Introduzione Prima di iniziare a trattare il tema centrale della mia tesi, è necessario fare una breve premessa su
cosa sia una abilità motoria, su come venga attuato l'apprendimento nei bambini della prima età
scolare, su come migliorarlo al fine di fornire la base teorica sulla quale ho impostato la mia
esperienza.
È facile dare per scontato che il movimento sia alla base della nostra vita e che ogni gesto che
riusciamo a compiere è frutto di un apprendimento acquisito attraverso l'esperienza. Per sottolineare
quanto sia importante questo aspetto basta pensare al fatto che il feto compie alcuni movimenti
quali suzioni, singhiozzi, deglutizioni e addirittura movimenti della testa e degli arti ancora prima di
venire al mondo. Tali movimenti possono sembrare inutili in un ambiente come il grembo materno
in cui il feto non ha certamente bisogno di inghiottire, visto che il nutrimento passa attraverso il
cordone ombelicale, né di muoversi. In realtà in questo periodo il feto sta sperimentando alcuni
pattern motori che gli saranno utili una volta venuto al mondo, in più si muove per non creare
piaghe a causa del contatto costante con la parete interna uterina, proprio come ci si muove durante
il sonno per non tenere sotto pressione sempre la stessa parte del corpo. Il movimento è inoltre il
nostro mezzo di interazione con l'ambiente circostante e sin dall'antichità ci è servito per cercare
nutrimento, costruire ripari, relazionarci con gli altri esseri viventi. Il fatto che le leve del nostro
corpo siano per la maggior parte di terzo tipo, ci dà un indizio su quanto questa affermazione possa
essere veritiera: se da un lato sono svantaggiose per produrre forza, dall'altro ci fanno guadagnare in
mobilità articolare, come a voler significare che siamo fatti per prolungarci al massimo
nell'ambiente in cui viviamo. Le persone che hanno subìto traumi imparano a non dare per scontata
la possibilità di muoversi, di controllare le parti del proprio corpo e di utilizzarle in maniera
funzionale. Questi soggetti imparano che le abilità motorie che sono riusciti ad apprendere nel corso
della vita sono preziosi frutti di numerosi tentativi, di esperienze ed esercizi continui sia
consapevoli che inconsapevoli. Un traumatizzato, ad esempio, può trovare difficoltà semplicemente
nel salire le scale, così come un atleta professionista infortunato può non riuscire ad eseguire un
gesto tecnico per lo sport che pratica. Andremo di seguito a definire cosa sia un'abilità motoria nello
specifico e a gettare le basi per comprendere come sono riuscita a programmare allenamenti in
maniera consapevole ed efficace per i miei giovani allievi.
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COSA è L' ABILITA' MOTORIA?
L' abilità motoria può essere espressa come un compito da eseguire.
In questa definizione troviamo tre sottoinsiemi:
1) Le abilità secondo l'organizzazione del compito 2) Le abilità secondo l'importanza degli elementi cognitivi e motori per svolgere il compito 3)Le abilità secondo il livello di prevedibilità dell'ambiente 1) ABILITA' SECONDO L'ORGANIZZAZIONE DEL COMPITO
In questo gruppo classifichiamo le abilità in:
DISCRETE: il compito è caratterizzato da un inizio e una fine ben definiti e spesso di durata
molto breve. ES. calciare una palla, sparare con un fucile.
SERIALI: è la connessione di diverse abilità discrete connesse in sequenza tra loro. Spesso
in questo tipo di abilità l'ordine di esecuzione delle sequenze è fondamentale per
l'adempimento del compito. ES. guidare la macchina. Durante l'apprendimento di
abilità seriali il soggetto si concentra inizialmente sui singoli elementi del compito. Solo
successivamente sarà in grado di produrre una serie di movimenti come se fossero uno
unico, più ampio.
CONTINUE: non presuppongono un inizio e una fine ben definiti e il flusso dell'azione dura
diversi minuti. ES. nuoto, corsa, pattinaggio.
2) ABILITA' SECONDO L'IMPORTANZA DEGLI ELEMENTI COGNITIVI E MOTORI
ABILITA' MOTORIA: ciò che determina maggiormente il successo di un movimento è la
qualità, mentre gli aspetti percettivi e decisionali del compito passano in secondo piano.
