Origine e vicende del Comune di Campolongo sul Brenta
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Il Canal di Brenta sotto la Serenissima
(E. LAZZAROTTO, F. SIGNORI, Immagini e Ricordi in Canal di Brenta, Valstagna 2001)
Origine e vicende del Comune di Campolongo sul Brenta
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I comuni del Canal di Brenta, oggi
(E. LAZZAROTTO , F. SIGNORI, Immagini e Ricordi in Canal di Brenta, Valstagna 2001)
Origine e vicende del Comune di Campolongo sul Brenta
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Il suo stemma è caratterizzato da cinque teste contornanti la pianta di
tabacco che rappresentano Campese, Campolongo, Oliero, Valstagna e
Valrovina, le cinque Comunità dei Sette Comuni che per prime hanno
ottenuto la concessione da parte della Repubblica Veneta di coltivare il
tabacco.
Il territorio è per la maggior parte montuoso. L’altitudine varia da 131 m. sul livello del mare,
lungo le sponde del fiume, a 1280 m. sulle cime più alte dei monti.
Una panoramica del paese in una foto degli anni 1940
L’origine di Campolongo, come di tutti gli altri centri abitati della Destra Brenta, è legata
al monastero benedettino di Santa Croce di Campese
2
fondato nel 1124 dall’abate Ponzio
di Cluny di ritorno dalle crociate in Terrasanta. Durante i secoli i monaci favorirono il
popolamento, la crescita e lo sviluppo commerciale del territorio
3
.
__________________________
(2 Campese è il primo paese che si incontra sulla riva destra del Brenta. Oggi conta circa mille abitanti.
(3) F. SIGNORI, Campese e il Monastero di Santa Croce, Cittadella, 1984.
Origine e vicende del Comune di Campolongo sul Brenta
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Nel 1400 Campolongo si unisce in un’unica comunità con Oliero e Valstagna, due piccoli
centri della vallata, staccandosi dalla sudditanza del Convento di Santa Croce. La nuova realtà
sociale é regolata da un unico estimo e da usanze e tradizioni amministrative comuni
4
.
L’economia é basata sulla pastorizia e sulla coltivazione di piccoli appezzamenti di segale e
miglio e un po’ di vite dove un tempo c’era suolo prativo e boschivo. A queste attività si
affiancano i mugnai, gli zattieri e i “segati”, cioè gli addetti alla lavorazione del legname.
Nel 1500 l’attività si fonda ancora prevalentemente sulla pastorizia e sull’allevamento. Nel
1600 verrà introdotta anche la coltivazione del tabacco, dapprima negli orti per uso
ornamentale o medicinale, e poi per uso commerciale.
In questo secolo il territorio, terra di transito di tanti eserciti, viene attraversato anche dalle
truppe della Lega di Cambrai contro Venezia
5
. In parecchie occasioni i valligiani difendono
eroicamente il loro territorio.
Il centro di Campolongo in una foto antecedente il 1901. Sono ben visibili i campetti coltivati a tabacco
___________________________________
(4) “Un sol estimo, un sol sindico, un sol degano, un sol essatore et una sola colta (tassazione comunale) servivano per tutti tre li
colonnelli (di Valstagna, Oliero e Campolongo), e unito era il concorso alle liti, alla preservatione de beni et privilegi, alla
costruzione de’ ponti, all’eretion e mantenimento de restelli (barriere sanitarie all’entrata e all’uscita del territorio comunale)
in occasione de sospetti per la sanità, alle spese de consolati (sopralluoghi in occasione di delitti di sangue), et altro, et con
questa regola procedevano gli affari con rettitudine e pace”
E. LAZZAROTTO, F. SIGNORI, Immagini e Ricordi in Canal di Brenta, Valstagna 2001, pag.59).
(5) Giulio II (Giuliano Della Rovere 1503-13) appena salito al pontificato, stipulò con i Francesi, (re Luigi XII),
gli Spagnoli (Ferdinando V), l’Imperatore Massimiliano d’Austria e con il Duca degli Estensi di Ferrara e i
Gonzaga di Mantova, una lega contro Venezia detta Lega di Cambrai (10 dicembre 1508) per la politica
marittima-commerciale in Italia (F. SIGNORI, Valstagna e la Destra del Brenta, Valsagna, 1981, pagg. 63-71).
