5
Il presente lavoro, tenta di dimostrare l‟importanza di questo genere teatrale
nell‟evoluzione verso l‟ “assurdo”, attraverso l‟analisi di La venganza de Don
Mendo, l‟opera sicuramente più significativa per capire i caratteri originali su cui
Muñoz Seca fonda il suo teatro. Infatti, nel primo paragrafo del primo capitolo ci
si è soffermati sulla nascita dell‟astracán, sulla sua etimologia e i possibili nessi
tra quest‟ultima e il genere teatrale che ne scaturisce. Nel secondo, si mettono
a confronto le caratteristiche del protagonista dell‟astracán, il fresco, con i sui
predecessori, il pícaro e il servus callidus; mentre nel terzo si suddividono i
diversi tipi di astracanes di Muñoz Seca in base alle tematiche principali
presenti anche in altre opere. Nel quarto e quinto paragrafo del primo capitolo,
si delineano le analogie tra il teatro comico, il teatro d‟evasione e l‟astracán, che
ne diventa l‟espressione diretta.
Il secondo capitolo si apre con un excursus sulle opere parodiche della
letteratura spagnola per poi analizzare in dettaglio quelle che diventano oggetto
della parodia di Muñoz Seca ne La venganza de Don Mendo. A partire dal
secondo paragrafo si prende in esame quest‟opera, individuandone le
tematiche principali su cui si intesse la vicenda. Essendo l‟opera anche una
parodia dei protagonisti dei drammi romantici, nel terzo paragrafo l‟analisi dei
personaggi sottolinea l‟inversione dei ruoli tradizionali, attribuendo un
importante risalto a quelli femminili rispetto a quelli maschili. Infine, nel quarto
paragrafo si analizzano le innumerevoli risorse linguistiche cui ricorre l‟autore
per creare un teatro originale, umoristico ed antesignano di quello dell‟assurdo.
L‟appendice include vario materiale, tra cui disegni ed immagini che offrono al
lettore un‟idea visiva dei personaggi dell‟opera; le prime locandine de La
venganza; pagine di riviste che documentano l‟indiscusso successo dell‟opera e
del suo autore; fotografie che ne accreditano la presenza intramontabile ancora
oggi.
Riteniamo che sarebbe opportuno restituire il giusto merito ad uno degli autori
più significativi del panorama del teatro spagnolo del primo Novecento, non solo
perché la sua prova più originale, La venganza de Don Mendo, è un‟opera
molto amata dal pubblico, al punto che quasi ad un secolo di distanza dalla
prima rappresentazione, ancora viene riprodotta sui palcoscenici spagnoli così
come quelli latino-americani; ma soprattutto perché Muñoz Seca non può
essere giudicato solamente per l‟orientamento politico che professò in vita, e
6
cadere nell‟oblio a causa di un credo che lo condusse, come molti altri, ad una
tragica morte.
7
CAPITOLO I : L’astracán di Muñoz Seca
I.1 Astracán o astracanada: definizione di un genere teatrale
La cultura spagnola del XX secolo subisce profondamente l‟influenza degli
eventi storici, politici e sociali che caratterizzano l‟ultimo decennio dell‟ottocento.
La Spagna, infatti, deve sopravvivere ad una situazione storica difficile,
dovuta soprattutto alla perdita definitiva ed irreversibile di un immenso impero
che, come conseguenza principale, genera sfiducia nella classe dirigente e allo
stesso tempo induce ad un ritorno alla ricerca della cultura dei secoli d‟oro. In
particolare è la riscoperta della infrahistoria ad interessare, le cui tracce, viste
come unica fonte di rinascita, sono ravvisabili soprattutto nel paesaggio e nelle
abitudini incontaminate della Castiglia.
La guerra mondiale del '14-'18 prima, ma soprattutto la guerra civile del '36-
'39 poi, lasciano una profonda ferita negli animi spagnoli difficile da rimarginare:
la brutalità del genere umano si manifesta in tutta la sua violenza, che vede
fronteggiarsi anche membri delle stesse famiglie divisi da fazioni politiche, e
sempre per ragioni politiche grandi scrittori nella migliore delle ipotesi vengono
esiliati o, nella peggiore, uccisi, come avvenne a García Lorca e Pedro Muñoz
Seca.
Questa particolare e complessa situazione storica influenza inevitabilmente la
letteratura e, non a caso, questo secolo viene anche denominato epoca degli
ismos1: si andranno delineando infatti movimenti, correnti letterarie e filosofiche
che condizioneranno l‟espressione ed il pensiero degli intellettuali per più di 50
anni. Solo per citarne alcuni, ricordiamo il superrealismo, il dadaismo, il
futurismo e l‟ultraismo nella letteratura e il cubismo nella pittura, che tante
suggestioni avrà sul grande Picasso. Questi movimenti, nati per contrastare
quelli dell‟epoca precedente come il romanticismo, il naturalismo e il verismo,
1
Nel XX secolo assistiamo alla nascita di movimenti letterari che tentano di rompere
definitivamente ed opporsi a quelli precedenti con la convinzione di riuscire a creare qualcosa di
nuovo ed unico. Gli scrittori di quest‟epoca privilegiano l‟originalità d‟espressione facendo leva
sulla forza della parola che riesca a scuotere le coscienze suscitando sentimenti autentici.