ES. salto con l'asta ABILITA' COGNITIVA: In questo caso invece la decisione o la strategia da seguire sono
più importanti della natura del movimento. ES. Scacchi.
E' difficile trovare una linea di demarcazione tra questi due tipi di abilità. Questo anche perché
spesso anche a chi compie azioni automatizzate, può trovarsi in situazioni in cui deve utilizzare le
proprie conoscenze.
3) ABILITA' SECONDO IL LIVELLO DI PREVEDIBILITÀ' DELL'AMBIENTE
OPEN SKILL: abilità aperta. Viene eseguita in un ambiente variabile e imprevedibile che
costringe il soggetto ad adattare i movimenti in risposta alle dinamiche dell'ambiente.
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CLOSED SKILL: abilità chiusa. Viene eseguita in un ambiente prevedibile o stabile che
consente di pianificare in anticipo i movimenti.
Detto questo, ci chiediamo quali siano le caratteristiche di una esecuzione abile.
Guthrie ci indica tre caratteristiche principali a prescindere dalla classificazione delle abilità:
1) MASSIMA SICUREZZA DI RAGGIUNGERE L'OBIETTIVO: sotto questo aspetto possono
essere considerati abili solo coloro che dimostrano di poter eseguire il compito con un elevate grado
di sicurezza, su richiesta e in modo non casuale.
2) MINIMO DISPENDIO DI ENERGIA: durante un gesto motorio può essere utile conservare il
più alto livello di energia possibile; questo si ottiene anche tramite l'eliminazione di movimenti
involontari o superflui, ma c'è anche un costo mentale nelle azioni che compiamo, e coloro che
hanno automatizzato il gesto ottimizzano le spese energetiche anche da questo punto di vista.
3) TEMPO MINIMO DI MOVIMENTO: la rapidità di un movimento può rivelarsi fondamentale in
attività come il pugilato o la pallacanestro, ma per azioni quali scrivere al computer è utile ridurre il
tempo di esecuzione. Questo può non essere un compito facile, perché con l'aumento della velocità
si va incontro a un maggior numero di errori.
Come si arriva ad ottenere un' azione motoria caratterizzata da questi tre punti?
La risposta è: tramite l' apprendimento .
Il legame tra apprendimento e prestazione motoria è complesso e si può paragonare al dilemma "è
nato prima l'uovo o la gallina?": se è vero che senza apprendimento motorio non può esserci
prestazione motoria, è vero anche il contrario.
L'APPRENDIMENTO IMPLICITO è un fenomeno che mostra ancora più chiaramente la stretta
relazione tra apprendimento e prestazione. Il termine “apprendimento implicito” indica un
miglioramento della capacità di un soggetto di eseguire un'azione corretta come risultato di una
ripetizione di tentativi di esecuzione ed è definito “implicito” in quanto il soggetto non è cosciente
di quali siano le componenti che hanno determinato il miglioramento, ma solo che la ripetizione ha
portato dei vantaggi.
Per chiarezza possiamo sicuramente affermare che la PRESTAZIONE MOTORIA è sempre
osservabile e può essere influenzata da diversi fattori come la motivazione oppure la fatica, mentre
l'APPRENDIMENTO MOTORIO non è sempre osservabile in quanto processo interno che
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migliora con l'esercizio e deducibile osservando la prestazione motoria.
Sia la prestazione che l'apprendimento presentano degli stadi e l'inizio dell'apprendimento è
caratterizzato dal tentativo di chi apprende di farsi un idea del gesto che deve eseguire
(Gentile, 1972) o di comprendere la struttura base della sua coordinazione (Newell 1985).
Nel primo stadio l'esecuzione è notevolmente lenta, imprecisa, instabile, rigida: chi sta imparando
manca di sicurezza e, anche quando il gesto viene compiuto in maniera corretta, il soggetto non si
sente sicuro.
Il gesto appreso a grandi linee può essere raffinato, passando così al secondo stadio
dell'apprendimento. Gentile sostiene che se si tratta di una closed skill: coloro che apprendono
traggono grande vantaggio dalle azioni passate o di cui hanno già avuto esperienza in condizioni
stabili (ad esempio i giocatori di bowling).
