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Capitolo 1
Cenni Storico-Filosofici sui concetti di
Educazione
1.1 L’ Accademia di Platone.
Se la genesi delle Università medievali rimanda
allo sviluppo delle scuole teologiche e giuridiche già
presenti nell'alto Medioevo, le comunità di studio
più vecchie risalgono già all’antichità greca. Le
scuole di Atene e di Alessandria, ad esempio,
rappresentavano su vasta scala quello che già
Platone aveva cercato di fare con la fondazione
dell'Accademia, un luogo nel ginnasio di Atene ove
si riuniva per dialogare con i suoi discepoli, o
quanto Pitagora, ancor prima di lui, aveva creato a
Crotone.
Per Platone
1
, il sapere e la sua trasmissione
dovevano formarsi solo all'interno di una “scuola”,
intesa come una comunità di vita e di dialogo fra
1
John N Finday, 1994, Platone: le dottrine scritte e non scritte, Milano, Vita e Pensiero.
9
maestri ed alunni
2
. Secondo un'intenzione originaria
di carattere etico e politico, in polemica con i
sofisti, egli voleva formare uomini capaci di
riflettere governare secondo verità e giustizia,
applicandosi alla filosofia con un metodo razionale
rigoroso, universale, inseparabile dalla ricerca e
dall'amore del bene. La comunità platonica è
intellettuale e spirituale al tempo stesso. La ricerca
va avanti grazie ai maestri e ai discepoli, mediante il
dialogo ed il metodo dialettico, volto a preparare
uomini capaci di cercare la verità e di difenderla
dall'errore e dai soprusi. La dialettica platonica non
è un esercizio puramente logico: essa richiede
un'applicazione, un'ascesi, l'apertura e la
sottomissione ad una verità indipendente, che tutti
devono cercare con umiltà, perché procede dal
Logos. La sua finalità è la trasformazione interiore
ed il miglioramento di chi vi si applica.
Nell'Accademia platonica lo studio diviene una
forma di vita, un impegno personale verso la verità
e verso il bene: vivere da buoni filosofi vuol dire
condividere la volontà di cercare il bene
disinteressatamente, in opposizione alla pratica
sofista di fare della filosofia uno strumento di
profitto economico e di potere. Non sappiamo se
2
Quasi un mondo nuovo, parallelo, un mondo a parte isolato dagli altri, quello dell’ istruzione e dello spirito.
10
l'Accademia platonica fosse una comunità cultuale
in senso stretto (l'etimologia deriva dal semidio
Academo, il cui luogo di culto era poco distante
dalla sede prescelta), ma sta di fatto che l'impegno
autentico verso la verità e la giustizia che essa
implicava — specie se visto in opposizione alla
pratica sofista — richiedeva una speciale sensibilità
per il divino, una volontà di sottrarre la conoscenza
dalla tirannia dell'utile per ricondurla alla sfera del
Bene. Platone
3
, infine, offrirà con la sua attenzione
al “dialogo” uno dei contributi più importanti a ciò
che saranno in futuro le università medievali e
moderne. La necessità dell'ascolto, dell'umiltà,
dell'apertura all'altro, ma anche l'esigenza del
confronto, del rigore, della comunicabilità, vengono
già riconosciuti come elementi irrinunciabili di ogni
progresso conoscitivo.
1.2 La Nascita delle Università Medievali e gli Studi
in Europa
La convenienza della vita in comune e del
dialogo ai fini della coltivazione e della
comunicazione delle conoscenze accompagna un
3
John N Finday, 1994, Platone: le dottrine scritte e non scritte, Milano, Vita e Pensiero.
11
po' tutte le scuole dell'antichità
4
. La diffusione del
cristianesimo aveva permesso la creazione di scuole
esegetiche e luoghi di istruzione catechetica o
teologica, ma nessuna di queste forme di istruzione
o di studio presentava con sufficiente chiarezza
quelli che saranno i due tratti caratteristici delle
università medievali: l'autonomia e l'universalità.
