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INTRODUZIONE
Etica parlamentare: un argomento e un fenomeno ampio, comprendente misure
molteplici e di difficile definizione. Ciascun paese ha affrontato a suo modo tale
spinosa tematica e ha diversamente provveduto a renderne effettivo il suo rispetto
con le misure ritenute più appropriate.
In Italia al proposito, non si è presentata una volontà forte che ha posto in essere
misure vigorose e rigidamente sanzionate: in Italia l'azione è stata blanda e
lacunosa: allo status parlamentare protetto dal regime comprendente
l'incompatibilità, l'ineleggibilità, il divieto di mandato imperativo, l'inviolabilità e
l'insindacabilità è stata affiancata la legge 5 luglio n.441 1982 concernente le
“Disposizioni sulla pubblicità della situazione patrimoniale di titolari di cariche
elettive” emanata al fine di mostrare se coloro che assumono la carica di
parlamentare perseguono l'arricchimento patrimoniale personale.
In ordine all'accessibilità dei dati patrimoniali dei parlamentari è stato previsto il
disegno di legge n.1521 comunicato alla Presidenza il 22 aprile 2009 diretto a
modificare la legge 5 luglio n.441 1982 , rimasto tale, il quale consentirebbe di
rendere accessibili a tutti i cittadini elettori i dati patrimoniali detenuti dai
parlamentari tramite la loro pubblicazione in Internet; se tale progetto diventasse
una legge effettiva, l'ambito di azione parlamentare diventerebbe trasparente
all'esterno, consentendo un'informazione pubblica senza filtri.
Tuttavia spetta appunto al Parlamento e non ad un organo esterno, decidere quali
leggi adottare al proposito, e ciò favorisce l' approvazione di leggi tendenti a
proteggere la posizione parlamentare ed ostacola la realizzazione nella prassi, di
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una disciplina rigida che potrebbe rendere effettivo sia il rispetto di principi etici
sia un'efficace limitazione della libertà di azione dei parlamentari .
Il 2 agosto 2012, è stata presentata la proposta di legge n.5398 che mira sia
all'eliminazione della pubblicazione delle dichiarazioni patrimoniali parlamentari
sull' apposito bollettino cartaceo e la sua sostituzione con la pubblicazione delle
stesse sui siti internet dei due rami del Parlamento, sia ad estendere il diritto di
accedere a tali dati a tutti i cittadini anziché limitarlo ai soli cittadini iscritti nelle
liste elettorali per le elezioni della Camera dei deputati.
In data 17 dicembre 2008 è stato presentato il disegno di legge n.1290
concernente le “Disposizioni per la trasparenza degli interessi personali dei titolari
di cariche di governo o elettive, o di cariche direttive in alcuni enti, e per la
pubblicità della loro situazione reddituale e patrimoniale” diretto come i due
precedenti progetti di legge a rendere trasparenti i dati e gli interessi propri dei
parlamentari; il citato disegno di legge a tal fine prevede la sottoposizione alla
normativa prevista dalla legge 20 luglio 2004, n.215 per i componenti del governo,
dei ministri non parlamentari e l'attribuzione del compito di attuare le disposizioni
per la trasparenza non più agli Uffici di Presidenza delle due Camere ma
rispettivamente alla Giunta delle elezioni della Camera dei deputati e alla Giunta
delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato.
Per disciplinare la modalità con cui la classe parlamentare nazionale ricorre alle
risorse economiche per sostenere la propria attività politica, è stata emanata la
legge 10 dicembre n.515 1993 la quale introduce la disciplina della pubblicità
delle spese e dei contributi relativi alla campagna elettorale.
A differenza dell'ambito parlamentare, in relazione all'ambito di azione
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governativo è stata promossa la costituzione di un controllo preventivo definito:
con l'emanazione della legge 145/2004 sulle “Norme in materia di risoluzione dei
conflitti di interessi” o legge Frattini si è affermato l'obbligo per i titolari di cariche
governative di ricoprire esclusivamente predetta carica al fine di svolgere
pienamente le proprie funzioni ed evitare il realizzarsi di conflitti di interessi
relativi alle cariche ricoperte.
