Introduzione
svolta. Ciò avviene attraverso l’uso di tecniche di analisi diverse, alcune
basate sulla matematica e altre prive di ogni fondamento scientifico, ma non
per questo meno rilevanti.
L'analisi tecnica fornisce previsioni sul prezzo dei titoli e dà segnali
utilizzabili per l’attività di trading sulla base dei movimenti passati dei prezzi.
Per originare segnali d’acquisto o di vendita sono usati sia metodi grafici sia
algoritmi, opportunamente calibrati secondo l’orizzonte temporale scelto per
l’attività di trading, senza prestare attenzione ai cosiddetti fondamentali
dell’economia.
Alle origini questa “scienza” fu criticata dagli economisti accademici, in
quanto non veniva considerata una scienza bensì un insieme di regole senza
basi certe su cui fare affidamento.
Nel dopoguerra gli economisti hanno trattato l'analisi tecnica con un certo
scetticismo dovuto in larga parte all'accettazione dell'ipotesi di efficienza dei
mercati e al linguaggio affatto estraneo a quello accademico. Termini come
doppio minimo, testa e spalle, supporto e resistenza hanno una loro origine
nelle forme geometriche ricavabili dai grafici degli andamenti delle variabili
finanziarie ma non entrano nel vocabolario degli studiosi dei mercati finanziari.
Solo recentemente si è iniziato ad esaminare il ruolo dell'analisi tecnica;
sovente si sente affermare che l’importanza di tal tipo di approccio risiede
nella sua ampia diffusione ed utilizzo nella comunità dei traders.
Se i traders interpretano i grafici approssimativamente allo stesso modo, gli
andamenti delle variabili finanziarie dovrebbero risentirne. E’ anche vero,
tuttavia, che quando nacque l’analisi tecnica il suo utilizzo non era diffuso e
quindi l’andamento dei prezzi non poteva essere influenzato dal
comportamento degli operatori del mercato. Non vi sono molti studi in merito:
Frankel e Froot (1986), ad esempio, suggeriscono l'ipotesi che proprio l'analisi
tecnica possa essere stata responsabile della sopravvalutazione del dollaro
Introduzione
durante gli anni '80, nel periodo in cui i fondamentali suggerivano scenari
opposti.
Nel primo capitolo di questo lavoro è stata data una definizione di analisi
tecnica, cercando d’inserirla in un contesto dove assieme ad altre teorie possa
dare un contributo importante per l’analisi dei mercati finanziari.
Quindi l’analisi tecnica è stata studiata non come una teoria che da sola possa
riuscire ad effettuare l’investimento giusto e che massimizza il profitto per gli
investitori, ma come uno strumento che assieme ad altri, vedi analisi
fondamentale, riesca ad essere un valido supporto che fornisca segnali
rilevanti.
Un altro punto analizzato è l’evoluzione storica dell’analisi tecnica che trae le
sue origini in tempi non molto lontani e che vede come padre fondatore il
celebre Charles Dow, ideatore assieme ad Edward Jones del noto indice del
mercato mobiliare Dow Jones.
Ovviamente dalle prime teorie lasciate in eredità da Dow, sono passati diversi
anni, e come tutte le scienze anche l’analisi tecnica si è arricchita di nuovi
strumenti che sono stati aggiunti da famosissimi trader, due nomi su tutti che
hanno lasciato un importante contributo sono Elliott e Gann di cui si è
ampiamente parlato in un capitolo dedicato alle loro teorie.
Altro argomento trattato nel primo capitolo è il confronto tra analisi tecnica e
fondamentale che possiamo affermare sono un binomio vincente per poter
ottenere uno studio approfondito del mercato finanziario.
Nel secondo capitolo si affronta lo studio degli strumenti dell’analisi tecnica,
che come precedentemente specificato si basa sulla rappresentazione grafica di
una serie di dati.
Nel corso di questo capitolo si elenca in maniera chiara e sistematica i tipi di
grafici che vengono utilizzati dai trader di tutto il mondo, mettendo in
evidenza le caratteristiche di un tipo di grafico rispetto ad un altro.
Introduzione
La teoria di Dow è l’argomento centrale di questo capitolo, essa è il cardine
dell’analisi tecnica tradizionale, grazie ad un analisi puntuale di tale teoria si è
cercato di dare una spiegazione con parole chiare del concetto di tendenza.
