4
Introduzione
Il presente elaborato si prefigge l’obiettivo di analizzare nel dettaglio le
modalità mediante le quali si possono finanziare le acquisizioni di società quotate
in borsa, con particolare attenzione alla tecnica del Leveraged BuyOut, o LBO.
Le operazioni di acquisizioni rappresentano una delle principali opportunità
per le aziende di avviare rapidamente quei percorsi di crescita e di sviluppo
necessari per assicurare loro ottime prospettive per il futuro.
Come verrà affrontato in particolare nel primo capitolo, dunque, le aziende
si trovano costantemente nella situazione di dover assumere decisioni che
possano permettere loro di avviare un miglioramento nel loro posizionamento
corrente.
In un contesto globale ed altamente concorrenziale come quello in cui ci
troviamo, infatti, nessuna azienda può permettersi di non crescere per un tempo
prolungato, poiché esso comporterebbe una sua uscita dal mercato in tempi più
o meno brevi.
Ho ritenuto opportuno iniziare la mia Tesi, quindi, con una presentazione
delle opportunità di crescita per l’azienda, distinguendo tra quelle di origine
interna, in seguito ad esempio a ristrutturazione dei propri processi produttivi,
oppure di origine esterna, vale a dire mediante l’assunzione del controllo di altre
imprese.
Prima di entrare maggiormente nel dettaglio di quanto descritto in seguito,
è d’uopo una precisazione in merito al procedimento con il quale ho articolato i
vari capitoli e paragrafi, vale a dire cercando di rispondere alle sei domande
chiave, le famose 5 W ed 1 H (What, Who, Why, When, Where, How), secondo le
quali dovrebbe essere strutturato un articolo giornalistico e che ho ritenuto
importante applicare anche al mio elaborato.
5
Il primo paragrafo del primo capitolo esamina i benefici ottenibili da un
cambio di controllo, distinguendoli a seconda che essi ricadano maggiormente
sulla società acquirente, sulla società target dell’acquisizione o sulla società in cui
esse sono inserite.
Questo paragrafo, quindi, si propone di spiegare quali siano le ragioni che
muovano importanti soggetti ad entrare nel capitale di una società quotata fino
ad arrivare a detenerne il controllo, evidenziando le più comuni ragioni
economiche, come lo sfruttamento di potenziali sinergie, o quelle prettamente
strategiche, come l’eliminazione dal mercato di pericolosi concorrenti.
Un particolare studio analitico, inoltre, viene effettuato in merito alla
valutazione delle potenzialità che si possono dispiegare mediante l’integrazione
tra le due società, la quale spesso segue un’operazione di acquisizione del
controllo, specialmente nel caso di elevate possibilità di cogliere importanti
economie di scala o di scopo.
Il secondo paragrafo, invece, approfondisce gli aspetti legati agli attori di
tali operazioni, soffermandosi, in particolare, sulle caratteristiche economiche,
patrimoniali e finanziarie che generalmente posseggono le aziende target di
un’operazione di acquisizione.
Un’analisi attenta viene rivolta, inoltre, ai soggetti acquirenti, i quali
vengono distinti a seconda che siano società interessate ad ottenere il controllo
delle target per ragioni legate al proprio business, o che siano investitori
istituzionali, come i fondi di private equity e di venture capital.
In particolare su questi ultimi fondi viene concentrata la mia attenzione,
dal momento che ricoprono un ruolo molto spesso decisivo per il buon esito di
diverse operazioni di acquisizioni, specialmente nel caso di ricorso alla tecnica di
leveraged buyout.
Vengono affrontate, inoltre, le principali norme che disciplinano lo
svolgimento regolare di un’offerta pubblica d’acquisto, con particolare
6
attenzione all’istituto della sollecitazione del pubblico risparmio, della fusione tra
le aziende coinvolte ed alle soglie critiche il cui superamento fa scattare l’obbligo
di lanciare l’OPA.
Il terzo paragrafo del primo capitolo, infine, riguarda le modalità attraverso
cui è possibile effettuare un’acquisizione aziendale, distinguendole a seconda
delle tecniche di finanziamento e di copertura adottate da parte della società
acquirente.
Viene proposta, pertanto, una suddivisione delle offerte pubbliche di
acquisto (OPA) in tre categorie, a seconda che siano finanziate per cassa, vale a
dire con un esborso monetario, per carta, se prevedono uno scambio di azioni
dell’acquirente come corrispettivo per le azioni della società bersaglio, od ancora
miste, nel caso in cui ricorrano parzialmente ad entrambe le modalità appena
accennate.
