Non a caso il Libro Bianco
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del 1985 prescriveva la libera circolazione dei
servizi
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come una delle principale condizioni per assicurare un ritorno alla prospe-
rità economica.
Il mercato comune europeo dei servizi finanziari, rappresenta una parte es-
senziale ed economicamente fondamentale di un mercato unico senza frontiere di
348 milioni di persone; che doveva eliminare le barriere esistenti alla libera pre-
stazione dei servizi, siano tali barriere configurate come restrizioni al diritto di
stabilimento o ostacoli alla prestazione di servizi trasfrontalieri tra i 15 Stati
membri che formano la Comunità europea.
Il sistema bancario, prima del completamento del Mercato Unico europeo, si
presentava infatti abbastanza frammentato e confuso dato che ogni paese aveva
una diversa regolamentazione legale e fiscale rispetto a quella degli altri paesi
dell’Unione. In questo quadro la Commissione Europea è intervenuta in loro aiu-
to, con alcune Direttive Comunitarie in materia bancaria atte a regolamentare il
settore del credito, facilitando l’insediamento di filiali bancarie in altri paesi
dell’Unione Europea e che si prefiggevano lo scopo di aumentare la concorrenza,
l’efficienza e la possibilità di scelta a disposizione degli utenti privati o di coloro
che operano nei vari settori dell’attività economica, all’interno di un mercato uni-
co europeo.
Il settore dei servizi rappresenta un’area essenziale per lo sviluppo economico
e industriale della Comunità e l’obiettivo che si cerca di raggiungere attraverso il
completamento del mercato interno non è solo quello di assicurare lo sviluppo di
questo settore (che già di per sé crea posti di lavoro) ma soprattutto, quello di ga-
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Tale documento racchiude le misure e le relative scadenze per il completamento del Mercato U-
nico, ed è stato pubblicato dalla Commissione il 14 giugno 1985 come “Libro Bianco”. In partico-
lare, vengono analizzati gli effetti della eliminazione delle varie barriere esistenti alle frontiere, e
si prevedevano al contempo 300 proposte per lo smaltimento coordinato delle barriere stesse. Il
Libro Bianco auspica, in sostanza, la totale abolizione dei controlli in tutti i settori secondo un ca-
lendario che prevede il suo totale completamento entro il 1992.
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Per libera circolazione dei servizi si intende il diritto di una persona, di una società, di una im-
presa ad offrire i rispettivi servizi in uno stato membro diverso da quello in cui è insediato.
rantire all’industria un’accessibilità a servizi che siano più economici, più effi-
cienti e che rispondano meglio ai suo bisogni.
I servizi finanziari sono un elemento importante nell’economia di tutti i paesi
appartenenti alla Comunità in quanto costituiscono una fonte di occupazione e di
esportazioni nette rilevanti, rappresentando il 7% del prodotto interno lordo della
Comunità, stimolando l’economia del mercato concorrenziale.
In un mercato finanziario in espansione e completamente integrato è
essenziale che l’Europa diventi un mercato efficiente e liberale se non vuole
perdere parte della sua quota d’affari ed i posti di lavoro ad essa connessi. Per i
consumatori è importante poter accedere ad una vasta gamma di prodotti
finanziari e, per il benessere del settore industriale, è inoltre importante un settore
finanziario il più possibile concorrenziale.
L’approccio generale per quanto riguarda i servizi finanziari è strettamente
legato al programma di liberalizzazione dei movimenti di capitali, il cui fine è
quello di dare ad ogni cittadino residente in uno Stato Membro la possibilità di
accedere ai sistemi finanziari di un altro Stato Membro e ai prodotti finanziari ivi
disponibili. Allo stesso modo non ci saranno restrizioni ai trasferimenti di capitale
ne differenze, per esempio, sul tipo di misure fiscali applicate.
Il programma relativo ai servizi finanziari mirava ad abbattere le barriere e-
rette dai regolamenti nazionali e che ostacolavano la libertà di stabilimento e il li-
bero scambio nel settore dei servizi, barriere che potrebbero potrarsi anche dopo
che i controlli sugli scambi siano stati totalmente rimossi. In fine, si sono messe a
punto normative equivalenti per la protezione del pubblico risparmio. Lo scopo
era quello di creare entro il 1992 un mercato bancario unico nel quale una banca
poteva aprire filiali e offrire i suoi servizi ovunque nella Comunità.
