Introduzione
L’informazione, nell’accezione ampia del termine, riveste un ruolo di primaria
importanza per la gestione aziendale e fornisce un importante contributo a tutti i
processi di supporto per il governo economico dell’impresa, processi questi ultimi
finalizzati a garantire il rispetto delle condizioni base per lo sviluppo duraturo della
stessa. Sull’informazione si basa infatti la capacità di razionale funzionamento
dell’intero sistema aziendale. La stessa efficacia dei sistemi di pianificazione, di
programmazione e di controllo trova primario riscontro nella corretta predisposizione
e diffusione delle informazioni. Ciò è particolarmente evidente nel sistema di
controllo di gestione, data la sua tipica funzione di razionalizzazione, di orientamento
comportamentale e verifica di coerenza tra parametri obiettivo e risultati.
L’informazione costituisce dunque una risorsa indispensabile per il funzionamento
dell’impresa, e poiché l’elemento informativo è presente in qualsiasi azione realizzata
nell’ambito aziendale, in condizioni sempre d’importanza, se non addirittura di
esclusività, rispetto alle altre risorse impiegate, appare quanto mai opportuno,
provvedere ad un suo razionale utilizzo, al fine di evitare diseconomie ed inefficienze
nel suo materiale impiego. Il Sistema Informativo ne rappresenta pertanto il
meccanismo operativo, esistente in qualunque azienda, attraverso il quale si
producono e si gestiscono i vari flussi di informazioni necessarie alle varie unità
organizzative, partendo dai dati grezzi che si generano all’interno ed all’esterno
dell’azienda medesima.
Il sistema informativo per il controllo di gestione sarà dunque protagonista del
presente lavoro, che si pone come obiettivo quello di descriverne i principali momenti
evolutivi. Il concetto e la struttura di sistema informativo, infatti, nel corso degli anni
si sono ampliati sempre di più, grazie ai progressi dell’Information Technology, che
da un lato è corsa in aiuto alle aziende nell’esigenza di avere a disposizione le
informazioni in modo sempre più tempestivo e dettagliato e dall’altro ne ha stimolato
la crescita portando anche a ripensamenti nel modo di catturare le informazioni
rilevanti, di rappresentarle ed infine di comunicarle agli stackholder. Cambia dunque
il modo di comunicare, soprattutto sul piano dei mezzi di diffusione della
comunicazione grazie soprattutto ad Internet e agli strumenti che vanno a comporre il
mondo dei web-services. Grazie ad essi si stanno sviluppando nuove soluzioni ed
opportunità per il trattamento delle informazioni all’interno delle aziende e per la loro
successiva trasmissione all’esterno della stessa. In particolare a livello internazionale
è ormai evidente l’intenzione di rivoluzionare i sistemi di reporting, attraverso
supporti informatici e soprattutto linguaggi di comunicazione standard come l’XBRL
(eXtensible Business Report Language) che stanno portando i sistemi informativi
interni verso quella che vedremo essere una dimensione “universalmente integrata”.
Lo stesso XBRL agendo direttamente dall’interno dell’azienda, sta però offrendo
nuove opportunità anche per i sistemi per il controllo di gestione.
Al fine di analizzare le nuove opportunità offerte dallo standard XBRL, il lavoro
partirà con un primo capitolo che sarà dedicato inizialmente all’informazione, che ha
assunto un ruolo di propedeuticità rispetto agli altri beni impiegati
nell’organizzazione, risultando necessaria per massimizzare l’utilizzazione delle altre
risorse disponibili, per poi introdurre nella seconda parte dello stesso capitolo il
concetto di sistema informativo aziendale, che può essere definito tecnicamente come
un insieme di elementi interconnessi che raccolgono (o ricercano), elaborano,
memorizzano e distribuiscono informazioni per supportare le attività decisionali e di
controllo di un’azienda. In particolare ne saranno studiati, gli elementi che lo
compongono e le funzioni che svolge, per poi procedere ad una sua scomposizione,
secondo un criterio funzionale, che ci porterà alla definizione di diversi sotto-sistemi,
tra cui il sistema informativo per il controllo di gestione. Il sistema informativo
d’altro canto, rappresenta il tessuto connettivo indispensabile al mantenimento delle
relazioni tra le varie aree funzionali e tra il sistema aziendale e l’ambiente esterno.