Se si tratta invece di una open skill i movimenti si perfezionano meglio in condizioni diversificate
(calciatori).
Solo alcuni soggetti, dopo una notevole quantità di esercizio, giungono allo stadio definito
autonomo (Fitts e Posner), ovvero lo stadio in cui i movimenti sono praticamente automatici.
Sicuramente possiamo imparare molto sull'apprendimento osservando i bambini ed è capitato a me
personalmente svariate volte durante l'esperienza di insegnante di educazione motoria e minivolley.
I bambini con cui lavoro frequentano tutti le elementari e sono quindi da inserirsi nella categoria
della prima età scolare , un periodo caratterizzato da un comportamento motorio molto irruento che
si regolarizza progressivamente fino a diventare normale. Il loro interesse per lo sport è entusiastico,
inoltre presentano un buon equilibrio psichico, spensieratezza, capacità di acquisire rapidamente
nuove conoscenze ed abilità. I presupposti fisici dei giovani allievi sono buoni in quanto
normalmente sono piccoli e leggeri e presentano un buon rapporto tra forza e leve, per contro la loro
rapidità di apprendimento non va di pari passo con la capacità di fissare i movimenti già appresi. I
processi di eccitazione a livello nervoso centrale sono prevalenti rispetto a quelli di controllo e
questo rende difficile conservare i circuiti motori. Quanto di nuovo viene appreso, deve quindi
essere ripetuto un numero sufficiente di volte se si vuole che venga integrato in maniera stabile nel
repertorio motorio dei bambini.
I bambini usano per imparare prevalentemente l'osservazione e l'imitazione, anche al di fuori
dell'ambito sportivo; osservando un gruppo di bambini giocare, vedremo infatti che si cimenteranno
su qualcosa che hanno visto fare ad adulti oppure ad altri bambini e decideranno poi se continuare i
loro tentativi a seconda se quello che stanno facendo li gratifica in qualche modo.
In altri termini, per perseverare nella ricerca di un' azione il bambino deve trovarla piacevole,
oppure deve essere incoraggiato, in ogni caso deve trarre una sensazione positiva.
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Persino un compito relativamente semplice come salire e scendere da uno scivolo ci mostrerà
diversi gradi di apprendimento: inizialmente il bambino sarà insicuro e potrà anche avere paura
(primo stadio), ma una volta che avrà imparato a compiere l'azione a grandi linee la ripeterà fino a
raffinarla (secondo stadio) e quando diventerà automatica (terzo stadio) cercherà da solo delle
varianti, dei modi diversi di eseguire quella stessa azione e dei nuovi stimoli.
Osservare i bambini ci ricorda che anche l'apprendimento segue una logica: va sempre dal semplice
al sofisticato ed è rispettando questo criterio che si deve insegnare, se vogliamo che l'apprendimento
sia efficace.Gli adulti, rispetto ai bambini sono avvantaggiati perché hanno tutta una serie di
esperienze pregresse, ma anche loro iniziano partendo da abilità di base, incorporano gradualmente
i dettagli più importanti che permettono di eseguire il gesto con miglior precisione poi, una volta
acquisito, variano modalità di esecuzione.
In qualità di insegnante, il mio approccio alla prestazione motoria e all'apprendimento dei soggetti
con cui ho a che fare deve essere basato su delle informazioni di base.
L'educatore e umanista Arthur Combs ci ricorda che per ottenere queste informazioni dobbiamo
porci delle domande che ci permettono di ottenere il nostro scopo.
CHI?
Dobbiamo considerare il soggetto a cui è richiesto di eseguire l'abilità, per esempio
dobbiamo sapere se è un bambino, un adulto, un anziano, un atleta o un sedentario, quali
sono le sue capacità innate, le sue caratteristiche fisiche, le sue esperienze pregresse, la sua
motivazione e se ha degli handicaps.
CHE COSA?
Dobbiamo considerare il compito che deve essere eseguito, identificare la sua natura, capire
se richiede delle buone capacità senso-percettive, oppure velocità o forza e quale di queste
in maggior misura.