La metodologia generale, per raggiungere la piena libertà di stabilimento e il
libero scambio nel settore dei servizi, può essere riassunta nei seguenti punti:
• armonizzazione delle normative essenziali per un controllo prudenziale degli
istituti finanziari e per la protezione degli azionisti, dei depositanti e dei con-
sumatori;
• riconoscimento reciproco degli organismi di controllo e delle normative nazio-
nali di ogni Stato Membro;
• basandosi sui primi 2 punti, controllo effettuato dai paesi d’origine e supervi-
sione degli istituti finanziari che desiderano operare in un altro Stato membro.
Tutti gli Stati Membri regolano l’accesso a questo settore cruciale e vigilano
sul suo funzionamento, ma i controlli differiscono da Stato a Stato.
Una banca che aveva sede in uno Stato Membro e che voleva impiantare delle
filiali in altri Stati Membri aveva bisogno dell’autorizzazione di diverse autorità
di controllo nazionali, ognuna con le proprie condizioni per rilasciare
l’autorizzazione e per esercitare la conseguente attività di vigilanza.
Per superare questi ostacoli la Commissione ha adottato un approccio su 3 li-
nee:
• armonizzazione sostanziale delle normative e delle consuetudini tra i diversi
Stati Membri relative alla sufficienza dei mezzi finanziari, al livello di espe-
rienza, alla reputazione manageriale, ai meccanismi di controllo della solvibili-
tà e della liquidità, al controllo della concentrazione dei rischi, alla forma e al
contenuto dei bilanci pubblici;
• il riconoscimento reciproco da parte delle autorità nazionali di supervisione dei
controlli effettuati dalle altre autorità nazionali;
• controlli effettuati dalle autorità del paese d’origine attraverso il coordinamen-
to delle norme nazionali di controllo, cioè, una banca che opera in un altro Sta-
to Membro sarà sotto il controllo delle autorità del paese in cui si trova la sua
sede centrale.
Il punto vitale di questa proposta è l’autorizzazione unica bancaria. Questa
autorizzazione darà la possibilità alle banche che l’hanno ottenuta in uno Stato, di
aprire filiali e fornire servizi oltre frontiera in tutto il territorio comunitario. Le au-
torizzazioni per le banche che hanno la loro sede fuori della Comunità si baseran-
no sul principio della reciprocità. Le banche con sede in uno Stato non appartene-
te alla Comunità avranno, all’interno del territorio comunitario, diritti simili a
quelli di cui godranno le banche che hanno invece sede in uno Stato Membro ma
che operano in quello stato non comunitario.
Tuttavia gli Stati membri possono essere obbligati a sospendere
l’autorizzazione per le affiliate create da banche aventi la propria sede in paesi
che non concedono alle banche della Comunità, che desiderano stabilirsi sul terri-
torio, il trattamento nazionale o un accesso effettivo la mercato.
Tale sospensione permette alla Commissione di negoziare un accordo con il
paese terzo interessato per eliminare gli ostacoli in questione. Tuttavia, una volta
autorizzata l’affiliata di una banca avente la propria sede in un paese terzo gode
all’interno della Comunità degli stessi diritti accordati alla banche comunitarie.
Il mercato interno del settore bancario è diventato realtà dal 1° Gennaio 1993,
data di entrata in vigore della seconda direttiva bancaria. Tale direttiva ha con-
fermato il principio dell’autorizzazione unica per le banche e gli altri enti creditizi
che intendono offrire i loro servizi in tutta la Comunità, ed ha inoltre stabilito
l’elenco delle attività bancarie che possono essere esercite sulla base di tale auto-
rizzazione. Essa prescrive inoltre un capitale minimo, di 5miliardi di Ecu o di
1milardo di Ecu per particolari categorie, per poter istituire una banca ed impone
norme di vigilanza relative anche alla gestione interna e alla verifica dei conti.
