6economicamente in difficoltà, ed essendo spesso le famiglie private della
presenza del capofamiglia per motivi bellici o politici queste si trovano a
lottare costantemente per la sopravvivenza. Le relazioni interpersonali che
l'autore ci descrive sono spesso private di sentimenti veri e le relazioni umane
rappresentate sono il più delle volte inconsistenti e caratterizzate da violenza e
ipocrisia. I giovani, all'interno di una società così descritta, non possono che
sentire la propria sconfitta: le vite di questi ragazzi, macchiate dagli orrori di
quella guerra che i loro padri si sono trovati a combattere, subiscono in modo
diretto le conseguenze di tanta violenza e miseria e sono condannate
all'impossibilità di cambiamento. La mancanza di tali opportunità per questa
nuova generazione è, secondo lo scrittore, causata principalmente dalla
manipolazione o rimozione del passato; come egli stesso afferma, il popolo
spagnolo è stato privato della propria identità, della verità e della giustizia
essendo stata la memoria collettiva per molto tempo appannaggio esclusivo
dei potenti:
tarde o temprano, el poder político tendrá que rendir cuentas a esta
memoria colectiva que, quiérase o no, acabará por imponerse. [...] Y en
tanto el poder sigue usufructuando en exclusiva la memoria de unos
hechos que nos pertenecen, arrebatándonos las señas de identidad y
prohibiéndonos hacer el recuento de lo ocurrido3.
La memoria collettiva a cui fa riferimento Marsé riguarda il ricordo degli
avvenimenti verificatisi dagli anni Trenta, iniziando dalla Guerra Civile, fino
ad arrivare alla dittatura franchista e agli anni di transizione democratica:
decenni caratterizzati da conflitti e perdite umane. Una soluzione per poter
ristabilire la riconciliazione nazionale favorendo così la costruzione di un
nuovo sistema politico libero da sentimenti di odio e di rivalsa, è stata attuata
nell'ottobre del 1977, sotto il governo di Adolfo Suárez: con l'emanazione di
un'amnistia, che riguarda sia i delitti politici perpetrati dal governo franchista
sia quelli ai danni dello stesso, si decide per la cancellazione di colpe e crimini
3 J. Rodríguez, Juan Marsé, una mirada irónica sobre la transición: los textos de Por Favor,
(1974-1978), in Anales de la literatura española contemporánea, ALEC, Vol.32, nr.1, 2007, p. 156.
7commessi da entrambe le fazioni4. Questo patto dell'oblio, la cui attuazione
avrebbe dovuto favorire un passaggio graduale dalla dittatura alla democrazia
attraverso una “transizione negoziata”5, fu vista da alcuni osservatori e studiosi
come “il frutto della saggia e libera scelta della gran parte dei cittadini [...] di
dimenticare ferite e torti reciproci per edificare insieme un nuovo sistema di
convivenza democratica”6; per lo storico Ranzato, al contrario
la nota essenziale della transizione spagnola appare essere quella
dell'impossibilità. Impossibilità innanzi tutto di condannare apertamente
il passato regime, benché esso fosse stato l'antitesi della democrazia.
Impossibilità dunque di abbattere i suoi simboli e le sue insegne. E
impossibilità di punire ed epurare alcuno dei suoi funzionari7.
La transizione per la formazione di un nuovo sistema politico-istituzionale
non si rivela affatto un processo armonioso poiché risulta minato da continui
tentativi di iniziative cospiratorie e colpi di stato. Il primo tentativo di
insubordinazione verso il governo democratico avviene nel 1977, pochi mesi
dopo le elezioni il cui esito risulta deludente per la destra: dopo una riunione
di vari ex ministri, alti comandanti e ufficiali superiori, viene stipulato un
ultimatum per il re in cui si chiede l'allontanamento di Suárez e la costituzione
di un governo di salvezza nazionale presieduto dal Generale Fernando De
Santiago, suo ministro della Difesa e vicepresidente del Consiglio durante il
primo governo. Questo documento rappresenta una minaccia di golpe che
viene però ignorato. L'anno seguente il colonnello Tejero prepara la cattura di
tutto il governo durante il Consiglio dei ministri, ma il piano viene scoperto e
4 G. Ranzato, Il passato di bronzo. L'eredità della Guerra Civile nella Spagna della democrazia,
Laterza, Milano, 2006, p. 12.
