente , ad isolarla dal resto del paese
10
e a
ridurne la capitale in stato d‟assedio
11
.
Secondo quanto riportato dall‟ABC, ad aprile i fidelisti riuscirono a far circolare nell‟isola
un manifesto (molto probabilmente scritto e stampato in un paese di lingua non spagnola) in cui lo
stesso Castro spiegava, dal proprio punto di vista, la genesi e la situazione della rivoluzione e le
intenzioni dei ribelli. Questo manifesto era una vera e propria dichiarazione di guerra al regime, ed
a tutte quelle persone che in qualche modo avessero potuto prestare il proprio servizio allo stato. Per
questo motivo vennero intimate minacce a giudici, funzionari pubblici, militari e contribuenti
affinché rinunciassero a svolgere il proprio compito. A causa di quest‟ordinanza il giorno seguente
furono condannati a morte dai ribelli ben 18 persone, tra cui una nota artista della televisione che,
conscia del pericolo, aveva preteso 7.500 dollari per una settimana di lavoro
12
.
8
“(...) se questi commissionati sono rifiutati per “tramitados”, e quelli che verrebbero sono indesiderati dagli insurretti,
non ci resta che appellarci al Sommo Pontefice o alle Nazioni Unite affinchè intervengano, non già in nome della
democrazia e della politica, ma della misericordia, della dignità umana e della civiltà”. Ibidem.
9
“(...) qual‟è il maleficio di questa isola così splendente di bellezza e di innumerevole ricchezza? (...) Da novant‟anni
nella storia di Cuba c‟è una parola che occupa molto spesso le pagine : il CAOS, ossia la confusione, il disordine, la
violenza. (...). Perciò queste cose stanno succedendo ora in questo paradiso... Ho detto paradiso e nel Paradiso fu dove si
commise il fraticidio iniziale per motivi che nel primo Libro Santo si raccontano esattamente”. Ibidem
10
Empeora la situacion en Cuba. ABC, 4 aprile 1958.
11
Santiago de Cuba: virtual “estado de sitio”. Informaciónes, 3 aprile 1958.
12
CUBA:los rebeldes declaran GUERRA DE EXTERMINIO. Informaciónes, 5 aprile 1958.
8
La provincia d‟Oriente era considerata ormai di dominio del Movimiento 26 de Julio, e di
conseguenza venne vietata la circolazione di ogni mezzo su strade, sentieri o vie ferrate
13
.
Nello stesso articolo fu riportata anche la dura risposta di Batista alle dichiarazioni di Castro,
bollate come “fanfaronate criminali”. Il Presidente accusò duramente i ribelli di versare ciecamente
il sangue dei cubani e di attentare alla ricchezza nazionale. Batista sostenne poi la legalità dei mezzi
utilizzati dal Governo nella lotta contro i ribelli, garantendo a cittadini e stranieri l‟ordine pubblico e
la sicurezza necessari per la salvaguardia delle proprietà private. Questo perché Batista era più che
mai convinto che gli ideali dei castristi fossero di ispirazione comunista e volti quindi
all‟occupazione di tutti i beni privati. Lo stesso Presidente si disse disposto a concedere l‟armistizio
a tutti quei ribelli che si fossero consegnati spontaneamente all‟esercito
14
.
Ma la notizia più importante venne riportata dal quotidiano Informaciones il giorno 1 di
aprile, il quale informò che il giorno 30 di marzo il Congresso aveva proclamato uno stato di
urgenza nazionale ed aveva concesso al presidente Batista una serie di “poteri straordinari“ affinché
potesse prendere misure eccezionali contro i ribelli che già avevano minacciato una guerra totale. I
poteri entrarono in vigore subito dopo la pubblicazione ufficiale e davano a Batista il controllo
diretto su Esercito, trasporti, Industrie e comunicazioni, e sarebbero dovuti rimanere effettivi per
quarantacinque giorni, ma non vi furono più notizie in merito. Per la verità il dittatore già possedeva
tutto questo potere
15
.
