Il concetto centrale di assistenza è delineato dallo strumento giuridico dello "Stand-by
arrangement", spesso più utilizzato nel recente passato, con il quale si assicura la
disponibilità delle risorse disponibili nell'ambito delle "credit tranches" o che copre
comunque l'utilizzo di risorse nell'ambito di altre politiche o facilitazioni.
Intorno al concetto di "Stand-by arrangement" vi è stata una significativa interpretazione
giuridica del FONDO con l'intento preciso di stabilire che si tratta di una decisione assunta
dall'Ufficio Esecutivo e non di un accordo come si riteneva ai tempi della loro introduzione,
quando gli Stand-by arrangements potevano essere considerati ancora in fase
sperimentale.
In quest'opera vengono descritti gli atteggiamenti del FONDO e degli Stati membri circa la
caratterizzazione legale degli stand-by arrangements, con tutti i termini di cui uno stand-by
si compone, comprese le salvaguardie che il FONDO ha predisposto per tutelarsi circa il
corretto uso delle sue risorse.
Il FMI pone a disposizione degli Stati membri le sue risorse nell'ambito delle Facilitazioni
Ordinarie e delle Facilitazioni Speciali.
Si discute inoltre il ruolo dei DSP, specie in relazione al finanziamento allo sviluppo dei
paesi più poveri del mondo.
Un vivace dibattito si sta svolgendo ancora nell'ambito del FMI sull'opportunità di
collegare direttamente i DSP al finanziamento allo sviluppo: i PVS sono in disaccordo sui
termini di tale associazione, ma concordano sull'opportunità della sua introduzione.
Questo grosso dibattito è tutt'ora in corso e costituisce uno dei termini chiave per la riforma
del sistema monetario internazionale.
Il FMI ha introdotto alcune Facilitazioni ad hoc per risolvere i problemi degli Stati membri
più poveri e pure ponendo tutti gli Stati sullo stesso piano - come già ricordato - alcuni di
questi schemi sono più adatti di altri per risolvere determinati problemi che originano il
sottosviluppo.
Purtroppo, tali schemi sono stati delineati per risolvere alcune delle cause del
sottosviluppo in modo transitorio ed indiretto.
Vengono qui di seguito descritte le caratteristiche giuridiche ed i meccanismi di accesso
che garantiscono agli Stati membri l'utilizzo delle risorse.
L'utilizzo delle risorse da parte degli Stati membri è ormai divenuto, a causa della pesante
crisi debitoria, un multiplo della loro quota nel FONDO è perciò quest'ultimo, sotto la
pressione delle necessità più urgenti, ha dovuto prendere a prestito fondi che ha poi a sua
volta presta agli Stati membri, nell'ambito di alcuni schemi di Facilitazioni Speciali.
Tuttavia, le risorse finanziarie di cui gli Stati membri possono disporre attraverso il sistema
delle quote e delle risorse prese a prestito dal FONDO, non sono sufficienti a far fronti alle
necessità di molti PVS.
Negli ultimi tempi si è sviluppato poi il fenomeno, denominato dalla letteratura
specializzata "finanziamento-parallelo", consistente in tutte quelle forme di prestito accanto
ai prestiti del FONDO, che in genere liberi da pressanti condizioni, sono resi disponibili ai
PVS sui mercati finanziari internazionali, senza eccessivi limiti di tempo e che servono a
tali paesi per fronteggiare le necessità più urgenti del loro debito estero-.
Il ruolo del FONDO, sia nella ristrutturazione del debito estero, che nell'ottenimento dei
prestiti cosiddetti "commerciali" o "privati" è essenziale, sia nella fase della concessione di
tali prestiti, sia nella costruzione di una posizione di solvibilità per lo Stato membro.
In ultima analisi, il FMI svolge in questo processo il ruolo di "garante", che ha consentito
l'ottenimento di rilevanti prestiti ai PVS non altrimenti possibile.
