I
INTRODUZIONE
Analizzare e riconsiderare le metodologie e i modelli produttivi
impiegati nei moderni contesti economici e industriali è una necessità che
deriva dall'attuale scenario socio-economico e sanitario, in cui fenomeni
quali la globalizzazione, il progresso tecnologico e l'aumento della
competitività, in una dimensione di riferimento globale, hanno comportato
una corsa alla produttività e al profitto che a partire dal boom economico
degli anni Cinquanta, ha prestato ben poco attenzione al conseguente
impatto ambientale, palesemente negativo, frutto di una prospettiva di
analisi lineare inerente al modello produttivo, causando realtà a dir poco
disastrose per ciò che concerne situazioni problematiche e inarrestabili in
fatto di inquinamento, inefficienze derivanti da sprechi e una ineludibile
scarsità di risorse a livello planetario, a cui si correlano enormi
ripercussioni ambientali e danni importanti all’ecosistema, alla
biodiversità, mettendo in discussione e a repentaglio la sopravvivenza
degli esseri viventi.
Se, per molti aspetti, l'incremento esponenziale del processo tecnologico
sia indubbiamente in grado di contribuire e favorire una innovativa e
funzionale gestione della produzione in termini di efficienza, qualità e
sicurezza, per molti altri fattori essa ha condotto ad effetti negativi che
hanno avuto un impatto negativo considerevole sugli scenari sociali,
II
economici, ma soprattutto ambientali, non solo per ciò che attiene alla
realtà presente, bensì anche per il futuro. Si tratta di una situazione globale
della quale occorre oggi tener conto, per tentare di porvi in qualche modo
rimedio, tentando di modificare la gestione produttiva ed economica
vigente, al fine di tutelare l'ambiente, prediligendo dei modelli di
produzione equi e sostenibili.
Sulla base delle stime ufficiali relative all'incremento della popolazione
indicate da recenti indagini e pubblicate dall'Onu, nel 2050 il numero di
abitanti nella terra potrebbe aggirarsi intorno a circa 9 miliardi. Un dato
che attesta il fatto che vi è il forte rischio di un incremento nel numero dei
potenziali consumatori e, naturalmente, le imprese devono dimostrare ed
essere pronte ad accrescere la propria capacità di soddisfare le esigenze di
una popolazione in costante aumento. Uno scenario, quello paventato, che
deve altresì essere pronto a fronteggiare anche le problematiche relative ad
un'ampia serie di fattori e variabili a livello economico che sono
strettamente in relazione con i temi legati all'inquinamento, interessando
anche l’impatto generato sull'ambiente e sull'ecosistema, che si ripercuote
chiaramente sui vari settori economici. Simili elementi mostrano di dar
luogo a conseguenze notevoli per quanto riguarda il surriscaldamento
globale, a cui si ricollegano anche i mutamenti climatici, connessi a loro
volta, come ampiamente dimostrato dalla recente crisi pandemica, a
situazioni di evidente emergenza sanitaria e sostenibilità delle risorse
disponibili sul pianeta.
III
Non meno importante risulta, peraltro, l'errata e spesso scellerata
condotta assunta da diversi ambiti produttivi su tutto il pianeta, guidata da
un'ampia parte degli stakeholders operanti nei diversi settori economici,
nonché la scarsa sensibilità dimostrata dall'umanità nei confronti della
tutela e dei valori ambientali, che si configurano, indubbiamente, come le
principali cause del preoccupante contesto oggi riscontrabile su scala
globale.
L'economia circolare si inserisce nel dibattito odierno, connesso alle
tematiche appena evidenziate, mostrandosi come una possibile strada da
percorrere per passare da un vecchio e obsoleto modello lineare ad un
nuovo sistema economico e produttivo, che sappia essere più efficiente,
efficace, ma soprattutto attento alla tutela dell’ecosistema. Come riporta
Gunter Pauli nel suo articolo, relativo proprio al tema della sostenibilità,
pubblicato a Seoul, Corea, nel 1991:
La saggezza di un ecosistema non si esprime solo nella resa dei servizi come
acqua dolce e aria pulita, la reintegrazione dello strato superficiale del terreno, il
controllo bilanciato dei batteri e un percorso evolutivo infinito, sempre alla ricerca
di soluzioni migliori e di livelli di efficienza più elevati. Gli ecosistemi sono anche
una fonte d'ispirazione per mutare i nostri prodighi modelli di consumo e
produzione
1
.