Nell’ultima parte dello stesso capitolo si entrerà invece nello specifico
dell’informativa di controllo che si basa su un insieme di dati, strumenti e di
procedure necessari per l’elaborazione delle informazioni e richiede una
progettazione in grado di soddisfare le esigenze dell’impresa. L’attenzione deve
pertanto essere incentrata sia sugli indicatori di risultato, sia sulle cause generanti tali
risultati.
Nel secondo capitolo l’attenzione invece sarà portata sull’elemento che più di ogni
altro ha contribuito all’evoluzione dei sistemi informativi: l’Information Technology.
Lo sviluppo avuto dall’informatica e la diffusione degli strumenti elettronici per la
produzione e la gestione delle informazioni ha avuto, infatti, negli ultimi anni un
notevole impatto in ogni ambito aziendale, tanto che ormai le nozioni di sistema
informativo e sistema informatico vanno sovrapponendosi sempre di più. Sarà
dunque analizzato il contributo dell’informatica nelle diverse funzioni aziendali,
soffermandosi ampiamente sul suo apporto alla funzione di pianificazione e controllo.
Nel terzo capitolo ci si soffermerà invece su un importante momento evolutivo del
controllo di gestione e di conseguenza dei sistemi informativi ad esso riferiti. Negli
ultimi anni si sta assistendo, infatti, ad un ampliamento del perimetro che
tradizionalmente delimitava il sistema informativo di controllo dagli altri sistemi
informativi aziendali, caratterizzato dal superamento della visione aziendale per
funzioni, virando verso una visione trasversale per processi. Come vedremo ciò porta
alla ricomprensione degli strumenti di controllo ed alla necessità di integrare sistemi
informativi fin’ora indipendenti. Ciò è possibile grazie a nuove tecnologie come Data
Warehouse e OLAP su tutti, che con particolare riguardo al controllo di gestione
contribuiscono a creare i sistemi di Business Intelligence.
Infine nel quarto capitolo si analizzeranno gli ultimi sviluppi in tema di sistemi
informativi. Il contributo più importante sta infatti arrivando dai web-services da cui
deriva l’XBRL a cui il capitolo è interamente dedicato. L’integrazione tra sistemi
informativi diversi infatti necessita di un linguaggio comune per evitare che lo
scambio di informazioni paradossalmente rallenti a causa delle attività di inserimento
manuale delle informazioni a cui sono costretti gli operatori che si ritrovano a
ricevere documenti elettronici in un formato diverso da quello da loro utilizzato.
Si analizzerà dunque nel dettaglio come l’XBRL risolve questo problema e
soprattutto le opportunità che questo nuovo standard offre al mondo dell’informativa
aziendale, apprezzandone attraverso alcune applicazioni i vantaggi che ne derivano
per le attività di controllo della gestione.
Capitolo 1: Il Sistema informativo aziendale
1.1 Il ruolo dell’informazione nei processi aziendali – 1.1.1 Requisiti e caratteristiche fondamentali
delle informazioni – 1.1.2 L’eterogeneità delle informazioni e le differenti classificazioni – 1.1.3
L’informazione ed il ciclo di direzione aziendale – 1.2 Il sistema aziendale per la gestione dei flussi
informativi – 1.2.1 La classificazione dei sistemi informativi – 1.2.2 La scomposizione del sistema
informativo aziendale – 1.3 Il sub-sistema informativo di controllo e le sue componenti - 1.3.1 La
struttura organizzativa di controllo - 1.3.2 La struttura informativa - 1.3.3 Il processo di controllo –
1.4 L’informazione nel controllo di gestione - 1.4.1 L’efficacia del sistema informativo di controllo
– 1.4.2 I presupposti per la progettazione della struttura informativa di controllo.