L'inizio del processo che condurrà alla loro
costituzione può localizzarsi nel risveglio
dell'interesse per gli studi che interessò l'Europa
occidentale a cavallo fra i secoli XI e XII. In questa
epoca maestri e studiosi iniziano a spostarsi con
relativa facilità fra le varie città di tutto il continente
e si comincia ad avere notizia di una significativa
concentrazione di studenti a Salerno
5
, Bologna e
Parigi, in corrispondenza della presenza di rinomati
studi, rispettivamente di medicina, diritto e teologia.
Bologna vede crescere la propria fama grazie al
lavoro di ricerca e documentazione storico-giuridica
di Irnerio e di Graziano; a Salerno vengono
commentate le opere di Ippocrate, Galeno ed
Avicenna; Parigi deve il risveglio della notorietà
delle sue scuole teologiche, già presenti nella
cattedrale di Notrê Dame, presso l'Abbazia di San
Vittore e nella chiesa di Santa Genoveffa,
4
http//www4.unicatt.it/ara.
5
http/www.unisa.it.
12
all'insegnamento di Abelardo e di Pietro
Lombardo; ad Oxford si riuniscono numerosi
studenti per ascoltare le lezioni di Scrittura di
Robert Pullen e quelle di diritto del giurista italiano
Vaccario. Già alla metà del XII secolo tutte queste
realtà “accademiche” sono vive ed operanti. Pur
mantenendo un collegamento con le autorità
ecclesiastiche e conservando una condizione in
gran parte clericale, questi studi cominciano a
svilupparsi con una logica diversa da quella che
aveva precedentemente contraddistinto i monasteri
e le scuole legate alle Cattedrali, per assumere un
carattere sempre più aperto e intercomunicante.
Studenti e docenti si riuniscono in specifiche
organizzazioni, di carattere corporativo, che
divengono soggetto di diritto e di privilegi di fronte
alle autorità. Al termine Nationes, inizialmente
utilizzato per indicare le associazioni studentesche,
si andrà lentamente imponendo quello di
Universitas
6
il quale, a seconda dei luoghi, passerà ad
indicare non solo l'insieme degli studenti, universitas
scholarium, ma l'intera comunità accademica,
l'Universitas magistrorum et scholarium. Verso la metà
del XIII secolo il termine Universitas ha già
acquistato un valore giuridico nei documenti
6
Thomas E. Boudreau, 1998, Universitas, United States, E. Boudreau.
13
ufficiali che ne riguardano l'erezione e
l'ordinamento degli studi. Alla fine del XIII secolo
l'Università possiede una sua configurazione tipica.
Vi fanno parte di regola quattro Facultates: quella di
«Arti liberali», i cui studi sono propedeutici alle altre
e che eredita la tradizione di insegnamento del
trivium (Grammatica, Retorica e Logica) e del
quadrivium (Geometria, Aritmetica, Astronomia e
Musica), la Facoltà di Diritto, le Facoltà di Medicina
e di Teologia. L'attività didattica ruota
principalmente attorno alla lectio, alla quale si
affianca poi la quaestio e la disputatio. I titoli
accademici sono divisi in tre gradi progressivi: il
baccalaureato, la licenza ed il dottorato. I corsi
ordinari sono tenuti dai Dottori, quelli straordinari
o di supporto anche dai baccalaureati.
La vita accademica assomiglia a quella di una
cittadella, i cui abitanti eleggono le loro autorità,
rettori, procuratori e vicecancellieri, preparano un
proprio calendario e hanno le proprie feste, godono
del privilegium fori, il diritto cioè ad essere sottratti
dal giudizio dell'autorità civile, e di vari altri
vantaggi, fra cui l'esenzione dalla vita militare e la
sospensione degli obblighi residenziali derivanti da
incarichi precedenti; in molti aspetti della loro
14
attività o condizione, gli abitanti dell'Universitas
7
hanno una dipendenza diretta dall'autorità papale o
speciali diritti per appellarsi ad essa, dando così
corpo ad una sorta di libertas accademica nei confronti
dei poteri locali. Tutto, nell'ordinamento e nei
rapporti con le altre componenti sociali, pare
orientato a favorire la protezione dell'università,
della sua vita e delle persone che la compongono,
nella consapevolezza che il suo compito costituisca
qualcosa di importante, meritevole di essere
sostenuto e difeso, perché legato al bene della
società umana ed al suo sviluppo.
