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INTRODUZIONE
Siamo abituati a concepire il mercato economico come un luogo delimitato
da confini conosciuti e caratterizzato da un’elevata concorrenza, dove si è
costretti a lottare per conquistare la propria quota di mercato, adeguando il
proprio prodotto alle caratteristiche del settore, e scegliendo se puntare su
un vantaggio di costo o di differenziazione del prodotto. Anni di studi sulla
Strategia Competitiva hanno portato alla convinzione che sia il mercato con
la sua struttura e le sue caratteristiche, a influenzare la strategia che viene
adottata dall’azienda per battere i concorrenti.
E se invece ci fosse un’alternativa alla scelta tra leadership di costo e quella
di differenziazione? Se fosse possibile spiazzare la concorrenza non
“combattendola”, ma “rendendola ininfluente” con la creazione di un nuovo
mercato?
Recentemente, W. Chan Kim, professore di Strategia e International
Management presso INSEAD
1
, insieme a Renée Mauborgne, dopo aver
analizzato più di trenta settori in un arco temporale di oltre cento anni, ha
presentato un modello replicabile da qualsiasi impresa per scoprire nuove
opportunità di crescita, senza dover obbligatoriamente combattere la
concorrenza spietata. Tale studio ha portato alla definizione della cosiddetta
“Strategia Blue Ocean”, evidenziando che già numerose aziende in passato,
come Ford con il “modello T” e Cirque du Soleil, l’abbiano utilizzata,
spesso senza nemmeno saperlo. Anche la società analizzata in questa
trattazione, la Moleskine, rientra tra le aziende che hanno deciso di
utilizzare questa “nuova strategia” e di “uscire dai confini del mercato”.
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L'Institut européen d'administration des affaires, in acronimo INSEAD, fondato nel 1957, è una
scuola di direzione aziendale e un istituto di ricerca di carattere internazionale. È considerata una
delle migliori scuole del mondo. Ha come caratteristica fondamentale l'attenzione alla diversità
culturale e la prospettiva globale dei suoi corsi
.
Offre corsi a livello di dottorato di ricerca e di
MBA nei suoi campus in Europa, (Francia), Medio Oriente (Emirati Arabi) e Asia Singapore). È
accreditata AACSB, EQUIS e AMBA.
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Nello studio che segue sono approfonditi i fattori di successo che hanno
portato l’azienda a modificare il suo posizionamento strategico nel settore
della cartoleria. Infatti, attraverso un’analisi dei trend evolutivi della società
e dei diversi settori, la Moleskine è riuscita ad individuare quelli che erano i
valori essenziali per un target di persone non ancora nato, ma che stava
emergendo. In questo target rientravano persone con un alto livello
culturale, molto creative, che si trovavano a viaggiare molto e per questo
avevano bisogno di un prodotto che le facesse sentire degli “artisti
contemporanei” e che le aiutasse a “ridefinire il proprio ruolo all’interno
della società”.
Fu così che la Moleskine, piccola società formata da due imprenditori
italiani, riportò in vita “il taccuino”, oggetto molto usato durante il secolo
scorso, associando ad esso una storia che lo rendesse l’erede dei taccuini di
famosi artisti contemporanei, e lo facesse diventare un “oggetto di culto”.
Grazie a tutto questo, l’azienda è riuscita a sbloccare un nuovo mercato
all’interno del settore e a perseguire al tempo stesso la leadership di costo e
la strategia di diversificazione.
Oggi, dopo 17 anni dal lancio del primo taccuino, l’azienda opera in più di
100 Paesi con un fatturato che supera gli 87 milioni, ma continua a
rappresentare un caso di successo oggetto di studio in molte università.
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1. Le strategie innovative
1.1. Cos’è la strategia
Esistono diverse accezioni di strategia, secondo l’ambito e il diverso
contesto storico di riferimento. In particolare il termine “strategia”, dal
greco στρατηγός – strateghós (generale), nasce in campo militare e riguarda
la creazione di un piano coordinato di azioni con il fine di sconfiggere il
nemico
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, mentre in campo economico i primi riferimenti al concetto di
strategia aziendale risalgono alla seconda metà del ‘900. Peter Druker,
appartenente alla scuola di Harvard, fu il primo nel 1954 a darne una
definizione, intendendola come uno strumento utilizzato dall’impresa per
rispondere a domande come “qual è la nostra attività?”, “quale sarà la
nostra attività?”, “quale dovrebbe essere la nostra attività?”.
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Da questo
momento in poi, si sviluppa il concetto di strategia che diventa una materia
oggetto di studio a livello universitario.
