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A questo si aggiungono motivazioni di carattere economico: un numero sempre
maggiore di studi rivela come l energia nucleare, nonostante l elevato esborso
finanziario iniziale necessario per implementarla, risulta essere, o poter essere sotto
determinate condizioni, la tecnologia base-load piø vantaggiosa in termini monetari.
Questa affermazione Ł supportata soprattutto dalla crisi dei prezzi dei combustibili
fossili e dall introduzione del meccanismo di emission trading, istituito per correggere
la tendenza ad inquinare dei Paesi.
Dopo aver individuato nel primo capitolo il contesto energetico internazionale e
successivamente quello italiano, con particolare riferimento al settore nucleare, nel
secondo capitolo si analizzer , attraverso gli ulti mi studi in materia, in che misura la
produzione di energia elettrica da fonte nucleare sia economicamente vantaggiosa
rispetto alle altre due tecnologie base-load maggiormente impiegate (gas e carbone) e
sotto quali condizioni.
Verranno dunque analizzate le singole voci di costo per la produzione di energia
elettrica da nucleare, carbone e gas. E, in base a questi risultati, attraverso il metodo
della simulazione Monte Carlo verr individuato un intervallo di costi, entro il quale la
specifica tecnologia potrebbe variare. Saranno quindi considerati due scenari: uno
generale, basato principalmente sugli studi internazionali degli ultimi cinque anni, e uno
specifico della situazione italiana, con considerazioni ad hoc rispetto al modello
generale.
Per quanto riguarda l aspetto economico, si vuol sottolineare fin da ora come lo scopo
di questo lavoro non sia stabilire un prezzo preciso del kWh elettrico prodotto dalle
diverse tecnologie base-loaad, in quanto, soprattutto per quanto riguarda il nucleare, una
serie di fattori collegati alla determinazione del costo possono variare a seconda del
contesto. Piuttosto verranno comparate le distribuzioni di probabilit dei costi relativi ad
ogni tecnologia, sulla base delle quali si potranno derivare una serie di considerazioni in
merito al rischio dell investimento nell energia nucleare, con particolare riferimento al
caso italiano.
Individuata la fattibilit economica, bisogna dunqu e analizzare il contesto regolatorio e
sociale in cui questa tecnologia Ł o potrebbe essere implementata, infatti considerazioni
di carattere ambientale ed economico non sono sufficienti a determinare il buon esito
della tecnologia nucleare.
5
Nel terzo capitolo verr dunque affrontata la quest ione relativa alla situazione
legislativa, regolatoria e sociale.
Il contesto legislativo sar analizzata su due live lli:
- un livello generale in cui, dopo aver individuato il contesto regolatorio
internazionale, verranno esaminate le modalit di r egolazione del nucleare nei
singoli Paesi, in modo da identificarne una linea comune e dei suggerimenti per
il futuro attraverso le best-practices
- il secondo si riferisce invece alla situazione italiana, cercando di capire se il
sistema regolatorio sia adeguato per ri-accogliere tale tecnologia.
La situazione sociale sar invece descritta attrave rso l analisi dell opinione pubblica,
esaminata sia a livello europeo che italiano. Verr dunque evidenziata l evoluzione
dell opinione in merito alla questione nucleare, che, sebbene sempre stata scettica sul
tema, dopo l incidente di Chernobyl nel 1986, soprattutto in Italia, ha accresciuto la
propria opposizione verso l utilizzo di questa fonte. Vedremo anche come negli ultimi
anni, e soprattutto negli ultimi mesi, questa opinione negativa si stia incrinando,
lasciando intravedere un atteggiamento meno ostile in merito a tale delicata questione.
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CAPITOLO 1
RUOLO DELL’ENERGIA NUCLEARE
«Erano in una ventina, quel 2 dicembre 1942, nella palestra dello stadio universitario
di Chicago, quando Enrico Fermi mise per la prima volta in attivit la pila atomica
sperimentale destinata a tenere a battesimo la nuova era dell’atomo. [...] Allora ci
furono delle strette di mano e fu spiegato a Mr Greenewalt che l’esperimento era finito.
Il professor Eugene Wigner, che veniva da Princeton, tir fuori un fiasco di Chianti e
alcuni bicchierini di carta: tutti bevvero due dita di vino e firmarono il fiasco. Subito
dopo Arthur Compton, il direttore dei laboratori di Chicago, telefon a un collega
dell’universit di Harvard. Disse: Il navigatore i taliano Ł arrivato nel nuovo mondo .