Dopo la seria crisi debitoria messicana, il ruolo del FMI è divenuto sempre più crescente,
fino a prevedere l'instaurazione di una commissione di esperti del FONDO accanto ai
delegati dello Stato membro all'atto della discussione dei termini del prestito.
Dal momento che, al contrario dei paesi creditori, i paesi debitori, nonostante tentativi di
formare un proprio raggruppamento, non sono riusciti a dar forma ad un proprio punto di
vista, il ruolo del FONDO in questo processo sarà sempre crescente, nell'ottica di fornire ai
PVS un'adeguata assistenza tecnica.
Vengono inoltre presentate le caratteristiche e le differenze dell'istituzione sorella del FMI,
la Banca Mondiale, che svolge tutt'ora un ruolo significativo nel prestare assistenza ai
PVS.
Tra le "fonti di finanziamento-parallelo", certamente la più significativa è rappresentata dal
mercato degli Eurocapitali, di cui si descrivono le principali caratteristiche ed il ruolo che
ha rivestito in questo processo.
Il fenomeno dei "finanziamenti-paralleli" non viene trattato soltanto a causa della sua
crescente importanza nel fornire ai PVS prestiti immediatamente disponibili, ma anche per
presentare un argomento di complementarietà rispetto ai prestiti ufficiali effettuati dal FMI.
CAPITOLO I
I PROGRAMMI DI STABILIZZAZIONE DEL FONDO E LE "CONDIZIONI"
AD ESSI ACCLUSE.
_1. I programmi di stabilizzazione. Formulazione e contenuto.
_2. Il principio dell'uniformità di trattamento.
_3. Gli effetti sociali dei programmi di stabilizzazione.
_4. Le condizioni imposte dal FONDO.
_5. L'iter per ottenere l'assistenza del Fondo.
_1. I PROGRAMMI DI STABILIZZAZIONE DEL FONDO.
Formulazione e contenuto.
I programmi del FONDO sono complessi pacchetti di misure predisposte in base alla
situazione economica del paese membro in cui debbono essere eseguite.
La scelta delle politiche e l'insieme di esse nel programma che ne consegue sono il
risultato di estesi negoziati fra le autorità del paese che richiede l'assistenza ed il FONDO.
L'obiettivo principale di un programma è quello di ottenere una sana posizione di bilancia
dei pagamenti in un ragionevole periodo di tempo, di ridurre il tasso di inflazione e di
creare delle condizioni favorevoli alla crescita economica.
L'obiettivo fissato per il servizio del debito estero, è la realizzazione di un deficit delle
transazioni correnti che possa essere finanziato dalle entrate di capitali a lungo termine,
senza che la capacità del paese di far fronte al servizio di tale debito sia sottomessa a
pressioni eccessive.
Il concetto di "sana" bilancia dei pagamenti riveste essenzialmente due aspetti:
1. un duraturo miglioramento dei conti con l'estero del paese
2. una posizione della bilancia dei pagamenti compatibilecon le prospettive di sviluppo
del paese
Un tipico programma del FONDO include - oltre ad aspetti di politica monetaria e del tasso
di cambio - misure di carattere fiscale, quali la riduzione delle spese nel settore pubblico e
l'incremento della tassazione, l'incremento dei tassi di interesse interni e dei prezzi alla
produzione a livelli realistici, politiche per accrescere gli investimenti e migliorare
l'efficienza, liberalizzazione dei commerci e tagli ai salari.
La diversa natura delle politiche adottate non impedisce il loro raggruppamento nelle
seguenti categorie:
1. politiche dal lato della domanda
2. politiche dal lato dell'offerta
3. e politiche per migliorare il livello di competitività dibeni e servizi a livello
internazionale.
Le politiche dal lato della domanda sono misure che influenzano il livello degli aggregati o
il tasso di crescita della domanda interna e della capacità di assorbimento di beni e servizi.
Questa gamma di politiche comprendono l'insieme delle misure di carattere fiscale,
monetario e di credito interno, associate alla tradizionale politica macroeconomica.
