22
13 “Manifesto della razza”, in La difesa della razza , n° 1, Roma, agosto 1938.
14 Si tratta delle vittoria americana contro i giapponesi alle isole Midway (1942), della vittoria
delle truppe comandate dal generale inglese Montgomery contro il generale tedesco Rommel
(detto “la volpe del deserto”) ad E l-A lamein (1942), delle battaglie del Guadalcanal (1943), del Mar
dei Coralli (1943) e soprattutto di S talingrado (combattuta tra l’autunno del 1942 e l’inverno del
1943), dopo la quale Hitler dovette ritirarsi disastrosamente dall’Unione S ovietica, rinunciando alla
conquista dell’immenso P aese e proclamare addirittura 4 giorni di lutto nazionale.
Gli eb rei n o n ap p arten g o n o alla razza italian a . Dei semiti che nel corso dei secoli sono
approdati sul sacro suolo della nostra P atria nulla in generale è rimasto. A nche
l' occupazione araba della S icilia nulla ha lasciato all' infuori del ricordo di qualche nome; e
del resto il processo di assimilazione fu sempre rapidissimo in Italia. Gli ebrei
rappresentano l' unica popolazione che non si è mai assimilata in Italia perché essa è
costituita da elementi razziali non europei, diversi in modo assoluto dagli elementi che
hanno dato origine agli italiani”
13
.
I.10. La caduta del fascismo, l’armistizio e la Resistenza nel nord Italia.
Il 1° settembre 1939 Hitler, dopo essersi annesso l’A ustria e la Cecoslovacchia, invade la
P olonia: F rancia ed Inghilterra dichiarano guerra alla Germania nazista (3 settembre),
mentre l’Italia, militarmente impreparata al conflitto, rimane temporaneamente neutrale per
entrare in guerra solo l’anno successivo (come, del resto, si era comportata anche nel I°
conflitto mondiale, entrandovi nel 1915 e non nel 1914). Dopo una fase di ascesa per la
Germania e l’Italia, seguono le catastrofiche sconfitte subite dall’asse “Ro-B er-T o” (Roma-
B erlino-T okio, data l’alleanza del Giappone dell’imperatore Hiro-Hito con Hitler e
Mussolini, avvenuta dopo la distruzione, da parte giapponese, della flotta americana a
P earl-Harbour, nelle isole Haway, il 7 dicembre 1941) verificatesi tra il 1942 ed il 1943
14
,
che segnano la ‘svolta’ della seconda guerra mondiale dando così il via alla parabola
discendente per la Germania e, di conseguenza, per l’alleato italiano.
Il 25 luglio 1943 il Gran Consiglio del F ascismo voto una mozione di sfiducia nei confronti
di Mussolini: era la fine del fascismo. T ra coloro che votarono a favore c' era Galeazzo
Ciano, ministro degli esteri e genero di Mussolini. Il potere viene dato al re V ittorio
E manuele III e Mussolini viene imprigionato a Campo Imperatore, sul Gran S asso, negli
A bruzzi, ma dopo 45 giorni di prigionia “dorata” un gruppo di paracadutisti tedeschi
libererà Mussolini e lo condurrà in Germania, ospite di Hitler. Il re affida il governo al
generale P ietro B adoglio, filomonarchico che scioglie il P . N. F ., ma vieta anche
manifestazioni antifasciste: attua una politica ambigua ed oscillante, firma un armistizio
con gli alleati il 3 settembre 1943, reso noto la 8 settembre, ma non fornisce indicazioni
23
15 P artito Comunista Italiano (nato nel 1921 a Livorno con Gramsci, grazie ad una scissione
dal P . S . I.), P artito S ocialista Italiano (fondato da Filippo Turati a Genova nel 1892), P artito
S ocialdemocratico Italiano (“Democrazia del Lavoro”), P artito P opolare Italiano (futura
“Democrazia Cristiana”), P artito Repubblicano Italiano (“P artito d’A zione”, di mazziniana memoria),
P artito Liberale Italiano (fondato da Cavour).
precise sulla condotta da tenere, sia per i civili che per l' esercito (cfr. il film “T utti a casa”,
con A lberto S ordi). Liberato Mussolini e trasferitolo in Germania, ospite di Hitler, i tedeschi
occupano tutta l' Italia centro-settentrionale (l’Italia a sud di Roma era già stata liberata
dallo sbarco americano avvenuto in S icilia nel luglio 1943 grazie alla complicità con la
mafia siciliana) combattendo contro lo stesso esercito regio italiano, di cui erano alleati.
