6
INTRODUZIONE.
Nelle transazioni commerciali rivolte ai mercati esteri, è frequente dotarsi di garanzie al fine
di ridurre i rischi che potrebbero colpire il buon andamento delle operazioni. Per questo motivo
ciascun ordinamento giuridico offre una gamma di strumenti che hanno come missione assicurare
l’adempimento esatto delle varie obbligazioni che sorgono dal contratto di compravendita
internazionale. In generale sono garanzie (personali o reali) quei mezzi che assicurano
l’effettività di un credito, attraverso il rafforzamento della posizione giuridica del creditore nei
confronti del debitore
1
. L’assicurazione del credito costituisce uno strumento alternativo al
classico sistema delle garanzie stricto sensu dato che fa riferimento allo schema del contratto di
assicurazione, dove avviene il trasferimento di un rischio economicamente aleatorio da un
soggetto ad un altro in cambio del pagamento di un premio del primo soggetto.
L’assicurazione del credito in generale tutela “quella parte del patrimonio per così dire
astratta”
2
costituita dai crediti commerciali degli imprenditori o dai crediti finanziari delle banche
verso imprenditori. Si calcola che i crediti delle imprese produttive, derivanti dalle vendite a
credito, rappresentino il 30% dei loro attivi totali e quindi il mancato pagamento, o anche il solo
ritardato incasso, rappresentano un’importante fonte di rischio finanziario per l’impresa. Di fatto,
un’insolvenza su quattro nell’Unione Europea è dovuta a ritardi di pagamento
3
.
Occorre dire che tale modello contrattuale si differenzia in tutte le esperienze giuridiche in
due macro settori, e cioè l’assicurazione del credito interno (o domestico) e l’assicurazione del
credito all’esportazione
4
. Con il primo ci si riferisce alla copertura dei rischi derivanti dalla
mancata soddisfazione di un credito nei rapporti tra operatori del medesimo Stato e viene
utilizzato per coprire i rischi da credito commerciale (crediti nascenti dalla fornitura di beni e
servizi nell’ambito dei rapporti d’impresa). Il secondo invece ha ad oggetto la copertura di crediti
concessi da un soggetto nazionale ad un imprenditore o ente residente in un Paese estero a fronte
di rischi commerciali e dei cosiddetti rischi politici e straordinari. La presenza di questi ultimi
rischi ha causato, per varie ragioni, l’intervento diretto dello Stato nel settore in questione,
attraverso la creazione di Agenzie di assicurazione per i crediti all’esportazione (conosciute con
1
MORRAL SOLDEVILLA R., El seguro de credito, Civitas, Madrid, 2002, pag. 35.
2
CERINI D., Assicurazione e garanzia del credito, prospettive di comparazione, Milano, Dott. A. Giuffré editore,
2003, pag. 15.
3
Fonte Swiss Re, SIGMA N° 6/2006, pag. 10.
4
CERINI D., Assicurazione e garanzia del credito, prospettive di comparazione, op. cit., pag. 16.
7
l’acronimo inglese ECA, Export credit agency) che ha affiancato Compagnie di assicurazioni
specializzate private.
Da queste poche osservazioni, si intuisce che l’assicurazione del credito all’esportazione è un
tema che può essere analizzato da più punti di vista.
Si propone di analizzare il tema partendo da un punto di vista pubblicistico e istituzionale,
facendo riferimento al rapporto tra Stato e attività d’impresa assicurativa. L’analisi, in senso
diacronico e sincronico, permette di cogliere il problema delle ragioni storiche connesse
all’intervento dello Stato e alle relative modalità; la divisione del mercato assicurativo tra
Compagnie private e ECA e i vari tentativi di organizzare l’attività a livello internazionale.
Restringendo poi l’analisi all’area geografica dell’Unione europea e del Mercosur, si intende
illustrare i progressi compiuti e gli ostacoli frapposti per giungere ad una piena liberalizzazione
dell’attività d’impresa in questo settore assicurativo e – se mi è concesso – avanzare anche una
ipotesi di soluzione per risolvere il nodo giuridico-politico che impedisce un’architettura
razionale dell’attività di assicurazione del credito all’esportazione a livello europeo. Un
approccio simile verrà poi usato per studiare l’attività assicurativa del credito all’esportazione in
Sud America, all’interno dell’altro grande blocco economico regionale, il Mercosur.
