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Si esaminerà lo studio di Simon; l’autore, incuriosito dalle cause del successo
tedesco, basato in gran parte sulle esportazioni di piccole imprese, per lo più
sconosciute anche all’interno della stessa Germania, intraprende un percorso
di ricerca avente ad oggetto tale fenomeno. L’autore si chiede quali siano le
strutture e le linee guida che caratterizzano le imprese in questione,
giungendo ad evidenziare la qualità del prodotto, la vicinanza al cliente e
l’orientamento all’innovatività come elementi ricorrenti.
Lo studio affrontato da Simon, limitatamente alle imprese del territorio
tedesco, viene ripreso da Clara Benevolo: l’autore si è interrogato sulle cause
che portano imprese di piccole dimensioni, operanti in mercati di nicchia, a
ricoprire una posizione di leadership a livello mondiale nel settore di
appartenenza. I punti di forza risultano essere una forte coesione nel gruppo
di lavoro, favorita dalla presenza di un leader carismatico, l’innovazione e
l’attenzione alle esigenze del cliente.
Sintetizzando gli elaborati dei diversi autori, si giungerà alla definizione di un
modello per le imprese eccellenti, mediante l’evidenziazione delle
caratteristiche tipiche dell’eccellenza.
Il modello verrà poi applicato a quattro casi di piccole imprese caratterizzate
da alti livelli di succeso e fatturato per verificare se, effettivamente, il modello
rispecchi la realtà delle imprese eccellenti: i casi presi in considerazione sono
quelli presentati sulle riviste manageriali da cui si è preso spunto per l’oggetto
della tesi; apparentemente, gli autori non evidenziano un determinato
elemento o caratteristica che potrebbe giustificare un così forte successo.
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Le imprese in questione sono semplicemente orientate all’eccellenza, che
consiste in un insieme di elementi e predisposizioni che portano al successo.
Per ogni caso aziendale verranno raccolte informazioni, riguardo al fatturato,
l’organizzazione aziendale, i rapporti con il personale, l’eventuale presenza
oltre i confini del paese d’origine. Si organizzeranno i dati in base allo schema
elaborato, per verificare l’aderenza o meno dell’impresa in questione al
modello dell’imprese eccellenti.
Ai miei genitori, a Michele, Enrico, Fabio, Mari
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Capitolo 1 Analisi dell’eccellenza
imprenditoriale
1 L’indirizzo strategico delle imprese
eccellenti
Analizzando il panorama mondiale delle imprese, emergono con evidenza
casi i cui protagonisti sono piccole imprese, spesso a conduzione familiare, che
raggiungono risultati di successo nel proprio settore di attività: esse vengono
denominate imprese eccellenti.
Queste ultime sono caratterizzate da un forte coinvolgimento
dell’imprenditore, che lavora dove vive, per il quale l’impresa ricopre un
ruolo di particolare importanza e che è continuamente impegnato nel campo
dell’innovazione. L’impresa eccellente garantisce disponibilità di posti di
lavoro e contribuisce alla ricchezza del Paese, in particolar modo per quanto
riguarda le esportazioni.
Oggi il tema dell’eccellenza appare di grande attualità in quanto, in un clima
di concorrenza agguerrita in cui la precarietà del vantaggio competitivo è un
dato di fatto, le imprese sono obbligate ad abbandonare una posizione di
mediocrità a favore del perseguimento dell’eccellenza imprenditoriale.
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Non esiste un modello unico, ma, in termini generali, il raggiungimento
dell’eccellenza presuppone che l’impresa non sia interessata alla mera ricerca
del facile profitto, ma piuttosto alla creazione di un coinvolgimento di tutta
l’organizzazione per la costituzione di solide basi.
Nel corso degli ultimi decenni, le imprese hanno sempre cercato di
raggiungere l’eccellenza e, in relazione ai diversi periodi storici, essa è stata
caratterizzata da aspetti differenti.
Secondo una panoramica storica proposta da Corno (1988), l’impresa
eccellente durante gli anni ’60 si contraddistingue per la rapida risposta di
fronte alle esigenze di mercato: ne sono caratterizzate imprese piccole e
grandi, sostenute dalla straordinaria crescita dei consumi.
Successivamente, negli anni ’70, l’impresa raggiunge l’eccellenza se è in grado
di garantire una tempestiva risposta alla varietà e variabilità della domanda,
basandosi su un modello improntato sulla flessibilità: le protagoniste sono
soprattutto piccole e medie imprese che, grazie alle ridotte dimensioni,
riescono più facilmente a adattarsi ai continui cambiamenti della domanda;
altri fattori vincenti sono l’attenzione rivolta al cliente e la figura
dell’imprenditore, aperta al confronto con i subordinati e vista come modello
a cui ispirarsi.
Agli inizi degli anni ’80, la rivoluzione tecnologica vede primeggiare,
nell’ambito dell’eccellenza, soprattutto grandi imprese, capaci di essere
sempre un passo avanti rispetto ai concorrenti, di sostenere alti ritmi di
produzione, trarre vantaggio dalle nuove tecnologie fornite dall’informatica e
adottare procedure di esternalizzazione.
