5
In tal senso, il presente lavoro intende delineare le tematiche principali
concernenti l’analisi e l’informativa della dinamica finanziaria d’impresa,
mettendo in luce le diverse tecniche di analisi dei flussi, delineando a 360 gradi
le caratteristiche, le tecniche di costruzione e le capacità segnaletiche delle varie
configurazioni che il rendiconto finanziario può assumere e senza tralasciare il
contenuto dei Principi Contabili nazionali e internazionali di riferimento.
La trattazione si compone di due parti: quella teorica e quella operativa.
La parte teorica si sviluppa su tre direttrici contenute rispettivamente nei
capitoli uno due e tre.
Nel capitolo uno si analizzeranno gli strumenti necessari per studio della
dinamica finanziaria, partendo dalle variabili fondamentali della stessa quali i
flussi di cassa e di capitale circolante netto per arrivare passo dopo passo a un
primo schema sintetico d’aggregazione dei flussi finanziari attraverso il modello
delle quattro aree, che evidenzia le zone gestionali che assorbono o generano
risorse finanziarie.
Negli ultimi paragrafi del capitolo saranno poi analizzati i legami che
collegano le fasi del ciclo di vita dell’azienda alla dinamica finanziaria e il ruolo
che il capitale circolante assume nella gestione d’impresa, evidenziando le
determinati che influenzano la sua movimentazione e formazione.
La seconda linea direttrice, raccolta nel capitolo due, tende a mettere in luce
le caratteristiche, le potenzialità informative e le diverse tipologie di rendiconto
finanziario.
6
Saranno dapprima descritte la tecnica base di costruzione e le origini
storiche dei modelli di analisi dei flussi, per poi passare ad analizzare e a criticare
gli orientamenti e i modelli di rendiconto finanziario proposti dai principi
contabili Nazionali(cndcr), Internazionali, dall’Assonime(Associazione Italiana
società per Azioni) e dalla letteratura(rendiconto delle risorse finanziarie totali)
Nel terzo capitolo saranno messe in luce le caratteristiche interpretative e
informative dei diversi modelli di Rendiconto finanziario(basati sui flussi di
cassa, di circolante e sulle risorse finanziarie totali sia in chiave storica che
prospettica , evidenziando anche i pregi e i difetti di ogni singola tipologia di
prospetto.
Il lavoro si conclude con la parte operativa al capitolo quattro, dove viene
svolta una ricerca empirica tendente ad evidenziare le modalità di presentazione
da parte di cinque società quotate a piazza affari(la borsa valori di Milano) del
proprio rendiconto finanziario con riferimento all’esercizio 2005.
Lo scopo principale della ricerca è quello di verificare se sia possibile
riscontrare una certa omogeneità tra i vari modelli e quale sia il grado
d’applicazione delle disposizioni contenute nel principio contabile Internazionale
Ias numero 7, che contiene le indicazioni sul rendiconto finanziario.
Inoltre a corredo della ricerca, si verifica l’impatto sulla formazione e la
presentazione dei prospetti di analisi della dinamica finanziaria delle società
oggetto d’analisi della disciplina legislativa legata all’utilizzo obbligatorio dei
principi contabili internazionali(Ias) per la redazione del Bilancio d’esercizio da
7
parte delle società quotate a partire dall’esercizio 2005 , attraverso un confronto
tra i modelli presentati per il 2005(redatti in conformità al modello contenuto nel
documento Ias numero 7) e i prospetti di analisi dei flussi proposti per i
precedenti esercizi.
Buona lettura
LEO LUCIANO
8
I. L’analisi e l’informativa della dinamica finanziaria
1.1. Una definizione di dinamica finanziaria
I documenti cardine del bilancio d’esercizio ossia il Conto Economico e lo
Stato Patrimoniale permettono di analizzare il risultato economico della gestione
aziendale nel periodo temporale di riferimento, ma non il risultato finanziario1; si
può essere quindi tentati di attribuire all’utile o la perdita di periodo anche una
valenza finanziaria.
