8che esiste fra energia e governo del territorio, nella crescente importanza che
viene ad assumere il collegamento tra dove e come l'energia viene prodotta e
utilizzata.
Il quadro delle politiche energetiche è cambiato profondamente e rapidamente
nell'ultimo decennio, anche se con ritmi diversi e soluzioni parzialmente
differenti nei vari Paesi. La sede delle politiche energetiche si spostata
progressivamente dai solo governi nazionali, anche a sedi più vaste e più
ristrette. Si veda l'importanza delle direttive dell'Unione Europea (ad esempio
sulla liberalizzazione del mercato dell'elettricità e del gas) o del Protocollo di
Kyoto da un lato; e le crescenti responsabilità dei governi regionali e locali in
materia energetica dall’altro. E’ evidente che la politica energetica si basa
sempre di più su una relazione tra territorio e energia. Infatti, sia per le fonti
rinnovabili che per il risparmio energetico non è più possibile prescindere dalla
dimensione locale (regionale, provinciale, comunale) e dalle competenze degli
Enti Locali nel campo della programmazione territoriale.
Anche gli strumenti delle politiche energetiche sono cambiati da un sistema
"top down" basato su strumenti di "comando e controllo" e sull'attuazione
diretta delle politiche tramite gli enti energetici (in Italia ENI ed ENEL), a un
sistema più partecipativo, che utilizza strumenti economici di mercato e
sistemi di accordi volontari. Tale passaggio è stato favorito dalla constatazione
che il mercato spesso detiene più efficienti di quelli prescrittivi.
Se quindi si potesse riuscire ad introdurre nel mercato quelle considerazioni
che correggono la sua miopia e permettono di introdurre obiettivi di lungo
termine, possiamo utilizzare la proverbiale efficienza del mercato per
raggiungere obiettivi concreti. Questo percorso richiede di individuare
obiettivi ragionevoli, realistici ma anche ambiziosi, studiare e sperimentare
strumenti di regolamentazione del mercato e avere un sistema di monitoraggio
dei risultati. Appare chiaro, che questa ridefinizione del mercato dell’energia,
formula una nuova distribuzione del ruolo dei soggetti, pubblici e privati, che a
vario titolo intervengono nel settore energetico. Da sottolineare il fatto che,
mentre nel nuovo contesto “liberalizzato” appare evidente il ruolo degli
operatori energetici ed economici nella promozione d’iniziative, orientate
9ovviamente dai costi del combustibile e dalle economie di scala, risulta
difficile valutare quale peso specifico potrà assumere lo stesso governo locale
nell’imporre un qualsiasi strumento regolatore della politica energetica sul
proprio territorio.
Il presente lavoro rientra proprio in quella componente di programmazione
energetica spettante agli Enti Locali, proponendosi come sezione integrante
dello studio per la redazione del Piano Energetico Ambientale Provinciale
(PEAP) di Grosseto.
Il ruolo delle Province in materia energetica e’ cambiato sostanzialmente nel
corso degli anni e oggi giorno il ruolo provinciale può essere sostanziale nel
promuovere l’uso razionale delle risorse naturali a fini energetici.
A livello provinciale le competenze definite dalla legge 10/91 si limitano
praticamente ai compiti di controllo sugli impianti di riscaldamento relativi ai
territori comunali con meno di 40.000 abitanti.
Il Piano Energetico Ambientale Provinciale (PEAP) trovava dunque difficoltà
a collocarsi, in questo settore, con funzione di snodo e collegamento tra il
Piano Energetico Regionale e quello Comunale, introdotti dall’art. 5 della
legge 10/91. Con il decreto legislativo 112/98 le Province hanno assunto
competenze importanti, fra cui la redazione e l’adozione dei programmi di
intervento per la promozione delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico
e l’autorizzazione alla installazione ed all’esercizio degli impianti di
produzione di energia fino a 300 MW termici.
A queste si aggiungono le funzioni amministrative che la Provincia è chiamata
a svolgere, insieme al Comune, in materia di controllo sul risparmio energetico
e sull’uso razionale dell’energia, oltre a quelle eventualmente previste e
concordate con la Regione all’interno del Piano Territoriale di Coordinamento,
che rimane il riferimento centrale come documento quadro di pianificazione
provinciale.
