5
Nel terzo capitolo, infine, si mettono a raffronto il passato (Al-Andalus) e il presente
(l attuale Andalusia). Si riscontra che l eredit d ella civilt musulmana Ł ormai diventata
mito. I personaggi piø autorevoli dei secoli successivi la celebrano come incanto e mistero. I
monumenti sono considerati beni universali e riconosciuti a livello internazionale dall Unesco
come Patrimonio dell Umanit .
Gli spagnoli di oggi, consapevoli del retaggio di incommensurabile valore ricevuto
dagli andalus , hanno promosso iniziative (come il Legado Andalus ) per conservare questa
antica civilt e per farla conoscere al mondo inter o. La risposta Ł piø che soddisfacente: i
flussi turistici, specie dal resto d Europa e dall America, sono in continuo aumento, oltre che
per le attrattive del paesaggio e delle spiagge, anche e soprattutto per i monumenti-simbolo
voluti dagli emiri e dai califfi.
Oltre al glossario e alla bibliografia, in appendice figurano le mappe dei territori
considerati, le piantine dei monumenti e le statistiche dei flussi turistici.
6
Capitolo 1
1. AL-ANDALUS: OTTO SECOLI DI DOMINAZIONE MUSULMANA
Dalla sconfitta visigota (711) alla Reconquista cristiana (1492)
L Egira, o distacco , del Profeta Maometto che da lla nat a, ma ostile, Mecca si
trasferisce nel piø favorevole ambiente di Medina, nel 622 d.C.1, segna l inizio ufficiale
dell era musulmana. Questa data Ł fondamentale per il mondo dell Islam2; Ł proprio la
presenza dell Islam sul suolo ispanico l elemento c he piø di ogni altro differenzia la storia
medievale spagnola da quella del resto dell Europa occidentale.
La rapida caduta del regno visigoto nell anno 711 determina lo stanziamento
dell Islam nella Penisola Iberica che si protrae per quasi otto secoli fino al 1492, anno in cui il
regno nasride di Granada Ł costretto ad arrendersi ai Re Cattolici.
Nel corso di questi otto secoli, la Spagna permarr divisa fra Cristianesimo e Islam, due
mondi politicamente e religiosamente nemici, che si affronteranno ripetutamente sul territorio
ispanico. E comunque una storia di civilizzazione, sviluppata da ambo i lati delle frontiere
politiche, ma con relazioni quasi sempre cordiali e contatti culturali profondi, che fa della
Spagna medievale un esempio unico di convivenza tra i fedeli delle tre grandi religioni
monoteistiche: cristiani, musulmani ed ebrei.
Bisogna per tenere presente che questo clima di t olleranza religiosa ha vissuto fasi
alterne nel corso degli otto secoli di dominazione musulmana: se durante l emirato e il
califfato di Cordoba la convivenza fu davvero pacifica, a partire dalle dinastie berbere degli
Almoravidi e degli Almohadi le relazioni fra le diverse culture presenti sul territorio ispanico
iniziarono ad inasprirsi sempre piø, fino ad arrivare alla fine del potere musulmano e all inizio
della Reconquista cristiana.
1
Anno 0 del calendario musulmano
2
Letteralmente, sottomissione totale al Dio unico
7
1.1 AL-ANDALUS
Etimologia del nome: limiti storici e cronologici
Con il nome di Al-Andalus si designa la parte della Penisola Iberica che dal 711 al
1492 rimase sotto il governo del potere politico islamico: Ł la denominazione data a questi
territori dai suoi stessi abitanti, gli andalus . Il termine Al-Andalus Ł una storpiatura di
Vandalicia , termine che a sua volta deriva dagli invasori vandali. Dal momento che veniva
utilizzato esclusivamente per designare la parte della Penisola dominata dai musulmani, con
l avanzare della Reconquista cristiana l area geografica cui il termine faceva riferimento si
andava progressivamente contraendo, riducendosi alla fine ai soli nuclei andalusi di Cordoba,
Siviglia e, ultima, Granada (vedi Foto 1). E per questo motivo che, molto spesso, si identifica
impropriamente Al-Andalus con Andalusia , termin i che furono realmente sinonimi solo
negli ultimi secoli di dominazione musulmana3.
