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degli eventi globali, nella società e nel singolo individuo. La global-community
psychology incoraggia ad utilizzare conoscenze, metodi e interventi multiculturali
e multidisciplinari nell’intento di promuovere nuovi orientamenti di ricerca capaci
di fornire un’immagine della realtà intesa come totalità che comprende tutti gli
individui e le loro relazioni., Inoltre, la global-community psychology, mira a
considerare l’influenza dello stato attuale della società, percorsa da eventi di
portata globale che si verificano con una frequenza e un’intensità allarmanti, su
ogni aspetto della vita quotidiana, così da capire le ripercussioni che tali eventi
hanno sul benessere psicologico (ivi, p. 1287). Telecomunicazioni, trasporti di
massa, rapporti economici, digitalizzazione della comunicazione e convergenza
tra i diversi media, hanno creato un nuovo contesto globale per la vita quotidiana,
soggetta anche all’accelerazione del tempo e all’imprevedibilità. Il senso di
identità sociale, di controllo e di scelta viene attaccato e ne derivano specifiche
sindromi di stress e disordine associati a questi eventi (ivi, pp. 1290-1291).
La questione del potere dei media, e dei loro “effetti” sulla società e sulla
cultura, si è sviluppata nella prima metà del XX secolo con riferimento ad istanze
riconducibili a due punti di vista contrapposti. “Apocalittici” e “Integrati” (Eco,
1964) si ripropongono nel terzo millennio con le stesse caratteristiche del passato.
C’è chi sostiene che la prossima generazione sarà composta prevalentemente da
un’umanità nuova cresciuta fra video-games e chat, completamente priva di senso
critico e di capacità di riflessione, e chi, invece, è profondamente convinto dei
notevoli benefici che le forme di comunicazione possono garantire sul piano sia
culturale sia sociale (Murray, 1998, p. 385). A tutt’oggi, una particolare attenzione
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viene riscossa dalla posizione degli “apocalittici” che danno voce ai pericoli della
comunicazione di massa.
Una delle principali caratteristiche dell’età delle comunicazioni di massa è che si è
sempre più in contatto con rappresentazioni mediate di un complesso mondo
fisico e sociale, e non più soltanto con le caratteristiche oggettive del ristretto
ambiente personale (Livolsi, 2003a). La società mediale ha conosciuto in questi
anni grandi trasformazioni: un continuo aumento dell’offerta, ovvero un’alluvione
comunicazionale e un vasto e profondo mutamento dei valori di riferimento e
delle tematiche di maggiore interesse e significato collettivo (Meyrowitz, 1985).
La co-partecipazione di milioni di utenti alla nuova tecnologia di comunicazione
di massa, qual è Internet, comporta una serie di implicazioni cognitive, emozionali
e sociali. L’esplorazione delle implicazioni psicologiche inerenti alle interazioni
tra l’uomo e il computer parte dall’analisi delle caratteristiche del medium per
arrivare alla conclusione che Internet è un mezzo tecnologico di comunicazione
profondamente diverso dai precedenti, poiché è un sistema che si organizza
autonomamente e che ha la potenzialità di catalizzare i maggiori cambiamenti
negli stili cognitivi e nelle credenze dei suoi utenti (Granic e Lamey, 2000, p. 93).
Internet ha dimostrato di essere una realtà che ha superato gli aspetti elettronici ed
informatici che l'hanno resa possibile: infatti oltre alla dimensione tecnologica, la
Rete delle reti possiede anche delle dimensioni sociali, culturali, comunicative in
continuo sviluppo (Thompson, 1998).