Sebbene le Province (ad eccezione di quelle autonome di Trento e di Bolzano)
non siano quindi obbligate per legge a predisporre un proprio Piano Energetico,
10
alcune di queste, fra cui la Provincia di Grosseto hanno ritenuto opportuno
dotarsi di questo strumento di programmazione.
All’interno del PEAP di Grosseto, lo “sviluppo sostenibile” costituisce il
principale obiettivo della politica energetica provinciale e, sulla base di ciò
persegue, come finalità specifiche, il contenimento dei consumi di energia, lo
sviluppo delle fonti rinnovabili locali di energia e la tutela dell’ambiente.
In particolare il presente studio rappresenta la sezione “turismo” del PEAP
della Provincia di Grosseto, cioè la sezione che mira a descrivere l’impatto del
settore turistico/ricettivo sull’intero bilancio energetico provinciale, nonché ad
individuare le modalità per l’incentivazione alla riduzione dei consumi
energetici tramite l’istallazione di impianti alimentati da fonti di energia
rinnovabile presso le strutture ricettive medesime.
Negli ultimi anni, infatti, è aumentata sempre più la consapevolezza di quanto
l'ambiente, nel suo vasto contesto, sia diventato un valore molto importate e
altamente significante per le località turistiche. Il turismo deve quindi
riproporre quella integrità dei beni ambientali propria nei tempi passati e che
ora, purtroppo, è modificata dalla pesante mano umana. Infatti, come riportato
nell’indagini ISTAT (2000) denominata “Studio Nazionale per l’Applicazione
del Marchio Europeo di Qualità Ambientale nel Settore del Turismo”, si può
notare come i turisti siano particolarmente attenti alle misure per la protezione
dell’ambiente promosse dalle strutture ricettive, come aumenti il
loro gradimento se viene offerta una migliore qualità ambientale, come sia
molto ammirato il gesto di una certificazione che attesti qualità ambientale.
Dalle statistiche emerge che tra i fattori di scelta della struttura ricettiva da
parte del turista, gli aspetti ambientali (vicinanza a zone di interesse
ambientale e gestione del servizio che rispetti l’ambiente) siano comparabili a
quelli tradizionali (prezzo, varietà del servizio, vicinanza alla zona di
interesse). Tali risultati incentivano quindi la diffusione di politiche ambientali
orientate a migliorare la qualità globale delle località turistiche prospettando
numerosi vantaggi per tutti: imprenditori e lavoratori del settore, residenti e
turisti.
11
Risulta quindi evidente il legame tra promozione delle energie rinnovabili e
miglioramento del settore turistico provinciale. L’obiettivo del presente lavoro
è quindi quello di determinare l’interesse degli operatori turistici in impianti ad
energia rinnovabile. In particolare, lo studio determinerà, attraverso un
esercizio di valutazione contingente la reale disponibilità ad investire, da parte
degli imprenditori del settore turistico, in impianti eolici e solari fotovoltaici
da installare presso le proprie aziende utile sia ad incentivare una diffusione
delle energie rinnovabili con tutti i vantaggi ambientali, sociali ed economici
che ne conseguono, sia a promuovere un settore strategico come il turismo nel
territorio della Provincia di Grosseto.
La tesi si articola in cinque capitoli così distinti:
- Fonti energetiche rinnovabili. Si descrive l’importanza delle fonti di
energia “verdi” negli scenari energetici presenti e futuri focalizzando
l’attenzione sulle attuali barriere che ne pregiudicano la diffusione.
- Le fonti alternative eoliche e fotovoltaiche. Trattazione su quelle
fonti definite non programmabili che, negli ultimi anni, sono state
notevolmente sviluppate ed utilizzate.
- Incentivi economici alla generazione distribuita: il conto energia. I
vantaggi tecnologici, economici e sociali derivanti da sistemi energetici
basati su “net-metering” ovvero sistemi fondati su micro-impianti di
generazione ed una loro modalità di incentivazione economica basata
sul “conto energia”.
