7
Introduzione
La Repubblica del Cile è oggi uno fra i paesi più ricchi dell’America Latina. Il sistema
politico democratico e istituzionale gode di grande stabilità, il PIL pro capite PPA
1
supera i ventimila dollari annui e a partire dall’anno 2009 il paese è entrato a far parte a
pieno titolo della OECD (Organisation for Economic Co-operation and Development),
stabilendo un record all’interno del Cono Sud. Il suo Indice di Sviluppo Umano è
classificato come “molto elevato” e si prevede che entro i prossimi cinque anni il PIL
pro capite raggiungerà probabilmente i venticinquemila dollari. Raggiunto questo
traguardo la nazione potrà essere annoverata fra i “paesi sviluppati”
2
.
Perché ciò è avvenuto anche considerando che nel 1990 tale valore era di poco superiore
ai quattromila dollari? Per confronto il Brasile, uno dei BRICS, passa negli stessi anni
solamente da 6.622 a 15.893 dollari
3
.
Il Cile è fra i paesi con più accordi commerciali al mondo e attualmente il primo del
Cono Sud, possiede venticinque accordi vigenti con sessantaquattro paesi che
racchiudono il 64,1% della popolazione mondiale e costituiscono l’86,3% del PIL
mondiale. Grazie a questi accordi nel 2015 il 93,5% delle esportazioni cilene e più del
91% delle importazioni sono state realizzate in mercati verso i quali si hanno accordi
commerciali
4
. La nazione è inserita nelle nuove dinamiche economiche globali: è stata
la prima del Cono Sud a entrare a far parte del Foro APEC, il 40% delle esportazioni
nazionali si dirigono oggi in Asia e il primo partner commerciale del paese è la
Repubblica Popolare Cinese, davanti a Stati Uniti e Unione Europea. La recente firma a
conclusione delle negoziazioni per il mega accordo commerciale TPP (Trans Pacific
Partnership) riflette la politica estera del paese che continua ancora nell’apertura
all’estero.
È questa la chiave di volta dello sviluppo cileno?
I dati sulla situazione economica attuale cilena non possono che sorprendere in positivo
se si pensa che fino alla fine degli anni ottanta il Cile si trovava sotto una dittatura
1
Parità di Potere d’Acquisto in dollari US all’anno 2011.
2
Niccolò Locatelli, “La sfida del Cile: diventare il primo paese sviluppato dell’America Latina”, Limes,
10 marzo 2014. Testo disponibile al sito: http://www.limesonline.com/la-sfida-del-cile-diventare-il-
primo-paese-sviluppato-dellamerica-latina/58990 (consultato il 5 Maggio 2016).
3
World Bank Data, http://data.worldbank.org/indicator/NY.GDP.PCAP.PP.CD (consultato il 9 Giugno
2016).
4
“El Mercurio”, 14 Marzo 2016, Envíos de Chile a Mercosur se triplicaron y a la Alianza del Pacífico se
deuplicaron en 12 años. http://impresa.elmercurio.com/Pages/NewsDetail.aspx?dt=2016-03-
14&dtB=14-03-2016%200:00:00&PaginaId=16&bodyid=2 (consultato il 10 Giugno 2016).
8
militare, l’economia aveva avuto bassi tassi di crescita durante gli anni settanta e aveva
risentito della crisi del debito estero che nel 1982 colpì tutta la regione. Sorprende
ancora di più se pensiamo alla storia economica della Repubblica cilena che per più di
un secolo si è basata su un’economia monoproduttiva votata all’esportazione con
conseguente forte esposizione alle crisi e alle fluttuazioni dei prezzi internazionali.