La Rete si colloca nel panorama comunicativo come una nuova forma di
comunicazione, l'hypermedia computer-mediated communication (Ferraro, 2000),
che, per la sua configurazione ibrida, complessa ed integrata, in cui si fondono
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varie altre forme di comunicazione (one-to-one, one-to-many, many-to-many),
costituisce una profonda innovazione relazionale e comunicativa rispetto ai
tradizionali mezzi di comunicazione di massa e persino della più recente
computer-mediated communication. La multimedialità indica la capacità di
combinare insieme, di "ibridare" le caratteristiche di più media, ognuno con le
proprie modalità di fruizione, le proprie regole di costruzione e ricezione del
messaggio, la sua storia ed il suo universo culturale, per creare un ambiente
comunicativo composito. L'ipermedialità, quindi, combina la multimedialità con
l'ipertesto: il risultato è un ambiente comunicativo dalle caratteristiche ibride che
corrisponde ad un gradino superiore alla semplice somma dei suoi componenti
(Ferraro, 2000). Internet coinvolge milioni di persone appartenenti a culture
completamente differenti le une dalle altre, distruggendo le barriere sociali e
geografiche con una forza che, necessariamente, deve avere radici fondate nella
natura stessa dell'uomo (Bettetini et al., 2001). Internet di per sé, altro non è che
un contenitore vuoto, che però viene continuamente riempito di dati, di notizie, di
idee, e sono gli uomini ad inserirli. Internet e la Rete sono una conseguenza delle
mutate esigenze di comunicazione globale. La Rete è solo uno dei fattori culturali
e tecnologici che sta portando ad un sistema completamente nuovo di vedere e,
soprattutto, di “fare” comunicazione (Volli, 1994). Se ci son voluti quattro secoli
per arrivare dalla stampa al telefono, meno di un ventennio è bastato per
approdare alla radio, e quindi qualche decina di anni per la televisione (Catolfi,
2005) non si deve attendere troppo per veder ulteriormente cambiare il modo di
vivere la comunicazione. Si parla indistintamente di radio come di telefono, ma
una distinzione tra i sistemi è indispensabile (Catolfi, 2005). Nel primo caso
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infatti si è di fronte ad uno strumento “monodirezionale” che distribuisce
l'informazione a senso unico, ossia da chi “trasmette” a chi “riceve”. Nel secondo,
invece, la comunicazione è “bidirezionale”: entrambi i soggetti possono parlare ed
ascoltare. La televisione, il giornale, la radio sono tutti media monodirezionali, nei
quali “l'interattività” tra chi fornisce l'informazione e chi la riceve è pressoché
nulla. Il telefono, al contrario, consente di interagire con l'interlocutore.
Esiste un'altra differenza fondamentale tra il telefono e gli altri media. In
televisione, radio e giornali, il rapporto tra chi fornisce l'informazione e chi la
riceve è “uno a molti”, con il telefono “uno a uno”: ciò vuol dire che per la
televisione (o giornale, o radio) si contano diverse centinaia di migliaia di
ascoltatori ed un solo “fornitore” di informazione, mentre lo stesso non avviene
con il telefono, in cui il rapporto è “uno ad uno” (Volli, 1994). Il concetto alla
base di Internet è molto vicino a quello su cui si basa la comunicazione fra
radioamatori, ossia quella del tipo “tanti a tanti”: tutti possono ascoltare i
messaggi di tutti, e possono intervenire “in diretta” per esprimere la loro opinione
(Bettetini et al., 2001). La radio, pur nella sua complessità, è limitata dal fatto di
poter utilizzare, come sistema di comunicazione, il solo suono; parole, rumori,
musica arrivano all'ascoltatore che, per definizione, non può far altro che
“ascoltare” ciò che la radio invia. Con la radio, nasce la figura dell' “ascoltatore
monomediale” (Catolfi, 2005), passivo nell'ascolto della radio, come emissione di
soli suoni. Tale figura viene presto sostituita, grazie alla televisione, da quella
dello “spettatore multimediale” (Catolfi, 2005), passivo nella ricezione di dati di
vario tipo: audio, video, testi, di qui il termine “multimedia”, ossia più media.