Tra gli eventi che determinarono la rinascita
degli studi dell'XI e del XII secolo, vanno
menzionati il Concilio Lateranense III (1175)
8
, che
istituiva una sorta di “cattedra” presso ogni chiesa
cattedrale affinché un maestro vi insegnasse
gratuitamente a chierici e laici, ed il Concilio
Lateranense IV (1215), che rafforzò ed estese
queste disposizioni riguardo la scelta delle sedi e le
discipline da impartire. Se in questo momento
esistevano in Europa “scuole” già ben organizzate a
Salerno, Bologna, Parigi, Oxford, Montpellier e
Cambridge, prima della fine del 1300 saranno non
7
Thomas E. Boudreau, 1998, Universitas, United States, E. Boudreau.
8
Péter Erdö, 1999, Storia della scienza del diritto canonico, Roma, Editrice Pontificia Università Gregoriana.
15
meno di 20 le sedi universitarie già erette con
proprie costituzioni, riconosciute dall’autorità
papale od imperiale come personalità giuridiche
soggette a regolamentazione accademica e in
possesso di specifici diritti e privilegi. Bologna
viene abilitata da papa Onorio III a conferire nel
1219 il grado di Dottore e viene fornita di statuti
nel 1252; nel decreto di erezione dell’università di
Napoli, fondata nel 1224 dall'imperatore Federico
II, incontriamo per la prima volta il termine
Facultas; le varie scuole parigine vengono
riconosciute nel 1231 da Gregorio IX come un
corpo strutturato in diverse Facoltà; Oxford vede i
suoi statuti confermati da Innocenzo IV nel 1254;
Cambridge appare nel 1260 già dotata di quattro
Facoltà complete; e poi ancora Salamanca, Padova,
Orléans, Angers, Lisbona, poi trasferita a Coimbra.
Prima della fine del XIV secolo troveremo sedi
universitarie a Firenze, Pisa, Pavia, Perugia,
Grenoble, Avignone, Valladolid, ma anche a
Vienna, Cracovia, Praga... All'inizio del XVI secolo
le università attive in Europa saranno quasi
un'ottantina.
Se Bologna deve la sua gloria iniziale al diritto e
Parigi alla teologia, Oxford vedrà ben presto
crescere la sua fama grazie alla sua scuola di logica e
16
di scienze, legata a personaggi come Robert
Grosseteste, Roger Bacon, Thomas Bradwardine,
anche se vi furono presenti teologi come
Alessandro di Hales, Robert Pullen e, più tardi,
Duns Scoto. Le università medievali del XIII e XIV
secolo lavorano in un clima inedito, ove si
realizzano un'ampia circolazione della cultura, una
significativa mobilità docente, una legislazione volta
alla protezione degli studi, dando così origine ad un
fenomeno sociale ed intellettuale senza precedenti.
Lo studio, l'insegnamento e la produzione letteraria
di uomini come Tommaso d'Aquino, Bonaventura,
Roger Bacon
9
o Duns Scoto
10
— solo per fare
alcuni nomi — bastano con le loro stesse biografie
a mostrarne la profondità e la portata. La
concezione medievale dell'unità del sapere
riconosceva alla teologia un ruolo privilegiato, ma
tale ruolo non implicava un'egemonia culturale od
organizzativa: della cinquantina di università
esistenti alla fine del XIV secolo, solo poco più
della metà possedevano una Facoltà di Teologia
11
.
Già in questa epoca i vari studi universitari
mantengono una certa autonomia e l'idea che
dovesse esserci un ordinamento gerarchico delle
9
http//www.plato.stanford.edu/entries/roger-bacon.
10
http//www.filosofico.net.
11
Alfonso Valsecchi, 2002, Il fine dell’ uomo nella Teologia di Tommaso D’ Aquino, Roma, Editrice Pontificia Università
Gregoriana.