La creazione di un mercato comune europeo bancario si inquadra nel comple-
tamento del mercato interno ed il suo avanzamento dipende dai progressi che sa-
ranno compiuti in tre aree distinte, e più precisamente:
1. i progressi in campo monetario. La nascita di un vero mercato unico bancario
europeo implica la nascita di una banca centrale europea, nel quadro
dell’Unione economica - monetaria europea;
2. la liberalizzazione dei movimenti di capitale, nel quadro della libertà di trasfe-
rimento dei mezzi di produzione;
3. la liberalizzazione dei servizi finanziari. La possibilità per gli intermediari fi-
nanziari di offrire servizi su tutto il territorio comunitario è destinata ad in-
fluenzare sia la globalizzazione del mercato, sia la despecializzazione degli o-
peratori. La liberalizzazione dei servizi finanziari coinvolge gli enti creditizi, le
assicurazioni, le borse valori e gli intermediari finanziari non creditizi.
4. i progressi in queste tre aree sono interdipendenti. Non è possibile un sistema
bancario unificato senza moneta unica e senza libertà di movimento dei capita-
li.
Emerge allora l’esigenza di istituire un organismo centrale, in grado di so-
vraintendere al mercato finanziario - bancario europeo.
L’integrazione bancaria, in Europa, si sta sviluppando sulla base di due criteri
- guida fondamentali: il riconoscimento reciproco e l’armonizzazione minima filo-
sofia comunitaria.
Da questa prima descrizione che non può essere affatto esaustiva del lavoro
da me svolto, ho voluto affrontare l’evoluzione del sistema bancario dal Mercato
Unico all’Unione Monetaria Europea in Italia con l’introduzione dell’Euro e delle
sue conseguenze.
Ovviamente ci si è concentrati sugli aspetti più prettamente relativi alla realtà
Italiana del sistema bancario in prospettiva macro - economica e micro - aziendale
e su come le banche si sono orientate in vista dell’operatività in euro.
In questa cornice si sono esaminate le strutture istituzionali che saranno re-
sponsabili della condotta della politica monetaria unica in Europa e l’evoluzione
dei sistemi di pagamento interbancari europei.
Inoltre, si sono analizzati i costi e i benefici che conseguiranno i sistemi
bancari ed i consumatori europei, dalle nuove sfide portate dal mercato unico in
modo principale e dall’unione monetaria con l’introduzione dell’euro per quanto
attiene i costi di adeguamento alla nuova moneta.
Un contesto ampio che ha voluto esaminare anche le strategie delle banche in
vista dell’accresciuta competitività europea e delle reazioni delle banche in termi-
ni di strategie aziendali, orientate verso acquisizioni e fusioni, per meglio compe-
tere sui mercati nazionali ed europei, allo scopo di conseguire un miglioramento
delle economie di scopo e di scala nonché in termini di maggiore efficienza e
competitività nelle aree strategiche bancarie, per potersi insediare in altre business
area più redditizie che non potevano limitarsi alla sola area retail (attività al minu-
to) ma che dovevano necessariamente anche svilupparsi verso l’area wholesale
(attività all’ingrosso) e corporate finance (finanza aziendale).
Obbiettivi della tesi sono stati: quelli di acquisire una cultura maggiore su al-
cuni temi di attualità inerenti le nuove tematiche comunitarie, sull’evoluzione del
sistema bancario nella UE e del nuovo posizionamento che avrà una politica mo-
netaria comune nella prospettiva macroeconomica, con uno sguardo verso un si-
stema quello bancario che risulta ancor oggi più stimolante ed interessante di ieri,
per le prospettive che dischiude soprattutto con l’introduzione dell’euro; sia dal
punto occupazionale perché darà luogo alla creazione di nuove figure professiona-
li quali ad esempio l’Eurotutor e sia perché da buon cittadino europeo focalizzare
l’attenzione su settori di rilevanza comunitaria è un atto dovuto e doveroso. Ma
l’obbiettivo forse ancor più ambizioso, è quello di voler fornire una panoramica a
trecentosessanta gradi di una materia tanto cara ad economisti, banchieri e con-
sumatori; in un quadro in cui la conduzione della politica economica di ciascun
Paese, ieri ed ancor più oggi in ambito Unione Europea, attraverso la Banca Cen-
trale Europea si rifletterà sulla gestione delle banche che rappresentano la cinghia
di trasmissione degli impulsi di politica monetaria verso l’economia reale. Un la-
voro non solo è prettamente accademico come si prescrive in linea generale, ma
anche pratico osservando come ognuno di noi potrà beneficiare del Mercato Uni-
co e quindi della Moneta Unica per quanto attiene i servizi bancari in un ambiente
ancora più competitivo e dinamico che ci darà la possibilità di scegliere i prodotti
ed i servizi migliori offerti su scala europea nell’Unione.
