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Introduzione
L’acqua è da sempre considerata “inesauribile fonte di bellezza, benessere ed
utilità”, ed anche ai giorni nostri se ne continuano a sfruttare le proprietà benefiche
nei più diversi ambiti.
In un panorama così descritto, l’analisi microbiologica delle acque destinate al
benessere dell’uomo risulta fondamentale per far sì che queste esplichino i loro
effetti benefici intrinseci, nel caso delle acque termali, o costituiscano ugualmente
fonte di benessere e giovamento senza poter essere causa dello svilupparsi di
patologie.
Il controllo microbiologico può essere utile a valutare le reali condizioni igieniche
delle acque, al fine di controllare che tutti i parametri risultino idonei e conformi ai
limiti previsti per norma di legge, in relazione al tipo di acqua considerata.
I controlli sulle acque prese in esame sono stati richiesti dai proprietari di strutture
termali, turistico-recettive e sanitarie ai fini di monitorare l’andamento dei
parametri microbiologici all’interno delle proprie attività.
Vengono quindi definite le principali tipologie di acque destinate al benessere
dell’uomo, nonché le acque che è possibile trovare in questi ambienti, deputati
anch’essi al benessere della persona. Si effettuerà inoltre l’analisi di un batterio
considerato un problema emergente di Sanità Pubblica, Legionella, e della sua
insorgenza all’interno delle strutture dell’Emilia-Romagna.
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Capitolo 1. Le acque destinate al benessere dell’uomo
1.1 Le acque minerali naturali
Sono considerate acque minerali naturali le acque che, avendo origine da una falda
o giacimento sotterraneo, provengono da una o più sorgenti naturali o perforate e
che hanno caratteristiche igieniche particolari e, eventualmente, proprietà favorevoli
alla salute.
Le acque minerali naturali si distinguono dalle ordinarie acque potabili per la
purezza originaria e sua conservazione, per il tenore in minerali, oligoelementi o
altri costituenti ed, eventualmente, per taluni loro effetti. Esse vanno tenute al riparo
da ogni rischio di inquinamento.
È vietato sottoporre l’acqua minerale naturale ad operazioni diverse da quelle
previste nell’art. 8, comma 1, del D.L. 176/2011 ed, in particolare, sono vietati i
trattamenti di potabilizzazione, l’aggiunta di sostanze battericide o batteriostatiche e
qualsiasi altro trattamento suscettibile di modificare il microbismo dell’acqua
minerale naturale. Alla sorgente, il tenore totale di microrganismi di un'acqua
minerale naturale è conforme al suo microbismo normale ed è prova di una
protezione efficace della sorgente contro qualsiasi contaminazione. (1)
Le acque minerali e termali fanno parte del patrimonio indisponibile della Regione
e, in Emilia-Romagna, la materia è disciplinata dalla Legge Regionale del 17 agosto
1988, n.32 – “Disciplina delle acque minerali e termali. Qualificazione e sviluppo
del termalismo”.
La Regione Emilia-Romagna è ricca di acque minerali termali, di natura diversa per
la natura dei sali disciolti:
a. Salso solfato alcaline
b. Salso bromo iodiche
c. Sulfuree
d. Sulfuree salsoiodiche
e. Bicarbonato alcaline
Anche se la definizione di “acqua termale” andrebbe riservata alle acque che
all’origine hanno una temperatura compresa tra 30°C e 40°C, non tutte le acque
minerali sgorgano dalla sorgente ad elevata temperatura, ma vengono comunque
quasi sempre riscaldate prima della loro applicazione ai pazienti.
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Altra caratteristica delle acque minerali termali è quella di possedere una flora
batterica propria, che favorisce il formarsi di biofilm sulle superfici di contatto.
Sono considerate applicazioni termali: fanghi, con o senza “doccia
d’annettamento”, bagni con o senza idromassaggio, grotte, cure inalatorie
(inalazioni, nebulizzazioni e polverizzazioni, aerosol, docce nasali, humages),
insufflazioni endotimpaniche, irrigazioni vaginali, docce rettali, cure idropiniche,
percorsi vascolari.
A seconda delle caratteristiche delle acque minerali termali, della patologia da
trattare, dell’applicazione termale, l’acqua può essere utilizzata tal quale, trattata
(decalcificata o deferrizzata) o diluita con acqua di acquedotto, per ridurne la
densità, per i bagni.
Gli stabilimenti e gli alberghi termali, in ambienti diversi da quelli dedicati alle
cure, da anni ormai integrano l’offerta delle prestazioni terapeutiche con quelle più
propriamente di benessere, prestazioni che più in generale sono tipiche delle così
dette SPA (Salus per Aquam) per le quali, non avendo significato terapeutico,
possono essere utilizzate anche acque diverse da quelle propriamente termali. Le
prestazioni comprendono: bagni con idromassaggio, docce filiformi, “docce
francesi”, bagno turco, sauna, fanghi, massaggi, piscine con zone con
idromassaggio, etc. (12)
1.1.1 Requisiti igienico-ambientali
In funzione delle proprietà terapeutiche e della composizione chimica, le acque
minerali possono essere utilizzate presso stabilimenti termali od imbottigliate e si
ritiene quindi indispensabile che, alla sorgente e durante la commercializzazione,
un'acqua minerale naturale risulti esente da:
a) parassiti e microrganismi patogeni;
b) Escherichia coli o altri colibacilli e streptococchi fecali, su 250 ml del campione
esaminato;
c) anaerobi sporigeni solfito-riduttori, su 50 ml del campione esaminato;
d) Pseudomonas aeruginosa, su 250 ml del campione esaminato. (1)
1.1.2 Normativa
L’approvigionamento, la gestione, la conservazione e l’utilizzo delle acque minerali
sono regolamentate da normative volte a preservare l’integrità del patrimonio idrico
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e la qualità igienico-speciale delle acque minerali naturali. Dal punto di vista
microbiologico le acque termali seguono le stesse indicazioni delle acque minerali.