17
discipline profane attorno alla teologia pare per
molti versi un'interpretazione riduttiva. La grande
sintesi culturale di cui la teologia medievale è
certamente protagonista, riflessa principalmente
nelle grandi opere di molti dei suoi pensatori, primo
fra tutti S. Tommaso d'Aquino, non si esprime
necessariamente nell'architettura universitaria o
nella sua organizzazione visibile, quanto piuttosto
in uno “spirito universitario” che rimanda ad una
logica comune, ad una condivisione di luoghi e di
diritti, ad una sensibilità la cui origine sta
certamente nel pensiero cristiano dell'epoca.
Effetto visibile di tale sensibilità culturale di matrice
cristiana è il fatto che accanto alla teologia, e
perfino prima di essa, sorgano proprio le due
Facoltà di Diritto e di Medicina, come esigenza di
studi superiori all'insegnamento delle Arti; due
Facoltà, cioè, che testimoniano in qualche modo
un'attenzione all'uomo, ne propongono la
protezione della vita fisica e sociale, la difesa dei
suoi diritti, la cura delle sue necessità essenziali.
Non pare forzata, pertanto, l'espressione con cui
Giovanni Paolo II parlerà ai nostri giorni
dell'Università come qualcosa nata «dal seno» o «dal
cuore» della Chiesa
12
. Tuttavia le Università non
12
Cfr. Ex cord. Ecclesiae,1.
18
appaiono storicamente come uno “strumento della
Chiesa”, né per fini interni alla sua vita, né per
scopi di estensione della sua influenza. Pur
confacenti alla formazione dei propri chierici per
finalità di studio e di predicazione, al momento del
loro sorgere le università godono di un respiro assai
più ampio. L'autorità ecclesiastica centrale non si
limita a fornire le opportune garanzie di
Universalità degli studi e di riconoscimento
dell'attività docente. Si preoccupa di difendere nei
limiti del possibile la gratuità degli studi ed il loro
libero accesso, incoraggia le autorità ecclesiastiche
locali perché assicurino una sistemazione adeguata
agli studenti non abbienti favorendo la costruzione
di collegi; si fa promotrice, ricorrendo agli
strumenti del tempo, di una legislazione ricca di
privilegi, rispettosa del lavoro che nell'università si
svolge ed atta a conservarne le peculiari esigenze.
Se sotto il profilo dei suoi rapporti con la cultura
cristiana, l'epoca rinascimentale registrerà nelle
Università un cambio meno significativo di quello
che si darà a partire dall'Illuminismo
13
, sotto il
profilo dei rapporti con lo Stato vi sarà un graduale
trasferimento del controllo giuridico sull'Università
dalla Chiesa al potere secolare, processo accelerato
13
Epoca storia di rilevante importanza per l’ istruzione.
19
dalla Riforma e poi culminato soprattutto nel
periodo napoleonico.
1.3 L’ Università del Rinascimento e quella Moderna :
Studi Rinascimentali
Il Rinascimento italiano ed il movimento
umanista europeo non entrano in conflitto con l'
Università, ma contribuiscono piuttosto a darle
nuova vita, favorendo la stessa teologia, in un
momento in cui la scolastica incontrava la sua
involuzione nominalista. L'Università “assorbe” i
fermenti dell'Umanesimo e li fa propri. Un
umanista come Erasmo da Rotterdam
14
, ad
esempio, fu al tempo stesso un uomo
“universitario”: studente a Parigi e a Torino,
professore ad Oxford e Cambridge, divenne rettore
dell'Università di Basilea dove restò fino alla sua
morte. Ma a causa della generalità e varietà del
fenomeno, l'Umanesimo non poteva essere
confinato all'interno delle mura universitarie: ciò
darà luogo al sorgere di circoli artistici o
14
Teologo, intellettuale e molto polemico. Umanista e rinnovatore religioso per la Scolastica. Definisce i discorsi
astratti, freddi esercizi mentali. Ragionatore che apprezza molto Socrate. Volle mettere erudizione, fede e bello stile
sulla stessa linea togliendo dal Cristianesimo affermazioni assolute ed asprezze. Mostrò la somiglianza tra Socrate e
Cristo e quindi etica pagana e cristiana. Erasmo da Rotterdam, 2004, Elogio della Follia, Milano, Paoline.