Il lavoro è strutturato in cinque capitoli che analizzano varie tematiche atti-
nenti il settore dei servizi bancari nell’Unione Europea.
Il primo capitolo è strutturato in due parti, la prima parte affronta il tema dei
servizi bancari nel mercato unico, partendo da un’analisi generale del contesto in
cui il Sistema bancario si trovava ad operare e descrive il funzionamento e gli o-
biettivi del Mercato Unico. Nel capitolo successivamente si introduce il Mercato
Unico dei servizi finanziari e del credito per poi addentrarsi più specificatamente
nel settore dei servizi bancari; partendo da una descrizione delle quattro libertà
fondamentali
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, enucleando successivamente la liberalizzazione dei servizi finan-
ziari come prescritta nel Libro Bianco per poi enunciare brevemente le direttive di
coordinamento bancario che hanno dato avvio alla deregolamentazione bancaria
europea ed introducendo alcuni concetti quali: la libera prestazione dei servizi, la
libertà di stabilimento, la licenza bancaria unica ed il principio del mutuo ricono-
scimento, che davano la possibilità alle banche comunitarie di creare un vero mer-
cato unico bancario. La prima parte, ancora, si conclude esaminando le questioni
ancora aperte e le prospettive del mercato unico dei servizi bancari.
La seconda parte del primo capitolo volge lo sguardo in maniera generale
all’Unione Economica e Monetaria, delinea cosa essa significhi per la Comunità
europea, quali sono i suoi obiettivi e gli strumenti, chi sarà preposto a prendere le
decisioni e le sue finalità. Ancora si è esaminato cosa comporti una moneta unica
per i paesi dell’Unione e quali sono state le tappe per raggiungere tale scopo, con
particolare attenzione alla terza ed ultima fase del processo dell’Unione Monetaria
Europea. Nel proseguo della seconda parte si tratteranno i servizi bancari
nell’Unione monetaria con l’introduzione dell’euro e cosa essa comporterà dal
punto di vista operativo.
Successivamente nel secondo capitolo, anch’esso diviso in due sezioni, si è
affrontata nella prima sezione il tema legislativo di come gli organi Comunitari
hanno dato rilevanza a questo tema, con l’adozione di varie Direttive in materia
bancaria nella direzione di un mercato di dimensione europea ed in particolar mo-
do della Prima e della Seconda Direttiva di Coordinamento delle Legislazioni
5
Libertà di circolazione: delle merci, dei capitali, delle persone e dei servizi.
Bancarie e delle due Direttive in materia di fondi propri e dei coefficienti di solvi-
bilità, nonché di altre direttive di notevole importanza quali quella sui sistemi di
garanzia dei depositi bancari, del controllo e vigilanza dei grandi fidi e di altre an-
cora.
Nella seconda sezione si è analizzato il recepimento nel sistema legislativo i-
taliano delle varie direttive in materia bancaria, nonché dell’adozione del Testo
Unico in materia bancaria. Nell’ordinamento legislativo italiano, la maggior con-
seguenza delle direttive comunitarie in materia bancaria, risiede nel passaggio da
un regime fondamentalmente dirigista e protezionista, il cui obiettivo fondamenta-
le, se non unico, era quello di garantire la stabilità del sistema bancario, ad un re-
gime più liberale, che salvaguardava l’esigenza di mantenere la stabilità del si-
stema senza trascurare l’obbiettivo di assicurare una maggiore efficienza. In tale
direzione intervenne la Legge Amato il cui obiettivo era quello di ampliare la ca-
pacità operativa degli enti creditizi entro il modello polifunzionale. La crescita
dimensionale ed una maggiore razionalizzazione delle strutture, obiettivi favoriti
dalla Legge, avrebbero dovuto consentire un aumento dell’efficienza e della capa-
cità dei gruppi.