Sebbene queste politiche influenzino la produzione e l'offerta, è comune a questo livello di
astrazione, classificarle come "politiche designate ad influenzare la domanda".
Le politiche dal lato dell'offerta hanno invece lo scopo di incrementare il volume dei beni e
servizi prodotti nel sistema economico per ogni dato livello di domanda interna.
Tale insieme di politiche può essere raggruppato a grandi linee in due gruppi:
1. politiche volte ad incrementare la produzione corrente, migliorando l'efficienza quali
alcuni fattori di produzione, come lavoro e capitale.
Questo insieme di misure prevede la riduzione dei fattori di distorsione causati dalla
rigidità dei prezzi, dai monopoli, dalle tasse, dalle sovvenzioni e dalle restrizioni nel
commercio.
2. le politiche volte ad aumentare il tasso di crescita delle capacità di produzione nel lungo
periodo.
Entro quest'area di politiche ricadono misure per favorire gli investimenti e la formazione di
capitali interni.
Di una certa importanza sono anche le politiche volte a favorire l'entrata di capitali in un
paese, sia in forma di prestiti privati, investimenti diretti esteri, o sia in forma di accresciuta
assistenza allo sviluppo.
Questi due gruppi di politiche dal lato dell'offerta sono ovviamente correlati, poichè le
politiche volte ad aumentare il livello di produzione corrente possono favorire un tasso di
formazione di capitale e di investimenti; oltre che un alto tasso di crescita della capacità
produttiva.
Invece, le politiche designate a migliorare la competitività a livello internazionale
prevedono misure di politica sia dal lato dell'offerta, sia dal lato della domanda, dal
momento che esse sono basate su una combinazione di misure volte ad influenzare il
reale tasso di cambio di un paese.
In generale è possibile affermare che la misura in cui la combinazione delle politiche
influisce sul tasso di cambio reale, determina un'influenza sul tasso di assorbimento reale
di beni e servizi di un paese, sia sugli incentivi a produrre beni commerciabili e quindi
esportabili.
E' dunque scorretto affermare che i programmi del FONDO si basano esclusivamente su
uno o al massimo due strumenti politici volti soltanto a restringere la domanda interna.
La decisione circa l'utilizzo di alcuni pacchetti di misure nei programmi di stabilizzazione
del FONDO si basa su alcuni criteri, dei quali i più significativi da considerare sono:
a. la natura, l'entità e probabilmente la durata dello squilibrio dei conti con l'estero.
Per es., se il deteriorarsi delle ragioni di scambio di un paese è all'origine di un deficit
della bilancia dei pagamenti, la risposta più indicata per intervenire efficacemente su tale
causa è l'introduzione di misure volte ad influenzare l'offerta, con lo scopo di mutare la
struttura di base del sistema produttivo.
In altri termini, uno sviluppo esterno indesiderato può alterare l'effetto della combinazione
tra le misure volte ad influenzare l'offerta e quelle volte ad influenzare la domanda.
Laddove invece il disequilibrio iniziale è il risultato di una domanda interna eccessiva,
dovuta probabilmente ad un'eccesiva espansione delle politiche creditizie e fiscali interne,
la terapia maggiormente indicata prevederà misure volte a restringere la domanda
piuttosto che misure volte ad influenzare l'offerta.
b. L'attesa di un iniziale livello di miglioramento dell'indebitamento estero e l'aumento di
risorse addizionali.
Queste considerazioni determinano il periodo nel quale deve svolgersi il processo di
riequilibrio.
c. La natura e l'importanza delle difficoltà che un governo deve fronteggiare nel
perseguimento di politiche che rivestano un'importante aspetto sociale e serie implicazioni
politiche.
I programmi di stabilizzazione devono essere continuamente adattati all'evolversi della
situazione economica di un paese al fine di garantire il successo degli obiettivi a cui mira
un programma .
_2. IL PRINCIPIO DELL'UNIFORMITA' DI TRATTAMENTO.
