5
L’analisi della rigidità e dell’elasticità della struttura verranno
svolte attraverso la considerazione dei concetti di flussi di servizi,
considerati come flussi di “energie economiche” scaturenti dai
“materiali” ed “ immateriali” input che partecipano al processo
produttivo e che concorrono alla realizzazione del prodotto finale,
considerato quest’ultimo, come vuole la stessa economia neo-
industriale, come “aggregato” di servizi.
La necessità e l’esigenza dell’impresa di superare la rigidità
strutturale richiede un’analisi dei flussi di servizi determinanti la
vulnerabilità, al fine di individuare le cause e le possibili soluzioni da
adottarsi per essere in grado di realizzare strutture tecnico-produttive
elastiche e tali da garantire la flessibilità produttiva.
Saranno quindi analizzati i diversi flussi di servizi e le relative
caratteristiche, per poter indagare in quale misura essi contribuiscono a
rendere rigida la struttura.
Si analizzeranno successivamente gli aspetti tecnico-produttivi,
l’influenza del settore, delle caratteristiche del processo, delle
politiche di approvvigionamento e di gestione delle scorte, nonché
l’influenza determinata dalle politiche finanziarie.
Non di secondaria importanza sarà poi l’aspetto delle relazioni
esterne dell’impresa con i propri mercati di sbocco ed inoltre, da ultimo,
l’incidenza delle innovazioni di processo e di prodotto.
6
L’analisi delle cause e fattori determinanti la rigidità e
l’elasticità della struttura rispetto ai flussi di servizi, servirà poi per
formulare un modello di misurazione del grado di vulnerabilità.
L’individuazione di un modello di misurazione serve a tenere sotto
controllo la vulnerabilità stessa, nonché per poter valutare gli effetti
della riduzione della stessa vulnerabilità tramite l’agire sulle leve
dell’elasticità e della flessibilità.
Il modello avrà come base di riferimento i flussi di servizi di
programmata utilizzazione, il cui non totale utilizzo rispetto a quanto
programmato genera un irrigidimento della struttura.
Proprio al fine di ridurre la vulnerabilità si valuteranno le modalità
e gli effetti dell’incremento dell’elasticità della struttura e della
flessibilità produttiva.
Una particolare attenzione verrà posta sullo strumento della leva
operativa, sulle variazioni che essa subisce a seguito dei tentativi di
riduzione della vulnerabilità dell’impresa.
La considerazione dell’elasticità e della flessibilità come i due
necessari vantaggi competitivi da conseguire non autorizzerà, come si
vedrà, a raggiungerle a tutti i costi, ma anche in tal caso sarà necessaria
un’analisi costi-benefici, ed un’attenzione particolare dovrà essere
riposta nella valutazione degli effetti sui costi unitari di produzione.
7
A convalida di quanto ipotizzato teoricamente, si tenterà un
riscontro del modello e delle teorie asserite grazie alla collaborazione
della Texas Instruments Italia S.p.A.
8
CAPITOLO I
L'IMPRESA E L’EVOLUZIONE DEL CONTESTO
COMPETITIVO
1.1 VERSO L’ECONOMIA NEO-INDUSTRIALE
Numerosi sono i fattori di ordine politico, economico, sociale,
culturale e tecnologico che stanno determinando il processo di
evoluzione dell’economia verso quella fase post-industriale o post-
fordista che da più parti viene definita, quasi a rimarcare ancor più la
fine dell’epoca industriale, economia neo-industriale.
Il processo evolutivo ha avuto origine, tra gli altri, dalla
progressiva dematerializzazione della produzione industriale: questa,
infatti, si spinge sempre più verso la ricerca di soluzioni immateriali per
il soddisfacimento dei bisogni del consumatore finale, mediante l’offerta
di servizi complementari, secondo la nota concezione del “ prodotto
aggregato”.
9
In tale contesto, per l’impresa diventa di fondamentale importanza
la gestione dei flussi informativi: l’informazione non solo viene ad
essere svincolata dalla sua base materiale, ma diventa uno dei fattori
critici di successo e di vantaggio competitivo, nonché la principale fonte
di utilità e origine di valore economico
1
.
