Il presente lavoro analizza, come si è detto, l’educazione femminile e il
ruolo che ha avuto la donna nella società giapponese del passato e
contemporanea.
Accanto a questi temi, principali nel presente lavoro, si è trattato anche
dell’infanzia in Giappone ed in particolare delle tecniche pedagogiche
utilizzate in quel Paese.
Tuttavia mentre lo studio dell’educazione e del ruolo della donna è stato
affrontato analizzandone l’evoluzione nel tempo, per quanto riguarda
l’infanzia si è descritta l’educazione infantile nel solo Giappone
contemporaneo, ciò a motivo delle scarse fonti bibliografiche a riguardo
e della non centralità di tale argomento nel presente lavoro.
Nel primo capitolo viene trattata la condizione delle donne nell’antico
Giappone, attraverso i diari di quattro dame che vissero alla Corte di
Kyoto, durante il periodo Heian (794 – 1185 d.C.).
Particolarmente piene di fascino sono le descrizioni del modo di vivere
delle dame di Corte, del loro porsi nei confronti degli uomini, delle loro
abitudini e modi di comportarsi e di vestirsi molto particolari.
Nel secondo capitolo viene affrontato il ruolo che ha la donna nel mondo
di oggi; si analizza il suo sviluppo in campo lavorativo e la presa di
coscienza della sua identità umana e delle sue capacità.
IV
Negli ultimi anni, inoltre si è avuto anche un notevole aumento del tasso
di istruzione superiore femminile, dato questo, a testimonianza
dell’evoluzione della condizione della donna giapponese.
Nel terzo capitolo si esamina l’infanzia e l’educazione dei bambini
giapponesi, sottolineando i metodi utilizzati dagli insegnanti giapponesi
e la loro diversità rispetto alle metodologie occidentali.
In Giappone infatti la metodica di insegnamento è finalizzata a far
socializzare i bambini tra loro: si da infatti maggiore importanza alla
relazione bambino-bambino piuttosto che a quella bambino–insegnante
più tipica della nostra cultura.
Nel capitolo sull’infanzia, inoltre, vengono trattate le differenze
educative tra maschi e femmine.
Dopo aver trattato dell’educazione infantile e delle differenze
pedagogiche tra maschi e femmine, infine, nell’ultimo capitolo viene
analizzata l’educazione delle donne e precisamente quella delle geishe
tra il periodo Edo, che va dal 1600 al 1867 d.C., e l’era Meiji, che va dal
1868 al 1911, quando le geishe lavoravano nei cosiddetti Kissaten, cioè
le botteghe del caffè, dove avevano il compito di servire i clienti, avere
modi gentili e cordiali e conversare con loro.
V
Inoltre in esso, si analizza il ruolo e il particolare significato che ha
assunto la figura della geisha non solo nell’antico Giappone ma anche in
quello contemporaneo.
Infatti, in questo capitolo viene affrontato anche l’educazione molto
severa ricevuta da una donna occidentale, Liza Dalby, in una comunità di
geishe, nella città di Kyoto.
Particolarmente interessante è stato, infine, l’affermarsi del teatro
Kabuki, sorto nel diciassettesimo secolo, in cui si manifestava la più
sublime arte di imitazione femminile, chiamata l’onnagata, impersonata
da uomini dall’aspetto alquanto fragile, che offrivano una versione
idealizzata della donna, una stilizzazione femminile.
Gli argomenti trattati nei capitoli fanno riferimento a testi menzionati
nella bibliografia posta alla fine del volume.
VI
Capitolo Primo
1. Condizione della donna di corte nell’antico Giappone, durante il
periodo Heian
Nell’antica cultura giapponese, assunse grande particolarità e
fascino la condizione delle donne di Corte, durante uno dei periodi più
felici e prosperi nella storia del Giappone.
E, tale periodo storico viene chiamato in Giappone Heian
1
(794 – 1185),
dal nome della capitale, e Fujiwara, dal nome della grande famiglia che
tenne il potere dall’ottavo al dodicesimo secolo d.C.