A queste due tipologie si contrappone, con il telefono, quella dell' “interattore
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monomediale” (Catolfi, 2005), colui cioè che interagisce con il mezzo potendo
utilizzare un solo medium, in questo caso il suono. Con la nascita dell'informatica
e della telematica, e con lo sviluppo quindi delle reti di comunicazione come
Internet, prende piede un concetto nuovo, quello di “interattore multimediale”
(Catolfi, 2005). L'interattore multimediale è colui che è in grado di interagire
utilizzando contemporaneamente tutte le forme di comunicazione disponibili e
quindi è possibile miscelare immagini, suoni, animazioni, testi per fornire una
informazione di tipo nuovo, dinamica e multiforme.
Nasce con Internet il concetto di “ipertesto” (Ferraro, 2000), un testo che
non va necessariamente letto dall'inizio alla fine ma che può essere letto “a salti”,
approfondendo solo ciò che più interessa; tale possibilità conferisce all'utente, e
non si parla più di “lettore” o di “ascoltatore”, una libertà di azione vastissima.
L'utente può decidere cosa leggere, se leggere qualcosa o ascoltarla, leggere
direttamente dal computer, oppure se “accompagnare” l'ascolto con la visione di
un filmato (Bettetini et al., 2001). Cambia completamente il modo di fare
l'informazione, cambia il ruolo di chi fa informazione, cambia la comunicazione.
Non ha assolutamente senso pensare che solo in virtù del fatto che una tecnologia
è più nuova di un'altra, sia necessariamente da sostituire a questa (ivi, p. 285).
Attualmente non esiste motivo di ritenere che tecnologie, come la telematica,
possano sostituire i vecchi sistemi di comunicazione ma, li integrano e li
migliorano rimanendo ad essi complementari. La comunicazione tuttavia è, ormai,
multimediale, ossia utilizza più mezzi (Catolfi, 2005), ma la multimedialità non è
l'unica o la più importante caratteristica della “nuova” comunicazione: i mezzi
attuali e le nuove tecnologie hanno il vantaggio della tempestività
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dell'informazione, ossia l'informazione arriva all'utente finale con una velocità
impensabile per i mezzi tradizionali, della personalizzazione dell'informazione
(Catolfi, 2005), dell’aumentata capacità di trasmettere maggiori quantità di
informazione. La comunicazione in Internet riesce a fornire non solo la possibilità
di avere accesso ad una gran parte dello scibile umano, ma anche l'opportunità di
formare comunità virtuali che non siano solo una "massa", a seguito della
trasformazione in una realtà di fatto della comunicazione interattiva. La rete, in
alcuni casi (chat line, gruppi di discussione etc.), rispetto ai mezzi tradizionali di
comunicazione offre la possibilità di scambi interattivi, in cui l'utente si trova
nella posizione di emittente e destinatario, produttore e ricettore di messaggi e la
partecipazione attiva diventa quindi fondamentale per il processo comunicativo
(Mazzocchi e Tognoli, 1995). L'introduzione dei moderni mezzi di comunicazione
influenza sempre più le modalità di aggregazione e relazione, reale e/o virtuale,
tra le persone creando particolari forme della gruppalità, le cosiddette “masse
mediatiche”, che vengono a costituirsi per opera dei mass-media (Longo, 1997).
