Carmelo Tatano
delle parole o la capacità di eseguire addizioni seguiranno altri apprendimenti tradizionali che
saranno utili nella vita. Spesso un bambino con un ritardo mentale impara a leggere le parole,
ma non a comprendere le frasi. Impara a conoscere i numeri, ma non sa usarli nella vita di
tutti i giorni. Per questo egli ha bisogno di una programmazione che tenga conto di certi suoi
limiti e che, invece di insegnare generiche abilità scolastiche che si imposti su una didattica
centrata su abilità funzionali.
Nella tesi che segue, il soggetto preso in considerazione è un disabile con un ritardo
mentale lieve. Per questo ragazzo, il ruolo delle autonomie sociali assumono un’importanza
notevole, in quanto lo rendono meno dipendente dall’assistenza e dall’aiuto continuo di un
adulto, favorendo di conseguenza la sua integrazione socio-scolastica.
Nella prima parte della tesi è stata fatta una breve trattazione sul ritardo mentale, al fine
di aver un quadro più preciso delle disabilità cognitive. Tali disabilità sono state analizzate
per evidenziare le problematiche che queste creano nelle variabili del processo di
apprendimento (attenzione, motivazione, memoria, ecc.). Di queste variabili ne è stata
analizzata una, la memoria.
Dopo aver dato una definizione di memoria, si è cercato di capire qual è la struttura
della stessa, quali sono i sistemi di immagazzinamento e in specifico che cos’è la memoria a
breve termine.
Ricordiamo che una concezione corrente della memoria a breve termine è che essa
funzioni come una memoria responsabile della sistemazione e della manipolazione del
materiale durante lo svolgimento di altri compiti come il ragionamento, la lettura o il calcolo
mentale. In quest’ottica, i deficit di questo sistema possono avere conseguenze a livello delle
sviluppo delle altre capacità.
Nella seconda parte della tesi, dopo aver fatto un’anamnesi del caso e la
programmazione, relativa alle finalità ed obiettivi generali fatta nel corrente anno scolastico,
al fine di realizzare l’inserimento dell’alunno, è stata scelta nell’attività di tirocinio svolta
un’area di attività didattica che è quella dell’anatomia e fisiologia degli animali domestici per
la stesura di una Unità Didattica.
L’unità didattica riguarda l’anatomia e la fisiologia del cuore di un bovino, essa rientra
nella programmazione dell’insegnante curricolare ed è stata elaborata in maniera idonea alle
abilità del ragazzo. Seguendo lo stesso percorso di studi dei compagni si insegnano al ragazzo
i normali contenuti disciplinari, nonché si potenziano le abilità sociali e di interazione
personale.
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1. - Ritardo mentale
La persona con ritardo mentale rappresenta un vero e proprio “universo”, ossia una
commistione di soggettività, fattori biologici, psicologici e sociali. Non esiste a riguardo una
definizione universale, ma delle concezioni sulle quali si riflettono le convinzioni culturali di un
dato contesto sociale.
Oggi per ritardo mentale si intende una condizione di disabilità caratterizzata da
significative limitazioni nel funzionamento intellettivo e nel comportamento adattivo,
manifestato attraverso le abilità concettuali o cognitive, sociali e pratiche. Tali disabilità
insorgono prima dei 18 anni
1
.
Esso condiziona la vita di una persona poiché è il risultato di una o più condizioni di
alterazione dello sviluppo cognitivo ed adattivo, che determinano una condizione umana
abbastanza disagiata la quale, alla luce delle attuali conoscenze ed emendamenti legislativi,
necessità di particolare attenzione e impegno sia per quanto concerne gli aspetti diagnostico-
riabilitativi sia per quelli socio-ambientali.
2
Il fenomeno del ritardo mentale è stato variamente definito e caratterizzato dalle culture e
dai vari momenti storici che si sono succeduti; facendo un passo indietro nel tempo e
precisamente a partire dal medioevo esso non fu più considerato come una malattia mentale;
infatti, a quei tempi, si era soliti credere che tutte le persone malate mentali erano possedute dal
demonio per questo dovevano essere allontanate dalla società.
Successivamente, con l’evolversi della civiltà e della società l’atteggiamento nei confronti
di queste persone cominciò a cambiare e fu proprio alla fine del Seicento con alcuni autori come
Locke, Pinel ed Esquirol che si tentò di differenziare il ritardo mentale da altre malattie. Intorno
alla prima metà dell’Ottocento Itard e Seguin riportarono le prime esperienze riconducibili al
trattamento del ritardo mentale da una prospettiva definibile di tipo educativo.
Altri passi significativi si ebbero nella seconda metà del diciannovesimo secolo sia dal
punto di vista medico – biologico che psicologico, infatti, gli studi si basarono sull’analisi e sul
confronto delle persone con ritardo mentale con quelle normali della stessa età. A partire dal
ventesimo secolo furono utilizzati per la diagnosi del ritardo mentale i test intellettivi; i primi
furono elaborati da Binet e Simon, in seguito altri furono proposti da Terman, Wechsler e Raven,
i quali diagnosticarono il ritardo mentale sulla base del QI (quoziente intellettivo).