Origine e vicende del Comune di Campolongo sul Brenta
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Nel 1509 le truppe dell’imperatore Massimiliano, scendendo più volte attraverso la valle per
conquistare Bassano e Padova, porteranno la peste ed altre malattie contagiose.
Anche Carlo V scenderà per il Canale di Brenta nel 1532 con il suo esercito.
Nel 1600 la comunità sente l’esigenza di erigere una piccola chiesa in quanto la lontananza
da quella di Oliero diventa sempre più scomoda, specialmente nel periodo invernale. Nel
maggio 1623 don Girolamo Orlando si reca a Padova per chiedere al Vicario generale della
Diocesi la possibilità di costruire una nuova chiesa. Alcuni anni dopo, sia il vescovo di Padova
che il doge di Venezia, Francesco Erizzo, autorizzeranno la nuova costruzione. Il 17 marzo
1637 si procederà alla posa della prima pietra.
A questo punto gli abitanti di Campolongo decidono di rendersi indipendenti anche dal punto
di vista amministrativo ed economico da Oliero e Valstagna. La cosa però non é facile. Nel
marzo 1663, alla vigilia di Pasqua, gli abitanti di Campolongo, dovendosi recare in processione
alla chiesa di Oliero per le cerimonie della Settimana Santa, sono accolti con insulti e vengono
anche alle mani.
Nel 1664 il vescovo di Padova, cardinale Gregorio Barbarico, visita la chiesa di Campolongo e
gli abitanti lo supplicano di risolvere il loro problema. Il vescovo, prima di ripartire, firma il
decreto di separazione della nuova chiesa da Oliero.
Questa piccola chiesa, intitolata alla Vergine del Carmine e ai santi Apostoli Filippo e
Giacomo, verrà demolita e ricostruita dai fratelli Menegazzi detti Contini a partire dal 1793 su
disegno dell’ architetto bassanese Antonio Gaidon. Secondo l’architetto la chiesa doveva
essere un cubo perfetto come la città di Dio descritta nell’Apocalisse di S. Giovanni.
Sopra l’arco trionfale della chiesa sono incise queste parole: “Et longitudo et altitudo et latitudo eius
aequalia sunt” (Apoc.XXI,16). La chiesa attualmente è racchiusa ai lati da due bei campanili
(quello a nord completato verso la metà del 1900).
La chiesa di Campolongo a croce greca con i due caratteristici campanili
__________________
(6) A. BONATO, Campolongo sul Brenta e la sua chiesa, Romano d’Ezzelino 1993
Origine e vicende del Comune di Campolongo sul Brenta
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Nel 1796 Napoleone attraversa il Canal di Brenta per combattere gli austriaci. Anche
Campolongo, come tutte le frazioni limitrofe, subirà gravi danni al patrimonio. Infatti
l’ 8 settembre 1797 la nuova chiesa verrà saccheggiata dai soldati francesi e la popolazione
impaurita cercherà riparo tra i monti.
In un clima di incertezza e di provvisorietà Campolongo, Oliero e Valstagna si uniscono alla
Reggenza dei Sette Comuni dell’Altopiano di Asiago per tutelare i loro interessi. La Reggenza
formata da Asiago, Enego, Lusiana, Foza, Rotzo, Gallio, Roana con Oliero, Valstagna e
Campolongo assumerà la denominazione di Municipalità Cantonale. La sede è ad Asiago.
Questa Municipalità forma un piccolo Parlamento Federale e comprende quattro sezioni:
Amministrazione Pubblica, Sicurezza, Annonaria e Sanità. Allo scopo di tutelare i loro
interessi presso Vicenza e le altre città venete vengono nominati degli ambasciatori.
In questo periodo, inoltre, una grande siccità distrugge i raccolti e la pestilenza falcia il
bestiame. Dalla fame nasce il traffico dei contrabbandieri e dei borsaneristi.