L uso della forma Al-Andalus non Ł tuttavia unive rsale. L espressione tradizionale
attraverso la quale si identifica questo periodo storico Ł Spagna musulmana . E anche molto
comune trovare riferimenti all arte ispano-musulma na , alla letteratura ispano-araba e
anche alla poesia arabico-andalusa . Queste espres sioni corrispondono ad un periodo della
storiografia spagnola in cui si riteneva che, tra gli elementi formativi dell et andalus , quello
ispanico predominasse sull arabo o sul musulmano. Tuttavia, ancora oggi la forma Al-
Andalus Ł da preferire alle altre e questo per una serie di motivi. In primo luogo, perchØ
riflette il modo in cui gli stessi abitanti di Al-Andalus facevano riferimento alle proprie terre.
In secondo luogo, e ancor piø importante, perchØ formule come Spagna musulmana
sarebbero imprecise dal punto di vista storico e geografico. Nel Medioevo, parlare di Spagna
risulta del tutto anacronistico: ci che esisteva a llora, nella parte settentrionale della Penisola
Iberica, erano infatti regni cristiani con nomi differenti (Le n, Castiglia, Navarra, Aragona,
etc.). Neanche dal punto di vista geografico questa denominazione risulterebbe adeguata dal
momento che esclude da Al-Andalus tutti i territori non spagnoli (soprattutto africani ma
anche portoghesi). Di tutte le formule impiegate tradizionalmente, forse la meno felice Ł
quella che fa riferimento ad una realt arabico-an dalusa poichØ identifica Al-Andalus con
l attuale Andalusia. E pur vero che il nome attual e di Andalusia proviene da Al-Andalus e
che le vestigia materiali del passato andalus sono piø evidenti in Andalus a che altrove, ma Ł
bene evitare questa identificazione tra andalus e andaluso che omette verit talmente
scontate, come ad esempio il fatto che, in determinati momenti della propria storia, citt quali
Barcellona, Madrid o Lisbona furono tanto andalus quanto Cordoba, Siviglia o Granada.
3
Cfr. Manuel Moreno Alonso, Historia General de Andaluc a, Ed. Andaluzas, Siviglia, 1981, p. 144
8
Quanto ai limiti cronologici di Al-Andalus, essi vengono abitualmente fissati tra le
date gi segnalate al principio: dal 711 al 1492. A partire dalla conquista di Granada, nella
seconda delle due date, si dissolve il potere politico islamico nella Penisola Iberica e pertanto
non Ł possibile parlare di Al-Andalus in epoche successive a questa. Inoltre, bisogna
distinguere tra la presenza di un potere politico islamico e la presenza dell Islam, situazioni
non necessariamente coincidenti. Soprattutto a partire dalle grandi conquiste cristiane del XII
secolo, che inglobarono la maggior parte del territorio andalus , esistono comunit di
musulmani che vivono sotto il potere politico cristiano: i cosiddetti mudØjares. Dopo la
conquista di Granada, infine, i musulmani rimasti nella Penisola furono obbligati a scegliere
tra la conversione al cristianesimo e l abbandono dei propri luoghi d origine. Coloro i quali
scelsero di rimanere in Spagna, conosciuti come moriscos, conservarono in molti casi,
segretamente, la propria fede islamica, fino alla loro definitiva espulsione nei primi anni del
XVII secolo. Queste comunit non verranno qui tratt ate, bisogna comunque considerare la
loro esistenza come prova della sopravvivenza di forme culturali islamiche nella Penisola
Iberica al di fuori dell ambito propriamente andalus .
Inoltre, bisogna chiarire alcune generalizzazioni indebite comunemente accettate,
come il riferimento agli otto secoli di presenza d ell Islam nella Penisola Iberica . E pur vero
che dal 711 al 1492 intercorrono quasi otto secoli, ma Ł anche vero che i vari territori andalus
risentirono di questa presenza in modi molto diversi tra loro. Regioni come Granada e il suo
regno rimasero effettivamente all interno dell ambi to andalus durante tutta la loro storia, ma
alcune zone del Nord appartennero ad Al-Andalus solamente per due o tre secoli. La realt
andalus Ł pertanto un concetto geografico variabile, sottoposto ad una riduzione costante a
partire dall XI secolo in avanti. NØ la presenza islamica ebbe lo stesso impatto su tutto il
territorio andalus anche quando copriva la maggior parte della Penisola. I centri urbani
sottomessi ad un controllo effettivo da parte della capitale si trovavano in situazioni ben
diverse dalle aree di frontiera che godevano, in molti casi, di una completa autonomia e
dovevano confrontarsi con i problemi piø diversi.
