Introduzione
Per internazionalizzazione si intende un processo di apertura verso l’estero da parte delle
imprese nazionali. A partire dagli anni ‘80, profondi cambiamenti hanno interessato lo
scenario economico globale, con un graduale declino del protezionismo e con l’affermarsi di
un’integrazione economica e di un libero scambio tra Paesi che hanno portato all’esposizione
alla concorrenza straniera non solo le ditte che operano attivamente sui mercati esteri, ma
anche chi propone i propri prodotti nel contesto locale e nazionale. Si usa enfatizzare i
risultati di questa trasformazione dicendo che “l’internazionalizzazione non è più una scelta,
ma una necessità”: l’impresa deve fare riferimento ad un ambito competitivo che ha allargato
i propri confini geografici. Si riduce progressivamente il numero delle imprese e dei settori
che possono fare a meno di interessarsi all’internazionalizzazione, è essenziale che le ditte
adeguino le proprie strategie ed il proprio modo di operare al panorama globale, sfruttandone
le opportunità e superandone gli ostacoli.
Per le realtà aziendali di piccole dimensioni il tema dell’internazionalizzazione è
indubbiamente complesso. La dimensione ridotta e le risorse limitate, determinano spesso un
atteggiamento di chiusura al nuovo e di continuità delle scelte nelle attività quotidiane che
spesso assorbono tutte le energie delle aziende.
La struttura imprenditoriale della provincia di Trento è costituita prevalentemente da imprese
di piccola e media dimensione, la loro proiezione verso i mercati esteri è stata dominata da
uno schema stabile e soggetto a poche variazioni, caratterizzato da export rivolto verso i Paesi
dell’Unione europea (con prevalenza assoluta verso la Germania) e verso gli Stati Uniti e rari
investimenti diretti in impianti di produzione all’estero. I motivi sono fondamentalmente due:
il ruolo dominante del turismo, che ha favorito un modello prevalente di piccola
imprenditoria, e la configurazione generale dell’economia trentina come un arcipelago di
piccole imprese senza vocazione distrettuale, impegnate a soddisfare i singoli micro-segmenti
della domanda locale. Reso permeabile alla concorrenza delle imprese straniere, anche di
piccole dimensioni, il mercato locale ha subito un fenomeno di restringimento, obbligando le
aziende trentine più esposte alla competizione internazionale a reagire con un opposto e
simmetrico movimento verso i mercati esteri. Inoltre, il vantaggio competitivo del localismo
economico provinciale ha cominciato a ridursi progressivamente. Di conseguenza il Trentino,
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in tempi recenti, ha guardato con maggiore consapevolezza alla priorità di
internazionalizzazione.
Anche per quanto riguarda il marketing, il processo di internazionalizzazione richiede una
maggiore attenzione, una precisa strategia ed investimenti più impegnativi. Il marketing è
generalmente e sistematicamente sottovalutato nelle PMI trentine, dove, molto spesso, tutte le
funzioni sono accentrate nella figura dell’imprenditore e il cliente è ancora considerato una
figura passiva del processo produttivo e aziendale. All’esigenza di una politica di
comunicazione verso i mercati esteri sistematica ed organizzata, per considerare debitamente
come viene recepita l’immagine esterna dell’azienda e dei suoi prodotti, frequentemente si è
risposto con improvvisazione e spontaneismo ed inoltre, molto spesso, il processo di
internazionalizzazione si sviluppa in maniera opportunistica, sfruttando le occasioni d’affari
che via via si presentano all’azienda, senza un preciso disegno strategico.
Diverso, invece, è l’approccio a questo tema messo in atto dal movimento cooperativo che,
creando dei consorzi di secondo grado, si è mosso verso una gestione strategica organizzata
delle diverse aree aziendali, per tenere in considerazione e analizzare tutti i dettagli,
permettendo così di avere un quadro chiaro in cui prendere decisioni più oculate, riducendo i
rischi di fallimento.
Lo studio effettuato ha come scopo l’analisi del processo di internazionalizzazione delle
imprese trentine, con una particolare attenzione ai problemi che esse incontrano nel momento
in cui decidono di ai affrontare i mercati esteri e un approfondimento del settore cooperativo
per valutare le soluzioni messe in atto per superare questi ostacoli, tramite l’analisi di un caso
aziendale, il Consorzio Melinda.
