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Questo è quello che pensiamo quando ci fermiamo all’apparenza 
delle cose, quando è più facile arrendersi all’evidenza di un deficit 
multiplo (udito e vista ) e non si riesce a “guardare” oltre. 
Le persone affette da tale menomazione però hanno “occhi” per 
vedere e “orecchie” per ascoltare il mondo…Tutto è racchiuso 
nelle loro mani, che qui non vogliono avere solo significato 
metaforico, ma intrinseco: le mani dei soggetti sordociechi  
vivono, vedono, ascoltano, amano, creano, costruiscono, rendono 
la persona viva e cosciente di sé. Nella mano della persona 
pluriminorata a causa di patologie a volte sin dalla nascita o 
acquisite successivamente è racchiuso tutto il mondo perché grazie 
ad essa l’individuo riscontra il vivere giornaliero fatto di calore e 
vibrazioni , percezioni e sensazioni che sviluppa in maniera 
sempre più raffinata e precisa. Non a caso il senso del tatto (inteso 
non solo come funzione tattile di riconoscimento ) è 
particolarmente sviluppato insieme al senso dell’olfatto e del 
gusto: questi sono per il soggetto sordocieco la risposta naturale 
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all’adattamento alla vita, dimostrando così una possibilità di vivere 
anche senza vista e udito. 
Naturalmente la mano, intesa come vero è proprio strumento di 
vita, non è singolarmente l’unica fonte di ricezione degli stimoli 
esterni, ma lo è anche la pelle, il corpo…è tutta la persona nel suo 
stato capace di recepire e trasmettere segnali che noi “comuni 
mortali” a volte non apprezziamo perché incapaci di “sentirli”, 
convinti che solo la vista e l’udito siano gli unici canali 
comunicativi veramente efficaci. 
Essere vicino ad una persona non vedente o ipovedente e 
contemporaneamente non udente è un’esperienza particolare 
perché ci mette in relazione con una persona “speciale”, che è in 
grado di sentire ogni nostro respiro, la nostra energia, la nostra 
tensione muscolare e posturale, tali da inviare messaggi sottili e 
talvolta precisi al nostro interlocutore. 
Purtroppo, per quanto sia particolare il loro modo di vivere e 
comunicare, la loro disabilità ci preoccupa: medici, famiglie, 
amici, opinione pubblica e il mondo normale intorno a noi non 
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sempre è preparato ad accogliere le persone sordocieche in quanto 
è più facile etichettarle come persone non-normali, nel senso 
dispregiativo del termine, ghettizzarle ed emarginarle, costruendo 
muri di indifferenza e barriere di disprezzo. 
Scopo di questo studio sarà rendere note tutte quelle potenzialità 
cognitive, percettivo-sensoriali, linguistiche e comunicative che le 
persone sordocieche possiedono e che possono essere potenziate 
mediante le metodologie riabilitative oggi proposte. 
Questo studio è per chiunque voglia costruire un grande ponte 
verso il mondo “caleidoscopico” della sordocecità….. 
 
 
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1. CAPITOLO PRIMO 
CENNI DI ANATOMO-FISIOPATOLOGIA DELLA VISTA E 
DELL’UDITO. 
1.1 ORGANIZZAZIONE GENERALE DEI CINQUE SENSI 
 
Il senso della vista e dell’udito sono due importantissimi canali 
comunicativi e di esplorazione dell’ambiente esterno che possiede 
l’uomo : insieme al senso dell’olfatto, del gusto e del tatto, la vista 
e l’udito completano il quadro delle capacità sensoriali sviluppate 
nell’uomo per permettere la sua stessa sopravvivenza. Ognuno dei 
“cinque sensi” ha una sede primaria in organi ben precisi (organi 
di senso) e diversi fra loro : il naso permette l’olfatto, la pelle e le 
mani permettono la percezione tattile, le papille gustative sul dorso 
della lingua permettono il riconoscimento del gusto dei cibi 
(salato, dolce, amaro, acido), l’orecchio permette la ricezione-
discriminazione-decodificazione dei suoni e la vista la percezione 
dello spazio esterno e delle sue proporzioni. 
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Ovviamente l’alterazione anche solo di uno di questi sottili sistemi 
percettivi può determinare uno squilibrio percettivo nell’uomo per 
quel senso, compensato prontamente da quelli ancora esistenti e 
funzionanti. Quando il deficit sensoriale è plurimo, il sistema di 
compensazione è più difficile e si creano sensibilità particolari dei 
sensi non deficitari. 
1.2 FISIOPATOLOGIA DELLA VISTA : cenni di anatomia e 
fisiologia della vista. 
 
L’occhio è un organo di senso molto importante per la vita e per 
l’esistenza. Esso svolge la funzione di ricevere e trasformare gli 
stimoli luminosi provenienti dall’esterno in impulsi nervosi che, 
nel cervello, vengono decodificati in immagini coscienti. 
 