Le esigenze e le attese sempre più eterogenee dei consumatori, il
rapido sviluppo della tecnologia e delle relative innovazioni di processo
e di prodotto, l’eterogeneità dei mercati, l’incertezza ambientale, la
riduzione del ciclo di vita dei prodotti, la velocità dei processi di ricerca
e sviluppo e, in maniera sempre più pressante e dominante, la ricerca di
personalizzazione del prodotto/servizio da parte del consumatore sono
stati concause e conseguenze della nuova realtà economica nella quale
ci siamo appena immersi e che ci accingiamo a studiare e scoprire.
Il processo evolutivo in atto impone di riflesso il cambiamento
dell’economia d’impresa: tale cambiamento, è visibile dai numerosi
processi di ristrutturazione in atto, che impongono a loro volta, costi
evidenti e tangibili, prima di tutto di ordine sociale.
1
“....la dematerializzazione dell’informazione (intesa
come somma logica di conoscenze e relazioni), ossia la
separazione dell’informazione dalla sua precedente base
materiale (i beni in cui l’informazione era in passato
incorporata, le competenze personali che l’associavano
alle singole persone o alle singole
organizzazioni).....Grazie alla de-materializzazione, la
produzione industriale può oggi procedere verso la
ricerca della varietà e verso il recupero della diversità di
contesti senza perdere, tuttavia, i vantaggi della
riproducibilità industriale, ossia le economie di
replicazione ad essa connesse.” E. Rullani in AA.VV.
“L’impresa e il management dei servizi nell’economia
neo-industriale” atti dell’8° convegno annuale della “
Rivista Sinergie”, Napoli, 18 ottobre 1996.
10
I costi del cambiamento, dovuti ai processi di reingegnerizzazione
e ristrutturazione aziendale, sono tanto più elevati quanto più difficile è
conoscere previsionalmente quale impatto l’evoluzione della domanda,
dei gusti, delle esigenze e delle attese del consumatore avranno
sull’attività produttiva.
La maggiore sofisticazione della domanda tende quindi ad
incentivare l’impresa a ricercare come fonte per il suo vantaggio
competitivo la “varietà” e la personalizzazione dell’offerta dei beni e
dei servizi.
Da un lato, dunque, l’eterogeneità e l’instabilità della domanda
richiedono l’offerta di beni e servizi di alta qualità, basso costo e
personalizzati rispetto alle esigenze del singolo cliente; dall’altro la
riduzione del ciclo di vita medio dei prodotti e delle innovazioni
tecnologiche impone una maggiore rapidità dei processi di ricerca e
sviluppo, miglioramenti delle tecnologie disponibili e/o l’introduzione
di più radicali innovazioni: in altre parole, una maggiore velocità nei
tempi di risposta ai mutamenti della domanda
2
.
Per sopravvivere e continuare ad operare sul mercato, l’impresa
deve porsi come obiettivo primario quello di soddisfare pienamente ed
integralmente le esigenze del consumatore.
2
“La FIAT ha lanciato la sua ultima autovettura, la
Punto, offrendola in 32 diverse versioni.... Levi’s offre
ad un prezzo superiore di 10 dollari a quello di dettaglio
un paio di blue-jeans tagliati e cuciti su misura e
consegnati entro 15 giorni dall’ordine al domicilio del
cliente.” E. Valdani, F. Dosi “La personalizzazione di
massa nelle imprese italiane:...” in Economia &
Managemen, n. 3, 1995, pag. 66.
11
Individuata in tale ultima finalità la ragione della sua condotta,
l’impresa può allora porsi in posizione di preventiva difesa dalla
concorrenza e di conseguente attacco della stessa
3
.
Il cliente tende alla ricerca non più tanto della materialità del
prodotto, ma alla soluzione di problemi che il “servizio” reso dal
prodotto stesso può garantirgli.
E’ proprio questo uno dei capisaldi dell’economia neo-industriale
4
.
Venendo a cadere, quindi, quella separazione netta tra beni e
servizi che ha caratterizzato i decenni precedenti, la produzione neo-
industriale diverge da quella del passato, caratterizzandosi
prevalentemente come produzione di servizi, anche nel momento in cui
non ricorrono quegli aspetti atti ad identificare il servizio: immaterialità,
intangibilità, contestualità dello scambio materiale, tangibile e fisico di
un bene.