1
G. Pauli, Blue economy. Nuovo rapporto al Club di Roma. 10 anni, 100 innovazioni, 100 milioni di posti di
lavoro, a cura di G.Bologna, prefazione di C.Bastioli, traduzione di F.Lombini,M. Nebiolo, A. Tadini, Milano,
Edizioni Ambiente, 2010 (ed.or. 1991), p.40.
IV
Lo stesso Gunter Pauli afferma, inoltre, che «si potrà prevedere
sostenibilità solo quando il nostro sistema eliminerà il concetto di rifiuti,
cominciando ad attivare il ciclo a cascata dei nutrienti e dell'energia come
avviene in natura»
2
.
L'elaborato, si pone quale obiettivo primario quello di fornire un quadro
generale dell'impatto ambientale dei moderni sistemi di produzione,
analizzando, nello specifico, il settore della pesca e il modo in cui esso
abbia un impatto sull’ambiente, investigando altresì anche i correlati aspetti
economico-giuridici, sociali e scientifici, ponendo in evidenza quelli che
risultano essere degli esempi positivi e sostenibili.
In seguito, viene fornita una disamina in merito all'attuale stato di salute
del settore relativo alla pesca, introducendo anche il concetto di “Blue
Economy”, inteso come un esemplare sistema di economia circolare. Si
passa, successivamente, ad un'analisi concernente le politiche attuate su
scala nazionale ed europea, focalizzando l'attenzione sulle disposizioni
normative attuate e vigenti. Infine, la dissertazione pone particolare enfasi
sull'analisi del fenomeno turistico legato, appunto, al settore della pesca,
da cui la definizione di “pescaturismo”, in virtù anche di alcuni dati ricavati
mediante la somministrazione di un questionario, presentato ai partecipanti
nella forma di appositi moduli disponibili ed effettuabili online, dal titolo
“La pesca: impatto ambientale e turismo”.
2
Ibidem.
1
CAPITOLO 1
AMBIENTE, IMPATTO AMBIENTALE, DEFINIZIONI E NORME
1.1 Economia e Ambiente
L’economia e l’ambiente sono due fattori, indubbiamente, strettamente
correlati, al punto da condurre ad una reciproca influenza, oggi resa ancor più
evidente in considerazione delle problematiche e questioni irrisolte che
interessano proprio la tutela e il benessere dell'ecosistema. Tali questioni,
peraltro, sono emerse a seguito di una imponente crescita economica, frutto di un
esponenziale incremento produttivo che ha modificato radicalmente l'intero
assetto globale in termini di risorse disponibili connesse a quelle che necessarie
per il fabbisogno mondiale. In virtù di tali elementi, si è affermata, in diversi
settori, l'esigenza e l'ipotesi di giungere ad una adeguata ed equilibrata relazione
tra contesto produttivo, economico e risorse del pianeta, ossia una relazione di
tipo circolare e, come tale, sostenibile.
È innegabile il fatto che l'uomo dipende indissolubilmente dalla natura, in
termini di risorse naturali, idriche, fonti energetiche, materie prime, aria e tutto
ciò che sia correlato all'ambiente. Egualmente indiscutibile appare il fatto che,
mediante le proprie attività, economiche e produttive, l'uomo ha sempre generato
un elevato impatto sulla natura, modificandola in maniera decisamente
importante e ciò accade sin da tempi remoti. A tal fine, basterebbe considerare
gli insediamenti dei primi popoli realizzati in età Preistorica nei corsi del corso
dei fiumi, generando chiaramente un certo impatto sull’ambiente.
2
Tuttavia, le modifiche più importanti a livello ambientale generate dall'uomo
si realizzano a seguito dell'affermarsi e del diffondersi della Rivoluzione
Industriale, sebbene è in un periodo successivo, ovvero a partire dal XIX secolo,
che le attività umane hanno contribuito a causare danni irreparabili ad interi
macrosistemi ambientali, intaccando l’ecosistema globale, per via di fenomeni di
inquinamento, deforestazione, abbandono indiscriminato di rifiuti e molte altre
problematiche legate proprio a tale situazione, Una serie di fattori che, con il
passare degli anni, ha generato a livello globale, problematiche importanti e
irreparabili, come l’effetto serra, il buco nell’ozono, lo scioglimento dei ghiacci,
l'estinzione di moltissime specie animali, compromettendo disastrosamente
l'intero ecosistema.