Nonostante queste doverose precisazioni, Ł per indubbio che la regione che piø di
ogni altra risent della presenza musulmana fu l at tuale Andalusia, per una serie di motivi:
innanzitutto, per esser stata la prima ad accogliere i musulmani e l ultima a trattenerli; in
secondo luogo, per il fatto di ospitare al suo interno gli organi centrali del governo e
dell amministrazione (prima a Siviglia, dotata di uno dei porti piø importanti dell epoca, poi a
Cordoba, godendo quest ultima di una posizione piø centrale); non da ultimo, per la sua
posizione geografica prossima alla costa nordafricana4.
4
Cfr. Manuel Moreno Alonso, Historia General de Andaluc a, Ed. Andaluzas, Siviglia, 1981, p. 151
9
1.2 CHI ERANO GLI ANDALUS˝?
A tale domanda, si pu solo dare la seguente rispos ta5: essi provenivano da una popolazione
locale che si integr , nella maggior parte dei casi arabizzandosi e islamizzandosi, a una nuova
societ , composta da elementi di origine etnica mol to diversa: musulmana (arabi, berberi,
mulad ); cristiana (moz rabi) ; ebraica.
Musulmani
In primo luogo, vi figuravano gli arabi i quali, pur non essendo numerosi, occupavano una
posizione dominante. Accanto a questi, vi erano per altri due gruppi di musulmani: i berberi
e i mulad .
I berberi costituivano il gruppo piø numeroso a cui principalmente si doveva l invasione e
l occupazione della Penisola. Nonostante questa superiorit numerica, venivano trattati dagli
arabi come inferiori e tra i due gruppi vi fu sempre del risentimento latente.
I mulad o convertiti, dall arabo muwalladœn6, erano popolazioni autoctone convertitesi
all Islam che, col tempo, arrivarono ad essere tanto numerosi come i berberi, se non di piø. Il
motivo principale della conversione all Islam da parte di un sempre piø vasto settore della
popolazione spagnola fu probabilmente la sua associazione ad una civilizzazione superiore e
molto affascinante, oltre alla sfiducia che ormai provavano gli autoctoni nei confronti dei
vescovi cristiani, identificati con l impopolare dominazione visigota.
Cristiani
Da parte cristiana, l elemento numericamente significativo dello Stato islamico (quasi il 50%
della popolazione) era rappresentato dai mozÆrabi, dall arabo mustaribœn, termine che
designava la popolazione cristiana, di discendenza ispanogota, che continu a conservare la
propria religione - lingua, letteratura e legislazione - anche sotto la dominazione araba.
Etimologicamente, il termine mozÆrabe (dall arabo mustarib, letteralmente arabizzato che,
per ironica incoerenza, indica il suo esatto contrario) Ł un arabismo adottato dai cristiani del
nord della Spagna per indicare, con accezione dispregiativa, i loro correligionari di terra
musulmana che, pur rimanendo fedeli alla religione cristiana, subivano per cos dire il
fascino della cultura araba. Nonostante fossero c ristiani a tutti gli effetti, questi settori della
popolazione si sentirono probabilmente attratti da molti aspetti della civilizzazione araba e
5
Cfr. Manuela Mar n, Storia della Spagna musulmana e dei suoi abitanti : Al-Andalus e gli andalus , Enciclopedia del Mediterraneo
ECM, Editoriale Jaca Book, Milano, 2001, p. 22
6
Il termine arabo per designare i convertiti era musal m; tuttavia, la sua applicazione pare essersi ristretta nella pratica a coloro i quali, nati
cristiani, cambiarono di religione. Il nome usuale utilizzato tra gli arabi per designare i musulmani spagnoli era invece muwalladœn, che si
pu tradurre come nato musulmano .
10
islamica. Non solo non erano ostili alla dominazione musulmana, ma addirittura appresero
l arabo e adottarono molti usi e costumi propri della popolazione araba.
Il mozarabismo Ł un fattore emblematico dei primi tre secoli di vita della Spagna
musulmana. Di fronte alla posteriore intransigenza mostrata dalle successive dinastie berbere
nei confronti della religione cristiana, molti mozÆrabi passarono la frontiera virtuale che
separava l Islam dal Cristianit e si trasferirono nelle terre settentrionali conquistate dai re
cattolici. Chi scelse invece di restare nei territori di Al-Andalus fin con l arabizzarsi
progressivamente e dell origine gotica degli ex-mozÆrabi cordobesi rimasero solo vaghi
ricordi.
