~ 11 ~
percepire empaticamente gli oggetti del mondo; se le
persone vivono la loro angoscia dispiegando in essa le loro
emozioni, riattivano la loro empatia iniziando a percepire le
emozioni del mondo.
Lo stato angoscioso, atto a produrre un‟esposizione di
emozioni, non necessariamente deve essere indotto da
fattori esterni dell‟individuo; può essere prodotto
dall‟individuo e usato dall‟individuo per liberare le proprie
emozioni dal controllo della ragione. Liberare le proprie
emozioni dal controllo della ragione significa poter sentire il
mondo in maniera diversa e far arrivare questo diverso
modo di sentire il mondo alla coscienza che guida le nostre
azioni e le nostre decisioni.
Se nelle patologie psichiatriche l‟individuo diventa
prigioniero della patologia e le manifestazioni sintomatiche
si impongono su di lui, nell‟uso soggettivo dello stato
psichico dell‟angoscia, l‟individuo si serve dello stato
angosciante per liberare le proprie emozioni dalle
coercizioni che ha subito e ha fissato nella ragione.
Imporsi uno stato psichico angoscioso non significa
imporsi una situazione di malattia, ma imporsi di vivere
psicologicamente in una situazione di transfert psicologico i
sintomi dell‟angoscia. Proprio perché si tratta di una
situazione voluta, ricercata, autoimposta, che non dura per
tempi molto lunghi (la quantità di energia con la quale si
carica l‟emozione è sempre, comunque, limitata)
riportando l‟individuo allo stato psichico di partenza,
ampliando la capacità di sentire il mondo ogni volta in
~ 12 ~
maniera diversa, modificando la sensazione che l‟individuo
ha del mondo.
L‟ansia, a parere di Isidore Portnoy, è qualcosa di più di
un complesso sintomatologico; ha dinamismi propri,
cosicché l‟espressione “stato di ansia” ha un valore sia
psicodinamico che descrittivo5. Gli stati d‟ansia sono
definiti come sindromi nevrotiche caratterizzate da
apprensione più o meno cronica con episodi ricorrenti di
ansia acuta. Questi stati sono da distinguersi dallo stato di
preoccupazione ansiosa diffusa che si può ritenere normale
ai nostri tempi.
Portnoy scrive che, come ha messo in evidenza Martin6,
“ciò che ci minaccia nell‟ansia è la consapevolezza di stare
per essere totalmente travolti nel conflitto”. Secondo questo
modo di vedere, è lo stato di ansia che il paziente fobico,
compulsivo ecc. cerca di evitare. Il particolare sintomo
psicosomatico, di conversione o fobico è una espressione
simbolica dell‟ansia e del conflitto di base.
Mentre l‟ansia clinica, secondo Cameron, può
manifestarsi con una grande varietà di sintomi7, ogni
persona ha il proprio modo caratteristico di sentirsi ansiosa.
Il quadro più tipico, secondo la Horney8, è quello di una
sensazione soggettiva di disagio, di apprensione, di
5
Portnoy I., Gli stati D’angoscia. In Arieti S. (A Cura di) (1959-66)
Manuale di Psichiatria, Vol.1. Torino: Boringhieri, 1969.
6Martin A.R., ”The Body‟s participation in dilemma and anxiety
phenomena ”Am. J. Psychoanal., 1945.
7
Cameron D.E., ”Observations on the patterns of anxiety, ”Am. J.
Psychiat., 1944.
8
Horney K., (1937) La personalità nevrotica del nostro tempo.
Roma: Newton Compton, 1976.
9
Kierkegaard S., Il Concetto Dell’angoscia , Sansoni, Firenze, 1963.
~ 13 ~
anticipazione di un pericolo, di rovina, di disintegrazione, e
di dissoluzione; la fonte di tutto ciò è sconosciuta
all‟individuo, che si sente indifeso e presenta un
caratteristico quadro somatico. Tale quadro somatico
evidenzia segni di un aumento di tensione dei muscoli
scheletrici, nell‟apparato cardiovascolare e nell‟apparato
gastrointestinale.
Vi possono essere anche altre manifestazioni, come
sudori freddi alle estremità, respirazione rapida o irregolare,
pollachiuria, e disturbi del sonno. La consapevolezza
soggettiva dell‟ansia può essere scarsa o mancare del tutto,
anche se la sua presenza nell‟organismo può essere
facilmente notata dall‟osservatore.
I molti mezzi per far diminuire la consapevolezza
dell‟ansia comprendono la razionalizzazione, la negazione,
l‟alcool, le droghe, il sonno, l‟attività sessuale, il lavoro,
altre attività, e l‟evitare ogni sentimento, pensiero ed
esperienza che potrebbe evocare risposte ansiose.
Secondo Portnoy, le opere di Kierkegaard9, Freud10 11 12
Goldstein13 14 15Cannon16,Sullivan17 18Simpson19, Kelman
10
Freud S. (1915-17), Introduzione Alla Psicoanalisi, Universale
Scientifica Boringhieri, N.39/40, Torino, 1969.