13
“1° Dichiarazione di guerra totale al regime a partire dal prossimo giorno 5 ; 2° Da questa data o
gni tipo di veicolo circolante per strade, sentieri o vie ferrate della provincia d‟Oriente verranno prese a fucilate; 3°
Intimazione ai giudici ed agli altri funzionari affinchè da oggi smettano di prestare i loro servizi, 4° Intimazione ai
contribuenti in generale perchè, sempre da oggi, non paghino più i contributi; 5° Minacce alle reclute che entrano
nell‟esercito ed ai militari di ogni grado che continuano a prestare servizio; 6° Consegna dei poderi dello Stato al
Movimiento 26 de Julio, sotto la presidenza provvisoria del dottor Urrutia. Tutte queste clausole segnalano che il
governo rivoluzionario imporrà sanzioni ai contravventori”. Fidel Castro amenaza con la guerra civil total. ABC, 3
aprile 1958.
14
Batista sostenne: ”1° Che il Governo manterrà l‟ordine pubblico in maniera inflessibile, per la quale può garantire
pienamente la vita ed i beni dei cittadini e stranieri residenti; 2° Che il movimento sovversivo è di ispirazione
comunista, secondo quanto hanno potuto comprovare documentalmente minuziose indagini di polizia; 3° Che l‟azione
ribelle è criminale, portata a versare ciecamente sangue e ad attentare contro la ricchezza della nazione con i suoi
sabotaggi; 4° Che il Governo agisce nei limiti della Costituzione e della legge, che farà le elezioni nei termini di legge
(sono annunciate per il giorno 3 di novembre), che non ci saranno problemi a concedere l‟amnistia a quelli che
deporranno preventivamente le armi e che non si opporranno al fatto che osservatori internazionali dell‟ONU
comprovino la regolarità delle elezioni; 5° Qualificò inoltre come “fanfaronate e crimini” le minacce di Castro. Ibidem.
15
Estadio de urgencia en Cuba. Informaciones, 1 aprile 1958.
9
Gli scontri nella regione d‟Oriente cominciarono a farsi sempre più frequenti e cruenti. Le notizie si
susseguivano numerose e contraddittorie (sarà una norma fino alla vittoria di Castro), come
nell‟articolo apparso su ABC il giorno 4 di aprile. L‟articolo riportava le notizie date dall‟agenzia di
stampa United Press e dal quotidiano statunitense New York Times, riguardanti la situazione nella
zona est dell‟isola. Secondo l‟agenzia di stampa 28 ribelli furono uccisi in alcuni scontri avvenuti a
Santiago, capitale della provincia d‟Oriente, dove si sosteneva che i militari avessero ripreso il
controllo, anche se la zona rimaneva isolata dal resto del paese. Di diverso avviso era il giornale
statunitense, secondo il quale i ribelli riuscirono ad occupare diverse posizioni di rilevante
importanza strategica nella zona orientale, infliggendo notevoli perdite alla milizia governativa. Lo
stesso giornale diede per di più notizia di un secondo fronte aperto sulla Sierra Escambray dagli
studenti del “Directorio revolucionario”
16
. Questo era indicativo di come non fosse difficile
diffondere false notizie in una situazione caotica come quella cubana, dove sia i ribelli sia il
governo davano una personale versione dei fatti.
Nel frattempo anche negli USA cominciarono a nascere movimenti a favore dei ribelli
castristi. Questi movimenti erano guidati da una serie di esuli cubani in contrasto con il governo di
Batista. Il giorno 2 aprile un centinaio di simpatizzanti di Castro manifestarono davanti ad una
stazione ferroviaria di Miami contro l‟invio di armi a Batista da parte del governo nordamericano.
La polizia arrestò 22 persone che tentarono di attaccare il treno su cui viaggiavano alcuni esponenti
del governo de L‟Avana
17
.
Queste continue vittorie da parte dei rivoluzionari e soprattutto il timore per lo sciopero
generale indetto da Castro per il giorno 5 di aprile costrinsero il Governo cubano ad una sessione
d‟urgenza per approvare misure di sicurezza speciali al fine di scongiurare una sempre più possibile
crisi economica. Il Consiglio dei Ministri approvò una serie di decreti molto severi contro tutti quei
funzionari e impiegati del Governo che avessero organizzato, partecipato o anche solo permesso
16
Empeora la situacion en Cuba. ABC, 4 aprile 1958.
17
Armas norteamericanas para Batista, ABC, 3 aprile 1958.
10
uno sciopero. Avrebbe invece concesso l‟impunibilità a tutti quei funzionari e impiegati che, per
respingere un‟eventuale aggressione avessero ferito o ucciso i loro aggressori
18
.
1.2 : Scontri tra castristi e priísti.