Ebrei
Oltre ai cristiani, nelle citt principali vi erano anche molti ebrei i quali, perseguitati in
passato dai visigoti, prestarono un aiuto attivo nella conquista musulmana e successivamente
non mostrarono tendenze di ribellione. La loro attivit era rivolta soprattutto al commercio e
all artigianato.
11
1.3 SITUAZIONE STORICO - GEOGRAFICA PRECEDENTE L INVASIONE
MUSULMANA
Rottura o continuit ? Cambiamenti ideologici, econo mici e sociali
Nella sua introduzione alla sintesi storica su Al-Andalus dell arabista francese E. LØvi-
Proven al 7, E. Garc a Gomez affermava: Non esiste in tutta l accidentata storia spagnola
cambiamento piø brusco, nØ virata piø completa di quella provocata dall invasione araba .
Mentre gli abitanti della Penisola Iberica vissero l invasione araba come una brusca virata 8,
per il popolo arabo la conquista del territorio spagnolo rappresent piuttosto una
continuazione naturale del lungo processo di espansione islamica verso nord. Anche da un
punto di vista storico, l epoca musulmana rappresenta una continuazione, fatte salve alcune
differenze, dell epoca anteriore. Strutturalmente, l architettura politica Ł la stessa: uno Stato
centralizzato, piø o meno dispotico; l esistenza di una religione ufficiale, prima quella
cristiana ora quella islamica; un amministrazione basata in parte sulle vecchie regole; una
struttura socio-economica per molti aspetti simile. Di fatto, nulla era cambiato tranne una
cosa: la minoranza dominante, al posto di essere romana o visigota, ora era araba.
E evidente che la conquista araba non poteva eliminare, da un giorno all altro, ci che
gi esisteva nella Penisola Iberica. In altre parol e, l arrivo dell Islam non si realizz su una
tabula rasa sprovvista di tracce culturali preesistenti. I primi secoli della storia dell Islam, il
suo periodo formativo, diedero luogo a lunghi e complessi processi di assimilazione alle
nuove circostanze prodotte dal contatto con altre culture. Non Ł possibile negare la presenza
di elementi di continuit e neppure la coesistenza , nel periodo piø antico della storia andalus ,
di strutture parallele. Un simbolo visibile di questa continuit Ł l uso congiunto a Cordoba di
una chiesa-moschea per musulmani e cristiani per i loro rispettivi culti (fino a che Abd al-
Rahman III compr da questi ultimi anche la loro pa rte per trasformarla in ci che sarebbe poi
diventata la grande Mezquita di Cordoba, vedi Cap.2).
L evidente permanenza di elementi di continuit non pu per convertirsi in
caratteristica essenziale di tutta la storia andalus . Gli elementi che fanno presupporre una
rottura con la situazione anteriore alla conquista del 711 riguardano, d altro canto, le strutture
basilari della societ e per questo vengono conside rati predominanti sugli elementi di
continuit . I cambiamenti strutturali piø rilevanti concernono: la forma di stato e di governo; i
procedimenti di acquisizione delle risorse dello Stato (la fiscalit ); la trasmissione genealogica
alla propriet e l ordinamento del territorio. Il p otere politico, nella sua evoluzione storica, si
7
Pubblicata in spagnolo con il titolo Espaæa musulmana hasta la ca da del califato de C rdoba , Madrid, 1950.
8
Cfr. Manuela Mar n, Storia della Spagna musulmana e dei suoi abitanti : Al-Andalus e gli andalus , Enciclopedia del Mediterraneo
ECM, Editoriale Jaca Book, Milano, 2001, p. 13
12
imponeva su una societ teoricamente unita da legam i strettamente religiosi: quella
musulmana. In pratica, vi furono livelli sociali differenziati dalla capacit economica e
dall origine genealogica, senza che questo desse per luogo alla formazione di una nobilt di
sangue, provvista di diritti ereditari e dotata del controllo permanente sulle risorse fiscali e
sulle rendite del lavoro contadino. I contadini non erano vincolati alla terra, la cui propriet si
mantenne in alcuni casi in mano agli antichi signori di origine visigota o venne ripartita tra gli
arabi e i berberi legati alla conquista. L acquisizione delle risorse per lo Stato si basava su un
sistema fiscale che, nei momenti di maggior splendore del califfato, forniva proventi assai
elevati. Lo statuto della terra dipendeva dall appartenenza del proprietario alla religione
cristiana o musulmana; in quest ultimo caso, era tenuto a pagare solo un decimo. Tuttavia
questa norma del diritto islamico si and adattando , in Al-Andalus come in altre regioni, alla
necessit dello Stato di non perdere proventi trami te la conversione all Islam dei proprietari
terrieri. Infine, il sistema di trasmissione patrimoniale islamico comportava un freno al
perdurare di grandi propriet territoriali. Esso pr evedeva, infatti, che si disponesse
liberamente solo di un terzo dei beni per la distribuzione testamentaria; il resto doveva seguire
rigide norme di ripartizione fra tutti gli eredi legali. La situazione ereditaria si complicava per
via della poligamia e del divorzio, in uso presso la popolazione musulmana. Il tutto configura
una societ con caratteristiche proprie, soggette a d evoluzione e ricezione di influenze esterne,
nonchØ all assimilazione di elementi preesistenti; in ogni caso, una societ radicalmente
differente da quella che si sarebbe formata nella Penisola Iberica se non si fosse verificato
l arrivo dell Islam.