Nel terzo capitolo si è affrontato il tema della moneta unica, quale presuppo-
sto indispensabile per il completamento del Mercato Unico, per la creazione di un
sistema bancario europeo finalmente integrato e l’evoluzione dei sistemi dei pa-
gamenti interbancari. In questo capitolo si è esaminato il ruolo del SEBC e della
BCE per quanto attiene ai suoi obbiettivo concernenti: la stabilità dei prezzi, il so-
stenimento delle politiche economiche generali della Comunità, la vigilanza pru-
denziale degli enti creditizi e la stabilità del sistema finanziario. Inoltre, si è ana-
lizzata la struttura e l’ordinamento interno della BCE e del SEBC con la costitu-
zione di tutti i suoi organi interni. Dal punto di vista operativo si è descritto il fun-
zionamento del sistema Target e della sua componente italiana che è denominata
Bi - Rel. Il Target avrà la funzione principale di effettuare pagamenti di importo
elevato, collegati con le operazioni di politica monetaria in modo rapido e sicuro
tra la Banca centrale ed il sistema bancario. A conclusione del capitolo si è ripor-
tato un sunto dello Schema nazionale di Piazza elaborato dal Comitato Euro per
quanto attiene l’area pagamenti, la cui funzione è quella di preparare e sviluppare
iniziative di preparazione per la Terza fase dell’unione Economica e monetaria ed
enuclea le attività necessarie in ciascuna area di intervento per l’Italia.
Nel quarto capitolo si affrontano i principali aspetti economici del settore
bancario esaminando le opportunità che il Mercato Unico e l’Unione Monetaria
Europea potevano offrire a questo settore. Il capitolo è incentrato su varie indagi-
ne empiriche che hanno analizzato questo settore quale i “Costi della Non - Euro-
pea” elaborato dalla Price Waterhouse e da “The Single Market Review - Impact
on Services” elaborato nel 1997 dalla Commissione Europea, i quali forniscono
entrambi risultati ed effetti positivi, che si potevano attendere dai servizi finanzia-
ri a seguito della intensificazione competitiva in tutti i mercati bancari e creditizi
nel periodo post - Programma Mercato Unico e che ammonterebbero ad un terzo
dei proventi macroeconomici complessivi connessi con il completamento del
Mercato Unico. Dai costi della Non Europa si evince che la realizzazione del
mercato unico comporterebbe per i consumatori un risparmio complessivo tra gli
11 e 33 miliardi di ecu ed ai 22 miliardi di media sui quali si ci può basare, vanno
aggiunti i benefici che deriverebbero da un’armonizzazione dei tassi di interesse.
Inoltre si sono osservati i costi che dovrà affrontare il sistema bancario per ade-
guarsi all’Euro che ammontano a 20mila miliardi per le banche europee, di cui il
solo 50 % dei costi sarà impiegato per l’adeguamento informatico nelle banche.