8
forniscono all‟uomo nuove chiavi di lettura per conoscere ed interpretare la
difficile realtà storica.
Non può rimanere esente da questi importanti cambiamenti storici un
importante genere letterario: il teatro.
A differenza di quello più fortunato europeo dei primi anni „30, che sta
progressivamente assimilando il metodo Stanislavskij2, il teatro spagnolo deve
fare i conti con una classe sociale determinante: la borghesia. Figlia della
rivoluzione industriale, assume nel „900 un ruolo sempre più significativo anche
a livello politico ed essendo molto ricca e forte economicamente riesce a
guidare le sorti del paese. Composta prevalentemente da uomini dediti al
lavoro, è pronta a sacrificare tutto e tutti pur di raggiungere l‟obiettivo di lucrare
il più possibile a svantaggio della classe operaia, della quale, tuttavia, ha
estrema necessità.
In questo periodo la borghesia stessa richiede e sente il diritto di godere di
momenti ludici, ricreativi e di svago che la distolgano e le consentano di
evadere dalla realtà in cui vive.
Il XX secolo viene anche denominato Siglo de Plata3 e molti sono i nomi di
grandi filosofi, poeti, scrittori e drammaturghi che diventano protagonisti del
2
Nel 1906 inizia ad essere impiegato nel Teatro d‟Arte di Mosca il metodo Stanislavskij, così
chiamato dal nome del maestro che lo inventò; può essere definito anche come metodo di
introspezione in quanto si richiede un lavoro da parte dell‟attore su sé stesso, sulla propria
coscienza per entrare appieno nel personaggio e rappresentarlo al meglio sulle scene. Le fasi
di creazione del personaggio, quindi, diventano molto più importanti e costruttive della
rappresentazione in sé. Questa nuova tecnica recitativa diventerà la più usata non solo nel
teatro ma anche dai registi nel cinema. Insegnata oggi nelle migliori scuole di arte drammatica,
risulta essere una componente fondamentale di un buon attore.
3
Il XX secolo viene definito secolo d‟argento per la qualità della cultura prodotta e per gli
intellettuali che danno un‟impronta innovativa al pensiero, alla letteratura ed alla produzione
artistica in genere, tanto da avvicinare la cultura spagnola di questo periodo a quella dei secoli
d‟oro. La Istitución de Libre Enseñanza ed altre istituzioni che nacquero alla fine dell‟ottocento
come la Residencia de Estudiantes e l‟Istituto-Escuela furono i luoghi in cui si formarono i
grandi protagonisti di questa esplosione culturale. Sorprendente è come in un paese in
maggioranza analfabeta, 38.000 studenti universitari nel 1930 diedero vita ad una generazione
letteraria di tanto alta qualità. Infatti alla fine degli anni ‟20 inizierà a distaccarsi la generazione
del ‟27 che raggiungerà la piena attività intellettuale durante la Seconda Repubblica anche con
la Misión Pedagógica che fu quella di diffondere la cultura tra la popolazione analfabeta
attraverso biblioteche ambulanti, conferenze, recitazioni di poesie, proiezioni di pellicole ed
esposizioni al Museo del Prado. I migliori rappresentanti di questa generazione furono: Dámaso
Alonso, Luis Cernuda, Vincente Alexaindre, Rafael Alberti, Pedro Salinas, Jorge Guillén,
Gerardo Diego, Miguel Hernández y García Lorca. Anche l‟architettura vive in questo periodo il
suo momento di apogeo del modernismo a Barcellona: Antonio Gaudí altera la fisionomia
urbana della città con opere come Casa Milá, Casa Batillo e la Sagrada Familia. Nella pittura e
nella scultura convivono grandi artisti come Pablo Picasso che crea il cubismo, Joan Miró e
Salvador Dalí . Nel cinema si distingue la figura di Luis Boñuel le cui prime pellicole fanno parte
del movimento surrealista (La via lattea). Fu anche l‟epoca più brillante della storia della musica
9
teatro spagnolo contemporaneo, dando vita a due correnti principali che
convivono nel primo terzo di secolo, il teatro innovador e il teatro de éxito4.
L‟importanza di soddisfare l‟esigenza del pubblico borghese, da cui spesso
dipendeva il successo di una rappresentazione, è la principale premura di
quegli autori che rientrano nella classificazione del teatro de éxito. Al contrario,
fanno parte del teatro innovador quegli autori che curano un‟elevata qualità
letteraria del testo, sperimentando nuove tecniche stilistiche e assecondando le
necessità di un pubblico ben diverso, più dotto e aristocratico.
In quest‟ultima corrente emergono scrittori eccellenti della generazione del
‟98, definita anche da Alfonso Ussía generación poética,5 come il filosofo
Unamuno6, il poeta Valle-Inclán7 e Azorín8.
spagnola con Isaac Albéniz, Enrique Granados e soprattutto Manuel de Falla che segna un
periodo particolarmente brillante.
