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quantificare correttamente i segmenti delineati a causa del confine a volte labile tra attività
ambientali e non ambientali. Ecco quindi che può risultare interessante indagare alcuni ambiti
non sufficientemente approfonditi ed operare una sintesi di alcuni dati forniti dai principali
istituti ed enti di ricerca nazionali ed internazionali.
L’obiettivo è perciò quello di fornire un quadro sintetico e per quanto possibile chiaro
relativamente al settore ambientale con riferimento a vari aspetti atti a comprenderne la
dimensione e a fornire un idea del fenomeno e delle sue evoluzioni. Tutto questo viene
raggiunto articolando il lavoro in 4 capitoli attraverso i quali, dopo aver introdotto e
circoscritto il problema, se ne dà esposizione ed approfondimento.
Nel primo capitolo viene inizialmente fornito un quadro generale della cosiddetta ‘questione
ambientale’ ovvero della sensibilità dei cittadini verso i problemi ambientali. Si prosegue
esponendo la classificazione fornita dall’Eurostat per definire il settore ambientale che
costituisce un tentativo di circoscrivere un insieme di attività spesso fra loro eterogenee.
Definiti i confini del problema, nei successivi capitoli si prosegue esponendo i vari indicatori
per descrivere la dimensione e le tendenze del settore stesso.
Nel secondo capitolo si procede considerando la dimensione del mercato mondiale ed europeo
ed analizzando il fatturato prodotto suddiviso per settori e nazioni. Vengono quindi proposte
altre prospettive d’analisi molto interessanti che possono svelare alcuni particolari sul mercato
ambientale come per esempio la quota di spese operative confrontate con le spese destinate ad
investimenti in conto capitale, la quota di spese ambientali sul prodotto interno lordo dei vari
paesi e la spesa ambientale per abitante. Attraverso questa serie di indicatori il dato relativo
alle spese ambientali viene efficacemente integrato e si possono operare una serie di
considerazioni aggiuntive che vanno al di là della mera considerazione del dato relativo al
fatturato. Viene infine offerto un breve approfondimento su alcuni importanti competitor
mondiali anche se l’analisi è limitata a pochi paesi per la mancanza di dati.
Nel terzo capitolo vengono analizzate le ricadute occupazionali del settore ambientale.
Definito il campo d’analisi e la metodologia utilizzata per ottenere le informazioni vengono
forniti i dati relativi ai lavoratori occupati nei vari segmenti del settore e nei diversi paesi
europei. L’occupazione viene analizzata secondo varie prospettive: ad un primo livello si
considerano separatamente il lavoro diretto, ossia quello direttamente impegnato nella
fornitura di beni e servizi ambientali, e quello indiretto ossia quello impegnato nella
costruzione di attrezzature per la fornitura di beni o servizi ambientali; quindi verrà
considerata la suddivisione tra lavoro generato da investimenti e lavoro generato da spese
operative. Per concludere verrà effettuato un approfondimento sulle dinamiche del mercato
del lavoro ambientale italiano. Infine nel quarto ed ultimo capitolo verrà analizzato un altro
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aspetto importante dell’eco-industria europea ossia le attività di esportazione. Questa analisi
verrà effettuata considerando alcuni codici di prodotto definiti dall’Eurostat tramite i quali si
possono ricostruire i flussi commerciali all’interno dell’Unione e tra l’Europa e gli altri paesi.
Verranno quindi considerati vari aspetti come il valore di merci e servizi scambiati, la bilancia
commerciale e le prospettive future in virtù delle probabili evoluzioni dei mercati mondiali.
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CAPITOLO PRIMO
DEFINIZIONE DEL “SETTORE AMBIENTALE”
1.1 Premessa
La questione ambientale è un tema che riscontra sempre maggiore importanza tra le opinioni
dei cittadini europei; vari studi condotti dall’Eurostat e dagli istituti di statistica dei vari paesi
sottolineano infatti che i cittadini sono sempre più preoccupati dell’ambiente in cui vivono,
dell’aria che respirano, del cibo di cui si nutrono ecc. Questa preoccupazione è cresciuta negli
ultimi anni relativamente a vari aspetti concernenti la questione ambientale come vediamo
dalla tabella qui proposta relativa ad uno studio condotto dall’Eurostat sulle attitudini dei
cittadini verso l’ambiente.