- Le energie rinnovabili ed il settore turistico della Provincia di
Grosseto: la metodologia della valutazione contingente. Si riporta
l’importanza del settore turistico/ricettivo all’interno del sistema
economico provinciale di Grosseto nonché la necessità dell’istallazione
di impianti alimentati da fonti di Energia Rinnovabile presso le
strutture ricettive. Si descrive inoltre il Metodo della Valutazione
12
Contingente insieme alla definizione delle procedure per la
realizzazione di uno studio di valutazione condotto tale modello.
- Le aziende ricettive della provincia di Grosseto: un caso di studio.
Applicazione del metodo della valutazione contingente per la stima
della disponibilità ad investire in impianti alimentati da fonti di energia
rinnovabile da parte degli imprenditori del comparto turistico/ricettivo.
13
I
FONTI ENERGETICHE
RINNOVABILI
14
Le fonti rinnovabili di energia sono considerate tutte quelle fonti che, a
differenza dei combustibili fossili e nucleari, possono essere considerate
virtualmente inesauribili poiché i tempi di produzione, o riproduzione, sono
minimi rispetto a quelli del loro consumo da parte degli utenti.
Le fonti rinnovabili comprendono la fonte primaria dell’energia solare che
investe il nostro pianeta e quelle energie che da essa derivano: idraulica, eolica,
delle biomasse, delle onde e delle correnti marine. Altra fonte primaria
considerata rinnovabile è l’energia geotermica, che trae origine da fenomeni
che avvengono nei sistemi profondi della crosta terrestre.
Il flusso delle energie rinnovabili sulla terra è essenzialmente dovuto alla
radiazione solare la cui entità è in un anno fino a 15.000 volte superiore
all’attuale consumo energetico mondiale. Se poniamo la nostra attenzione sul
ciclo annuale, quasi la metà di tale energia è trasformata in calore sulla
superficie terrestre e negli oceani, successivamente viene riemessa come
radiazione infrarossa. Gran parte del restante flusso alimenta il complesso
ciclo idrologico; i gradienti termici dell’atmosfera producono poi i venti (circa
il 3% dell’energia solare) che dissipano un’energia pari a 40 volte il consumo
energetico mondiale ed infine una percentuale ancora più piccola è assorbita
dai processi di fotosintesi (pari a 9 volte il consumo energetico mondiale).
L’energia solare è quindi la sorgente da cui hanno origine quasi tutte le fonti
energetiche, sia convenzionali che rinnovabili: solo la geotermia, la
gravitazionale e la nucleare sono da questa indipendenti.
Ciascuna fonte è caratterizzata dal tempo che impiega la radiazione solare a
rinnovarne la disponibilità. Questa costante di tempo può essere considerata
come l’unità di misura temporale per la rinnovabilità dell’energia. A sua volta
ciascuna fonte alimenta diverse tecniche di produzione dell’energia: energia
termica, elettrica, meccanica e chimica che possono essere ottenute da ognuna
delle sorgenti rinnovabili con le opportune tecnologie.
Per ciascuna fonte, la rinnovabilità varia fra la disponibilità immediata nel
caso di uso diretto della radiazione solare ad alcuni anni nel caso delle
biomasse.
15
I.1. L’importanza delle fonti energetiche rinnovabili
Nel breve e medio termine, l’importanza delle fonti rinnovabili non si
misura tanto sulla loro capacità di sostituire quote rilevanti di fonti fossili;
quanto sul loro contributo a limitare i danni ambientali prodotti. Al contrario,
nel lungo periodo, le fonti rinnovabili possono essere determinanti sia per
ragioni di sicurezza degli approvvigionamenti che per l’acuirsi delle
emergenze ambientali. Risulta quindi evidente l’importanza di avviare fin da
subito il loro graduale inserimento nel sistema energetico mondiale.