D.Lgs. 25 gennaio 1992, n.105: Attuazione della Direttiva 80/777/CEE
relativa all’utilizzazione e alla commercializzazione delle acque minerali
naturali.
D.M. 12 novembre 1992, n.542: Regolamento recante i criteri di valutazione
delle caratteristiche delle acque minerali naturali.
Decreto Min. San. 13 gennaio 1993: Metodi di analisi per la valutazione
delle caratteristiche microbiologiche e di composizione delle acque minerali
naturali e modalità per i relativi prelevamenti dei campioni.
Circolare Ministero Sanità 12 maggio 1993, n.19: Analisi chimiche e
chimico fisiche di acque minerali naturali.
D.Lgs. 4 agosto 1999, n.339: Disciplina delle acque di sorgente e
modificazioni al D.Lgs. 25 gennaio 1992, n.105, concernente le acque
minerali naturali, in attuazione della direttiva 96/70/CE.
Legge del 24 ottobre 2000 n. 323 (GU n. 261 dell’ 8 novembre 2000):
Riordino del settore termale.
D.M. del 31 maggio 2001: Modificazioni al D.M. 12 novembre 1992 n.542,
concernente il regolamento recante i criteri di valutazione delle
caratteristiche delle acque minerali naturali.
D.M. dell’11 settembre 2003: Attuazione della Direttiva 2003/40/CE della
Commissione nella parte relativa all’etichettatura delle acque minerali e
delle acque di sorgente.
D.M. del 29 dicembre 2003: Attuazione della Direttiva 2003/40/CE della
Commissione nella parte relativa ai criteri di valutazione delle caratteristiche
delle acque minerali naturali di cui al D.M. 12 novembre 1992, n.542 e
successive modificazioni, nonché alle condizioni di utilizzazione dei
trattamenti delle acque minerali naturali e delle acque di sorgente.
1.2 Le piscine e le tipologie di acqua in esse contenute
Si definisce piscina un complesso attrezzato per la balneazione che comporti la
presenza di uno o più bacini artificiali utilizzati per attività ricreative, formative,
sportive e terapeutiche esercitate nell’acqua contenuta nei bacini stessi. È possibile
effettuare una distinzione in:
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- Piscina ad uso terapeutico: la piscina nella quale vengono svolte attività di cura e
riabilitazione;
- Piscina termale: la piscina che utilizza acque definite come termali dalla Legge 24
ottobre 2000 n.32, e quindi volte ad assicurare il mantenimento ed il ripristino dello
stato psico-fisico;
- Vasca di piscina: il bacino artificiale, la cui acqua viene utilizzata per più turni di
attività, con reintegri e svuotamenti periodici, mediante impianti di trattamento
proporzionati alle dimensioni e all’utilizzo del bacino stesso;
- Vasca di piscina termale: il bacino artificiale la cui acqua, rispondente alla
specifica normativa vigente, viene utilizzata tal quale per gli scopi previsti e viene
mantenuta nelle condizioni prescritte mediante continua immissione di nuova acqua
termale, con portata proporzionata alle dimensioni del bacino stesso e all’utilizzo;
- Bacino di balneazione: il bacino artificiale alimentato con acque superficiali
marine o dolci già classificate come acque di balneazione in base alla normativa
vigente e in quanto tali soggette al rispetto dei requisiti igienico ambientali previsti
dalla normativa stessa. (3)
Sono altresì distinguibili, in base alla loro destinazione, tre grandi categorie di
piscine:
- Categoria A: Piscine di proprietà pubblica o privata, destinate ad utenza pubblica;
fanno parte di queste le piscine presenti all’interno di strutture recettive;
- Categoria B: Piscine facenti parte di condomìni e destinate esclusivamente all’uso
privato da parte degli aventi titolo e loro ospiti;
- Categoria C: Piscine ad usi speciali collocate all’interno di strutture di cura, di
riabilitazione, termale, la cui disciplina è definita da normativa specifica.
Inoltre, in base all’utilizzazione, sono individuabili diversi tipi di vasche:
- Tipo a: Vasche per nuotatori e di addestramento al nuoto e destinate alle attività
agonistiche;
- Tipo b: Vasche per tuffi ed attività subacquee e destinate alle attività agonistiche;
- Tipo c: Vasche ricreative, aventi requisiti morfologici e funzionali che le rendono
idonee per il gioco e la balneazione;
- Tipo d: Vasche per bambini, aventi requisiti morfologici e funzionali, quali la
profondità ≤ 60 cm, che le rendono idonee per la balneazione dei bambini;