5
sempre nell’ottica del consumatore, lo sviluppo che hanno avuto alcuni dei
più significativi settori alimentari; l’olio d’oliva, che è alla base della nostra
cultura culinaria, dato che rappresenta il condimento ideale per qualsiasi
piatto “all’italiana”; la pasta, che è a tutti gli effetti il simbolo per
eccellenza della nostra cucina nel mondo; la carne, simbolo, al giorno
d’oggi, del benessere che pervade la nostra società; l’acqua minerale,
emblema della vita, nonché prodotto che gli italiani consumano più di ogni
altro popolo al mondo.
Nel capitolo terzo, invece, le problematiche e le conseguenze dello sviluppo
vengono inquadrate dal punto di vista delle imprese, e quindi dell’offerta
alimentare che cerca di rispondere alle esigenze dei clienti; nello specifico,
viene analizzato il marketing mix, ovvero l’insieme delle strategie che le
aziende adottano per rendere i propri prodotti, la comunicazione, la
distribuzione e le politiche di prezzo, i più efficaci possibili nei confronti
dei consumatori; come riescono, cioè, le imprese a catturare quote di
mercato e clienti.
Viene sviluppato successivamente un approfondimento sul tema degli Ogm,
visto da molte industrie come possibile strada da percorrere (anche se vanno
valutati tutti i pro ed i molti contro dell’argomento) per un’ulteriore passo
in avanti del settore agro-alimentare.
Anche questo capitolo si conclude con un’appendice relativa ad alcuni
6
prodotti del comparto alimentare, in cui però, il punto d’osservazione viene
rovesciato; quindi i settori dell’olio d’oliva, della pasta, della carne e
dell’acqua minerale, vengono analizzati con riferimento alle politiche
strategiche (del marketing mix) adottate dalle aziende operanti nei diversi
settori.
Poiché il mercato preso in esame è caratterizzato da un intenso dinamismo,
le fonti prese in considerazione sono per lo più riferite a riviste e ad articoli
di quotidiani nazionali, piuttosto che a libri specifici sul tema, dato che i
primi, rispetto ai secondi, sono molto più aggiornati, e soprattutto
aggiornabili, visto che propongono mensilmente o settimanalmente (nel
caso delle riviste), o giornalmente (nel caso dei quotidiani), stime, dati,
andamenti effettivi del settore, attualizzati al periodo preso in
considerazione. Inoltre si è rivelata assai utile la consultazione di siti
internet relativi al tema dell’alimentazione, soprattutto per approfondimenti
legati a micro-argomenti.
7
Capitolo primo. Lo sviluppo delle strategie di marketing.
“Il marketing è un sistema integrato di attività, organizzato per sviluppare,
attribuire il prezzo, promuovere e distribuire prodotti e servizi capaci di
soddisfare i bisogni e i desideri del target market, per far realizzare
all’impresa i suoi obiettivi”
1
.
E’ questa una definizione che in via generale racchiude gli aspetti
fondamentali su cui si basa la filosofia di tutte quelle imprese che adottano
un approccio marketing oriented.
Le strategie di marketing fanno riferimento all’intero sistema in cui
l’azienda manifesta le sue attività, e attraverso le quali si mostra come
processo dinamico delle decisioni aziendali volte al raggiungimento delle
finalità e degli obiettivi propri dell’apparato direzionale.
Se in un primo tempo infatti vi è l’elaborazione di un progetto legato alla
concretizzazione di idee in un prodotto, successivamente è importante
giungere all’esatta valutazione ed alla corretta applicazione delle leve del
marketing mix
2
, affinché possa esser raggiunto l’obiettivo della
massimizzazione delle vendite e dei profitti, ovvero della massimizzazione
1
W.J.Stanton, R.Varaldo (1989), “Marketing”, Il Mulino, Bologna.
2
Insieme delle politiche di prodotto, prezzo, distribuzione e comunicazione su cui l’azienda può
agire per aumentare la soddisfazione dei consumatori.
8
del risultato economico, termine di valutazione degli organi decisionali
d’azienda.
Ed è in funzione di questa finalità che ogni impresa seleziona e gestisce la
propria strategia di marketing.
La customer satisfaction quindi, è sì un’importante strumento con cui
l’impresa misura l’effettivo raggiungimento dei suoi obiettivi, ma non deve
essere il fine, il risultato cui l’azienda deve tendere.
Infatti l’impresa che orienta le proprie politiche al marketing mira sì ad
aumentare la soddisfazione del consumatore, ma non a discapito del valore
di scambio del proprio output e cerca possibilmente di appropriarsi anche di
una maggiore quota di surplus, sottraendolo in qualche modo al
consumatore stesso.
E’ chiaro però, al tempo stesso, che in un’ottica di marketing concept
3
l’azienda miri a sviluppare i propri prodotti cercando di capire cosa il
cliente desideri; in questo modo l’impresa non fa altro che adattare alle
caratteristiche della domanda la propria offerta.
La chiave del successo è quindi l’esatta individuazione di un equilibrio tra
le esigenze della clientela e quelle dell’azienda stessa.