Mussolini torna in Italia e dà vita alla R. S . I. (Repubblica S ociale Italiana) o “Repubblica di
S alò”, con capitale prima a Rocca delle Caminate, in E milia-Romagna, e dopo poco a
S alò, sul lago di Garda, insieme ai tedeschi: fu questo un esempio di asservimento del
fascismo al nazismo. I nazisti, di fatto, comandano nel nord Italia, perseguitando e
deportando gli ebrei, che prima erano discriminati, ma tollerati. Con il processo di V erona
nel 1944 Mussolini fa condannare a morte il genero Galeazzo Ciano e tutti quanti lo
avevano destituito, e ciò sarà causa della rottura di Mussolini con la figlia E dda: è stato
Hitler a volere ciò, ed è questa un’altra prova della sudditanza di Mussolini ad Hitler. A
partire dall' ottobre 1943 B adoglio dichiara guerra alla Germania e l' Italia è spaccata in due:
la Repubblica di S alò al nord ed il Regno d' Italia o Regno del S ud al sud, con la presenza
dei soldati anglo-americani. Napoli si libera spontaneamente dall' occupazione tedesca (cfr.
il film “Le quattro giornate di Napoli”), mentre a Roma il comandante tedesco K appler
perseguita gli E brei.
Intanto nel Nord Italia si organizza la Resistenza al nazifascismo dei vari C. N. L. (Comitati
di Liberazione Nazionale), organizzazioni della Resistenza che si estenderanno a tutto il
centro-nord (il S ud iniziò ad essere liberato a partire dall’8 luglio 1943 con lo sbarco
americano in S icilia e quindi al S ud non si sviluppò mai la Resistenza antifascista) e che
saranno formate dai sei partiti democratici ed antifascisti del futuro “arco costituzionale”
(cioè i partiti che daranno vita alla futura Costituzione repubblicana del 1948): P . C. I., P .
S . I., P . S . D. I., P . P . I, P . R. I., P . L. I.
15
Il film di Roberto Rossellini “Roma città aperta”
(con A ldo F abrizi ed A nna Magnani) è stato girato a Roma nel 1945, subito dopo la
liberazione ed illustra la resistenza civile ai nazisti. In seno alla Resistenza si distinguono
due forme: una resistenza armata ed una resistenza civile. La prima è organizzata in
B rigate P artigiane, come la B rigata “Garibaldi”, di orientamento comunista, la più forte e
numerosa di cui faceva parte Nilde Iotti, futuro parlamentare del P . C. I.), la B rigata
“Matteotti”, socialista, la B rigata “Giustizia e libertà”, repubblicana; vi sono altre brigate, di
24
orientamento cattolico-liberale, ma decisamente minoritarie rispetto a quelle di sinistra.
T alvolta queste brigate sono organizzate spontaneamente e si pongono in contrasto con la
rigida gerarchia del P artito Comunista. Il partito comunista fu comunque la forza più attiva
nella Resistenza. Nelle montagne i G. A . P . (Gruppi di A zione P atriottica) operavano con
la guerriglia, soprattutto sulle A lpi, sulle montagne liguri e nell’appennino tosco-emiliano.