Uno dei gruppi rivoluzionari più organizzato era sicuramente quello dei “priìsti”, così detti
perché seguaci dell‟ex presidente di Cuba Prìo, deposto da Batista durante il colpo di stato del
1933.Questi rivoluzionari erano, con i castristi, i nemici più pericolosi del Governo, ma questo era
l‟unico punto in comune tra le due fazioni ribelli. Era quindi logico che tra loro ci fossero una
rivalità ed un odio reciproco che più volte li portò vicini ad uno scontro armato, in quanto entrambi
puntavano al potere una volta deposto Batista.
I fidelisti erano fanatici seguaci del loro “caudillo” e volevano che Castro divenisse capo del
paese, mentre i priìsti volevano restaurare il governo dell‟ex presidente per tornare ad avere il
potere. Vi erano inoltre differenze di carattere sociale tra i due gruppi: i fidelisti erano più giovani
ed avevano la parvenza di un partito nuovo, anche se non era chiaro ciò che volessero e dove si
schierassero politicamente (c‟era chi sosteneva che fossero di tendenza nazional-socialista con uno
stile alquanto fascista, mentre altri li consideravano profondamente influenzati dalla dottrina
marxista). I priìsti invece formavano un partito prettamente borghese, con caratteristiche di sinistra,
formato da poca gente giovane ed intraprendente, ma con risorse finanziarie notevoli. Erano definiti
“i banchieri della rivoluzione”, in quanto al loro interno avevano ex governanti arricchiti in maniera
poco chiara che finanziavano con ingenti somme l‟acquisto di armi e mezzi per preparare le
spedizioni d‟invasione.
18
I decreti approvati stabilivano che : “1° Gli impiegati del Governo non possono essere detenuti per aver respinto una
aggressione alle loro persone senza considerare i danni prodotti. Questo suppone che possano ferire o uccidere gli
aggressori senza soffrire nessuna pena. 2° Tutti quei funzionari che non si presentano al lavoro senza giustificazione,
potranno essere destituiti automaticamente e perdere tutti i diritti di sicurezza sociale e altri benefici del governo. 3°
Tutti i funzionari che organizzino uno sciopero o lo permettano potranno essere condannati a sentenze di reclusione che
variano dai 30 giorni ai 6 mesi, secondo le leggi attualmente in vigore”. Medidas para evitar una huelga general. ABC,
4 aprile 1958.
11
E‟ importante sottolineare come i giornali diano per scontato il fatto che dietro i due gruppi
ci fosse la mano abile ed opportunista del comunismo internazionale, il quale avrebbe tentato di
giocare la carta dell‟invasione cubana con la speranza di potersi instaurare in un paese così
strategicamente rilevante per l‟occidente. Più di un giornale ha poi evidenziato che anche in
Ungheria ci furono manifestazioni contro Batista
19
.
La situazione nel frattempo continuava a peggiorare. Le false notizie si susseguivano. Un
giovane messicano sparse la notizia che il governo bruciava le chiese. La notizia risultò
immediatamente falsa, in quanto la Chiesa era, fino ad allora, l‟unica istituzione neutrale e quindi
ben accetta sia dal governo che dai ribelli. Altre notizie davano Castro ormai braccato dall‟esercito
cubano e quindi vicino alla resa
20
.
Sempre nei primi giorni di aprile Batista annunciò un‟offensiva serrata contro tutti i ribelli in
modo da chiudere la questione in tempi brevi. Ma il governo seguitava a perdere l‟appoggio delle
truppe. I quotidiani ABC e Informaciones diedero notizia della fuga di 15 piloti cubani negli Stati
Uniti con i rispettivi aerei il giorno 5 di aprile. Secondo i quotidiani, i piloti fuggivano per non
sottostare alle minacce di Batista, il quale avrebbe ordinato loro di trasportare armi destinate alla
lotta contro i ribelli minacciandoli di considerare diserzione un eventuale rifiuto. I piloti erano civili
e proprietari degli aerei
21
.
Sempre dagli Stati Uniti arrivò notizia della pubblicazione di una serie di fotografie
riguardanti la fucilazione di alcuni ribelli da parte delle forze castriste. I ribelli si erano resi
colpevoli di una serie di furti. Batista sottolineò chiaramente l‟accaduto e giudicò Castro un falso
cristiano indegno di governare una nazione basata sulla religione come Cuba
22
. La notizia non
modificò in alcun modo i sentimenti della popolazione nei confronti del leader ribelle.