1.2 Concetto di Ambiente
Il concetto di ambiente viene comunemente associato ad aspetti
prevalentemente naturalistici, sebbene esso assuma valenze differenti in
relazione alle discipline nelle quali sia oggetto di investigazione. L'ambiente può,
dunque, essere inteso e analizzato sulla base di diverse indagini valutativo-
descrittive, sebbene uno degli schemi interpretativi di macro-valutazione opera
una suddivisione della nozione ad esso correlata in due settori essenziali, ovvero
quello inerente all'ambiente biotico (il mondo vivente) e quello connesso
all'ambiente abiotico (il mondo inanimato).
3
Sulla base di tali aree di indagine, occorre, tuttavia, avanzare una ulteriore
suddivisione tra litosfera, idrosfera ed atmosfera. In maniera più attenta, è
possibile indicare con il termine litosfera la parte solida del sistema ambientale,
ossia la crosta terrestre (suolo e sottosuolo); con il termine idrosfera ci si riferisce
allo strato discontinuo di sostanze liquide, poste intorno alla litosfera; con la
parola atmosfera, si indica la parte gassosa del sistema.
L'idrosfera, a sua volta, si ritrova ad essere correlata alla troposfera, ossia la
parte più bassa dell’atmosfera, con la quale si crea una sottile copertura.
Il mondo vivente si trova ad essere inglobato all'interno della biosfera, mentre,
all'interno dell'antroposfera sono racchiusi gli umani e i contesti di vita
dell'essere umano, ossia la realtà circostante fatta di edifici, monumenti e tutto
ciò che in essa è compreso.
L’antroposfera si configura come quella porzione di ambiente derivante
dall'attività antropica, ovvero come frutto dell'attività dell'uomo, giungendo
altresì ad includere anche un'ampia serie di fenomeni ambientali scaturiti proprio
dall'azione umana, ivi compreso l'intero sistema tecnologico frutto del suo
ingegno, che viene indicato anche con il termine di tecnosfera.
Il sistema ambientale globale è in costante mutamento, al pari dell'azione
umana, tale per cui è indiscutibile il fatto che non vi sia più alcuna area sul pianeta
che possa considerarsi totalmente esente dall'intervento dell'uomo e che, dunque,
possa ritrovarsi ancora allo stato di natura. Una realtà che deve far riflettere in
merito al fatto che ogni angolo del pianeta mostra segni ormai tangibili
dell'intervento dell'uomo, tale da condurre a fenomeni diffusi di inquinamento
4
atmosferico, idrico e in ogni ambito che, inevitabilmente, hanno modificato
l'intero assetto geografico e socioculturale del mondo.
1.3 Modello Transdisciplinare
Tra i termini che trovano ampio utilizzo in diversi settori del sapere, sia esso
inteso in ambito specialistico, al pari di quelli giuridico-burocratico e tecnico-
scientifico si ritrovano quello di ambiente, ecosistema, habitat, natura,
paesaggio, territorio e luogo.
In realtà, tali termini racchiudono una loro propria valenza che li rende tra loro
differenti. Al fine di comprendere in modo adeguato il concetto di ambiente, è
possibile citare un ecologo, Malcevschi (1991), il quale propone una sua
definizione sulla base di un approccio valutativo transdisciplinare
3
. Il modello
avanzato da Malcevschi si inserisce in un quadro valutativo ben più ampio che
affronta il problema definizione della nozione ambientale, sulla base di un'attenta
valutazione degli impatti ambientali risultanti da alcuni interventi dell'uomo
4
. Ci
si pone, così, nella definizione di una attenta Valutazione d'Impatto Ambientale
(VIA) che si configura come un fondamentale strumento teorico e nozionistico
che riguarda le norme di tutela ambientale.
3
S. Malcevschi, Qualità ed impatto ambientale. Teoria e strumenti della valutazione di impatto, Milano, Etaslibri,1991.
4
Ibidem.
5
In una simile prospettiva di analisi, è possibile operare una distinzione della
nozione di ambiente, tenendo conto di tre importanti fattori:
- le fondamentali variabili costitutive del complesso ambientale (aria,
acqua, manufatti, popolazione umana, altri organismi, substrati fisici);
- le relazioni che intercorrono tra tali variabili e la potenziale esistenza di
un focus del sistema di relazioni, tale da fungere da parametro costante,
mediante il quale investigare e valutare opportunamente le connessioni
esistenti tra gli altri elementi. Il centro del sistema di relazioni potrebbe
essere identificato nell'uomo, o in ogni caso, in una specie animale o
vegetale.