5 M. Salvati, Spagna e Italia: un confronto, in P. Díaz, La lezione spagnola Società civile, politica e
legalità, Il Mulino, Bologna, 2003, p. 87.
6 Juan Linz lo considera uno “straordinario processo politico, frutto del desiderio di pace, del
desiderio di non continuare ad essere differenti dal resto d'Europa” (Ranzato, Il passato di bronzo, cit,
p. 14); Michele Salvati afferma che “gli stessi cittadini [...] segnalarono con chiarezza ai partiti che
una transizione più traumatica, attraverso la quale si facesse chiarezza subito su chi aveva avuto
ragione e torto nella grande guerra civile, che condannasse con durezza e senza reticenze il
franchismo, che conducesse una epurazione seria all'interno degli apparati statali, oltre a non essere
possibile [...] non era neppure gradita alla grande maggioranza degli spagnoli” (Salvati, Spagna e
Italia: un confronto, cit, p. 16).
7 Ranzato, Il passato di bronzo, cit, p. 17.
8il suo autore condannato dal tribunale militare per cospirazione alla pena di
sette mesi di arresto. Un nuovo tentativo di golpe per la sostituzione del
governo viene preparata nel 1980 dal generale Torres Rojas, ma la notizia
trapela fino ad arrivare alle stampe così che il tentativo fallisce; infine è
nuovamente Tejero nel 1981 a preparare un altro colpo di stato irrompendo
nell'aula delle Cortes, ma anche questa volta viene fermato. Come si può
notare dai numerosi tentativi di insurrezione, preparati principalmente da
personaggi appartenenti alla sfera militare, un fattore determinante della
fragilità della democrazia è rappresentato proprio dalla paura dell'intervento
dell'esercito che ha continuato a possedere un forte potere di ricatto; il
controllo politico che la sfera militare è riuscita a mantenere nel corso degli
anni è così forte che lo stesso re Juan Carlos, in un incontro con i
rappresentanti dei partiti politici, afferma che “si è creata una situazione
delicata” e che “sarebbe poco consigliabile un'aperta e dura reazione delle
forze politiche contro coloro che hanno commesso gli atti di sovversione”8.
Come afferma Ranzato questi “sono indizi evidenti di un timore diffuso
dell'intervento militare”9 che hanno inciso e condizionato la transizione verso
la democrazia spagnola; una prova evidente di tale paura è rappresentata dal
fatto che le autorità di governo abbiano lasciato intatte le vestigia appartenenti
al regime di Franco nelle strade spagnole. Tra i compiti della “Comisión
interministerial para la recuperación de la memoria histórica y la rehabilitación
de las víctimas” (istituita nel 2005 da Zapatero) quelli di redigere una proposta
di legge per la rimozione
di monumenti e di simboli del passato regime, [...] la riesumazione dalle
fosse comuni delle vittime delle giustizie sommarie e la cancellazione
delle sentenze dei tribunali di guerra franchisti, con la conseguente
riabilitazione [...] di coloro che furono giustiziati in forza di esse10.