Durante questo felice periodo storico la capitale diventa Kyoto, che
prende il nome Heian, Città della Pace. La capitale viene governata dalla
nobile famiglia dei Fujiwara.
Questa èra viene considerata un piccolo mondo perfetto, apparentemente
isolato nel tempo e nello spazio, un periodo di assoluta tregua, dal
1
Giorgia Valensin, Diari di dame di corte nell’antico Giappone, Torino, Einaudi, 1990, pag 7
1
momento che erano cessate le guerre civili, e completamente lontano
dall’Occidente contemporaneo e anche dall’antico Giappone dei
Samurai. Questo senso di isolamento è dovuto non solo all’ottima
posizione geografica del Giappone, ma anche alla mentalità dei suoi
abitanti che, in quel particolare periodo storico, tendevano ad isolarsi nel
loro presente.
Quindi, la Città di Heian (Città della Pace), intorno all’anno mille, sta
vivendo la sua età dell’oro, un periodo di assoluta pace.
Nella capitale, la vita culturale diventa il privilegio di poche famiglie,
creando un tipo di linguaggio fatto di sfumature e allusioni quasi
impercettibili. Inoltre, alla corte di Kyoto, i rapporti fra i cortigiani e i
membri della famiglia imperiale appaiono, generalmente, meno formali e
improntati ad una certa rispettosa familiarità.
In questo periodo, le donne godono di molti privilegi
2
; infatti, hanno
diritti uguali a quelli degli uomini per quanto concerne l’educazione, la
proprietà, il divorzio, ecc.
Inoltre, i ricchi signori pratichino spesso la poligamia, e nonostante che i
confini tra matrimonio e concubinaggio siano, quasi sempre, molto vaghi
e nebbiosi, però, bisogna anche dire che le relazioni segrete non vengono
condannate per se stesse.
2
Cfr, Giorgia Valensin, Diari di dame di corte nell’antico Giappone, Torino, Einaudi, 1990, pag 8
2
In effetti, in queste circostanze, la condotta delle donne viene giudicata,
facendo appello più al loro buon gusto, piuttosto che ad una legge
morale. Inoltre, a Corte, queste donne vivono sempre seminascoste
dietro a veli, ventagli, paraventi e tenui cortine di bambù, attraverso le
quali possono vedere senza essere viste. Amano mostrarsi solo di
sfuggita, di profilo, e sempre in penombra.
Generalmente, queste dame di Corte non sono molto presenti alle feste
pubbliche, e preferiscono ascoltare di nascosto dietro alle sottili
partizioni di legno che separano i loro appartamenti dalle sale di raduno.
Nonostante ciò, le donne di questo periodo storico non vivono la loro
vita in modo segregato. Anzi, in casa dei propri genitori le ragazze
godono di molte libertà.
Ma ciò che colpisce maggiormente, era la posizione di queste dame di
Corte nella vita culturale dell’èra Heian (794 – 1185), specialmente in
campo letterario. Infatti, si può tranquillamente affermare che tutti i più
grandi scrittori e poeti del periodo Fujiwara erano donne
3
. Ciò era
dovuto anche al fatto che, fin dall’avvento della cultura cinese in
Giappone verso il terzo secolo d.C., gli uomini preferivano scrivere in
cinese, poiché questa era per loro la lingua della cultura. Abitudine
3
Giorgia Valensin, Diari di dame di corte nell’antico Giappone, Torino, Einaudi, 1990, pag 9
3
questa che divenne sempre più forte all’arrivo, dalla Corea nell’ottavo
secolo d.C., dei primi caratteri da stampa.
Invece, le donne erano più propense a scrivere poesie o romanzi in
giapponese o in kana
4
, chiamata quest’ultima anche scrittura corsiva
alfabetica, inventata nel settimo secolo d.C.
Il risultato fu che le opere giapponesi sopravvissero, mentre quelle
cinesi subirono la stessa sorte delle poesie latine dei nostri umanisti.
