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1.1 IL MADAGASCAR
1.1.1 Geologia del Madagascar
Il Madagascar, da un punto di vista prettamente geologico, deriva dal continente australe
chiamato Gondwana, formatosi all'inizio dell'era Paleozoica. Centottanta milioni di anni fa,
questo grande continente, iniziò a frammentarsi originando l'Africa, il Sud America,
l'Australia, l'India e l'Antartide.
Intorno ai centocinquanta milioni di anni fa il Madagascar, ancora unito all'India, ha
incominciato a separarsi dal resto del continente africano, spinto verso sud dai movimenti
tettonici in atto. Il distacco totale dall'Africa avvenne intorno a centoventi milioni di anni
fa (Rabinowitz et al., 1983). La fauna del Madagascar si è quindi evoluta in isolamento,
dalla frattura del super continente Gondwana, portando così ad una composizione piuttosto
insolita, con un numero ristretto dei taxa a livello tassonomico più alto ma ad una
maggiore diversità dei livelli tassonomici più bassi. Questo pattern è piuttosto evidente tra i
mammiferi terrestri dell'isola, in cui soltanto gli ordini Primates, Rodentia, Carnivora e
Insectivora sono rappresentati (Tattersall, 2004).
E' molto probabile che l'isola abbia assunto l'attuale posizione all'inizio del Cretaceo e che
dal Giurassico medio non fosse più connessa all'Africa. Intorno ai novanta milioni di anni
fa il sub-continente indiano si staccò dal Madagascar a Nord-Est fino ad impattare con il
continente asiatico, originando la catena dell'Himalaya (Storey et al., 1995; Briggs, 2003).
Poiché il Madagascar si è spostato nel tempo a latitudini più settentrionali, la foresta
spinosa del sud rappresenterebbe la tipologia originale di vegetazione, da cui si sono
diversificate la foresta decidua e poi quella tropicale. Attualmente le foreste appaiono
molto frammentate, con un numero maggiore di patch stabili separati da quei fiumi le cui
sorgenti sgorgano, a circa 1.500 m s.l.m. sull'altopiano centrale. Per ogni residuo forestale
s'individuano dalle 6 alle 13 specie di lemuri (Wilmé et al. 2006;
Mittermeier et al. 2012).
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Figura 1. Ricostruzione del distacco del Madagascar dall'Africa. In nero l'isola in posizione pre-deriva al
confine tra Giurassico e Cretaceo; in grigio la posizione attuale (Rabinowitz & Woods, 2006).
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1.1.2 Il territorio malgascio
Il Madagascar è la quarta isola più grande al mondo dopo Groenlandia, Papua Nuova
Guinea e Borneo, con una superficie di 590.000 Km
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, e una lunghezza e larghezza
rispettivamente di 1.600 Km e di 570 Km. Bagnata dall'oceano Indiano e attraversata dal
tropico del Capricorno, può essere considerata un'isola tropicale anche se per la sua
estensione (è compresa tra 11° 57’ e 25° 32’ di latitudine sud) presenta una varietà di climi
che influenza notevolmente i suoi paesaggi, rendendola ricca di habitat e situazioni
ecologiche: la ricchezza di specie floreali e faunistiche è sorprendente e così come il
numero di endemismi.
Il Canale di Mozambico profondo 2.000 m e largo 450 Km, lo separa dall'Africa.
S'individuano tre tipi di habitat principali, separati dalla catena montuosa che corre lungo
tutta l'isola: il deserto spinoso a sud, intervallato da foreste a galleria, la foresta decidua dal
clima secco a ovest e la foresta pluviale a est. Tutte le foreste del Madagascar si stanno
riducendo drasticamente a causa dell’impatto antropico.
La temperatura media annuale sulle coste è di circa 30 °C, le regioni più calde si trovano a
nord e a ovest mentre nell’entroterra le temperature dipendono dall’altitudine. I mesi più
freddi sono luglio e agosto in tutta l’isola, mentre i periodi più caldi variano da zona a
zona. Nel deserto spinoso la temperatura massima viene raggiunta tra gennaio e marzo,
nell’entroterra in novembre, nella foresta pluviale in dicembre e aprile e nella foresta
decidua in marzo-aprile e tra ottobre e dicembre.
Le precipitazioni variano notevolmente da zona a zona, da 500 mm annui del sud-ovest
fino a 4.000-5.000 mm annui della foresta pluviale. Inoltre, mentre nelle zone occidentali
del Madagascar la stagione delle piogge è ben definita, con il 90% delle precipitazioni
annuali concentrate nel periodo ottobre-aprile, nella foresta pluviale le precipitazioni sono
costanti per tutto l'anno, con una leggera diminuzione nei mesi di settembre e ottobre
(Tattersall & Sussman, 1975). L’isola inoltre è spesso investita da cicloni, mediamente
sette l’anno, quasi tutti originatisi nell’oceano Indiano.