La radio, la televisione ed Internet, sono tutti strumenti in grado di favorire
l'aggregazione o la dispersione di migliaia o milioni di persone nel giro di pochi
secondi. Internet, in particolare, consiste in un grande sistema di reti telematiche,
che permette il collegamento in tempo reale di milioni di computer, utilizzando le
vie telefoniche, dando vita al popolo del Cyberspazio: una enorme comunità
virtuale, un'enorme massa caratterizzata però dalla mancanza di uno spazio fisico-
sensoriale condiviso (Catolfi, 2005). Internet è un centro di cambiamento e
propulsore di nuovi modelli, ma nella visione internet-centrica, i nuovi media non
sono riconducibili al solo personal computer collegato con il modem alla rete, ma
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ad una nuova famiglia di media digitali che si sta differenziando (Morcellini,
2004). Nel passaggio verso i new media non si deve tralasciare l’insostituibile
contributo dei media tradizionali che non sono semplicemente ed interamente
sostituiti da quelli nuovi, bensì cambiati, tramite un morphing, una trasformazione
definita “mediamorfosi” (Fiedler, 2000). Il concetto di remediation spiega i
processi di integrazione relativi ai nuovi media e indica la rappresentazione di un
medium in un altro. I media digitali tendono ad assorbire e modellare al loro
interno i media che li hanno preceduti, appropriandosi delle loro tecniche, delle
loro forme e dei loro significati sociali. È una tendenza alla convergenza che
caratterizza i nuovi media digitali, ma che è riscontrabile anche in quelli
precedenti che, a loro volta in passato, hanno rimodellato se stessi di fronte alle
sfide proposte dai nuovi media.
Per valutare l’impatto di Internet basta considerare la crescente presenza e uso on-
line dei mass media tradizionali (Eco, 2001). I media tradizionali, come la radio,
la televisione o la carta stampata, si stanno sottoponendo ad un processo di
profondo rinnovamento, con l’intenzione di emulare il successo di internet,
assorbendone le caratteristiche; l’influenza di internet sui media tradizionali può, a
sua volta, essere misurata proprio partendo dai tanti cambiamenti cui radio, tv e
giornali si sono sottoposti. Internet ne risulta rafforzato come mass medium e
diventa il punto di partenza di una nuova produzione mass-mediale (Morris &
Ogan, 1996). Accanto al fenomeno della convergenza si trova anche
l’ibridazione di vecchi media che possono fondersi e far nascere nuove identità
integrate, ossia alcuni vecchi media spariscono sostituiti progressivamente da
nuove forme di comunicazione. Nuove forme di fruizione emergono e media
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tradizionali, come la radio, cambiano forma e trovano una seconda giovinezza.
Attraverso Internet la radio si smaterializza e si ricompone, assumendo una nuova
materialità con le immagini che illuminano un flusso tradizionale di solo parlato e
musica. La radio con il digitale non è più solo un fluire di musica e parole, si
ibrida con la rete ed acquista nuove potenzialità come l’asincronicità dell’ascolto,
per cui diventa possibile archiviarla e riascoltarla comodamente; le parole
diventano testo e acquistano l’ipertestualità della rete (Menduni, 2001, p. 223-
224). Per quanto riguarda il pubblico, l’ibridazione agisce in modo da cambiare
l’eterna passività dell’utente finale e lo spettatore diventa audience e interlocutore
allo stesso tempo, “pubblico looking” e “reader oriented” (Abruzzese, Dal Lago,
1999). L’ibridazione dei media tende alla spersonalizzazione della fruizione, lo
spettatore sceglie e individualizza il consumo adattando il medium alle proprie
esigenze. Nel secolo scorso la radio è passata da oggetto misterioso e considerato
quasi "magico" ad apparato ufficiale negli anni del Fascismo e delle Grandi
Guerre, ha poi via via perso quell'enfasi e quell'ufficialità da regime ed è entrata
nelle nostre case per trasformarsi in un piccolo e a volte indispensabile “bene
d'uso” (Ortoleva, 2001). Per molti anni, in Italia, la radio ha letteralmente
dominato l'industria delle comunicazioni, dimostrandosi utile al soddisfacimento
di bisogni di informazione e intrattenimento. La “Sorella televisione” ha interrotto
l'egemonia cui la radio si era abituata e ha inevitabilmente influenzato l'universo
delle onde medie e della modulazione di frequenza. L'”immagine” ha sempre
avuto qualcosa in più del suono, per quella sua grande capacità di rendere visibile
e affascinante la realtà. La televisione ha raccolto attorno a sé gran parte del
pubblico che in precedenza si accontentava del solo udito. In pochi anni la radio
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ha dovuto sopportare l’umiliazione del calo di ascolti, la migrazione dei maggiori
talenti verso la TV e la trascuratezza giuridica e commerciale, ma la radio ha
trovato proprio nell'ibridazione ed integrazione con le tecnologie moderne la forza
per dare nuovo impulso alla riflessione ed alla sperimentazione teorica e per
rinnovarsi ancora. Il mezzo radiofonico sta attraversando una fase di cambiamenti
cruciali: la radio sta infatti progressivamente abbandonando il tradizionale ruolo
di mezzo virtuale e costantemente subalterno rispetto a televisione e carta
stampata, guadagnando al contrario autonomia e importanza nel sistema dei
media. La radio, in virtù delle tradizionali caratteristiche di mezzo sperimentale e
di frontiera, più di ogni altro medium ha fruito delle opportunità della Rete
(Fondelli, 2002).