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Per le imprese moderne perseguire l’eccellenza ricopre ancora un ruolo
fondamentale, in quanto calate in un contesto caratterizzato principalmente
da discontinuità, dall’emergere di nuovi Paesi industrializzati e dalla facilità
di vedere il proprio vantaggio competitivo eroso inesorabilmente.
Oggigiorno, quindi, le imprese, soprattutto quelle impegnate in settori
caratterizzati da un alto livello di competitività, sono obbligate a
intraprendere un percorso verso il raggiungimento dell’eccellenza
imprenditoriale, per allontanare il pericolo di un’emarginazione.
In particolare, dallo studio proposto da Coda (1988) emerge un aspetto
importante: la ricerca del successo imprenditoriale può svolgersi,
essenzialmente, attraverso due percorsi distinti, ma solo uno di essi può
portare l’impresa a raggiungere l’eccellenza.
Il primo possibile percorso vede l’impresa impegnata a sfruttare temporanee
condizioni ambientali che danno la possibilità di ottenere immediatamente
facili profitti. Disponibilità di manodopera a basso costo, barriere all’entrata
che scoraggiano l’ingresso di nuovi concorrenti, un periodo di forte crescita
della domanda possono costituire esempi di opportunità da cui l’impresa può
trarre vantaggio; risulta, d’altra parte, inevitabile che, al venir meno di tali
condizioni, il successo dell’impresa sia destinato a declinare.
Lo sfruttamento di condizioni esterne permette, quindi, di massimizzare i
profitti in un ottica di breve periodo: tutti gli sforzi verranno concentrati
sull’area da cui deriva il profitto, trascurando le attività non direttamente
collegate ad essa e andando così a creare un vantaggio precario e non
difendibile.
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In antitesi a tale modello, il percorso che conduce l’impresa all’eccellenza
assume come obiettivo primario non tanto il profitto immediato, quanto la
sopravvivenza nel tempo dell’impresa stessa, basandosi su due concetti base:
coesione e dominanza.
La coesione é intesa come coordinamento di tutte le aree di attività
dell’impresa, come coerenza con l’ambiente esterno ed i suoi mutamenti e
come armonia con gli interlocutori sociali.
La dominanza deriva, invece, da un vantaggio competitivo difendibile, quale
un vantaggio di costo o un vantaggio di differenziazione.
Le imprese caratterizzate da aspetti riconducibili ad un determinato modello
possono subire cambiamenti che portano le stesse a rientrare nell’insieme di
imprese caratterizzate dal modello opposto: è il caso di imprenditori che
avviano l’attività cogliendo un’opportunità derivante dall’ambiente esterno
per poi, sulla base del successo ottenuto, orientarsi verso un processo di
continuo apprendimento ed innovazione; viceversa, imprese nate con
l’obiettivo di mantenere basi solide per sopravvivere nel tempo possono
divenire vulnerabili, se viene abbandonata la via del miglioramento continuo.
Esigenza fondamentale delle imprese è, quindi, quella di raggiungere
l’eccellenza, ma non tutti i modelli di imprese eccellenti sono atti a garantire
una sopravvivenza duratura.
Per procedere, si introducono due parametri: il grado di diffusione dell’ideale
di eccellenza nell’impresa e l’ampiezza degli ambiti entro cui l’impresa
intende dominare.
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Per quanto riguarda il primo aspetto, alcune imprese concentrano l’eccellenza
su una o poche variabili competitive, come la qualità dei propri prodotti, o
sulle aree di risorse e competenze, ad esempio l’importanza del centro di
ricerca e sviluppo. Tuttavia, le imprese propriamente eccellenti sono
caratterizzate da un più alto grado di pervasività dell’ideale di eccellenza:
quest’ultimo include tutte le aree gestionali, con il fine ultimo di soddisfare
nel migliore dei modi il cliente; tali imprese sono caratterizzate dal
radicamento nella propria cultura di valori quali la produttività, vista come
predisposizione al continuo miglioramento e adattamento, la qualità,
caratteristica che deve connotare tutte le attività grazie alla collaborazione dei
lavoratori in qualsiasi fase della produzione, e infine la creatività.
Considerando, invece, l’ambito che l’impresa mira a dominare, le imprese
caratterizzate da indubbia eccellenza imprenditoriale focalizzano l’attenzione
su un determinato segmento di domanda, ignorando possibilità di espansione
verso altre opportunità di mercato.
Appare adatto, per il perseguimento di obiettivi di sopravvivenza nel lungo
termine, un ideale di eccellenza diffuso che vede le imprese impegnate in una
crescita continua per dominare l’intero settore a livello mondiale e che
coinvolge l’intera impresa: l’eccellenza diviene la missione a cui tutti si
dedicano, ricevendone una forte spinta motivazionale.
L’accostamento delle due variabili permette di ottenere una matrice riguardo
alle differenti configurazione che può assumere l’eccellenza imprenditoriale.