A rendere ancora più imprevedibile il clima è la ricorrenza periodica di El Niño, che
modifica la circolazione dei venti e delle piogge.
Le foreste del Madagascar non hanno quindi dei cicli di fioritura regolari e la loro
produttività è bassa, con periodi di carenza di frutta molto più lunghi rispetto alle altre
foreste del globo che ospitano primati (Wright, 1999).
La popolazione del Madagascar è di circa 21 milioni di abitanti. Il reddito pro-capite nel
2012 è stato inferiore a 400 dollari. L’80% della popolazione abita in zone rurali, il 77 %
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della quale con una soglia di povertà che si
aggira intorno a 1.25 dollari al giorno, e un tasso
di malnutrizione infantile del 45% nei bambini
sotto i 5 anni. La povertà s'inasprisce in parte in
seguito al degrado ambientale e alla crescita
esponenziale della popolazione
stessa, ma anche in seguito alle
pressioni politiche interne ed
esterne. Come molti altri Paesi dell’Africa Sub-Sahariana, durante il periodo dello
“Structural Adjustment” (1980 -2000), il Madagascar è andato incontro a un crollo che ha
dimezzato il reddito pro-capite in 20 anni.
Figura 2. Mappa fisica del Madagascar. Da sito
http://it.justmaps.org/mappe/.
Figura 2. Mappa fisica del Madagascar. Da sito a sito
http://it.justmaps.org/mappe/.
Figura 3. Il Madagascar visto dal satellite. Dal
sito http://www.wildmadagascar.org/.
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1.2 I LEMURI
1.2.1 Tassonomia
I lemuri appartengono all'ordine dei Primati, di cui fanno parte 17 famiglie, 70 generi e 625
tra specie e sottospecie presenti (Mittermeier et al., 2006) e al sottordine Strepsirrhini
(Eaglen & Groves, 1988). Gli strepsirrhini hanno caratteristiche tipiche distintive sia
dentali sia craniche che permettono di distinguerli dall'altro dei due sottordini, quello degli
Haplorrhini (scimmie del nuovo e del vecchio mondo). Ciò che li caratterizza
maggiormente è, infatti, la presenza del "rhinarium", un cuscinetto privo di peli, umido e
sensibile al tatto, inadatto a percepire sostanze volatili, per la mancanza di recettori al suo
interno ma adatto a raccogliere sostanze non volatili, sostanze chimiche (solitamente
chiamate feromoni) e a trasmetterli all'organo vomeronasale (VNO), situato sotto e davanti
la cavità nasale sopra la bocca (Ankel-Simons, 2007).
La maggior parte degli esemplari di questo sottordine sono notturni, con notevoli
adattamenti dovuti allo stile di vita che conducono, tra cui occhi di grandi dimensioni,
visione molto acuta (la presenza del tappetum lucidum, riflettendo la luce, ne aumenta la
quantità che può essere catturata dalla retina dietro cui si trova) migliorano cosi la vita
notturna, orecchie mobili, peli tattili e senso dell'olfatto molto sviluppato."
1.2.2 Caratteri generali dei Lemuriformi
L'infraordine Lemuriformes comprende 5 famiglie, 15 generi, 68 specie e circa 71 taxa (tra
specie e sottospecie), con diffusione esclusiva in Madagascar (Mittermeier et. al., 2006); i
lemuri vengono quindi definiti endemici di questa isola (Yoder, 2007), sebbene siano
presenti anche alle isole Comore, dove sono stati introdotti dall’uomo alcuni secoli fa.
Le principali caratteristiche morfologiche sono: la presenza di un anello circumorbitario
osseo, anello timpanico completamente rinchiuso nella bulla, 36
denti (formula dentaria: I: 2/2, C: 1/1, P: 3/3, M: 3/3), pettine
dentale (i 4 incisivi inferiori e i 2 canini fusi insieme e protrusi in
avanti a formare una sorta di "pettine" utilizzato nelle attività di
grooming, (Figura 4), mani e piedi con unghie, rhinarium e
tapetum lucidum.
Le principali caratteristiche morfologiche sono: la presenza di un anello circumorbitario
Figura 4. Pettine
dentale. Tratto da:
Ring-Tailed Lemur
Husbandry Manual.
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1.2.3 Classificazione dei Lemuriformi
Sono cinque le famiglie appartenenti all'infraordine dei Lemuriformi: Cheirogaleidae,
Lemuridae, Lepilemuridae, Indridae e Daubentoniidae.