Anche il passato coloniale non era stato glorioso, il paese era la colonia più isolata
dell’impero spagnolo e si caratterizzava per essere una delle zone più povere del
vicereame del Perù. Infatti è oggi il paese più australe del mondo assieme all’Argentina
e si estende in lunghezza per oltre 4000 chilometri, mentre in larghezza non supera di
media i 200 chilometri. È un paese piuttosto isolato perché al confine settentrionale si
estende il deserto di Atacama, una delle zone più aride del mondo. Nel confine orientale
c’è la cordigliera delle Ande, la catena montuosa più lunga del mondo, con un’altezza
media di circa 4000 metri. All’estremo Sud del paese ci sono i ghiacciai perenni della
Patagonia. Nel confine occidentale abbiamo invece un “deserto di acqua”: l’oceano
Pacifico, il più grande del mondo.
A partire dal 1990 il paese ritorna ad avere un regime democratico stabile e a oggi si
sono succeduti sei governi e l’ultimo deve ancora concludersi. Negli anni successivi al
ritorno della democrazia la classe politica cilena ha diretto i propri sforzi a rompere
l’isolamento internazionale degli anni della dittatura, agendo sul piano politico e
diplomatico. Il paese ha assunto un nuovo atteggiamento propositivo e di dialogo sia
nell’ambito regionale sia continentale e mondiale. I governi cileni hanno ambito a
cogliere le opportunità di un nuovo contesto internazionale apertosi dopo la Guerra
Fredda, ricercando un inserimento efficace nella globalizzazione e nel nuovo assetto
mondiale. Questa spinta verso l’inserimento internazionale è stata attuata tenendo
sempre conto della propria identità e degli interessi nazionali. Le scelte strategiche
compiute, tanto nell’ambito dell’integrazione politica come nel commercio, hanno fatto
seguire al Cile un cammino unico fra le nazioni del Cono Sud.
È il ritorno alla democrazia e la spinta verso un’ulteriore sviluppo il motore
dell’integrazione regionale?
Il presente lavoro studia la politica di apertura internazionale della Repubblica cilena
negli ultimi venticinque anni, privilegiando gli aspetti dell’integrazione e del
commercio. Obbiettivo della tesi è quindi offrire un tentativo di ricostruzione storica e
politica della strategia di apertura o inserimento internazionale e abbraccia un arco
temporale ampio. Al tentativo di ricostruzione di questa strategia si affianca quello di
9
valutare se essa sia cambiata nel tempo. Poiché tale strategia mira alla rottura
dell’isolamento diplomatico e a un efficace inserimento nella nuova economia globale,
ho deciso di approfondire gli aspetti di integrazione e del commercio estero cileni che si
esprimono nell’attività politica governativa e in quella commerciale. Il contesto
internazionale e quello regionale ricoprono un ruolo importante in questa analisi perché
hanno influenzato le scelte della politica estera del paese. Sebbene sia consapevole che
non possa esistere una politica estera autonoma da quella interna, per circoscrivere
l’ambito dello studio, non vengono approfonditi gli aspetti della politica interna cilena.
Anche per quanto riguarda l’ambito economico esso è limitato all’aspetto commerciale
e di questo si privilegia lo scambio di beni e servizi. La precedente delimitazione dei
campi di indagine è stata dettata dalla complessità delle interazioni evidenziate tra i
diversi ambiti: geopolitici, storici, governativi, sociali e infine economici e finanziari.
La ricerca abbraccia un arco temporale di circa venticinque anni, inizia dal primo
governo democratico eletto dopo la dittatura nel 1990 e arriva fino all’attuale governo
della Presidente Michelle Bachelet. Si focalizza sull’aspetto del commercio estero
perché è risultato evidente che già a partire dalla dittatura l’apertura commerciale era
stata la via maestra per superare l’isolamento. Con il ritorno della democrazia questa
politica è stata portata avanti e se ne descrive l’evoluzione fino a oggi.