1.1 Il ruolo dell’informazione nei processi aziendali
Per lo svolgimento della propria attività, ogni tipo di organizzazione aziendale
utilizza fattori materiali tipici del comparto economico e soprattutto risorse umane,
ognuna delle quali occupa all’interno dell’organizzazione determinati ruoli e svolge
specifici compiti necessari per il perseguimento delle finalità dell’organismo.
Affinché però, questi obiettivi possano essere raggiunti soddisfacendo i normali
principi di efficienza e di economicità gestionale è necessario strutturare
l’organizzazione in maniera tale che i diversi ruoli ed i molteplici compiti in essa
svolti siano coordinati e messi in relazione tra di loro. Nello stabilire quali debbano
essere queste relazioni interne, cioè quelle che legano le parti tra di loro, nonché
ciascuna di esse con il tutto e l’ambiente, svolge un ruolo di fondamentale importanza
un’altra risorsa, questa volta di tipo immateriale: l’informazione
1
.
Si tratta di una risorsa che, negli studi economico-aziendali ha radici assai remote, ma
che ha manifestato tutta la sua indispensabilità soltanto in epoche più recenti, per le
crescenti difficoltà di fissazione delle relazioni interne e per il maggior peso assunto
dalle possibilità e dal grado di conoscenza dell’ambiente esterno
2
.
Fino ai primi decenni del XX secolo, in Italia, le informazioni afferenti la gestione
d’impresa trovavano ampio riscontro nella contabilità generale e nel bilancio di
esercizio ed erano determinate dalla presenza di una legislazione, che durante i
diversi periodi storici e con diversi gradi di intensità, considerava l’informazione
strettamente funzionale alla tutela degli interessi esterni all’azienda
3
. Ne derivava un
sistema spesso volto alla soddisfazione di esigenze informative esterne, che
imponevano di mantenere un complesso di rilevazioni degli accadimenti della
gestione, mentre solo in secondo piano, almeno a livello teorico, sembrava collocarsi
l’importanza che le predette informazioni assumevano internamente per la
conduzione dell’attività d’impresa. L’impostazione della gestione, data la relativa
semplicità dei fenomeni operativi, trovava non di rado, riscontro in informazioni non
strutturate ed in sensazioni raccolte direttamente dalla proprietà. Con il crescere delle
dimensioni d’impresa e della complessità della gestione, i vertici aziendali si
1
Maggioni V., I Sistemi informativi Aziendali, Cedam
2
Gli studi relativi alle informazioni aziendali sistematicamente rilevate attraverso apposita strumentazione trovano
origine nel secolo XV, per poi svilupparsi nei secoli successivi fino al secolo XIX attraverso studi sia sotto il profilo
giudico-amministrativo che più propriamente aziendale. I problemi afferenti le informazioni all’interno dell’impresa
sono stati affrontati con diversi gradi di intensità sia con riferimento agli aspetti interni sia con riferimento al rapporto
tra l’impresa e l’ambiente esterno, per giungere a ricomprendere il sistema delle informazioni nel concetto di patrimonio
d’azienda (Mazzoleni A., Informazioni e comunicazione nel sistema di controllo di gestione pag.24)
3
Le informazioni che le imprese dovevano produrre in ossequio a norme di legge regolanti il bilancio di esercizio
hanno subito forti modifiche in relazione gli interventi normativi che sono intervenuti a regolare la disciplina del
bilancio di esercizio. In Italia la prima regolamentazione del bilancio risale ai codici del commercio del 1865 e 1882. Le
prime norme relative al contenuto del bilancio si hanno solo nel 1942, con l’indicazione solo delle classi di valore dello
stato patrimoniale. Questa situazione è rimasta immutata fino al 1974 con la Legge n°246 nota anche come miniriforma
delle società per azioni che introdusse norme specifiche sul conto economico e sulla relazione degli amministratori sulla
gestione. La stessa fonte normativa introdusse l’obbligo della relazione semestrale per le società quotate in borsa. In
ultimo, il legislatore con il recepimento della IV direttiva VII direttiva CEE in tema di conti annuali e consolidati delle
imprese ha adottato un modello normativo di rappresentanza dei valori di bilancio in linea con quanto stabilito a livello
di Comunità Economica Europea (Mazzoleni A., Evoluzione dell’informativa di bilancio e selezione delle informazioni
rilevanti).