Pur condividendo le stesse caratteristiche, in questo infraordine è presente una grande
varietà di esemplari con tratti morfologici, ecologici, molto variegati, che rendono questo
gruppo interessante e ampiamente studiato. Hanno diversi stili di vita (notturno, diurno,
catamerale), dieta varia (onnivori, insettivori, frugivori ecc.), di grandi e piccole
dimensioni dimensioni (da alcuni grammi ad alcuni kg) (Mittermeier et al., 2006).
Cheirogaleidae:
Sono lemuri notturni di piccole dimensioni (60-450 g), simili a topi, con coda fino a 12 cm.
Vi sono cinque generi: Allocebus, Cheirogaleus, Microcebus, Mirza e Phaner. Sono
onnivori e mostrano una grossa varietà di comportamenti locomotori, possono andare in
letargo. Sono in grado di accumulare grasso a livello della coda (Mittermeier et al., 2006).
Lepilemuridae:
Sono lemuri di piccole dimensioni (600-800 g), frugivori e notturni, vi è un solo genere
vivente, Lepilemur.
Mostrano un particolare tipo di locomozione, caratterizzato da salti su supporti verticali
mantenendo il corpo in posizione eretta, chiamata "adesione verticale e salto"; gli arti
anteriori e i polpastrelli favoriscono l'adesione ai rami (Mittermeier et al. 2006). Presentano
una formula dentaria modificata con 32 denti (I: 0/2, C:1/1, P:3/3, M: 3/3.
Lemuridae:
La famiglia comprende cinque generi: Lemur, Varecia, Hapalemur, Prolemur ed Eulemur.
Sono lemuri principalmente con uno stile di vita catamerale. Presentano una formula
dentaria completa con 36 denti (I: 2/2, C:1/1, P: 3/3, M:3/3), sono esemplari di media
taglia (800 g - 3 kg). Sono presenti società a dominanza femminile; mostrano locomozione
per "adesione verticale e salti" e quadrupede (Mittermeier et al., 2006).
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Indridae:
Sono presenti tre generi: Avahi, Propitecus e Indri. Sono arboricoli e frugivori, gli
individui si muovono principalmente per "adesione verticale e salto"; sono di medie e
grandi dimensioni (1-6 Kg). Mostrano una formula dentaria incompleta, con la perdita dei
canini inferiori e riduzione del numero dei premolari (I: 2/2, C:1/0, P: 2/2, M:3/3)
(Mittermeier et al., 2006).
Daubentonidae:
Esiste un'unica specie: Daubentonia madagascariensis, con caratteristiche peculiari, che
popolazione malgascia chiama "ayè-ayè"; è considerata uno spirito malefico, per questo
motivo si ha paura di ucciderla. Presenta grandi dimensioni (3kg), è notturna, ha grosse
orecchie mobili. La dieta specializzata coincide con il particolare tipo di dentatura a
crescita continua come nei roditori e denti ridotti di numero (16), con la seguente formula
dentaria (I: 1/1, C: 0/0, P:0/0, M: 3/3). Interessante è la presenza del terzo dito lungo e
specializzato alla cattura di piccoli insetti presenti nelle cavità degli alberi. Si nutre di frutti
molto duri che riesce a mangiare grazie alla presenza di incisivi potenti (Mittermeier et al.,
2006).
1.2.4 Origine ed evoluzione della famiglia Lemuridae
La ricostruzione della storia evolutiva dei mammiferi del Madagascar è da sempre molto
dibattuta per la scarsità dei reperti fossili ritrovati, per questo motivo si è potuto fare un po'
di chiarezza soltanto negli ultimi anni. (Flynn et al., 1999; Flynn & Wyss, 2003; Krause,
2001, 2003).
Tutti i membri della famiglia Lemuridae sembrano avere origini da un antenato comune
che arrivò in Madagascar, durante l'era Cenozoica, intorno ai sessanta milioni di anni fa
(Yoder, 2007). A quei tempi, l'isola, era già separata dal resto dei continenti e i lemuri, si
pensava, l'avessero raggiunta attraverso blocchi di vegetazione fluttuanti (ipotesi della
zattera Jolly et al., 1984; McCall, 1997; Yoder, 2007). Secondo Yoder, ad oggi, ancora si
discute sul numero di specie ci siano. Nel 1994 sono state identificate 33 specie e appena
dodici anni dopo, nel 2006, il numero di specie trovate ammontava a 68 (Yoder, 2007).
Secondo altri autori i lemuri sono arrivati in Madagascar attraverso alcune terre emergenti
(Eisemberg, 1981; Jolly et al., 1984; McCall 1997) tra Mozambico e Madagascar.
Quest'ultima ipotesi è nota come "island hopping"