4
Ruiz Ramón, F., Historia del teatro español. Siglo XX, Cátedra, Madrid, 1975, p. 68. Ramón
suddivide il teatro di quegli anni in due correnti principali che vedono la critica schierarsi più a
favore del teatro innovador che del teatro de éxito, mentre il pubblico, al contrario predilige il
secondo. Questo perché, mentre gli scrittori del teatro innovador usavano nuove tecniche
stilistiche attraverso le quali inviavano un messaggio criptico, quello degli altri autori era un
teatro che aveva come scopo principale il divertimento degli astanti, non escludendo, però, una
finalità docente.
5
Ussía, A., Prólogo a Muñoz Seca, P., La venganza de Don Mendo, Austral, Madrid, 2006, pp.
9-16. La generazione del ‟98, così denominata perché si prende come data convenzionale
l‟anno della perdita di Cuba che conclude il periodo aureo della Spagna dei secoli d‟oro,
racchiude quegli autori che vivono o nascono nell‟arco di questo periodo storico. Viene anche
denominata da Ussía come generación poética perché questi scrittori, per la maggior parte
poeti, si avvalgono delle nuove correnti letterarie per creare una poesia in grado di risvegliare le
coscienze.
6
L‟opera drammatica di Unamuno è stata spesso considerata come un valido strumento grazie
al quale riuscì ad esprimere in maniera più articolata il suo pensiero filosofico. Proprio per
questo motivo non riscosse molto successo tra il pubblico borghese che era alla ricerca di un
teatro più leggero e meno impegnato socialmente. L‟indagine sulla spiritualità individuale, la
fede come “menzogna vitale” e il problema della doppia personalità sono alcuni dei temi
ricorrenti nel suo teatro: si vedano, ad esmpio, opere come La esfinge (1898), La verdad
(1899), El otro (1932), mentre in Fedra (1898) attualizza egregiamente anche la tragedia
Euripidea.
7
Il poeta Valle-Inclán iniziò a dedicarsi al teatro a partire dal 1905 e per 20 anni fu la sua
occupazione principale. Ruppe con gli schemi di quello della sua epoca e mostrò una costante
volontà di rinnovamento formale ed estetico. Da un marcato carattere modernista, il suo teatro
si evolve verso la sua massima creazione: el esperpento che presuppone un‟interpretazione
nuova della realtà, una nuova estetica basata sulla distorsione che mescola elementi tragici e
grotteschi, è la fase più importante per la piena maturità del poeta; di questo ciclo fanno parte
Luces de bohemia, Martes de carneval, trilogia, quest‟ultima, formata da Los cuernos de don
Friolera, Las galas del difunto e La hija del capitán. L‟attitudine tremendamente critica e
corrosiva della realtà non permise all‟autore di ricevere quegli elogi che a buon diritto gli
spettavano. Nonostante il suo teatro risulti tra le forme più originali del XX secolo non fu ben
gradito dalla borghesia dell‟epoca.
8
Il poeta Azorín sentì sempre una grande passione per il teatro anche se le sue opere non
godettero del favore popolare. Dalla sua penna uscirono Old Spain, Brandy, mucho brandy
(1927), Comedia del arte (1927) e la trilogia Lo invisible, vincolata all'estetica
dell'espressionismo che esagera il dato oggettivo della realtà, formata da La arañita en el
10
A causa dell‟enorme importanza sociale esercitata dalla borghesia che, come
ricordato precedentemente, decretava il successo o l‟insuccesso di una
rappresentazione, il teatro più innovativo non riscosse il favore del pubblico. La
classe borghese non era disposta, infatti, ad accettare le innovazioni e i nuovi
valori morali proposti, troppo diversi da quelli in cui era abituata a credere. Solo
dopo la guerra civile verranno rivalutati e studiati i tratti caratteristici dei
drammaturghi esponenti del teatro innovador scoprendo la bellezza di opere
senza le quali la letteratura spagnola non sarebbe stata la stessa.
Sempre al teatro innovador si possono ascrivere anche alcuni scrittori della
generazione del ‟27, tra i quali García Lorca che fu l‟unico a comporre opere
teatrali prima della guerra civile, al contrario di Pedro Salinas e Rafael Alberti o
di altri esimi drammaturghi come Alejandro Casona e Max Aub, che scrissero in
esilio. Accomunati dallo stesso nobile intento, quello di avvicinare il teatro al
popolo e alle problematiche sociali, anche questo gruppo di autori verrà
apprezzato maggiormente dopo il periodo nefasto.
La propensione della critica moderna a incentrare gli studi del teatro
novecentesco su un‟esigua rosa di drammaturghi non solo ha oscurato la
complessa polifonia teatrale della Spagna dell‟epoca, ma ha fatto sì che anche
nelle storie del teatro europeo la teatralità ispanica venisse recepita come una
realtà dimidiata, uno scampolo poco significativo nel panorama mondiale.