13
1.4 DALLA SPAGNA VISIGOTA ALLA SPAGNA MUSULMANA
La Penisola Iberica, come il resto dell Europa post-romana nell VIII secolo, era un
luogo di desolazione materiale e culturale. Roma l aveva governata per quasi seicento anni, a
partire piø o meno dal 200 a.C., subentrando a una lunga serie di culture e coloni
mediterranei: fenici, cartaginesi e greci. A partire dall anno 409, tre popoli barbari iniziarono
a stabilirsi nella Penisola Iberica: svevi, vandali e alani9. Tra le varie tribø germaniche che
smantellarono e poi ricostituirono quello che un tempo era stato l impero romano, i visigoti
ebbero un ruolo di rilievo. Tristemente famosi per il sacco di Roma del 410, finirono per
dominare l antica provincia dell Hispania e per con vertirsi negli eredi politici di Roma.
I visigoti, al pari di altri popoli germanici, militavano nell ambiente dell arianesimo,
una versione eretica del cristianesimo. La stragrande maggioranza della popolazione ispano-
romana era invece legata all ortodossia cattolica. Tali differenze portarono a gravi tensioni,
specialmente sotto il regno di Leovigildo (569-585), il quale volle imporre l arianesimo a tutti
i suoi sudditi. Fu un grave errore dal momento che si trattava pur sempre di una religione
minoritaria, i cui teologi si trovavano in condizione di chiara inferiorit nei confronti del clero
cattolico ispano-romano. Recaredo, il successore di Leovigildo, rimedier a tale errore
schierandosi a favore dell ortodossia cattolica nel Concilio di Toledo (589). La monarchia
visigota passava quindi a fare del cattolicesimo la religione di Stato. Nonostante l appoggio
della Chiesa cattolica, non riusc tuttavia a far fronte alle ripetute crisi di successione che
caratterizzarono la sua storia. In particolare, l elezione al trono dell ultimo re visigoto,
Rodrigo, fu causa di insoddisfazione per una parte sostanziale della nobilt , tra cui i figli del
re Witiza, suo predecessore al trono, che chiamarono in loro aiuto i musulmani dall altro lato
dello Stretto di Gibilterra. Solo due anni dopo la sua salita al trono, Rodrigo veniva sconfitto
e, con lui, l intero stato visigoto.
Come i romani molto tempo prima e le tribø germaniche piø di recente, i musulmani
vennero anch essi sedotti dalla grassa penisola ro tondeggiante che penzola in fondo al
Mediterraneo occidentale 10. L Hispania era matura per la conquista data l ins tabilit del
regno visigoto, in preda a una totale confusione politica, corruzione morale e decadenza degli
ultimi re visigoti. Riassumendo, la debolezza del regno visigota e la conseguente facilit di
sottomissione araba si devono a tre fattori principali: le divisioni in seno alle classi elevate per
la successione al trono; lo scontento degli altri ceti sociali per i privilegi delle classi superiori
e la dubbiosa fedelt dell esercito; infine, l effe rata persecuzione nei confronti degli ebrei.
9
Cfr. Emilio Mitre FernÆndez, Cristianos, musulmanes y hebreos, la dif cil convivencia de la Espaæa Medieval, Anaya, Madrid, 1988, p. 12
10
Cfr. Mar a Rosa Menocal, Principi, Poeti e Visir-Un esempio di convivenza pacifica tra musulmani, ebrei e cristiani, Il Saggiatore, 2002