INTRODUZIONE
L’e-Government ha acquisito una crescente centralità nei programmi
governativi, divenendo uno dei paradigmi sulla base dei quali valutare i
processi di modernizzazione in atto e uno dei principali obiettivi da
perseguire per ridurre il divario di competitività nei confronti degli altri
paesi economicamente avanzati.
Gli obiettivi generali della riforma della Pubblica Amministrazione sono
strettamente connessi al tema dell’e-Government, e per tale motivo il primo
capitolo di questo lavoro spiega brevemente il procedimento normativo che
ha portato al cambiamento della P.A.
La scelta di questo argomento è nata dopo aver partecipato al ComLab di
Bologna, il 14-15 Ottobre 2009.
Il ComLab 2009 è un’iniziativa promossa dall'Associazione Italiana della
Comunicazione Pubblica e Istituzionale, e il tema scelto per l'edizione 2009
è stato "La comunità professionale dei comunicatori pubblici - strutture,
tecnologie, professioni".
Durante quest’esperienza ho maturato spunti di riflessione, attraverso
materiali e discussioni dei relatori, che mi hanno fatto appassionare
all’argomento.
Il mio lavoro offre alcuni elementi conoscitivi e interpretativi del piø
generale processo di diffusione degli strumenti e dei servizi ICT nella P.A. e
in particolare dei servizi di “e-government”.
Il secondo capitolo racconta questa realtà delineando l’attuazione dell’E-
government nel nostro paese. Lo sviluppo delle politiche di e-government è
approfondito attraverso lo studio del Piano di azione e dei progetti attuati.
Il piano di azione per l’e-Government, varato dal Governo italiano nel
2000, ha rappresentato il punto di svolta per la definizione di un quadro
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integrato di interessi, regole e interventi per lo sviluppo elettronico nel
nostro paese.
Attraverso il piano di azione è fondamentale capire il ruolo che le Regioni,
in particolare la regione Autonoma della Sardegna, hanno concretamente
perseguito sul versante dell’e-Government e quali sono le iniziative poste in
essere per l’adeguamento delle proprie strutture organizzative per lo
sviluppo dell’infrastruttura tecnologica.
Il terzo capitolo ripercorre le fasi di sviluppo dell’e-government nella
Regione Sardegna e descrive nel dettaglio l’Accordo di Programma Quadro
in materia di Società dell’Informazione e gli interventi attuati nel territorio
sardo.
L’Accordo di programma quadro per la società dell’informazione ha come
oggetto programmi di diffusione e consolidamento, su tutto il territorio
regionale, delle opportunità offerte dall’uso delle tecnologie ICT. Tali
programmi si sviluppano coerentemente con i documenti di pianificazione e
programmazione regionale e nazionale.
L’APQ SI si propone di favorire il rapido adeguamento della Pubblica
Amministrazione ai nuovi compiti richiesti e ai nuovi servizi offerti ai
cittadini, nonchØ di sviluppare azioni tese a garantire un accesso alle reti piø
economico, piø rapido e sicuro, oltre a sostenere un forte investimento nelle
risorse umane e nella loro formazione.
Una volta descritto il contesto di riferimento, con il quarto capitolo si
arriva alla ricerca vera e propria.
L’APQ SI è costituito da 10 interventi, uno dei quali riguarda i Centri di
Servizi Territoriali (CST) per l’e-Government nei piccoli e medi comuni.
Tale intervento è oggetto di questo lavoro.
Lo studio, infatti, riguarda i Centri di servizio territoriali (CST),
organismi di cooperazione intercomunale, finalizzati alla gestione associata
di sistemi informativi, d’infrastrutture tecnologiche e di servizi legati
all’ICT.
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I Centri di Servizi Territoriali rappresentano una possibile soluzione al
fenomeno relativo all’esclusione dei piccoli comuni dall’attivazione dell’e-
Government.
Nello specifico si studierà l’iniziativa dei CST nella Regione Sardegna. La
regione e gli Enti locali, infatti, hanno delineato una strategia condivisa, che
prevede la realizzazione di un sistema, denominato CST Sardegna.
Il CST sardo si configura come una rete articolata su livelli distinti:
- Un livello provinciale che prevede la presenza dei Centri di
Competenza Territoriali (CCT);
- Un livello intermedio che prevede delle strutture territoriali di
erogazione di servizi di e-government (Centri Tecnici Territoriali, CTT);
- Un livello regionale che prevede un soggetto di coordinamento della
rete e prevede una struttura centralizzata deputata all’erogazione di
servizi tecnologici di base e per il coordinamento centrale della rete dei
CST, il Centro Servizi Regionale (CSR).