Le strategie di riequilibrio della bilancia dei pagamenti variano in funzione della particolare
situazione del paese che richiede l'assistenza, ma vi sono due principi a cui il FONDO si
ispira nei suoi programmi di stabilizzazione, il principio di uniformità di trattamento fra gli
Stati membri e l'esigenza che le politiche relative alla "condizionalità" tengano in
considerazione le caratteristiche istituzionali e le particolari circostanze in cui versano i
paesi membri, ovvero il principio di flessibilità.
Il FONDO considera opportuno giungere ad un bilanciamento fra questi due principi:
quello dell'uniformità e quello della flessibilità.
L'uniformità di trattamento, quando propriamente definita, richiede che ogni sforzo di
riequilibrio effettuato nell'ambito dei vari programmi sia approssimativamente equivalente
tra gli Stati membri.
La composizione degli organi del FONDO riflette solo in parte questi due principi.
L'influente Dipartimento addetto alle Relazioni ed agli Scambi Commerciali è gravato del
compito di mantenere in modo costante l'uniformità di trattamento tra i programmi dei vari
Stati membri.
Tale organo è chiamato a sostenere un ruolo attivo nella fase finale della stesura dei
"briefing papers", documenti preparati prima dello svolgimento della missione del FONDO
nel paese membro e che contengono un certo numero di osservazioni redatte dal
personale di tale Dipartimento.
I vari Dipartimenti geografici sono invece responsabili dell'esecuzione del programma a
livello delle singole circostanze in cui versano i paesi membri.
La difficile ricerca dell'equilibrio fra i due principi è dimostrata dalle frequenti dispute tra
tale Dipartimento ed i Dipartimenti geografici.
Vi sono comunque un certo numero di fattori che si affiancano al principio dell'uniformità:
1. Bisogna tener presente che durante i negoziati un capo-missione di esperienza riesce
sempre a trovare maggiori spazi negoziali per evadere i termini dei "briefing papers" se le
condizioni del paese che richiede il credito lo richiedano.
2. Persino per quanto concerne i "performance criteria" vi sono fattori che sostengono il
principio di flessibilità, poichè i criteria sono variati frequentemente nel corso
dell'esecuzione di un programma.
Il principio della flessibilità può essere esposto respingendo due tesi:
a. Il FONDO adotta pacchetti di misure standard in tutti i casi, incurante della particolare
situazione in cui si trova il paese membro, e che applica in modo dottrinario in ogni
situazione.
b. I programmi del FONDO vengono prontamente variati in modo tale da incidere sulle
cause originarie degli squilibri della bilancia dei pagamenti, siano originati da componenti
della domanda o dell'offerta.
Il quadro che emerge da questa descrizione sembra essere quello di una "flessibilità
forzata"; un tentativo di variare il contenuto della "condizionalità" in funzione delle
particolari circostanze dello Stato membro.
Tuttavia, nonostante il personale del FONDO persegua questo obiettivo, difficilmente
riesce a raggiungerlo.
I Direttori Esecutivi, i funzionari ed il personale sono concordi nel ritenere che nella
maggior parte dei programmi approvati sono presenti ineguaglianze di trattamento.
La severità delle condizioni applicate dipende dall'influenza che un governo ha all'interno
dell'Ufficio Esecutivo.
Se un paese membro è ritenuto di importanza strategica o politica, l'atteggiamento
dell'Ufficio Esecutivo è di solito quello di concedere una facilitazione delle condizioni da
applicarsi ad un programma.
_3. GLI EFFETTI SOCIALI DEI PROGRAMMI DI STABILIZZAZIONE
DEL FONDO.
Le politiche del FONDO rivestono indubbiamente effetti positivi su certi dati economici
generali, generando in talune occasioni conseguenze in termini di sviluppo; tuttavia, tutto
ciò non invalida le critiche generalizzate di cui i programmi del FONDO sono oggetto.
Rimane incomprensibile la ragione per cui il FONDO rifiuta di riconoscere la distinzione tra
la sfera sociale e quella politica, considerando di conseguenza i diversi effetti che i suoi
programmi generano.
