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INTRODUZIONE
Oggi giorno, quando si acquista un qualsiasi apparecchio elettrico o elettronico, come per
esempio una lavatrice, un cellulare, un computer o altro non si pensa cosa fare con
l’apparecchio vecchio, sostituito da quello nuovo appena comprato, non si riflette se questo
apparecchio nuovo possa causare dei danni alla persona o all’ambiente. Emerge evidente
che questi aspetti ormai sono considerati risolti nella normale percezione grazie alle
rilevanti riforme avvenute negli anni passati, che probabilmente è stato il progetto più
grande mai affrontato dall’industria elettrica ed elettronica, aggiustando aspetti di
fondamentale importanza come per esempio la pericolosità dei prodotti e l’impatto sulla
salute delle persone e sull’ambiente, soprattutto nella consapevolezza della necessità di
proseguire quanto iniziato ca. 10 anni fa con le due direttive ROHS (1) e WEEE (2). A
fronte di una simile situazione è bene ricordare le implicazioni che hanno comportato
l’applicazione delle direttive ROHS (1) e WEEE (2), quale conseguenze risultano da esse e
gli sviluppi che hanno avuto a livello globale. Nel seguito si elaboreranno i singoli aspetti
delle direttive ROHS (1) e WEEE (2) in quanto complementari.
L’elaborazione è divisa in cinque parti. La prima parte si occupa delle direttive ROHS (1) e
WEEE (2), il loro collegamento, la motivazione delle direttive, i loro campi
d’applicazione, con qualche cenno ad altre direttive emanate nello stesso periodo, finendo
con una relazione riferita all’attuazione in Italia. La seconda parte è dedicata ai soggetti
coinvolti, riferito sia all’ente d’emissione, sia ai soggetti ai quali sono rivolte le direttive
ROHS (1) e WEEE (2). La terza parte tratta la materia, oggetto delle direttive ROHS (1) e
WEEE (2), spiegando i significati delle terminologie utilizzate, indicando le esenzioni, le
certificazioni richiesti, le conseguenze sugli aspetti produttivi, i controlli, le sanzioni, la
gestione dello smaltimento e i rischi. La quarta parte si riferisce agli strumenti e forme di
partecipazione nella tutela dell’ambiente. La quinta parte è rivolta all’evoluzione e
conseguenze delle direttive ROHS (1) e WEEE (2) successivamente all’entrata in vigore
delle stesse, facendo una panoramica su alcuni paesi nel mondo per evidenziare la
situazione globale, concludendo con la normazione successiva. Sarà così completato il
nuovo quadro legislativo di riferimento per l’intera filiera dei soggetti comprendendo i
produttori, gli importatori, i rivenditori, gli utenti finale e i gestori per lo smaltimenti dei
rifiuti delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, non dimenticando gli operatori
necessari per la movimentazione e stoccaggio degli stessi e i relativi imballaggi.
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Capitolo Primo
I PRINCIPI
1. La nozione
La sempre crescente tendenza di rivolgersi come consumatore al mercato globale, di
utilizzare prodotti elettronici ed elettrici di breve durata e la continua ricerca di un
maggiore benessere comportano degli aumenti sia in termini di produzione sia in termini di
scarti. Da questo risulta una maggiore necessità di utilizzare le risorse disponibili. Le
fabbriche eseguono degli ampliamenti su territori per aumentare la loro capacità produttiva
e le discariche a loro volta si devono attrezzare per far fronte alla raccolta degli scarti e
rifiuti con quantità sempre crescenti. Entrambi si devono confrontare con il maggiore
rischio di un inquinamento ambientale e cercare delle soluzioni per evitare detto rischio.
Fino a poco tempo fa la materia dei rifiuti e la loro gestione non era stata preso molto in
considerazione. C’erano alcune leggi isolate nell’intento di fare ordine nella gestione dei
rifiuti urbani lasciando la gestione dei rifiuti rimanenti alla discrezione amministrativa
locale. Solo negli ultimi anni la questione dei rifiuti ha vissuto una rapida evoluzione. In
parallelo è cresciuta una coscienza pro ambiente e la ricerca di evitare degli inquinamenti
già partendo dalla fonte, non utilizzando nelle apparecchiature elettroniche ed elettriche
certe sostanze inquinanti e difficilmente riciclabili. Tale tendenza non si limita solo
all’ambito italiano. Anche gli altri Stati membri della Comunità Europea hanno notato le
stesse esigenze di ridurre l’utilizzo della quantità delle sostanze pericolose nel processo
produttivo e nei prodotti finali. A fronte l’emanazione d’alcune direttive comunitarie in
materia dell’ambiente, le legislazioni dei singoli stati hanno provveduto alla regolazione
della materia delle sostanze pericolose e dello smaltimento dei rifiuti emanando leggi o
disposizioni amministrative alla restrizione dell’uso delle sostanze pericolose nelle
apparecchiature elettroniche o elettriche. Le differenze e la disparità tra le leggi o le
disposizioni amministrative adottati dagli stati membri potrebbero creare degli ostacoli alla
libera commercializzazione dei prodotti e incidere sulla concorrenza nell’Unione Europea,
avendo così riflessi anche sul mercato interno. La situazione ha reso necessario stabilire
delle norme uniforme per tutti gli stati nel campo dell’utilizzo di certe sostanze pericolose
e nel ricupero, riciclaggio e smaltimento delle apparecchiature elettroniche ed elettriche.