accorsero ben presto di non essere più in grado di mantenere autonomamente sotto
controllo tutte le dimensioni rilevanti per la propria attività decisionale. Si avvertì
quindi, in maniera crescente, l’esigenza di possedere informazioni di tipo analitico, in
grado di soddisfare le esigenze conoscitive connesse al governo dell’impresa. La
struttura informativa aziendale, nata per rispondere alle richieste di pubblici esterni
all’impresa, una volta modificata e dotata di apposita strumentazione tecnico-
contabile, si rivela in grado di rispondere anche alle esigenze informative interne che,
con crescente rilevanza, andavano ad affermarsi
4
.
Nel tempo si assiste, dunque, al graduale aumento del rilievo della parte
tradizionalmente meno strutturata dei sistemi informativi dell’impresa. Nemmeno
l’utilizzo di strumenti informatici molto sofisticati è sufficiente ad arrestare il
processo di ampliamento delle informazioni poco strutturate rendendo necessaria una
sempre crescente integrazione tre le diverse fattispecie informative presenti nelle
imprese. Le linee evolutive attuali dei sistemi informativi sono quindi basate, sulla
concezione degli stessi come “sistema informativo integrale”, che raccolga assieme
alle componenti della rilevazione contabile sistematica anche tutte le altre
informazioni, definite extracontabili o statistiche, quantitative e non solo, e atto a
rappresentare la complessa e multiforme realtà aziendale nelle sue varie
manifestazioni di esistenza”
5
.
Questo percorso evolutivo, che è tutt’ora in corso, non solo ha reso indispensabile la
risorsa informativa ai fini del raggiungimento degli obiettivi dell’organismo
aziendale, ma ha anche posto l’informazione in una condizione di propedeuticità
4
In questo senso vennero approfondite le informazioni relative ai costi e successivamente ai ricavi ed ai risultati
economici, in sintonia con le mutevoli esigenze conoscitive; contemporaneamente si diffuse la raccolta di notizie dirette
a meglio qualificare il ruolo dell’impresa nell’ambiente. Infine le determinazioni di tipo consuntivo hanno trovato nelle
determinazioni preventive un’integrazione necessaria al supporto per le attività di controllo di gestione. (Bruni G.,
Evoluzione e prospettive degli strumenti informativo contabili per le decisioni aziendali)
5
La comunicazione integrata intesa come insieme unitario e convergente di azioni, dirette ad instaurare un costruttivo
rapporto con differenti tipologie di pubblici per la conveniente affermazione della strategia d’impresa, si è andata
sempre più configurando come una componente emergente dei sistemi direzionali, seppur oggi sia forse ancora
prematuro sostenere l’esistenza di collaudati e diffusi modelli applicativi di carattere organico. (Salvioli, Il sistema di
controllo della gestione, Giappichelli).
rispetto agli altri beni impiegati nell’organizzazione, facendola risultare necessaria
per massimizzare l’utilizzazione delle altre risorse disponibili.
Per comprendere la natura delle informazioni e che cosa si intenda esattamente con
questo termine, è innanzitutto necessario capire il significato della parola dati. Con
essa ci si riferisce al materiale grezzo che compone un’informazione: numeri, simboli
e figure che possono essere facilmente catturati, codificati, trasferiti, compattati
6
. Le
informazioni non sono altro che dati trasformati in una forma significativa ed utile.