L’analisi dell’assicurazione procede, nella successiva parte di questo studio, secondo un punto
di vista prettamente privatistico e contrattuale. Per approfondire meglio il tema, si è rivelato
necessario restringere ulteriormente l’analisi dello stato dell’arte del contratto in questione agli
ordinamenti giuridici italiano e argentino. Ciò è dovuto a diverse ragioni. In primo luogo, si
intende illustrare come le esigenze economiche e tecniche hanno spinto gli operatori privati a
elaborare, attraverso la prassi, una serie di regole contrattuali efficienti, alcune condivise a livello
internazionale, a garanzia dei vari interessi in gioco, capaci di adattarsi a contesti normativi
differenti. Questa soluzione si apprezza chiaramente da un’analisi comparata della prassi
contrattuale di Compagnie di assicurazioni rappresentative, operanti in Italia e in Argentina. In
secondo luogo, il presente lavoro di tesi, rappresentando il coronamento di un avvincente
percorso di formazione giuridica internazionale – quale vuole essere la Doppia Laurea in
Giurisprudenza tra l’Università degli Studi di Pavia e l’Universidad de Belgrano di Buenos
Aires, frutto dell’accordo del luglio 2011 – permette di utilizzare categorie giuridiche specifiche,
apprese durante questi anni di formazione, proprie dei due ordinamenti considerati.
8
SEZIONE I: L’EVOLUZIONE DELL’ATTIVITÀ DI
ASSICURAZIONE DEL CREDITO ALL’ESPORTAZIONE.
1. RAGIONI DELL’INTERVENTO STATALE NELL’ASSICURAZIONE DEL
CREDITO ALL’ESPORTAZIONE.
Le esportazioni di beni e servizi costituiscono una componente fondamentale per il buon
andamento dell’economia di un Paese e per lo sviluppo del commercio internazionale.
Nell’economia mondiale le esportazioni assumono un ruolo rilevante per quei Paesi che, non
avendo grandi possibilità di sviluppo di un mercato domestico proprio, vedono nelle esportazioni
una possibilità di sviluppo economico e – nel caso di un Paese dipendente dall’estero per
l’approvvigionamento di materie prime come il nostro – un fattore di riequilibrio della bilancia
dei pagamenti.
Proprio per questi effetti benefici che le esportazioni, ed i conseguenti flussi finanziari in
entrata, rappresentano per l’economia in generale, lo Stato assiste le imprese esportatrici
attraverso la loro promozione (organizzazione di fiere internazionali), tutela (assistenza
diplomatica) e finanziamento (concessione di crediti e garanzie per l’attività).
L’assicurazione del credito all’esportazione rappresenta uno strumento di cui
storicamente lo Stato si è servito per promuovere e tutelare le proprie imprese esportatrici.
I motivi dell’intervento si possono classificare in:
- Motivi di ordine politico: difesa e creazione di posti di lavoro; miglioramento della
bilancia dei pagamenti; promozione di industrie strategiche per l’economia nazionale;
- Motivi di ordine economico: garanzia della tutela dei crediti commerciali e finanziari
per operazioni d’esportazione attraverso il controllo, la regolamentazione e la
fornitura di assicurazione diretta per carenze nel settore privato.
Quest’ultimo motivo si spiega con il fatto che l’assicurazione del credito è un’attività che
si è sviluppata con notevole ritardo, a causa della sua diversità ontologica rispetto all’attività
assicurativa tradizionale, poiché i rischi garantiti (i crediti) non permettono un’applicazione delle
normali tecniche statistiche di selezione dei rischi. “I tentativi di assicurazioni del credito che
intorno alla metà del secolo scorso vennero effettuate un po’ dappertutto in Italia, in Inghilterra,
in Francia, in Germania, ebbero tutti, per difetto di esperienza, debolezze di organismi o eccesso
9
di ambizioni, esito disastroso”
5
. Secondo la dottrina argentina
6
, le assicurazione del credito fanno
riferimento a due modelli puri:
- Il modello nord-americano, che si fonda sulla libera attività d’impresa di Compagnie
specializzate monoramo che agiscono grazie al supporto fondamentale delle agenzie
d’informazione (le antenate delle moderne agenzie di rating, che informano sullo
stato di salute delle aziende nazionali e straniere, e che permettono una corretta
classificazione in quanto a meritevolezza e qualità dei debitori). Si rende irrilevante
l’attività dello Stato sulla verifica del merito creditorio e la concessione
dell’assicurazione.