L’apparato della vista è formato da organi pari e simmetrici, posti 
nella regione anteriore della testa e protetti dalle cavità orbitarie. 
L’occhio, l’organo principale, presenta una forma sferica (Vedi 
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Appendice Fig. 1). Nell’occhio si distingue un polo anteriore e un 
polo posteriore e la parete oculare è costituita, dall’esterno 
all’interno, da una tonaca fibrosa esterna, una tonaca vascolare 
interna, la retina (tonaca nervosa ) ed i mezzi diottrici. 
La tonaca fibrosa esterna avvolge anteriormente l’occhio formando 
la cornea e posteriormente formando la sclera o sclerotica. La 
tonaca  vascolare è una membrana connettivale, ricca di vasi; essa 
si suddivide anteriormente dall’iride. La retina è la membrana più 
interna dell’occhio, adesa alla tonaca vascolare. Essa è costituita 
da una parte ottica, con fotorecettori (coni e bastoncelli) a livello 
della fovea centralis, cioè una picca depressione nella parte 
centrale della retina che prende il nome di macula, una parte cieca, 
parte priva di cellule nervose. I mezzi diottrici sono rappresentati 
principalmente dall’iride (diaframma) e dal cristallino (lente 
biconvessa incolore e trasparente), il quale permette l’aumento 
fino a oltre 10 diottrie del potere di rifrazione dell’occhio. 
Inoltre, bisogna citare anche, come mezzi diottrici, l’umor acqueo 
(liquido trasparente e incolore ) e umor vitreo (massa gelatinosa), 
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contenuti rispettivamente nella camera anteriore e nella camera del 
vitreo. 
I recettori della retina svolgono ognuno una funzione diversa: 
infatti, i coni recepiscono i particolari delle immagini e i colori, 
mentre i bastoncelli sono deputati al contrasto tra chiaro e scuro e 
al movimento degli oggetti. 
La visione avviene grazie alla presenza del nervo ottico, il II , 
caratterizzato dal fatto che ha origine dai dodici nervi cranici del 
S.N.C. Tale nervo (bilaterale) è caratterizzato dal suo originarsi 
direttamente dalle fibre assoniche delle cellule multipolari della 
retina e, quindi, non dalle strutture del Tronco Encefalico (bulbo, 
ponte, mesencefalo), dalle quali prendono origine gli altri nervi 
cranici. 
I due nervi ottici, che si originano dai due occhi, penetrano nel 
cranio, dove si uniscono in un incrocio detto chiasma, una 
porzione di sostanza bianca situata davanti all' ipotalamo, nel quale 
le fibre ottiche dell’occhio destro si dirigono verso la porzione 
sinistra dell’emisfero e viceversa. Il campo visivo (Vedi Appendice 
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Fig. 2) è dominato dai settori retinici, che si distinguono in settori 
retinici NASALI (mediali) e settori retinici TEMPORALI 
(laterali). I fasci provenienti dai settori retinici nasali sono gli unici 
crociati e giungono, come quelli dai setti temporali (che non si 
incrociano), ai corpi genicolati da cui parte la radiazione ottica che 
va ai lati della scissura calcarina (in cui ritroviamo l'area visiva 
primaria). Dopo il chiasma ottico, nel cervello, le fibre nervose 
parzialmente incrociate giungono alla parte posteriore, dove si 
trova la zona corticale destinata ai fenomeni della visione. 
Le aree del cervello deputate alla codifica ed alla rielaborazione 
dello stimolo visivo sono le aree corticali di Brodmann 17-18 
indicate come aree primarie della visione e l’area secondaria 19, a 
livello del lobo occipitale. 
 
 
 10
1.3 FISIOPATOLOGIA DELL’UDITO : cenni di anatomia e 
fisiologia dell’udito. 
 