Proiezioni al 2020 indicano che le fonti rinnovabili potrebbero coprire dal 20%
al 30% del fabbisogno energetico mondiale. Attualmente le fonti rinnovabili
contribuiscono per circa il 18% al fabbisogno energetico mondiale, per il 5,7%
al fabbisogno energetico europeo e per circa il 9% al fabbisogno energetico
italiano, la rimanente parte viene soddisfatta con i combustibili fossili (79,6%)
e, in misura molto minore, con l’energia nucleare (6,9%). Il contributo delle
rinnovabili proviene per la maggior parte dall’impiego delle biomasse con il
77,4% (44,8% nei paesi OCSE) e dalle centrali idroelettriche con il 16,4%
(34,8% nei paesi OCSE), cioè da quelle che costituiscono le cosiddette fonti
rinnovabili convenzionali. Il contributo delle nuove fonti rinnovabili o energie
alternative (solare, eolica, impiego moderno delle biomasse, geotermia, mini-
idraulica ed energia del mare) ammonta a meno del 4% del consumo
energetico mondiale (11,6% nei paesi OCSE): una quota trascurabile rispetto
alla loro potenzialità ed alla necessità di un loro sfruttamento su larga scala.
A fronte di un fabbisogno mondiale di circa 10.000 mtep all’anno le fonti
rinnovabili ne soddisfano il 17,7% con 1.559 mtep. Lo scenario futuro vede
una crescita del fabbisogno mondiale a circa 15.000 mtep all’anno con un
incremento di circa 2.800 mtep, pari al 18,6% del totale.
Nello scenario guidato ecologicamente tale valore sale a 3.300 mtep, pari al
22% del totale.
16
Le fonti di energia rinnovabile sono caratterizzate da aspetti che rendono
fondamentale il loro sviluppo:
x Le fonti rinnovabili generalmente presentano impatto ambientale
trascurabile per quanto riguarda il rilascio di inquinanti nell’aria,
nell’acqua e sul suolo e, fattore ancora più importante, non immettono
gas climalteranti (in particolare CO
2
).
x L’impegno di territorio utilizzato per la filiera della produzione di
energia da fonte rinnovabile, anche se ampio, può essere temporaneo e
non provocare effetti irreversibili. La natura diffusa delle fonti
rinnovabili consente di coniugare produzione di energia e di gestione
del territorio contribuendo a contrastare i fenomeni di spopolamento e
degrado.
x Offrono la possibilità di un più diretto coinvolgimento delle
popolazioni e delle amministrazioni locali e di una ripresa della
crescita economica.
x Consentono di attenuare la dipendenza energetica dall’estero per i
Paesi importatori di energia.
Lo sviluppo delle fonti rinnovabili, unitamente alla diffusione delle tecniche di
uso efficiente dell’energia, sembra l’unica via verso uno sviluppo sostenibile.
L’energia termica, elettrica, meccanica e chimica possono essere ottenute, con
le opportune tecnologie, da ognuna delle sorgenti rinnovabili creando la
possibilità di nuovi posti di lavoro.
Ai suddetti fattori positivi si devono però aggiungere una serie di elementi
negativi che ostacolano ancora la diffusione delle energie rinnovabili:
x la loro disponibilità è discontinua.
x Hanno una bassa densità di potenza per unità di superficie o per unità
di massa impegnata.
x Alto costo delle tecnologie e dei costi di produzione.
x Non sono stoccabili.
17
Pertanto, al punto attuale delle tecnologie delle fonti rinnovabili ed in una
situazione di evoluzione del sistema energetico dei paesi industrializzati verso
nuovi assetti, è necessario risolvere il dilemma:
le nuove fonti di energia rinnovabili sono una
necessità? O sono solamente un’opportunità di
impiegare nuove fonti energetiche e tecniche
alternative comunque marginali?
Se si sceglie la seconda opzione, il problema è introdurre sul mercato nuovi
prodotti energetici con un unico obiettivo: quello del successo di simili
operazioni senza preoccuparsi minimamente della politica energetica.
Se invece si è convinti della necessità di adottare fonti rinnovabili è opportuno
chiedersi cosa fare di più e di meglio di quanto non sia stato fatto già in
passato.
Nei Paesi industrializzati l’operazione da effettuarsi è la sostituzione di quote
sempre più ingenti di fonti fossili con le nuove fonti rinnovabili e con metodi
di uso razionale dell’energia, in modo da garantire lo stesso servizio finale a
costi economici confrontabili ma a costi ambientali e politici molto più
contenuti.