La complessità della materia e la difficoltà di reperire in Italia fonti attendibili e
complete su cui basare le successive analisi mi hanno indotto a tentare di lavorare su
dati di prima mano cercandoli nelle sedi opportune in terra cilena. A tale scopo ho
partecipato al “bando unico di mobilità internazionale d’ateneo” dell’Università degli
Studi Roma Tre per l’assegnazione di borse di studio per effettuare progetti di ricerca
all’estero. Una volta vinta la borsa di studio mi sono recato a Santiago del Cile. Prima
della partenza avevo stilato un piano di lavoro di tre mesi inteso a schedare fonti e studi
relativi al tema su cui poi lavorare una volta tornato in Italia. Durante lo svolgimento di
queste attività mi sono reso conto che il materiale da analizzare era molto più vasto e
articolato del previsto per cui è stato necessario estendere la permanenza e nel contempo
iniziare la prima stesura della tesi. Ho potuto consultare l’archivio della CEPAL
(Comisión Económica para América Latina y el Caribe), la biblioteca dell’Academia
Diplomática Andrés Bello facente parte del Ministero degli Affari Esteri, l’Instituto de
Estudios Internacionales dell’Universidad de Chile, la Bilioteca Nacional de Chile, la
Biblioteca de Santiago, la Biblioteca Municipal de Providencia e la Biblioteca Parque
Bustamante traendone la bibliografia utilizzata successivamente.
10
La storiografia sulla strategia di apertura internazionale del Cile a partire dagli anni
novanta è frammentata, complice il fatto che si tratta di un tema ancora troppo recente
che ha eco nell’attuale politica cilena. La ristrettezza degli studi internazionali su questo
tema rientra in realtà in un contesto più ampio di penuria storiografica per il pubblico
europeo riguardo la storia del Cile degli ultimi due decenni.
La maggioranza degli studi sull’apertura internazionale del Cile sono stati svolti da
autori latinoamericani, principalmente cileni, evidentemente mossi da un maggiore
interesse verso il tema del recente sviluppo nazionale. Riguardo questo argomento è più
facile imbattersi in studi che analizzano lo sviluppo economico del paese perché i dati
sono numerosi e sono sufficienti per poter fare dei bilanci, per lo meno per quanto
riguarda il ventennio della Concertazione. I dati socioeconomici e commerciali sono
reperibili dalle fonti del governo e della banca centrale cilena e dalle fonti e studi
internazionali, principalmente quelli della CEPAL, della Comtrade International Trade
Statistics Database delle Nazioni Unite, IDB (Inter-American Development Bank),
della Banca Mondiale, del Fondo Monetario Internazionale, della OECD e infine dagli
studi promossi da ONG (Organizzazioni non Governative) e fondazioni private. I dati
statistici/economici sul Cile sono reperibili nelle basi dati di queste organizzazioni,
all’interno delle rassegne annuali e negli studi singoli su temi più specifici. Anche i dati
pubblicati da fonti governative sono disponibili in quanto il governo promuove oggi una
politica di trasparenza al cittadino, utilizzando i siti web dei ministeri cileni.
Sui temi dell’integrazione è relativamente più facile ampliare lo spettro degli autori ad
esperti non cileni, anche se in questo caso alcuni autori stranieri non sempre sono
portatori di una visone neutra, pertanto è stato opportuno incrociare più fonti possibili,
soprattutto per quanto riguarda i temi delle rivalità storiche con i paesi confinanti
(Argentina, Bolivia, Perù). Una tendenza recente è quella di unire esperti di varie
nazioni con l’intento di arrivare a una visione storica condivisa specie sui temi più
controversi.
La parte più difficile per la ricerca bibliografica è stata sicuramente quella che riguarda
gli aspetti della politica estera nel nuovo millennio, specialmente per gli anni posteriori
al 2009 c’è poco di organico sugli aspetti della politica estera e manca un’analisi
veramente omnicomprensiva. Evidentemente i temi sono troppo vicini all’attualità e non
ci sono ancora le condizioni per svolgere analisi storiche accurate.
Quando la tesi affronta temi che si mescolano con argomenti di cronaca, specialmente
per la stesura dell’ultimo capitolo, è stato necessario contare in misura maggiore sulle
11
fonti scritte dei quotidiani, dei sondaggi di opinione e delle riviste specialistiche mensili
tanto cilene come internazionali.