Internet si è presentato come il mezzo che ha destabilizzato l’assetto del
sistema dei media, determinando una fase di cambiamento nella quale il ruolo
dominante della televisione è stato fortemente messo in discussione, la radio ha
vissuto invece un processo che la sta accompagnando ad essere uno dei pochi
medium classici in grado di convivere proficuamente e concretamente con
Internet. Nel gioco delle convergenze che si sono create fra i media, la radio sta
acquistando una nuova modernità: la web-radio è la nuova frontiera della libertà
radiofonica per chi voglia trasformarsi in emittente on line, e per le radio
affermate rappresenta un buon canale per la diffusione dei programmi da
affiancare alla tradizionale diffusione nell’etere. Internet ha salvato la radio
dall'estinzione, ma ha estinto ogni iconografia classica radiofonica presentando
una situazione paradossale in cui la radio, smaterializzandosi, assume una nuova
materialità, diventa una radio visibile. L’ibridazione è vista come esplorazione di
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nuovi formati che sono possibili grazie al passaggio on-line (Menduni, 2001). Per
gran parte delle radio trasmettere anche in internet significa espandere le proprie
possibilità espressive, ampliare il proprio bacino di utenza, rafforzare il rapporto
con gli ascoltatori. Sentire la radio ha sempre rappresentato qualcosa di molto
diverso da altre esperienze di fruizione mediale, come la lettura di un libro o di un
giornale: la radio è sempre adesso, nel momento in cui la si ascolta, appare sempre
come una testimonianza della società ed anche nella forma più privata è sempre
un’esperienza sociale (Menduni, 2005).
Questa esperienza risponde a molteplici esigenze sociali, che possono essere
ricondotte a funzioni connettive, partecipative e identitarie. Nel panorama
comunicativo invaso dalla tv, l’ascolto della radio è una scelta e non frutto di una
necessità, il rapporto degli ascoltatori con la loro emittente radiofonica è assai
diverso da quello che intrattengono con la televisione, ed è contraddistinto da una
fidelizzazione più intensa (Riva, 2004). Il suono non ha il vincolo di rappresentare
la realtà ma di accompagnarla, la sensazione sonora è collegata alla sfera emotiva,
evocativa e simbolica e chiede di immaginare solo quello che suggerisce. Il canale
rappresentato da Internet ha inciso sul mercato radiofonico al punto tale che tutti i
principali soggetti radiofonici, in Italia, sono presenti e attivi in Rete; la radio ha
sfruttato le potenzialità della nuova tecnologia adottando una forma di presenza
tecnologicamente evoluta (Ruffini, 1998). Inizialmente, il modello più
frequentemente utilizzato è stato quello del sito promozionale, semplice e rapido
da realizzare, in cui ad avere importanza è esclusivamente l’area istituzionale,
intesa come sola presentazione dell’emittente e della sua attività. In Italia, la
radiofonia ha superato, in breve tempo, la fase caratterizzata dalla presenza in
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Rete di soli “siti vetrina”, soltanto promozionali, statici e poveri di contenuti, per
sperimentare le potenzialità infinite offerte dalla Rete. Per le emittenti
radiofoniche la possibilità di poter creare un sito Internet, da affiancare alle
normali trasmissioni, è una potenzialità importante ricca di opportunità, ma anche
di difficoltà nella gestione e gli unici che possono permettersi di tentare sono i
grandi gruppi editoriali (Ruffini, 1998). L’avvento di Internet ha rafforzato
maggiormente i legami tra gli utenti e l’emittente radiofonica e gli utenti fra loro;
già con la sola trasmissione nell’etere, la comunità radiofonica era ben strutturata
e definita, poteva infatti far affidamento su un folto gruppo di fedeli ascoltatori,
con l’ingresso in Rete i rapporti degli utenti con la propria emittente preferita si
rafforzano, i legami emotivi e la condivisione degli interessi contribuiscono a
creare un’identità di gruppo e favoriscono la tendenza all’aggregazione.