- Il modello tedesco che: si basa sull’intervento dello Stato attraverso il controllo
preventivo dei crediti e la concessione di copertura assicurativa statale nel caso siano
crediti all’esportazione. In questo modello lo Stato regola, controlla e assicura
direttamente, creando un monopolio pubblico del servizio.
Le Compagnie private che erano riuscite a stabilire un’attività stabile, si erano date i
seguenti principi quando agivano nel settore dell’assicurazione del credito all’esportazione
7
:
1. L’assicurazione copre solamente i rischi commerciali, ovvero il mancato pagamento
del credito per insolvenza del debitore estero. In nessun caso copre i rischi politici,
ossia il mancato pagamento del credito per causa politico-istituzionale nello Stato
dell’importatore.
2. Sono assicurati solo i crediti commerciali, ovvero i crediti concessi da imprese
produttrici sotto forma di dilazioni di pagamento (definito credito fornitore); invece
non ricevono copertura i crediti finanziari, sotto forma di fidi e prestiti di somme di
denaro, concessi dalle banche agli esportatori (o importatori) per pagamenti vari.
5
DONATI A., L’assicurazione del credito, Rivista trimestrale diritto e procedura civile, 1955, pag. 40.
6
PIEDECASAS M. A., El seguro del comercio exterior, pag. 213. L’autore descrive il caso più noto nel secolo
XIX, ossia quello dell’agenzia Dun and Company che si costituì a New York nel 1841 e che supportò diverse
compagnie d’assicurazione agli inizi del secolo, quali l’American Credity Indemnity y la National Association of
Credit Men, che poterono, senza l’appoggio dello Stato, sviluppare questo ramo dell’assicurazione.
7
L’elencazione che segue è tratta dall’articolo di LOUBERGE H. e MAURER P., Iniciativa privada e intervencion
publica en le mercado de seguros de credito a la exportacion, apparsa sulla rivista Financiacion y seguro, 1982,
pag. 37. La versione in mio possesso è quella tradotta in spagnolo apparsa nella rivista Financiacion y Seguros; è
possibile consultarlo dalla pagina web,
http://www.mapfre.com/documentacion/publico/i18n/consulta/resultados_ocr.cmd?tipoResultados=BIB&forma=fi
cha&posicion=73&id=11250
10
3. Le polizze coprono principalmente i crediti a breve termine, con meno di due anni di
durata. Nel credito all’esportazione spesso le commesse hanno bisogno di crediti di
medio (fino a cinque anni) e lungo termine (fino a dieci anni).
4. L’assicurato è responsabile di una parte importante del rischio (del 20-30% del credito
assicurato) e gli è fatto divieto di assicurarlo in altra maniera.
5. Come norma generale l’assicurazione analizza la solvibilità dei debitori
dell’esportatore: tale operazione ha costi d’istruzione lunghi in termini temporali.
6. La maggior parte degli assicuratori si preoccupa di recuperare i debiti ceduti
dall’assicurato una volta pagato l’indennizzo (operazione non semplice se si opera in
altri ordinamenti o se i debitori sono istituzioni pubbliche).