Tabella 1.1 - % Cittadini molto preoccupati per problemi ambientali
Asserzione 1999 2002 Variazione
Inquinamento dell'aria 35 44 9
Disastri naturali 22 43 21
Inquinamento dei mari e delle coste 32 42 10
Inquinamento dei fiumi e dei laghi 27 42 15
Progressiva eliminazione delle foreste tropicali 39 41 2
Estinzione di piante e specie animali 27 37 10
Gestione dei rifiuti industriali 35 37 2
Problemi urbani (traffico, trasporti pubblici, spazi verdi
ecc.)
23 21 -2
Caccia e pesca 15 17 2
Danni causati dal turismo 10 17 7
Fonte: Eurostat 2003
Come si nota, il livello di preoccupazione circa i danni ambientali è aumentato nella maggior
parte dei casi. L’incremento è particolarmente accentuato nelle voci riguardanti i ‘disastri
naturali’ (+21%) ed in generale per tutte le voci relative ai danni ambientali in senso lato
(fiumi e laghi mostrano un incremento del 15%, mari e coste un incremento del 10%, piante e
specie animali del 10%, inquinamento dell’aria del 9%). Le asserzioni che rimangono
abbastanza stabili tra il 1999 ed il 2002 sono quelle relative alla gestione dei rifiuti industriali
(+2%) ed ai problemi urbani (-2%), anche se, avverte l’Eurostat, questi due ultimi dati
potrebbero non risultare del tutto attendibili in quanto gli ultimi due quesiti non erano stati
formulati nello stesso modo all’interno delle due ricerche svolte. All’interno del campione
però, chiarisce l’Eurostat, possono essere notate alcune differenze: innanzitutto la sensibilità
ambientale, originariamente manifestatasi soprattutto nel Nord Europa, vede ora una forte
espansione e predominanza nei paesi del Sud, per il motivo che questo gruppo di stati,
parallelamente ad un forte sviluppo industriale, hanno visto un miglioramento degli standard
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di vita associato però ad un peggioramento della qualità della vita intesa come danni
all’ambiente ecc. Inoltre è stato rilevato che tendenzialmente le donne sentono molto più degli
uomini la questione ambientale con riferimento a tutte le tematiche sopra riportate. Altro
aspetto importante è dato dal fatto che tendenzialmente i giovani sono meno preoccupati delle
persone più anziane anche se con alcune eccezioni relative ad alcune problematiche; inoltre
anche l’educazione contribuisce a segmentare la popolazione, tendenzialmente le persone con
un grado di scolarità più elevato sono più sensibili ai problemi ambientali.
L’indubbia importanza assunta dalla questione ambientale ha stimolato un crescente dibattito
a livello politico sia nazionale che internazionale a sostegno delle attività economiche per la
protezione dell’ambiente (la cosiddetta industria verde) ed è stata motivo di crescita sia in
termini dimensionali che di specializzazione dell’eco-industria stessa.
Con l’accresciuta importanza di questo settore è emerso anche il bisogno di definirne i confini
e misurarne le dimensioni, compito non certo semplice vista l’aleatorietà dei confini stessi e la
continua evoluzione del settore con la nascita di nuove nicchie e aree di attività. Un tentativo
di costruire una definizione completa ed esauriente del settore è venuto da uno studio
effettuato da un gruppo informale composto da Ocse ed Eurostat pubblicato nel 1999 che però
non chiarisce e circoscrive definitivamente il settore in quanto permangono delle zone
d’ombra su attività che potrebbero rientrare nella definizione pur non avendo una chiara e
primaria finalità ambientale e per la difficoltà di applicare questa classificazione ad uno studio
organico e completo che riesca ad individuare e misurare con precisione tutti i sottosettori
citati dalla classificazione in termini di fatturato e numero di imprese.
1.2 Lo studio OCSE/Eurostat (Fonte: Eurostat 2002)
1.2.1 Definizione
Lo studio OCSE/Eurostat definisce il settore ambientale come “attività che producono beni o
servizi per misurare, prevenire, minimizzare, limitare o correggere danni ambientali alle
acque, all’aria, alla terra, così come i problemi collegati ai rifiuti, ai rumori e all’eco-
sistema. Ciò include tecnologie pulite, prodotti e servizi che riducono il rischio ambientale e
minimizzano l’uso di risorse” (OCSE/Eurostat 1999). Quindi per classificare come verde
un’attività è necessario che questa abbia una chiara finalità ambientale. Lo studio classifica il
settore in tre macro aree: controllo dell’inquinamento, tecnologie e prodotti puliti, gestione
delle risorse; per ciascuna delle aree vengono individuati dei sottosettori divisi ciascuno in tre
gruppi (beni, servizi, costruzioni) che permette di generare una matrice di classificazione dove
in riga vengono citati i vari sottosettori relativi alle tre macro aree definite prima ed in
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colonna i tre gruppi prima citati. La classificazione che ne risulta è prettamente di tipo
teorico-metodologico ovvero non è stata costruita, come detto, col fine primario di ottenere
delle classi adatte ad una successiva rilevazione tramite l’uso della classificazione stessa ma
ha lo scopo di procedere ad una prima classificazione esaustiva ed autorevole del settore
verde e di allargare il campo di indagine considerando non solo attività che mirano al
controllo dell’inquinamento (principalmente tramite tecnologie del tipo end of pipe) ma anche
di gestione ed uso di queste risorse in qualche modo coerente con il concetto di sviluppo
sostenibile.