Il teatro de éxito, invece, è quello che si afferma maggiormente, e i suoi
principali rappresentanti possono essere a loro volta suddivisi in altre tre
sottocategorie con riguardo alle tecniche stilistiche usate nelle loro opere. Alla
prima corrisponde la commedia borghese o alta commedia, il cui miglior
esponente è Jacinto Benavente9, che usa dialoghi molto semplici e diretti. Vi è
espejo, El segador e Doctor Death, de 3 a 5, considerata la migliore della sua produzione
drammatica. Il critico Francisco Ruiz Ramón individua alcuni elementi di base nella proposta
teatrale azoriniana come l'importanza e la libertà creativa del direttore di scena e degli attori, le
relazioni tra la nuova tecnica cinematografica e quella teatrale, l'apparizione della subcoscienza
in scena ed evidenzia come sia il mondo interiore, quello delle idee e dei problemi dello spirito e
dell'immaginazione, a fornire il materiale al drammaturgo. L'intenzione di Azorín è quella di
liberare il teatro spagnolo da tutto il provincialismo che lo caratterizzava, fino ad elevarlo al
livello avanzato ed elaborato di quello europeo. La mentalità spagnola, però, non era preparata
ad accettare tutte queste nuove proposte e proprio per questo neanche Azorín fu molto
rappresentato in quell‟epoca.
9
Il teatro di Jacinto Benavente mostra i piccoli vizi della borghesia cosmopolita, provinciale e
rurale, fornendo soprattutto un ritratto sociale dei personaggi piuttosto che psicologico. La
componente innovativa di questo teatro riguarda, in maniera particolare, l‟agilità e la naturalità
dei dialoghi. Il pubblico accettò queste opere in cui soggiace una leggera critica e ironia nei suoi
11
poi il Teatro poético o Teatro en verso, che riflette la sensibilità modernista
intesa come reazione al teatro realista. Questo tipo di teatro aspira alla
rappresentazione di mondi in cui la bellezza è espressa dalla ricerca della
parola poetica, dalla musica e dalle decorazioni. Tra le opere di maggior
successo si ricordano quelle ispirate al dramma storico in chiave romantica,
come quelle di Eduardo Marquina10, Francisco Villaespesa11 e i fratelli
Machado12. La terza sottocategoria del Teatro de éxito è rappresentata dal
Teatro Cómico, che risponde all‟ideale di una vita caratterizzata da ambienti
pittoreschi in cui si muovono tipi popolari. L‟humor si basa sull‟uso della
comicità scaturita da un linguaggio molto spesso dialettale. Rientrano in questa
categoria Carlos Arniches13, i fratelli Quinteros14 e Pedro Muñoz Seca, che crea
a partire da questa, un suo genere teatrale, denominato astracán.
Il termine generación simpática15, in cui Ussía racchiude gli autori menzionati,
rende bene l‟idea di quale fosse il loro scopo principale, ovvero quello di far
divertire il proprio pubblico, compito non certo facile.
confronti perchè venivano espresse in maniera elegante e disinvolta. Autore di drammi e
commedie sin dalla giovane età, il suo esordio avvenne con l‟ambizioso progetto intitolato il
fantastico teatro, perché ispirato al mondo delle fiabe. Le sue prime opere si svolgono in
ambienti dell‟alta borghesia la quale giudica il mondo dall‟alto dei suoi principi che ritiene corretti
come in El nido ajeno, dramma familiare, che ottenne un‟ottima accoglienza sia da parte della
critica che del pubblico, nonostante la rottura con il ferreo verismo.
10
Eduardo Marquina riscosse un gran successo di pubblico grazie alla ripresa del dramma
storico in versi e conseguentemente di tutti quei valori che ne facevano parte come la virtù della
nobiltà, la generosità, l‟onore e il sacrificio. Le sue opere più conosciute sono En Flandes se ha
puesto el sol e El Gran Capitán che verranno ampliamente parodiate da Muñoz Seca.
11
Il profano, il sensuale, il triste, il febbrile e il decadimento ebbero in Villaespesa, poeta
andaluso, un interprete geniale. Considerato uno dei maggiori poeti che il modernismo creò in
Spagna raggiunse l‟apice del successo con l‟opera La leona de Castilla.
12
Antonio Machado difese intelligentemente l‟astracán in molte interviste affermando che:
“Atraverse a lo bufo no es atentar a nada, no es osar a cosa respetable, no es pretender la alta
estimación de nadie. Y no hay derecho ninguno a vituperar, y menos a desconsiderar, a los que
lo cultivan”, cit. in Amorós, A., Muñoz Seca y el astrakán, Cuadernos de música y teatro,
Madrid, 1986, p. 101.
13
Carlos Arniches è particolarmente conosciuto per le sue capacità di drammaturgo in quanto
diede vita alla tragedia grotesca. Mentre nel suo primo periodo scrive opere in un tipico dialetto
madrilegno con puro intento comico, nel secondo raggiunge una prospettiva più critica e fa
scaturire il riso da eventi tragici, comici, grotteschi e caricaturizzati combinati insieme con un
affanno più moralizzatore. Rintracciamo questo intento ad esempio nell‟opera La señorita de
Trevelez in cui viene mossa una critica alla gioventù borghese, oziosa e disoccupata, che
ignora i sentimenti degli altri schernendoli.
14
I fratelli Quinteros tentano di rappresentare un‟Andalusia, loro terra natale, attraverso gli
aspetti più superficiali possibili della vita quotidiana; con la forza del dialetto andaluso, tentano
di condurre alla risata. Opere più conosciute sono El genio alegre, El patio, La siesta.