Ma ai costi si contrappongono sempre dei ricavi, generati dall’eliminazione dei
rischi di cambio dei quali beneficeranno i consumatori europei (ed in particolar le
imprese) ed i sistemi bancari incrementando in generale la concorrenza, la traspa-
renza ed un’allocazione ottimale delle risorse che le fluttuazioni valutarie poteva-
no tradurre. Si è osservata come l’influenza della Moneta Unica impatterà la red-
ditività delle banche almeno attraverso tre modalità: producendo costi di adatta-
mento al nuovo sistema dei pagamenti, riducendo i profitti dell’attività
all’ingrosso, determinando una convergenza dei margini reddituali prevalenti nei
singoli paesi. Sul piano strategico - organizzativo la terza fase dell’Unione Mone-
taria Europea ridurrà le segmentazioni tra i vari comparti nazionali e favorirà una
ridefinizione omogenea della struttura dell’offerta bancaria. Inoltre si sono osser-
vate, quali sono le conseguenze che l’UME avrà sul Sistema Bancario Italiano in
termini di diminuzione dei ricavi da margine di interesse unitario, il quale aveva
permesso al sistema bancario italiano di sopravvivere fino ad oggi, rispetto ai
competitori stranieri, per potergli permettere di coprire gli elevati costi operativi
soprattutto per quanto attiene la voce costi del personale, che come è risaputo in-
cide enormemente nei bilanci aziendali e di come le banche italiane si stanno at-
trezzando per diventare dei global players in Europa. In questa prospettiva la ride-
finizione della struttura dell’offerta (in termini di concentrazione del mercato e di
articolazione delle reti distributive), l’individuazione e lo sfruttamento di fonti al-
ternative di reddito, l’adeguamento della struttura operativa alla moneta unica so-
no i principali banchi di prova del sistema bancario nazionale. Nel capitolo si è
anche analizzata la dimensione, la funzione e l’efficienza delle aziende di credito
nel mercato unico europeo, di particolare interesse e la teoria di Leibenstein che
analizza i fattori che determinano l’efficienza nell’uso interno delle risorse e che
introdusse il concetto di X - inefficiency, quale elemento di notevole rilevanza
nell’industria bancaria e manifatturiera. Inoltre, si è analizzato se il sistema banca-
rio italiano sia caratterizzato o meno dalla presenza di economie di scala e di sco-
po che possano permettere l’esercizio dell’attività bancaria senza frontiere e pre-
parare il terreno per acquisizioni e fusioni tra le banche dei paesi membri. A con-
clusione del capitolo si descrive di come una grande banca italiana quale il Credi-
to Italiano S.p.A. si era preparata a reagire e a competere nel mercato unico ban-
cario, adoperandosi migliorando la propria collocazione territoriale, nonché il mi-
glioramento dei propri servizi alla clientela ed orientandosi verso forme di attività
bancarie più specializzate.
Una forse tra le tante caratteristiche più interessanti di questa banca, unica nel
suo genere, e che rispetto alla tendenza italiana il numero di occupati era diminui-
to e si faceva molto ricorso a forme di lavoro flessibili come il lavoro part - time.
L’ultimo capitolo affronta lo stato attuale del sistema bancario europeo, so-
prattutto concentrando l’attenzione alla realtà italiana ed osservando come i com-
petitori stranieri si sono preparati all’opportunità offerta dai benefici dalla libertà
di stabilimento, di come le banche italiane si stanno preparando al confronto con i
competitori stranieri, quali strategie le banche stanno approntando (ed hanno ap-
prontato) in vista all’introduzione dell’euro in termini di maggiore efficienza e di
redditività affrontando i temi del calo del margine d’interesse dovuto alla politica
monetaria unica ed alle perdite inevitabili dovute ai ricavi da cambi, nonché al fe-
nomeno delle acquisizioni e fusioni. Inoltre si sono analizzati i seguenti argomen-
ti: il fenomeno dell’incremento del ricorso alla soluzione outsourcing (affidare a
terzi determinate attività), per diminuire i costi ed aumentare l’efficienza bancaria;
il progetto Emu avviato dall’ABI per preparare le banche all’appuntamento
dell’Euro; gli effetti dell’Euro sulle banche di dimensioni minori che non si trove-
ranno preparate all’appuntamento dell’operatività nella nuova valuta; gli oneri
bancari che le banche dovranno affrontare per la conversione delle valute naziona-
li nella nuova valuta (che non si ripercuoteranno sugli utenti con maggiori costi
essendo a carico della Comunità); il fenomeno della Bancassicurazione che per-
metterà alle banche di acquisire una nuova quota di mercato che produce elevati
profitti; l’Euroribor il parametro di riferimento per i tassi interbancari dell’Euro
da uno a dodici mesi; l’indagine elaborata dalla Banca d’Italia sull’adeguamento
dei sistemi informatici delle banche italiane all’Euro; inoltre, non si è trascurato il
tema dell’occupazione nel sistema bancario europeo ed in particolare in quello
Italiano analizzando il ricorso ad alcune nuove tipologie di lavoro flessibile e
quindi meno costose per le banche.