Questi principi limitano di gran lunga l’offerta disponibile di copertura assicurativa per
tutta una serie di rischi che gli esportatori sono costretti a sopportare. Soprattutto è impossibile
offrire una copertura soddisfacente per i c.d. rischi politici: questi si caratterizzano per esseri
straordinari, imprevedibili, generalizzati e colpiscono un gran numero di assicurati per sinistro
(si pensi alla dichiarazione di default sul debito statale che trascina con sé, tale da colpire l’intero
settore privato). Infatti è “evidente che le Compagnie assicurative private non sono in grado di
assolvere il peso di rischi speciali, per un duplice motivo:
1°) perché non è possibile tabulare dei valori attuariali afferenti detti rischi, in quanto non
esistono statistiche che diano i valori di frequenza di sinistri su rischi speciali;
2°) perché anche le più potenti (finanziariamente) Compagnie non sono in grado di
sostenere un eventuale cumulo di sinistri: fra l’altro, se tutta la fornitura è tutta accentrata verso
uno Stato, viene a cedere uno dei basilari principi della tecnica assicurativa e cioè il
frazionamento dei rischi.”
8
Queste considerazioni inducono lo Stato, con il sostegno delle banche e delle stesse
Compagnie private specializzate, a diventare il principale fornitore dell’assicurazione del credito
all’esportazione. Storicamente l’intervento dello Stato risale a dopo la Prima Guerra mondiale.
Quei Paesi, che sono usciti dallo sforzo bellico afflitti da consistenti problemi interni di
sovrapproduzione industriale e incapacità di trovare nuovi mercati per le proprie eccedenze,
attuano politiche commerciali aggressive, facendo leva sulla promozione e sul supporto delle
8
POCHETTI G., Assicurazione e finanziamento dei crediti all’esportazione, Guanda, Collana Economica, 1986,
pag. 49.
11
esportazioni e sulla contrazione delle importazioni con dazi doganali. “Tra i vari strumenti che
ciascun sistema di sostegno alle esportazioni si è dotato, molto diffuso è quello della concessione
di crediti commerciali”
9
e della loro assicurazione che diventano, negli anni Venti, due strumenti
strategici nella politica commerciale estera degli Stati. Lo sviluppo del finanziamento pubblico
delle esportazioni, attraverso l’erogazione di prestiti a tasso agevolato, e la loro assicurazione
vanno quindi di pari passo.
1. 1. Definizione di ECA e i relativi modelli.
Il primo Stato a organizzare un proprio sistema pubblico di assicurazione del credito
all’esportazione è il Regno Unito nel 1919, con l’istituzione di un organismo alle dirette
dipendenze del Ministero del Commercio con l’Estero: lo Export Credit Guarentee Departament
(ECGD) fornisce le prime assicurazioni pubbliche per crediti all’esportazione che coprono i
rischi tanto politici che commerciali. Questa istituzione pubblica “teoricamente agiva in
condizioni di parità con gli operatori privati del Lloyd’s, in realtà lo ECGD aveva un peso
notevolmente superiore rispetto alla concorrenza privata”
10
. In seguito altri Paesi si sono dotati
di sistemi pubblici di assicurazione del credito all’esportazione: Belgio (1921); Germania (1925);
Italia (1927); Francia, Olanda e Spagna (1928); Danimarca e Giappone (1930). Però la Grande
crisi economica degli anni Trenta e la Seconda Guerra mondiale fanno scomparire il libero
commercio internazionale e il sostrato su cui si basa l’assicurazione stessa, ossia il credito, dato
che gli scambi commerciali in quel periodo vengono realizzati con pagamenti diretti
11
. Cosicché
solamente nel secondo dopoguerra, grazie alla vigorosa crescita economica della ricostruzione,
si ricreano i presupposti per un nuovo sviluppo dell’assicurazione del credito all’esportazione a
sostegno statale.
La creazione della COFACE (Compagnie Française d'Assurance pour le Commerce Extérieur)
in Francia, il 1° di giugno del 1946, inaugura un nuovo sistema. Esso si caratterizza per
l’esistenza di una Compagnia d’assicurazione speciale e unica, dal controllo vario (può essere
privato, pubblico o misto) e il necessario intervento dello Stato attraverso diverse modalità.
12
L’intervento dello Stato varia in ciascun Paese a causa delle diverse disponibilità di mezzi
giuridici, economici e amministrativi per raggiungere gli obiettivi strategici prefissati dai
9
POCHETTI G., op. cit., pag. 16.
10
LOUBERGÉ H. e MAURER P., op. cit., pag. 38.
11
DONATI A., op. cit., pag. 41.
12
PIEDECASAS M. A., op. cit., pagg. 213, 214 e 215.