In Italia, nonostante la scarsità di misure volte alla realizzazione di una vigorosa
disciplina etica parlamentare, si sta affermando la volontà di porre in essere misure
volte a porre limiti alla condotta dei parlamentari: recentemente, il 2 agosto 2012 è
stata presentata una proposta di modificazione all'articolo 12 del Regolamento
della Camera dei deputati.
La proposta mira ad introdurre al comma due, il comma due bis, il quale
conferisce all'Ufficio di Presidenza della Camera dei deputati, la funzione di
approvare un Codice etico all'interno del quale siano previsti i principi, le norme e
le procedure che i parlamentari devono rispettare. La proposta conferisce inoltre
all' Ufficio il compito di istituire un comitato etico denominato “Comitato delle
garanzie e delle responsabilità della funzione parlamentare” cui spetta la funzione
di esprimere pareri non vincolanti su richiesta del solo Presidente della Camera
sulle questioni inerenti le violazioni del Codice etico.
Un’altra importante innovazione è il disegno della legge anticorruzione n.2156
d’iniziativa di Alfano, presentato il 15 giugno 2011 concernente le “Disposizioni
per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell'illegalità nella pubblica
amministrazione”. I provvedimenti principali proposti nel disegno di legge sono l’
attribuzione alla Commissione per la valutazione, la trasparenza, e l'integrità delle
amministrazioni pubbliche delle funzioni di controllo e di contrasto della
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corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione e la delega al governo di
adottare un decreto legislativo per il riordino della disciplina riguardante gli
obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle
pubbliche amministrazioni, obbligo riguardante anche i titolari di cariche elettive.
Le suindicate proposte di legge potrebbero costituire l'inizio di una disciplina etica
italiana simile alla disciplina etica francese, inglese e americana.
In Francia prima dell'affermarsi della volontà di porre in essere misure dirette ad
affrontare la questione dell'etica parlamentare, la situazione era analoga alla
situazione italiana: oltre al regime garante l'indipendenza e la relativa libertà del
parlamentare mancava un quadro ben definito di codici articolati in principi etici e
organi preposti alla verifica del loro rispetto.
La Francia ha adottato al proposito, come punto di riferimento, l'esperienza inglese
e la costituzione di un'etica deontologica francese definita è iniziata con il decreto
n.2010-1072 del 10 settembre 2010 approvato dall'ex Presidente della Repubblica
francese Nicolas Sarkozy volto ad autorizzare l’istituzione di una Commission de
réflexion pour la prévention des conflits d’intérêts dans la vie publique con il
compito di determinare regole di comportamento al fine di prevenire e regolare
eventuali conflitti di interesse nei quali possono trovarsi i membri del Governo, i
responsabili di istituzioni e di imprese pubbliche e i funzionari che esercitano le
più alte responsabilità amministrative.
Il Rapport pour la prévention des conflits d’intérêts dans la vie publique del 26
gennaio 2011 redatto dalla Commission, contenente le misure costitutive di una
politica di prevenzione dei conflitti di interesse e dunque dirette a definire il
comportamento etico dei soggetti interessati, è stato la fonte di un progetto di
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legge trasmesso all’Assemblea Nazionale il 27 luglio 2011.
Il progetto riprende tre punti fondamentali del Rapport: l'introduzione della
dichiarazione di interessi, di meccanismi di astensione allo scopo di prevenire
conflitti di interessi e l’istituzione di un' Autorité de la déontologie della vita
pubblica: un’autorità amministrativa indipendente incaricata di contribuire al
rafforzamento dell’etica della vita pubblica e a una migliore prevenzione dei
conflitti di interessi inerenti l’ambito pubblico.
Al Senato e all'Assemblea Nazionale è stato chiesto un analogo impegno, ossia di
provvedere separatamente, in virtù della riforma costituzionale n.2008-724
adottata nel luglio 2008 determinante sia una modernizzazione delle istituzioni
della VI Repubblica sia una limitata autonomia regolamentare del Parlamento
francese, con i mezzi ritenuti più opportuni e confacenti, all' attuazione sia di
un'etica da adempiere e rispettare, sia ad una apposita figura preposta al controllo
di tale etica.