Il 24 febbraio 1798 la Federazione dei Sette Comuni giurerà fedeltà all’imperatore d’Austria
Francesco II.
Con il passaggio sotto l’Austria, nel 1815, Campolongo si unisce in un unico comune con
Campese e Valrovina. Le condizioni economiche sono scarse e la carestia produce tifo,
pellagra, rachitismo, tisi e colera.
Nel marzo del 1848 questi paesi insorgono contro l’Austria e si organizzano militarmente
formando dei Corpi franchi di volontari chiamati “Crociati”: Al braccio sinistro portano una
croce rossa come segno di riconoscimento.
Il 21 ottobre 1866 il Canal di Brenta viene annesso al Regno d’Italia.
Nel decennio 1870-80 inizia il triste fenomeno dell’emigrazione a causa delle condizioni
economiche sempre più precarie. Molti sono diretti in Brasile, altri in Argentina, in Venezuela
ed in Paraguay.
Dal 1915 al 1918 il Canal di Brenta sarà direttamente coinvolto nella Prima Guerra Mondiale
in quanto diventa via di comunicazione delle truppe per il fronte ed approdo per quelle che
scendono dall’Altopiano di Asiago.
In seguito alla rotta improvvisa del fronte sull’Isonzo le fanterie tedesche convergono su
Caporetto (24 ottobre 1917) determinando il crollo del fronte orientale e aggravando la già
critica situazione della zona. L’11 dicembre del 1917 Campolongo sarà bombardato dagli
austro-ungarici; i danni delle granate austriache sull’abitato del Sasso Rosso e sulla chiesa
saranno notevoli. L’intera popolazione formata da donne, bambini e anziani lascia il paese per
destinazione ignota. Chi a piedi, chi con mezzi di fortuna messi a disposizione dell’esercito o
della Croce Rossa si avvia verso la stazione ferroviaria di Bassano per andare esule in diverse
regioni d’Italia.
Dopo oltre un anno di lontananza, il 20 aprile 1919, giorno di Pasqua, ritorneranno i primi
contingenti di profughi. C’è veramente tutto da rifare.
La popolazione era stata spogliata di tutto e privata di ogni mezzo di sussistenza. Si riprenderà
la coltivazione del tabacco, il contrabbando e l’emigrazione.
L’inflazione, il rincaro della vita, il diminuito potere d’acquisto della lira, la crescente
disoccupazione e l’imposizione fiscale e tributaria sempre più pesante diventano realtà
quotidiane.
I manovali, disoccupati dopo la ricostruzione, costretti a restare in Italia dalla propaganda del
regime e impossibilitati a espatriare non hanno altra scelta per vivere che di arruolarsi tra i
legionari d’Africa o di Spagna.
Origine e vicende del Comune di Campolongo sul Brenta
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Le attività preminenti della zona riguardano la coltivazione del tabacco, che impiega
soprattutto anziani e donne, e l’artigianato.
In questi anni l’Italia sta preparandosi alla Seconda Guerra Mondiale. Arriveranno i giorni del
coprifuoco, delle tessere annonarie e del mercato nero, i giorni dei bombardamenti, dei lutti,
della fame, della miseria e del contrabbando.
Con la fine della guerra inizia una nuova vita tra tante difficoltà.
Nel 1946 la disoccupazione è nuovamente in aumento. Uomini e giovani senza lavoro partono
alla ricerca di un’occupazione all’interno dell’Italia o all’estero: in Francia, in Germania, in
Svizzera ecc. Partono all’inizio della buona stagione e rientrano sul tardo autunno o all’inizio
dell’inverno. La maggior parte si stabilirà definitivamente nel nuovo paese di accoglienza.
Nell’ultimo dopoguerra vi sono stati molti cambiamenti nella vita, nel costume e nella storia
della Valle del Brenta. Oggi Campolongo, paese di quasi 1.000 abitanti, vive una realtà sociale
ed economica molto diversa da quella di un tempo in cui viveva di legna
7
, di carbone,
trasportato a Padova e Venezia su zattere attraverso il Brenta, di pascoli montani o di tabacco.
