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Capitolo 1
Hendrik Frensch Verwoerd – L’architetto dell’apartheid
Hendrik Frensch Verwoerd professore, giornalista e Primo Ministro del Sudafrica dal 1958
al 1966, è stato soprattutto il principale filosofo e teorico dell’apartheid. Colui che una
volta al governo perfezionò la legislazione razzista dello “sviluppo separato” tanto da
esserne definito l’architetto. Eletto senatore e capogruppo del National Party
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, nel 1950
divenne ministro degli Affari indigeni e nel 1958 assunse la guida del National Party e del
governo. Convinto assertore della superiorità bianca, non fece mistero del suo
antisemitismo, della sua anglofobia, delle sue simpatie per il nazismo e progettò il più
grande regime razzista inteso a diventare una struttura permanente, provocando
drammatiche tensioni culminate nel massacro di Sharpeville del marzo 1960 e nella messa
al bando dell'African National Congress e del Pan-Africanist Congress.
Verwoerd nasce ad Amsterdam l’8 settembre 1901 e nel 1903 si trasferisce in Sudafrica
insieme alla famiglia, come secoli prima fecero i suoi avi, di cui ripercorre il lungo viaggio
verso l’Africa australe e ne esalterà l’ideale mistico religioso. La compromessa situazione
economica e politica della comunità che li accoglie, influenzerà molto questa famiglia già
animata da un forte spirito nazionalista; soprattutto il giovanissimo Hendrik che un giorno
determinerà le sorti di milioni di nativi sudafricani, per difendere la purezza della sua
razza
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. Quando i Verwoerd arrivano a Wynberg, in Sudafrica è appena finita, col trattato di
Vereeniging, la seconda guerra boera.
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(1899-1902). Inglesi e afrikaner hanno messo fine a
un conflitto costato un prezzo altissimo per entrambi i popoli, in termini di perdite umane e
di beni. Questa guerra è stata fortemente voluta dal partito conservatore inglese, bramoso
di impossessarsi dei ricchissimi giacimenti di diamanti e oro di cui è ricco il territorio
sudafricano, e altrettanto ostacolata dal Liberal Party britannico che si oppone a questo
conflitto, reputandolo inutile, costoso e terribilmente sanguinoso. I boeri resistono
furiosamente all’attacco degli inglesi, e questi ultimi, pur di porre fine al fanatismo
afrikaner, ricorrono a grandi mezzi. Sostituiscono il comandante Lord Roberts con il più
famoso generale del suo esercito, Horatio Kitchner, che sterminerà senza pietà gli
oppositori inaugurando la politica della terra bruciata. Ad una ad una le fattorie del
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National Party, NP, è il partito che ha guidato il paese durante l’apartheid. Fondato nel 1914 dal
generale Herzog, l’Np ha la sua base nell’elettorato bianco. Dopo la vittoria del 1948 il partito si
dedica alla costruzione del sistema dell’apartheid . La protesta nera fu repressa con forza e le
organizzazioni ad essa collegate furono dichiarate fuori legge.
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Dominique Lapierre, Un arcobaleno nella notte. La vera storia del Sudafrica di Nelson Mandela, Il
Saggiatore, Milano 2008, pp 48
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Wikipedia- Hendrik Verwoerd
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Transvaal e dell’Orange verranno incendiate, il bestiame abbattuto, i raccolti distrutti, le
famiglie arrestate, separate, e deportate in quelli che saranno i primi campi di
concentramento della storia. Kitchner ne fa allestire almeno una quarantina in Sudafrica
4
.
Nel 1901 si possono contare centoventimila persone, tra donne e bambini, su una
popolazione che arriva a stento a trecentomila unità, internati nei lager insieme a
quarantamila indigeni; in pratica tutta la servitù nera degli afrikaner, sopravvissuta agli
scontri e rimasta fedele ai propri padroni. La malnutrizione, la mancanza di cure ed igiene,
epidemie di tifo, febbri, dissenteria, infuriano in questi lazzaretti sovrappopolati
provocando vere e proprie stragi. Il più celebre lager, il campo di Kroonstad, conta un tasso
di mortalità nella popolazione adulta pari al trentacinque per cento, e nella popolazione
infantile pari all’ottantasette per cento.