Il fatto che tali decisioni siano state prese solo ora, a distanza di più di
8 Ivi, p. 38.
9 Ivi, p. 41.
10 Ivi, p. 70.
9trent'anni dalla morte del Caudillo, dimostra quanta cautela si sia riservata
all'argomento franchista da parte degli stessi politici e il silenzio in cui le
famiglie abbiano vissuto senza osare reclamare non solo le ingiustizie subite
ma anche la restituzione dei corpi dei propri cari. Ma i cittadini erano ben
consapevoli che il patto implicito di dimenticanza fosse l'unica strada possibile
in quegli anni per la costruzione di un nuovo futuro, anche se questa decisione
fa nascere inevitabilmente nel popolo sentimenti rancorosi per i torti e le
ingiustizie subite e, come afferma Ranzato, “i ricordi privati la fanno da
padroni, si trasmettono dai nonni ai nipoti con il fascino delle verità quasi
indicibili dando senso e radici alle sofferenze delle nuove generazioni, con
tutto il loro strascico di impotenza e di amarezza”11. Risulta evidente come le
forze politiche e militari abbiano condizionato la vita sociale del Paese e in
tale contesto il popolo spagnolo si sia trovato a chiudere i conti con il passato
senza aver potuto però elaborare i propri sentimenti di rancore e rabbia per il
quarantennio di violenza e dittatura subiti: “ed è proprio perché la vita del
passato è tutt'altro che esaurita che si puniscono gli uomini e si porta loro
rancore”12. Juan Marsé afferma quindi la necessità di recuperare quella
memoria13 che è stata cancellata: “una memoria que hay que recuperar y
restaurar (es nuestro deber y nuestro derecho [...]), porque está deteriorada no
tanto por el paso del tiempo como por la acción de los hombres desde el
poder”14. I ricordi che sono stati taciuti per tanto tempo, e il rancore che le
famiglie hanno lasciato sopire nel proprio animo, hanno portato alla
formazione di una società piena di risentimento perché “distorcere la
percezione del passato, ha impedito di superare definitivamente la guerra
civile attraverso una giusta presa di distanze”15; ricordare risulta essere una
11 Ivi, p. 46.
12 U. Galimberti, Il corpo, Feltrinelli, Bologna, 2005, p. 148.
13 Come afferma Cercas “si è trattato di un tacito accordo, e certamente necessario. I vinti hanno
rinunciato alla resa dei conti e, in cambio, gli eredi del franchismo hanno accettato il gioco
democratico. Ora, a un quarto di secolo dalla Costituzione, si deve parlare” (in Salvati, Spagna e
Italia: un confronto, cit, p. 95).
14 Rodríguez, Juan Marsé, una mirada irónica sobre la transición: los textos de Por Favor,
(1974-1978), cit, p. 173.
15 Ranzato, Il passato di bronzo, cit, p. 87.
10
necessità per poter dare alla popolazione un “rimborso emotivo” per ciò che è
accaduto durante i terribili anni della Guerra Civile e una possibilità di
superamento del passato per poter accettare il presente con maggiore serenità e
coscienza.
Marsé si fa inoltre portavoce del diritto degli scrittori di poter raccontare,
sottolineando la propria indignazione per la mancanza di libertà d'espressione
che lo colpirà in parte nella pubblicazione in Spagna del romanzo Si te dicen
que caí16. Nella nota introduttiva presente nella nuova edizione del suddetto
romanzo, l'autore esprime la propria decisione di aver voluto scrivere per la
prima volta nella vita “sin pensar en la reacción de la censura ni en los editores
ni en los lectores”17, aggiungendo le proprie considerazioni riguardo la
situazione in Spagna per la pubblicazione di romanzi, come leggiamo nei
seguenti estratti:
corrían los años 1968-1970, el régimen franquista parecía que iba a ser
eterno y una idea obsesiva y fatalista se había apoderado de mí: la de que
la censura, que aún gozaba de muy buena salud, nos iba a sobrevivir a
todos, no solamente al régimen fascista que la había engendrado sino