19
Queda aislado un grupo rebelde cubano, capitaneado por Castro. ABC, 6 aprile, 1958.
20
Ibidem.
21
Piden refugio 15 pilotos cubanos. ABC, 6 aprile, 1958.
Asilo en USA. Informaciones, 5 aprile, 1958.
22
CUBA: Ciudades” agonizantes”, trenes paralizados, industrias cerradas. Informaciones, 7 aprile 1958.
12
Lo sciopero generale proclamato da Castro cominciò a creare i primi problemi al governo.
Nella provincia d‟Oriente i trasporti ferroviari vennero interrotti nel nodo ferroviario di Camagüey
perché nessuno si recò al lavoro. Le stesse Ferrovie Nazionali avvisarono le redazioni dei giornali
dell‟impossibilità della distribuzione. Questo fece in modo che tutti i giornali parlassero dello
sciopero nazionale indetto da Castro. Lo sciopero isolò di conseguenza anche la zona centrale
dell‟isola
23
.
Nella provincia d‟Oriente continuavano senza tregua gli scontri tra le truppe ribelli e
l‟esercito che tentavano di riprenderne il possesso. I ribelli erano divisi in tre gruppi: uno
comandato da Fidel Castro, uno da suo fratello Raúl e un terzo guidato da Crescencio Pérez. L’ABC
comunicò che il gruppo di Raúl Castro venne quasi totalmente distrutto in uno scontro
24
. Nello
stesso articolo venne data poi una curiosa notizia diffusa probabilmente da fonti governative. Si
legge, infatti, che i ribelli distrussero e incendiarono la città di Cauto nella provincia d‟Oriente. La
stessa notizia venne riportata pure dal quotidiano Informaciones. La particolarità della notizia sta
nel fatto che non esiste nessuna città con quel nome, ma soltanto alcuni piccolissimi paesini nei
pressi del fiume Cauto con meno di 400 abitanti e con case totalmente in legno
25
.
Il quotidiano Informaciones il giorno 8 aprile diede notizia dell‟arresto di 6 giornalisti
nordamericani e di 2 studenti sorpresi dall‟esercito a scattare fotografie senza permesso nella zona
di Santiago
26
. Nello stesso giorno Batista fece un annuncio in cui prometteva a Castro un “giusto
giudizio” se catturato vivo. Continuavano le manifestazioni a favore di Castro negli USA, Perù,
Costa Rica e Argentina
27
.
Nei giorni successivi si susseguirono notizie di disordini tra le forze governamentali e i
ribelli. Il giornale ABC considerò questi combattimenti come il preludio allo scontro finale tra
23
Corte de las comunicaciones en el nudo ferroviario cubano en Camagüey. ABC, 8 aprile 1958.
24
Ibidem.
25
Guerra de nervios, de inexactitudes y de mentiras. ABC, 20 aprile 1958.
26
Periodistas detenidos. Informaciones, 8 aprile 1958.
27
Corte de las comunicaciones en el nudo ferroviario cubano en Camagüey.ABC, 8 aprile 1958.
13
Castro ed il presidente Batista, ed inoltre sottolineò che il governo stava avendo la meglio negli
scontri nella provincia d‟Oriente
28
.
L‟Avana riuscì a salvarsi dallo sciopero generale indetto da Castro. Ne seguirono comunque
numerosi scontri tra le forze dell‟ordine e i ribelli determinati a far rispettare le disposizioni dettate
dal leader del Movimiento 26 de Julio. Circa 30 ribelli restarono uccisi nei numerosi scontri
avvenuti nella capitale. Radio Rebelde annunciò invece che i ribelli riportarono importanti vittorie
nella zona di Cienfuegos e riuscirono a penetrare trionfalmente anche nella città di Camagüey
29
.
Tutto ciò significava che, nonostante il governo ritenesse di poter eliminare in breve tempo i ribelli
in tutta l‟isola, questi controllavano già ad aprile circa i due terzi del paese.
I fedeli cubani furono colpiti da una notizia proveniente da Santiago de Cuba e riportata dal
quotidiano ABC il giorno 13 aprile. Il giornale pubblicò un servizio secondo cui durante alcuni
scontri nella zona mineraria di Villa del Cobre, numerose esplosioni causarono ingenti danni al
Santuario di Nuestra Señora de la Caritad del Cobre. La notizia creò molta tristezza e commozione
in tutta la popolazione, soprattutto perché si trattava del Santuario della Patrona dell‟isola e perché,
a quanto si scrisse, l‟unica cosa che rimase intatta nella chiesa fu proprio un‟immagine della
Vergine de la Caritad del Cobre. L‟arcivescovo di Santiago, monsignor Pérez Serantes (di origini
spagnole) arrivò addirittura a parlare di miracolo e lo interpretò come una richiesta divina di pace.
