2
Più nello specifico si tratterà di capire:
ξ Il valore e l’utilità di Internet e dei nuovi mezzi di comunicazione elettronica a scopi
di apprendimento e di gestione delle conoscenze;
ξ In che modo e con quali obiettivi questi nuovi strumenti possono essere utilizzati nei
contesti economici e organizzativi, con particolare riferimento a possibili modelli
didattici alternativi o complementari;
ξ In che modo imprese e organizzazioni devono creare al proprio interno le condizioni
necessarie affinchè possano essere implementati con successo dei programmi di e-
learning.
La prima difficoltà è stata quella di impostare un discorso organico che potesse
condurre il lettore a delle conclusioni significative partendo da premesse e ipotesi ben
radicate a livello teorico e scientifico.
Per far questo si è cercato, nella prima parte della dissertazione, di tenere separate le
prospettive in gioco, per poi farle confluire nello studio dei casi aziendali.
La messa a fuoco in modo univoco delle principali problematiche e questioni è stata
propedeutica per il buon esito di un’indagine pratica dalla quale è stato possibile trarre
indicazioni importanti.
Nel primo capitolo, dal titolo “Apprendimento formazione nella società
dell’informazione e della conoscenza”, partendo dalle principali teorie
dell’apprendimento (comportamentismo, cognitivismo, costruttivismo) si cerca di
comprendere come i concetti, le pratiche e le necessità di apprendimento e di
formazione stiano cambiando nell’ambito della società della conoscenza e del nuovo
mondo del lavoro.
Attraverso il capitolo secondo, “E-learning e nuove tecnologie”, si fornisce una
panoramica delle tecnologie attraverso cui la formazione a distanza può, e potrà in
futuro, essere veicolata e consegnata alle utenze. Particolare attenzione viene dedicata
3
alle tecnologie di rete, in quanto ritenute fondamentali per innalzare la qualità
dell’esperienza mediata di apprendimento.
Solo a questo punto è possibile dar forma a un discorso organico sulle potenzialità dei
nuovi media dal punto di vista didattico.
Il terzo capitolo, “Come cambiano apprendimento e formazione attraverso i nuovi
media”, si prefigge l’obiettivo di osservare più da vicino caratteristiche e forme di
comunicazione proprie dei nuovi media, per poi mettere al vaglio della teoria le loro
principali applicazioni per l’apprendimento. Numerose teorizzazioni di matrice
costruttivista sembrano trovare conferma in questi nuovi sistemi di apprendimento, ma i
due casi presi in esame nel paragrafo finale ne portano alla luce le difficoltà applicative.
Con il capitolo quarto l’indagine viene contestualizzata a livello organizzativo, in
particolare sul piano dei modelli didattici attraverso i quali imprese ed enti possono far
fronte alle proprie esigenze formative, sfruttando in modo consistente le potenzialità
dell’e-learning.
Vengono prese in esame caratteristiche e peculiarità di università online, Corporate
University e comunità professionali on-line, e di ciascun modello si propone l’analisi di
un caso pratico. Quindici variabili di natura qualitativa contribuiscono a mettere a fuoco
le tre realtà da molteplici prospettive e a dar vita ad uno schema che favorisce il
confronto tra i casi stessi, sui piani pedagogico, strategico-economico, tecnologico.
Il capitolo si conclude con l’analisi, dal punto di vista dei contenuti, del forum
telematico della comunità professionale oggetto di studio. Ho ritenuto tale argomento
meritevole di approfondimento per potere valutare più obiettivamente la portata di
questo nuovo media in ambito di gestione delle conoscenze organizzative.
Nel capitolo quinto, “Prospettive di sviluppo per l’e-learning nelle organizzazioni”, si
tracciano in modo sintetico le principali conclusioni a cui la ricerca ha portato, anche se
buona parte di esse più che essere relative a inconfutabili realtà del presente si
prefigurano come prospettive per il futuro. Di qui, il titolo della tesi.
