II
cosa fosse veramente necessario per comprendere a fondo la
società e l’epoca in cui si trovò a vivere e quale peso attribuire
all’istruzione fornitagli dalla scuola, prima, e dall’Università di
Harvard, poi.
Malgrado la sua invidiabile cultura si definì più volte un
inetto, in quanto non era in grado di entrare in sintonia con il
mondo contemporaneo. The Education of Henry Adams narra
infatti i problemi del suo autore-protagonista e registra la crisi
di un uomo spinto verso il futuro dal progresso tecnologico,
dall’industrializzazione, dalle nuove scoperte scientifiche e dal
capitalismo. Un futuro che più che attrarlo lo spaventa, poiché
non vi trova punti di riferimento e certezze. La sua unica
certezza è la tradizione e i valori che hanno guidato la sua
famiglia nel passato, un passato che però non può più tornare e
che non gli è certo di aiuto.
Oltre alla crisi del Positivismo che si respirava nella sua
epoca, Adams descrive anche le delusioni che lo afflissero
durante gli anni. I valori morali che avevano guidato i suoi
antenati durante gli anni in cui si vennero a costituire gli Stati
Uniti sono definitivamente tramontati e hanno ceduto il posto ai
III
nuovi ideali della modernità: la velocità, il progresso,
l’arricchimento e la produzione. Nel periodo che vide nascere il
capitalismo, Adams associa lucidamente l’avanzare del
progresso con il crollo della morale. Traccia un ritratto a tutto
tondo della società americana e inglese e le accusa, sia nella
Education che in altre opere, di diventare sempre più anonime,
massificate e, per quanto riguarda gli uomini politici, di essere
sempre più corrotti e sempre meno interessati al prossimo.
Il tema della politica interessò molti componenti della
famiglia Adams. L’Ottocento vide infatti un’inaspettata
espansione degli Stati Uniti e fu molto acceso il dibattito sulla
riforma della Costituzione. Uno dei principi fondanti era infatti
la libertà dell’individuo, ma venne più volte messo in dubbio
tracciando a tavolino i confini di alcuni stati, o acquistandone
altri che non avevano manifestato alcuna intenzione di entrare a
far parte dell’Unione. Questo fu probabilmente il primo passo
che portò alla crisi delle istituzioni americane. Inoltre tutti gli
Adams deplorarono e combatterono strenuamente la schiavitù.
Già Henry David Thoreau sosteneva che uno stato di recente
fondazione deve educare se stesso, le proprie istituzioni e i
IV
propri individui a ogni livello. Per giungere a tale scopo è però
necessaria la più completa libertà nello sviluppo delle relazioni
umane e la finalità precipua dello stato deve consistere nella
realizzazione dell’individuo nella totalità delle sua capacità,
piuttosto che nel progresso materiale.
1
La società americana è invece caratterizzata dal progresso.
Adams stesso ne fu travolto. Egli cercò invano delle sicurezze
nella scienza ma il progresso scientifico, più che fornirgli delle
conferme, fece nascere in lui ulteriori dubbi. Approdò, infine, a
una vera e propria venerazione nei confronti delle macchine e,
in particolare, della dinamo, che elesse a simbolo della
modernità. Il progresso tecnologico, però, era un’ulteriore
conferma dell’eclissarsi dell’individuo a favore del
protagonismo delle macchine. Anche in questo caso, egli ne
rimase attratto e spaventato allo stesso tempo, poiché si rese
conto che l’uomo sarebbe potuto rimanere vittima delle
macchine create da lui stesso. Inoltre, l’entropia scatenata da
tali e tanti avanzamenti tecnologici e scientifici avrebbe
provocato il caos totale sino a sfociare nella distruzione del
1
Cfr. Claudio Gorlier, L’Universo Domestico, Edizioni di Storia e Letteratura, (Roma,
V
genere umano; una chiara metafora e premonizione della Prima
Guerra Mondiale, la quale non fu altro che la triste conferma dei
timori di Adams.
Egli assiste a tutti questi sconvolgimenti e, con sorprendente
perspicacia, ne compie una disamina, anticipando molte
problematiche di cui si parla ancora oggi ma, purtroppo, non è
in grado di attuare la metamorfosi necessaria per adattarsi alle
mutate condizioni di vita sociali. Preferisce rimanere un
outsider e raccontarci, da esimio storico quale era, le vicende
che più lo colpirono.
Oltre alla modernità tecnologica, Adams anticipa anche
alcuni tratti caratteristici del modernismo. Elabora un resoconto
completo della sua personalità e della società, ma non si limita a
un periodo di tempo ristretto. La sua analisi abbraccia quasi un
secolo e ha una precisione storica che mancherà alle opere
moderniste.
Proprio per questo è riduttivo relegare The Education of
Henry Adams al genere autobiografico. Una parte della mia tesi
è dedicata proprio a quest’ultimo tema. Nel primo capitolo
1962).