Infine, grazie all’ausilio di immagini tratte da un ampia consultazione di libri e
siti internet, si è cercato di spiegare ed illustrare gli strumenti grafici
dell’analisi tecnica dalle resistenze ai supporti, dalle trendlines ai canali di
tendenza e alle principali figure caratteristiche.
Nel terzo capitolo sottoponiamo allo studio alcuni strumenti che l’analista
tecnico utilizza assieme ai grafici per poter trarre delle informazioni utili,
questi sono gli indicatori matematici.
Ampio spazio è stato dato alle medie mobili che sono le più utilizzate in
mercati dove il trend è ben definito, dopo vengono analizzati alcuni oscillatori
che rivestono un ruolo importante e che sono inseriti nella stragrande
maggioranza dei software di analisi tecnica, essi a differenza delle medie
mobili sono adottati per quei mercati con tendenze poco definite.
L’analisi tecnica non convenzionale è l’argomento del quarto capitolo. Con
questo termine si indica l’analisi tecnica che fu modernizzata da due grandi
studiosi che sono Elliott e Gann.
Le due teorie sono state esposte e commentate con l’utilizzo di grafici che
illustrano queste tecniche che hanno suscitato e ancora suscitano un grande
interesse da parte degli analisti.
Nel quinto capitolo, trattiamo un argomento che è l'evoluzione naturale delle
metodologie che fanno riferimento all'analisi tecnica, è la creazione di un
sistema automatizzato, cioè del trading system.
Si parla di trading system allorquando ci si riferisce ad un insieme di regole
precostituite alla base dei processi decisionali dei traders. Gli operatori di
borsa adottano un sistema di trading per realizzare decisioni il più possibile
aderenti agli effettivi sviluppi del mercato, limitando il più possibile il costo
relativo alla pressione psicologica gravante su di essi.
Introduzione
I trading system offrono infatti un supporto utilissimo eliminando la
soggettività nella valutazione dell’andamento dello strumento finanziario e
portando all’attenzione del trader quelle situazioni che hanno dimostrato una
certa profittabilità. Molto spesso per un trader lo stress può riflettersi in un
rallentamento dei processi decisionali, a volte determinante in un’operazione
di compravendita.
Infine, nel capitolo sesto si effettua lo studio di quattro titoli azionari mediante
l’analisi tecnica.
Lo scopo di tale studio è quello di riuscire a mettere in pratica gli strumenti
che precedentemente sono stati esposti.
L’approccio utilizzato nel seguire i titoli scelti è quello di delineare un quadro
dell’andamento dell’economia mondiale e delle principali borse mondiali, in
un secondo momento si effettua l’analisi tecnica dei titoli, cercando di
individuare alcune figure caratteristiche e applicando alcuni indicatori di
comune utilizzo nel mondo dei traders.
Per effettuare lo studio, grafico e quantitativo, ci siamo avvalsi di un software
molto utilizzato in commercio, Microsoft Excel. Grazie a questo applicativo
abbiamo rappresentato e analizzato le serie storiche dei titoli azionari che
precedentemente sono state prelevate da internet.
Lo studio è stato realizzato considerando un particolare periodo, ovvero
l’ultimo anno di contrattazione dei titoli, comprendente quindi la grave guerra
in Iraq e l’inizio della polmonite atipica nei paesi asiatici.
Introduzione all’analisi tecnica
Capitolo Primo
1.1 Analisi dei mercati finanziari
Lo studio dei mercati finanziari, in particolare quelli azionari, ha portato alla
nascita e allo sviluppo di tre diverse scuole di pensiero le cui metodologie di
analisi presentano profonde divergenze l’una dall’altra.
• L’analisi fondamentale, basandosi su statistiche economiche e
finanziarie, mira a determinare il valore intrinseco di società quotate
sui mercati finanziari internazionali al fine di valutare quelle che
appaiono sottovalutate rispetto ai prezzi espressi dal mercato.
• La random walk theory si basa invece sull’ipotesi di efficienza dei
mercati finanziari: secondo tale teoria i prezzi di un qualsiasi bene
quotato fluttuano irregolarmente attorno al proprio valore intrinseco
spinti dalle informazioni che continuamente arrivano sul mercato.
Poiché tali informazioni arrivano in maniera imprevedibile, non è
possibile prevedere il possibile andamento dei prezzi.
• L’analisi tecnica è invece lo studio del comportamento del mercato
condotto attraverso l’esame, non solo dal punto di vista grafico ma
anche con l’utilizzo di opportuni indicatori, delle serie storiche dei
prezzi e dei volumi di scambio.