incluso a la tan anhelada transición [...] instalándose ya para siempre,
16 Il romanzo Si te dicen que caí (il cui titolo è ripreso da un verso di Cara al sol, l'inno della Falange
scritto da Dionisio Ridruejo) fu pubblicato in Messico nel settembre 1973 e risultò vincitore del
premio México; fu poi pubblicato in Spagna solo nel 1976 per autocensura dell'autore, consapevole
del fatto che il suo romanzo non sarebbe stato pubblicato se non apportando numerose modifiche. Dal
documento del “Ministerio de información y turismo” con data 14/11/1974 in merito si può leggere
quanto segue: “Con fecha 17 de Octubre de 1973, [...] la Editorial Novaro presentó a consulta
voluntaria la obra de Juan Marsé Si te dicen que caí. [...] La obra, premio de la Ciudad de México,
indudablemente es altamente peligrosa por las implicaciones de tipo político, que se plasman en una
constante ofensa y actitud despreciativa hacia la Falange, su ideología y emblemas. Con fecha 19 de
noviembre del mismo año 1973, se ofició a la Editorial aconsejando numerosas supresiones, las
cuales, caso de ser tenidas en cuenta, permitirían la autorización del libro. [...] el libro fue visto
personalmente por el Ilmo. Sr. Director General durante el mes de diciembre del repetido año 1973,
estimado que con el contexto íntegro no podría ser autorizado. [...] parece ser que, con carácter
oficioso, el Ilmo. Sr. Director General resolvió en última instancia la posible autorización del libro con
la supresión única de la dedicatoria del contexto original”. L'impossibilità dell'autorizzazione era data
considerando: “insultos al yugo y a las flechas, a los que llama la araña negra [...] escenas de torturas
por la Guardia Civil o por los falangistas [...] alusiones inadmisibles a la Guardia Civil [...]
obscenidades y escenas pornográficas [...] escenas políticas [...] todo ello mezclado con putas,
marchones, gente de mala vida [...] Sólo si hubiéramos tachado todo lo que habla de pajas y pajilleras
en los cines no quedaría ni la mitad de la novela. La consideramos por tanto denegable. Madrid, 20
Octubre” (de Abiada, Sobre las variantes de Si te dicen que caí: una primera interpretación in C. R.
Castro, Cuadernos para el análisis, Juan Marsé, su obra literaria. Lectura, recepción y posibilidades
didácticas, Horsori , Barcellona, 2005, p. 146).
17 J. Marsé, Si te dicen que caí, Random House Mondadori, Barcellona, 1998, p. 7.
11
como una maldición gitana del Caudillo, en el mismo corazón de la
España futura. Tal era de negra y pesimista la perspectiva después de más
de treinta años de represión y mordaza18, [...] desembarazado por fin del
pálido fantasma de la autocensura, pensaba solamente en los anónimos
vecinos de un barrio pobre que ya no existe en Barcelona, en los furiosos
muchachos de la posguerra que compartieron conmigo las calles leprosas
y los juegos atroces, el miedo, el hambre y el frío19.
Marsé quindi scrive i propri romanzi pensando alla propria infanzia e alle
persone del quartiere che hanno vissuto con lui gli anni del dopoguerra, ma
senza introdurre nei suoi scritti alcun tipo di accusa esplicita verso il regime;
l'obiettività dell'autore non è finalizzata ad esporre la grandezza di un regime o
di una ideologia, ma entra nel profondo dei personaggi, scavando nel loro
animo tra speranze, frustrazioni e sconfitte. Lo scrittore punta soprattutto sulla
difesa di principi morali quali la verità, la giustizia e la libertà e, come spiega
Castro
nunca toma partido por ninguna opción política, cuando toma partido es
por sus criaturas que sufren preciosamente debido a la inautenticidad de
la sociedad y de las diversas ideologías políticas. Precisamente ha sido
esta independencia de pensamiento la que ya desde el principio de su
carrera como escritor ha traído a Marsé molestias y sinsabores20.