5
3
“La condivisione del principio “the customer is the
king” enfatizza che la capacità di soddisfare pienamente
le aspettative della domanda rappresenta in realtà la
miglior difesa dalla concorrenza.” E. Valdani, F. Dosi
“La personalizzazione di massa nelle imprese
industriali: una indagine esplorativa” op. cit., pag. 66.
4
De Minico già nel 1935 ipotizzando gli investimenti
aziendali quali sorgenti di flussi di servizi, così scriveva
“ Dal punto di vista dinamico, l’aspetto di maggiore
rilievo di un investimento è costituito dal corrispondente
flusso di servizi, considerato nella sua struttura di
comportamento e nei suoi elementi dimensionali. I costi
sopportati per una installazione sono sostenuti al fine di
acquisire all’impresa un volume di servizi da utilizzare
entro determinati vincoli di tempo e di intensità ritmica”
L. De Minico “Elasticità e relazioni dinamiche dei costi
nelle imprese industriali” Napoli, Casa Editrice
Rondinella, 1935, pag. 3-4.
5
“La produzione neo-industriale è sempre produzione
di servizi anche quando implica scambi di beni” B. Di
12
L’evoluzione si attua, pertanto, verso tipologie di settori industriali
in cui le imprese siano capaci di erogare delle prestazioni che un tempo
erano tipiche dei settori dei servizi e che sino ad ora potevano essere
ottenute solo attraverso attività produttive che imponevano la rinuncia ai
vantaggi del modo di produzione industriale.
La considerazione del prodotto come aggregato di servizi permette
di sviluppare una maggiore personalizzazione e
“customizzazione” dello stesso, dal momento che garantisce una più
diretta ed immediata interazione con il cliente, un contatto ed un
rapporto sinergico, un legame intimo nel processo di produzione-
erogazione che permette più facilmente di adattare l’offerta ai bisogni
del “customer”, poiché egli stesso partecipa al processo di progettazione
e fruizione del bene considerato nella sua nuova accezione.
La personalizzazione dell’offerta diventa quindi l’obiettivo
strategico dell’impresa industriale alle soglie del 2000, obiettivo che se
in una prima fase viene perseguito agendo sugli elementi “ soft”
dell’offerta, ossia i molteplici e differenziabili servizi che
accompagnano la vendita del prodotto e che sono anche i fattori più
facilmente differenziabili e difficilmente imitabili, nell’immediato dovrà
interessare sia l’offerta dei prodotti di consumo sia quelli industriali
Bernardo “La produzione neo-industriale dei servizi” in
Sinergie 29 set.-dic 1992, pag. 115.
13
ancora troppo soggetti a vincoli che ne impediscono l’evoluzione verso
forme più diversificate e personalizzate
6
(fig. 1).
L’esigenza di personalizzazione e di varietà pretese dal
consumatore, necessitano di interventi da attuarsi a livello proprio di
prodotto industriale, puntando verso una preventiva personalizzazione
della produzione industriale, per poi essere in grado di garantire
facilmente, ed a costi competitivi, il bene diversificato al consumatore
stesso.
A testimonianza di quanto detto è possibile osservare come il
cambiamento in corso mostra segnali di avvicinamento tra la logica
manifatturiera e quella dei servizi, poiché, da un lato, la fabbrica evolve
nella direzione della flessibilità e della varietà, dall’altro
standardizzazione e soluzioni industriali, per conseguire economie di
scala, si vanno diffondendo anche al livello del settore servizi.
Tali aspetti rappresentano una riconferma della labile distinzione
tra beni e servizi, osservabile anche nel processo di generazione del
valore, dove è del tutto inesistente la separazione beni/servizi, se si
6
In modo molto efficace il Rullani ritiene che: “Il
terziario sta soppiantando quantitativamente e
qualitativamente l’industria manifatturiera. Anche a
livello d’impresa il focus della competizione si è spostato
dai beni ai servizi. Per generare valore ed ottenere un
vantaggio competitivo non basta più produrre un bene e
piazzarlo sul mercato, occorre invece offrire al cliente un
sistema articolato di servizi, che possa interagire e
rispondere efficacemente a bisogni complessi.” E.
Rullani in AA.VV “L’impresa e il management dei
servizi nell’economia neo-industriale” atti dell’8°
convegno annuale di Sinergie, Napoli, 18 ottobre 1996.
