9
Un'immagine rappresenta una serie di misure su un ben preciso
insieme di oggetti che complessivamente costituiscono una scena
(sia essa un paesaggio, un radiogramma o una foto dal satellite).
Tali misure vengono eseguite generalmente su porzioni di
immagine (segmenti), evidenziando una caratteristica locale di
interesse. Comunemente sono misure di intensità della luce
riflessa dagli oggetti (misure di banda sullo spettro
elettromagnetico nell'indagine radio-astronomica), oppure misure
di riflessione di onde sonore (negli apparati ultrasonici biomedici e
nell'indagine sismica) o ancora misure di concentrazione di
determinati elementi chimici in un campione.
Il gran numero di tecniche per l'elaborazione delle immagini è
testimone della vastità dei settori di applicazione di tali tecniche e
della particolarità delle soluzioni che di volta in volta devono essere
adottate per risolvere un preciso problema.
In questa tesi ci poniamo il problema di dare, per prima cosa, i
principi di base per l’elaborazione delle immagini e i principali
concetti teorici per consentire l’apprendimento del lavoro svolto. In
seguito proponiamo una classificazione dei segnali e dei filtri che
consentono il filtraggio morfologico per poi discutere le nozioni
base per la rappresentazione degli insiemi morfologici.
Esistono due tipi di filtri morfologici: i filtri lineari o di convoluzione
e i filtri non lineari.
Nel caso dei filtri lineari il valore d'intensità di un pixel è la media
ponderata dell'intensità dei pixel compresi nella maschera, dove i
10
coefficienti per il calcolo della media sono caratteristici di ogni
filtro. Esempi di filtri lineari sono:
• filtro passa-basso (lowpass) o di sfocatura (blurring): riduce il
rumore presente nelle immagini, ma tende a peggiorare la
definizione dei dettagli, in particolare dei bordi
• filtro passa-alto (highpass): evidenzia le differenze d'intensità
tra i pixel, in particolare i contorni degli oggetti, riducendo gli
altri dettagli a sfondo
• filtro "sharpen": accentua i contorni, ma aumenta il rumore
nell'immagine
• filtro laplaciano: simile al filtro passa-alto
• filtri di contorno orizzontale e verticale (horizontal and vertical
edge): permettono l'individuazione di bordi con un
orientamento particolare
I filtri non lineari considerano sempre una matrice di pixel per
operare la trasformazione, ma non utilizzano coefficienti: mediante
metodi statistici o formule matematiche ricavano un nuovo valore
per l'intensità del pixel considerato, a partire dall'insieme dei valori
della matrice.
Esempi di filtri non lineari sono:
• filtro mediano: sostituisce il valore del pixel considerato con
la mediana dei valori della matrice, riduce il rumore nelle
immagini, ma preserva maggiormente i dettagli e i contorni
del filtro di sfocatura
• filtri di dilatazione ed erosione: il valore del pixel viene
sostituito rispettivamente con il valore massimo e minimo
della matrice, il primo espande gli oggetti presenti
nell'immagine, il secondo li riduce.
• filtri di differenziazione: sono basati sulla determinazione del
gradiente dell'intensità ed evidenziano i contorni.
11
I filtri morfologici sono considerati come la trasformazione dei
segnali non lineari che modificano localmente le proprietà
geometriche dei segnali stessi. Un metodo teorico per l’analisi delle
immagini è dato dalla morfologia matematica. In questo caso, ogni
segnale è visto come l’insieme nello spazio euclideo e i filtri
morfologici sono l’insieme delle operazioni che trasformano il grafo
del segnale contribuendo così alla descrizione quantitativa e
all’analisi della struttura geometrica. Le operazioni più semplici
sono date per i segnali binari come l’erosione, la dilatazione,
l’apertura e la chiusura. I filtri di erosione e di dilatazione sono
espandibili ai segnali di più livelli utilizzando lo stringimento o
l’espansione dei segnali binari.
Le applicazioni dei filtri morfologici per l’elaborazione delle
immagini sono molto numerose. L’area di applicazione include
l’elaborazione delle immagini a livello bio-medico, l’ispezione
industriale automatizzata, il riconoscimento delle forme, il filtraggio
non lineare, la riduzione del rumore, la rappresentazione del
territorio, l’analisi della tessitura, e così via. Attualmente ci sono
vari software che utilizzano i filtri morfologici, specialmente per i
segnali binari, per estrarre delle informazioni direttamente da
un’immagine.
13
1. MORFOLOGIA MATEMATICA
1.1. Introduzione
L'idea sulla quale si fonda la morfologia matematica è,
essenzialmente, l'esame della struttura geometrica di un'immagine
al fine di rendere evidenti le sue connessioni topologiche con un
elemento di confronto; tali connessioni dipendono, oltre che dalla
geometria della struttura da evidenziare, anche dalla sua posizione
all'interno dell'immagine da esaminare.