Sebbene il codice fosse stato improvvisato l per l da Compton, l’altro comprese al volo
e domand , ansioso: E gli indigeni come sono stati ? La risposta fu: Molto
cordiali » 1.
1.1 Storia mondiale dell energia nucleare
Questa citazione descrive l’inizio della storia del nucleare, anche se al momento il
mondo ancora ignorava di essere entrato in una nuova era.
Fin quando il 6 e il 9 agosto 1945 rispettivamente si dovette malauguratamente assistere
alla prima utilizzazione pratica della reazione di fissione, cioŁ la conclusione del
Progetto Manhattan in cui si dimostrarono gli eff etti della bomba atomica sopra la
citt di Hiroshima e Nagasaki che posero fine alla Seconda Guerra Mondiale.
La grande Alleanza costituitasi nel corso di questa guerra in funzione antitedesca and
in frantumi qualche anno dopo lasciando il posto alla dura contrapposizione tra USA e
URSS. La logica della Guerra Fredda apr la strada alla corsa agli armamenti e fece
1
Tratto dal libro Quante storie di Francini Mario, 1985.
7
della tecnologia e della ricerca scientifica dei fattori essenziali nelle politiche delle due
superpotenze2.
Cos il Presidente Truman annunci il 31 gennaio 19 50 che gli Stati Uniti avrebbero
sviluppato la super o bomba a idrogeno (bomba H) che prevedeva la fusione (da qui
la definizione di bomba a fusione ) di due nuclei leggeri, quelli del trizio e del
deuterio, che generavano una reazione simile a quella che si produce all’interno di una
stella.
La nuova ricerca tecnologica fu accompagnata negli USA da un ampio dibattito circa
l’opportunit di procedere alla costruzione di un’arma tanto potente, ma i rapidi sviluppi
sovietici nel campo del nucleare, spazzarono via tutti i dubbi di ordine morale,
arrivando ad effettuare il primo test americano nell’ottobre del 1952 in un atollo
dell’arcipelago delle Marshall.
L’esplosione gener una potenza centinaia di volte superiore a quella sviluppata
dall’ordigno a fissione fatto scoppiare nel 1945. Solo un anno piø tardi, nel 1953,
l’URSS comunic al mondo l’esplosione della sua prima bomba all’idrogeno facendo
crollare il monopolio americano delle armi nucleari. Per tentare di porre un limite
(essendo ormai impossibile porne la fine) alla produzioni di armi nucleari, nel 1968 fu
sottoscritto il trattato di non proliferazione nucleare (NPT) tra Usa, Urss e Gran
Bretagna. Questo accordo richiedeva l’impegno da parte dei cinque paesi gi possessori
di armi nucleari di non trasferire ad altri paesi nØ armi nØ competenze nØ materiali
necessari per produrle, mentre il resto del mondo si impegnava a non tentarne la
produzione o l’acquisto; era comunque garantito a tutti i paesi firmatari la possibilit di
ampliare e sviluppare l’applicazione pacifica del nucleare. E questo trattato si pu dire
che sia stato rispettato? Non del tutto, ma Ł da riconoscere che ha impedito la diffusione
su vasta scala delle armi nucleari3.
2
La Guerra Fredda si resse oltre che sull’equilibrio del terrore, anche sulla consapevolezza della
distruzione mutua assicurata (chi per primo avess e sferrato un attacco nucleare, era certo che
l avversario avrebbe avuto il tempo per una ritorsione dalle conseguenze insostenibili).
3
Attualmente, infatti, i principali Paesi che dichiarano di possedere armi atomiche, facendo parte del
club dell’atomo , sono: Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Regno Unito, Pakistan, India, e Corea del
Nord, mentre Israele ufficialmente non dichiara di possederne ma ne Ł certo il contrario. Infine, altre
nazioni, prima fra tutte l’Iran, sono fortemente sospettate di perseguire un programma di armamento
nucleare. Gli unici Paesi al mondo che hanno pubblicamente e volontariamente rinunciato agli arsenali
nucleari che avevano a disposizione sono il Sudafrica e, nell’ambito dei paesi dell’ex-Unione Sovietica,
l’Ucraina e il Kazakistan.
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Solo per correttezza storica sono stati citati brevemente i fatti legati all’utilizzo militare
della tecnologia atomica, ricordando che l’obiettivo di questo testo si incentra sull’uso
del nucleare come fonte di produzione di energia elettrica a cui torniamo subito a
occuparci.