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L’obbiettivo da raggiungere è uno sviluppo eco sostenibile cambiando il modo di
produzione, del consumo e del comportamento, riducendo lo spreco di risorse naturali e di
prevenire l’inquinamento. Affrontando questi criteri il Parlamento Europeo ed il Consiglio
Europeo hanno elaborato due direttive per regolare l’uso delle sostanze pericolose e lo
smaltimento degli rifiuti, comunemente nominate ROHS (1) e WEEE (2). La direttiva
ROHS (1) è un acronimo proveniente dall’inglese “Restriction of Hazadous Substances” e
significa limitazione delle sostanze pericolose. Tale termine si riferisce alla Direttiva
2002/95/EC (1), emessa dall’Unione Europea, che restringe l’uso di determinati materiali
pericolosi contenuti nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche e prescrive la relativa
realizzazione in diritto nazionale. La direttiva è stata approvata il 27 gennaio 2003 ed è
diventata obbligatoria per tutti stati membri dal 1° luglio 2006. A partire da tale data tutti i
prodotti d’importazione ed esportazione riferito al mercato dell’Unione Europea devono
adempiere alle prescrizioni alla ROHS (1). La ROHS (1) è strettamente collegata con la
direttiva 2002/96/CE (2), detta WEEE, dall’inglese “Waste from Electrical and Electronic
Equipment” conosciuta in Italia come RAEE – Rottamazione d’Apparecchiature Elettriche
ed Elettroniche (AEE), applicabile anche essa ai prodotti in circolazione sul mercato
europeo e regola il riciclaggio e recupero delle apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Anche la direttiva WEEE (2), come la direttiva ROHS (1), è stata adottata il 27 gennaio
2003 dal Parlamento Europeo e dal Consiglio ed è diventata obbligatoria dal 1° luglio
2006. Riferito all’articolo 9 della direttiva WEEE (2) relativo al finanziamento dei rifiuti
delle apparecchiature elettroniche ed elettriche è stato elaborato dal Parlamento Europeo e
dal Consilio la direttiva 2003/108/CE (3). Le tre direttive sono state recepite in Italia con il
decreto legislativo 25 luglio 2005, n. 151 (4) “Attuazione delle direttive 2002/95/CE,
2002/96/CE e 2003/108/CE relative alla riduzione dell’uso di sostanze pericolose nelle
apparecchiature elettriche ed elettroniche, nonché allo smaltimento dei rifiuti”. Accanto
alla ROHS (1) e alla WEEE (2) è stata di recente approvata la direttiva quadro 2005/32/CE
del 06/07/2005 denominata EUP (Energy using Products) (6). La EUP prevede di imporre
ai produttori di progettare prodotti in modo da attenersi ai criteri di rispetto ambientale e
risparmio energetico, ottenendo prodotti con impatti ambientali ridotti durante tutto il ciclo
di vita del prodotto compreso anche il relativo riciclo e smaltimento. Questa direttiva
comprende sia le fasi di progettazione e produzione sia le fasi d’utilizzo e smaltimento. La
tendenza alla sempre crescente attenzione alla protezione ambientale, negli anni precedenti
o immediatamente dopo alle direttive ROHS (1) e WEE (2) ha comportato l’emanazione di
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molte leggi e direttive anche per altre famiglie di prodotti ritenuti dannosi. Ricordiamo per
esempio per gli imballaggi le direttive 94/62/CE (7), 67/548/CEE (8), per gli imballaggi
degli alimenti la direttiva 13/2004/CE (9), per le pile e le batterie la direttiva 91/157/CE
(10), per il cadmio la direttiva 76/769/CEE (11), per il settore dell’automobile le direttive
2004/104/CE (12), 2005/78/CE (13) (emissione gas), 2005/64/CE (14) (riusabilità,
riciclabilità) e 2000/53/CE (15) (veicoli fuori uso). Qui ci limitiamo ad analizzare le
direttive ROHS (1) e WEEE (2).