15
Ussía, A., Prólogo a op. cit., pp. 9-16. Il critico racchiude questa seconda cerchia d‟autori nel
termine generación simpática proprio per sottolineare il loro carattere ludico e comico sul quale
dovevano puntare per riscuotere successo in quegli anni. Con questa etichetta rivaluta appieno
12
L‟apice della produzione del Teatro de éxito corrisponde agli anni compresi
tra il 1910 e il 1930. I dati forniti dalla Dougherty16 mostrano un alto indice di
attività teatrali soprattutto nella stagione ‟19-‟20, con 12.168 rappresentazioni di
216 drammi con una media di 33 spettacoli al giorno. Da tale analisi, condotta
dalla studiosa, emerge chiaramente la popolarità di cui godeva la drammaturgia
all‟inizio del XX secolo, la vivacità della vita teatrale dell‟epoca, la battaglia tra i
sostenitori della tradizione e i fautori del rinnovamento, il dibattito sull‟esigenza
di un teatro statale, la necessità di guardare all‟Europa per risollevare le sorti
delle scene nazionali: tutti elementi imprescindibili per tracciare le dinamiche e
le coordinate attraverso le quali si svolse l‟attività drammaturgica di quel
periodo.
Proprio per l‟importanza a cui assurge il teatro nei primi anni del novecento,
anche i principali giornali spagnoli come El Heraldo de Madrid, El sol e ABC17
iniziano ad occuparsi di esso, riservandogli ampio spazio nelle loro pagine.
Basta scorrerle per cogliere il proposito educativo e non solo informativo di tali
giornali, che si prefiggevano l‟arduo compito di sensibilizzare la società
spagnola riguardo le grandi rivoluzioni che stavano vivendo le drammaturgie
europee, e le novità avanguardiste del teatro nazionale.
I motivi che faranno insorgere la necessità di affrancarsi dalla tradizione
precedente, facendo sì che si stabiliscano nuove coordinate di riferimento, sono
chiaramente esplicitati da Berenguer:
questo tipo di teatro che per molti anni, dopo la sua messa in scena, è stato ritenuto un genere
infimo e di bassa levatura morale.
16
Solo alla fine degli anni „70, e più ancora nei decenni successivi, si assiste a un importante
cambio di prospettiva metodologica da parte di taluni studiosi i quali, avvalendosi di un
approccio storico e interdisciplinare piuttosto che filologico, aprono il cammino al processo di
“visibilità” del teatro spagnolo primonovecentesco. José Antonio Pérez Bowie, Dru Dougherty e
M. Francisca Vilches de Frutos sono tra quanti hanno avvertito l‟esigenza di focalizzare
l‟attenzione sull‟analisi delle pagine teatrali dell‟epoca.
17
La Página teatral di ABC, inaugurata nel 1927, rimase attiva fino all‟inizio della Guerra Civile.
In essa si alternarono cronache settimanali, quali Sobremesa y Alivio de Comediantes, e
cronache occasionali, quali El Tinglado de la Farsa, Corrillo Teatral, Mentidero Teatral e Gente
y Cosas del Teatro; mentre altre sezioni si occupavano di fornire informazioni inerenti ai
professionisti del teatro: Los Autores Pintados por Sí Mismos, Anécdotas de Autores, ¿Qué
Obras Prefiere Ud. Representar? e Autocrítica. Altre specifiche sezioni furono destinate alle
tournée delle compagnie teatrali spagnole come El Teatro en Provincias y América e alle novità
del teatro europeo Información y Notas Extranjeras, Dramaturgos Extranjeros Contemporáneos
e Máscara Exótica, in cui oltre a occuparsi di personalità di spicco della scena internazionale
quali Cocteau, Piscator, Pirandello, Chiarelli, Pitoëff, Antoine, Daguilev, Copeau, Stanislavskij e
molti altri, si dava notizia della presenza nella capitale spagnola di alcuni esponenti
dell‟avanguardia teatrale. Anche questa Página Teatral si caratterizza, infine, per una specifica
attenzione accordata alla scenografia Acotaciones sobre la Plástica en la Escena e alla
promozione pedagogica dei classici Calderón, precursor de Wagner y del teatro moderno.
13
“- la redifinición del concepto del «yo», con Kierkgaard y Freud, que debe
encontrar su lugar en un contexto complejo, apoyándose en la confusa y única
guía de la nueva ética,
- el «relativismo» de ese mismo «yo» en el espacio y en el tiempo. La nueva física
de Einstein vuelve a definir el lugar del ser humano en el universo; así como en
pintura Picasso, se crean y se destruyen nuevas y viejas fórmulas heredadas,
- el «socialismo» como práctica política dependiente de las teorías de Marx”18.