Il presente lavoro di tesi è orientato alla comprensione dell’influenza e
delle implicazioni della Rete sulla società, facendo riferimento alla Rete non solo
come tecnologia; i metodi che varie discipline, come la sociologia, l’antropologia,
la psicologia e la storia, hanno utilizzato per analizzare media come la stampa, la
radio, la televisione, sono validi e adatti all’analisi di Internet, anche se molto
dipende dal tipo di domande a cui la ricerca vuole rispondere. Quesiti, interessi ed
oggetti di ricerca differenti possono richiedere metodi ed approcci diversi; Internet
è un medium nuovo e particolare, che ha portato con sé contesti e concetti nuovi
nell’idea di comunicazione, perciò i metodi classici devono essere applicati in
maniera più flessibile e, in un certo senso, adattandoli alla specificità dell’oggetto
di studio. L’analisi della home page del sito dedicato a “Radio105”, che conclude
questo lavoro di tesi, s’inserisce all’interno delle ricerche di tipo descrittivo e
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senza la pretesa di fornire uno quadro articolato ed esaustivo. L’analisi è
finalizzata alla comprensione degli effetti e dei processi in atto durante l’uso del
medium, ossia la navigazione in Rete e la visita alla home page, con un’attenzione
anche alla struttura formale. La costruzione di senso nella comunicazione diventa
sempre più creativa grazie alle nuove tecnologie che danno la possibilità di
sfruttare i diversi canali comunicativi. Nella rete si assiste all’intreccio tra
l’analiticità del testo e la sinteticità dell’immagine; ormai è, infatti, entrata nella
normalità la possibilità di comunicare attraverso supporti che fondono testo e
immagini, e se si pensa ai tempi più recenti, gran parte degli scambi in rete
avviene su uno sfondo musicale. La comunicazione ipertestuale e ipermediale
rende la produzione e la percezione dei significati più semplice poiché, attingendo
creativamente a più livelli di intelligibilità, non si è più legati a strette categorie
assolute, ma ci si può abbandonare alla flessibilità nella scelta e giocare rendendo
più salienti e pregnanti di significato tutti i vari eventi comunicativi cui si
partecipa. La ipertestualità e la ipermedialità rendono il testo più attraente,
stimolando l’attenzione di tipo multisensoriale.
La prospettiva psicosemiotica è quella che meglio si presta per l’analisi di testi
ipermediali e ipertestuali, come quello rappresentato da una home page, partendo
dal presupposto che qualsiasi costruzione di senso è vincolata alla trama del testo,
intesa come unità complessiva di significati prodotta in una situazione di
enunciazione. I testi, secondo questa prospettiva, rendono operativi i loro
significati solo all’interno di particolari contesti d’uso, e la relazione “testo-
contesto” è spiegata dal concetto di “diatesto”, che descrive “il contesto visto
dagli enunciatori del testo, così come essi se lo rappresentano e mostrano di
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tenerne conto” (Mininni, 2003, p. 168). I testi, intesi come eventi comunicativi,
sono diatesti:
“il senso non risiede nei testi, ma li attraversa grazie all’azione congiunta
degli enunciatori che negoziano nel quadro della situazione; la produzione di
senso nel diatesto è possibile perché regolata dallo scambio degli
interlocutori”(Mininni, 2003).