1.1.1 Requisiti e caratteristiche fondamentali delle informazioni
Nell’impresa circola un numero rilevantissimo di informazioni, che vanno prese in
considerazione del loro grado di utilità ai fini del supporto dei processi aziendali. In
particolare esse devono avere determinate caratteristiche riconducibili alla:
Rilevanza
Disponibilità
Accessibilità
Tempestività
Accuratezza
Precisione
Chiarezza
Completezza
Obiettività
Comparabilità
Economicità
L’informazione deve essere in primo luogo rilevante ai fini delle attività che
l’individuo o l’organizzazione intendono compiere. Si tratta di verificare se
l’informazione possiede un minimo di utilità per le operazioni attuali o prospettiche
6
M.Martinez (2004) Organizzazione Informazioni e Tecnologie Il Mulino
dell’organismo in esame; in mancanza di tale utilità può non esservi assolutamente
convenienza ad acquisire o conservare la notizia
7
.
L’informazione inoltre deve essere disponibile, cioè deve esistere la possibilità per
l’azienda di venirne in possesso attraverso uno sforzo organizzativo più o meno
complesso e sopportando dei costi, che in ogni caso, non devono superare certi livelli,
dipendenti dalle differenti capacità economico-finanziarie possedute da ciascun
organismo
8
.
Un’informazione disponibile, non implica che essa sia accessibile, soprattutto in
termini di fonte e di costi. La fonte per esempio può essere lontana o di difficile
consultazione, tale da rendere vane le speranze di venire in possesso delle notizie in
essa contenute.
Un altro requisito dell’informazione è la tempestività, vale a dire che fra il momento
in cui nasce il bisogno informativo ed il momento in cui questa esigenza risulta
soddisfatta, deve trascorrere un lasso di tempo non superiore a quello disponibile per
porre in essere l’attività che ha generato il bisogno informativo. Ne risulta, quindi,
che l’informazione, per essere tempestiva deve giungere in tempo utile per prendere
decisioni significative. Il lasso di tempo, cui si faceva prima riferimento, può essere
più o meno lungo in rapporto alla velocità con cui deve essere sviluppato il processo
decisionale. Tempi eccezionalmente rapidi ridurranno notevolmente il periodo
compreso tra nascita del bisogno, ricerca dell’informazione, sua acquisizione e
diffusione, pena uno scadimento o una perdita completa di valore dell’informazione,
invece, una minore tempestività nell’attività da porre in essere significherà, ricerca
7
Sapere ad esempio, che è cambiato il regime politico in un certo stato dell’America Latina, può non avere alcuna
rilevanza per un’impresa italiana che opera esclusivamente sul mercato interno, ma è sicuramente importante per
un’azienda che intrattiene relazioni commerciali con quel paese sud-americano. Soltanto in quest’ultimo caso, quindi,
compatibilmente con altri requisiti (ad esempio economicità), sarà necessario adoperarsi per venire in possesso di quella
informazione ed, eventualmente, di altre notizie che si manifestassero utili per l’interpretazione del fenomeno e per la
valutazione delle sue conseguenze sull’attività dell’impresa. (Maggioni V. Il sistema informativo Aziendale, Cedam)
8
Se un’azienda, ad esempio, volesse conoscere anno per anno le diverse caratteristiche della popolazione e delle unità
commerciali presenti in una determinata area geografica si potrebbe trovare di fronte ad una mancanza di informazioni
ufficiali, e quindi essere costretta a ricorrere ad indagini “ad hoc”, che tuttavia, per la sua elevata costosità, sarebbe uno
strumento accessibile soltanto ad organismi caratterizzati da dimensioni di una certa rilevanza. (Maggioni V. Il sistema
informativo aziendale, Cedam)
più accurata dell’informazione, a volte accompagnata da minori sforzi organizzativi e
maggiore economicità.