3
“… filosofia di gestione che trova nel soddisfacimento dei bisogni e dei desideri del consumatore
la ragione economica e sociale che giustifichi l’esistenza di un’azienda”. W.J.Stanton, R.Varaldo
(1989), “Marketing”, Il Mulino, Bologna.
9
Ed è in quest’ottica di ricerca del miglior risultato economico possibile che
l’impresa deve esser capace di darsi una “missione”, deve cioè esser in
grado di definire a priori progetti di studio che conducano concretamente
alla valorizzazione delle risorse, delle capacità distintive e delle competenze
proprie dell’azienda, nonché al raggiungimento dei bisogni primari dei
consumatori
4
. Ciò porta l’impresa necessariamente a nuove impostazioni
strategiche delle sue attività, basate su di una costante attenzione verso
programmi di ricerca e sviluppo di prodotti sempre più mirati. E queste
nuove strategie hanno condotto, nel corso dell’ultimo decennio, ad una
regolare progressione dal marketing di massa al marketing segmentato, a
quello di nicchia fino ad arrivare al marketing individualizzato, che
riconosce e serve i bisogni ed i desideri di specifici gruppi di consumatori, i
cui profili sono noti all’azienda
5
.
Si parla per questo di “Era dell’individuo”
6
.
Questa continua evoluzione del concetto di marketing, ha portato, nel corso
degli anni, ad un allargamento delle aree funzionali cui esso si riferisce; si
4
T. Levitt (1960), “Marketing miopia”, Harvard business review, n°38.
5
S. Rapp, T. Collins (1996), “La grande svolta del marketing”, Prantice-Hall.
6
“… quando l’attenzione era rivolta alle istituzioni, l’individuo riceveva ciò che andava bene alle
istituzioni; tutti ricevevano la stessa cosa. Oggi non più. Insieme alla crescita dell’individuo si è
sviluppata la supremazia del consumatore”. J. Naisbitt, P. Burdene (1990), “Megatrends 2000”,
William Merrow & company, New York.
10
parla infatti di “marketing management”
7
, di orientamento al marketing in
senso sociale
8
e di estensione del marketing al di fuori delle imprese
9
.
Per quanto riguarda, invece, lo sviluppo delle strategie di marketing
all’interno delle aziende, con l’avvento negli anni ’80 dei sistemi di Total
Quality Management
10
, si fa riferimento alla “impresa market-driven” che
fonda la propria “missione” nel rispetto dei principi della Qualità Totale
nelle varie fasi dell’attività imprenditoriale, per poter usufruire di vantaggi
competitivi sui concorrenti.
Si giunge infine nel XXI secolo dove, attraverso una spietata competitività,
una sempre più rapida mutevolezza ed una ipersegmentazione, il mercato
rappresenta una sfida difficile e pericolosa, ed un terreno in cui gli
strumenti classici del marketing sembrano non poterlo controllare.
7
“… processo di pianificazione e realizzazione della concezione, del pricing, della promozione e
della distribuzione di idee, beni e servizi, al fine di creare scambi che consentano di conseguire gli
obiettivi di individui ed organizzazioni”. P. Kotler (1993), “Marketing Management”, Li/ed,
Torino.
8
Appare, infatti, sempre più chiaro che un’impresa, per avere successo, debba operare in modo
conforme con le esigenze socialmente accettabili, salvaguardando il benessere collettivo, nonché
tutelando l’ambiente e la salute.
9
Si assiste infatti ad un’evoluzione delle strutture di molte organizzazioni, siano esse educative,
culturali o assistenziali, molte delle quali operano senza scopo di lucro.
10
Sistema imprenditoriale, adottato per la prima volta dalle aziende giapponesi, basato su modalità
di gestione che facciano costante riferimento ad un’impostazione qualitativa, efficiente ed efficace
di ogni processo, nonché ricerchino il costante miglioramento di prodotti e soddisfazione dei
clienti.
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Le tradizionali strategie di marketing appaiono quindi inutili di fronte ad un
consumatore sempre più selettivo, smaliziato e bombardato di messaggi e di
prodotti, mentre risultano più adeguate per una politica di vendita proficua,
originalità, innovazione e creatività, parole chiavi del nuovo “marketing
laterale”
11
.
Rispetto al marketing verticale che, attraverso continue segmentazioni del
mercato, procede verso nicchie sempre meno redditizie, il marketing
laterale sviluppa prodotti nuovi per mercati molto più ampi, o utilizza
vecchi prodotti in modo nuovo, riorganizzando le informazioni esistenti e
procedendo dal particolare al generale mediante un approccio meno
selettivo, ma più esplorativo e creativo.
Questo nuovo approccio al marketing, però, non sostituisce il precedente,
ma ne è un completamento; l’obiettivo è quello di considerare il mercato
come modello flessibile per creare, organizzare o ampliare le aree e gli
utilizzi del prodotto non ancora presi in esame.
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“…processo operativo che, se viene applicato ai prodotti o ai servizi esistenti, genera nuovi
prodotti e servizi innovativi rispondenti a bisogni, utilizzi, situazioni o target al momento non
soddisfatti; esso offre, pertanto, numerose possibilità di creare nuove categorie o nuovi mercati”.
P. Kotler (2004), “Marketing laterale”, Mondo economico 69, Il sole 24 ore economia e
management.