In questo paragrafo, quindi, vengono analizzati i motivi che possono
influenzare la scelta di adottare una tecnica di finanziamento dell’OPA rispetto
alle altre, con osservazioni e valutazioni degli impatti economici, finanziari,
patrimoniali e di reputazione che la stessa decisione determina sia sull’impresa
acquirente che sulla target.
Una volta completata con il primo capitolo la presentazione del contesto
generale in cui si devono inserire le operazioni di acquisizione aziendale, la mia
attenzione si sposta su una particolare e molto interessante tecnica utilizzata per
ottenere il controllo di una società quotata, vale a dire il leveraged buyout.
Per poter arrivare a spiegare esattamente in cosa esso consista e quali
siano i vantaggi o i rischi che esso comporta, ho iniziato la mia analisi nel secondo
capitolo con lo studio delle modalità attraverso cui un’impresa si possa finanziare
e sugli effetti che esse hanno sulla sua solidità economica.
Iniziando dalla classica distinzione delle fonti di finanziamento tra capitale
di debito e capitale proprio, l’elaborato si sofferma sulla convenienza del ricorso
7
all’una piuttosto che all’altra, supportando un confronto teorico anche con
esempi pratici.
Lo studio si concentra quindi sul concetto di leva finanziaria,
proponendone una sua definizione nei diversi ambiti finanziari, bancari e,
soprattutto, industriali, sui quali ultimi si è concentrata maggiormente la mia
attenzione.
Dopo aver esaminato matematicamente il concetto di leva finanziaria,
l’analisi prosegue sia con lo studio dei benefici che essa può generare per la
redditività aziendale e per la creazione del valore, sia con l’analisi dei rischi che
un uso spregiudicato della stessa può portare.
Un rilevante approfondimento in merito all’analisi della leva finanziaria ed
al suo impatto sulla struttura finanziaria della società è offerto, inoltre, dallo
studio dei teoremi di Franco Modigliani e Merton Miller, i quali costituiscono
tuttora uno dei capisaldi della teoria della Finanza grazie al loro articolo del 1958.
L’analisi dei loro teoremi e delle implicazioni da essi generate è funzionale
all’elaborato per fare luce ulteriormente su come il ricorso al debito sia molte
volte una scelta consapevole ed economicamente migliore rispetto all’emissione
di un aumento di capitale per le aziende.
Al confronto tra l’emissione di debito e nuove azioni è riservata, infatti, una
approfondita analisi alla fine del primo paragrafo del secondo capitolo, nel quale
si determina il concetto di costo del capitale WACC e si accenna alle possibili
operazioni per giungere ad una sua diminuzione.
Il WACC, infatti, viene studiato in questo elaborato sia per la sua
importanza nel determinare quanto un’attività sia in grado di creare valore per
l’azienda, sia per il suo utilizzo come fattore di sconto dei flussi di cassa aziendali
nelle operazioni di valutazione delle società.
8
Il secondo paragrafo del secondo capitolo, dunque, è dedicato alle
modalità attraverso cui le aziende possano perseguire la loro innata propensione
verso la creazione di valore e pone a confronto il suddetto costo del capitale
WACC con l’indice di redditività del capitale investito ROI.
L’utilizzo della leva finanziaria, pertanto, viene considerato alla luce della
sua capacità di aumentare il valore creato dall’azienda, permettendole di
abbassare il proprio costo del capitale ed ottenere, quindi, una differenza
maggiore tra quanto un’attività le rende e quanto le costa.
Dopo aver svolto una analisi approfondita su come l’indebitamento entro
certi limiti possa condurre a vantaggi e benefici economici per l’azienda, nel terzo
paragrafo ho analizzato una tecnica di acquisizione aziendale fondata
sull’indebitamento, vale a dire il già citato leveraged buyout.
Lo studio del leveraged buyout inizia con la sua evoluzione storica, dagli
anni’70 in cui ha iniziato a svilupparsi fino ad oggi, con l’obiettivo di rilevare quali
siano i suoi punti di forza che hanno fatto propendere ad adottare tale tecnica
diversi gruppi aziendali intenzionati ad acquisire il controllo di altrettanto grandi
società.
Oggetto di particolare attenzione diventa poi la tecnica mediante la quale
esso si espleta, che lo caratterizza per la grande agevolazione offerta agli
acquirenti nel reperimento dei fondi, dal momento che la quantità di capitale
proprio che sono chiamati ad immettere ha una percentuale molto bassa rispetto
all’elevata quota di debito acceso per finanziare l’operazione.
I vantaggi che l’adozione della tecnica del LBO può portare, come ad
esempio la maggior propensione ad acquisire il controllo di una società grazie al
basso capitale immesso e, quindi, allo scarso rischio corso dagli acquirenti,
vengono confrontati, tuttavia, con i possibili effetti negativi che esso può portare
all’intera economia.