Nei paesi in via di sviluppo (pvs), dove la domanda energetica è in forte
crescita, l’opportunità è quella di introdurre le nuove fonti rinnovabili sin dalla
fase iniziale dello sviluppo di un sistema energetico. Ciò può portare inoltre ad
enormi benefici in termini di crescita sociale ed economica, riducendo anche le
spinte migratorie verso le regioni occidentali.
Questi obiettivi possono essere perseguiti definendo delle filiere energetiche.
Ovvero, deve essere costituita una sequenza nella quale, a partire dalle fonti
primarie rinnovabili, dalle tecnologie di trasformazione appropriate per il loro
uso finale, gli operatori tecnici e commerciali che diffondano le filiere sul
mercato, permettano l’uso economico con un bilancio energetico e dei
materiali positivo e senza l’impiego di combustibili fossili.
18
Tali filiere potrebbero essere relative a:
x produzione di energia elettrica centralizzata o distribuita mediante
tecnologia eolica, fotovoltaica, mini-idraulica, geotermica e residui
urbani o agroforestali
x produzione di energia termica da solare, residui agroforestali, urbani ed
industriali, colture energetiche
x produzione da biomasse di carburanti ed additivi per i trasporti.
.
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19
I.2. Le barriere che ostacolano la diffusione delle fonti energetiche
rinnovabili
Molte delle tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili
hanno superato la fase di ricerca e hanno raggiunto la fase di
commercializzazione e diffusione su larga scala. Alcune di queste tecnologie
sono infatti già competitive rispetto a quelle tradizionali o lo saranno a breve
termine
1
.
Nonostante tali premesse, il ricorso alle fonti rinnovabili nel sistema
energetico non ha un andamento positivo, soprattutto se si confrontano i
risultati attuali con gli scenari futuri.
Tale situazione indica, da un lato, l’inadeguatezza degli elementi di giudizio
applicati per formulare le previsioni e, dall’altro, la presenza di barriere di
natura tecnica, e non, che contrastano l’effettiva penetrazione delle fonti
rinnovabili nel sistema energetico internazionale.
L’ostacolo alla diffusione delle fonti rinnovabili deriva dalla sovrapposizione
di più tipi di barriere distinte fra loro:
x barriere tecniche e tecnologiche quali la maturità tecnologica, il
rapporto costi/prestazioni, l’affidabilità, la disponibilità e la durata del
servizio
x barriere economiche e di mercato quali i costi di investimento e di
gestione, il valore del servizio offerto, l’incontro fra domanda ed
offerta e l’accesso ai crediti
x barriere ambientali quali gli impatti, le scelte dei siti, la sicurezza degli
impianti ed i rischi a questi connessi
queste tre categorie si intersecano tra loro dando origine all’ampia categoria
delle barriere politico/legislative, infrastrutturali ed informative.
1
Con il raggiungimento delle economie di scala al crescere della domanda, sono ipotizzabili
ulteriori miglioramenti tecnologici e diminuzioni dei costi con conseguente maggiore
diffusione.
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I.2.1. Barriere tecnologiche
In particolare, in questa categoria, esistono diversi tipi di barriere.
x affidabilità e durata dei sistemi
il miglioramento dell’affidabilità è un’azione obbligatoria sia dal punto
di vista dell’utilizzazione (qualità e durata del servizio) che da quello
dell’organizzazione finanziaria.
x prestazioni insufficienti
vi sono ancora grandi margini di miglioramento per alcune tecnologie
ed alcuni rendimenti come ad esempio l’efficienza nelle applicazioni
solari fotovoltaiche e solari termodinamiche.
x costi dell’energia prodotta
i costi di produzione di alcune rinnovabili sono ancora elevati (con
evidenti effetti sulle barriere economiche). Si rendono necessarie delle
azioni, complementari a quelle precedentemente descritte, mirate a
ridurre il costo di impianto e quello di gestione.
x integrazione nei sistemi di energia esistenti
vi sono problemi legati al collegamento di molti sistemi con la rete di
distribuzione elettrica: stabilità, armoniche, fattore di potenza, disturbi,
sicurezza, ecc.
x assenza di sistemi di accumulo efficienti ed economici
l’energia prodotta con le fonti rinnovabili è spesso di tipo intermittente
o periodico. La disponibilità di sistemi di accumulo di energia
aumenterebbe la qualità del servizio offerto, oltre a risolvere i problemi
prima citati di connessione con la rete.