Non basta, tuttavia che l’informazione giunga a colui che l’utilizza nei tempi ritenuti
più opportuni, è necessario anche che essa sia precisa ed accurata, cioè che riguardi
esattamente l’argomento che aveva fatto sorgere il bisogno, e che di questo oggetto
porti una descrizione chiara e completa, senza generare dubbi o perplessità
9
.
Un’ulteriore caratteristica dell’informazione riguarda la comparabilità, cioè la
possibilità di confrontare i dati e le notizie ricevute con altre informazioni simili già
possedute dall’organizzazione al fine di effettuare un controllo di merito sulla qualità
e, quindi, sulla bontà delle nuove e delle vecchie conoscenze acquisite, e di avere la
possibilità di trattare insieme le informazioni riguardanti uno stesso argomento. Ciò
implica la necessità di utilizzare un linguaggio uniforme nel tempo, per evitare
eterogeneità dal punto di vista espressivo, nonché di avere disponibili un insieme di
valori che consentano la proponibilità di giudizi comparativi.
Gli ultimi due requisiti concernono l’obiettività e l’economicità. Il primo di essi fa
riferimento alla necessità di avere informazioni obiettive, prive di eventuali contributi
personali, eventualmente distorcenti, arrecati da individui che si sono venuti a trovare
lungo il percorso seguito dal dato dal momento in cui è stato generato, fino al
momento in cui è giunto al destinatario. E’ necessario in questo senso ridurre “i
passaggi di mano” e predisporre modelli e procedure che limitino il più possibile la
discrezionalità degli individui. Per quanto attiene invece all’economicità, s’intende
qui soffermare l’attenzione sul fatto che l’informazione, alla pari di tutte le altre
risorse necessarie ad un organismo per lo sviluppo delle sue attività, nonché per la
sua sopravvivenza, non è un bene libero in natura, bensì richiede che si sopportino
dei costi per il suo approvvigionamento. Ne deriva pertanto che, soltanto se questa
acquisizione può avvenire in termini economici, in relazione ovviamente all’utilità
9
Un’informazione poco chiara e incompleta potrà essere malamente interpretata e utilizzata, per cui la sua
comunicazione rischierà di avere un effetto negativo nell’assunzione delle decisioni o potrà richiedere un allungamento
del tempo di decisione per la necessaria chiarificazione o completamento. Così un’informazione intempestiva sarà
evidentemente inutile o anche dannosa. Sciarelli S. (1977) Il sistema impresa Cedam
che l’informazione stessa genera nell’organismo che la riceve, si rende possibile il
suo reperimento e conseguentemente la sua utilizzazione. Nel caso contrario, o si
abbandona completamente la possibilità di acquisire la nuova notizia oppure si
sacrificano alcuni dei requisiti visti precedentemente, come l’accuratezza, la
precisione, la completezza, l’obiettività, in mancanza dei quali è probabile che si
produca una riduzione nel costo di approvvigionamento.
1.1.2 L’eterogeneità delle informazioni e le differenti
classificazioni
Una volta precisati quali sono i requisiti principali che un’informazione deve
possedere, è necessario fermare l’attenzione sul fatto che in un sistema aziendale
circola un numero talmente rilevante di dati e notizie, da far si che il sistema stesso
possa essere inteso come rete di informazioni, in cui i singoli nodi e le varie maglie
che compongono la rete non sono altro che gli organi dell’impresa, da intendersi
come i centri d’informazione ognuno dei quali assolve a specifici compiti all’interno
del sistema, e le relazioni ed i rapporti di comunicazione che tra questi organi
vengono ad intrecciarsi.
Naturalmente, questa grande massa di informazioni non possiede elevate
caratteristiche di eterogeneità. Al suo interno è infatti possibile effettuare diversi tipi
di raggruppamenti in relazione ai principi che di volta in volta possono utilizzarsi per
creare classi di informazioni maggiormente uniformi nel complesso organizzativo
considerato.