Nel primo capitolo viene analizzata la situazione economica del Trentino, partendo dai dati
aggregati che definiscono l’importanza dei vari settori primario, secondario e terziario. Nel
caso del secondario viene effettuata una descrizione maggiormente particolareggiata, in
quanto settore che produce beni materiali rilevanti per le operazioni di esportazione. A questi
studi viene affiancata un’analisi relativa alla cooperazione, in quanto essa svolge un ruolo
importante ed è una specifica peculiarità di spicco della Regione. Partendo dai dati relativi al
numero di addetti e alle classi di fatturato delle aziende trentine, si delinea poi la loro
dimensione, ed emerge chiaramente che il Trentino è caratterizzato dalla presenza
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preponderante di piccole e medie imprese. La dimensione influisce molto sui problemi e sulle
opportunità che le imprese incontrano a livello internazionale: le PMI infatti, a differenza
dalle grandi imprese, che possono contare su risorse materiali ed immateriali maggiori,
devono utilizzare servizi di enti esterni e di organizzazioni territoriali che operano nel settore
internazionale.
Il primo capitolo funge da premessa a quelli seguenti, in quanto da esso si parte per la
valutazione del taglio da dare agli argomenti trattati. Il secondo capitolo, infatti, che prende in
considerazione la letteratura relativa al processo di internazionalizzazione, si basa soprattutto
sullo studio dei vincoli e delle strategie per le PMI. Nell’introduzione iniziale che spiega le
tappe storiche ed i motivi che hanno portato ad un mercato globale, si toccano i temi relativi
alle variabili che condizionano l’internazionalizzazione, agli ostacoli e rischi che un’impresa
incontra aprendosi all’estero e alle strategie che può adottare.
La vera innovazione nel settore delle PMI è però costituita dal modello cooperativo Trentino
che, partendo dal piccolo operatore, riesce attraverso modelli organizzativi sempre più
sofisticati a competere sui mercati internazionali con le più potenti multinazionali.
Si analizza quindi la soluzione che viene messa in atto nel modello cooperativo trentino, per il
superamento dei vincoli dimensionali emersi. Nel capitolo terzo viene così descritto il
movimento cooperativo trentino, i suoi valori e principi, che si sono consolidati nel tempo
dando ottimi risultati.
Viene approfondito il modello cooperativo dalla sua nascita e dalle prime forme di
aggregazione fino ai giorni nostri, evidenziando come abbia affrontato le sfide del mercato
globalizzato attraverso la creazione di nuovi apparati aggregativi innovativi, le cooperative di
secondo grado (Consorzi), con un confronto tra i servizi offerti da questa forma associativa
rispetto a quelli che le strutture della Provincia offrono alle PMI. Questa parte puramente
descrittiva ha il compito di introdurre e definire i confini in cui si colloca il quarto capitolo,
quello relativo al Consorzio Melinda. É stato scelto questo caso aziendale come esempio di
successo, tramite il quale vengono spiegati i processi di internazionalizzazione attuati, che
permettono anche alle piccole cooperative di essere protagoniste utilizzando servizi che al
loro interno sarebbero molto carenti: marketing, finanza, risorse umane e distribuzione.
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Esse riescono così ad affrontare i mercati esteri in maniera efficiente, superando i limiti dati
dalle piccole dimensioni, mettendo in comunione competenze e risorse. Nel particolare,
vengono analizzate le serie storiche di dati relativi alle esportazioni dalla nascita del
Consorzio, seguendo le evoluzioni che queste hanno avuto, fino ad arrivare al mercato attuale.
Considerando le strategie e l’approccio generale messo in atto da Melinda per i mercati esteri,
si passa ad analizzare il mercato russo, in quanto mercato emergente con possibilità di
importanti sviluppi ed opportunità di affari, insieme alla nuova organizzazione FROM, cui
Melinda ha aderito, formata da consorzi ortofrutticoli del Trentino Alto Adige per un miglior
sviluppo dei mercati esteri.
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CAPITOLO I - Analisi economica della provincia di Trento
Nelle pagine seguenti si analizzerà il quadro generale che presenta la situazione economica
del Trentino, con particolare riferimento al settore industriale per valutare e delineare le
caratteristiche delle imprese presenti sul territorio.
1.1 Analisi settoriale
Lo studio inizia con l’analisi dei pesi percentuali dei vari settori sul totale del PIL in Trentino.