21
x mancanza di prestazioni certe degli impianti
a volte non è possibile prevedere l’effettiva prestazione dell’impianto
perché non vengono presentate correttamente le condizioni specifiche
del sito (risorse, barriere locali ed effettive prestazioni ottenibili). ai fini
di una corretta utilizzazione è assolutamente necessaria la conoscenza
esatta delle prestazioni e dei limiti delle fonti in oggetto relativamente
al sito di installazione.
x capacità di produzione
il ritardo delle industrie produttive ad adeguare le proprie capacità alle
richieste crescenti del mercato può essere un ostacolo alla diffusione
delle fonti rinnovabili.
Nonostante alcune tecnologie di impiego delle fonti rinnovabili siano ormai
mature e competitive, diverse barriere tecnologiche sono ancora di ostacolo
alla loro diffusione. Sono quindi auspicabili maggiori disponibilità di risorse
finanziarie ed umane per attività di ricerca, sviluppo, diffusione e
coordinamento a livello internazionale per evitare dispersioni e duplicazioni.
I.2.2. Barriere economiche e di mercato
Sono le barriere che attualmente più influenzano l’effettiva diffusione
delle fonti rinnovabili anche perché influenzano pesantemente il fattore delle
decisioni politico/legislative. Infatti una parte delle tecnologie disponibili non
ha ancora raggiunto uno stadio in cui le sole forze di mercato possono
renderne possibile l'adozione. Uno dei principali ostacoli alla
commercializzazione di tutte le tecnologie per le energie rinnovabili è il fatto
che l'attuale mercato dell'energia per lo più ignora i costi sociali e ambientali e
i rischi associati all'impiego di combustibili fossili.
Le tecnologie energetiche convenzionali sono in grado di imporre alla società
vari costi esterni, come il degrado ambientale e le spese sanitarie, che sono
difficili da quantificare. Pertanto, finché la situazione resterà invariata, le fonti
22
rinnovabili di energia, che hanno costi esterni scarsi o nulli e hanno effetti
positivi (riduzioni delle emissioni di gas climalteranti, la creazione di posti di
lavoro, il recupero di zone rurali e risparmi nelle importazioni dall'estero), si
troveranno sistematicamente svantaggiate. L'internalizzazione dei costi e dei
benefici esterni e la ridistribuzione dei finanziamenti in maniera più equa
devono diventare una priorità, affinché tutte le fonti rinnovabili possano
trovarsi in condizioni di competere con i combustibili fossili. La barriera più
alta continua ad essere rappresentata dagli alti costi di investimento. Infatti
alcune fonti rinnovabili (es. solare fotovoltaico) sono caratterizzate da alti costi
iniziali: ciò determina tempi di ammortamento molto lunghi e non accettabili
per un investitore ed utente medio, anche se poi i costi di gestione si abbassano.
criteri di finanziamento.
I.2.3. Barriere ambientali
Le fonti rinnovabili presentano alcuni impatti ambientali che, in alcuni
casi, possono portare a difficoltà di accettazione da parte degli utenti stessi.
Quasi sempre però queste sono false barriere dovute alla mancanza di corretta
informazione, senza considerare poi gli impatti estremamente ridotti delle
rinnovabili rispetto a quelli delle fonti convenzionali confrontati sull’intero
ciclo di vita dei sistemi energetici.
I.2.4. Barriere politico-legislative
Vi sono comprese la carenza di chiare strategie a lungo termine, la
mancata implementazione degli obiettivi prefissati, le normative insufficienti e
l’applicazione limitata di quelle esistenti. Inoltre, la politica fiscale non è
adatta a scoraggiare l’uso delle fonti fossili e ad incentivare quello delle
rinnovabili e ancora il fatto che non dappertutto siano stati ancora oggi inclusi
i costi ambientali nei prezzi dell’energia.