!
Introduzione!
!
Negli ultimi anni sta crescendo l’interesse e l’entusiasmo verso il ruolo delle tecnologie
dell’informazione e della comunicazione (ICT) nello sviluppo di una società, in particolare
nei Paesi in via di sviluppo. La disciplina, ancora poco conosciuta in Italia, che si occupa
proprio dell’applicazione delle ICT nelle realtà sottosviluppate è chiamata ICT for
Development (ICT4D). L’idea di base di questo settore è che le tecnologie possano aiutare
comunità marginalizzate e povere a migliorare la propria vita e che possano supportare uno
sviluppo sia economico che sociale.
Lo scopo di questa tesi è l’analisi dell’ICT4D volta alla comprensione dello stato
attuale delle cose e delle potenzialità delle tecnologie nei diversi campi di applicazione, e
soprattutto lo studio dell’impatto dell’Human Computer Interaction nello sviluppo dei
progetti. La volontà di trattare questo tema parte, infatti, dall’imbattersi in diverse letture in
cui si denuncia l’alta percentuale di fallimenti nelle iniziative ICT4D dovuti, almeno in parte,
a un approccio smisuratamente top-down, senza la necessaria attenzione ai bisogni locali.
L’elaborato nasce quindi dal desiderio di dimostrare, attraverso una ricerca bibliografica,
come l’HCI possa risolvere queste problematiche e dalla successiva scoperta dell’esistenza
di una disciplina ancora più recente ed entusiasmante, l’Human Computer Interaction for
Development (HCI4D). Essa studia appunto l’interazione tra le tecnologie e le persone nei
Paesi in via di sviluppo, nell’ottica di migliorare la qualità della vita di queste comunità. Tale
studio si traduce nel tentativo di individuare delle metodologie e pratiche per la
progettazione di sistemi sostenibili che incontrino i bisogni degli utenti.
L’obiettivo finale del presente testo è perciò, una volta chiarito il campo dell’ICT4D,
capire quali metodi sono applicabili nel contesto dei Paesi in via di sviluppo e quali
accorgimenti prendere nel processo di design di qualunque interfaccia.
Per fare questo, nella prossima sezione verrà presentata un’introduzione all’ICT4D e
alla sua storia, partendo dalle sue origini sino ad arrivare, attraversando gli eventi chiave, ai
momenti che hanno portato al suo riconoscimento ufficiale come disciplina, e come la
comunità internazionale si è resa consapevole della sua importanza nella battaglia contro la
povertà. Verrà analizzato il concetto di sviluppo, le sue diverse sfaccettature e le
conseguenze che porta con sé. Per concludere il delineamento del quadro generale
dell’ICT4D, verrà approfondita la situazione attuale dei Paesi in via di sviluppo dal punto di
vista delle tecnologie: si studieranno i dati degli ultimi anni che mostrano l’accessibilità alle
diverse tecnologie e le differenze nella diffusione nei diversi Paesi del mondo.
Nel secondo capitolo si passerà alla rassegna dei diversi ambiti della disciplina, per
capire quello che davvero hanno fatto e continuano a fare le ICT per lo sviluppo economico
e sociale. Si partirà con l’analisi del rapporto tra tecnologia e istruzione, considerato
elemento centrale e fondamentale per lo sviluppo di qualsiasi Paese, per poi passare a uno
dei punti chiave degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio: la sanità; si parlerà quindi di come
le tecnologie possano migliorare il sistema sanitario e la sua amministrazione, dei vantaggi
!5
della telemedicina e la possibilità di una maggior educazione alla salute. E ancora, si
discuterà di e-government e e-governance, e di come le ICT possano ottimizzare
l’interazione tra cittadini e governo sino ad arrivare a una più semplice e realizzabile
democratizzazione, compresa l’emancipazione delle donne. L’ultimo ambito individuato è
quello che si occupa specificatamente delle zone rurali, che per le loro peculiarità hanno
esigenze diverse.
A questo punto saranno più chiari gli obiettivi dell’ICT4D e la loro attuabilità. Sarà
infatti evidente quanto le tecnologie possano fare per i Paesi in via di sviluppo, non solo per
aspetti secondari ma, e anzi soprattutto, per aspetti essenziali, come ad esempio la lotta
all’analfabetismo, la gestione delle emergenze per i disastri ambientali, sino alla possibilità
di salvare la vita di una madre partoriente e del suo neonato.
Allora perchè gran parte delle iniziative falliscono? Nel terzo capitolo si proverà a
rispondere a tale quesito e si individueranno due grandi problemi, che rappresentano delle
sfide per i designer e ricercatori: il primo è relativo alla mancanza di elettricità e altre
questioni tecniche e ambientali, il secondo riguarda l’incapacità o la poca volontà di
comprendere i bisogni locali, il contesto e quindi la cultura della comunità per cui si sta
lavorando. Nell’ultimo capitolo di questa tesi si introdurrà il lettore all’HCI4D e si proporrà
questa disciplina come possibile soluzione al problema di cui sopra. Verranno analizzate
quindi diverse metodologie dell’HCI, soprattutto quelle volte allo studio dell’utente, adattate,
come avvenuto in progetti già realizzati, o quanto meno adattabili al contesto dello sviluppo
internazionale. Particolare enfasi sarà data al rapporto tra ricercatore straniero e utente
locale, due persone che generalmente nel contesto dell’ICT4D hanno due culture diverse e
che potrebbero quindi avere difficoltà di comunicazione, e si cercherà quindi di capire se le
pratiche dell’HCI4D possano servire anche in questo senso.
!
!
!
!
!
!
!
!
!
!
!
!
!
!
!
!
!6
!
CAPITOLO I!