Le piccole industrie, anche a carattere familiare, sono fonte di benessere per la popolazione e
hanno contribuito ad arrestare il fenomeno dell’emigrazione.
Il paese sta vivendo una nuova situazione: da paese di emigrazione è diventato paese di
immigrazione.
Il centro di Campolongo visto da Solagna in una foto del 1980
___________________________________
(7) Il commercio del legname era fiorente nel Canal dl Brenta.Tra la nobiltà veneziana si ricordano le famiglie dei
Capello, dei Venier, dei Tiepolo, dei Gradenico, dei Foscarini e dei Contarini. I Contarini nel 1671 in Contrà delle
Seghe a Campolongo possedevano “quattro rode da siega”, per lavorare il legname che arrivava dalle valli di
Primiero e da Fonzaso (E.LAZZAROTTO, F. SIGNORI, Immagini e Ricordi in Canal di Brenta, Valstagna, 2001,
pag.14).
Il Tabacco: tipica coltivazione del canal di Brenta
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IL TABACCO: TIPICA COLTIVAZIONE DEL CANAL DI BRENTA
La storia del tabacco merita senza dubbio una particolare attenzione in quanto è stato per
secoli fonte di sopravvivenza per gli abitanti di Campolongo e per quelli del Canal di Brenta.
Il tabacco è una pianta industriale proveniente dall’America, ma una leggenda della Valle
collega la sua coltivazione ad un frate benedettino di Campese che avrebbe portato le sementi
nascoste in un bastone. In realtà il tabacco arriva in Valle verso la metà del Seicento forse per
merito di qualche monaco. La sua coltivazione si sarebbe sviluppata, in un primo momento, in
forma limitata (negli orti come pianta ornamentale) ed in seguito in modo più ampio, come
pianta medicinale da fiuto o da fumare in foglia essiccata al sole e trinciata, a scopo
terapeutico.
La coltivazione del tabacco, partita dal monastero di Campese nel fondovalle sulla destra del
Brenta, si diffonde in terrazzamenti fino ai paesi dell’Altopiano di Asiago. I terrazzamenti
cambiano la fisionomia del paesaggio e la vita stessa degli abitanti.
Ben presto questa coltivazione prende sempre più piede diventando per almeno due secoli,
fino alla metà del Novecento la principale se non unica risorsa di sopravvivenza per questi
paesi, soppiantando gradualmente le precedenti colture di gelso, canapa, granoturco e miglio.
Venezia, assumendo fin dall’inizio il monopolio, ne vieterà la semina, l’impianto e la vendita.
Tutto è inutile, si continuerà a piantare, a coltivare… ed a contrabbandare.
A causa di questa attività molte persone verranno condannate a pagare multe salate o a
scontare addirittura il carcere. Solo più tardi, la coltivazione sarà ammessa ma dovrà sottostare
ad una serie di normative e limitazioni .
Qualche coltivatore continua ancora la tradizionale coltivazione del tabacco sui declivi del monte
Frammenti di storia attraverso i documenti
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FRAMMENTI DI STORIA ATTRAVERSO I DOCUMENTI
Tutti i documenti dell’archivio storico del comune di Campolongo sul Brenta anteriori al 1919
sono andati distrutti o dispersi a causa degli avvenimenti bellici della prima guerra mondiale.
Sono stati salvati soltanto i registri dei nati, dei matrimoni e dei morti con inizio dal 1871, e un
registro delle deliberazioni della Giunta (6.4.1908 – 25.8.1922). Ulteriori informazioni sulla
storia di Campolongo sono stata ricavate dall’archivio dei notai dell’epoca che custodivano
l’originale.
La nascita del Comune
Sin dalle origini - come si ricava dai documenti notarili degli archivi di stato a partire dal 1400 -
la comunità di Campolongo faceva parte di un unico comune insieme con le comunità di
Valstagna e Oliero. Con il miglioramento delle condizioni economiche e l’aumento del
numero degli abitanti le due comunità (collonnelli) di Oliero e Campolongo sentono l’esigenza
di gestirsi autonomamente. Verso la metà del 1500 avrà inizio quel graduale processo di
autonomia che nell’arco di tempo di un secolo e mezzo porterà alla formazione di tre comuni
completamente indipendenti.