11
Freud S. (1932) Introduzione Alla Psicoanalisi (Nuova serie di
lezioni), Universale Scientifica Boringhieri, N.39/40, Torino 1969.
12
Freud S., (1925), Inibizione,Sintomo e Angoscia. Opere Cit.,
Vol.10, Torino, Bollati Boringhieri, 1978.
13
Goldstein K., Abstact of a panel discussion on nevrotic anxiety,
with Horney, K., Hoch P., May, R., Weiss, F. A., Ang Gershman,
H., Am. J. Psycoanal., 1952.
~ 14 ~
20
21
e soprattutto della Horney22 23 24 25 hanno costituito
gli elementi essenziali ai fini della comprensione, per i
seguenti motivi:
Kierkegaard vide “la malattia mortale ”come
disperazione dovuta alla perdita del Sé, e preparò la strada
alla teoria secondo cui l‟ansia è un aspetto inevitabile
dell‟essere vivi e l‟ansia nevrotica è l‟esperienza della
dissoluzione del Sé, del non essere, e della perdita di ogni
significato.
Freud fu il pioniere dell‟esplorazione nella vita profonda
dell‟uomo, scoprì l‟importanza dei fenomeni inconsci (più
particolarmente dei conflitti interiori) nel determinare le
fonti dell‟ansia nevrotica, e riconobbe il significato cruciale
14
Goldstein K., Human Nature, Harvard, Cambridge, Mass.,
1940.
15
Goldstein K., The Organism, American Book, New York,
1939.
16
Cannon W.B., ”La saggezza del corpo, Trad. Tarossi, Bompiani,
Milano, 1956.
17
Sullivan H.S., (1940) La Moderna concezione della psichiatria,
Trad. Mezzacapa, Ed. Feltrinelli, Milano, 1962.
18
Sullivan H. S. ,(1953) Teoria interpersonale della psichiatria,
Trad. Mezzacapa, Ed. Feltrinelli, Milano, 1962.
19
Simpson G.G., The Meaning of evolution, Yale, New Haven,
Conn., 1949.
20
Kelman H., ”A Unitary theory of anxiety”, Am. J. Psycoanal,
1957.
21
Kelman H., ”Unitary theory of organism”, presented in “The
Meaning of dreams”, A course given at the american institute for
psycoanalysis, Fall, 1951, Unpublished.
22
Horney K., (1950) Nevrosi e sviluppo della personalità, Roma:
Astrolabio, 1981.
23
Horney K., (1937) La personalità nevrotica del nostro tempo.
Roma: Newton Compton, 1976.
24
Horney, K., Nuove Vie Della Psicoanalisi, Trad. Mirandoli
Gregorini, E., Bompiani, Milano 1950.
25
Horney K., Our Inner Conflicts, Norton, New York ,1945
~ 15 ~
dell‟ansia per lo sviluppo dell‟individuo e l'elaborazione
degli stati psicotici e nevrotici.
Goldstein riconobbe che “l‟ansia può essere determinata
da svariati eventi, che hanno un elemento comune: vi è
sempre una discrepanza tra le capacità dell‟individuo e ciò
che si esige da lui, il che rende impossibile
l‟autorealizzazione”26.
Cannon fu il primo ad occuparsi della omeostasi: i
fenomeni che compaiono nell‟ansia possono essere
considerati biologicamente come espressioni di minacce
all‟equilibrio omeostatico, come temporanei fallimenti di
esso e tentativi di ricostruirlo a un nuovo livello.
Sullivan considerò l‟essere umano come parte integrante
della cultura in cui vive, per cui l‟ansia avrebbe origine da
una minaccia alla sicurezza dell‟individuo nelle relazioni
interpersonali.
Simpson, con la sua visione dell‟evoluzione umana,
fornisce una base biologica alla riflessione sui valori umani
che sono minacciata dall‟ansia.
Kelman porta un pensiero unitario nel campo della
psichiatria, poiché la sua premessa di base è che ”l‟ambiente
- organismo è una realtà unica, integrale” e ”..gli schemi di
questa realtà possono essere meglio formulati in termini di
processo. La tensione manifestata negli schemi fisici e
psicologici è un attributo di questo sistema gerarchico.
26
Goldstein K., Abstact of a panel discussion on nevrotic
anxiety, with Horney K., Hoch P., May R., Weiss F.A. Ang
Gershman H., Am. J. Psycoanal., p.89, 1952
~ 16 ~
Quando è oltrepassato il livello medio di tensione in questo
sistema unitario, l‟ansia diventa manifesta”27.
“L‟ansia compare quando la tensione diventa troppo forte
per i tentativi dell‟organismo di integrarsi in un ambiente
che non gli è adatto e per il quale non è adatto. L‟ansia
appare nella fase di disintegrazione del ciclo naturale, e
disintegrazione e reintegrazione sono entrambi aspetti del
processo di integrazione”28.