In realtà i due indicatori non sempre mostrano una perfetta correlazione
positiva, in quanto, ad esempio può perfettamente accadere che l’impresa produca
reddito, ma assorba risorse finanziarie2.
Come si spiega questa possibile divergenza?Ciò è possibile, in quanto sono
diverse le misurazioni e i principi posti alla base della loro formazione.
Com’è ben noto il reddito d’esercizio si ottiene come contrapposizione tra i
ricavi e i costi di competenza del periodo, tenendo conto dei postulati legislativi
della prudenza, della continuità dell’attività nel tempo e cosi via oppure come
variazione tra capitale netto finale ed iniziale
1
Per risultato finanziario intendiamo la capacità della gestione(caratteristica o reddituale) di
generare cassa.
2
Si pensi alle fasi di sviluppo dell’attività aziendale, dove a redditi positivi si accompagnano
molte volte flussi negativi di cassa(correnti) a causa dell’espansione dell’investimento in
circolante.
9
Al fine di ottenere maggiori informazioni è opportuno scindere il risultato
economico complessivo sopra in modo da valutare il contributo delle diverse aree
gestionali (caratteristica, straordinaria, fiscale, accessoria)3 alla formazione della
performance reddituale complessiva.
La performance finanziaria può essere determinata, invece come differenza
tra i flussi monetari in entrata e in uscita avvenuti nel periodo d’analisi riferibili
alle operazioni aziendali, che hanno determinato una variazione nelle
disponibilità liquide ed equivalenti dell’azienda4.
Si può intuire che in questo caso bisogna muoversi in un’ottica di cassa e non
di competenza. Importanti informazioni possono essere raccolte analizzando il
contributo che le diverse aree gestionali, in primis quella corrente,danno al
movimento dei flussi.
Inoltre tra gli andamenti economici e quelli finanziari soprattutto nel breve
periodo possono verificarsi divari e sfasamenti, sicché il conseguimento di
eventuali utili non comporta necessariamente anche aver conseguito l’equilibrio
finanziario, in termini d’entrate ed uscite(IELASI F. 2002, Pag. 199-202).
3
La gestione caratteristica comprende le operazioni di acquisizione e di impiego dei fattori
produttivi, di trasformazione e di vendita poste in essere dall’azienda per soddisfare il mercato di
riferimento principale
La gestione patrimoniale compendia le operazioni svolte dall’impresa per la gestione di eventuali
componenti patrimoniali non funzionali all’attività tipica(esempio fitti attivi derivanti da immobili
di proprietà non vincolati all’attività caratteristica)
La gestione straordinaria include le operazioni da eventi causali o occasionali
4
Per disponibilità equivalenti si intendono i titoli di facile realizzo ed assimilabili alla liquidità
10
Ciò è dovuto principalmente al tipico sfasamento temporale esistente tra i cicli
reddituali, i quali comportano l’insorgere dei costi e il conseguimento dei ricavi e
i cicli monetari che generano le entrate e le uscite di cassa.
Non tutti i valori reddituali hanno rilevanza finanziaria; si pensi alle quote
d’ammortamento, che sono costi che non comportano nessun uscita di
numerario; vale però anche il contrario, ossia ci sono delle operazioni aventi
esclusivamente rilevanza finanziaria quale ad esempio accensione di un prestito
obbligazionario5.
Il conto economico e lo stato patrimoniale non sono idonei quindi a far
percepire e a spiegare le modificazioni di carattere finanziario verificatesi nel
periodo di riferimento6.
L’excursus proposto permette di introdurre l’argomento chiave di questo
lavoro: l’analisi e l’informativa della dinamica finanziaria.