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Nel corso del 1901 un’intera generazione di
afrikaner scompare per mano degli inglesi: muoiono ventottomila boeri adulti e
ventiduemila bambini; in sostanza il dieci per cento della popolazione bianca del Transvaal
e dell’Orange. Eppure la guerra continua e gli afrikaner combattono senza più munizioni,
riuscendo a sottrarre gli Enfield
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ai soldati inglesi morti sul campo. All’inizio del 1902
sedicimila afrikaner si trovano a dover fronteggiare i quattrocentomila soldati inglesi di
Kitchener: l’opinione pubblica mondiale è indignata per il comportamento delle truppe
britanniche; anche durante una seduta parlamentare del governo, i leader del partito
liberale intervengono a tal riguardo, stigmatizzando con parole durissime la politica
britannica in Sudafrica. Accordi segreti fra i capi delle fazioni opposte vengono tentati, ma
sembrano inconciliabili: i britannici esigono che i boeri rinuncino all’indipendenza, mentre
i boeri ne fanno una condizione imprescindibile. Alla fine, nonostante la coraggiosa e
disperata resistenza, gli afrikaner non riescono a difendere il territorio e col capo chino il
31 maggio 1902 firmano la fine delle ostilità, accettando di diventare sudditi della corona
britannica
7
. Non tutti sanno che anche Winston Churchill
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, il futuro Premio Nobel per la
letteratura nel 1953, nonché futuro primo ministro inglese che portò la Gran Bretagna alla
vittoria nella Seconda guerra mondiale, si trovò coinvolto nel conflitto Anglo-Boero,
mentre era corrispondente di guerra del Morning Post dal Sudafrica. Con indosso
l’uniforme del South African Light Horse (un reggimento coloniale di cavalleria inglese),
venne aggregato alle truppe del Regno unito che combattevano contro i boeri. In realtà non
era consentito ricoprire entrambe le cariche di giornalista e ufficiale di guerra, ma fu
comunque assegnato a un treno blindato che avrebbe dovuto compiere una ricognizione.
Era il 15 novembre 1899 e Churchill era un giornalista di ventiquattro anni che scampò alla
morte grazie ad una serie di coincidenze fortunate. In ricordo di questa avventura, lo
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Dominique Lapierre, Un arcobaleno nella notte. La vera storia del Sudafrica di Nelson Mandela, Il
Saggiatore, Milano 2008, pp 39
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Ibidem pp 37-39
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Rivoltelle
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Ibidem pp40
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Wikipedia- Wiston Churchill
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statista inglese scriverà un fortunato libretto dal titolo Come sono sfuggito ai boeri, dove
sembra che abbia omesso una serie d’interessanti dettagli, forniti poi da testimoni presenti
alla cattura. Sembra che il treno su cui viaggiava sia stato intercettato da un commando
d’italiani, prima che gli afrikaner lo facessero prigioniero e che lo sorprendessero a disfarsi
della rivoltella che portava appesa al collo con un cordoncino, insieme ad alcuni proiettili
ad espansione, proibiti e dichiarati illegali dalla conferenza dell’Aia del 1898 per la loro
capacità di procurare crudeli ferite incurabili. Armi che comunque il giovane Churchill non
avrebbe mai usato, neanche quando due boeri a cavallo lo inseguirono per catturarlo e si
ritrovò in mezzo al fuoco incrociato. Da versioni contrastanti sull’accaduto, pare che il
giornalista italiano Camillo Ricchiardi riuscì a persuadere i boeri dal non giustiziare il
giovane collega inglese. Churchill sarà tradotto a Pretoria e riuscirà a mettersi in salvo
dopo una rocambolesca evasione dalla quale si salverà lui solo, mentre perderanno la vita i
compagni di prigionia. Nella sua autobiografia invece, riguardo agli avvenimenti del 15
novembre 1899, racconterà di essere stato bloccato dal commando del famoso generale
boero Louis Botha in persona, che gli inglesi, per fuggire, tentarono di sganciare i vagoni
del treno che non erano stati attaccati, la fuga fallì e fu rilasciato nei giorni successivi,
perché “ non prese parte attiva alla difesa del convoglio in quanto inviato speciale”
9
.
Tornando alla vittoria degli inglesi sui boeri, in realtà si trattò di una vittoria a metà: gli
inglesi sottovalutavano lo spirito nazionalista di questi bianchi di origine olandese e si
illudevano di essersi appropriati, con una guerra di soli tre anni, di una terra ricchissima
conquistata con un secolo di fatica, di amore, di coraggio e che gli afrikaner sentivano
destinata a loro come dono di Dio da quando Calvino li definì un ”popolo eletto”. Il
conflitto aveva invece rafforzato, più di ogni altro evento, la mistica convinzione di questa
gente di appartenere ad un popolo scelto da Dio, e il giovane Hendrik Verwoerd ormai
votato alla causa afrikaner cresceva partecipando al risveglio della coscienza nazionale
10
.
Gli inglesi, insensibili alle esigenze del popolo che hanno colonizzato, si ostinavano a
voler portare avanti la politica di anglicizzazione del Sudafrica, pensando di imporre la
lingua inglese come idioma ufficiale, e promuovendo una immigrazione di massa di
cittadini britannici, allo scopo di creare una maggioranza numerica schiacciante. Gli
afrikaner, al contrario, cercavano di sopravvivere, e migliaia di loro, affamati e disperati,
abbandonate le fattorie distrutte dagli inglesi, si dirigevano verso Johannesburg, che
godeva della prosperità di una rivoluzione industriale che neanche la guerra aveva
danneggiato. Il sentimento di malcontento e rivalsa dei boeri nei confronti degli inglesi
cresceva inesorabilmente. Il 12 gennaio 1906, quattro anni dopo il trattato di Vereeniging,
il partito Conservatore britannico da ventuno anni al potere, veniva battuto dal partito
Liberale che non aveva mai smesso di condannare la politica oppressiva in terra d’Africa.