DOVE?
Dobbiamo considerare non solo il luogo fisico (palestra, parco), ma anche se ci sono
pressioni temporali o presenza di un pubblico.
Un approccio di questo tipo, basato sulla situazione che ci troviamo ad affrontare, mostra che ci
sono molteplici aspetti nello stesso compito,e quindi diverse soluzioni possibili che devono essere
sperimentate.
La soluzione migliore tra le tante è quindi quella più sostenibile nel momento contingente.
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LE DIFFERENZE INDIVIDUALI E LE CAPACITA' MOTORIE.
Per capire quanto siano diversi i soggetti l'uno dall'altro basta guardarsi intorno e considerare che le
differenze fisiche che vediamo a occhio nudo possono essere tante quante le differenze nelle
capacità motorie.
Le CAPACITA' MOTORIE sono i tratti stabili e duraturi, generalmente non numerosissimi, per la
maggior parte determinati geneticamente e che stanno alla base di molte abilità.
Si può fare un esempio molto chiaro utilizzando un'analogia: poniamo che le capacità siano come
una scatola di attrezzi che ciascuno di noi eredita alla nascita. I soggetti utilizzano queste capacità
per eseguire l'infinito numero di compiti che devono affrontare nella vita ed ogni capacità è
progettata per un particolare tipo di lavoro così come ogni attrezzo è stato progettato per eseguire
una funzione. Ciascun movimento o compito particolare richiede un certo gruppo di capacità e così
le persone le combinano le loro per i diverti compiti.
TABELLA RIASSUNTIVA DELLE CAPACITA' 6
Le ABILITA' sono tratti che vengono sviluppati con l'esercizio e sempre tramite l'esercizio possono
essere modificate o migliorate. Proprio per questo sono più numerose delle Capacità sebbene si
basino su esse.
In un gruppo di bambini, si notano subito le differenze: ci sono bambini molto veloci, che però
possono non essere perfettamente coordinati. Mi sono spesso trovata a lavorare con un bambino che
era molto rapido nella corsa, ma poco abile nell'eseguire correttamente e alla stessa velocità
l'esercizio del tip-tap, che richiede coordinazione motoria degli arti inferiori. Inizialmente ho dovuto
lavorare sul processo di coordinazione del tip tap, in maniera lenta e una volta acquisito ed
automatizzato il movimento, il bambino ha potuto diventare veloce nel tip- tap così come nella
corsa. Con questo metodo, l'allievo è arrivato al punto di sfruttare una sua capacità innata, la
velocità, per svolgere un compito di abilità (acquisita).
I bambini devono sperimentare nei primi anni di vita un ampio spettro di attività motorie, in modo
che le loro capacità emergano e così da essere indirizzati verso l' attività che più gli si confa e che
comporterà un maggior divertimento e una maggiore gratificazione che sono elemento
fondamentale per l'apprendimento.
I genitori degli allievi, devono essere sempre incoraggiati in questo senso e ad essere flessibili e non
sorprendersi se il loro bambino esegue meglio alcune attività in un'età più giovane piuttosto che in
una più avanzata. I fattori che possono influenzare la prestazione del bambino sono infatti motlo
numerosi TABELLA ESPLICATIVA SUI FATTORI DI DIFFERENZA INDIVIDUALE CHE POSSONO
CONTRIBUIRE ALLE DIFFERENZE NEL MOVIMENTO DELLE PERSONE.
ATTITUDINI Aperto,chiuso,indifferente alle nuove esperienze TIPO SOMATICO Tarchiato,alto,basso,magro,muscoloso,rotondo STATO EMOTIVO Eccitamento, noia, paura,gioia STILE DI APPRENDIMENTO Visivo, verbale, cinestetico LIVELLO DI MATURAZIONE Immaturo, intermedio, maturo CAPACITA' Destrezza, resistenza RETROTERRA CULTURALE Etnia, religione, stato socio-economico LIVELLO DI MOTIVAZIONE Basso, medio, alto ESPERIENZE SOCIALI PREGRESSE Uno a uno, piccolo gruppo, grande gruppo
ESPERIENZE MOTORIE PREGRESSE Ricreative,educative,competitive 7