Una data importante di questo processo è il 1559. Da quell’anno le tre contrade di Valstagna,
Oliero e Campolongo, pur rimanendo unite per risolvere questioni di interesse comune, per la
prima volta eleggeranno ognuna, in modo indipendente, i propri sindaci, i massari o consiglieri
e i decani o messi comunali.
Il 4 maggio 1559 dunque, in casa di Gasparo Prane, viene convocata la convicinia, cioè
l’assemblea dei capifamiglia delle tre comunità. Saranno presenti in tutto 62 capifamiglia.
Mancano molti di Oliero e di Campolongo; questo fatto è forse il segnale di un crescente
malumore nei confronti di Valstagna. Il prete Giulio Baggio, rettore della Chiesa di Oliero,
darà ufficialità alla riunione nella sua qualità di notaio assistito da due testimoni
Angelo Perli sarà il nuovo sindaco, ma solo per la comunità di Valstagna. L’assemblea
convocherà un’ulteriore riunione per la domenica successiva per eleggere sindaci e consiglieri
per le comunità di Oliero e Campolongo
1
.
Domenica 7, prima della messa, si tiene nella Chiesa di Oliero la convicinia di tutte e tre le
comunità. In questa seconda riunione saranno presenti 81 capifamiglia. Come sindaco di
Campolongo sarà eletto Gerolamo Lovato, il primo nella storia del paese. Lo affiancheranno
cinque massari o consiglieri.
D’ora in avanti ogni comunità avrà sindaci e consiglieri propri. Altro segno di graduale
autonomia amministrativa sarà la riconosciuta facoltà di imporre liberamente le cosiddette colte,
o tasse comunali
2
.
Dopo un secolo e mezzo, il 20 ottobre 1707, le tre comunità di Campolongo, Valstagna e
Oliero si divideranno i beni comunali, dando così inizio alla completa autonomia dell’attività
amministrativa
3
.
__________________________
(1) Vedi documento n.1 in appendice
(2) Vedi documento n.2 in appendice e A. BONATO, Il comune di Valstagna Oliero e Campolongo, in La Brenta, a I,
n.0, dicembre 1996.
(3) Vedi documento n.3 in appendice
Frammenti di storia attraverso i documenti
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1919: l’anno del ritorno e della ripresa dell’attività amministrativa
La popolazione di Campolongo l’11 dicembre 1917, in seguito ad un violento bombardamento
degli austro-ungarici, sarà costretta a una precipitosa fuga, disperdendosi in varie regioni
italiane, in particolare nel Meridione d’Italia. Il 1919 sarà l’anno del ritorno.
Il Sottoprefetto di Fermo trasmette una lettera del Prefetto di Vicenza per il rimpatrio del Commissario
prefettizio, il segretario comunale, il messo e il parroco.
Il 14 gennaio 1919, il Sottoprefetto di Fermo scriveva al Commissario Prefettizio di
Campolongo, residente a Fermo con gran parte dei profughi che si erano trasferiti dal
Meridione d’Italia, prima tappa del loro profugato. Questa la trascrizione
4
:
“Il Signor Prefetto di Vicenza scrive:
Con lettera di pari data ho autorizzato il Commissario Prefettizio di Campolongo sul Brenta, il Segretario
comunale, il messo, il parroco colle rispettive famiglie a far ritorno nella loro residenza, invitando il commissario
a nominare intanto un delegato che lo rappresenti costì.
Voglia la S. V. facilitare ai predetti le pratiche per la partenza e trasporto dei materiali.
Tanto per debita di Lei notizie.