Il nuovo Primo Ministro Lord Campbell-Bannerman restituisce quasi immediatamente
l’indipendenza alle repubbliche del Transvaal e dell’Orange che nel 1910 si uniscono alle
colonie del Capo e del Natal, costituendo l’Unione Sudafricana, primo esempio di governo
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http://www.lintellettualedissidente.it/storia/camillo-ricchiardi-litaliano-che-catturo-churchill/
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Dominique Lapierre, Un arcobaleno nella notte. La vera storia del Sudafrica di Nelson Mandela, il
Saggiatore, Milano 2008, pp 40
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di coloni bianchi su una maggioranza indigena
11
. Nasce un paese lacerato fin da subito da
forti contrasti per la distribuzione del potere, e dalle gravi tensioni razziali determinate da
una minoranza bianca che monopolizza il potere politico ed economico, e una maggioranza
nera pressoché priva di diritti, cui si aggiunge un consistente numero di meticci e di asiatici
fortemente discriminati. La popolazione africana privata dei pochi diritti di cui aveva
goduto fino a quel momento, insieme alle altre minoranze etniche, grandi escluse dalla
gestione del potere, fondano l’African National Congress (ANC) un fronte d’opposizione
per contrastare il dominio dei bianchi e per vedere riconosciuti i propri diritti. Nonostante
gli sforzi politici dei nativi, gli afrikaner vincono le elezioni e danno luogo alla più grande
spoliazione territoriale della storia, con la Native Land Act, una legge che prevede di
suddividere il territorio del Sudafrica in un 7% riservato ai neri la cui popolazione è dodici
volte superiore rispetto ai bianchi, e il restante 92% del paese ai quattro milioni di boeri.
Neanche a dirlo la suddivisione li priva di tutte le terre migliori oltre che di tutte le risorse
minerarie e industriali.
Intanto il giovane Verwoerd inizia a frequentare gli ambienti boeri più rigidi e
tradizionalisti. Liceale all’ultimo anno, entra a far parte di una società segreta di stile
massonico-sacrale fondata nel 1918 dal boero Henninger Chopper: il Broederbond (La
Lega dei Fratelli). La lega nasce dalle frange estreme del nazionalismo afrikaner come
opposizione all’A.N.C., e getterà le basi della segregazione razziale in Sudafrica. Negli
anni dell'apartheid, infatti, la maggior parte dei ministri ne saranno membri insieme ad
influenti esponenti della Chiesa calvinista, a docenti universitari, professionisti, militari e
funzionari di polizia. È sempre stata opinione corrente, regolarmente smentita, che le
decisioni più importanti adottate dal Sudafrica negli anni dell'apartheid, venissero decise
durante gli incontri del segretissimo Broederbond. Questa confraternita mira a promuovere
gli interessi economici della comunità afrikaner, assiste i poveri bianchi delle città, presta
aiuto ai contadini in difficoltà, e crea società e imprese esclusivamente afrikaner, comprese
banche e agenzie di prestito. Il Broederbond non è solo un ente d’assistenza, è anche
un’associazione caratterizzata da una forte impronta religiosa volta a sostenere il destino
mistico di questo popolo.
Gli afrikaner si arruolano a decine in questa massoneria segreta che non ha né indirizzo né
numero di telefono ma gestisce potere e grandi capitali. Per aderirvi, i candidati sono
sottoposti ad un’accurata selezione: bisogna essere fedeli assidui alla chiesa riformata,
l’afrikaner deve essere la lingua ufficiale, non devono esistere casi di divorzio in famiglia e
durante la cerimonia di iniziazione tutti devono giurare di non tradire mai l’organizzazione
o un suo fratello, e di non rivelare la natura delle loro attività neanche alle proprie mogli.
Fra i membri della Lega c’è Daniel François Malan, futura figura chiave dell’apartheid.
Hendrick Verwoerd e Malan si conoscono durante una riunione della Lega a Città del Capo
e fra loro scocca un’intesa intellettuale e politica fortissima, accomunati come sono dalla
convinzione che il popolo afrikaner non sia opera dell’uomo ma di Dio, e che sia dovere
dell’élite promuovere la mobilitazione etnica contro i pericoli che lo minacciano. Malan
intravede per questo giovane studente, un futuro brillante nel Broederbond e ne diventa il
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Dominique Lapierre, Un arcobaleno nella notte. La vera storia del Sudafrica di Nelson Mandela, il
Saggiatore, Milano 2008, pp 43-44