In questo contesto, la consapevolezza di una frattura inevitabile con la cultura
precedente si concretizza nella ricerca di un linguaggio completamente nuovo,
capace di suscitare nel pubblico emozioni e sentimenti forti. Ne scaturiscono tre
posizioni diverse corrispondenti ad altrettante concezioni culturali:
“a) Conciencia conservadora: tendencia restauradora, en la que se formula una
conciencia conservadora que actúa como restauración de la visión del mundo de
la nobleza, aceptada como ideología dominante.
b) Conciencia liberal: tendencia innovadora de la visión del mundo de la
burguesía comercial e industrial.
c) Conciencia progresista: tendencia novadora, que niega denuncia y rompe la
alianza establecida entre la nobleza y la gran burguesía”19.
Il teatro si trasforma dunque in un fatto sociale che coinvolge totalmente il
pubblico, al quale fornisce una propria concreta visione del mondo che gli
permette di vedere e interpretare la realtà dal punto di vista dell‟autore. Proprio
per questo Berenguer giunge a classificare i maggiori scrittori del XX secolo nel
seguente schema20:
18
Berenger, Á., El teatro en el siglo XX (hasta 1936), Taurus, Madrid, 1988, p. 23.
19
Ibid., p. 23.
20
Ibid., p. 24.
14
Istitucionalización
de la crisis
(1892-1917)
Génesis de la
ruptura
(1914-1931)
La ruptura
(1921-1936)
a)Tendencia
Restauradora
(conciencia
conservadora)
Eduardo Marquina
Valle-Inclán
Francisco
Villaespesa
Apelles Mestres
Goy de Silva
Luis Fernandez
Ardavín
Joaquín Montaner
Ramón de Godoy y
Sala
Enrique López
Alarcón
Pedro Muñoz Seca
Antonio Rey Scoto
Josep María Sagarra
José Maria Pemán
Eduardo L. del
Palacio
Luis Martínez Kleiser
Joaquín Dicenta
b)Tendencia
innovadora
(conciencia liberal)
Jacinto Benavente
Carlos Arniches
Álvarez Quintero
Martínez Sierra
Azorín
Antonio y Manuel
Machado
Honorio Maura y
Gomazo
Manuel de Góngora
Ángel Lázaro
Enrique Jardiel
Poncela
Alejandro Casona
Juan Ignacio Luca
de Tena
Joaquín Calvo
Sotelo
José Lopez Rubio
Manuel Azaña
c) Tendencia
novadora
(conciencia
progresista)
Benito Pérez Galdós
Joaquín Dicenta
Ángel Guimera
Ángel Ganivet
Manuel Linares rivas
y Astray
Felip Cortiella
Adria Gual
Ramón Gomez de la
Serna
Miguel de Unamuno
Ramón del Valle-
Inclán
Federico Oliver
Jacinto Grau
Delgado
Federico García
Lorca
Rafael Alberti
Max Aub
Miguel Hernández
Ignacio Sánchez
Mejías
Claudio de la Torre
Valentín Andrés
Álvarez
15
Pertanto quello della generación simpática è un teatro diretto soprattutto ai
borghesi, ma non solo in quanto ha in sé due forti poteri di suggestione: il
primo, più importante, risiede nel palcoscenico, dove gli autori dimostrano la
loro bravura nel saper catturare l‟attenzione degli astanti; il secondo nella sala,
intesa come pubblico. Non bisogna dimenticare che andare a teatro veniva
percepito come un dovere sociale, un segno di distinzione delle classi
privilegiate, un punto di ritrovo e d‟incontro che diventa però, allo stesso tempo,
mercato di pettegolezzi e fiera di vanità. Rodríguez offre un breve scorcio di vita
animato da persone che affollavano i teatri di inizio secolo:
“Un temblor ilusionado recorre los espíritus de los jóvenes cuando se acerca su
función de turno; las damas se aprestan a lucir sus joyas y sus atavíos, y
menegildas y soldados aborran de sus menguados ingresos lo preciso para
pagarse la entrada general. Los niños reciben la primera información de lo
maravilloso en las sesiones de los jueves y de los domingos, y un mundo de
hadas y gnomos, de princesas bellísimas y bondadosos geniecillos descorren,
ante sus ojos asombrados, los celajes de un paraíso donde el mal siempre es
castigado y el bien logra su premio. «…» La alta sociedad sigue, con
condescendiente benevolencia, las evoluciones y piruetas de sus artistas
predilectos. La clase media se deja deslumbrar por el artificio de unos decorados
suntuosos o de un frac bien cortado. La clase baja colecciona postales iluminadas,
recorta las fotografías de los periódicos y las pega con engrudo el las paredes:
llora en las localidades baratas, se divierte estrepitosamente con los juguetes
cómicos o se maravilla con los ingenuos trucos de las commedia de magia”21.
Il teatro diventa quindi la grande panacea dell‟allegria e il cibo necessario di
cui si nutre lo spirito di un pubblico che sente il bisogno di evadere dalla realtà
che lo circonda.
In un contesto storico di questo genere, Muñoz Seca ebbe la capacità di
capire che il teatro avrebbe potuto costituire il luogo in cui convergevano due
diverse esigenze, quella della commedia “alta”, rivolta alla borghesia, e quella
della commedia d‟evasione rivolta principalmente alla classe popolare. Con
l‟astracán l‟autore riesce a soddisfare entrambi gruppi di spettatori.
21
Alcalde, R., Teatro español contemporáneo, Epesa, Madrid, 1973, p. 23-24.