La sua vuole essere una testimonianza di ciò che è accaduto basandosi
sull'osservazione e descrizione delle conseguenze che si sono riflesse sulla
società del suo tempo. Marsé afferma che nei suoi romanzi vi è
“semplicemente” rappresentato “el vómito de un niño – adulto que intenta – y
creo que lo consigue – librarse del miedo y del asco, de la suciedad, suciedad
física y espiritual, moral, de unos determinados años”21 e, considerando gli
18 Ibidem.
19 Ibidem.
20 S. Amell, Elementos constitutivos de la narrativa de Juan Marsé, in Castro, Cuadernos para el
análisis, Juan Marsé, su obra literaria. Lectura, recepción y posibilidades didácticas, cit, p. 41.
21 Rodríguez, Juan Marsé, una mirada irónica sobre la transición: los textos de Por Favor,
(1974-1978), cit, p. 141; Come afferma la studiosa M. L. Blanco “la ficción aspira a ser la realidad,
[...]: quiere representarla, pero no suplantarla” (E. D. Castro, Juan Marsé: esencialismo simbólico, in
“Cuadernos de filología hispánica”, n. 25, 2007, p. 63).
12
studi sulle sue opere troppo concentrati sul tema del dopoguerra in cui i suoi
scritti si ambientano, spiega che
es cierto que pasan en la posguerra, pero no por un afán arqueológico ni
por nostalgia. Lo que me interesa es explicar historias que tienen que ver
con aquellos hechos, pero no lo hago con afán de crónica periodística,
sino para rescatar unas experiencias personales y unas emociones que
también pueden darse en la época actual22.
L'autore infatti considera il genere del romanzo
un relato de ficción, [...] los personajes son de ficción. Que, cierto, la
ficción se nutre, a veces, de la realidad, pero que yo no tengo ninguna
culpa de que en aquellos años, los de mi novela, hubiera más falangistas
que ahora y actuasen de la forma en que actuaban. ... En fin, explicaré ...
que un escritor, un novelista, tiene derecho a narrar la realidad tal y como
éste la siente y que el que adivina -ojo, a-di-vi-na- los pecados de Dorian
Gray es porque los ha cometido23
essendo la “literatura [...] una lucha contra el olvido, una mirada solitaria y
cómplice a la alegría y al fracaso del hombre, una pasión y un empeño por
fraguar sueños e ilusiones en un mundo inhóspito”24. “Un mondo narrativo
prende a prestito i propri individui e le loro proprietà dal mondo reale di
riferimento”25 per cui è certo che l'autore si serva di personaggi fittizi, essendo
i romanzi frutto della sua immaginazione, ma allo stesso tempo i protagonisti
si nutrono della realtà storica del periodo cui Marsé fa riferimento. Non risulta
difficile quindi che tra le fazioni politiche rappresentate quelle appartenenti
all'ala franchista siano spesso quelle caratterizzate per mezzo di personaggi
violenti. I personaggi risultano essere
transposición mental y a la vez histórica; una curiosa sinécdoque
indicativa y algo visionaria. Son, al fin y al cabo, ficciones
representativas de toda una época y de una ciudad hoy difuminadas por el
22 Amell, Elementos constitutivos de la narrativa de Juan Marsé, cit., p. 42.
23 Rodríguez, Juan Marsé, una mirada irónica sobre la transición: los textos de Por Favor,
(1974-1978), cit, p. 162.
24 J. Maurel, Los nervios secretos de Si te dicen que caí,in “Barcarola”, nr.71-2, aprile 2008, p. 28.
25 U. Eco, Lector in fabula. La cooperazione interpretativa nei testi narrativi, Bompiani, Milano,
1985, p. 131.
13
embellecimiento y la especulación26
in accordo con quanto afferma Antonio Muñoz Molina per il quale “una
novela es inventar y recordar y erigir la palabra contra el silencio del olvido y
convertir en mitología la propia historia y el pasado inmediato”27. Come spiega
Luis Izquierdo
la de Marsé es una narrativa equivalente a la transmisión moral de la
memoria, [...] manifiesta su condición urbana ejemplar como
recurrencias emblemáticas a su mundo [...]; esas recurrencias son el
itinerario y las vistas mentales, las vistas históricas que devienen viñetas
memorables y de metafórica nostalgia28.
