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INTRODUZIONE
L’obiettivo che la tesi si propone di raggiungere è una rappresentazione fedele ed
esauriente dell’evoluzione del Gruppo Fiat avvenuta tra il 2000 e il 2016, dalla crisi
finanziaria e reddituale del Gruppo alla fusione con Chrysler e la conseguente nascita di FCA
nel 2014.
Nel primo capitolo sarà affrontato il tema centrale, cioè l’evoluzione del Gruppo dal 2000
al 2016, sia attraverso la descrizione delle principali tappe che hanno portato
all’internazionalizzazione e alla nascita di FCA, sia attraverso la rappresentazione contabile,
con un’analisi di bilancio (comprensiva di grafici, tabelle e commenti, e distinta in analisi
della redditività, solidità e liquidità), utile anche per valutare il processo di turnaround
industriale avviato all’inizio del 2000, che ha permesso di sistemare i conti, riportando il
Gruppo all’utile di esercizio nel 2005.
L’analisi della redditività comprende grafici e tabelle relativi a ricavi, ricavi ripartiti per
area geografica, principali costi della produzione, dipendenti, dipendenti per area geografica,
fatturato/n° dipendenti, spesa in ricerca e sviluppo e in % sul fatturato, investimenti in
immobilizzazioni materiali e immateriali e in % sul fatturato, utile/perdita d’esercizio e in %
sul fatturato, margine operativo lordo (MOL), risultato gestione ordinaria, EBIT e in % sul
fatturato.
L’analisi della solidità patrimoniale comprende grafici e tabelle relativi a patrimonio
netto e in % sul totale delle fonti di finanziamento, totale fonti di finanziamento/patrimonio
netto, ROE, debiti finanziari, ROD, oneri finanziari/ricavi, indebitamento netto industriale,
posizione finanziaria netta.
L’analisi della liquidità comprende grafici e tabelle relativi a liquidità disponibile,
CCNO, CINO, ROI, intensità di capitale, durata media del magazzino, dei crediti, dei debiti e
del ciclo commerciale.
Altri anni su cui si porrà fortemente l’attenzione sono il 2010 e il 2011, periodo in cui
Fiat ha acquisito la maggioranza assoluta di Chrysler e i conti dell’azienda americana sono
stati incorporati per intero nel bilancio del Gruppo. Saranno quindi evidenziati nel 2011 i dati
di Fiat esclusa Chrysler e di Fiat inclusa Chrysler, per favorire una maggiore comprensibilità
in un particolare momento di transizione. Anche il 2009 è un anno cruciale, a causa degli
effetti negativi sul bilancio causati dalla crisi economica del 2008.
Dal 2000 al 2016 saranno approfonditi quindi i temi di gestione strategica del Gruppo, dai
cambiamenti nel management (nel 2004 con l’ingresso di Marchionne nel Gruppo la Fiat
4
affronta una vera e propria rivoluzione) alle joint ventures (tra cui quella con GM all’inizio
del Duemila), alle acquisizioni (tra cui particolare importanza ricopre quella di Chrysler nel
2009).
La storia del Gruppo Fiat dal 2000 al 2016 è stata suddivisa in tre paragrafi, delimitati da
eventi significativi per il Gruppo (come l’arrivo di Marchionne nel 2004 o l’acquisizione della
maggioranza delle azioni di Chrysler nel 2011).
• Nel primo (dal 2000 al 2004) ci si focalizzerà sulle politiche di risanamento
avviate dal management per far fronte alla crisi finanziaria del Gruppo, e
sull’accordo del 2000 tra Fiat e GM, che vedrà la sua fine nel 2005.
• Nel secondo (dal 2005 al 2011) si affronterà il cambiamento nelle politiche
aziendali portato avanti dal nuovo AD Sergio Marchionne, e sarà descritto il
processo di internazionalizzazione del Gruppo fino all’accordo Fiat Chrysler del
2009 e l’acquisizione del 2011, analizzata nei principali passaggi.
• Nel terzo (dal 2012 al 2016) saranno discussi gli sviluppi nel percorso di
integrazione tra Fiat e Chrysler e le fasi della fusione con Chrysler.
Nel secondo capitolo si affronterà nello specifico la vicenda Fiat Chrysler, dalla lunga
trattativa del 2009 alla nascita di FCA nel 2014. Saranno esposti i tentativi passati di
integrazione di Chrysler (nel 1998 con la fusione con la tedesca Daimler, e nel 2007 con
l’acquisto da parte del fondo di private equity Cerberus), esperienze fallimentari, da cui la Fiat
ha tratto indirettamente esperienza, conscia delle possibili difficoltà nell’integrazione con
l’azienda americana. Sarà pertanto affrontato il tema del processo di integrazione tra Fiat e
Chrysler, e dell’importanza ricoperta dalla filosofia WCM nell’agevolare tale processo. Il
capitolo si chiude con un approfondimento sulla fusione del 2014, e sulle nuove prospettive
che offre il Gruppo FCA.