Quindi, si può affermare che l’occupazione favorita delle donne alla
Corte di Kyoto, durante il periodo Heian (794 – 1185), è sempre stato il
leggere o lo scrivere poesie. Infatti, c’era l’abitudine a Corte di scrivere
poesie su dei fogliolini di carta, sparsi ovunque.
Inoltre, queste poesie venivano scritte anche in base ad un particolare
stato d’animo, oppure ad ogni cambiamento di stagione, o anche per ogni
evento grande o piccolo della vita quotidiana.
Inoltre, la Corte di Kyoto del periodo Heian (794 – 1185), assomiglia in
molti aspetti a quella francese del Settecento: per esempio, la grazia
leggera e scintillante, il gusto raffinato nel vestire e il significato estetico
e decorativo dato ad ogni più piccolo oggetto.
4
Giorgia Valensin, Diari di dame di corte nell’antico Giappone, Torino, Einaudi, 1990, pag 9
4
Inoltre, le dame di corte appaiono molto colte e “preziose”, tenendo a
bada cortigiani e ministri e gli stessi sovrani, col loro spirito pronto e
mordace.
Lo scenario in cui si svolgeva la vita della corte di Heian è, come quello
francese, squisitamente artificiale, con la differenza che nella corte
nipponica l’artificio sembra seguire ovunque le linee sinuose della
natura, e rifugge dal disegno geometrico ed astratto di Versailles.
Alla Corte di Kyoto, il contatto con la natura è sempre più diretto e
spontaneo, rispetto all’artificiosa reggia francese.
Inoltre, a Kyoto si ha un’impressione di maggiore accuratezza e di
pulizia personale, spesso praticata senza secondi fini.
Infatti, secondo una dama di corte, Shei Shonagon, vissuta in quel
periodo a Kyoto, lavarsi i capelli, fare il bagno, infilarsi una vestaglia
profumata d’incenso, lo si faceva non solo per la scena o per farsi
vedere, come accadeva nella Francia settecentesca, ma soprattutto per se
stesse.
Inoltre, le parti nascoste del vestiario delle dame di Corte erano spesso le
più curate
5
; infatti, i colori più accesi, i ricami più ricchi si portavano
sotto i vestiti e si coprivano con innumerevoli veli dai toni via via più
tenui e smorzati.
5
Giorgia Valensin, Diari di dame di corte nell’antico Giappone, Torino, Einaudi, 1990, pag 10
5
Per quanto riguarda il sentimento religioso, bisogna dire che a Kyoto era
molto profondo e sincero; molte donne di corte, soprattutto nei loro
momenti di scoraggiamento, aspiravano ad una vita religiosa e al
distacco dai beni mondani.
Infatti, erano alquanto numerose a Corte le vocazioni religiose, e
nonostante seguano a dolori o a delusioni amorose, queste vocazioni
erano spesso alimentate da una fede infantile e profonda.
Alla Corte di Kyoto, inoltre, fu molto presente l’influenza della Cina, per
esempio, nel modo di vestire delle dame
6
.
Infatti, a Corte queste donne erano solite indossare mantelli di broccato
cinese, e, per le grandi occasioni, si pettinavano in modo da
rassomigliare alle bellezze nei quadri cinesi, anche se queste gentildonne
tendevano, certe volte, a criticare e a giudicare “antiquati” certi mobili di
stile cinese, e alquanto “buffi” i vasi di peonie cinesi sulla veranda.
Durante il periodo Heian (794 – 1185), alla corte dei Fujiwara, vi furono
quattro dame, che, attraverso i loro diari, ci offrono la possibilità di
conoscere ed apprezzare la preziosa civiltà di questo periodo, unico nella
storia del Giappone, e ci permettono di conoscere, naturalmente, anche la
condizione molto particolare delle donne di corte durante il regno dei
Fujiwara.
6
Cfr, Giorgia Valensin, Diari di dame di corte nell’antico Giappone, Torino, Einaudi, 1990, pag 13
6