Al termine del 2007 l’“agricoltura, silvicoltura e pesca” copre il 2,97%, l’industria il 26,4%
(di cui 18,81% riferito all’industria in senso stretto ed il restante 7,6% alle costruzioni) e il
settore dei servizi il 70,63%, con la percentuale relativa a “commercio, alberghi e trasporti”
del 23,41%. Questi dati rispecchiano generalmente quelli riferiti alla media italiana, a
differenza del sottosettore relativo a “commercio, alberghi e trasporti”, che risulta di circa 4
punti percentuali più alto in Trentino.
Grafico 1.1 Divisione settoriale dell’economia trentina
Fonte: Camera di Commercio I. A. A., Trento, Elaborazione su dati
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Dal punto di vista delle imprese artigiane, imprese che assumono soltanto una delle forme
giuridiche consentite dalla legge e dimensioni non superiori a determinati limiti, che variano
fino ad un massimo di 40 addetti anche in base al settore dell’attività, esse sono il 26,12%
circa delle imprese complessive registrate in provincia di Trento e sono formate per il 25,2%
da imprese artigiane manifatturiere, che coprono il 69% del settore (il restante 31% è formato
da imprese industriali), mentre gran parte, il 45%, si trovano nel settore delle costruzioni.
La struttura industriale della Provincia è formata per il 5,41% dalle industrie estrattive, dal
28,92% da “costruzione ed installazione di impianti”, dal 2,28% da “industrie elettriche,
acqua e gas”, dal 3,28% da “vendita e riparazione autoveicoli” e per il 60,11% da industrie
manifatturiere, su un totale di 702 unità.
Riferendoci alle imprese artigiane trentine con un numero di addetti maggiore di 7, il 43,1%
del totale delle varie attività economiche è rappresentato da imprese artigiane manifatturiere,
il 41,7% da imprese nel settore delle “Costruzioni ed installazione di impianti”, l‘8,7% si
trova nel settore “Altri servizi”, mentre basse percentuali sono coperte da “Officine
meccaniche e carrozzerie” e da imprese estrattive. All’interno del manifatturiero si nota che
una valore importante è occupato da “Meccaniche e mezzi di trasporto” e dal sottosettore
“Legno e taglio boschi”.
1.2 Dimensione media delle imprese
Verrà ora analizzata la dimensione delle imprese trentine per numero di addetti e classi di
fatturato.
1.2.1 Numero di addetti
La struttura industriale trentina è fortemente caratterizzata dalla presenza di imprese di
piccole e piccolissime dimensioni (Tab. 1.1 e Graf. 1.2), il 77% di essa, infatti, è coperto da
imprese con un numero di dipendenti minore di 50 e, se aggiungiamo quelle fino a 100
dipendenti, arriviamo al 91%. Le imprese oltre i 200 dipendenti sono 18 in valore assoluto,
rappresentando una percentuale minima. E’ chiaro che la peculiarità di questo territorio sia la
ridotta dimensione media delle imprese, caratteristica che si è vista rafforzata negli anni, con
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un progressivo arretramento del ruolo delle grandi imprese ed una crescita di quelle di minore
dimensione.
Tabella 1.1 Divisione per numero di addetti dell’industria trentina
INDUS
TRIA
11-20 11-20 21-50 21-50 51-100 51-100 101-200 101-200 201-300 201-300 301-500 301-500 Oltre 500 Oltre 500 Totale Totale
Val.
assol
uti
% Val.
assol
uti
% Val.
assol
uti
% Val.
assol
uti
% Val.
assol
uti
% Val.
assol
uti
% Val.
assol
uti
% Val.
assol
uti
%
Trentin
o
272 38,75% 269 38,32% 97 13,82% 46 6,55% 8 1,14% 5 0,71% 5 0,71% 702 100,00%
Fonte: Camera di Commercio I. A. A. Trento, Elaborazione su dati
Grafico 1.2 Divisione per numero di addetti dell’industria trentina
Le ristrette dimensioni portano alla conseguente presenza di un elevato numero di
imprenditori, fattore che si manifesta anche osservando la composizione del capitale sociale
(tab. 1.2): circa il 77% di esso, infatti, è di origine locale, con investimenti stranieri e
multinazionali nel territorio trentino inferiori al 6%.
Questo forte fenomeno di localizzazione, si riflette spesso in una gestione concentrata in
singoli individui (l’imprenditore) e nella mancanza di un’organizzazione efficiente per
affrontare il mercato, soprattutto a livello internazionale, con la carenza di risorse umane
adeguatamente preparate.
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