Le tecnologie multimediali presentano dei testi che sono frutto di una
pluralità di media, i quali, intesi come mezzi di comunicazione, sono organizzati
secondo un’unica strategia comunicativa e comunicano attraverso la stimolazione
di più canali sensoriali. La prospettiva psicosemiotica ben si applica a tutti i
processi di sensemaking, al fine di individuare nelle pratiche discorsive i
significati dei testi e il grado di intenzionalità dell’azione comunicativa.
Non è possibile stabilire con assoluta precisione quali siano le azioni in grado di
specificare un’opera di analisi testuale (Wood e Kroger, 2000), piuttosto è
necessario far affidamento alla propria creatività e tener conto di tutte le
possibilità, senza escluderne nessuna. Non è possibile definire modalità
predefinite per la raccolta dei dati, e l’approccio diatestuale è applicabile ad uno
scambio di battute come ad un romanzo, ad un testo web, come ad un film e i
criteri di validazione sono affidati, inoltre, all’orientamento soggettivo. La
semiotica applicata ai nuovi media, la Net Semiology si è inserita a pieno titolo fra
le discipline più studiate, seguite ed apprezzate del mondo web e non è solo
semiotica applicata al Web, ma una disciplina innovativa nata sulla base di studi
nel campo della Semiotica del Web Design e della Usability (Visciola, 2000).
Studia gli aspetti linguistici, pragmatici, visivi e relazionali di un sito. E' una
disciplina che indica concretamente cosa bisogna fare per costruire un sito
comunicativamente efficace, o come revisionare un sito esistente, sviscerando,
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attraverso l'analisi, dove sono stati utilizzati scorrettamente i codici comunicativi e
indicando le linee guida per un buon restyling. La Net Semiology indica quali sono
i codici comunicativi più adatti ad Internet e fa appello alle teorie semiotiche del
passato e del presente, e riflette anche sulle indicazioni di altre discipline come
Web Design e Usability, e presentando contributi originali che vanno al di là della
Semiotica (Ligas, 2005). Rappresenta una prospettiva che si presta all’analisi di
un sito web, e quindi fornisce gli strumenti utili per comprendere il processo di
significazione alla base di una home page, evidenzia gli accorgimenti presi per
catturare l’attenzione del navigante, sottolinea l’importanza di determinate scelte
nella presentazione delle immagini, delle parole, dei colori e delle animazioni.
Il presente lavoro di tesi nasce da un interesse personale per il mondo di
Internet e da una grande passione per l’ascolto della radio. Osservando le grandi
innovazioni tecnologiche che ormai fanno parte della vita di ciascuno, è facile
osservare quanto sia rimasta forte la necessità di accompagnare ogni singola
attività quotidiana con un sottofondo musicale, e non uno a caso, bensì quello
fornito dall’emittente radiofonica cui si è legati. L’ascolto della musica in radio
scandisce ogni attimo della giornata e le voci degli speaker accompagnano ogni
gesto. Si crea un rapporto amichevole, confidenziale, e immaginario perché solo
l’utente ne è a conoscenza, lo speaker immagina di parlare a tanti, ma non può
conoscere ciascun ascoltatore. Internet potenzia la radio permettendo
all’ascoltatore di entrare in contatto visivo con quelli che considera i propri amici
e compagni di vita; l’ascoltatore diventa in Internet il navigante che viaggia tra le
pagine del sito della emittente preferita, osserva i volti di coloro di cui conosce
solo le voci e può conoscerli sempre meglio leggendo le curiosità e le