Quest’ultima permette di analizzare i flussi finanziari dell’impresa e di
interpretare il risultato finanziario.( CAPPELLOTTO R. 1997, Pag 17)
La dinamica finanziaria è rappresentata dall’insieme dei movimenti di
risorse che si verificano per effetto delle operazioni gestionali correnti, relative
alle attività del ciclo-acquisto –produzione e vendita, ed extracorrenti .Questa
seconda categoria comprende i moventi monetari relativi agli investimenti e ai
5Si fa riferimento all’aspetto del prestito relativo ai rimborsi e all’accensione, ovviamente gli
interressi passivi sono componenti aventi valenza economica
6
I flussi di cassa non sono soggetti a stima;sono valori certi, almeno a consuntivo, lo stesso non si
può dire per alcuni valori di bilancio(crediti di fine esercizio)
11
disinvestimenti, all’accensione e al rimborso dei prestiti e infine al pagamento e
all’incasso dei dividendi e degli interessi..
Brugger identifica queste classi di valori con il nome di “forze agenti” le quali
rappresentano il fulcro su cui ruota la dinamica finanziaria
d’impresa(Brugger,1980).
Lo studio e l’analisi della dinamica finanziaria impongono di definire due
termini base del lavoro: fondo e flusso.
Il primo indica il valore assunto da un insieme più meno vasto di risorse
finanziarie in un dato momento .
Per flusso indichiamo il movimento, in termini di variazione in aumento o in
diminuzione che un determinato fondo ha subito in un certo periodo di
tempo(CONSORTI A. , 2001)
L’analisi dei flussi finanziari si fonda sull’accostamento degli stati
patrimoniali di due esercizi successivi e sulla derivazione della variazione che gli
elementi del patrimonio di funzionamento hanno subito nel corso del periodo;
tali variazioni opportunamente rettificate permettono di ricostruire i flussi che
hanno influito sulla modificazione complessiva del fondo considerato.
Ciò premesso, i flussi finanziari derivanti dalle forze agenti e su cui quindi si
basa lo studio e l’analisi della dinamica finanziaria si suddividono in flussi
impiego(fabbisogni finanziari) e in flussi fonte(coperture finanziarie) a seconda
che generino entrate o uscite di valori monetari .(ZAMPROGNA L., 1997)
Tra i flussi impiego annoveriamo:
12
• Gli aumenti delle poste dell’attivo;
• Le riduzioni delle partite debitorie;
• Le riduzioni del netto;
L’altra categoria comprende :
• I disinvestimenti(le riduzioni delle attività)
• Gli aumenti delle poste debitorie;
• Gli aumenti del netto;
• Il risultato della gestione corrente o caratteristica;
Quest’ultimo misura il contributo finanziario della gestione tipica ed è stato
inserito tra le fonti di capitale in quanto il suo valore dovrebbe essere quasi
sempre positivo, ma nulla toglie che possa essere di segno negativo e in tal caso
andrà inserito nell’altra categoria7
La tabella seguente mostra le principali voci contabili da cui scaturiscono gli
elementi di cui sopra.
7
Un risultato monetarie negativo della gestione corrente è un segnale negativo, per la valutazione
della situazione finanziaria. Il giudizio può essere diverso solo nel caso in cui l’azienda si trovi in
fase di sviluppo
13
Tabella n. 1 - Classificazione degli impieghi e delle fonti di capitale
Fonte: Nostra Elaborazione da ZAMPROGNA(1997), Il Bilancio e l’analisi
della dinamica finanziaria, in BRUSA F., Finanza d’azienda, Milano, Cap. 3, pag.
26
RIDUZIONI DELLE PARTITE
DEBITORIE E ASSSIMILATE (B)
Rimborso debiti di funzionamento e
finanziamento(mutui ,prestiti
obbligazionari ecc. ecc.)
Utilizzo fondi(T.F.R-Imposte..)