4
CAPITOLO PRIMO
- APPRENDIMENTO E FORMAZIONE NELLA SOCIETA’
DELL’INFORMAZIONE E DELLA CONOSCENZA -
La conoscenza rappresenta per il singolo, come per le organizzazioni, la principale
risorsa con cui affrontare le difficoltà e risolvere i problemi che ostacolano il
conseguimento degli obiettivi prefissati. Ciò che ha storicamente spinto l’uomo ad
apprendere e acquisire progressivamente conoscenza di sé e dell’ambiente circostante è
stata la necessità di interiorizzare il maggior numero di informazioni, sia relative ai suoi
simili che all’ambiente, allo scopo di costruire modelli mentali di riferimento
indispensabili per l’assunzione di decisioni, per la soluzione di problemi, per la
sopravvivenza.
Se l’informazione è definibile come insieme di dati veicolanti uno o più significati, la
conoscenza è una combinazione fluida di esperienza, valori, informazioni contestuali e
specialistiche che fornisce un quadro di riferimento per la valutazione e l’assimilazione
di nuova esperienza e nuove informazioni
1
.
Nell’epoca contemporanea, la conoscenza acquista un peso sempre crescente nella
determinazione delle dinamiche vitali delle società avanzate e del nuovo mondo del
lavoro ed è proprio questa risorsa che determina, e determinerà sempre di più in futuro,
il benessere di individui, imprese e nazioni. Essa costituisce, infatti, il principale fattore
per la creazione del valore aggiunto nei modelli economici evoluti.
Saper localizzare, creare, gestire e trasferire in modo adeguato la conoscenza costituisce
il principale strumento per sopravvivere e vincere nei mercati ipercompetitivi di un
mondo globalizzato, in cui gli scenari competitivi, economici e sociali con cui le
imprese si confrontano hanno come caratteri rappresentativi la dinamicità e la
complessità. La dinamicità definisce il continuo e imprevedibile cambiamento dei
1
Davenport, Prusak, Il sapere al lavoro. Come le aziende possono generare, codificare e trasferire la
conoscenza, ETAS, 2000
5
fenomeni rilevanti per l’attività dell’impresa, mentre la complessità sintetizza la varietà
e l’interdipendenza dei fenomeni ambientali che determinano le opzioni ed i vincoli per
lo sviluppo della stessa.
Nel contempo, la società contemporanea matura di pari passo con l’evoluzione e la
diffusione delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Negli ultimi
tempi abbiamo assistito a una mutazione epocale di queste tecnologie: da strumenti di
elaborazione e trasmissione di dati, a potenti strumenti multimediali e di
comunicazione. L’avvento del computer e di Internet travolge ogni sfera sociale in una
spirale di cambiamento che rivoluziona il modo di pensare e vivere il lavoro, le
relazioni, le organizzazioni e i gruppi di appartenenza, la pubblica amministrazione,
l’informazione e il tempo libero. Si abbattono confini e gerarchie, e le categorie di un
tempo lasciano posto a insiemi complessi e interconnessi il cui minimo comune
denominatore è da ricercarsi nelle risorse “informazione” e “conoscenza”.
Sull’importanza che apprendimento e formazione assumono in tali nuovi contesti
sociali ed economici tutti concordano. Il rinnovamento dei sistemi formativi ha assunto
un significato strategico nel nuovo mondo del lavoro in cui sviluppo tecnologico e
esigenze di competitività impongono alle sfere della produzione e dei servizi un
processo di formazione continua, le cui dinamiche devono riflettere i ritmi di sviluppo
della società e del mercato.
In questo ambito si sta manifestando una consapevolezza generalizzata della necessità
di soluzioni innovative.
6
1.1 Le principali teorie dell’apprendimento
Dato l’enorme valore che la conoscenza riveste nelle società e nei contesti economici
avanzati, nuova attenzione dovrà essere riversata verso gli strumenti attraverso i quali
essa si produce e si trasferisce; è necessario che qualunque impresa e organizzazione
riflettano sul nuovo ruolo da assegnare ai concetti e alle pratiche di apprendimento e di
formazione.