Con stima
Il Sottoprefetto (segue firma)
Il menù dei profughi
In una nota senza data ma antecedente al 7 febbraio 1919 scritta a matita si legge:
“Vettovagliamento 500 profughi di Campolongo
Riso g. 100 x 500 x 3 = 1500
Scat. Carne 1/3 x 500 x 3
Pane g.500 x500 x3b = 7500
Patate e verd. g.50X500X3 = 0.75
Sale. g.20 x 500 x 3 = 0.3
Lardo 7X 500X 3 = 0.10 1/2
Caffè 8x500x3 = 0.12
Zucchero 10x500x3 = 0.15
Questa circolare 2576 di p. del 7.2.19 Comando I Armata Governatorato di Trento (affari civili)”.
Questo forse era il menù giornaliero per i profughi di Campolongo
5
____________________
(4) Vedi documento n.4 in appendice
(5) Vedi documento n.5 in appendice
Frammenti di storia attraverso i documenti
12
Ritorna parte dell’archivio municipale e parrocchiale
In un foglietto, timbrato “Municipio di Campolongo, protocollo n° 12, 14 gennaio 1919, in
una nota a matita, vengono indicati dei bagagli con il relativo peso, forse spediti su un treno a
grande velocità:
per biglietto per grande velocità per bagagli.
E di seguito:
n° 9 casse del comune e fabbriceria = peso Ql.i 6
n° 5 “ del Sindaco e Segretario = “ “ 4
n° 10 sacchi = “ “ 5
n° 4 valigie = “ “ 1.500
_____________
Ql.i 16,500
Questi colli contenevano probabilmente i documenti relativi all’archivio e spediti in occasione
dell’evacuazione del paese a causa della guerra.
6
.
Il Prefetto di Vicenza chiede di ripristinare la vita municipale
Il 12 marzo 1919 il Prefetto di Vicenza scrive al Commissario di Campolongo invitandolo a
ripristinare la vita municipale col ritorno degli impiegati, del medico, del parroco, dei
maestri… preparando così il graduale rimpatrio della popolazione.
Richiede inoltre un censimento delle case abitabili e delle famiglie che vi potrebbero ritornare.
Si potrà riprendere la coltivazione del tabacco e dei campi secondo i desideri degli stessi
abitanti.
Si auspica che tutti partecipino a questo grandioso lavoro di ricostruzione e fa affidamento sul
Commissario e sui suoi collaboratori
7
.
Il 19 marzo il Commissario Prefettizio risponde al Prefetto informandolo di aver provveduto
al trasporto del materiale del Comune da Bassano a Campolongo.
Approfitta per chiedere una somma di denaro per poter acquistare qualche mobile e alcune
sedie perché non c’è neppure un tavolo.
Si lamenta inoltre del ritardo nel trasporto delle munizioni in contrada Orlandi impedendo
così il rimpatrio della popolazione
8
.
______________________
(6) Vedi documento n.6 in appendice
(7) Vedi documento n.7 in appendice
(8) Vedi documento n.8 in appendice
Frammenti di storia attraverso i documenti
13
Il Prefetto di Vicenza chiede informazioni sull’archivio
Il 14 marzo 1919, con telespresso, il Prefetto di Vicenza chiede al Comune di indicargli se
l’archivio comunale e l’ufficio catasto siano stati conservati oppure distrutti o dispersi
9
.
Il Commissario Prefettizio risponde:
“N. 68. Bassano 14.3.19.
In riscontro al telespresso n.2311 pregiomi significare alla S. V. Ill.ma che l’archivio comunale e tutti i registri
catastali e mappali che esistevano in questo municipio sono andati completamente distrutti: non esiste nemmeno
un foglio di carta”
10
.
Finalmente, dopo la bonifica del territorio dai residuati bellici e il ritorno di quei pochi
documenti salvati, anche la popolazione potrà far ritorno alle proprie case. E’ il 20 aprile 1919,
giorno di Pasqua. Riprenderà il lavoro e la vita amministrativa. La prima giunta è del 25
ottobre e la presiede il sindaco Antonio Lazzarotto.
Con delibera 19 settembre 1926 viene assunto un nuovo segretario comunale con il compito
di ricostruire l’anagrafe in quanto era stata distrutta a causa della guerra
11
.