14
considera che ogni attività produttiva implica una continua
trasformazione di beni in servizi e viceversa.
In questo contesto, caratterizzato prevalentemente dall’incertezza
ambientale, dalla variabilità dei prodotti e dei processi, da rapide
tendenze evolutive nei bisogni dei consumatori, e dalla manifestazione
di pressanti esigenze di personalizzazione dei prodotti, l’impresa
manifatturiera cerca di conseguire nuovi vantaggi competitivi,
attraverso due strumenti fondamentali: l’elasticità della struttura
tecnico-produttiva e la flessibilità della sua organizzazione in generale.
La flessibilità, dopo la qualità, sta diventando e diventerà sempre
più il vantaggio competitivo dell’economia neo-industriale.
Nell’ambito di tale nuova fase, i rapporti impresa-cliente subiranno
notevoli cambiamenti, e sempre con maggiore insistenza si utilizzerà il
termine pro-sumer, indicando che il processo di progettazione del
prodotto viene ad essere quasi interamente definito dal consumatore.
7
7
“Anche nel consumo cambiano i rapporti: il
consumatore diventa, come si dice, pro-consumer,
contribuendo alla definizione della produzione che lo
“serve”. La produzione di beni, in definitiva, si “
arricchisce” di componenti di servizio sempre più
rilevanti, situando lo scambio del bene all’interno di un
frame di connessione, interdipendenza, interazione tra
chi produce e chi utilizza” E. Rullani in AA.VV.
“L’impresa e il management dei servizi nell’economia
neo-industriale” atti dell’8° convegno annuale di
Sinergie, Napoli, 18 ottobre 1996.
15
1.2 LE NUOVE ESIGENZE DEL MERCATO
NELL'OTTICA DELLA CUSTOMER SATISFACTION
Tra i fattori determinanti e caratterizzanti l’evoluzione del contesto
competitivo, un ruolo di primaria importanza deve essere riconosciuto
alla domanda, ed in particolare alle nuove esigenze manifestate dal
mercato.
Il consumatore da soggetto passivo, in grado cioè di recepire ciò
che l’impresa produce e di adattarsi al servizio reso dal bene acquistato,
si trasforma in pro-sumer, partecipando attivamente al processo di
progettazione e definizione delle caratteristiche, specifiche, qualità e
servizi che il prodotto deve offrirgli e garantirgli, in modo tale che
questi risponda nella maniera più aderente possibile alle proprie
esigenze.
Tutto ciò sta portando ad un aumento della varietà dei
prodotti/servizi da parte delle imprese al fine di soddisfare i sempre più
eterogenei bisogni del mercato.
La differenziazione dei prodotti è una pungente arma competitiva a
disposizione delle imprese, che sono protese verso sempre più rapide ed
innovative modifiche della produzione, dei servizi e dell’immagine, al
fine di tentare di anticipare le richieste del consumatore ed appagarle
nella maniera più soddisfacente possibile.
16
Le nuove esigenze del mercato in termini di differenziazione e di
personalizzazione sono state causate dalla crescita del consumatore,
dalla sua evoluzione culturale, psicologica, critica e percettiva, che lo
pone come soggetto attivo nel processo di acquisto ma ancor prima nel
processo di decisione e di individuazione delle specifiche di
prodotto/servizio che sono in grado di garantire sensazione di unicità e
di soddisfazione delle proprie aspettative.
Il mercato dell’economia neo-industriale diviene così un mercato
esigente, in perfetta interazione ed integrazione tra “artigianato ed
industria”.
Un mercato in grado di conciliare sinergicamente i pregi di una
produzione di tipo artigianale, quali l’unicità e la capacità di rispondere
perfettamente alle esigenze del consumatore, con i pregi della
produzione industriale: velocità di produzione, costi competitivi e
innovazione tecnologica.
Ciò, ancora una volta, evidenzia il cambiamento del
comportamento del consumatore, che implica evidenti riflessi sulla
gestione dell’impresa; cambiamento che lo induce sempre più a
domandare prodotti su “misura” ed a bassi costi, cercando un servizio
esclusivo ed unico, tipico dell’artigianato, e la contemporanea pretesa di
alti livelli di qualità e costi in linea con processi produttivi di tipo
industriale.