2. Le teorie
Considerando la notevole quantità di rifiuti prodotti ogni anno nella Comunità Europea e il
ritmo allarmante di aumento del consumo dell’usa e getta sopratutto nel settore elettronico
ed elettrico con il rischio di svuotare completamente le risorse disponibili. Le difficoltà
economiche a livello globale attualmente in atto non hanno fermato la tendenza del
consumo sempre più veloce. Anzi il settore elettronico ed elettrico è il più produttivo e in
continua crescita, comportando l’invecchiamento precoce delle apparecchiature
elettroniche ed elettriche e così un rapido aumento dei rifiuti elettronici, la loro crescita e la
notevole quantità iniziano ad assumere delle dimensioni preoccupanti. Inizialmente i paesi
industrializzati hanno cercato di non considerare la problematica della situazione e solo
dopo aver saturato le discariche e gli impianti di smaltimento di rifiuti solidi urbani i
governi sono stati costretti all’azione. Le sostanze vietate dalla ROHS (1) sono rischiose
per l’ambiente, inquinano le discariche e sono pericolosi in termini professionali per
l’esposizione durante la fabbricazione. Fino a qualche tempo fa i sistemi di protezione
ambientale concentravano interessi ed attenzione principalmente sugli impianti ed i danni
causati dagli insediamenti ed apparati industriali delle attività produttive. Le due direttive
ROHS (1) e WEEE (2) invece si focalizzano sui danni ecologici che possono essere
provocati dai prodotti elettrici ed elettronici finiti, pertanto si dovrà verificare che le unità
produttive svolgono le loro attività senza arrecare danni all’ambiente e alle persone e che
abbiano predisposto le opportune misure di sicurezza. Inoltre è necessario garantire che i
prodotti realizzati con sostanze sostitutive sono sicuri nell’utilizzo per il quale sono
destinati, come per esempio la tenuta delle saldature senza piombo oppure nella
produzione dei cavi elettrici l’eliminazione delle fiamme tossiche causata dagli additivi
ritardanti di fiamma, ma nel contempo non devono essere dannosi all’ambiente sia nel
corso della loro utilizzazione sia nella fase si smaltimento a fine vita.
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Contemporaneamente i singoli particolari e componènti non possono contenere le sostanze
ritenute pericolose. Durante il ciclo di una vita di un prodotto la direttiva ROHS (1) copre
le fasi di progettazione e produzione mentre la WEEE (2) riguarda l’utilizzo e la gestione
della fine vita. Negli anni precedenti alle direttive ROHS (1) e WEEE (2), ogni stato
dell’Unione Europea aveva adottato leggi o disposizioni amministrativi propri per la
regolazione delle sostanze pericolose e dello smaltimento rifiuti. Ogni stato membro
gestiva autonomamente e in modo proprio sia l’utilizzo delle sostanze pericolose sia lo
smaltimento dei rifiuti. In questa situazione era facile incontrare delle incongruenze che
comportavano difficoltà nella commercializzazione dei prodotti fabbricati per quanto
riguarda sia l’esportazione sia l’importazione, perché spesso uno stato membro prevedeva
delle restrizioni maggiori rispetto un altro, oppure sostanze permesse in uno stato membro,
erano vietati in un altro. Con il passare il tempo questa situazione poteva avere anche delle
conseguenze sul mercato interno. Di conseguenza si è reso necessario avvicinare le
legislazioni dei singoli stati membri, unificare le legislazioni e creare una normazione
idonea a garantire la protezione della salute umana e lo smaltimento dei rifiuti delle
apparecchiature elettroniche ed elettriche ecologicamente corretto. Con l’introduzione
delle due direttive della Comunità Europea le vecchie leggi o le disposizioni amministrativi
d’ogni stato membro della Comunità Europea sono state sostituite dalle direttive ROHS (1)
e WEEE (2), e trattandosi di una direttiva, ogni stato membro dell’Unione Europea ha
l’obbligo di adottare le proprie politiche di applicazione usando la direttiva come guida.
Escluso per le applicazioni elencate nell’allegato della direttiva ROHS (1), gli stati membri
avevano la possibilità di mantenere le proprie leggi e/o disposizioni amministrative fino al
1° luglio 2006, data alla quale dovevano adottare la presente direttiva.
3. I riferimenti
3.1 La direttiva ROHS
La Direttiva 2002/95/CE (1), detta ROHS, sulla restrizione dell’uso di determinate
sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche, impone la necessità di
ridurre l’utilizzo e la presenza delle sei sostanze dichiarate pericolose nei prodotti e durante
i processi di produzione. Queste disposizioni valgono per la produzione di nuove
apparecchiature elettroniche ed elettriche, escludendo così i pezzi di ricambio per le
riparazioni delle apparecchiature elettriche ed elettroniche e il reimpiego delle
apparecchiature elettriche ed elettroniche immesse sul mercato prima del 1° gennaio 2006.