L'apprendimento, il processo mediante il quale si acquisiscono nuove conoscenze,
coinvolge diverse strutture che interagiscono attraverso processi di accomodamento,
composizione e giustapposizione; fra le più importanti si annoverano:
1) le strategie cognitive personali, gli stili di apprendimento, le esperienze individuali e
collettive;
2) il complesso di fenomeni dell'ambiente circostante, le informazioni e gli stimoli
provenienti dalla realtà esterna,
3) i modelli, i formalismi, le teorie, le dinamiche delle agenzie educative;
4) i mezzi di comunicazione ed i percorsi che regolano lo scambio delle informazioni.
Il processo di costruzione del sistema di conoscenza è determinato, per ogni individuo,
dall'intreccio fra componenti intuitive, quantitative e qualitative, e sotto l'influenza di
condizionamenti sociali, culturali, emotivi. L'apprendimento è una struttura dinamica
(segue infatti percorsi individuali non lineari e non sequenziali) che si può studiare
efficacemente con un approccio multidisciplinare: nell'ambito delle scienze cognitive
sono stati elaborati diversi modelli parziali.
Tra le principali teorie dell’apprendimento si annoverano le teorie comportamentiste,
le cognitiviste e le costruttiviste. Al fine di un migliore inquadramento teorico degli
argomenti trattati in questo primo capitolo, ritengo necessaria una presentazione
7
sintetica di questi tre grandi filoni, attraverso i quali si legge una forte evoluzione nel
tempo degli studi in tema di apprendimento e, conseguentemente, di istruzione.
A) Le teorie comportamentiste
In base alle teorie comportamentiste (o di tipo associazionistico o stimolo-risposta)
l'apprendimento è acquisizione di abitudini e associazione fra stimolo e risposta.
Esso viene studiato come fatto "molecolare", cioè analizzando le connessioni fra input e
output.
Burrhus Frederic Skinner è considerato il padre del comportamentismo (o
behaviourismo) e dai suoi studio derivarono gran parte dei dati sperimentali alla base
della teoria comportamentista dell’apprendimento. Altri esponenti di spicco di questo
filone, dominante dai primi decenni del secolo scorso al 1960, sono Ivan Pavlov, John
B.Watson, Clark Hull, Edward Thorndike.
Secondo il comportamentismo c’è apprendimento quando si stabilisce una
connessione prevedibile tra un segnale nell’ambiente (lo stimolo), un comportamento
(la risposta) e una conseguenza (rinforzo). Con l’esperienza e la pratica il legame si fa
più forte e il tempo che intercorre tra il segnale e il comportamento si riduce sempre più.
Il comportamento di colui che apprende risulta così essere un adattamento alle
contingenze degli eventi e degli obiettivi; ogni persona ha una propria “storia di
rinforzi”, la somma di tutte le esperienze passate con tutte le connessioni tra segnali,
comportamenti e conseguenze.
I sistemi di istruzione e di insegnamento che si fondano su di una visione
comportamentista dell’apprendimento si concentrano sul condizionamento del
comportamento del discente: l’insegnante manipola i cambiamenti di comportamento
utilizzando rinforzi selettivi. All’insegnante spetta il ruolo di determinare le
abilità/capacità che portano al comportamento desiderato e assicurarsi che gli studenti
se ne impossessino in modo graduale
2
.
2
Roblyer, Edwards, Havriluk, 1997
8
L’istruzione diretta, conosciuta anche come Explicit Teaching (“Insegnamento
esplicito”) è un modello di istruzione che trova fondamento nelle teorie
comportamentiste. Si tratta di un metodo sistematico per la presentazione del materiale
didattico attraverso piccoli passi, programmando le pause in modo tale che sia possibile
controllare che lo studente capisca e si stimoli la partecipazione attiva di tutti gli
studenti
3
. E’ stato anche definito “modello della trasmissione”(creando un’opposizione
con il modello “information processing” (di processamento di informazioni)). Barak
Rosenshine descrive in dettaglio sei funzioni di insegnamento importanti per il modello:
esame giornaliero, pratica guidata, correzioni e feedback, pratica indipendente, esami
settimanali e mensili.