16
Privo di categoria letteraria, l‟astracán raccoglie le ultime vestigia del género
chico22, portando in scena commedie che abbondano di giochi di parole e di
situazioni che producono ilarità per le loro assurdità e stranezze e il cui unico
fine è quello di provocare la risata, anche attraverso l‟introduzione di un nuovo
protagonista: el fresco.
Risalgono ai primi anni del „900 le preziose collaborazioni tra Pedro Muñoz
Seca e García Alvarez, altro giovane drammaturgo. Il teatro in collaborazione
era una costante dell‟epoca, soprattutto nell‟ambito del género chico e del
teatro por horas, dove era richiesta una grande quantità di opere in tempi brevi.
Si tratta di un tipo di teatro a carattere popolare, costumbrista e comico, che
aveva sicuramente una grande affluenza di pubblico, ma anche molti detrattori
tra i critici che vi scorgevano un eccessivo affanno economico, una scarsa
preoccupazione artistica, volgarità e ripetitività di temi e soggetti.
Le radici dell‟astracán non vanno esclusivamente rintracciate nel genere
sopra analizzato, ma anche in altri importanti sottogeneri teatrali definiti Teatro
menor, che vennero ampliamenti coltivati da Muñoz Seca prima di approdare
all‟astracán. Questi sono il sainete23 e il juguete cómico24 che hanno in comune,
22
Il género chico dal punto di vista storico si inquadra tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo.
Quest‟ultimo è chiamato così in opposizione al teatro mayor, di ben più alta levatura morale, e
per la brevità del suo testo, quasi sempre di un atto. Gli elementi che accomunano il género
chico e l‟astracán riguardano soprattutto il tipo di linguaggio usato, caratterizzato da un dialogo
sfavillante, molto spesso ironico e pungente con il quale si cercava di attaccare la realtà
circostante. Il género chico viene portato sulle scene con enorme successo -dovuto anche
all‟uso di ricercati sottofondi musicali- soprattutto da tre attori comici José Vallés, Antonio
Riquelme e Juan José Luján. Quest‟ultimi, in un secondo momento, danno avvio a un teatro
popolare che a Madrid riscuote un notevole esito: il teatro por horas definito così poiché nello
stesso giorno venivano rappresentate più opere. Quest‟ultima varietà teatrale se da un lato
permetteva la diminuzione del costo del biglietto affinché più persone potessero avere accesso
agli spettacoli, dall‟altro, però, non permise la sopravvivenza del género chico. Come sostiene
lo stesso Zurita nel suo Historia del género chico, Prensa Popular, Madrid, 1920, p. 7-8: “El
género chico ha muerto de asfixia, pues llegó a faltarle aire que respirar y no sabía de que
nutrirse. Había nacido en un Madrid pintoresco, lleno de color y de vida, con personalidad
propia, con tipos propios, con ambiente propio, y al pretender trasplantarle a un Madrid
modernizado, sin vida y sin color, sin personalidad, sin tipos, sin ambiente, encontró el aire
enrarecido y falleció”.
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Pièce comica di breve durata che tratta di un argomento per la maggior parte delle volte
comico. La commedia si basa sul duplice equivoco, spesso scaturito dall‟incomprensione di
termini dialettali o di regionalismi, che genera comicità ed ha un finale felice. Tra i primi
coltivatori del genere comico ricordiamo Ramón de la Cruz nel XVIII secolo che scrisse
all‟incirca 300 sainetes, piccoli appunti di vena umoristica pieni di musica e canzoni, composti
con originalità, agilità e grazia nel verso, in cui parla di Madrid del suo tempo. Il più famoso è
Manolo, in cui viene parodiata la commedia eroica che era l‟abituè dei teatri di quel tempo,
descrivendo con un linguaggio ricco e colorito i bassifondi delle carceri della capitale. Tra gli
scrittori più conosciuti in epoca moderna ricordiamo, oltre a Muñoz Seca e il suo collaboratore
García Alvarez, anche Arniches e Alfonso Paso ed inoltre i cineasta che portarono il sainetesco
nel cinema come Fernando Fernán Gomez, Rafael Azcona tra tanti. Vega in Formas del teatro
17
seppur con le dovute differenze, un dialogo ricco di arguzie, giochi di parole,
doppi sensi dovuti anche all‟uso di colloquialismi, l‟inserimento di parti cantate
che molte volte avveniva in maniera spiritosa, con l‟ accompagnamento di una
critica sociale e morale. In queste due forme di teatro minore, venivano
introdotti, inoltre, personaggi-tipo come ad esempio il chulo, la guardia
municipale, il portiere, il pícaro e il golfo25 che verranno ripresi nella figura del
fresco dall‟astracán.