Che naturalmente non venne accolta.
Al contrario gli scontri tra ribelli ed esercito arrivarono anche nella città di Sagua la Grande,
vicino alla costa atlantica della Provincia de Las Villas, al centro dell‟isola. Nello stesso articolo si
parlava anche della cattura di cinque militari da parte dei ribelli nella Provincia d‟Oriente, mentre
durante un attacco aereo, le forze governamentali uccisero un centinaio di ribelli, senza riportare
però il numero delle vittime civili, forse più elevato di quello dei ribelli stessi. Gli scontri
seguitavano in tutta la zona orientale ed i morti si contavano solamente a centinaia. Il governo tentò
di recuperare più soldati possibili, nel tentativo di arginare l‟avanzata ribelle verso L‟Avana, ed in
28
Tiroteos y atentados en las calles de la Habana. ABC, 10 aprile 1958.
29
Fracasa en la Habana la huelga general. ABC, 11 aprile 1958.
14
proposito il Governo annunciò l‟invio di circa 10.000 militari dell‟Esercito nel tentativo di stroncare
i rivoltosi in 45 giorni
30
. Ma le truppe non arrivarono mai. Al contrario continuarono gli sbarchi
nell‟isola di guerriglieri vicini alla causa ribelle
31
.
Notizie relative agli scontri venivano continuamente pubblicate dai giornali spagnoli, e quasi
tutte davano il fronte rivoluzionario sull‟orlo del fallimento. Questo era dovuto al fatto che la
maggior parte delle notizie venissero trasmesse dal Governo. In un articolo dell‟ABC si leggeva che
nella provincia d‟Oriente i ribelli erano ormai allo sbando, e che nei vari scontri dell‟ultima
settimana ne furono uccisi circa 500
32
.
La notizia, poco credibile, non venne confermata da altre fonti, se non dal Governo. Inoltre i ribelli
sembrarono non risentirne affatto di una così pesante perdita (nell‟aprile del 1958 i ribelli erano
solamente 2.000-3.000).
Nello stesso articolo venne riportata una dichiarazione di Batista nella quale il presidente
sosteneva che l‟Esercito ed i Sindacati fossero dalla parte del governo nella lotta ai ribelli. Ricordò
anche che durante il suo governo vennero costruite più strade ed opere pubbliche che durante tutti i
governi precedenti. Terminò sottolineando ancora una volta il carattere comunista dei rivoluzionari
facendo notare che i rapporti tra Cuba e URSS vennero interrotti nel 1933, quando il suo Governo
salì al potere. Per chiudere l‟articolo venne riportata la sfortunata vicenda di un pilota militare
morto durante il decollo e della sua fidanzata che, affranta dal dolore si uccise bevendo un potente
veleno
33
.
1.3 : Perché non ha trionfato la rivoluzione cubana.
Questo articolo pubblicato dal quotidiano ABC il giorno 17 di aprile cercò di spiegare il
perché, secondo l‟inviato a Cuba J.E.Casariego, la rivoluzione cubana sarebbe fallita entro poco
30
Combates en varios puntos de Cuba. ABC, 13 aprile 1958.
31
Nuevo desembargo rebelde en Cuba. Informaciones, 16 aprile 1958.
32
Està desarticulado el movimiento revolucionario. ABC, 15 aprile 1958.
33
Ibidem
15
tempo. Questa era, infatti, l‟opinione generale riportata dai giornali nel mese di aprile. Il mese non
era stato molto favorevole alle forze ribelli. Le perdite di uomini e di mezzi erano state notevoli, lo
sciopero generale tanto annunciato aveva dato discreti risultati solamente nelle zone orientali, ma
era totalmente fallito nella capitale. Di tutti i gruppi ribelli solamente i castristi erano veramente
pericolosi, mentre gli altri anche se meglio armati e con più mezzi a disposizione dimostrarono in
diverse occasioni di essere tatticamente incapaci. Questo fu motivo di attriti fra i tre gruppi
maggiori. Ma l‟errore più grande secondo il giornalista stava nel fatto di aver annunciato con
spavalderia le mosse della rivoluzione, dando modo al governo di adottare misure di sicurezza
eccezionali che andavano oltre la legge. Casariego sottolineò che, sia in guerra che durante una
rivoluzione la sorpresa è un fattore determinante per la buona riuscita
34
.