L'introduzione dei programmi del FONDO nel settore finanziario, economico e delle
politiche di bilancio mostra come esso si sostituisca in tali settori allo Stato, usurpandone
perciò le sue funzioni sovrane.
Il FONDO mostra così di ignorare le implicazioni politico-sociali che i suoi programmi
generano, non osservando il dettato della norma introduttiva dello Statuto che obbliga
esso a "promuovere e mantenere un elevato livello di impiego e contribuire al potenziale
produttivo di tutti gli Stati membri".
Inoltre, gli effetti dei programmi di stabilizzazione confliggono con il testo delle
"Linee-guida"(Guidelines), adottate dall'Ufficio Esecutivo nel 1979 per la concessione dei
crediti "stand-by".
Tali "Linee-guida" raccomandano al FONDO di "tenere in dovuta considerazione le priorità
economiche e politiche degli Stati membri e le cause dei deficits delle loro bilance dei
pagamenti".
Spesso, infatti, i programmi di stabilizzazione del FONDO hanno significato un ostacolo ad
un sano sviluppo economico-sociale.
Se è vero che tali programmi migliorano alcuni dati macroeconomici, spingono il paese
membro in cui vengono adottati in una situazione di crisi economica.
In altri termini, il FONDO non sta espletando il suo compito di trattamento della crisi
debitoria del Terzo mondo., che pur non previsto dalle norme dello Statuto è oggi uno dei
compiti più gravosi che la massima istituzione finanziaria mondiale è chiamata ad
espletare.
A volte, il concetto di stabilizzazione è associato ad instabilità politica.
I programmi del FONDO conducono talvolta a miglioramenti nel breve periodo della
bilancia dei pagamenti, ma a prezzo di un aumento del tasso di disoccupazione ed alla
caduta dei salari reali.
Inoltre, il flusso dei capitali in ingresso nei paesi interessati dai programmi del FONDO - il
cosiddetto effetto catalizzatore -, che è uno degli obiettivi cui essi mirano, non è di
rilevante entità.
Anche l'indicatore del tasso di inflazione nel breve periodo tende a crescere e non a
diminuire.
La posizione di molti paesi del Terzo Mondo è che il FONDO sarebbe diventato uno
strumento neo-coloniale con il quale il mondo sviluppato controlla e disciplina i PVS.
E che non rende giustizia dei problemi strutturali del Terzo Mondo e contribuisce a
perpetrare un trattamento discriminante fra paesi ricchi e paesi poveri.
Inoltre, la ricetta economica del FONDO è anche stata criticata come ideologica, poichè
sarebbe un dogma che non lascia alternative che possano svilupparsi in coerenti strategie
di sviluppo.
Le misure introdotte dal FONDO minacciano il sistema politico, con conseguenze sulle
strutture democratiche del PVS membro ove vengono poste in esecuzione.
E questi sono soltanto alcuni degli effetti sociali ed economici che si avvertono nei PVS
membri.
Ve ne sono altri non meno importanti e significativi, come le conseguenze che comportano
le politiche deflattive del FONDO, insieme alla svalutazione e riduzione dei crediti
domestici- assunzioni basate sulla terapia che consiste nel ridurre l'eccessiva domanda
interna -.
L'esecuzione di queste politiche conduce alla recessione economica nel paese debitore,
con una conseguente riduzione del tasso di crescita, una riduzione delle capacità di
produzione interna ed una conseguente riduzione del principale indicatore del tasso di
crescita, il PIL.
In tale situazione, molti soggetti economici sono costretti a dichiarare fallimento, non solo
perchè sono colpiti dalla contrazione dell'economia interna, ma anche perchè la
liberalizzazione del commercio estero priva il paese di adeguate protezioni nei confronti
della più selezionata economia mondiale.
Il settore esportativo non riesce a creare sufficienti posti di lavoro e non è in grado di
annullare i danni che deve subire l'economia interna.
