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PREFAZIONE
Il lavoro che seguirà si collega ad un particolare uso di piattaforme digitali e di
social network: negli ultimi anni questi strumenti vengono usati in misura sempre
maggiore per soddisfare le esigenze più disparate, compresa la ricerca di informazioni
medico - sanitarie.
Si può affermare che i social media hanno cambiato il modo in cui le persone
raccolgono informazioni, anche in ambito sanitario. Infatti, secondo i ricercatori Daniels
e Wedler (2015) la ricerca di informazioni tramite il Web sarebbe, ad oggi, uno dei
modi più semplici e più usati per conoscere le informazioni relative alla salute.
Come noto, il periodo di gestazione e quelli ad essa immediatamente precedenti e
successivi sono fasi molto specifiche e complesse della vita di una donna; infatti le
donne in attesa tendono a sperimentare ambivalenza psicologica, frequenti cambiamenti
d'umore che possono variare dai Baby Blues, all'esaurimento, all'esaltazione, e/o
disturbi emotivi. Negli ultimi anni le donne in gravidanza cercano sollievo da queste
emozioni principalmente tramite il Web.
Offrire interventi via Web potrebbe migliorare l’aderenza al trattamento tra le
donne in gravidanza in quanto essi presentano vantaggi che la tradizionale terapia faccia
a faccia non ha, come la riduzione dei costi diretti e una maggiore comodità e privacy
(Loughnan et al., 2019).
Inoltre, gli interventi digitali potrebbero rappresentare una soluzione per risolvere
alcuni problemi legati alla fruibilità del trattamento dei disturbi della salute mentale
relativi al periodo perinatale, ad esempio la mancanza di supporto psicologico e
psichiatrico specialistico, il costo dei servizi e dei trasporti e le esigenze di assistenza
all'infanzia; gli interventi basati sul Web possono aiutare le future neo-mamme anche
riducendo lo stigma della malattia mentale in gravidanza, diminuendo le barriere
terapeutiche e rafforzando i meccanismi di supporto sociale (Vigod & Dennis, 2020).
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Dato il gran numero di donne incinte che affrontano ogni anno problemi di salute
mentale, è importante sviluppare interventi erogabili via Web che siano efficaci,
facilmente accessibili e poco costosi.
Questo perché, nonostante attualmente siano disponibili trattamenti psicologici
efficaci, meno della metà delle donne con sintomatologia cerca aiuto, per svariate
motivazioni, ad esempio lo stigma percepito e problemi logistici nel partecipare agli
appuntamenti, che limitano la possibilità di accedere ai servizi di trattamento esistenti.
Uno studio (Woolhouse et al., 2009) evidenzia alcune delle ragioni più diffuse tra le
donne in attesa per evitare di iniziare un trattamento consono con le loro difficoltà. Si
riscontrano frequentemente la sensazione di imbarazzo nel cercare aiuto e
nell’ammettere le proprie difficoltà, ma anche il pensiero di non avere tempo o persone
giuste con cui confrontarsi.
A fronte degli ostacoli al trattamento sopra descritti, si può affermare che gli
interventi via Web possono essere di notevole utilità durante il periodo
perinatale. Alcuni miglioramenti e comodità correlati al loro utilizzo sono: assenza di
sessioni faccia a faccia che richiedono tempo e spostamenti, possibilità di scegliere se
seguire l’intervento giornalmente o scansionandolo in sessioni, rendendo quindi il
percorso più compatibile con lo stile di vita di una neomamma; infine gli interventi sul
Web offrono l'anonimato, fattore che potenzialmente decisivo per superare lo stigma
sociale. Per questi motivi, gli interventi via Web possono essere una valida alternativa al
trattamento regolare.
Non stupisce che gli interventi digitali per i problemi di salute mentale siano
diventati sempre più popolari negli ultimi decenni. Questi interventi, spesso basati sul
Web, sono poco costosi e accessibili alla maggior parte della popolazione, inoltre, per
l’utenza specifica di questo elaborato è bene specificare che quasi tutte le donne in età
fertile hanno familiarità con Internet (Hulsbosch et al., 2020).