Nel terzo capitolo si darà spazio a questioni strettamente legate alla letteratura economica
contemporanea, quali le alleanze strategiche, le fusioni e le acquisizioni, con riferimenti a
contributi accademici di diversi autori e con alcune proposte di modelli interpretativi di tali
operazioni strategiche, sempre in riferimento al caso Fiat Chrysler.
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CAPITOLO 1
L’EVOLUZIONE DEL GRUPPO FIAT DAL 2000 AL 2016
1.1 Uno sguardo d’insieme: breve storia della Fiat, e tappe
principali dal 2000 al 2016
Come si potrà capire leggendo questo capitolo, per il gruppo Fiat gli anni 2000 hanno
rappresentato una grande sfida: l’azienda di Torino si è trasformata, ha cambiato
management, ha ceduto rami di azienda, stretto alleanze strategiche con imprese di altri paesi,
modificando la propria cultura aziendale per adattarsi alle nuove sfide globali.
Ciò è avvenuto anche in conseguenza dei numerosi problemi che il Gruppo ha dovuto
affrontare, dalla crisi finanziaria e del calo della domanda nel settore automobilistico all’inizio
degli anni 2000 alla pesante recessione economica del 2008, che ha ridotto drasticamente i
consumi e gli investimenti a livello mondiale.
In uno scenario globale in costante cambiamento, caratterizzato dalla presenza di diffuse
situazioni di instabilità e dal rischio di perdita di quote di mercato, ma anche di grandi
opportunità di espansione in nuovi mercati e di rinnovamento, il Gruppo ha subito una
trasformazione, in particolare dall’arrivo al “timone” nel 2004 del nuovo amministratore
delegato Sergio Marchionne, fino ad arrivare alla fusione Fiat-Chrysler del 2014, realizzata al
termine di un lungo e faticoso processo di integrazione.
Nei prossimi paragrafi sarà descritta l’evoluzione del gruppo Fiat dal 2000 al 2016,
attraverso l’analisi e il commento di indici di bilancio e di voci di conto economico e di stato
patrimoniale consolidati, inoltre sarà posta una lente di ingrandimento sugli anni più
“difficili” dal punto di vista dei principali risultati economici e finanziari, con il fine di
scoprire gli effetti delle riorganizzazioni aziendali, di nuovi investimenti, di nuove alleanze e
fusioni.
Nel corso degli anni si sono verificate modifiche nell’applicazione dei principi contabili o
nei criteri di valutazione e di stima di alcune voci (dal 2004 il bilancio consolidato è redatto
seguendo i principi contabili IFRS, e non più secondo i principi contabili italiani), a tal fine
sono stati “scelti” i valori rideterminati dei bilanci consolidati degli esercizi precedenti, per
favorire la comprensione e la comparabilità dei bilanci (alcune voci previste dai principi
contabili italiani ma non dagli IFRS sono state eliminate, altre invece sono state riclassificate).
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I valori di bilancio che saranno esposti nelle prossime pagine, e che sono stati utilizzati
per calcolare indici di bilancio, sono comprensivi delle discontinued operations.
1
I dati di bilancio relativi all’esercizio 2011 sono comprensivi di sette mesi di attività di
Chrysler, a decorrere dal 1° giugno 2011, a fronte dell’acquisto della maggioranza delle
azioni di Chrysler.
Saranno posti in particolare risalto i valori strettamente connessi alle strategie aziendali
attuate dal gruppo (acquisizioni, fusioni, joint venture, partnership e strategie di
internazionalizzazione), come il numero di dipendenti a fine esercizio, gli investimenti, la
spesa complessiva in ricerca e sviluppo, i ricavi ripartiti per area geografica.
I bilanci utilizzati per reperire le informazioni numeriche utili per l’analisi di bilancio
sono bilanci consolidati del gruppo Fiat, composti da stato patrimoniale, conto economico,
nota integrativa, e relazione sulla gestione.
1
http://www.investopedia.com/terms/d/discontinued-operations.asp
Le discontinued operations comprendono i business, i segmenti e le linee di prodotto che sono stati
scorporati dall’impresa nell’esercizio in corso, o per i quali è prevista la vendita o la cessazione.
Le continuing operations rappresentano invece le attività tipiche svolte dall’impresa, sono attività ordinarie.
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Breve storia della Fiat
La Fiat nasce l’11 luglio 1899 a Torino, come casa produttrice di automobili.
Nel Novecento vedremo la Fiat crescere, fino a trasformarsi nel maggior gruppo
finanziario e industriale privato italiano, diventando la maggior casa produttrice del
continente europeo e la terza a livello mondiale (dopo General Motors e Ford) per un
ventennio, fino alla crisi dell’industria automobilistica europea, iniziata alla fine degli anni
Ottanta.