I morti nella guerra 1915-1918
In un altro documento dell’epoca, in un semplice foglietto, senza data vi sono elencati 14
nomi di giovani morti durante la prima guerra mondiale. L’elenco non è completo perché si
tratta di un semplice appunto. Per avere un’elencazione più aggiornata e per notizie più
dettagliate si veda il capitolo “Inventario” in questa tesi
12
.
Un legionario fiumano chiede brevetto e medaglia a G. D’Annunzio
L’8 novembre 1929 il legionario fiumano Malvezzi Giuseppe di Campolongo invia una lettera
al Comandante Gabriele D’Annunzio a Gardone (Brescia) chiedendogli brevetto e medaglia per
aver partecipato alla spedizione di Ronchi come addetto al Comando di Battaglione del
Maggiore Conte Reina quale telefonista ed effettivo nella 2ª Compagnia, comandata dal
Capitano Dragone
13
.
___________________
(9) Vedi documento n.9 in appendice
(10) Vedi documento n.10 in appendice
(11) Vedi documento n.11 in appendice
(12) Vedi documento n.12 in appendice
(13) Vedi documento n.13 in appendice
Frammenti di storia attraverso i documenti
14
La lunga storia del ponte tra Campolongo e Solagna
Le necessità di un paese sono sempre le stesse in tutti i tempi: in particolare la viabilità, l’acqua
potabile e l’istruzione.
Fin dal 1908 la comunità di Campolongo sente il bisogno di avere un passaggio diretto dalla
riva destra a quella sinistra del Brenta ma quest’opera richiederà anni di trattative e vari
progetti senza risultato. Si dovrà infatti attendere sino alla fine degli anni 1960.
Il primo di questi tentativi risale al 6 aprile 1908. La Giunta nominava una commissione per
avviare le pratiche per la costruzione di un ponte. Intanto, per agevolare temporaneamente gli
abitanti del paese concedeva la licenza a Lorenzo Zannoni fu Agostino di attraversare il fiume
con una barca, dal centro del paese all’altra sponda.
Con delibera 20 ottobre 1912 si ribadiva ancora una volta la necessità del ponte sul Brenta e
della costruzione dell’acquedotto comunale e dell’impianto della luce elettrica pubblica.
Nell’attesa, il 25 aprile 1923 il Consiglio delibera la costituzione di uno o più consorzi per la
manutenzione ordinaria dei due ponti in legno sul Brenta in condizioni statiche assai precarie,
costruiti durante la Grande Guerra e classificati con tale delibera tra le strade comunali. Il 14
settembre 1924 il Consiglio ratifica la delibera di Giunta del 23 agosto scorso circa la
riparazione del ponte di Solagna: 2/5 delle spese era a carico di Campolongo e 3/5 a carico di
Solagna.
L’8 maggio 1928 questi due ponti vennero demoliti. Il ricavato netto di £ 12318,20 della
vendita del legname e del ferro venne diviso in parti uguali tra il Comune di Campolongo e
quello di Solagna.
Finalmente il 22 novembre 1928 il Comune di Campolongo e Solagna danno incarico all’
ingegnere Giovanni Tescari di Marostica di progettare un ponte carreggiabile in cemento
armato tra località Cesare Battisti di Solagna e località Casona di Campese.
Il 26 dicembre 1936 con delibera del Podestà di Campolongo viene dato incarico all’ingegner
Tescari di aggiornare il progetto, prevedendone la costruzione in località Vialetti, anziché
Casona, per la comunicazione diretta fra i Capoluoghi dei Comuni di Solagna e Campolongo.
Questo ponte avrebbe portato benefici rilevanti alla popolazione, incrementando il commercio
ed il traffico tra i due comuni. La popolazione di Campolongo poteva così raggiungere la
stazione ferroviaria, la farmacia e il medico mancanti in paese
14
.
Le caratteristiche del nuovo progetto, presentato il 15 novembre 1937 sono le seguenti: 5
campate di metri 15,50 ciascuna per una lunghezza totale di metri 82,50 e 5,00 metri di
larghezza. Questa larghezza è più che sufficiente per i bisogni del transito stradale sulla riva
destra. La strada di accesso dalla Statale in riva sinistra avrà la larghezza di metri 6. Il costo
complessivo, come risulta dettagliatamente dalla stima, sarà di lire 330.000
15
.