Questo metodo si è dimostrato particolarmente efficace per l’insegnamento di procedure
matematiche e computazionali, di esplicite procedure di lettura (per esempio, come
distinguere fatti da opinioni), di concetti e fatti propri delle scienze naturali e delle
scienze sociali, del vocabolario di lingue straniere. Al contrario, a detta dello stesso
Rosenshine, il metodo risulta molto meno efficace per l’insegnamento in aree del sapere
meno strutturate, quali, ad esempio, la composizione testuale, la comprensione di
letture, l’analisi delle letterature o dei trend storici
4
.
B) Le teorie cognitiviste
Secondo le teorie cognitiviste (o fenomenologiche) l'apprendimento è un processo
conoscitivo che trae origine dal bisogno di costruzione e di strutturazione del reale,
implicito nell'interazione tra l’io e l’ambiente, e viene studiato come fatto "molare", cioè
analizzando i cambiamenti che avvengono nelle strutture cognitive del soggetto e nella
sua personalità.
Il cognitivismo non è un corpo sistematico compatto, ne’ nei modelli teorici di
riferimento ne’ nella impostazione metodologica.
3
B.Rosenshine, 1986
4
B.Rosenshine, 1986
9
Dall’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso, si è assistito a un progressivo
proliferare e ramificarsi degli studi di impostazione cognitivista, i cui principali teorici
sono il filosofo dell’educazione John Dewey e i gli psicologi dell’educazione Lev
Vygotsky, Jean Piaget, Jerome Bruner, Edward C.Tolman.
Il superamento del comportamentismo porta in primo piano la mente, intesa non come
magazzino nel quale si accatastano conoscenze e abilità, ma come struttura assai
elaborata e connessa. Nel rapporto fra motivazione ed apprendimento incidono
numerosi fattori capaci di condizionarne il successo.
Anche in questo caso, come nel comportamentismo, i cambiamenti di comportamento
sono studiati attentamente, ma questa volta come indicatori di quello che sta succedendo
nella mente del discente. Egli, infatti, guarda alla realtà oggettiva, propria di ogni
momento e situazione della vita, utilizzando la realtà esterna, imposta socialmente ed
esistente solo a livello cognitivo, come modello mentale.
Il discente processa simboli, afferrandone il significato. E’ passivo nell’interpretazione
della realtà, dal momento che essa risulta filtrata da modelli mentali imposti
socialmente, ma è attivo nella decisione di mettere in pratica un comportamento.
I sistemi di istruzione e di insegnamento che si fondano sul cognitivismo si
focalizzano sulla trasmissione al discente di modelli mentali che egli/ella dovrà seguire.
Per operare con efficacia in ogni situazione lo studente dovrà dominare tre differenti tipi
di abilità cognitive:
ξ Strategie per la risoluzione dei problemi;
ξ Strategie per la gestione del sapere a livello cognitivo (capacità di determinazione
degli obiettivi, di pianificazione strategica, di monitoraggio, di valutazione e
revisione);
ξ Strategie di apprendimento (abilità di esplorare campi nuovi, di aumentare le
conoscenze in un argomento familiare, di riconfigurare la conoscenza di cui è in
possesso).
10
Obiettivo dei metodi di insegnamento sarà quello di dare la possibilità agli studenti di
osservare, inventare, scoprire strategie cognitive adatte a un determinato contesto.
L’insegnante, offrendo spunti, feedback e promemoria, provvede all’impalcatura su cui
si reggerà il controllo autonomo di ogni studente sui processi di apprendimento.