VI
traccio una sommaria biografia di Henry Adams, limitandomi a
registrare i punti salienti della sua vita, analizzo la genesi e lo
sviluppo delle sue opere, per poi passare ad esaminare le
tematiche ricorrenti nei suoi scritti e vedere come esse vengono
trattate e riprese. Tutto questo per comprendere appieno The
Education, l’opera summa di Adams. Questo primo capitolo è
volutamente breve, in quanto intende fornire delle informazioni
generali sull’autore essenziali a capire ciò che segue, tuttavia
non vuole anticipare analisi condotte in maniera più
approfondita nei paragrafi che seguono, né, tanto meno, essere
una mera riscrittura della Education.
Al fine di analizzare The Education of Henry Adams dal
punto di vista letterario ho ritenuto opportuno dedicare il
capitolo centrale della tesi al genere dell’autobiografia,
partendo dal tema generale del romanzo e del racconto
biografico per poi scendere sempre più nello specifico, sino a
giungere all’autobiografia in terza persona, di cui The
Education è uno dei pochi esempi esistenti. In questo secondo
capitolo vengono descritte le origini e lo sviluppo sia del
romanzo che della biografia, inoltre vengono forniti degli
VII
strumenti a livello teorico che possono servire da chiave di
lettura per analizzare l’opera.
Nel terzo capitolo, infine, il testo viene “decostruito” per
esaminare dettagliatamente due tematiche basilari nel pensiero
di Adams: la già citata educazione e il modo in cui egli vede e
giudica se stesso. Proprio per questo motivo concentro la mia
tesi sullo studio delle componenti autobiografiche che ricorrono
nell’opera e tralascio di esaminare i rimandi scientifici, politici,
storici e letterari, di cui essa è enormemente ricca.
Basandosi sulla coscienza che l’autore ha di sé, è più facile
comprendere anche il suo disagio, vedere come lo esprime o
come lo cela, a seconda dei casi. È inoltre possibile capire la
modernità di Adams e la sua continua ricerca di punti
d’appoggio, realizzata tramite uno studio continuo di materie
che, a volte, non gli erano del tutto familiari. Lucien Febvre
sostiene che una buona definizione del termine progresso è:
“Attitudine a stringere accordi e scambi fra discipline vicine fra
loro.”
2
, ed è proprio questo ciò che fece Adams. Egli tentò
addirittura di realizzare un connubio tra scienza e storia per
2
Lucien Febvre, Problemi di Metodo Storico, Einaudi, (Torino, 1992), pag. 108.
VIII
creare delle linee guida utili all’umanità e, grazie alle sue teorie,
anticipò svariate difficoltà con cui si dovrà confrontare il genere
umano durante tutto il Novecento.
IX
In The Education of Henry Adams there is a strong connection between religion and science.
Henry Adams grew up in the Puritan New England and religion held a strong influence on his
moral and life. He stated that man needed a strong faith to believe in God and in science, as
well. In his novel Esther, published in 1884, he wrote that “There is no science which does
not begin by requiring you to believe the incredible.” and it is thus clear that he had no
complete faith in the subject. Anyway, he was interested in the scientific and technological
progress and defined himself as “A Darwinian for fun” as, during those year, it was easier to
be a Darwinian than not to be, because in order to contradict, one has to know and Adams was
convinced not to know enough.
What he really believed in was force, the great source of inspiration ever existed. He knew
that all the goddesses of the past had been worshipped not for their beauty but for the force
they emanated and inspired. He elected the Holy Virgin as their highest representative and
wrote several works on that matter. She figures in his novel Mont-Saint-Michel and Chartres,
where she is described as the only source of unity for the people living in the Middle Ages.
They were guided by her moral and religion and had a common view and goal as far as their
lives were concerned. Those people felt to be a little part of a cosmic harmony and did their
best not to distort it. They could find all the answers to their questions in Christian religion
and lived following its rules. Adams also stated that the magnificent gothic cathedrals built at
Mont-Saint-Michel and Chartres were directly inspired by the Virgin and realised by some
architects who strongly believed in her force and who searched for her help in order to
accomplish their works of art.
Henry Adams tried in several ways to find a new inspirer of the lost unity. It was not easy to
find one in the multiverse he lived in and in the infinite variety governing the modern world.
He thought that science could be of help and he was partly right. Science and technology were
the modern sources of power and force and he saw in the Dynamo a new unifying totem. At
least he hoped that it could be true but he soon discovered that the unity of the past was for
ever lost. He tried to liked past and present as much as he could. The 25th chapter of The
X
Education is entitled “The Dynamo and the Virgin” as he venerated the dynamo as a goddess
and wished it to be a symbol of faith. He also dedicated a prayer to it. In his poem “Prayer to
the Virgin of Chartres” the second half is subtitled Prayer to the Dynamo. He wanted to link
the unity of the 13th century with the multiplicity of the 20th in order to find a guide and a
goal in the life of humanity as a whole. This Prayer is a link at various levels: between his
books Mont-Saint-Michel and Chartres and The Education of Henry Adams, between science
and religion, past and present, the unity of the Middle Ages and the supposed unity of the
modern time.
Unfortunately enough, he soon realised that science had no unifying force as religion had. The
dynamo could not inspire any form of art as the Virgin did and so he came to the conclusion
that his Positivistic point of view and his quest were a failure, a recurrent word in all his
works.
Moreover, science could also become dangerous and destroy men. This is a clear premonition
of the slaughter caused by the two World Wars and the atomic bomb, a symbol he surely
would have used instead of the dynamo, if he had not died in 1918.