Diverse sono state le definizioni elaborate e rielaborate durante tutto il 1900, una delle
ultime e più accreditate è stata fornita dall’American Association on Mental Retardation
1
Sito internet – www.segretariatosociale.rai.it/codici/ritardo_mentale/UNO.HTM
2
S. BUONO – Il ritardo mentale alla luce delle recenti tassonomie - dispensa del corso di Neuropsichiatria
infantile.
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(AAMR), nata nel 1992 da Luckasson et altri: “Il ritardo mentale si riferisce a sostanziali
limitazioni nel funzionamento attuale. E’ caratterizzato da un funzionamento intellettivo
significativamente al di sotto della media, che coesiste con concomitanti limitazioni in due o più
delle seguenti aree di abilità adattive: comunicazione, cura di sé, abilità domestiche, abilità
sociali, uso delle risorse della comunità, autodeterminazione, salute e sicurezza, capacità di
funzionamento scolastico, tempo libero, lavoro. Il ritardo mentale si manifesta prima dei 18
anni”.
In questa definizione viene evidenziato il fatto che in linea generale il limitato
funzionamento adattivo-cognitivo è maggiormente influenzato dall’ambiente e dalla comunità
che non dalle menomazioni cognitive stesse. Il funzionamento intellettivo viene misurato sulla
base del QI ricavato da test di intelligenza standardizzati somministrati soggetto per soggetto.
Sulla loro base si può diagnosticare il ritardo mentale, quando il QI risulti significativamente
sotto la media. Inoltre, esso può essere individuato, quando vengono riscontrati deficit in almeno
due aree che riguardano le capacità adattive utili per poter svolgere una vita sufficientemente
autonoma. Infine, esso si manifesta prima dei 18 anni di età.
1.1. - Fattori predisponenti
I fattori etiologici possono essere primariamente biologici o primariamente psicosociali, o
una combinazione di entrambi. In circa il 30-40% dei soggetti giunti all'osservazione clinica, non
può essere determinata un'etiologia chiara per il Ritardo Mentale nonostante gli intensi sforzi
diagnostici. I principali fattori predisponenti includono:
¾ ereditarietà (circa il 5%): questi fattori includono errori congeniti del metabolismo
trasmessi soprattutto per via autosomica recessiva (per es., malattia di Tay-Sachs),
altre anomalie di un singolo gene a trasmissione mendeliana e ad espressività
variabile (per es. sclerosi tuberosa), e aberrazioni cromosomiche (sindrome di
Down dovuta a traslocazione, sindrome dell'X fragile);
¾ alterazioni precoci dello sviluppo embrionale (circa il 30%): questi fattori
includono mutazioni cromosomiche (per es., sindrome di Down dovuta a trisomia
21) o danni prenatali dovuti a sostanze tossiche (per es., uso di alcool da parte
della madre, infezioni);
¾ problemi durante la gravidanza e nel periodo perinatale (circa il 10%): questi
fattori includono la malnutrizione del feto, la prematurità, l'ipossia, infezioni
virali o altre infezioni, e traumi;
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¾ condizioni mediche generali acquisite durante l'infanzia o la fanciullezza (circa il
5%): questi fattori includono infezioni, traumi, e avvelenamenti;
¾ influenze ambientali e altri disturbi mentali (circa il 15-20%): questi fattori
includono la mancanza di accudimento e di stimolazioni sociali, verbali, o di altre
stimolazioni, e disturbi mentali gravi (per es., Disturbo Autistico).
1.2. - Reperti dell'esame fisico e condizioni mediche generali associate
Non vi sono caratteristiche fisiche specifiche di personalità e di comportamento associate
col Ritardo Mentale. Quando il RM fa parte di una specifica sindrome, saranno presenti le
caratteristiche cliniche di quella sindrome. Più grave è il Ritardo Mentale (specie se è grave o
gravissimo), più alta è la probabilità di condizioni neurologiche (per es. convulsioni),
neuromuscolari, visive, uditive, cardiovascolari, e di altre condizioni.
Alcuni soggetti con RM sono passivi, tranquilli e dipendenti, mentre altri possono essere
aggressivi ed impulsivi. La mancanza di capacità di comunicazione può predisporre a
comportamenti dirompenti e aggressivi, che sostituiscono la comunicazione verbale. Alcune
condizioni mediche generali associate col RM sono caratterizzate da determinati sintomi
comportamentali. I soggetti con RM possono essere esposti allo sfruttamento da parte di altri o
alla negazione di diritti e di opportunità.
I disturbi mentali più comunemente associati sono:
a. il disturbo da deficit di attenzione/iperattività;
b. i disturbi dell’umore;
c. i disturbi generalizzati dello sviluppo;
d. il disturbo da movimenti stereotipati;
e. i disturbi mentali dovuti ad una condizione medica generale.
Le procedure di valutazione intellettiva devono riflettere un’adeguata attenzione al
retroterra etnico o culturale del soggetto, di solito usando test in cui le caratteristiche salienti del
soggetto sono rappresentate nel campione di standardizzazione del test o impiegando un
esaminatore che ha familiarità con gli aspetti del retroterra etnico o culturale del soggetto.
Per fare diagnosi di ritardo mentale si richiede sempre una valutazione individualizzata. La
prevalenza del RM dovuto a fattori biologici conosciuti è simile nei bambini appartenenti alle
classi socio-economiche superiori ed inferiori, ad eccezione di certi fattori etiologici legati allo
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