L’apprendimento sequenziale deve essere effettuato in modo tale che il discente si
impossessi delle molteplici skill richieste da una attività e scopra le condizioni in cui
applicarle. Ciò richiede una sequenza di compiti sempre più complessi, differenti
situazioni per il problem solving, una impalcatura per l’apprendimento che consenta agli
studenti di affrontare i dettagli forti di una solida visione generale.
Altre teorie dell'apprendimento, come quelle emerse nell'ambito dell'approccio
fenomenologico umanistico (Carl Rogers e Abraham Maslow), collegano
l'apprendimento al bisogno di crescita della personalità che ristruttura sè stessa nell'atto
dell'apprendere come fatto globale. La personalità è quindi coinvolta a livello
emotivo/affettivo oltreché cognitivo.
C) Le teorie costruttiviste
Il costruttivismo è un nuovo quadro teorico di riferimento che pone il soggetto che
apprende al centro del processo formativo (learning centered).
In alternativa a un approccio formativo basato sulla centralità dell’insegnante (teaching
centered) quale depositario indiscusso di un sapere universale, astratto e indipendente
da un contesto di riferimento, questa corrente di pensiero assume che la conoscenza:
ξ è il prodotto di una costruzione attiva da parte del soggetto;
ξ è strettamente collegata alla situazione concreta in cui avviene l’apprendimento;
ξ nasce dalla collaborazione sociale e dalla comunicazione interpersonale.
Non esistono quindi conoscenze “giuste” e conoscenze “sbagliate”, come non esistono
stili e ritmi di apprendimento ottimali. La conoscenza è un’operazione di interpretazione
semantica che il soggetto attiva tutte le volte che vuole comprendere la realtà che lo
11
circonda. Accettare e promuovere l’inevitabile confronto derivante da più prospettive
individuali è uno degli scopi fondamentali del costruttivismo.
L’apprendimento non è solo visto come un’attività personale, ma come il risultato di
una dimensione collettiva di interpretazione della realtà. La nuova conoscenza non si
costruisce solo in base a ciò che è stato acquisito in passate esperienze ma anche e
soprattutto attraverso la condivisione e negoziazione di significati espressi da una
comunità di interpreti. Invece di considerare l’insegnamento quale processo di
trasmissione di informazioni e l’apprendimento quale elaborazione ricettiva,
indipendente e solitaria di dati (visione tipica delle teorie istruttive), nel costruttivismo
si assume che la formazione sia un’esperienza situata in uno specifico contesto: il
soggetto, spinto dai propri interessi e dal proprio background culturale, costruisce
attivamente una propria integrazione della realtà attraverso un processo di integrazione
di molteplici prospettive offerte.
L’apprendimento è definito “significativo”
5
se riesce ad integrare queste sette istanze
fondamentali: attivo–collaborativo–conversazionale–riflessivo–contestualizzato–
intenzionale-costruttivo.
Il fine ultimo non è l’acquisizione totale di specifici contenuti prestrutturati e dati una
volta per tutte, bensì l’interiorizzazione di una metodologia di apprendimento che renda
progressivamente il soggetto autonomo nei propri percorsi conoscitivi.
Scopo della formazione non sarà più quello di proporre al soggetto del sapere
codificato, bensì quello di assumersi il compito di far conoscere al soggetto stesso le
specifiche conoscenze di cui ha bisogno
6
: il vero sapere che si promuove è quello che
aiuterà ad acquisire altro sapere.
Il costruttivismo non ha sviluppato un modello didattico univoco, ma piuttosto si
limita ad indicare una serie di presupposti che devono essere rispettati per poter rendere
l’attività formativa realmente rispondente alle esigenze contingenti.