9
In particolare, viene analizzato come all’inizio degli anni ’90 e nell’attuale
crisi finanziaria, tale tecnica sia stata utilizzata molto di rado a causa della perdita
di reputazione dello stesso LBO, dal momento che i profili finanziari delle nuove
imprese createsi in seguito all’acquisizione erano talmente poco solidi che
fallirono poco tempo dopo la chiusura dell’operazione al presentarsi della prima
congiuntura negativa nel mercato.
Con la descrizione della tecnica del LBO e della logica della leva finanziaria
che ne regola il comportamento, si completa così la parte teorica del mio
elaborato, il quale prosegue con un’analisi di casi di acquisizione aziendali di
successo ottenute mediante la tecnica del leveraged buyout.
Il terzo capitolo, infatti, analizza singolarmente quattro casi aziendali che
hanno suscitato l’interesse internazionale per l’ampiezza dell’operazione, per
l’importanza del marchio od, ancora, per come l’utilizzo della leva finanziaria
nelle operazioni di acquisizione fosse particolarmente accentuato e, quindi,
rischioso.
I primi casi affrontati riguardano LBO piuttosto recenti, vale a dire le
acquisizioni dei gruppi SNAI, COIN e PERMASTEELISA, mentre l’ultimo caso
presentato riguarda l’acquisizione del Gruppo RJR Nabisco, che rappresenta la
seconda più grande operazione di leveraged buyout nella storia della finanza,
con un importo pagato pari a 25 miliardi di dollari.
L’ultimo capitolo della mia Tesi si propone, dunque, di analizzare come
concretamente e nella pratica siano state effettuate le valutazioni in merito alla
convenienza di un LBO rispetto ad un’altra forma di OPA, alla possibilità di
ottenere un incremento di valore maggiore con l’adozione di alcuni
finanziamenti rispetto ad altri e di evidenziare, infine, come il ricorso
all’indebitamento non sia necessariamente sintomo di debolezza dell’azienda,
bensì può essere indice di una solidità finanziaria e capacità manageriale di
sopportare rischi superiori per creare un maggior valore aggiunto.
10
Capitolo 1: Le operazioni per il cambio di controllo di una società
quotata.
1.1 Benefici di un cambio di controllo
Un’operazione di cambio di controllo di una società quotata rappresenta
una straordinaria opportunità per la società che effettua l’acquisizione di vedere
accelerato il proprio percorso di crescita esterna.
Le operazioni straordinarie come le acquisizioni o le fusioni, infatti,
rientrano normalmente tra le scelte che aziende ben gestite ed innovative
possono compiere con la finalità di migliorare la propria posizione competitiva e
di generare valore, attraverso operazioni che permettano, per esempio, di
acquisire maggiore flessibilità, un miglior posizionamento nel mercato, o
sfruttare economie di integrazioni.
Un’azienda che intenda assicurarsi la sopravvivenza nel lungo termine,
quindi, deve costantemente proporsi obiettivi di crescita in termini qualitativi e
dimensionali, facendo attenzione che, tuttavia, la fase di preparazione di tali
operazioni, molto ingenti per investimenti, sia effettuata con grande cura,
attraverso lo svolgimento approfondito della due diligence di cui si dirà ora.
La due diligence , infatti, consiste in una accurata revisione dell’azienda
svolta da un team di specialisti nei vari settori economici, giuridici e finanziari, i
quali valutano i dati ottenuti con il consenso della controparte, che viene
continuamente informata sull’andamento del procedimento.
Si deve evitare, dunque, che avvenga una distruzione di valore, piuttosto
che la sperata creazione dello stesso, tenendo presente che i rischi di esiti
negativi di tali operazioni inizino con lo svolgimento della fase preparatoria,
proseguano in quella esecutiva e continuino, soprattutto, una volta che
11
l’operazione sia conclusa e giunga il momento di raccogliere i frutti
dell’integrazione delle due aziende.
Vediamo come, poi, con il termine di “acquisizioni d’azienda” si faccia
riferimento ad ogni modalità con cui si riesca ad ottenere il possesso totale od il
controllo di un’azienda, come ad esempio gli acquisti o gli apporti di pacchetti di
azioni, di aziende, di rami aziendali, oppure facendo riferimento alle fusioni.
La finalità che accomuna tutte le suddette modalità è la conservazione od il
potenziamento di un vantaggio competitivo, il quale si può configurare in un
ampliamento significativo delle dimensioni dell’attività, nel catturare nuovi valori
e, soprattutto, nell’acquisire nuove risorse e competenze, permettendo così una
maggior valorizzazione di quelle di cui già si dispone.