20
intellettuali, ben presto organizzati in Accademie,
luoghi di dialogo interdisciplinare, di cultura e di
ricerca scientifica, ove opereranno non pochi
scienziati dell'epoca. La maggiore attenzione rivolta
dalla rinascita umanista agli studi classici e alla
centralità dell'uomo non assume, almeno prima
della Riforma, una valenza dialettica nei confronti
della Chiesa e della sintesi culturale che la teologia
aveva promosso fino a quel momento. Lo stesso
spirito delle Accademie rinascimentali è attento agli
studi teologici, a volte con qualche deviazione
esoterica, ma pur sempre aperto ad un'idea di unità
del sapere. A partire dal XVI secolo, lo spirito
universitario che aveva accompagnato le grandi
fondazioni medievali subisce una forte battuta
d'arresto. La divisione operata nella cristianità,
prima dai riformatori tedeschi (Lutero) e poi da
Enrico VIII, trascina dietro di sé le Università
accentuandone il carattere nazionalistico e
confessionale. Le nuove fondazioni volute dai
principi tedeschi che avevano aderito alla Riforma,
come Königsberg, Marburg e Jena, non otterranno
il riconoscimento del Papa, trasformandosi in
istituzioni in stretta dipendenza dal potere politico
di chi governava i loro territori. In Inghilterra, dopo
lo scisma anglicano, furono soppresse ad Oxford e
21
a Cambridge
15
le cattedre di diritto canonico e di
teologia: professori e studenti furono obbligati a
sottoscrivere i 39 articoli dell'atto di supremazia
contro Roma, imprimendo così alle università un
carattere confessionale che l'Inghilterra manterrà
fino al XIX secolo. Dal canto loro, le discipline
ecclesiastiche delle Università dei territori cattolici
assunsero un' indole molto forte di controversia, e
benché i loro titoli accademici e le relative
approvazioni mantenessero il loro legame con la
sede papale, in molti altri aspetti della vita
universitaria crebbe la dipendenza dai principi
fondatori.
Nell’epoca rinascimentale sulle fondamenta
delle Università
16
sorgeranno per forza nuove
stratificazioni, occultandone parte dello spirito
originario. Resta una certa aspirazione all'
Universalità, agli studi e alla ricerca, e di
conseguenza la convinzione della loro importanza
per la vita di una nazione o di un gruppo sociale.
Sebbene in un paradigma epistemologico in rapida
evoluzione, continua a rivestire un certo significato
la simultanea presenza delle diverse discipline in
uno stesso luogo, non essendo ancora
15
http//www.cam.ac.uk.
16
http//www.benedett.provincia.venezia.it.
22
compromessi i rapporti fra scienze umane e scienze
naturali. Persa in buona parte la loro libertà di
azione ed accresciuta la loro dipendenza da scopi
ad esse esterni, le Università cominciano ad
interrogarsi sulle loro finalità di istruzione e di
formazione nei riguardi degli studenti. L' Università
si avvia così alla sua transizione verso l'epoca
moderna, contraddistinta da progetti educativi di
carattere statale e dalle riflessioni sulla “questione
universitaria
17
” che accompagneranno il XIX e il
XX secolo.
1.4 L’ Università Moderna
I grandi cambi politici e culturali avvenuti
nell'Europa nel XVIII secolo causano effetti
sensibili anche sulla concezione dell' Università e
sull' ordinamento degli studi. Benché le scienze
naturali fossero in buona parte sviluppate
all'interno delle Accademie, il rapido sviluppo della
ricerca scientifica e le importanti scoperte dai
risvolti applicativi — preludio della rivoluzione
tecnico-industriale del secolo successivo —
implicano ora una crescente specializzazione degli
17
Carlo Cantoni, 1874, La questione Universitaria, Bologna, Bortolotti.