!
ICT4D: Definizioni e storia!
!
1.1 Introduzione!
!
L’Information and Communication Technology for Development è un ambito
multidisciplinare che ha come obiettivo quello di superare il digital divide e quello di
introdurre e sviluppare tecnologie dell’informazione e della comunicazione che possono
essere utilizzate dalle persone dei Paesi in via di sviluppo, o da comunità marginalizzate,
per migliorare la qualità della loro vita.
Il digital divide indica il gap tra chi ha accesso alle ICT e tra chi non lo ha. Questo
divario non esiste solo tra Nord e Sud del mondo, ma anche all’interno di alcune società
industrializzate, anche solo tra centro e periferia. L’ICT4D, noto anche come ICTD, “ICT and
Development”, intende quindi portare le nuove tecnologie laddove non sono ancora
presenti e utilizzare queste per sostenere lo sviluppo economico e sociale.
Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite (MDG) sottolineano
l’importanza del ruolo delle ICT nella battaglia contro la povertà, infatti all’interno del MDG
8, “Develop a global partnership for development” è possibile leggere:
!
Target 8.F:
In cooperation with the private sector, make available benefits of new technologies,
especially information and communications.
1
In cooperazione con il settore privato, rendere accessibili i vantaggi portati dalle nuove
tecnologie, sopratutto quelle dell’informazione e della comunicazione.
2
!
L’ICT4D ha dunque un obiettivo importante; non si occupa della tecnologia fine a se
stessa, ma indaga su come essa possa essere utilizzata per valorizzare e accrescere il
potere delle popolazioni più povere del mondo.
!
1.2 Cenni Storici!
!
L’origine dell’ICT4D è spesso fatta risalire al dicembre del 1984, quando l’ITU,
l'International Telecommunication Union, ora agenzia delle Nazioni Unite, pubblica il lavoro
della Independent Commission for Worldwide Telecommunications Development. Il report,
meglio conosciuto come “The Maitland Report”, si conclude così:
!
Given the vital role telecommunications play not only in such obvious fields as
emergency, health and other social services, administration and commerce, but also in
!7
United Nations, http://www.un.org/millenniumgoals/global.shtml.
1
Trad. della scrivente.
2
stimulating economic growth and enhancing the quality of life, creating effective
networks world wide will bring immense benefits.
3
!
Visto il ruolo vitale che le telecomunicazioni hanno non solo in ambiti evidenti, come le
emergenze, la sanità e altri servizi per la società, l’amministrazione, il commercio, ma
anche nello stimolare la crescita economica e nel migliorare la qualità della vita, creare
networks efficienti aperti a tutto il mondo porterà enormi benefici.
4
!
Nonostante il testo porti alla luce importanti concetti come l’equità nell’accesso alle
tecnologie, negli anni successivi alla pubblicazione non ci furono cambiamenti degni di
nota nello sviluppo dell’ICT4D. Bisognerà aspettare fino alla metà degli anni Novanta per
ottenere qualche risultato. In questi anni, infatti, s'iniziò a indagare, soprattutto in Nord
America e in Europa, sull’impatto che le innovazioni tecnologiche che cominciavano ad
attuarsi in quegli anni potessero avere sugli obiettivi di sviluppo dei vari Paesi del mondo.
L’evento più importante di quegli anni fu la conferenza del G7 sulla società
dell’informazione, tenutasi nel febbraio 1995 a Bruxelles. In occasione di questo vertice,
l’ospite Thabo Mbeki, allora vice Presidente del Sud Africa, chiese alle nazioni di assicurare
anche ai Paesi in via di sviluppo i benefici che i cambiamenti di allora stavano portando:
chiese di creare veramente una società dell’informazione globale e propose il Sud Africa
come sede per una conferenza seguente che coinvolgesse i Paesi in via di Sviluppo con le
nazione del G7. Così 40 Paesi e 18 organizzazioni internazionali s'incontrarono alla
Information Society and Development Conference a Midrand nel maggio 1996 con lo scopo
di iniziare un dialogo per creare una visione comune su una società dell’informazione
globale.
L’anno 1995 fu fondamentale anche per la fondazione dell’Information for
Development (infoDev) da parte del Gruppo della Banca Mondiale e dell’International
Institute for Communication and Development (IICD) in Norvegia. InfoDev, dalla sua
fondazione ad oggi, ha finanziato numerosi progetti e iniziative riguardanti le ICT nei Paesi
in via di sviluppo e attualmente il sito web rappresenta una della maggiori risorse
sull’ICT4D. Poco dopo, nel giugno del 1997, il Canada ospitò a Toronto la prima Global
knowledge conference, in seguito alla quale nacque il GPK, Global Knowledge Partnership,
ideata per riunire i governi, il settore privato e la società civile per portare avanti iniziative di
ICT4D.
Alla fine degli anni Novanta cresceva quindi la consapevolezza, nei governi, nel
settore privato, nell’ambiente accademico, dell’importanza del ruolo giocato dalle ICT nei
programmi di sviluppo.
L'evento chiave successivo per lo sviluppo dell’ICT4D fu l’incontro del G8 del 2000 in
Giappone, in conclusione del quale fu approvata la creazione di una Digital Opportunity
Task Force (DOT Force). Sempre nello stesso anno si tenne il Millennium Summit, dove
vennero stabiliti dai capi di stato otto obiettivi per combattere la povertà, la fame, la malattia
!8
Maail, A., User Participation and the Success of Development of ICT4D project: A Critical Review, in:
3
Proceedings of the 4th Annual Workshop. ICT IN GLOBAL DEVELOPMENT. Pre-ICIS Meeting. 2011.
Trad.della scrivente
4