La creazione di valore è, quindi, un elemento imprescindibile per
qualunque decisione aziendale e si realizza in tali operazioni di acquisizione con
la differenza tra i rendimenti che l’azienda ottiene ed il costo delle risorse
sostenuto per avere la disponibilità delle stesse.
Il compimento dell’acquisizione non costituisce di per sé, quindi, l’obiettivo
di crescita desiderato, bensì è una condizione preliminare per giungere alla
creazione di valore effettivamente voluta.
L’operazione, infatti, potrebbe anche portare ad una distruzione del valore
aziendale, nel caso, ad esempio, di integrazione tra complessi aziendali di
rilevanti dimensioni che potrebbero non produrre l’atteso aumento di valore, o,
ancora, nel caso non si riescano ad adeguare le strutture, le politiche di governo
aziendale o, più semplicemente, una comune filosofia di lavoro.
Passiamo ora ad analizzare l’importanza di detenere il controllo di
un’azienda, esaminando come in essa risieda la possibilità per il maggior
azionista di influenzare tutte le decisioni più importanti per l’azienda, in
particolare la destinazione degli utili della società attraverso la loro distribuzione
12
o trattenimento in azienda, o la destinazione dei flussi di cassa, determinando
quindi l’importo per gli investimenti e per gli accantonamenti.
Tali decisioni finanziarie ed economiche sono influenzate dalle motivazioni
sottese all’acquisizione del controllo; generalmente tali operazioni, a cui molto
spesso seguono operazioni di Mergers and Acquisitions, da qui in poi M&A, sono
determinate dalla volontà di sviluppare potenziali sinergie, vale a dire la
creazione di un maggior valore rispetto al valore ottenibile dalla somma delle
imprese singolarmente considerate
1
.
Tale differenza che si vuole cogliere attraverso il cambio di controllo è
espressa dalla seguente formula, indicando con V
x
il valore dell’equity
dell’impresa X e con V
y
il valore dell’equity dell’impresa Y oggetto
dell’acquisizione:
E’ importante evidenziare come la somma dei singoli valori di due imprese
non coincida con il valore risultante dalla loro integrazione, a meno che esse non
siano prive di debito, poiché l’indebitamento comporta un rischio per l’impresa e
quindi una corrispondente variazione del costo dell’equity.
Un’ulteriore aspetto fondamentale che conduce alla suddetta
diseguaglianza è la diversa onerosità del capitale di debito per le due aziende, la
quale spesso costituisce uno degli elementi principali che spingono alla decisione
di avviare un’operazione di cambio di controllo.
Tale diversa onerosità del finanziamento influisce, inoltre, sul costo medio
ponderato del capitale WACC, il quale viene utilizzato per attualizzare i flussi di
1
Si veda Gardi, F., Fusioni ed altre combinazioni di impresa, Milano, Egea, 1990.
13
cassa prodotti dalla nuova impresa post acquisizione e che, quindi, conduce ad
una diversa valorizzazione delle imprese X ed Y del nostro esempio e di cui si dirà
diffusamente all’interno del secondo capitolo.
La ragione principale che conduce ad avviare un processo di crescita
esterna può essere rintracciata nella circostanza che l’acquirente individui una
impresa sottovalutata dal mercato, la quale presenti, inoltre, determinate
caratteristiche che la rendono attraente per il potenziale compratore.
Una valutazione strategica positiva delle risorse e delle opportunità
inespresse dell’azienda sono il fondamento, pertanto, della decisione di un
soggetto di lanciare un’Offerta Pubblica d’Acquisto (OPA) per assumere il
controllo societario.
L’acquirente si presenta disposto, quindi, a pagare un prezzo superiore a
quello di mercato, purché inferiore al valore addizionale attribuito ad i vantaggi
dell’acquisizione, dal momento che anche in tal modo realizzerebbe
un’operazione per lui vantaggiosa.
Per poter arrivare a tale convinzione, il soggetto proponente l’OPA deve
analizzare nel dettaglio i correnti processi produttivi e gestionali dell’azienda,
giungendo ad individuare fattibili trasformazioni e ristrutturazioni che possano
eliminare le inefficienze attuali e permettano, quindi, un aumento del valore
creato
2
.
Nel momento in cui l’acquirente ritenga che la società target sia
sottovalutata nonostante non possa crescere il rendimento del capitale investito,
significa che crede possibile adottare una gestione più efficiente per ridurre il
costo del capitale della target.
2
Si veda Salleo, C., Transfers of corporate control: can the be Pareto Efficient?, Chapter of Ph.D.
Thesis, Harward University, 1999.