Le brigate libereranno parecchie città del nord, ma il proclama del generale inglese
A lexander invita i partigiani ad interrompere la guerriglia, preoccupato della predominante
componente comunista all' interno della Resistenza. Ciò creò solo un momento di
scompiglio e di crisi, ma di fatto il proclama di A lexander rimase ignorato e la Resistenza si
organizza riprendendo la lotta. A partire dal 1944, il governo B onomi, impegnato nella lotta
di liberazione, riconobbe ufficialmente le forze partigiane. La Resistenza ebbe un carattere
eterogeneo ed il rapporto tra le forze partigiane e la popolazione civile non fu sempre
positivo a causa delle rappresaglie dei tedeschi, conseguenti alle azioni partigiane. T ra le
stragi naziste più cruente, alla fine della guerra, si ricordino quelle di S ant' A nna di
S tazzema, in T oscana, Marzabotto, in E milia (tra le vittime qui vi furono tantissimi
bambini), le F osse A rdeatine, presso Roma, successive all’esplosione di un ordigno
nascosto in un cassonetto dell’immondizia che provocò la morte di 33 tedeschi, per i quali
vennero uccisi 335 civili del marzo 1944 ( i tedeschi avrebbero voluto inizialmente uccidere
15 italiani per ogni tedesco morto, ma le autorità fasciste di Roma riuscirono a convincere
le S . S . a limitarsi a 10 esecuzioni per ogni tedesco ucciso). A ltra strage fu quella di
Cefalonia, in Grecia, ove i nazisti, subito dopo l' armistizio dell' 8 settembre, imposero agli
italiani, loro alleati fino a quel momento, di consegnare le armi e di arrendersi, ma furono
comunque fatti tutti fucilare.
S toriografia: Claudio P avone, “La scelta”.
Nel suo celebre saggio Una guerra civile (1991), lo storico marxista Claudio P avone definì
la Resistenza italiana come 1)una guerra patriottica di liberazione, 2)una guerra sociale,
ma soprattutto 3)una guerra civile tra italiani. F u soprattutto questa terza definizione a
scatenare vivaci polemiche tra gli studiosi della Resistenza e la tesi di P avone, un
marxista “anomalo” e “critico”, fu più apprezzata dalla destra che dalla sinistra, in Italia,
quando uscì il libro di P avone, all’inizio degli anni ‘90: il pensiero di P avone è stato infatti
strumentalizzato per appiattire entrambi i fronti su un giudizio di generale condanna, che
coinvolge partigiani e repubblichini. Chi fece comunque la scelta giusta, per P avone,
furono comunque soltanto i partigiani.
“La Resistenza fu la guerra tra italiani, tra fascisti ed antifascisti: l' odio tra italiani, tra
partigiani e repubblichini, fu più feroce, a volte, di quello tra italiani e tedeschi. La
25
16 C. P avone, Una guerra civile. S aggio storico sulla moralità nella Resistenza , cap. I°, “La
scelta”, B ollati B oringhieri, Torino, 2 voll., 1991.
definizione di Resistenza come guerra civile fu ben accetta subito dopo la guerra, negli
anni ‘45-’60, durante i quali si insistette sul carattere sociale della Resistenza come lotta di
classe. Repubblichini e partigiani si accusarono reciprocamente, con odio maggiore di
quello tra italiani e tedeschi, di essere “nemici della P atria”: fu una guerra fratricida che
vedeva giovani idealisti schierati su fronti opposti e talvolta schierarsi da una parte o
dall' altra è del tutto casuale ed anche molti giovani repubblichini sono mossi da
motivazioni idealistiche e credono, in buona fede, di poter riaffermare l' onore d' Italia
combattendo a fianco della Germania e non si rendono conto che così facendo
contribuiscono ad asservire sia l' Italia che lo stesso fascismo agli ordini del terzo Reich,
che ha diviso gli italiani ponendoli in guerra tra loro, dopo averli trascinati in un assurdo
conflitto mondiale. Chi fece “la scelta giusta”, non c’è dubbio, furono comunque solo i
partigiani.