L‟ansia secondo Portnoy, è un fenomeno naturale che
l‟individuo sperimenta quando valori essenziali per la sua
esistenza, il suo senso di esistere, e la sua identità sono
minacciati. Portnoy, sostiene che, quando affermiamo che
l‟ansia è un fenomeno multidimensionale, vogliamo dire che
l‟intero organismo partecipa ad ogni aspetto di essa: la
percezione della minaccia da parte dell‟individuo, la sua
interpretazione che implica la capacità unicamente umana di
simbolizzare ed estrarre, il ruolo del passato nel presente, e
la capacità di valutare le possibilità future, le decisioni
consce ed inconsci riguardanti il modo in cui affrontare la
minaccia, il tutto nel contesto del suo ambiente
interpersonale e culturale.
Gli stati di ansia acuta compaiono invece, quando una
minaccia reale è imminente. Essa compare non soltanto
quando sono minacciati le difese nevrotiche e i valori, ma
anche quando la reale natura di queste tendenze viene messa
in chiaro, sia a causa di generiche esperienze, sia in quella
27
Kelman H., ”A Unitary theory of anxiety, ”Am. J. Psycoanal, p.
127, 1957.
28
Ibidem.
~ 17 ~
particolare esperienza che è la psicoterapia. Al centro di
queste risposte ansiose nevrotiche vi è la sensazione di
profonda e intensa disperazione dell‟individuo.
L‟ansia manifesta non è patognomonica degli stati
ansiosi. Attacchi di ansia si verificano nelle forme fobiche,
di conversione, psicosomatiche e psicopatiche, come pure in
individui più o meno sani in condizioni di grave stress. La
schizofrenia e la psicosi maniaco - depressiva, e così pure le
reazioni della personalità su base più propriamente organica,
presentano un‟ansia evidente più o meno intensa.
1.2 Le Angosce esistenti
L‟angoscia a parere di Claudio Simeoni si divide in:
1. Angoscia di origine pulsionale;
2. Angoscia che nasce dalla presenza di un pericolo
esterno (detta angoscia reale);
3. Angoscia automatica quando il soggetto non riesce a
scaricare un afflusso di eccitazione sia interna che
esterna. Difetto di difesa dall‟angoscia;
4. Il segnale d‟angoscia29;
L‟angoscia pulsionale, in psicologia, è l‟angoscia
manifestata dalle patologie come la nevrosi.
29
Simeoni Claudio “L’angoscia, le emozioni e il sentire il mondo”
2006, tratto da: http://www.federazionepagana.it;
~ 18 ~
L‟angoscia che nasce dalla presenza di un pericolo
esterno che il soggetto non riesce a dominare, appartiene
alla relazione fra individuo e il mondo in cui vive e quanto
l‟individuo è attrezzato per affrontare tale mondo.
E‟ un‟angoscia imposta all‟individuo mediante
l‟educazione. Un‟educazione che costringe l‟individuo a
ingigantire gli oggetti e le situazioni del mondo e a sminuire
la sua capacità di agire nel mondo o di rispondere agli
oggetti; di questa angoscia se ne deve occupare la
pedagogia.
L‟angoscia automatica è quella che nasce
dall‟impossibilità dell‟individuo di scaricare l‟energia
manifestata nelle proprie emozioni nel mondo. Viene
considerato un difetto dell‟Io, un‟incapacità di equilibrare
pulsioni interne e stimolazioni del mondo in cui si vive;
questa situazione si può incontrare all‟inizio degli esercizi
come resistenza psichica a rivivere situazioni traumatiche
angoscianti.
Il quarto elemento, il segnale d‟angoscia, è quello che
usiamo per agire in stato d‟angoscia e ampliare la capacità
empatica nei confronti del mondo che ci circonda. Il segnale
d‟angoscia è un dispositivo azionato dall‟io in presenza di
un pericolo allo scopo di evitare l‟angoscia automatica;
questo segnale, per chi vuole ampliare il proprio “sentire il
mondo”, viene attivato dall‟individuo con la tecnica qui
descritta:
“Il segnale d‟angoscia riproduce in modo attenuato la
reazione d‟angoscia vissuta precedentemente in una
~ 19 ~
situazione traumatica consentendo di azionare le opportune
misure di difesa.”
1.3 Lo stato psicologico che si attiva durante la
reazione d’Angoscia e suo superamento.
Lo stato psicologico che si attiva durante la reazione
d‟angoscia a parere di C. Simeoni30, è caratterizzato da:
* Pressione attraverso i muscoli della pancia alla bocca
dello stomaco;
* Immaginare una situazione traumatica, viverla in un
transfert psicologico immedesimandosi emotivamente e
psicologicamente;
* Forzare la respirazione;
* Usare il diaframma come se fosse una pompa;
* Sensazione di respiro che si ferma in gola;
* Vibrazioni lungo tutto il corpo che si fermano alla testa;
* Senso leggero di vertigine;
* Vibrazioni nelle orecchie (non dei veri e propri fischi);
* Aumento del battito cardiaco;
* Semiparalisi delle articolazioni;
Una volta che ci si è immedesimati nella situazione
psicologica che crea angoscia e che si è predisposto il corpo
in modo che sia pervaso dall‟ansia, la situazione psicologica
30
Ibidem.