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Capitolo 3
LE SCELTE STRATEGICHE DELLA JUVENTUS F.C.
3.1 Gli Agnelli e la Juventus
Lo Sport Club Juventus, successivamente dal 1899 Football Club Juventus
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, viene
fondato il 1° novembre del 1897 da un gruppo di studenti del Liceo Classico “Massimo
d’Azzeglio”
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, oggi conta più di 300 milioni di tifosi in tutto il mondo, di cui 13 milioni
sparsi in tutta la penisola italiana, e tra questi c’è anche la famiglia Agnelli, che ne
detiene la proprietà dal 1923
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.
“Se la famiglia Agnelli a Villar Perosa si considera a casa, allora Torino è il campo di
battaglia. L’unica cosa che si poteva far porre fra gli agnelli e la Vecchia Signora era il
senso del dovere: quando sei a capo di un impero automobilistico che è il maggiore
datore di lavoro del paese il dovere chiama. Quando si tratta di questioni di cuore la
Juventus è al primo posto, ma costruire macchine è un business con migliaia di milioni a
rischio, poi dover continuamente soddisfare entrambi i blocchi: dai capitalisti ai
comunisti, da Kennedy a Castro, Reagan e Krusciov, la Famiglia Reale, il Papa, e tutti gli
altri.
Ma nonostante tutto gli Agnelli hanno sempre trovato il modo di ritrovarsi allo stadio”
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.
Il primo presidente della società è Eugenio Canfari, gli succede lo svizzero Alfredo
Dick che conquisto nel 1905 il primo titolo italiano
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, il quale, a seguito di alcune
contestazioni da parte dei tifosi, si dimette e fonda il Torino Calcio F.C.
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, storica rivale.
Il 24 luglio 1924 l'assemblea dei soci elegge come nuovo presidente il dottor
Edoardo Agnelli, figlio del fondatore della FIAT, che regala subito alla Juventus un
campo d’allenamento di proprietà, in Corso Marsiglia, con tribune in muratura
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.
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“Il romanzo della grande Juventus”, Renato Tavella, Newton Compton Editori, 15 maggio 2014
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“Il romanzo della grande Juventus”, Renato Tavella, Newton Compton Editori, 15 maggio 2014
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“Bianconeri. Juventus story”, Film documentario, regia di Mauro la Villa e Marco la Villa, 10 ottobre
2016.
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“Bianconeri. Juventus story”, Film documentario, regia di Mauro la Villa e Marco la Villa, 10 ottobre
2016.
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9 aprile 1905. il primo Scudetto della Juventus, Tuttosport, 9 aprile 2012.
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Fonte: http://torinofc.it/storia/3-dicembre-1906-la-fondazione
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Juventus, il 24 luglio 1923 inizia l’era Agnelli, Tuttosport, 24 luglio 2012.
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Nel primo dopo guerra la Juventus ottiene svariati successi e poi consolida la sua
posizione, affermandosi come una delle migliori realtà del calcio italiano; sotto il
ventennio Fascista conosce uno dei momenti più splendenti della propria storia
riuscendo a conquistare un record che nessuno riuscirà a bissare fino al 2016, ottenere
cinque scudetti consecutivi, il periodo è noto come “Quinquennio d’Oro”; solo nel 2017
la Juventus riesce a superarsi conquistando sei scudetti consecutivi
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.
3.1.1 Dall’Avvocato al Dottore
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1947, Giovanni Agnelli, detto l’Avvocato,
figlio di Edoardo, che muore nel 1935 tragicamente a bordo di un idrovolante, diventa
presidente della società. Compito arduo quello di saper convogliare le energie sia sul
colosso che sta diventando la FIAT sia sulla squadra Bianconera
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, ma nonostante tutto
resta a capo della stessa fino al 1952, dopo aver conquistato due scudetti. Gli anni
successivi alle dimissioni dell’Avvocato sono tra i più sfortunati della storia
Bianconera, in cui la Vecchia Signora conquista solo un settimo e nono posto.
Su pressione dei tifosi Umberto Agnelli nel 1956, fratello dell’Avvocato, detto il
Dottore, diventa presidente della società. I primi anni della sua gestione sono
caratterizzati da voci che vogliono la fusione con il Torino Calcio F.C. per sanare la
crisi del calcio sotto la Mole
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. Egli introduce la Juventus al nuovo che avanza, è molto
vicino a quell’idea di calcio e finanza che investirà l’Italia negli anni ottanta e novanta
con l’avvento di Silvio Berlusconi prima e Massimo Moratti poi, alla guida
rispettivamente del A.C. Milan e F.C. Internazionale Milano; il Dottore è anche uno dei
primi a capire la necessita di avere una netta distinzione tra le responsabilità del
management e degli azionisti, e ne fa una regola di principio per tutta la sua vita
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.
Se il padre Edoardo riceveva i collaboratori nello studio di casa e seguiva la squadra
quasi sempre ed il fratello Gianni irrompeva al campo d’allenamento e raggiungeva i
giocatori durante gli intervalli delle partite, il Dottore decise di fare di più rinnovando i
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“Il romanzo della grande Juventus”, Renato Tavella, Newton Compton Editori, 15 maggio 2014
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“Bianconeri. Juventus story”, Film documentario, regia di Mauro la Villa e Marco la Villa, 10 ottobre
2016.