Questi metodi di studio hanno creato profonde divergenze tra operatori
professionali e accademici, soprattutto gli appartenenti alle scuole dell’analisi
fondamentale e della random walk theory, hanno mosso parecchie critiche nei
confronti dell’analisi tecnica.
Introduzione all’analisi tecnica
Ricordiamo un giudizio pesantemente negativo
1
rivolto all’analisi tecnica,
considerata dai sostenitori di altre scuole di pensiero, come una scuola avulsa
da ogni formalizzazione scientifica che consenta di verificare spessore e
validità generale dei concetti utilizzati, nonché l’affidabilità delle informazioni
prodotte.
In tempi più recenti, l’atteggiamento è parzialmente cambiato; gli studi
economici stanno colmando alcune lacune dell’analisi tecnica, portando
l’attenzione sulla microstruttura operativa, cioè sulla struttura e sul
funzionamento concreto dei mercati. A questo contribuisce sempre la
maggiore diffusione raggiunta dagli strumenti di analisi tecnica che
consentono di fornire maggiori spunti alla ricerca scientifica.
1.2 Le origini storiche dell’analisi tecnica
L’analisi tecnica è uno strumento tutto sommato recente. La sua nascita può
essere ricondotta agli inizi del Novecento. L’ambito originario di applicazione
era quello dei mercati ortofrutticoli nordamericani, solo in seguito ha iniziato a
trovare utilizzo sui mercati azionari internazionali.
Il suo impiego su larga scala a livello internazionale risale solo alla metà degli
anni Settanta, quindi siamo in presenza di una scienza ancora abbastanza
giovane. Difficile individuare un “padre” dell’analisi tecnica, molti vedono
come ideatore Charles Dow, che a cavallo tra i due secoli propose delle teorie
sul funzionamento dei mercati finanziari.
Le idee di Dow furono pubblicate in una serie di articoli scritti per il Wall
Street Journal. Dow non dette mai una forma sistematica al suo pensiero, ma
espresse delle idee sul mercato azionario in numerosi articoli, quando alla sua
morte, furono raccolti e ristampati, ci si rese conto di una vera e propria teoria
economica.
1
B.G. MALKIEL, A Random Walk down Wall Street, Dow Jones Irwin, 1981.
Introduzione all’analisi tecnica
Nel 1882 Charles Dow e il suo socio Edward Jones fondarono la Dow Jones &
Company. Il 3 luglio 1884 Dow pubblicò il primo indice di mercato composto
dai prezzi di chiusura di undici titoli, nove dei quali relativi a compagnie di
trasporti e due relativi al settore industriale.
Dow riteneva che questi titoli fornissero un ottimo strumento di valutazione
delle condizioni dell’economia nella nazione.
Nel 1897 divise l’indice in due parti: la prima comprendeva dodici titoli di
società industriali e la seconda si riferiva a venti titoli di società ferroviarie.
Nel 1928 il primo indice comprendeva già trenta titoli industriali, che è anche
il numero attuale.
Il suo indice, precursore di quello che oggi è riconosciuto come il barometro
più importante dell’attività nel mercato azionario, resta, a distanza di
ottant’anni dalla sua morte, “uno strumento di importanza vitale per gli
analisti tecnici”
2
.
La teoria e l’indice di Dow costituiscono tuttora gli strumenti fondamentali per
lo studio dell’analisi tecnica, nonostante la sofisticata tecnologia informatica
oggi a disposizione e la proliferazione di nuove teorie e indicatori economici.
Molti studi vennero fatti e molte teorie sono state ideate, ma tutte hanno lo
stesso concetto di fondo che le accomuna: studiare l’andamento passato di un
titolo per capire quale potrebbe essere la sua evoluzione futura.
Altri contributi all’analisi tecnica sono stati dati da Ralph Nelson Elliott
(1871-1948) e da William D. Gann (1878-1955).
Elliott ha elaborato una teoria sul comportamento del mercato azionario che
costituisce un complemento indispensabile alla teoria di Dow. Nel 1946 Elliott
pubblicò il volume Nature’s Law: The secret of the Univers: il titolo di questo
libro deriva dalla convinzione che la sua teoria sul mercato azionario facesse
parte di una ben più vasta legge naturale che governa tutte le attività umane.
Elliott notò che tutti i cicli della natura, siano essi delle maree, dei corpi
2
JOHN J. MURPHY, Analisi Tecnica dei Mercati Finanziari, Hoepli,1999.