Secondo il giornalista, l‟errore venne causato dall‟impazienza di non aver saputo aspettare il
“momento storico preciso” per sferrare l‟offensiva decisiva che avrebbe permesso alla rivoluzione
di vincere. Altro fattore fondamentale fu l‟errata valutazione dell‟opinione pubblica. Casariego era
convinto che il popolo fosse idealmente dalla parte dei rivoluzionari, ma che materialmente non
fosse disposto a lanciarsi in un‟avventura alquanto dubbia.
Curioso anche se troppo sintetico il riassunto fatto nell‟articolo riguardante l‟evolversi della
rivoluzione guidata da Castro. Nella ricostruzione vennero individuate tre fasi critiche che
avrebbero dovuto, in qualche modo, evidenziare la superiorità governativa rispetto alle forze ribelli,
dimostrando che il popolo rimase solamente spettatore della rivoluzione
35
.
Altri motivi per cui la rivoluzione sarebbe dovuta fallire erano strettamente legati ai rapporti
con la chiesa la quale, secondo il giornalista, avrebbe mantenuto rapporti regolari con il governo, e
34
“La sorpresa è un fattore decisivo in guerra ed ancora più nella rivoluzione. E i rivoluzionari cubani peccarono di
ingenuità o di troppa sicurezza in sé stessi, disprezzando un fattore tanto importante. Cogliere “il momento preciso” è la
migliore e più difficile delle tecniche rivoluzionarie. Lo disse anche Lamartine, con grandiloquenza romantica, più di un
secolo e un quarto fa, anche se in circostanze storiche abbastanza diverse da quelle della Cuba di oggi.” Porque no ha
triunfado la revolucion cubana ABC, 17 aprile 1958.
35
“La prima volta presero Castro prigioniero, (e malgrado avesse ucciso molti soldati durante la lotta venne solo
condannato al carcere, e dopo poco graziato). La seconda volta venne disperso e dovette rifugiarsi in modo precario
nella Sierra Maestra (da dove in principio si fece molto poco per scacciarlo e successivamente non fu più possibile di
fronte all‟aumento delle rivolte e appoggi che ricevettero a causa della pessima tattica utilizzata per il loro assedio e
persecuzione). Nella terza, l‟attuale, nemmeno il paese gli rispose, salvo alcuni gruppi di giovani e campesini in oriente.
Porque no ha triunfado la revolución en Cuba. ABC, 17 aprile 1958.
16
questo avrebbe potuto avere un forte ascendente sulla popolazione. La lotta a Cuba era da
considerarsi fondamentalmente ed essenzialmente politica e non economica e sociale, come nello
stile delle grandi rivoluzioni europee, messicane o argentine.
Venne evidenziata anche la mancanza di unità nell‟opposizione. I partiti nemici del regime,
secondo l‟opinione del giornalista, risultavano divisi da una serie di alterchi, interessi di cariche e
da una sorta di “politica da bar” arrivando a disperdere, in questo modo, le loro forze. Tutti erano in
ogni caso, favorevoli alla rivoluzione, ma senza Castro. Il quale veniva considerato da più parti
semi-fascista o semi-comunista.
Importante fu anche la posizione delle persone ricche, che formavano il cosiddetto «settore
economico», tanto potente in quella Cuba supercapitalista. Essenzialmente apolitiche stavano con
una mano nel Governo e con l‟altra all‟opposizione, in modo da stare in pace con tutti. Nemmeno
loro vedevano di buon occhio un Castro al potere in quanto era considerato un leader impetuoso,
impaziente e soprattutto pericoloso.
Venne menzionato anche il Partito Comunista. Infiltrazioni comuniste erano sicuramente
presenti in quasi tutti i partiti, in quanto l‟America Latina era sicuramente un buon campo d‟azione
per il comunismo internazionale. I comunisti dovevano però agire nell‟ombra per non scoprirsi
troppo in fretta, in quanto il comunismo era fuorilegge in quasi tutti i paesi del Continente
americano
36
.