2
Nel 1900 viene inaugurato il primo stabilimento della Fiat, mentre nel 1902 Giovanni
Agnelli diventa amministratore delegato, e l’anno seguente Fiat viene quotata in Borsa.
Nel 1920 Giovanni Agnelli diventa presidente della Fiat e nel 1923 entra in funzione la
fabbrica del Lingotto, che per tanti anni rappresenterà il simbolo dell’azienda di Torino. Negli
anni Venti Fiat amplia le proprie attività nel settore siderurgico, ferroviario ed elettrico.
Già nel 1914 la Fiat poteva vantare una quota di esportazioni sul totale della produzione
pari al 49,8%, mentre negli anni Venti tale percentuale salirà fino al 68,9% (nel 1922), quota
che negli anni successivi (per effetto della politica autarchica voluta dal fascismo) si
contrarrà, pur restando superiore al 50% (nel 1931 è pari al 59,1%). Sicuramente si può
affermare che l’offerta di autovetture della Fiat aveva, già in quegli anni, tutte le
caratteristiche di una produzione a carattere internazionale (escludendo il mercato del
Nordamerica, in cui lo standard dimensionale delle vetture era decisamente più elevato).
3
I primi anni Trenta per la Fiat sono contraddistinti da un consolidamento della struttura
produttiva e da una forte espansione sui mercati esteri, con esportazioni sempre più frequenti
verso Francia, Gran Bretagna, Austria, America e Australia, e in conseguenza di ciò nascono i
primi centri di assistenza e le prime officine della Fiat all’estero, in vari paesi del mondo.
4
Durante il fascismo la Fiat vede inevitabilmente ridursi la spinta internazionale, tuttavia
riesce a rafforzare la propria struttura industriale compiendo diverse acquisizioni in Italia, e
aumentando la gamma dei prodotti.
2
fonte: Valerio Castronovo (a cura di), Il Piemonte nel processo di integrazione europea, con la
collaborazione di Alberto Cassone e Adriana Castagnoli, Milano, Giuffrè Editore, 2008, pag. 214
3
fonte: “Il caso Fiat. Una strategia di riorganizzazione e di rilancio, Giuseppe Volpato, Isedi, pag. 63
4
fonte: https://www.fcagroup.com/it-IT/group/history/Pages/default.aspx
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Nel 1939 a Torino viene inaugurato lo stabilimento Mirafiori e nello stesso anno Vittorio
Valletta diventa amministratore delegato di Fiat. Con l’entrata in guerra la Fiat deve
convertire la sua produzione a fini bellici, per tale motivo l’azienda è costretta a una drastica
riduzione della produzione di automobili e all’aumento della produzione di camion, ai quali si
aggiungono mezzi corazzati, aeroplani e motori marini.
Il 16 dicembre 1945 muore Giovanni Agnelli, e la presidenza viene assunta da Vittorio
Valletta, già amministratore delegato della Fiat. Dopo la fine della guerra riprende la
produzione di automobili in grandi volumi, accanto alle produzioni di veicoli pesanti come
autocarri, autobus, trattori, aeroplani e automotrici. Nel 1949 il numero dei dipendenti della
Fiat supera le 71 mila persone, numero che nei decenni successivi sarà triplicato. In dieci anni
(dal 1949 al 1959) i dipendenti dell’azienda torinese arrivano a 85.000, e la produzione di
automobili è sestuplicata, si passa dalle 71.000 vetture all’anno del 1949 alle 425.000 del
1959.
Gli anni Cinquanta sono caratterizzati dall’ampliamento dello stabilimento torinese di
Mirafiori e dall’apertura di nuove fabbriche all’estero: Sudafrica, Turchia, Jugoslavia,
Argentina e Messico. Nel 1966 l’avvocato Giovanni Agnelli (detto Gianni), nipote del
fondatore, diventa presidente della società. Sempre nello stesso anno, Fiat raggiunge un
importante accordo con la Russia, per la realizzazione di uno stabilimento a Togliattigrad. Nel
1967 scompare l’ex presidente e amministratore delegato Vittorio Valletta, e se ne va così un
altro pezzo di storia di Fiat.
Dal 1969 al 1972 l’azienda subisce un calo della redditività, e nel 1973 entra in una
situazione di tensione finanziaria, che nel 1974 peggiora ulteriormente, a causa del basso
livello di saturazione della capacità produttiva (65% del totale). L’azienda si trovò quindi a
dover fronteggiare un fabbisogno finanziario imprevisto, pari al 127% di quello programmato.
Da qui l’esigenza di aumentare l’indebitamento: nel 1973 era pari a 168 miliardi di lire,
mentre nel 1976 sale a 764 miliardi. Inoltre nel 1974 l’indebitamento a breve termine
rappresentava il 60% del totale dei debiti finanziari, incidenza che nel 1972 era inferiore
all’1%.
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5
fonte: “Il caso Fiat. Una strategia di riorganizzazione e di rilancio”, Giuseppe Volpato, Isedi, pag. 195