Introduzione all’analisi tecnica
celesti, dei pianeti, del giorno della notte, avevano la capacità di ripetersi
indefinitivamente a causa della concomitante presenza di due forze
contrastanti, una costruttiva e una distruttiva. Elliott si ispirò, per definire la
sua teoria ai movimenti di flusso e riflusso del mare. Egli fa riferimento al
triplo ritmo con cui le onde raggiungono la costa, ben conosciuto dalla guardia
costiera di Cape Cod, che approfittava della pausa che seguiva la terza ondata
per tirare a riva le barche
3
.
La teoria di Elliott sostiene che il mercato azionario segue un ritmo ripetitivo
di cinque onde al rialzo seguite da tre onde al ribasso.
Un contributo importante allo sviluppo dell’analisi tecnica fu dato da Gann
4
,
celebre trader americano, che ha scoperto , sviluppato e applicato con notevole
successo un insieme di regole matematiche e di forme geometriche basate non
soltanto sul movimento dei prezzi, ma anche e soprattutto sulla durata degli
stessi. Egli studiò approfonditamente l’evoluzione dei prezzi dei mercati
mobiliari e delle commodities nordamericani a partire dal 1820 e ricostruiti in
serie storiche in base ai dati rilevati dagli archivi del British Museum di
Londra e dell’Astor Library di New York
5
. Tali ricerche condussero Gann a
ritenere che i mercati siano governati da leggi e regole riferibili al
comportamento degli operatori e al suo ciclico e ricorrente riproporsi. Per
questo egli evidenziava come una corretta speculazione poteva avere luogo
dopo un attento e rigoroso studio, unito ad una buona capacità psicologica
nell’interpretare i fenomeni. Il lavoro di Gann richiama l’analisi tecnica
classica, anche se il suo approccio personale ed i suoi metodi variano in
maniera sostanziale da quelli tradizionali. Possiamo concludere che a
fondamento dell’analisi tecnica vi sono diverse teorie (Dow, Elliott, Gann) che
non hanno riscontri scientifici in senso stretto, ma che costituiscono
3
G. DEFENDI, Manuale del Trader, Milano Finanza, 2000.
4
Durante il mese di ottobre del 1909 in soli 25 giorni di borsa aperta Gann esegui ben 286 operazioni,
sia di acquisto, che di vendita allo scoperto. Di queste 286 operazioni solo 22 si conclusero con esito
negativo. Gann riuscì a moltiplicare il capitale iniziale per 10, con un guadagno complessivo del
1000% in 25 giorni.
Introduzione all’analisi tecnica
presupposti fondamentali per le successive analisi quantitative che si sono
sviluppate negli ultimi decenni.
1.3 Definizione di analisi tecnica
Una definizione concisa ma ricca di significato di analisi tecnica appare in uno
dei primi manuali classici
6
sull’argomento, che afferma: “l’analisi tecnica è la
scienza che riporta, solitamente in forma grafica, l’effettiva cronologia delle
contrattazioni per un titolo od un indice, e poi deriva da quella particolare
rappresentazione la probabile evoluzione futura”.
In effetti l'analisi tecnica si basa, nella sua forma più pura, principalmente
sull'osservazione sistematica delle quotazioni ed, in via subordinata, dei
volumi di contrattazione, con il preciso scopo di identificare un cambiamento
di tendenza ad uno stadio iniziale e mantenere la posizione di investimento
fino a quando l'evidenza dei fatti non prova che la tendenza stessa si è di
nuovo invertita.
Per queste finalità l’analisi tecnica si avvale di una molteplicità di strumenti
che non sono soltanto di tipo grafico, ma anche di tipo quantitativo; per
quantitativo si intende, in termini generali, un insieme di indicatori definiti
come funzioni di prezzi e volumi precedenti, che segnalano l'opportunità di un
acquisto o di una vendita se viene ravvisato il raggiungimento di un valore
soglia prestabilito.
Questa definizione corrisponde in realtà all'utilizzo di quel complesso di
strumenti che vengono definiti euristici, cioè non rigorosi dal punto di vista
formale, in contrapposizione ai sistemi statistici propriamente detti di
derivazione econometrica.
5
A. FORNASINI, Analisi tecnica: i fondatori, Amministrazione & Finanza-Oro, 1990.
6
In Edwards e Magee (1957): “Technical analysis is the science of recording, usually in graphic form,
the actual history of trading in a certain stock or in the averages and then deriving from that pictured
history the probable future trend”.