In tale contesto regionale, appare evidente come la rete dei Centri di
Competenza Territoriali possa candidarsi a costituire un nuovo ulteriore
momento di benefica estensione e sviluppo, ramificato verso il territorio,
delle altre iniziative di e–Government in atto a livello regionale.
Il caso studio preso in esame riguarderà il Centro di Competenza
Territoriale della Provincia di Sassari, analizzato nel quinto capitolo.
La rilevazione focalizzerà l’attenzione sui processi di costituzione del CCT,
analizzando le singole fasi che porteranno alla realizzazione del progetto.
La ricerca prevede approfondimenti di natura quantitativa poichØ necessita
della costruzione di un campione rappresentativo dei comuni aderenti
all’iniziativa, al quale verrà somministrato un questionario con la tecnica di
ricerca ritenuta di volta in volta piø opportuna (interviste telefoniche, face to
face, ecc.)
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L'applicazione di questa metodologia di ricerca consente di acquisire e
verificare informazioni che porteranno a delle valutazioni critiche e
specifiche sul caso studio in esame. La ricerca prevede, inoltre, un
approfondimento qualitativo sull’amministrazione provinciale attraverso la
costruzione del caso studio, il quale permette di approfondire il quadro di
analisi quantitativo emerso dalla rilevazione attraverso la somministrazione
dei questionari.
Le interviste al responsabile del CCT saranno fondamentali per capire e
analizzare il processo di sviluppo del Centro di Competenza Territoriale.
Attraverso uno strumento di pianificazione strategica, l’analisi SWOT, si
analizzeranno i punti di forza e i punti di debolezza del progetto. L’analisi
SWOT evidenzierà il fatto che, nonostante i buoni propositi, alcuni
problemi di fondo non hanno permesso la buon riuscita della politica di e-
government.
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CAPITOLO I
LA RIFORMA DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
1.1 Il cambiamento della Pubblica Amministrazione
Negli anni Novanta un radicale processo di riforma ha profondamente
modificato il quadro di riferimento generale dell'attività delle
Amministrazioni Pubbliche, ed ha innescato rilevanti processi di
cambiamento.
Il progetto di riforma si intreccia con i percorsi della comunicazione
pubblica. L’attivazione di processi di comunicazione delle istituzioni nei
confronti dei cittadini costringe, infatti, le amministrazioni a rivedere il
modo di lavorare e a sperimentare soluzioni e percorsi che, di fatto, avviano
1
un processo di riorganizzazione amministrativa.
PerchØ si possa affermare in un’istituzione una logica di
comunicazione è necessario che i cittadini siano posti al centro
2
dell’attenzione.
Il rapporto, dunque, fra dipendenti della Pubblica Amministrazione e
cittadini cambia radicalmente. Prima degli anni ’90 non si parlava di
informatizzazione e tantomeno di Internet. Oggi, quest’ultimo, fa parte della
nostra quotidianità.
Progressivamente il percorso di riforma ha condotto ad un superamento del
modello tradizionale, gerarchico e autoreferenziale a favore di
1
FACCIOLI F. (2000), Comunicazione pubblica e cultura del servizio, Carocci Editore,
Roma, cit. p. 61.
2
MIANI M. (2005), Comunicazione Pubblica e nuove tecnologie, Mulino, Bologna, cit. p.
15.
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un’organizzazione attenta alle modalità di relazione con i cittadini e con tutti
gli altri soggetti amministrati.
In questo modello il cittadino viene proiettato al centro dell’azione
amministrativa, ne diviene termine di riferimento, con i suoi bisogni ma
anche con la sua capacità di proposta e partecipazione. E’ in questo contesto
che la comunicazione pubblica si afferma come momento di collegamento
tra i processi di modernizzazione dello Stato e la soddisfazione del sistema
dei diritti dei cittadini. La trasparenza diventa, quindi, la base dei rapporti
con gli utenti.
Da un’amministrazione dirigistica, verticale e segmentata, si vuole
passare ad un’amministrazione orizzontale, orientata al servizio e
caratterizzata da fitti scambi informativi tra le sue parti e verso
3
l'ambiente esterno.