Pagamento oneri finanziari
IMPIEGHI (FABBISOGNI FINANZIARI)
AUMENTI DEI VALORI
DELL’ATTIVO
Acquisto:
• D’immobilizzazioni materiali
immateriali e finanziarie
• D’elementi dell’attivo
circolante(materie prime
prodotti finiti,titoli prossimi alla
scadenza)
Concessione crediti di finanziamento e
di funzionamento
RIDUZIONE DEL NETTO ( C) Rimborso capitale sociale
Distribuzione dei dividendi
AUTOFINANZIAMENTO (D) Valore negativo del risultato finanziario
della gestione reddituale corrente
A+B+C+D= TOTALE IMPIEGHI
14
Questa semplice tabella\prospetto permette di riclassificare i valori di
bilancio, superando la logica contabile a favore di quella finanziaria degli
impieghi e delle fonti di capitale .
La classificazione proposta rappresenta il punto di partenza per l’analisi e lo
studio dei flussi finanziari. L’analisi della dinamica finanziaria può essere
affrontata ponendo alla base del ragionamento due variabili diverse :i flussi di
circolante e i flussi monetari della gestione corrente.
8
Si sta facendo riferimento a valori che determinano o determineranno entrate ed uscite di denaro.
Sono escluse le operazioni che hanno esclusivamente rilevanza contabile, quali ad esempio gli
aumenti virtuali di capitale netto(passaggio di riserve a capitale)
FONTI DI COPERTURA FINANZIARIA
RIDUZIONIONE DEI VALORI
DELL’ATTIVO (E)
VENDITA:
• Delle immobilizzazioni
materiali, immateriali e
finanziarie
• Riduzione crediti di
finanziamento e di
funzionamento
• Cessione dei titoli compresi
nell’attivo circolante
AUMENTO DELLE PARTITE
DEBITORIE (F)
Aumento dei debiti di finanziamento e
di funzionamento
ACCANTONAMENTO FONDI
RISCHI E ONERI (G)
T.F.R,,rischi su crediti, imposte,
manutenzioni cicliche.
AUMENTO DEL NETTO (H) Aumento del capitale sociale, utile non
distribuito, variazioni positive Delle
riserve
AUTOFINANZIAMENTO (I) Risultato positivo della gestione
corrente
E+F+G+H+I TOTALE FONTI
TOTALE IMPIEGHI UGUALE TOTALE FONTI8
15
Optando per la prima possibilità si individuano le cause che hanno indotto
una variazione del livello del capitale circolante netto(di seguito CCN), inteso
come differenza positiva o negativa tra le attività e le passività inerenti la gestione
corrente, suddividendo tale valore nella parte generata dalla gestione corrente e
nella restante porzione relativa alle operazioni non correnti.
Il saldo di questi movimenti permette di classificare il flusso tra gli
impieghi(valore positivo) o tra le fonti di capitale (valore negativo)(Brugger,80)9.
Si evince che viene utilizzata una definizione di CCN diversa da quelle
tipicamente usate nelle analisi di bilancio, che fanno riferimento al concetto di
attività e passività a breve termine10.
Scegliendo invece il linguaggio dei flussi monetari , si analizza l’andamento
delle disponibilità liquide, analizzando le forze che hanno determinato l’aumento
o la riduzione dell’aggregato e evidenziando il contributo che le diverse aree
gestionali hanno dato al risultato finale
La differenza fondamentale tra le due alternative proposte sta essenzialmente
nel diverso modo di esprimere il flusso della gestione tipica11.
I flussi derivanti da essa coincidono soltanto in condizioni particolari, cioè
quando nel periodo non varia nessuna posta del capitale circolante inteso in senso
stretto cioè al netto delle disponibilità liquide.
9
Come nota 7
10
Indipendentemente dall’area gestionale di provenienza
11
Infatti i flussi di circolante esprimono sia un risultato sia reddituale che finanziario, mentre il
flusso di cassa corrente è esclusivamente un valore finanziario. Si rimanda al par 1.3 per l’analisi
dei legami reciproci tra le due grandezze
16
Ai fini di un eventuale analisi sia preventiva che consuntiva le
rappresentazioni si equivalgono in quanto sono strettamente correlate una con
l’altra e da ognuna è possibili risalire all’altra(OLIVOTTO L.,1987, pag. 20) .