Introduzione all’analisi tecnica
L’analisi tecnica si identifica proprio con i primi; si tratta di procedimenti
sviluppati e raffinati negli Stati Uniti a partire dagli anni '30, che nel corso
di oltre sessant'anni hanno determinato un insieme di regole che costituiscono
un concentrato di esperienze operative sistematizzate di migliaia di operatori.
Al contrario i sistemi di tipo statistico non sono altrettanto popolari per due
ragioni: (1) la complessità formale che richiede una preparazione
econometrica a quanti vogliono padroneggiare l'applicazione; (2) la necessità
di verifiche su serie storiche estese per una stima appropriata dei parametri dei
modelli, tra l’altro ponendo ipotesi di distribuzione statistica dei prezzi molto
restrittive e spesso non verificate.
ANALISI TECNICA
SISTEMI STATISTICI
SISTEMI ERUTISTICI
DOMINIO TEMPORALE
DOMINIO FREQUENZIALE
METODI GRAFICI
METODI QUANTITATIVI
Fig. 1.1 Componenti ideali dell'analisi tecnica.
Introduzione all’analisi tecnica
I presupposti su cui l’analisi tecnica fonda le sue previsioni sono
sostanzialmente tre:
• il mercato sconta tutto; i prezzi riflettono tutte le informazioni;
qualunque variabile rilevante, sia essa di carattere economico,
monetario o semplicemente politico, viene riflessa nel prezzo di
mercato. Non viene indagato su quali siano i fattori determinanti: il
prezzo viene accettato come sintesi perfetta di tutto ciò che riguarda
l'attività quotata. Vi sono certamente le più valide ed eterogenee
motivazioni che provocano il rialzo o il ribasso dei prezzi, ma per
l’analista tecnico non è indispensabile conoscerle. Poiché ognuno di
questi fattori si riflette nel movimento dei prezzi (e dei volumi) di
scambio, l'analisi di queste sole variabili nel tempo è sufficiente per
capire ed individuare la direzione del mercato.
Gli analisti tecnici in generale asseriscono che il movimento dei prezzi
riflette i cambiamenti quantitativi della domanda e dell’offerta dei
titoli: se la domanda supera l’offerta, le quotazioni dovrebbero salire e
se, viceversa, l’offerta supera la domanda, i prezzi scenderanno.
• la storia si ripete; questo secondo presupposto è di carattere
psicologico, e si basa sulla convinzione che, ad uno stimolo identico,
gli individui rispondano con una reazione ed un comportamento
analoghi e ricorrenti nel tempo. L'agire umano, e di conseguenza
l'andamento del mercato azionario, è estremamente complesso e non si
ripete mai in modo esattamente omogeneo, ma il riproporsi di modelli
di comportamento (patterns) simili è sufficiente per permettere
all'esperto di individuare i punti critici principali.
Ciò sostanzialmente significa ammettere che l'andamento del prezzo
passato abbia qualche possibilità di ripetersi nel futuro; attraverso lo
studio di precedenti punti di svolta del mercato, è possibile evidenziare
Introduzione all’analisi tecnica
alcuni particolari che serviranno ad identificare i principali minimi e
massimi.
• validità dei trend; si assume che una tendenza nei prezzi debba essere
ritenuta valida fino a che non appariranno netti segnali di inversione. E'
fondamentale quindi identificare, sin dal primo stadio del suo sviluppo,
la tendenza che caratterizza il mercato in generale e le singole
operazioni in particolare, per operare coerentemente con la direzione
del trend che è stata individuata.
1.4 Analisi tecnica e fondamentale a confronto
È necessario definire cosa intendiamo per analisi fondamentale e su quali
assunti essa si basi. Operare sul mercato finanziario attraverso questo
approccio significa decidere di comprare o vendere un bene ufficialmente
quotato, sulla base della discrepanza tra il prezzo ed il suo valore.
L’analisi fondamentale consiste non nell’analisi degli scambi, ma piuttosto
nell’analisi dell’oggetto scambiato; non nello studio dei prezzi, ma dei fattori
che determinano quei prezzi. Un bene quotato ha un proprio valore effettivo
che il fondamentalista deve determinare. Il mercato tende ad esprimere questo
“giusto prezzo” nella quotazione in modo più o meno rapido; se vengono
individuate delle distorsioni, l’analista dovrà comportarsi coerentemente ed
intraprendere azioni d’acquisto (vendita) se il bene è sottovalutato
(sopravvalutato).