Una prima classificazione è possibile in relazione al tipo di rappresentazione che
viene fatta dall’evento sottostante, distinguendo le informazioni in qualitative o
quantitative. Le informazioni qualitative descrivono un determinato fenomeno nelle
sue caratteristiche principali, consentendone l’identificazione anche in mancanza di
valori numerici. Le quantitative, invece, indicano l’entità assunta dal fenomeno
utilizzando parametri espressi in quantità o in valore e rappresentabili in termini
assoluti o relativi. La maggior parte degli eventi richiede entrambi i tipi di
informazione.
A seconda della localizzazione della fonte presso cui sono rinvenibili le notizie si
distinguono informazioni interne ed esterne. Si parla di informazioni interne quando i
dati di base da elaborare o le informazioni già pronte nella loro veste definitiva sono
presenti, e quindi, vengono generate all’interno dell’impresa. Le informazioni
esterne, d’altro canto, riguardano notizie che vengono prodotte direttamente da altri
sistemi nell’ambiente o, seppure elaborate all’interno dell’organismo, richiedono una
ricerca dei dati di base all’esterno dell’impresa. Le informazioni possono essere
distinte sempre in interne ed esterne anche in relazione ai suoi fruitori principali. In
particolare le informazioni interne sono sviluppate in relazioni ai fabbisogni
gestionali e di governo economico di impresa, mente le informazioni esterne sono
orientate all’attivazione di costruttivi rapporti con i principali interlocutori esterni
all’impresa e rivolte a particolari classi di co-makers e, più in generale, ai terzi con
cui l’impresa intende instaurare rapporti
10
.
Informazioni documentate e non documentate, si possono distinguere in dipendenza
dell’esistenza o meno di un supporto fisico su cui registrare un evento. Le
informazioni documentate, dette anche formalizzate, sono espresse in forma scritta o
in qualsiasi altra forma permanente, quelle non documentate sono invece trasmesse
verbalmente e recepite attraverso osservazioni personali e, comunque, non vengono
conservate in forma scritta. Normalmente sono documentate tutte le informazioni che
si presentano con una certa frequenza nell’unità produttiva, che vanno a regolare
rapporti tra quest’ultimo organismo ed altri sistemi ambientali o tra gli stessi elementi
interni dell’impresa e che, in genere, vengono prodotte per soddisfare esigenze di
10
Obblighi di comunicazione esterna possono derivare da norme di legge oppure da vincoli di natura contrattuale non
formalizzati, ma di fatto esistenti e posti in essere tra imprese ed interlocutore esterno come nel caso del sistema
creditizio, oppure finanziario. Inoltre assumono sempre maggiore frequenza le iniziative autonome di comunicazione
dell’impresa verso l’ambiente. (Pisoni P. Il sistema informativo dell’impresa Giuffrè)
controllo di operazioni semplici o complessi concernenti attività svolte nel corso della
gestione aziendale. Dall’altro lato, le informazioni non documentate sono solitamente
relative a fenomeni esterni e vengono raccolte attraverso scambi di opinioni,
partecipazione a convegni o seminari, lettura o ascolto di notizie di attualità.
Un’ulteriore distinzione è possibile in rapporto alla frequenza temporale con cui i dati
sono prodotti o raccolti, tra informazioni ricorrenti e non ricorrenti. Sono del primo
tipo le informazioni generate più volte nel tempo, ad intervalli più o meno regolari,
riferite ad eventi che è necessario mantenere costantemente sotto controllo per
necessità gestionali o in ottemperanza a disposizioni legislative. Sono del secondo
tipo le informazioni che non presentano questa regolarità temporale, essendo prodotte
“una tantum” o anche più volte in via del tutto occasionale, al di fuori cioè di
specifici o coordinati programmi di utilizzo
11
.