Considerando queste premesse, seguirà una tesi volta ad approfondire quali
tipologie di interventi digitali esistono oggi e come sono strutturati per le donne gravide
con sintomatologia lieve, valutandone il loro grado di efficacia in relazione alle criticità
psicologiche tipiche del periodo perinatale, tramite il metodo PRISMA per le systematic
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review e meta-analysis. La scelta di focalizzare l’attenzione sulla sintomatologia lieve è
dovuta alle numerose evidenze presenti in letteratura che suggeriscono la necessità di
vagliare l’efficacia degli interventi digitali - sviluppati a partire dalle teorie cognitivo-
comportamentali - nel supportare il benessere psicologico delle donne incinte senza una
storia corrente o pregressa di psicopatologia.
In questo studio si considera quindi solo la prevenzione detta indicata, o secondaria,
ovvero quella in cui gli interventi sono orientati alle donne in gravidanza che mostrano
già i sintomi di un disturbo psicologico, ma senza soddisfare i criteri per diagnosticare
la presenza di un disturbo conclamato (Missler et al., 2021).
Si tratterà delle differenti tipologie di interventi erogabili via Web disponibili al
giorno d’oggi e dei motivi per i quali l’utenza che ne usufruisce potrebbe apprezzarli
maggiormente rispetto agli interventi in presenza.
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CAPITOLO 1 – INTRODUZIONE ALLE CARATTERISTICHE DELLA
POPOLAZIONE IN ESAME - BENESSERE E MALESSERE IN GRAVIDANZA
Il lavoro che verrà presentato è finalizzato ad investigare la realtà degli interventi
erogati via Web per le donne in gravidanza. Questa tipologia di intervento, come
accennato precedentemente e come si riprenderà nei successivi paragrafi, presenta
peculiari punti di forza rispetto ai tradizionali interventi in presenza.
Nel presente capitolo, si tratterà delle difficoltà tipiche del periodo perinatale e di
come gli attuali interventi cognitivo comportamentali e cognitivo comportamentali
digitali possono rivelarsi utili ad attenuarle.
Si specifica che la maggior parte degli studi, in ambito psicologico e che
approfondiscono le problematiche delle donne relative al periodo gestazionale, si
riferiscono a popolazioni molto specifiche. Sono pochi gli studi che si focalizzano sulla
riduzione dei fattori di rischio per donne in gravidanza adulte e in salute fisica e mentale
ed è proprio questo campione di donne a cui questo approfondimento è rivolto (Biaggi
et al., 2016).
Infatti, nonostante siano definiti meno gravi, anche i problemi meno
compromettenti (ad es. sintomatologie ansiose e depressive descrivibili da punteggi
sotto i cut off clinici) sono degni di considerazione, in quanto la loro riduzione può
favorire una migliore esperienza perinatale alle future madri agendo poi
preventivamente verso eventuali difficoltà di adattamento legate al periodo post partum
(Missler et al., 2021).
Bisogna ricordare che, anche nelle gravidanze non complicate, sono presenti
importanti cambiamenti fisici ed emotivi che possono influenzare la qualità della vita
delle donne in gravidanza e la salute sia materna che infantile (Lagadec et al., 2018).
In un lavoro di Schetter (2011) si legge che:
“C’è un'enorme variabilità nelle esperienze delle donne in gravidanza in
funzione di molti fattori, tra cui lo stato emotivo della futura mamma, la sua
salute e le condizioni fisiche, dove vive, il suo stato socioeconomico […] se il
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suo partner è coinvolto nella gravidanza, e la disponibilità di supporto sociale
[…]. Alcuni dei fattori di stress che possono influenzare le donne in gravidanza
sono problemi finanziari, tensione nelle relazioni intime, responsabilità familiari,
condizioni di lavoro e preoccupazioni legate alla gravidanza” (p.531).