Il processo di analisi fondamentale si articola secondo diversi livelli:
innanzitutto viene effettuata la cosiddetta indagine strutturale, che esamina
l’ambiente macroeconomico di riferimento, ricorrendo a modelli di tipo
econometrico più o meno complessi. Nessun trader può pensare di
subordinare le proprie decisioni sulla base delle indicazioni fornite da questo
tipo di modelli.
Introduzione all’analisi tecnica
È auspicabile una conoscenza di massima, volta a stabilire i possibili effetti di
accadimenti politico-economici nazionali e internazionali su talune variabili
determinanti il processo di valutazione di un titolo azionario.
Un secondo livello di approfondimento dell’analisi fondamentale è costituito
dall’indagine particolare: all’interno di essa si distinguono poi un’analisi di
tipo settoriale e di tipo aziendale.
Questo tipo di studio è diretto ad identificare le potenzialità economiche,
finanziarie e patrimoniali della società, per operare una stima corretta dei
flussi di reddito associati a quel particolare titolo azionario.
Nell’analisi di tipo settoriale viene considerato dapprima il segmento di
mercato, per tentare di fornire una stima del livello di competitività
dell’azienda: si analizzano le relazioni tra domanda e offerta, nonché il grado
di concorrenza all’interno del settore, i costi ed il ciclo di vita del prodotto,
possibili effetti di regolamentazioni nazionali o estere.
L’analisi di tipo aziendale consiste nello studio dinamico dei bilanci societari
riferiti a più esercizi: attraverso comparazioni storiche, valutazioni
prospettiche e confronti con altre aziende appartenenti allo stesso settore, si
vuole indagare l’aspetto economico (capacità dell’azienda di produrre redditi
futuri), l’aspetto finanziario (capacità dell’azienda di mantenere un persistente
equilibrio tra fonti e impieghi) e l’aspetto patrimoniale (capacità dell’azienda
di conservare il proprio patrimonio nel tempo).
Ai fini operativi divengono utili gli strumenti di analisi finanziaria, quali gli
indici di apprezzamento borsistico che vengono costruiti da dati provenienti
dai bilanci societari sia dai dati di mercato; esempi sono il rapporto
Price/Earnings (prezzo/utili), Earning for Share (utili per azione),
Ricavi/Patrimonio netto per azione, ecc.
Analizzando il concetto di analisi tecnica e quello di analisi fondamentale,
possiamo tracciare un quadro che ci permetta di fornire delle informazioni che,
Introduzione all’analisi tecnica
gli operatori dei mercati finanziari, possono trarre per operare con più
efficacia.
Mettiamo a confronto le due tecniche, per quanto riguarda l’analisi tecnica
abbiamo detto che il prezzo è la sintesi ideale di tutte le informazioni,
conosciute o meno; le cause determinanti non devono essere indagate.
Secondo l’analisi fondamentale il prezzo di mercato è frutto di molteplici
fattori che debbono essere necessariamente individuati e valutati.
Da questa ipotesi di fondo originano molteplici argomentazioni contrastanti.
L’analisi fondamentale, sarebbe superiore all’analisi tecnica, poiché si basa su
di un insieme informativo più esteso, in quanto considera non solo la serie
storica dei prezzi passati, ma anche tutte le informazioni pubblicamente
disponibili. Per cui l’analisi fondamentale può considerarsi più efficace
dell’analisi tecnica.
Di qui la teoria opposta che, se tutte le informazioni che possono in vario
modo essere rilevanti sono sempre rispecchiate nel prezzo, allora l’analisi
tecnica contiene implicitamente l’analisi fondamentale: il prezzo è un
indicatore di tutte le variabili così rapido ed efficiente, che addirittura anticipa
la diffusione delle informazioni fondamentali.
Inoltre, l’analisi tecnica tenta di identificare i punti di svolta di una tendenza di
prezzi, per valutare così il momento migliore (timing) per entrare od uscire dal
mercato; ha anche l’obiettivo di verificare la ricorrenza storica di significati
movimenti dei prezzi. Viceversa l’analisi fondamentale cerca di individuare il
valore intrinseco di un bene, che sarà messo costantemente a confronto con la
quotazione corrente di mercato, nel tentativo di cogliere quegli scostamenti
che suggeriscono l’acquisto o la vendita.