Informazioni storiche, attuali e prospettiche, sono distinte a seconda del riferimento
temporale del relativo fenomeno. Esse riguardano rispettivamente eventi già accaduti,
in corso di svolgimento o ancora da verificarsi. E’ chiaro che il grado di attendibilità
delle informazioni, cioè la possibilità di avere dati e notizie esatte ed accurate,
diminuisce al passare dalla classe delle informazioni storiche a quelle future, essendo
in un caso il fenomeno già accaduto e quindi, più facilmente individuabile e
quantificabile, e trovandosi nell’altro caso a correre rischi classici dell’attività di
previsione. Nell’attuale sistema economico, caratterizzato da fermenti e dinamismi
particolarmente intensi, appare sempre più importante l’informazione relativa ad
accadimenti futuri, potendo derivare il successo di un organismo dalla sua capacità di
anticipare eventuali mutamenti e, conseguentemente, di adottare efficienti politiche
aziendali che tengano conto delle nuove condizioni ambientali. A seconda della
dimensione temporale della previsione si potranno avere informazioni prospettiche
riguardanti il breve, medio e lungo periodo. Una posizione di rilievo è occupata dalle
11
In entrambi i casi, più che all’informazione si fa riferimento all’evento sottostante; in altri termini, non è la stessa
notizia che è generata una o più volte nel tempo, bensì è il fenomeno che l’informazione vuole sinteticamente
rappresentare ed essere oggetto di un’osservazione occasionale ed isolata o di una rilevazione che tenda ad evidenziare i
diversi “stati” che esso assume nel tempo. Maggioni V. Il sistema Informativo Aziendale, Cedam
informazioni attuali, relative ad attività non ancora concluse, dato il peso assunto
nella gestione delle imprese moderne dall’attività di controllo di tipo concomitante.
1.1.3 L’informazione ed il ciclo di direzione aziendale
L’impresa per operare nel sistema ambiente in cui è inserita, ha bisogno di avere
disponibili le risorse materiali ed immateriali che le consentono di porre in essere i
processi di produzione e di scambio che più da vicino la contraddistinguono.
L’esigenza di dette risorse è mutevole nel tempo, nel senso che è funzione degli
obiettivi che s’intendono realizzare e delle strategie di sviluppo o di adattamento
perseguite dal management aziendale. In particolare l’impresa ha la necessità di
arricchire continuamente il proprio patrimonio informativo, al fine di poter migliorare
le conoscenze dei suoi organi interni e, conseguentemente dare luogo ai processi di
pianificazione, programmazione, esecuzione e controllo delle attività di gestione. Lo
sviluppo di tali sub-funzioni aziendali, anzi, si basa quasi esclusivamente sul possesso
di conoscenze dei fenomeni e delle caratteristiche interne ed esterne all’impresa, in
assenza delle quali non potrebbe assolutamente essere avviata alcuna delle attività
rientranti nel cosiddetto “ciclo di direzione aziendale”.
12
In questo ciclo, la materia prima impiegata per sviluppare ciascuna fase è
rappresentata dalle informazioni, le quali vengono così a costituire la linfa vitale
dell’intero sistema organizzativo dell’impresa. Attraverso le conoscenze acquisite
sull’ambiente esterno e i dati e notizie caratterizzanti l’interno dell’azienda, gli organi
direzionali possono sviluppare il complesso sistema di pianificazione delle attività di
gestione. Quest’ultimo mediante opportuni interventi decisionali di traduce in piani e
programmi che andranno a veicolare il comportamento dell’impresa per un
predeterminato periodo di tempo. Una volta stabiliti gli obiettivi e le politiche future,
si sviluppa la fase organizzativa, necessaria per assegnare i vari compiti e
responsabilità agli organi aziendali, attraverso un processo di articolazione degli
obiettivi e di coordinamento delle attività a ciascuno assegnate. Comunicate ai vari
componenti dell’impresa le disposizioni organizzative si passa alla fase esecutiva, i
cui risultati vengono inviati agli organi di controllo per consentire il confronto con gli
12
Maggioni V. Il sistema Informativo Aziendale, Cedam