I contributi fondamentali sul tema, a mio avviso, derivano dai seguenti autori
raggruppati per aree tematiche:
a) Apertura internazionale: Mario Artaza Rouxel, Patricio Leiva Lavalle, Alberto
Van Klaveren;
b) Politica estera: Joaquín Fermandois, Heraldo Muñoz, Alberto Sepúlveda
Almarza;
c) Relazioni con i paesi vicini: Verónica Paz Milet, María Elena Lorenzini, José
Rodríguez Elizondo, boliviani Raúl Barrios, Ramiro Orias Arredondo; argentini
Miryam Colacray de Trevisan, Carlos Escudé; peruviani Sandra Namihas,
Moscoso de la Cuba;
d) Commercio e integrazione: Héctor Casanueva, Alicia Frohmann, César Ross,
Manfred Wilhelmy, Victor E. Tokman, CEPAL;
e) Crescita economica: Ricardo Ffrench-Davis, Andrés Solimano.
Per rispondere alle domande precedenti ho preso in esame gli anni compresi dal 1990 al
2015. Nel corso dell’analisi ho identificato tre periodi della strategia cilena di apertura
internazionale. In conseguenza la tesi si struttura in tre capitoli, in ognuno dei quali il
periodo di riferimento è stato analizzato in profondità evidenziando differenze e
continuità reciproche.
Per dare una maggiore omogeneità e coerenza al lavoro ho cercato di mantenere
un’architettura simile per tutti e tre i capitoli, organizzandoli sulla base di quattro aspetti
principali: contesto internazionale e regionale, politica estera del governo cileno, aspetti
di integrazione e infine aspetti di commercio.
Il primo capitolo ha un arco temporale di dieci anni e analizza gli anni novanta del
ventesimo secolo. Ha alcuni tratti introduttivi e pertanto su alcuni temi si riallaccia
all’epoca della dittatura di Pinochet. Nel capitolo viene descritto il contesto
internazionale e il nuovo ordine mondiale costituitosi una volta conclusa la Guerra
Fredda e viene sottolineata l'importanza che i diritti umani e la democrazia hanno avuto
nell’area latinoamericana a partire dagli anni ottanta. Vengono anche esposte
brevemente le tappe principali della transizione democratica cilena e prosegue con la
descrizione della politica estera dei primi due governi democratici successivi alla
dittatura: quello di Patricio Aylwin e quello di Eduardo Frei Ruiz-Tagle. Il capitolo
12
termina analizzando in che modo viene applicata la nuova strategia di apertura
internazionale e segue i suoi sviluppi in ambito di integrazione e di commercio.
Il secondo capitolo abbraccia anch’esso un arco temporale di dieci anni e prende in
esame la prima decade del nuovo millennio. Viene tratteggiata la nuova tendenza
politica regionale dell’emergere delle sinistre a capo dei rispettivi governi
latinoamericani. Si passa poi ad analizzare i caratteri principali della politica estera dei
governi di Ricardo Lagos e Michelle Bachelet. In questo capitolo si conclude il primo
ventennio democratico post dittatura che ha visto alla guida del paese quattro governi di
centro sinistra tutti appartenenti alla coalizione “Concertación de Partidos por la
Democracia” o Concertazione. Il terzo e ultimo capitolo affronta un lasso temporale di
soli cinque anni. Il capitolo si apre con una presentazione delle tendenze attuali del
potere politico ed economico mondiale e le nuove sfide che si presentano per il Cile e la
regione. Viene analizzata la politica estera del governo di Sebastián Piñera e i primi due
anni dell’attuale governo capeggiato per una seconda volta da Michelle Bachelet. Infine
vengono descritti alcuni dei successi raggiunti dal paese, alcuni limiti della strategia di
apertura e gli attuali sviluppi in ambito d’integrazione e di commercio.