- La plausibile esistenza di filtri percettivi.
Nel momento in cui, si fa riferimento alla nozione di habitat, appare evidente
come esso si configuri con una determinata specie, ivi inclusi chiaramente gli
esseri umani, che mostri un ruolo di primo ordine all'interno del setting
ambientale, all'interno del quale la stessa vive e si riproduce. Un'attenta
valutazione di uno specifico habitat è in grado di fornire dettagli inerenti alla
presenza di specie animali e vegetali in un dato territorio, indispensabile per
investigare opportunamente le dinamiche complesse inerenti a quel determinato
territorio e ambiente. Naturalmente, ogni habitat risulta mutabile nel corso del
tempo, sulla base di un indispensabile processo di adattamento di ogni essere
vivente a nuove condizioni, in grado di assicurarne la sopravvivenza.
6
Per ecosistema si intende l'insieme degli organismi viventi e dei fattori abiotici
che si riscontrano all'interno di un dato ambiente, ma anche al sistema di relazioni
che pone in contatto tra loro i diversi elementi costitutivi. Ecco, dunque, che
l'ecosistema può essere inteso come un complesso di relazioni.
L'ecosistema è "un'unità complessa di carattere organizzatore"
5
e come tale,
occorre tener conto della sua valenza, non solo in termini di ordine e vincoli,
bensì come un complesso ben organizzato e strutturato.
Con il termine territorio, invece, si intende un assetto ambientale posto sotto
la gestione e il controllo di un soggetto, presupponendo altresì un fulcro, intorno
al quale ruotano le diverse relazioni tra tutti gli elementi che ne sono parte
integrante. Il focus intorno al quale si realizzano i diversi legami è rappresentato
dal soggetto che guida e gestisce il tutto e che, chiaramente, può non configurarsi
come un individuo singolo, bensì come un'intera società.
Una ulteriore distinzione è quella che, generalmente, si effettua tra territorio
inteso in maniera oggettiva, sulla base di una percezione, in considerazione delle
teorie avanzate da Malcevschi, eco ed etologica, e la percezione fornita dalle
scienze sociali, tali per cui, il territorio non viene considerato come parte
essenziale di un costrutto essenzialmente sociale e come tale, culturalmente
contestualizzato.
La nozione di natura, al pari dell'intero sistema ambientale, mostra una sua
lunga storia che risulta, pur tuttavia, connessa alla dimensione umana, sociale e
5
E. Morin, Introduzione al pensiero complesso, Milano, Sperling & Kupfer, 1993, pp.135-136.
7
culturale di cui è elemento essenziale. Il concetto di natura, pertanto, occorre che
sia opportunamente contestualizzato al fine di poter essere adeguatamente
compreso, ovvero posto in relazione ad un dato periodo della storia dell'uomo e
con una specifica dimensione culturale.
È solo in virtù di una simile posizione che è possibile comprendere come la
natura non esista come elemento a sé stante, bensì come parte di un tutto, o
meglio, di un complesso costrutto sociale.
Il concetto di paesaggio, in linea con quella che risulta essere la definizione
indicata della Convenzione Europea del Paesaggio del 2000
6
, fa riferimento alla
maniera in cui un determinato ambiente, inteso nella sua globalità, possa essere
percepito da un soggetto, che vive e opera in un dato contesto culturale, dal quale
risulta inevitabilmente influenzato. In tal modo, si fa riferimento ad una
costruzione culturale collocata all'interno di un dato spazio e connessa ad un
determinato periodo.
Dunque, il paesaggio deve intendersi come parte di territorio, considerata non
in senso oggettivo, bensì posta in relazione con le popolazioni che al suo interno
vivono e operano, dunque, introdotta in un dato contesto spazio-temporale. Si
pone in primo piano la percezione sociale e condivisa di un dato territorio.
6
La Convenzione Europea del Paesaggio è stata adottata dal Comitato dei Ministri della Cultura e dell'Ambiente del
Consiglio d'Europa il 19 luglio 2000, ufficialmente siglata nel Salone dei Cinquecento, presso il Palazzo Vecchio a
Firenze, il 20 ottobre 2000. Maggiori dettagli sono consultabili online al seguente indirizzo
<http://www.convenzioneeuropeapaesaggio.beniculturali.it/uploads/2010_10_12_11_22_02.pdf> (03.03.2022).