Lo stesso giorno un altro articolo di Casariego informava della sconfitta di numerosi ribelli
nella zona di Guantanamo ad opera delle forze governative. Venne sottolineato il fatto che molti
ribelli in quei giorni si arresero in maniera incondizionata alle forze dell‟ordine cubane,
rispondendo così ai numerosi appelli del Presidente che promettevano l‟impunibilità a chi si sarebbe
arreso spontaneamente.
36
Ibidem.
17
Anche il New York Times (che aveva sempre appoggiato Castro) riportò in un servizio tutti
gli errori politico-militari compiuti dai ribelli durante la guerriglia e che avrebbero potuto
compromettere la lotta
37
.
Per Casariego, la rivoluzione cubana era praticamente fallita il giorno 17 aprile del 1958. Lo
stesso ABC il giorno 20 aprile pubblicò un altro articolo di Casariego nel quale il giornalista
intendeva tracciare un breve schema della situazione a Cuba, per correggere notizie false che,
secondo il giornalista stesso, alcuni giornali avevano pubblicato.
L‟articolo inizia con le parole di Bismarck: ”mai si mente tanto come prima di una elezione, durante
una guerra o dopo una battuta di caccia”. E siccome a Cuba si stavano preparando le elezioni e ci si
trovava in un clima di guerra, le bugie si sprecarono.
L‟elenco delle “bugie” cubane iniziava con la smentita di una notizia riportata il giorno 8 di
aprile, nella quale si diceva che la città di Cauto fosse stata distrutta dalle forze rivoluzionarie. In
quella zona si ebbe solamente una scaramuccia tra forze dell‟esercito e ribelli, senza che ci fossero
però danni alla popolazione. Stando all‟articolo, alcuni giornali scrissero che la polizia obbligò il
direttore ed il personale del quotidiano El Mundo a pubblicare questa notizia, e che in seguito a
questo fatto il S.I.P. (Sociedad Interamericana de Prensa) svelò lo scandalo ed ordinò a tutti i
giornali del continente di fare luce sulla vicenda. Ma naturalmente anche questa notizia era, sempre
secondo Casariego, falsa. Come la notizia data da alcune radio straniere secondo le quali la città di
Santa Clara era caduta nelle mani dei ribelli, i quali avevano giustiziato sulla piazza pubblica il
comandante militare e le autorità. Il giornalista considerava questa una piccola guerra di guerriglia,
in cui piccole colonne dell‟esercito perseguivano piccoli gruppi di ribelli. L‟azione bellica di
maggior risonanza compiuta dai ribelli fu, sempre secondo Casariego, l‟assalto al paesino del
Cobre, nel quale bruciarono vari edifici, compreso il Santuario nazionale di Nostra Signora della
Carità, patrona di Cuba.
37
Adhesión de las fuerzas armadas al presidente Batista. ABC, 17 aprile 1958.
18
Sarebbe stata falsa anche la notizia del “grande sbarco” che avrebbe dovuto portare, secondo
alcuni giornali, ingenti aiuti a Castro. Secondo il giornalista non sarebbero invece sbarcati
nemmeno sessanta uomini.
Alla fine il giornalista riassunse in nove punti le maggiori inesattezze che, secondo lui,
vennero riportate dai giornali stranieri (compreso l‟ABC),correggendole da un punto di vista che
egli stesso considerava “veritiero ed imparziale”.