L’organo deputato alla ricezione, amplificazione, trasmissione, 
decodificazione degli stimoli sonori è rappresentato dall’orecchio 
(Vedi Appendice Fig. 3). 
Dal punto di vista anatomico si è soliti suddividere l'orecchio in tre 
parti (Vedi Appendice Fig. 4). 
L’orecchio esterno è costituito dal padiglione auricolare e dal 
condotto uditivo (o meato acustico) esterno.  
L’orecchio medio (Vedi Appendice Fig. 5) è formato dalla cassa 
timpanica. Si tratta di una cavità anatomica ben definita che 
contiene la catena ossiculare (formata da martello, incudine e 
staffa) ed i muscoli endotimpanici (stapedio e tensore del 
timpano). È limitata lateralmente dalla membrana timpanica e 
medialmente dalla parete labirintica, dove hanno sede le finestre 
ovale e rotonda. Comunica posteriormente con l’aditus ad antrum, 
via di accesso alla mastoide ed anteriormente con la tuba di 
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Eustachio che la mette in comunicazione con il rinofaringe.  
L’orecchio interno (Vedi Appendice Fig. 6) è tutto contenuto entro 
la rocca petrosa dell’osso temporale. Risulta costituito da una serie 
di piccole cavità ossee tra loro comunicanti (labirinto osseo) entro 
le quali si modellano delle cavità membranose (labirinto 
membranoso) che sono riempite da un liquido detto endolinfa. 
Le strutture dell’orecchio esterno, quali il padiglione auricolare ed 
il condotto, svolgono la funzione di ricezione del suono e 
permettono che il suono venga trasmesso direttamente alla 
membrana timpanica già amplificato di circa 10dB.  
Nell’orecchio medio, le onde sonore vengono trasmesse alle 
strutture ossee del cavo timpanico. La funzione della catena 
ossiculare (martello-incudine-staffa) permette non solo la 
trasmissione delle vibrazioni sonore dal timpano alla finestra 
ovale, e quindi alla coclea, ma anche l’amplificazione del suono di 
30 dB ,per un totale di amplificazione di circa 40dB dal suono di 
partenza, per il fenomeno fisico del “Cono idraulico”. La funzione 
di tramissione della catena ossiculare è assicurata dall’azione dei 
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muscoli tensori del timpano e del muscolo stapedio. 
Inoltre, un’altra struttura importante dell’orecchio medio è la tuba 
di Eustachio, che si riscontra nella parte anteriore del cavo 
timpanico e svolge le funzioni di ventilazione, drenaggio e difesa 
dell’O.M poiché essa comunica con il rinofarige . 
La struttura dell’Orecchio Interno è rappresentato in primo luogo 
dalla coclea. Tale struttura è impegnata nella trasformazione 
dell’onda meccano-sonora in un segnale elettrico: a livello della 
coclea, l’Organo del Corti esegue la traduzione del segnale sonoro 
in elettrico, permettendo così che l’impulso elettrico sia trasmesso 
alle fibre del nervo cocleare che porta l’informazione sonora 
direttamente alle aree corticali principali del lobo Temporale. 
Anatomicamente, l’Orecchio Interno presenta due porzioni: 
labirinto osseo e labirinto membranoso. 
Il labirinto osseo è formato dal vestibolo, dai tre canali 
semicircolari (situati posteriormente) e dalla chiocciola ossea 
(posta anteriormente); quello membranoso è costituito dal sacculo 
e dall’utricolo (contenuti nel vestibolo), dai tre dotti semicircolari 
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che si aprono nell’utricolo e dalla porzione membranosa della 
chiocciola (vero e proprio organo dell’udito). Tra il labirinto osseo 
e quello membranoso si interpone un liquido detto perilinfa, 
mentre all’interno del labirinto membranoso scorre un liquido che 
prende il nome di endolinfa. 
La coclea ossea (labirinto osseo) è formata da un blocco osso 
conoide, in cui è scavato il canale spirale, che si appoggia ad una 
struttura centrale chiamata modaiolo e che si caratterizza in tre 
giri: giro basale, giro intermedio, giro apicale. 
La coclea membranosa è posta all’interno del labirinto osseo e 
divede quest’ultima in due componenti: superiormente, in una 
scala vestibolare ed inferiormente in una scala timpanica. 
Mediante una membrana connettivale, che va dal margine libero 
della lamina spirale ossea alla parete esterna del canale spirale, la 
membrana di Reissner, viene a formarsi nella scala vestibolare 
un’altra cavità: il canale cocleare.  
La parete inferiore del canale cocleare è, a sua volta, costituita 
prevalentemente da una membrana connettivale, la membrana 
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basilare, su cui poggia l’Organo del Corti, formato dalle cellule 
recettoriali e dalle cellule di sostegno. L’Organo del Corti, vero 
organo neuro-sensoriale uditivo, è posto sopra la membrana 
basilare lungo tutta la chiocciola membranosa ed è percorso 
longitudinalmente da un canale interno triangolare (galleria del 
Corti) delimitato da due pilastri di cellule di sostegno. Tale 
conformazione permette di suddividere l’Organo del Corti in due 
parti, una esterna ed una interna. La parte esterna è caratterizzata 
dalle cellule sensoriali ciliate interne, in numero di 3.500 circa, 
disposte su di un’unica fila, mentre la parte interna presenta cellule 
ciliate esterne in numero di 15.000 circa, disposte su tre file. Le 
cellule ciliate, interne ed esterne, presentano nella parte apicale 
numerose ciglia che contraggono rapporto con la membrana 
tectoria, o membrana elastica, capace di deformarsi con facilità 
sotto la spinta pressoria perilinfatica determinata dalla platina della 
staffa. La base delle cellule ciliate contrae sinapsi con le fibre 
nervose che traggono origine dai neuroni bipolari del ganglio del 
Corti, situato nel modiolo della chiocciola.