In conclusione, si descrive la proposta della Commissione nel contesto del
progetto Slim per la creazione di un unico codice bancario che racchiuderà tutte le
19 direttive bancarie esistenti in modo da sostituirle con un’unica direttiva così da
rendere la legislazione bancaria più accessibile e trasparente per le istituzioni fi-
nanziarie ed i loro clienti.
Capitolo I - MERCATO UNICO E UNIONE MONE-
TARIA EUROPEA NEL SETTORE BANCARIO
1.1. Il cammino fatto per la realizzazione dell’Unione
Europea.
Iniziamo la nostra analisi sull’evoluzione del Sistema Bancario dal Mercato
Unico all’Unione Monetaria Europea, dando uno sguardo preliminare alle fasi o
meglio al cammino fatto dall’Europa per giungere all’Unione Europea partendo
dalle origini.
Quindici paesi dell’Europa decisero di fondare una grande famiglia dove i cit-
tadini avessero gli stessi diritti è doveri. Questa famiglia si chiama Unione euro-
pea (U.E.).
Studiare, lavorare, viaggiare e soggiornare in ognuno di questi paesi è ormai
possibile per tutti noi.
Spostarsi da Roma a Madrid, da Milano a Helsinki oggi è possibile con una
semplice carta d’identità, in treno, in auto o in aereo con controlli sempre più rari.
Fra poco, poi, non avremo nemmeno più bisogno di cambiare le nostre lire in
marchi, franchi o scellini, ma potremmo usare una moneta valida dappertutto:
l’euro.
Oggi molti paesi dell’Europa centrale e orientale bussano alla porta dell’U.E.
perché vogliono entrare a far parte di questa famiglia che fra pochi anni diventerà
ancora più numerosa.
Le decisioni che l’Europa deve prendere per garantire l’occupazione, per di-
fendere l’ambiente e i consumatori, per promuovere i progetti di ricerca e via di-
cendo sono talvolta complicate e spesso insorgono delle difficoltà anche perché le
opinioni divergono da un paese all’altro.
I popoli d’Europa, purtroppo, hanno spesso combattuto fra di loro ma, con il
passare del tempo, hanno avvertito sempre di più la forte necessità di aiutarsi re-
ciprocamente, di stabilire rapporti di pace e collaborazione. L’idea di un’Europa
fatta di popoli amici è viva oggi soprattutto tra i giovani ma viene da molto lonta-
no.
L’Europa ha una storia e una cultura comune che risale ad un tempo passato,
all’epoca dell’Impero Romano. Fu infatti Roma ad unificare per la prima volta
questi popoli che furono poi ancora di più legati fra loro dalla diffusione del Cri-
stianesimo.
Una storia, dunque, che le varie genti europee hanno costruito assieme, pur
sviluppando e mantenendo carattere, lingua e tradizioni proprie.
Una storia fatta di guerre e di conquiste, ma anche di rapporti commerciali e
di scambi. Scambi di merci, di conoscenze, di racconti, di favole, di miti.
Per esempio i mercanti che, durante il Medioevo, viaggiavano attraverso i va-
ri paesi contribuivano anche a far conoscere nuove idee ed invenzioni, nuovi modi
di essere.
Così nel corso dei secoli queste culture, già vicine, entrarono sempre di più in
contatto fra loro attraverso il dialogo e lo scambio.
Per avere un’idea di questo lunghissimo cammino storico e culturale, alla cui
costruzione hanno contribuito tutti i popoli europei, provate ad immaginare una
immensa biblioteca fatta di tanti scaffali e con migliaia di libri. Una biblioteca che
si è formata grazie a tutti i libri portati, nel corso del tempo, da persone di ogni età
e provenienti da tanti paesi. In essa è confluito il pensiero di intere generazioni di
poeti, di narratori, di artisti, di scienziati, di mercanti, di viaggiatori. Una bibliote-
ca frequentata da ragazzi e ragazze che, nell’avvicendarsi dei secoli, hanno letto
tutti gli stessi libri. Così si è formata la grande cultura europea.