5
David H.Jonassen, 1994
6
S.Papert, 1994
12
David H.Jonassen, uno dei principali teorici del costruttivismo, sostiene che creare un
ambiente di apprendimento seguendo tale concezione pedagogica è molto più difficile
che progettare una serie di interventi didattici tradizionalmente intesi, dal momento che
i processi di costruzione della conoscenza sono sempre inseriti in contesti specifici e
“le tipologie di supporto all’apprendimento programmate in un dato contesto con ogni
probabilità non potranno mai essere trasferite in un altro”. Lo stesso Jonassen delinea
una serie di raccomandazioni fondamentali che un ambiente di apprendimento di questo
tipo dovrebbe promuovere
7
:
ξ porre enfasi sulla costruzione della conoscenza e non solo sulla sua riproduzione;
ξ evitare eccessive semplificazioni nel rappresentare la complessità delle situazioni
reali;
ξ presentare compiti autentici (contestualizzare piuttosto che astrarre);
ξ offrire ambienti di apprendimento derivati dal mondo reale, basati su casi, piuttosto
che sequenze istruttive predeterminate;
ξ offrire rappresentazioni multiple della realtà;
ξ favorire la riflessione e il ragionamento;
ξ permettere costruzioni di conoscenze dipendenti dal contesto e dal contenuto;
ξ favorire la costruzione cooperativa della conoscenza, attraverso la collaborazione
con gli altri.
Diviene fondamentale porre molta cura affinchè il contesto formativo sia predisposto in
modo tale da poter offrire una varietà di stimoli e percorsi personalizzati di accesso ai
contenuti, e in modo tale che lo scambio e la negoziazione tra i discenti siano forieri di
fruttuosi stimoli, dal momento che spingono a esplicitare le argomentazioni sottese
all'apprendimento e ad accogliere punti di vista diversi.
7
D.H.Jonassen, 1994
13
Si deve permettere allo studente di attivare un’esplorazione attiva, consona con i propri
interessi e/o motivazioni all’apprendimento di nuove conoscenze.
Tutto ciò non significa che si promuove un processo di autoapprendimento, ma che è la
stessa struttura dei materiali offerti e delle attività didattiche promosse che innesca un
processo conoscitivo rilevante per lo stesso soggetto: l’esperienza di apprendimento si
basa su di un processo di riadattamento flessibile della conoscenza preesistente in
funzione dei bisogni posti dalla nuova situazione formativa. In quest’ottica, lo studio dei
casi, il problem-solving e le simulazioni risultano delle ottime strategie didattiche: non
essendo finalizzate alla memorizzazione di numerose definizioni, riescono a fare
interiorizzare un concetto applicandolo in un’attività pratica. Presentare più fattori
significativi in una situazione problematica sviluppa nel discente un’attività di indagine
funzionale alla produzione di decisioni efficaci; rielaborare le conoscenze possedute in
funzione di esigenze nuove promuove un pensiero creativo. In un gruppo di lavoro e/o
di apprendimento cooperativo il fatto di poter scambiarsi nuove idee e opinioni,
attraverso la condivisione di competenze diversificate, aumenta la capacità di trovare
soluzioni ottimali nel minor tempo possibile. La progettazione didattica deve quindi
connotarsi come operazione aperta e flessibile di adattamento alle necessità emergenti.
Oggi il costruttivismo sta riscuotendo un notevole successo in quanto la società della
conoscenza richiede sempre più che ogni individuo diventi protagonista responsabile di
una formazione continua lungo l’arco della sua vita
8
. Dotare il soggetto di una
metodologia conoscitiva che sviluppa progressivamente capacità metacognitive e un
pensiero critico diviene oggi un’arma vincente per combattere la sfida alla competitività
crescente. Il successo del costruttivismo si lega alla forza attrattiva che unisce questo
nuovo paradigma pedagogico all’emergere delle nuove e promettenti forme dialogiche
di costruzione della conoscenza offerte dalle tecnologie di rete. Non è un caso che tra le
esperienze significative esplicitamente riconosciute come ambienti didattici di taglio
costruttivista si annoverino le comunità di apprendimento
9
.
8
Si confronti il paragrafo 1.3
9
Si confrontino i paragrafi 3.5.2, 4.2.3, 4.3.3