Marsé quindi presenta fatti e personaggi29 che sono alimentati
dall'immaginazione ma che scaturiscono anche dai suoi ricordi di ragazzo,
senza inserire nei romanzi
el mero rechazo de una mitología (la impuesta por el franquismo) o su
suplantación por otra (la propuesta por la resistencia). En su obra existe
un rechazo de ambas [...] y las sustituye con una mitología basada en los
mitos de la adolescencia, mitos que, se corrompen en boca de los
adultos30.
Il compito primo dello scrittore non risulta essere la denuncia politica, ma
quello della rappresentazione per la salvezza della memoria31, carattere
fondamentale secondo Marsé per poter crescere, come risulta dalle seguenti
affermazioni rilasciate in una intervista:
Creces hacia el pasado en el sentido de que cuanto más clarificado tienes
el pasado, cuanto más lo has resumido, lo has entendido, y lo has
comprendido, más creces. Si no tienes recuerdo de nada de lo que te ha
26 Castro, Cuadernos para el análisis, Juan Marsé, su obra literaria. Lectura, recepción y
posibilidades didácticas, cit., p. 19.
27 Amell, Elementos constitutivos de la narrativa de Juan Marsé, cit., p. 34.
28 Ivi, p. 68.
29 “víctimas [...] perdedores [...] fracasados de una sociedad que devora a todos aquéllos que no se
adaptan a sus reglas” (Ivi, p. 42).
30 Ivi, p. 34.
31 “El novelista no es visionario; al contrario: es memoria. Y si no es memoria, no es nada” (Maurel,
Este sol de la infancia: vertientes de la memoria en la obra narrativa de Juan Marsé in Castro,
Cuadernos para el análisis, Juan Marsé, su obra literaria. Lectura, recepción y posibilidades
didácticas, cit., p. 43).
14
ocurrido en la vida, ¿cómo vas a crecer?32.
Per tale ragione l'uso che l'autore fa della memoria all'interno dei suoi
romanzi è cruciale per la costruzione degli stessi, come emerge dall'analisi di
Castro il quale spiega che:
a través de la memoria Marsé entrelaza pasado, presente y futuro y dota a
los hechos y personajes de sus narraciones de un carácter ambiguo donde
la verdad, la mentira, la imaginación y la ilusión se mezclan sin que el
lector pueda atrapar con siguridad ninguna de ellas33.
1.2 La memoria dei padri.
Nella vita dei personaggi presentati particolare importanza risulta avere il
rapporto che si viene ad instaurare tra i giovani e i padri, spesso assenti perché
fuggiti o morti; da un canto il giovane può trovarsi a negare l'identificazione
con il proprio antenato attribuendogli la colpa della sua assenza
considerandola un torto ai propri danni, mentre dall'altro può ritenerlo un eroe
valoroso: i due casi in questione sono perfettamente interpretati a mio parere
da Andrés nel romanzo Encerrado con un solo juguete (1960) e David in
Rabos de lagartija (2000).
Il giovane Andrés fa parte di quella generazione definita dallo stesso
narratore come una
generación a la cual se le ha dado [...] todo hecho – símbolos, victorias,
héroes que venerar, mármoles que besar – dejándola sin posibilidad de
nueva senda, siquiera sin derecho a buscarla entre una marea de días
prefabricados, dictados, días que se posan mansamente al pie del lecho
todas las mañanas igual que perros apaleados34.
Una società prefabbricata come descritta non può che negare alla nuova
32 Marsé, El escritor que quiere llamar la atención con la lengua es que no tiene nada que decir, in
“Abc”, 20/01/2000, p. 23.
33 Amell, Elementos constitutivos de la narrativa de Juan Marsé, cit., p. 37.
34 Marsé, Encerrado con un solo juguete, Lumen, Barcellona, 2000, p. 10.