Il 31 agosto 1940 l’amministrazione di Campolongo accantona la costruzione del ponte a
causa della mancata concessione del mutuo da parte della cassa DD e PP (Depositi e Prestiti).
Nel frattempo la Società Idroelettrica del Grappa stava costruendo, proprio sulla stessa
località, una diga di sbarramento.
______________
(14) Vedi documento n 14 in appendice
(15) ASCC, B.36, a.1937, Cat.X
Frammenti di storia attraverso i documenti
15
A questo punto il 31 ottobre, i Comuni di Solagna e Campolongo chiedono alla Società
Idroelettrica del Grappa la costruzione di una passerella sulla diga di sbarramento, ritenendo
sufficiente tale opera per la soluzione dell’annoso e importante problema. La spesa per la
costruzione della passerella di lire 80.000 sarà equamente divisa tra i due comuni interessati.
Finalmente dopo anni di incertezze viene risolto almeno in parte l’annoso problema.
Il problema dell’acqua potabile
Un’ulteriore esigenza sentita dalla popolazione era di avere un acquedotto comunale per
l’approvigionamento dell’acqua potabile. Quella a loro disposizione era inquinata perché il
Brenta lungo il suo tragitto raccoglieva tutte le immondizie degli altri comuni e inoltre il fiume
non era di facile accesso.
Nella delibera del 20 ottobre 1912 si ribadisce la necessità di avere un acquedotto comunale. Il
12 ottobre 1914 la Giunta domanda al Prefetto la somma di lire 3.000 per la costruzione dello
stesso nel caso venisse trovata l’acqua. Tale opera sarebbe stata realizzata a vantaggio dei
rimpatriati.
Il primo febbraio 1925 il Consiglio delibera all’unanimità di provvedere il comune di acqua
potabile secondo il progetto presentato dagli ingegneri Indri Giuseppe, Marzolo Francesco e
Veronese Gino per l’acquedotto del Veneto Centrale, entrando a far parte del consorzio da
costituirsi per la costruzione dell’opera. In tal modo si recava beneficio alla salute pubblica, si
apportavano alle famiglie nuove comodità, si incrementava la pulizia, eliminando fatiche e
disagi inerenti all’approvigionamento in uso.
Il 21 giugno 1930 il Podestà, Rocco Orlando, accertatosi che nella località di montagna detta
Saltiel alla profondità di circa 8 m. vi è la possibilità di trovare acqua di ottima qualità e in
quantità tale da soddisfare i bisogni di tutte le famiglie del comune, delibera di eseguire il
lavoro di assaggio mediante l’opera di 4 operai.
L’esigenza di avere l’acqua potabile diventa sempre più sentita tanto che alcuni cittadini, il 5
luglio 1937, decisi di risolvere il problema, si riuniscono autonomamente in un comitato per la
costruzione di una pompa per l’acqua potabile da situarsi nella piazza del capoluogo.
Decidono però di rivolgersi al Comune perché contribuisca con la somma di lire 100 in
quanto i cittadini interessati non sono in grado di coprire totalmente la spesa sostenuta.
Sottolineano che il beneficio dell’acqua non ricade soltanto sui singoli, ma su tutta la
collettività, accrescendo inoltre il decoro e il prestigio del paese
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.
La fontana viene così costruita. Ne seguiranno altre due: in località Orlandi e Vialetti.
La manutenzione però è costosa per cui si cerca di scaricare il costo al comune,
proponendone la donazione.
Il 18 maggio 1940 il Comune accetta la donazione delle 3 fontane pubbliche costruite a cura e
spese della popolazione delle contrade Vialetti, Orlandi e Piazza, con l’impegno di curarne la
manutenzione.
Successivamente il 18 aprile 1946 il Consiglio decide di cedere alla popolazione delle contrade
Vialetti, Orlandi e Piazza le rispettive fontane, perché passive per il comune e per le proteste
degli abitanti che non usufruivano di tale beneficio.
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(16) Vedi documento n.15 in appendice