Inoltre entrambe permettono di raccordare la visione economica della
gestione con quella tipica della finanza, che parla il linguaggio dei flussi di cassa.
Attraverso lo studio della dinamica finanziaria dell’impresa è possibile trarre
informazioni che non sono ritraibili dalla lettura del bilancio d’esercizio:
A quanto ammonta il volume di risorse monetarie dinamicamente creato o
assorbito nel periodo d’analisi?
Quali aree gestionali concorrono al finanziamento dell’attività?
Qual è il fabbisogno finanziario di periodo?12
La situazione finanziaria è compatibile con la fase del ciclo di vita
dell’azienda e con la possibilità di ottenere risorse dal mercato dei capitali?
Qual è i peso del circolante nel contesto operativo?
I modelli di studio che saranno di seguito proposti possono essere utili sia in
chiave consuntiva che prospettica.
La prima tipologia di analisi consiste nel costruire modelli di rendiconto
finanziari, che permettono di costruire la dinamica dei flussi del periodo,operando
su dati storici ricavabili dai documenti di bilancio.
12
Il fabbisogno finanziario di periodo esprime l’entità dei mezzi finanziari richiesti dalle varie
operazioni d’impiego nel corso del periodo d’analisi
17
In un ottica di previsione si stimano (ovviamente sulla base di determinate
ipotesi) i flussi finanziari relativi ad un certo arco temporale di riferimento, al fine
di realizzare un processo pianificazione finanziaria, usando oltre ai rendiconti
preventivi i bilanci pro forma e i budget di cassa e di tesoreria(IELASI F. ,2002).
Il presente lavoro intende analizzare le diverse tipologie di rendiconto
finanziario, segnalando di volta le potenzialità informative di ogni alternativa
proposta ed operando un confronto critico tra di loro.
Il paragrafo successivo propone un modello base d’aggregazione dei flussi
per poter individuare più nel dettaglio le aree che generano o assorbono risorse
monetarie.
Il terzo paragrafo si propone di interpretare e calcolare i flussi di cassa e di
circolante della gestione corrente
.Il capitolo si conclude affrontando le principali tematiche relative alla
gestione del circolante e ai rapporti tra il ciclo di vita dell’impresa e dinamica
finanziaria.
1.2. Il modello delle quattro aree
Da quanto affermato in precedenza risulta molto utile dal punto di vista
informativo aggregare i flussi finanziari in funzione dell’area gestionale di
riferimento, al fine di capire quali aggregati di valori generino o assorbino
liquidità ed evidenziando nel contempo le fonti e gli impieghi di capitale.
18
Il modello delle quattro aree permette di effettuare queste valutazioni e
rappresenta il punto di partenza per la redazione e l’interpretazione di qualsiasi
tipologia di rendiconto finanziario.
La classificazione che si propone riprende sostanzialmente le tematiche
proposte da Brugger13 quando identifica le forze agenti sulla dinamica finanziaria.
Le zone d’analisi si dividono quindi in:
• gestione corrente;
• investimenti/disinvestimenti;
• finanziamenti e rimborsi;
• le remunerazioni finanziarie e le gestioni accessorie;
Le aree di riferimento potrebbero anche essere ampliate qualora si volesse
operare un analisi più approfondite, arricchendo il potenziale d’informazioni
ottenibile dal modello.
Ad esempio nel caso in cui l’azienda si occupi di diversi bussines non
particolarmente correlati tra loro, si potrebbe pensare, ovviamente con l’ausilio
di un sistema di contabilità analitica, di scindere l’area della gestione corrente in
varie classi d’analisi al fine d’evidenziare il contributo finanziario di ogni linea
produttiva.
Invece l’area dei finanziamenti e dei rimborsi potrebbe essere scomposta a
seconda, che si tratti di capitale di rischio o di debito, della durata dei
13
BRUGGER G. (1980), L’analisi della dinamica finanziaria d’impresa, Giuffre, Milano, pag. 13