Solo recentemente la morfologia matematica ha acquisito dignità di
disciplina autonoma nell'ambito dell'elaborazione delle immagini, il
suo impianto matematico si fonda principalmente sulla teoria degli
insiemi ed assume in sé concetti di algebra, topologia e geometria.
Gli studi originari risalgono agli anni Sessanta e sono dovuti al
lavoro di due ricercatori della Scuola Mineraria Parigina (Ecole
Parisienne des Mines de Fontainebleau), George Matheron e Jean
Serra, i quali si occupavano di tematiche legate alla petrografia e
alla mineralogia. Attualmente l'impianto concettuale della
morfologia matematica viene applicato con successo in un vasto
ambito che comprende discipline quali la diagnostica medica e
l'istologia, ed è presente come corredo di base dei più svariati
pacchetti applicativi che si occupano di elaborazione delle
immagini.
Nel seguito verranno caratterizzati alcuni operatori di base della
morfologia matematica.
14
1.2. Operatori elementari
L'obiettivo della morfologia matematica è quello di estrarre
informazioni topologiche e geometriche da un'immagine binaria
AE⊆ , dove con E si indica l'insieme di tutte le possibili immagini
di dimensione nota, attraverso l'utilizzo di un'immagine B, più
piccola, detta elemento strutturante (structuring element); ciò si
ottiene applicando degli operatori che agiscono su ogni punto h
∈A.
Le operazioni elementari della morfologia matematica sono la
dilatazione (dilation), l'erosione (erosion), dette anche somma e
sottrazione di Minkowski1, ed inoltre l'operatore Hit or Miss.
Vengono frequentemente indicati come operatori elementari anche
le trasformazioni di apertura (opening) e di chiusura (closing)
ottenuti dall' opportuna combinazione delle trasformazioni di
erosione e dilatazione.
1 Hermann Minkowski ha studiato alle università di Berlino e di Königsberg. Ha fatto il dottorato
nel 1885 a Königsberg. Ha insegnato a parecchie università, Bonn, Königsberg e Zurigo. A Zurigo,
Einstein era un allievo di vari corsi che ha dato.
Minkowski ha accettato una sedia in 1902 all'università di Göttingen, in cui ha rimasto per il resto
della sua vita.
Entro 1907 Minkowski si è reso conto che il lavoro di Lorentz e di Einstein potrebbe essere capito il
meglio in uno suo scritto sulla teoria non-educlidea. Ha considerato lo spazio ed il tempo, che
precedentemente si sono pensati per essere indipendenti, essere accoppiato insieme 'in una
continuità di spazio-tempo 'four-dimensional’. Minkowski ha risolto un trattamento four-dimensional
di electrodynamics
Questa continuità di spazio-tempo ha fornito una struttura per tutto il lavoro matematico successivo
nella relatività. Queste idee sono state usate da Albert Einstein nello sviluppare la teoria generale
della relatività.
Minkowski era principalmente interessato nella matematica pura ed ha passato molto del suo tempo
che studia le forme quadratiche ed ha continuato le frazioni . Il suo successo più originale, tuttavia,
era la sua 'geometria dei numeri '.
15
1.3. Operatori locali come filtri
Un' immagine può essere definita come una funzione
bidimensionale discreta f (n , m) che associa ad ogni punto di
coordinate (n , m), appartenente al reticolo piano, un valore; tali
valori sono indicativi della presenza o assenza di un oggetto
rispetto allo sfondo (valori logici) oppure dei livelli di grigio o di
colore (valori numerici) propri di ogni punto dell'immagine
considerata. L'analisi di un'immagine tramite operatori locali (che
agiscono su un punto traendo informazioni dal suo intorno)
consiste in un filtraggio dell'informazione in esso contenuta per
mezzo di opportune “immagini sonda" h (n , m), dimensionate
rispetto all'intorno che si desidera analizzare. Ciò corrisponde a
tutti gli effetti ad un filtraggio lineare bidimensionale,
matematicamente rappresentato dalla convoluzione tra l'immagine
d'ingresso e l'immagine filtro:
(,)(,)(,)(,)(,)outinin
ijij
fnmfijhnimjfnimjhnm=−−=−−∑ ∑∑
tenendo conto del fatto che una qualunque funzione discreta
bidimensionale può esprimersi nella forma:
(,)(,)()().
ij
gnmgijnimjdd=−−∑∑
16
In questo modo l'immagine può ritenersi costituita da un insieme
di valori impulsivi (uno per ogni punto) e la convoluzione tra
l'immagine in ingresso fin(n , m) e la risposta impulsiva del filtro
h(n , m) può spiegarsi in termini di traslazione del piano
d'immagine nelle direzioni degli elementi del filtro e successiva
somma dei prodotti.
Similmente a quanto avviene per il filtraggio bidimensionale, si
possono trasformare insiemi di punti utilizzando gli operatori della
logica booleana. E questa è la via che si segue per implementare gli
operatori elementari della morfologia matematica.