Il Senato ha costituito un Comité de déontologie parlementaire, un organo
consultivo competente per le questioni etiche concernenti le condizioni di esercizio
del mandato dei senatori e il funzionamento del Senato mentre il Gruppo di lavoro
dell’Assemblea Nazionale, sulla prevenzione dei conflitti ha proposto un
dispositivo, approvato con decisione del 6 aprile 2011 che prevede l’istituzione di
un codice etico in cui sono previsti i principi che i membri dell'Assemblea
Nazionale devono rispettare e la creazione dell’ufficio del déontologue.
L'istituzione di questo ufficio indipendente rispetto all'Assemblea Nazionale
dunque super partes, consente un controllo oggettivamente efficace concernente i
principi fissati nel codice etico e in virtù di ciò tale ufficio è fondamentale nella
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costruzione di una politica etica efficace.
Anche in ambito governativo è stata approvata recentemente, il 17 maggio 2012,
una carta deontologica che espone i principi etici destinati a guidare il
comportamento dei soggetti componenti l'ambito governativo.
A rendere concreta tale politica etica, di recente costituzione, contribuisce altresì
l'azione di due organismi: della Commission pour la transparence financière de
la vie politique e della Commission Nationale des comptes de campagne et des
financements politiques.
La Commission pour la transparence financière de la vie politique è preposta al
controllo delle dichiarazioni patrimoniali di ministri, deputati, senatori, deputati
europei e dirigenti di organismi pubblici, mentre la Commission Nationale des
comptes de campagne et des financements politiques è responsabile
dell’applicazione delle regole relative al finanziamento dei partiti e delle
campagne elettorali.
In Inghilterra, l'esigenza di porre vincoli definiti all'ambito parlamentare è
antecedente all'esperienza francese: lo scandalo avvenuto nel 1994, “The Cash-for
questions affairs”, mostrò che il parlamentare lobbista Ian Greer aveva corrotto
due deputati conservatori del Parlamento in cambio di interrogazioni parlamentari
e di altre attività, per conto del proprietario egiziano dei grandi magazzini Harrods,
Mohamed Al-Fayed.
Lo scandalo segnò un punto di svolta nel modo di concepire la politica in quanto
si avvertì l'esigenza di porre in essere delle linee-guida etico-morali al
comportamento dei parlamentari per impedire ai soggetti interessati di valicare i
limiti propri della loro funzione e per far si che l'unico interesse ad essere
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perseguito fosse l'interesse pubblico.
Ciò determinò l'istituzione autorizzata dal governo di John Major del Committee
on Standards in Public Life, un organo consultivo indipendente le cui
raccomandazioni guidano e regolano tuttora il comportamento dei componenti
della House of Commons.
Il Committee incaricato di trovare uno strumento diretto a definire la condotta
parlamentare, elaborò il “First Report on Standards in Public Life”, un rapporto
articolato in sette principi disciplinanti il comportamento dei parlamentari.
Tale rapporto è stato seguito da una prassi conforme: il 13 luglio 2005 è stato
approvato il Code of Conduct della House of Commons affiancato a una Guide to
the rules to conduct of members diretta a rendere più chiara sia l'applicazione che
la funzione del codice.
A differenza del codice etico francese, il codice inglese non prevede soltanto
principi, ma prevede anche regole e la disposizione di quest'ultime contribuisce al
rispetto dei principi previsti.
A vigilare sul rispetto dei principi e delle norme contenute in tali codici
provvedono il Parliamentary Commissioner for Standards e il Committee on
Standards and Privileges della House of Commons: il primo supervisiona il
rispetto del Code e della Guide e organizza corsi di orientamento e di formazione
per i membri in materia di condotta, di correttezza e di etica, mentre il Committee
esamina qualsiasi questione relativa alla condotta dei membri.
Anche la House of Lords dispone di un proprio Code e della relativa Guide e al
rafforzamento dei principi e delle regole ivi contenuti provvedono la Committee