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'La Juve del Dottore', storia bianconera di Umberto Agnelli - Tuttosport
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27 maggio 2014, il corriere della sera, «Quel giorno che Umberto Agnelli scelse Marchionne e salvò la
Fiat», Raffaella Polato
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locali della sede e seguendo giornalmente gli affari societari, per inseguire i successi
raggiunti dal padre e dal fratello
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. Per innalzare il tasso tecnico della squadra mette
sotto contratto l’inglese John Charles, per 105 milioni di lire dell’epoca, ed il campione
argentino Omar Sivori per 180, quest’ultimo nel 1961 ottiene il “Pallone d’Oro”;
assieme a loro sbarca a Torino Giampiero Boniperti, con cui forma il “triangolo della
magia Bianconera”, regalando, alla fine del campionato 1957/58, il decimo tricolore, lo
Scudetto “della Stella”
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; infatti in quell’anno per festeggiare l’evento Umberto Agnelli
decide di apporre una stella alla maglia e da lì nasce la tradizione di omaggiare con una
stella la casacca di una società ogni dieci scudetti
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. La presidenza del Dottore dura fino
al 1962, ma il suo lascito permette alla Juventus, in un decennio, di ottenere nel 1962-
1963 una coppa delle Alpi, primo successo internazionale della società, e tre scudetti.
Il 13 luglio 1971 Boniperti, dopo 443 partite e 178 gol, appesi gli scarpini al chiodo,
diventa presidente della società
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, con l’ausilio di Giovanni Trapattoni conquisa nove
scudetti, riuscendo a conquistare la seconda stella, tre Coppe Italia e sei trofei
internazionali, tra cui una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe, due Coppa
UEFA, una Super coppa Europea, una Coppa Intercontinentale: Trapattoni diviene così
il primo e tuttora unico allenatore capace di conquistare tutte le maggiori competizioni
confederali per club. Simbolo di quegli anni fu lo storico Michel Platini che riuscì per
primo nell’intendo di conquistare tre “Palloni d’Oro”. Solo la strage di Heysel del 29
maggio 1985 è capace di spegnere l’euforia di quegli anni: prima della finale contro il
Liverpool, si scatena la follia degli hooligans inglesi e 39 vittime innocenti perdono la
vita. La gara si gioca comunque per cercare di riportare l’ordine pubblico e la Juventus
vince la Coppa, è un successo amaro per la Vecchia Signora: è la peggiore pagina della
storia del calcio mondiale. L’anno successivo, a Tokio la Juventus si laurea Campione
del Mondo contro i sudamericani dell’Argentinos Juniors
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.
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Nicola Negro, La Juventus del Dottore, Ivrea, Bradipolibri, 2012
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Nicola Negro, La Juventus del Dottore, Ivrea, Bradipolibri, 2012
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“Bianconeri. Juventus story”, Film documentario, regia di Mauro la Villa e Marco la Villa, 10 ottobre
2016.
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Maner Palma, “Juventus. La leggenda continua”, Priuli & Verlucca, 20 giugno 2011.
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Maner Palma, “Juventus. La leggenda continua”, Priuli & Verlucca, 20 giugno 2011.
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3.1.2 Un calcio moderno
Mentre nel 1986 Gianni Agnelli sottolinea l’importanza di una struttura
organizzativa efficiente ed efficace che fosse in grado di garantire alla Juventus la
possibilità di assicurarsi i migliori calciatori a prezzi inferiori rispetto ai concorrenti
Mario Sconcerti: “Io credo, avvocato, che la Juventus sia indirettamente una delle cause
della crisi del calcio. Per inseguire la sua forza e la sua potenza economica, per cercare
insomma di mantenersi ai suoi livelli, molte società hanno viaggiato al di sopra delle loro
possibilità finendo col coprirsi di debiti”. Gianni Agnelli: “No, io credo che sbagli. La
Juventus ha il quinto incasso d' Italia e spende per i giocatori molto meno di altri. Pensi
soltanto all' Inter, alla Sampdoria. Noi non abbiamo mai fatto pazzie. I risultati ottenuti
dalla Juventus sono dovuti più all' organizzazione, ad un severissimo lavoro di previsione
e di ricerca di talenti giovani, che a colpi di mercato audaci"
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.
il calcio italiano subisce una svolta epocale, l’A.C. Milan cambia proprietà, Silvio
Berlusconi diventa Presidente e irrompe prepotentemente nella Serie A. Si assiste ad
una rifondazione e riorganizzazione dell’assetto societario con ingenti investimenti sia
sul piano strutturale ma soprattutto sul piano della qualità dei giocatori: si assiste a
qualcosa di già visto nel 1956 con l’avvento del Dottore alla presidenza della Juventus.
La gestione della Vecchia Signora non è stata coinvolta dal mecenatismo che ha
pervaso gli anni ‘80, al contrario la società si è sempre concentrata sul rinforzare la
struttura organizzativa, su cui l’Avvocato Agnelli ha basato la società e né ha fatto un
vanto, nonché un’immagine forte, quasi un’ideale.
“Quello che sta facendo Berlusconi noi non lo facciamo”
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Infatti, negli anni novanta, a seguito dei crescenti investimenti delle controparti
milanesi, soprattutto da parte del Milan, la Juventus vira verso il cambiamento ponendo
ancora più attenzione alle variabili manageriali, avvicinandosi al calcio moderno:
Umberto Agnelli lascia il suo posto di Vicepresidente della FIAT per riprendere il
controllo completo della Juventus per un altro ciclo affidando a Luciano Moggi
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Mario Sconcerti, “La Signora ed Io”, La Repubblica, 01 maggio 1996
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Mario Sconcerti, “La Signora ed Io”, La Repubblica, 01 maggio 1996