38
Gli articoli di Casariego erano sicuramente una risposta a tutti quei giornalisti (soprattutto
americani) che vedevano nei rivoluzionari (e in Castro particolarmente) una sorta di eroi romantici
d‟altri tempi, talmente positivi ed imbattibili da sembrare quasi irreali. E‟ importante in ogni modo
rilevare che Casariego fosse l‟inviato del quotidiano ABC, vale a dire il giornale più vicino al
Governo del dittatore spagnolo Franco, e di conseguenza più vicino politicamente al dittatore
cubano Batista, piuttosto che agli ideali rivoluzionari di Castro o di qualsiasi altro ribelle che in quel
periodo combatteva per la libertà dell‟isola. Le osservazioni del giornalista sono poi risultate errate
in vari punti: i militari cubani non erano così superiori come forze rispetto ai ribelli, i fidelisti erano
molto più organizzati ed uniti di quanto potesse pensare Casariego, e soprattutto l‟intero popolo era
38
“1°. Sciopero generale, che non arrivò ad attuarsi in nessuna zona dell‟isola. Si ebbero solamente agitazioni isolate
che furono rapidamente e violentemente represse dalla polizia senza l‟intervento dell‟esercito. 2°. Tutte le città, borghi e
paesi di una certa importanza sono nelle mani dei governativi, così come i nodi di comunicazione. 3°. Le forze insorte
possono dividersi in due classi: a) Di veterani scesi dalla Sierra Maestra, gente dura e ben preparata con armamento da
guerra leggero, inclusi alcuni mitragliatori con trepiede, mortai e “bazooka”, il cui contingente si può valutare tra le
mille e millecinquecento uomini; b) guerriglieri improvvisati, generalmente giovani con meno di 25 anni, che “sono
stati gettati allo sbaraglio” armati di fucile da caccia, revolver e pochi mitragliatori, per un totale di quattro-cinque mila
uomini senza allenamento nè preparazione tattica. 4° Obbedendo agli ordini del comando “fidelista”, il cui obiettivo
principale sta nel intercettare le comunicazioni e realizzare sabotaggi, ottennero il risultato di quasi paralizzare il
traffico civile nella Provincia d‟Oriente e di Camagüey, senza però impedire il transito delle truppe; causarono di
conseguenza allarme e isolamento nella popolazione civile. 5°. Il gruppo principale “fidelista” di veterani della Sierra si
trova nella zona Centro-Sud della provincia d‟Oriente, e uno dei suoi problemi principali sta nel tenere una linea
difensiva, mantenendo però le linee di comunicazione con loro basi nella Sierra per il rifornimento delle munizioni, a
causa dell‟elevato consumo di munizioni delle armi moderne. 6°. Per questo c‟è da sperare che non possano sostenere
per un lungo tempo una “battaglia di logoramento”, se l‟esercito coordina bene i suoi piani e gli monta un adeguato
dispositivo di accerchiamento e di frizione. 7°. Gli zuccherifici non hanno interrotto il loro lavoro, e un venti per cento
lo hanno già terminato. Questo è di capitale importanza, in quanto Cuba vive di del suo zucchero. A parte gli incendi
della canna, il raccolto fu quest‟anno tanto abbondante che si calcola che la vendita dello zucchero sorpasserà come lo
scorso anno i 500 milioni di dollari. 8°. Come dissi in ripetute occasioni la gran maggioranza del popolo stà ai margini
della lotta; non è governamentale né sente entusiasmo per l‟insurrezione, e quello che desidera è solamente che tutto
finisca al più presto per poter vivere in pace e tranquillità. 9°. Per questo la guerra di Cuba è una “guerretta di
guerriglia” e non una guerra civile nazionale nello stile, per esempio, di quella degli Stati Uniti, Russia o Spagna. Lotta
di bandiere politiche, di risentimenti personali, di desiderio di Potere, con truppe professioniste ridotte e gruppi di
esaltati e avventurieri che ricordano i cammini dei “condottieri” e Compagnie bianche del medioevo europeo e feudale
in un enormemente distinto mondo americano, tecnico, supercapitalista e pseudodemocratico.”
Guerra de nervios , de inexactitudes y de mentiras. ABC, 20 aprile 1958.
19
molto vicino agli ideali rivoluzionari, dimostrando in questo modo un profondo disappunto nei
confronti del governo di Batista.
Proseguivano sempre più violente le manifestazioni contro il Governo cubano anche fuori
dell‟isola. Il deputato governativo di Cuba Rodolfo Rojas che si trovava a Miami venne assalito al
ritorno dall‟aeroporto mentre si trovava nella sua automobile. I malviventi, armati di mitragliette, si
fecero consegnare l‟auto e percossero il deputato con tale violenza da far temere per la sua vita
39
.
Nell‟isola nel frattempo sembrava che il conflitto tra autorità e ribelli si stesse lentamente
attenuando. Il Governo riformò il Codice Penale in modo da punire in maniera esemplare coloro i
quali si fossero resi colpevoli di attentare all‟ordine pubblico o avessero fatto circolare notizie false
per seminare confusione
40
.
L‟Arcivescovo di Santiago de Cuba diede notizia dell‟inizio dei lavori per la ricostruzione
del Santuario di Nostra Signora del Cobre, rimasto semi distrutto durante uno scontro tra ribelli e
militari
41
.
39
Atentado en Miami contra personalidades cubanas. ABC, 22 aprile 1958
40
Ibidem.
41
Ibidem.