1.2.2 Gestione inquinamento
La prima area è quella relativa al controllo dell’inquinamento e si divide in tre sottosettori che
comprendono varie attività:
• Beni ambientali
Controllo dell’inquinamento atmosferico: questa classe include ogni attività che produce
impianti, tecnologia o materiali specifici per il trattamento o la rimozione di gas di scarico e
particolato sia da fonti fisse che in movimento. Sono inoltre compresi in questa categoria gli
impianti per il trattamento dell’aria, collettori di polvere, filtri, marmitte catalitiche,
trattamenti chimici e sistemi di recupero, inceneritori, assorbitori di gas, impianti per il
controllo degli odori e carburanti a basso impatto ambientale
Gestione dei rifiuti liquidi: questa classe include tutte le attività che producono impianti,
tecnologia, o materiali specifici per la raccolta, il trattamento ed il trasporto di rifiuti liquidi e
liquido refrigerante. In questa categoria sono incluse le tubazioni, le pompe, le valvole, gli
impianti di ventilazione, impianti di sedimentazione a gravità, impianti per il recupero e per
trattamenti chimici, sistemi di recupero biologici, sistemi per la separazione di acqua e olio,
depuratori, impianti per il trattamento delle acque reflue, impianti per il riciclaggio e la
purificazione dell’acqua e altri sistemi di trattamento
Gestione dei rifiuti solidi: questa categoria include ogni attività che produce impianti,
tecnologia, o materiale specifico per la raccolta, il trattamento, il trasporto, l’eliminazione e il
recupero di rifiuti solidi pericolosi e non pericolosi. Sono inclusi gli impianti per il deposito,
la raccolta ed il trattamento dei rifiuti di ogni tipo, la separazione e lo smistamento dei rifiuti e
per il loro riciclaggio. Inoltre sono compresi gli impianti per la pulizia ed il lavaggio delle
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strade e qualsiasi tipo di impianto, tecnologia o materiale specifico per il trattamento di rifiuti
nucleari a bassa pericolosità, mentre sono esclusi quelli ad alta pericolosità. Da questa
categoria sono esclusi inoltre la produzione di materiali o prodotti derivati dai rifiuti
recuperati e l’uso questi materiali riciclati
Pulitura e ripristino di suolo, acque superficiali e sotterranee: questa categoria include
ogni attività che produce impianti, tecnologia o materiali per ridurre la quantità di inquinanti
sul suolo e nelle acque di superficie e sotterranee. Comprende impianti sia in situ che in
apposite installazioni
Riduzione del rumore e delle vibrazioni: questa categoria include tutte le attività che
producono impianti, tecnologia o materiali specifici per ridurre o eliminare le emissioni e la
propagazione di rumori o vibrazioni sia da una sorgente definita che non definita. Sono inclusi
i silenziatori, materiali insonorizzanti, impianti e sistemi per il controllo dei rumori e delle
vibrazioni
Sistemi di monitoraggio, analisi e misurazione: questa classe include le attività che
producono impianti, tecnologia o materiali specifici per campionare, misurare e studiare varie
caratteristiche dei media ambientali. Sono inclusi impianti per la misurazione ed il
monitoraggio, sistemi per il campionamento, sistemi per la raccolta di dati ed altri strumenti e
macchinari per le misurazioni (es. software specifici per misurare informazioni ambientali
ecc)
• Servizi ambientali
Controllo inquinamento atmosferico: questa categoria include ogni attività che progetta,
gestisce o fornisce sistemi o servizi per il trattamento e la rimozione di gas di scarico e
particolato sia da sorgenti fisse che mobili
Gestione dei rifiuti liquidi: questa categoria include ogni attività che progetta, gestisce o
fornisce servizi per la raccolta il trattamento ed il trasporto di acque di rifiuto e liquido
refrigerante. Sono comprese inoltre le attività di progettazione e gestione di altri servizi
inerenti al trattamento delle acque reflue e al riutilizzo dell’acqua