I francesi hanno riconosciuto la loro Resistenza come guerra civile, concetto che è stato
invece stato rifiutato dai partigiani jugoslavi, mentre i caratteri della Resistenza jugoslava
furono simili a quella italiana: il nemico interno fu assimilato a quello esterno e contro di lui
fu legittimato l' uso della violenza. F ra i traditori vi furono poi quelli che, finita la guerra,
dopo aver militato nella Repubblica S ociale (come il noto attore di teatro Dario F o), si
convertirono e si pentirono e tale “pentimento”, anche se non sincero, fu comunque meglio
tollerato rispetto alla fede fascista, come è meglio tollerato un convertito rispetto ad un
eretico impenitente. La Resistenza italiana non fu solo una resistenza armata delle brigate
partigiane, ma anche una Resistenza civile, una guerra civile delle popolazioni contro il
fascismo: la resistenza civile è la lotta della Nazione, del P opolo (sinistra) contro la P atria
(destra). Molti giovani rifiutano la leva obbligatoria nella Repubblica di S alò e si danno alla
macchia in montagna insieme ai P artigiani. Un triste esempio della lotta partigiana
fratricida tra italiani avvenne il 7 febbraio 1945 in località P orzus, in F riuli, ove le brigate
comuniste “Garibaldi” attaccarono e massacrarono la brigata partigiana “Osoppo”,
cattolica, perché si era opposta alla cessione di alcuni territori friulani alla Jugoslavia di
T ito. Le brigate partigiane furono infatti spesso divise da orientamenti differenti
orientamenti politici, filo-sovietici i comunisti, filo-americani i cattolici”
16
.
I.11. L’Italia divisa: il Regno del S ud tra il 1943 ed il 1944.
L' armistizio dell' 8 settembre crea un clima di sbandamento fra le truppe italiane, fino a
poco prima alleate dei tedeschi, ma i tedeschi iniziarono a considerare gli italiani come
26
17 P ietro B adoglio era un generale filomonarchico, ma era stato anche fascista, come
dimostrato dalla sua conquista dell’E tiopia nel maggio 1936.
18 Riuscirà a fuggire il 15 agosto 1977 dall’ospedale di Roma, ove era degente come
detenuto, a bordo di un’auto, nascosto rocambolescamente dentro una valigia, ed a raggiungere la
nuova moglie (dalla prima aveva divorziato) in Germania, ove morì poco dopo di tumore al colon.
19 B onomi era un esponente del partito denominato “Democrazia del Lavoro”, futuro P . S . D.
I., nato da una scissione con il P . S . I.
nemici. Il re fuggì in P uglia e lasciò Roma nelle mani dei tedeschi, mentre Napoli si liberò
eroicamente con le 4 eroiche giornate, nello stesso settembre 1943. Le “due Italie”, la
Repubblica di S alò ed il Regno del S ud, avevano confini mutevoli a seconda degli
spostamenti del fronte di liberazione anglo-americano. Gli alleati sbarcarono ad A nzio, nel
Lazio, nel 1944, ed iniziarono a liberare tutta l' Italia centro-meridionale. T ogliatti tornò dal
lungo esilio in Unione S ovietica e con la “svolta di S alerno” nella primavera del ‘44 ribadì il
suo appoggio al re e al governo B adoglio, rimandando alla fine della guerra il problema
della scelta tra monarchia e repubblica, e questo nonostante la contrarietà della base del
P . C. I., che voleva punire il re e B adoglio per l' appoggio dato al fascismo
17
. Nel 1944 gli
alleati liberarono Roma: K appler, capo delle S . S . di Roma, venne arrestato
18
, mentre la
sua famiglia riuscì a fuggire in S vizzera, P aese neutrale. Con la presa di Roma da parte
degli alleati, al governo B adoglio, dimissionario, seguì il governo B onomi, ed anche il re
V ittorio E manuele III abdicò in favore del figlio Umberto II. Il governo B onomi è
moderato
19
, ma ottiene l' appoggio di T ogliatti, che vuole mantenere unito il movimento
antifascista, evitando nuovi dissensi tra comunisti e cattolici. Intanto si era formato, già nel
1944, ancora sotto la presidenza B adoglio, un primo governo di unità nazionale, costituito
da tutti i partiti del C. N. L. (Comitato di Liberazione Nazionale), ovvero dai 6 partiti
democratici antifascisti del futuro “arco costituzionale”.