L’ 8 dicembre 1953 Eisenhower, parlando alle Nazioni Unite, annunci The United
States knows that peaceful power from atomic energy is no dream of the future 4,
iniziando cos la campagna chiamata Atomo per la P ace , per promuovere la
commercializzazione in tutto il mondo dei reattori nucleari per la produzione di energia
elettrica
5
.
Per realizzare questo era dunque necessario un cambiamento netto di atteggiamento
passando da una politica di segreto e di negazione, ad una politica di trasparenza e
cooperazione internazionale nello sviluppo della tecnologia nucleare.
Fu cos che nel 1955 le Nazioni Unite convocarono la Prima Conferenza di Ginevra
dove gli scienziati nucleari di tutto il mondo discussero insieme sui materiali, sugli
strumenti, sui metodi, sulle statistiche , sulle prove, compartendo le conoscenze e
rilevando i rispettivi risultati delle proprie ricerche atomiche. Ma non solo. Un altro
argomento fu trattato: quello dei problemi energetici, ricordando come la forte crescita
economica postbellica comportasse un crescente fabbisogno mondiale di energia e
dunque un rapido esaurimento delle fonti energetiche classiche.
Sempre durante la Conferenza furono presentate le relazioni sulle realizzazioni gi
attuate in alcuni Paesi nel campo della produzione di energia da impianti nucleari,
trovando la Russia come primo Paese ad avere un impianto nucleare funzionante di
5000 kW (operativa dal 1954), mentre Stati Uniti e Inghilterra stavano realizzando e
sperimentando diversi tipi di reattori che sarebbero diventati di l a poco operativi nella
produzione di elettricit .
Altra conseguenza della Conferenza furono le trattative per la costituzione di un’agenzia
internazionale per l’energia atomica il cui Statuto fu approvato da 82 Stati nel settembre
1956, entrando ufficialmente in vigore il 29 luglio 1957: era nata la IAEA con lo scopo
di costituire un pool di materiali nucleari e di garantirne l’approvvigionamento dei Paesi
4
Encyclop dia Britannica - The American Presidency, Dwight D. Eisenhower: Atoms for Peace ,
http://www.britannica.com/presidents/article-9116868
5
Non volendomi addentrare nel districato e complesso studio sopra le politiche internazionali dell’epoca,
qui mi limiter a elencare le principali tappe del percorso nucleare civile, tralasciando dunque tutte le
considerazioni strategiche e politiche che hanno in parte burattinato la storia dell’industria nucle are
civile.
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aderenti, oltre alla funzione di centro per scambio di informazioni e aiuto nello studio di
progetti.
A livello europeo, due istituzioni importanti sono nate negli stessi anni: il CERN e
l’EURATOM. Il primo nasce dalla collaborazione iniziata gi nel 1952 e sancita due
anni dopo tra 12 Paesi europei impegnati nel campo della ricerca fondamentale di fisica.
Il secondo nacque a Roma nel 1957 dove 6 Paesi (Belgio, Francia, Germania, Italia,
Lussemburgo e Olanda) firmarono un trattato per la Comunit Europea dell’ Energia
Atomica, in base al quale gli Stati membri si impegnavano a sviluppare un programma
comune di ricerche per lo sviluppo dell’ energia nucleare in Europa a scopo di pace,
stabilendo infine che ad essa appartengono tutte le materie fissili speciali per garantire
cosi agli utilizzatori uguale accesso alle risorse mediante una politica comune di
approvvigionamento.
Questo fu dunque il punto di partenza dell’industria civile che si sviluppa ufficialmente
a partire dagli anni Sessanta quando entrano in funzione i primi reattori disseminati nei
paesi piø industrializzati arrivando nel 1970 a 17 negli Stati Uniti, 4 in Russia, 3 in
Giappone, 2 in Canada e India, mentre in Europa se ne contano 20 in Gran Bretagna, 8
in Germania, 7 in Francia, 3 in Italia, 1 in Svezia, Belgio, Svizzera, Spagna e Olanda.
Negli anni ’70 e ’80 lo sviluppo Ł poi veloce ed incessante: tra il 1970 e il 1975
l industria nucleare civile registra tassi di crescita del 30% all anno, raggiungendo la
cifra significativa di 168 reattori atomici, per poi aumentare notevolmente, anche spinti
dalle crisi petrolifere del 1973 e del 1979, a 244 nel 1980. A met degli anni 80
soltanto negli Stati Uniti d America sono presenti 93 impianti (Tabella 1).