E questo nonostante tutto l'obiettivo dei programmi di stabilizzazione è quello di inserire
l'economia dei PVS nel mercato mondiale ad un livello concorrenziale.
In teoria, la svalutazione dovrebbe condurre a migliori programmi di vendita per i prodotti
del settore manifatturiero nel mercato mondiale, ma non è così, poichè gli incrementi delle
esportazioni dei PVS sono accompagnati dalla scarsa qualità dei prodotti.
Nel caso del settore minerario ed agricolo,la svalutazione raramente crea opportunità per
un incremento delle esportazioni.
Al massimo, la svalutazione induce ad un incremento del margine di profitto per produttori
locali, dando loro un incentivo ad aumentare la produzione (l'offerta).
Ma non vi è la garanzia che questo incremento delle unità di produzione sia venduto,
poichè il mercato mondiale dei minerali è controllato dalla domanda dei compratori, e non
dall'offerta dei venditori.
La svalutazione - ed è bene ricordarlo - è una misura che può indurre ad una spirale
inflazionistica fra i PVS produttori degli stessi generi minerari o agricoli.
Ed il risultato consiste in un eccesso di offerta sul mercato mondiale, con una conseguente
accellerazione della diminuzione del prezzo mondiale e riduzione dei proventi del settore
esportativo di tutti i paesi produttori.
La svalutazione e la diminuzione dei controlli sul commercio estero non sono intese solo
come misure il cui scopo è l'incremento dei proventi del settore esportativo; sono altresì
intese a rendere più attrattiva l'economia di un paese per gli investitori stranieri.
I programmi di stabilizzazione del FONDO includono tra le misure del FONDO da porre in
esecuzione la sostanziale riduzione del ruolo dello Stato e la conseguente sostituzione di
meccanismi di mercato nell'economia interna, delle spese del governo nel settore
pubblico e dell'influenza dello Stato nell'attività economica in generale.
Il FONDO persegue una strategia di libero mercato, che implica la riduzione dei prestiti al
settore pubblico, riduce le sovvenzioni per i beni atti a soddisfare i bisogni essenziali, i
servizi sociali, i trasporti e le imprese statali, incrementa i prezzi dei servizi statali e le
tasse indirette.
Tale stategia comporta necessariamente la diminuzione degli investimenti nel settore
pubblico con il conseguente licenziamento di forza-lavoro in quel settore.
E tutte queste misure vengono adottate per ridurre l'inflazione, tagliare il deficit della
bilancia dei pagamenti e sviluppare l'economia attraverso i meccanismi di mercato.
Così spesso le misure del FONDO provocano quei mali che intendono combattere.
Sebbene molti pacchetti di misure proclamano che hanno quale scopo la drastica
riduzione dell'inflazione, il tasso di inflazione finisce per rimanere immutato o registra degli
incrementi.
Inoltre, l'assenza di un ceto borghese che sostituisca i settori in cui lo Stato disinveste non
può costituire un'alternativa e creare quindi quei meccanismi di mercato che costituiscono
una delle ricette della teoria del FONDO.
I tentativi di privatizzare le imprese di Stato sono votati al fallimento, perchè il limitato
settore privato non possiede l'adeguata formazione tecnicologico-manageriale ed adeguati
capitali da investire.
Inoltre, è troppo alto il rischio di esporsi alla più selezionata concorrenza internazionale ed
ancora troppo scarse le possibilità di successo.
In molti PVS, solo il settore statale è in grado di effettuare gli investimenti necessari per lo
sviluppo dell'economia nazionale e provvedere al co-ordinamento del settore industriale ed
agricolo e della distribuzione al fine di soddisfare la domanda di massa.
Data l'assenza o la debolezza della borghesia nazionale, il ruolo dello Stato è una
necessità storica.
Tale politica di riduzione dell'influenza statale - che il FONDO persegue con vigore - non
può essere comunque ritenuta negativa in tutti i casi.
In talune circostanze, bassi prezzi di produzione, specie per il settore agricolo,
costituiscono vitali mezzi di sostentamento per le classi urbane.