Il genere a cui Muñoz Seca si era dedicato a lungo nella sua prima
produzione è il sainete, la cui origine si può far risalire ai pasos di Lope de
Rueda e agli entremeses di Cervantes, ossia quadri di costume che
ridicolizzavano mode, usi sociali ed atteggiamenti dei personaggi con una
finalità didattica e moralizzante. In comune vi è sempre la stessa struttura breve
e la loro funzione teatrale, infatti, servivano molto spesso come contrappunto
nel dramma serio: venivano inseriti in un‟opera come intermezzo per esaltare i
valori contrari a quelli proposti nella rappresentazione in atto, per creare
comicità e annullare i principi troppo seriosi del dramma stesso. Quindi la
ripresa nel XX secolo di questa forma di teatro minore risulta essere una
risposta creativa e storica ad una crescente richiesta di comicità da parte del
breve español en el siglo XX(1892-1939), Fundacción universitaria española, Madrid, 2001,
p.31, sottolinea la derivazione del sainete da una tradizione teatrale che ha radici remote
risalenti a Los Siglos de oro: “Los saineteros y libretistas de zarzuelas chicas, como Arniches,
Antonio Ramos Martín, Enrique García Álvarez, Antonio Paso y Pedro Muñoz Seca,
heredaderos todos ellos de un rico legado que se remonta a los divertidos pasos de Lope de
Rueda, practicaron un tipo de pieza corta de fácil y ligera comicidad, protagonizada por
personajes populares, a los que caracteriza una forma especial de expresión –la llamada habla
de Madrid-, y se mueven dentro de unos ambientes tradicionalmente considerados castizos”.
Non è, però, un teatro realista anche se parla di personaggi della realtà quotidiana ed usa un
linguaggio dialettale.
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Juguete o humorada è una breve opera drammatica generalmente di carattere comico, senza
un argomento specifico, basata su un gioco, un divertimento o una barzelletta. Nel XIX secolo,
l‟opera, che non superava un atto di lunghezza, raggiungerà i tre atti con Muñoz Seca. Tra i
principali coltivatori, oltre al nostro autore, ricordiamo Vital Aza e Tomás Luceño. La differenza
tra juguete e sainete non è ben delineata; infatti incontriamo gli stessi ambienti e identici
personaggi. Anche gli autori sembrano non saper distinguere le diverse etichette e li usano
indifferentemente. L‟unica differenza che potremmo riscontrare risiede nel fatto che, mentre il
sainete presenta i tipici versi finali in cui l‟autore si scusa degli errori commessi, questi mancano
totalmente nel juguete; almeno fino a quando Muñoz Seca non introdurrà questa variazione nel
genere menzionato oltre che nell‟entremés.
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Gli autori di teatro epocali creano questi personaggi-tipo o li riprendono, come nel caso del
pícaro, dalla letteratura del passato. La loro unica funzione è quella di far ridere; ad esempio il
chulo è un uomo che vive a spese di donne ricche che seduce e poi abbandona, in altri casi è
semplicemente un giovanotto bullo ed insolente e il golfo è un furfante che mosso dalla fame è
pronto a rubare e a commettere malefatte. Ci occuperemo della figura del fresco in maniera più
dettagliata nel prossimo paragrafo.
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pubblico; sarebbe perciò più corretto parlare di sainetesco che è l‟elemento del
sainete settecentesco ereditato dagli autori contemporanei.
In sostanza, possiamo affermare che il género chico, il juguete cómico e le
altre forme di teatro breve, costituiscono la base dell‟astracán e che il nostro
autore, facendone un ampio uso, rappresenta il filo diretto tra la tradizione e
l‟avanguardia, come sottolinea Romero Ferrer:
“Como sainetero y costumbrista, dentro de una larga historia de géneros teatrales
breves, Muñoz Seca podría ser ese peldaño último de una tradición cómica que
hunde sus raíces en el itinerario del entremés barroco, pero también el primer
paso hacia el nuevo humor que llega hasta nuestros días. De hecho cada chiste
es laborioso, como un parto, y cada situación un testimonio de lo inverosímil”26.
Soffermandoci sulla definizione del termine astracán, è interessante
osservare che nel Diccionario de la Real Academia non viene contemplato il
significato teatrale della parola, se non nel suo derivato astracanada, la cui
definizione, però, viene data in maniera poco chiarificatrice e con scarsa
attinenza alla realtà:
“Astracán. (De Astrakan ciudad rusa del Caspio) 1. Piel de cordero nonato o recién
nacido, muy fina y con el pelo rizado, que se prepara en la ciudad rusa con el
mísmo nombre. 2. Tejido de lana o de pelo de cabra, de mucho cuerpo y que
forma rizos en la superficie exterior.
Astracanada. F. fam. Farsa teatral disparatada y chabacana”27 .
Sfogliando altri dizionari, come quello di Cesares, possiamo osservare che la
parola astracán viene sempre definita come rozza e sottile pelle d‟agnello con
dei ricci nella parte superiore, ma al suo derivato viene aggiunta qualche
indicazione più congrua al significato reale, ovvero quella di opera teatrale
leggera, meno impegnata culturalmente.
A distanza di dieci anni da Cesares, Corominas inserisce la voce astracanada
offrendone una definizione ben più colorita rispetto alle due precedenti,
26
Cit. in Cantos Casenave, M., Pedro Muñoz Seca y el teatro de humor contemporáneo,
Fundación Pedro Muñoz Seca, Cádiz, 1998, p. 30.
27
Diccionario de lengua española, Real Academia de lengua española, Madrid, 1984, 20ª, s.v.