Un tale cambiamento avviene, inoltre, perchØ uno dei piø significativi
ambiti di diffusione delle ICT è costituito dalla Pubblica Amministrazione.
Le trasformazioni organizzative che le nuove tecnologie consentono
possono essere concretamente realizzate proprio grazie alle possibilità
offerte dalle tecnologie ICT. L'utilizzo appropriato, esteso ed intenso delle
nuove tecnologie dell'informazione è centrale per l’attuazione della riforma
dell'amministrazione pubblica.
Il processo di trasformazione delle normative in tema di semplificazione
amministrativa, trasparenza e innovazione dei servizi pubblici è la prima
tappa che ha portato al cambiamento della P.A.
Vediamo in dettaglio la produzione normativa a sostegno del cambiamento.
3
DIPARTIMENTO DELLA FUNZIONE PUBBLICA (2000), Piano di Azione e-
Government, disponibile online all’indirizzo: http://www.interlex.it/testi/rappegov.htm, cit.
p. 1.
11
Le leggi 142/90 e 241/90 segnano una radicale trasformazione nella
Pubblica Amministrazione affermando i principi di trasparenza ed efficienza
dell’azione amministrativa.
Si tratta di un’autentica innovazione per la pubblica amministrazione in
quanto se prima era il cittadino a ruotare attorno alla macchina
amministrativa, ora è la pubblica amministrazione a fare del cittadino il suo
centro di gravità.
Ecco come Grandi (2001) sintetizza i contenuti di queste leggi:
La legge 142/90 – incentrata sulla riorganizzazione di comuni e
province – è il primo fondamentale tassello di un profondo processo di
cambiamento istituzionale.
Le principali caratteristiche di questa legge sono:
- Autonomia statutaria di comuni e province, in capo al
consiglio, come attuazione del mandato costituzionale
(art.128);
- Autonomia di comuni e province nel definire regole, attraverso
lo strumento dei regolamenti;
- Introduzione di “istituti di partecipazione” e valorizzazione
delle libere forme associative;
- Introduzione di elementi relativi al diritto all’accesso;
- Nascita della figura del difensore civico (come garante
dell’imparzialità e del buon andamento delle amministrazioni
comunali e provinciali);
- Alleggerimento dei controlli di legittimità sugli enti locali;
- Introduzione di forme di cooperazione tra gli enti locali;
- Distinzione tra direzione politica e gestione amministrativa in
4
capo ai dirigenti.
L’istituto della partecipazione riconosce il diritto di partecipazione dei
cittadini nelle loro forme associative ed attribuisce agli EE.LL. un compito
4
GRANDI M. (2001), La comunicazione Pubblica, Carocci Editore, Milano. MIAMI M.
(2005), Comunicazione Pubblica e nuove tecnologie, cit. pp.20-21.
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di promozione attiva di organismi e di forme di consultazione della
popolazione per una migliore tutela degli interessi collettivi.
Con la legge 241/90 si afferma il pieno diritto di accesso – ossia la
dimensione riflessiva del diritto alla manifestazione del pensiero – agli atti
della Pubblica Amministrazione. Essa prevede una serie di strumenti che
riconoscono ai cittadini nuovi diritti (accesso ai documenti amministrativi,
partecipazione al procedimento, informazione) e, in capo alla P.A., una serie
di doveri (obbligo di individuare un responsabile ed un termine del
procedimento, obbligo di comunicare queste informazioni al cittadino) volti
ad assicurare la tutela di questi nuovi diritti.
Le principali caratteristiche della legge sono:
- Determinare dei principi dell’attività della pubblica
amministrazione: legalità (conformità alla legge), efficienza
(ottimizzazione delle risorse per consentire gli obiettivi),
pubblicità (gli atti sono conoscibili a tutti), efficacia
(valutazione del rapporto tra risultati ottenuti e obiettivi);
- Obbligo della motivazione al termine del procedimento;
- Ribaltamento della regola della segretezza: il segreto deve
essere giustificato e rappresenta l’eccezione, non la norma (e
dipende dall’oggetto dell’atto, non dal soggetto);
- Identificazione del responsabile del procedimento (persona e
unità organizzativa);
- Definizione dei criteri di partecipazione al procedimento
amministrativo;
- Introduzione della conferenza dei servizi e degli accordi di
programma come strumento di semplificazione e efficienza;
5
- Riaffermazione dell’autocertificazione.
5
Ivi, p. 21.
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