I.12. La Repubblica nazifascista di S alò.
Nel centro-nord, durante la R. S . I. (Repubblica S ociale Italiana o Repubblica di S alò, dal
nome della cittadina del lago di Garda, capitale della Repubblica), sulle montagne, come
abbiamo visto, si era organizzata la Resistenza da parte delle varie B rigate P artigiane,
mentre la politica della Repubblica S ociale, assoggettata i nazisti, si distinse subito per
1.l' antisemitismo;
2.una connotazione repubblicana ed anti-monarchica, in quanto si accusa la monarchia
sabauda di avere passivamente accettato l' alleanza con i partigiani e l' invasione
americana;
27
3.l' alleanza con la Germania nazista;
4.il recupero del carattere sociale del fascismo delle origini, unito al rifiuto del capitalismo e
del liberismo, anche se quest' ultimo punto fu più terrorizzato che messo in pratica, come
dimostra l' appartenenza a ceti medio-alti e nobiliari di molti ministri del governo della
Repubblica S ociale.
Durante “i 600 giorni di S alò”, soprattutto nell’ultima parte di questo periodo, Mussolini è
sempre più solo, avrebbe voluto addirittura concludere una pace con gli A lleati,
all’insaputa di Hitler, ma non ci riesce: è un dittatore ormai deluso e rassegnato,
assoggettato ad Hitler, sa di aver perso il consenso degli italiani, gli era morto in guerra,
nel 1941, il figlio B runo e la figlia E dda, dopo la fucilazione del marito Galeazzo, imposta
da Hitler a Mussolini, ha chiuso ogni rapporto con il padre; dopo il suo arresto sul Gran
S asso, era stato liberato da commando di paracadutisti tedeschi, viene portato in
Germania, “ospite” di Hitler, ma, da questo momento, sempre più dipendente da Hitler,
mentre avrebbe preferito essere liberato dagli italiani.
Nell’aprile 1945 Mussolini viene arrestato dai partigiani a Dongo, sul lago di Como, e
fucilato insieme all’amante Claretta P etacci, mentre stava viaggiando a bordo di un camion
tedesco con l’intento di attraversare la V altellina, ultima roccaforte della Repubblica
S ociale in quanto ormai tutta l’Italia era stata liberata dagli A lleati e dalle forze partigiane, e
di recarsi in S vizzera, per morire “con la faccia al sole”: l’idea romantica della “bella morte”
era sempre stata cara a Mussolini. F u invece fucilato dai partigiani insieme all’amante, i
loro corpi furono poi appesi a testa rivolta verso il basso ad una pensilina di piazzale
Loreto, a Milano: il luogo rivestiva una tragica importanza storica e simbolica, in quanto
piazzale Loreto era stato luogo di eccidi fascisti verso i partigiani. In seguito, i corpi di
Mussolini e della P etacci furono lasciati al linciaggio della folla, e questo fu una
manifestazione indubbiamente poco civile, che dimostra soltanto l’esplosione di un odio
covato da molti anni.
I.13. La fine della guerra.
Il 30 aprile 1945 Hitler si suicida a B erlino e lascia il comando a K arl Donitz, che il 7
maggio 1945 firma la resa incondizionata della Germania.
I Marines sono le truppe da sbarco americane, divenute leggendarie per i successi contro i
giapponesi, che tuttavia reagiscono gli americani con i K amikaze, aerei suicidi che si
gettano, carichi di esplosivi, sulle navi e sugli obiettivi statunitensi. A llora il 6 ed il 9 agosto
1945 gli S tati Uniti, per volontà del nuovo presidente Harry T ruman, sganciano 2 atomiche,
rispettivamente su Hiroshima e Nagasaki, in Giappone, uccidendo all' istante quasi 100