Dunque, i fattori di rischio sono molti anche nelle gravidanze senza rilevanti
problematiche mentali o di salute. Infatti, sebbene la popolazione presa in
considerazione sia meno a rischio per uno sviluppo di psicopatologia perinatale rispetto
a chi, ad esempio, ha già una diagnosi per un disturbo mentale (Aktar et al.,2019), è
bene ricordare che la gravidanza è, anche nelle circostanze più promettenti, un periodo
molto delicato della vita della donna. Per questo motivo, le future madri andrebbero
monitorate e assistite preventivamente e con costanza, al fine di evitare l’insorgere di
problematiche più serie e compromettenti.
1.1 La gravidanza e le vulnerabilità annesse: Basi biologiche, fisiologiche e
comorbilità
È noto che il periodo di gestazione è dominato da molti cambiamenti, fisiologici,
biochimici, psicologici, di cui la donna deve prendere coscienza e accettare a favore
del suo adattamento psicologico. Spesso nelle madri in attesa questi mutamenti si
traducono in sentimenti di ansia (13-25%), depressione (10-11%) e stress
(12%−84%) (Li et al., 2021).
Sono frequenti timori e preoccupazioni riguardo al decorso e all'esito della
gravidanza, oltre ad aspetti mutevoli riguardo la propria anatomia fisica e al nuovo
ruolo sociale ricoperto (Ishaq et al., 2022).
Stern (1995) spiega che la madre vive l’esperienza della gravidanza e della
maternità in una condizione mentale detta “Costellazione Materna Primaria”. Si tratta
di uno stato mentale specifico e particolare con nuovi baricentri stabiliti da ciò che è
più o meno importante per l’esistenza della donna in quello specifico momento della
vita. È un organizzatore psichico che determina nuove paure, desideri, sensibilità,
azioni, tendenze e fantasie. All’interno di questo peculiare assetto mentale si
sostituisce la triangolarità edipica con nuove triangolazioni. Si tratta – nello specifico
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- di tre preoccupazioni interne ed esterne, denominate da Stern “la Triade della
Maternità”. Quest’ultima riguarda: (1) i discorsi (concreti o mentali) con la propria
madre al tempo dell’infanzia, per una rielaborazione attuale del rapporto madre -
figlia passato, (2) una nuova rappresentazione di Sé, in quanto madre, (3) le fantasie
sul bambino e conseguenti preoccupazioni relative alla nascita, alla salute, alla bontà
del ruolo che si dovrà ricoprire (Stern, 1995).
Questi tre punti portano ad una riorganizzazione identitaria necessaria, tuttavia
non semplice, né esime da sofferenza.
Nonostante questo, affrontare una gravidanza può sicuramente portare ad un
incremento di pensieri positivi, ad esempio l’idea di avere una famiglia, l’orgoglio di
dare al mondo un bambino grazie ad una relazione di coppia gratificante e
l’aspettativa di un futuro felice all’interno del nuovo nucleo familiare (Yılmaz et al.,
2021).
Anche le future madri che vivono in modo propositivo la gravidanza e i
cambiamenti ad essa correlati, però, possono trovare difficoltà ad adattarsi a questi
ultimi. La prospettiva della maternità ha dunque implicazioni molto complesse da
descrivere. È rilevante il punto di vista di Deutsch (1945), che definisce la prima
gravidanza come una situazione borderline, in quanto porta la madre a vivere
un'ambivalenza emotiva che include da un lato il desiderio di maternità e dall’altro il
fatto che il nascituro possa essere un ostacolo nella vita dalla madre. Alcuni autori
considerano la gravidanza un “Fardello psicologico’’ (Bjelica et al., 2018), ed altri
spiegano che alcune madri vivrebbero l’esperienza non come parte costitutiva e
normale della vita, ma come uno “stato di transizione e malattia” (Lagadec et al.,
2018).
Indagando lo stato mentale della madre durante la gravidanza, sono stati
individuati differenti stadi con specifiche caratteristiche. Alcuni autori (Soifer, 1971;
Colman, 1991) descrivono le caratteristiche del mondo mentale materno utilizzando
una suddivisione temporale che rispecchia i trimestri della gravidanza. Il primo
trimestre è caratterizzato essenzialmente da vissuti di ambivalenza verso la
gravidanza, da fantasie regressive e conflitti nei confronti della figura materna
accompagnati da una sorta di ‘assenza’ mentale del bambino; il secondo è improntato