Numerosi autori ne danno una diversa interpretazione, da Alfred Chandler
4
,
che definì la strategia come “la determinazione delle finalità e degli
obiettivi fondamentali a lungo termine di un’impresa e l’adozione delle
politiche necessarie per la loro realizzazione”, a Richard Norman che, alla
fine degli anni ’70, inquadrò la strategia come un processo di
apprendimento continuo, secondo cui le strategie si formano sul campo
attraverso una continua interazione con l’ambiente (learning by doing), fino
ad arrivare agli anni Ottanta, quando Michael Porter introdusse per il prima
volta il concetto di vantaggio competitivo
5
. Con la pubblicazione di
“Competitive Strategy” e “Competitive Advantage”, rispettivamente nel
2
Per ulteriori approfondimenti: CLAUSEWITZ, Della guerra.
3
DRUCKER, The practice of management, 1954.
4
CHANDLER, Strategy and structure: chapters in the history of American industrial enterprise,
1962.
5
PORTER, Competitive Advantage, 1985
5
1980 e 1985, venne definita la strategia come “la messa a fuoco di una
formula sul modo di competere di un’impresa, gli obiettivi da raggiungere e
le politiche necessarie per realizzare detti obiettivi”.
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In base a questo concetto, l’impresa deve trovare una posizione nella quale
si possa difendere dalle iniziative della concorrenza o influenzarle a proprio
vantaggio (posizionamento strategico), dando un ruolo rilevante ai
meccanismi concorrenziali e determinando il livello di attrattività del
settore in cui opera l’impresa (modello della concorrenza allargata o delle
cinque forze di Porter)
7
. Attraverso questo modello l’impresa può
individuare i propri punti di forza e di debolezza (SWOT analysis) e, in
seguito, elaborare una strategia adeguata per il raggiungimento di risultati
economici superiori ai concorrenti. Secondo Porter, esistono tre diverse
strategie competitive di base per conseguire un vantaggio competitivo: la
leadership di costo, la differenziazione e la focalizzazione.
Recentemente, però, è stato introdotto un nuovo concetto di strategia,
definito da W. Chan Kim e Reneé Mauborgne come Strategia Oceano Blu
8
.
Secondo questo nuovo concetto, il mercato (o settore) viene immaginato
come un enorme oceano rosso, dove le imprese cercano di accaparrarsi
maggiori quote di mercato attraverso una concorrenza spietata,
determinando margini di profitto bassi. Per questo motivo, la strategia
definita da Porter non rappresenta l’approccio migliore per una crescita
profittevole; non viene affermata l’obsolescenza della “vecchia” strategia,
che continua ad essere ancora oggi la strategia più utilizzata, ma viene
6
PORTER, Competitive Strategy, 1980
7
Secondo il modello della concorrenza allargata esistono 5 forze che operano nel mercato
(fornitori, clienti, potenziali entranti, prodotti sostitutivi e concorrenti) che attraverso il loro potere
contrattuale verso l’impresa riescono a influenzarne l’operato. Il tutto è approfondito in seguito al
capitolo 1.2.1.
8
W. CHAN KIM, RENÉE MAUBORGNE, Blue Ocean Strategy: how to create uncontested
market space and make the competition irrelevant, Harvard Business Review, 2005.
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introdotto un nuovo modello di vantaggio competitivo, realizzato non
attraverso lo studio della concorrenza del mercato e dell’offerta di domanda
già presente, ma attraverso la creazione di un nuovo mercato inesplorato e
la creazione di un prodotto che presenti un’innovazione di valore anche per
i consumatori non ancora raggiunti. (Persegue contemporaneamente sia la
strategia di leadership di costo, che di differenziazione ).
Tuttavia, per una definizione completa e corretta del concetto di strategia,
prenderemo in considerazione la definizione fornita dal libro di testo del
corso didattico di Strategie Competitive, che la enuncia come “il disegno
che definisce il sistema delle attività aziendali, orientandole verso risultati e
obiettivi comuni” (Coda, Invernizzi, 2014).
Distinguiamo ulteriormente la strategia nel caso in cui l’impresa operi in un
unico business o in più business. Infatti nel primo caso utilizzeremo una
sola strategia, unica e uguale per tutti i livelli operativi della stessa. Nel
secondo caso, invece, le decisioni strategiche devono essere analizzate a
diversi livelli:
• A livello corporate (aziendale o complessiva);
• A livello business (competitivo o Area Strategica d’Affari);
• A livello funzionale.
A livello corporate, o aziendale, avremo una strategia riguardante l’impresa
nel suo insieme, che definisce tutto il sistema delle attività, sia quelle svolte
direttamente dall’attività centrale (sistema informativo e di controllo,
gestione delle risorse umane, gestione delle risorse finanziarie e operazioni
straordinarie), sia quelle svolte indirettamente dalle unità di business
(coerenza fra i business, gestione efficiente delle diverse unità di supporto).
A livello business, o per area strategica d’affari, avremo un sistema di scelta
delle azioni (definito modello di business) differente per ciascun business in