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INTRODUZIONE
opo decenni di chiusura impenetrabile la Repubblica Popolare Cinese ha
deciso di compiere un grande passo: l‟ingresso nel mondo occidentale.
Protagonista di questo fenomeno è indubbiamente il tessuto industriale della
nazione, il quale a partire dall‟inaugurazione della politica della “porta aperta” è
riuscito in breve tempo a far guadagnare alla Cina l‟appellativo di “fabbrica del
mondo”, grazie anche al fatto di aver attratto dal 1978 ad oggi oltre un terzo del
totale degli investimenti diretti esteri mondiali. In tempi più recenti la tendenza
che si osserva è però sempre maggiormente collegata agli investimenti effettuati
dalle aziende cinesi all‟estero e alla crescita di importanza delle nazioni europee
tra i paesi obiettivo. All‟interno dell‟Unione Europea l‟Italia, pur scontando un
certo ritardo e una scarsa focalizzazione sullo sfruttamento delle opportunità
offerte dal fenomeno Cina, riveste un ruolo potenzialmente strategico ed
attrattivo grazie alla posizione geografica favorevole e al forte impatto su scala
globale dei marchi legati al concetto di made in Italy.
Obiettivo di questa tesi è analizzare e comparare le caratteristiche e le
motivazioni alla base dei processi di internazionalizzazione delle aziende cinesi
con quelle delle imprese occidentali, focalizzando l‟attenzione sulle qualità
offerte dal tessuto economico italiano ai potenziali investitori della Repubblica
Popolare.
L‟evoluzione di un paese in via di sviluppo e la sua successiva entrata nel
novero delle economie sviluppate non costituiscono certamente eventi
sconosciuti nell‟ambito del mercato globale, la novità del caso cinese è
costituita dall‟entità e dalla rapidità del fenomeno. L‟impatto dell‟ingresso della
Cina nel mondo occidentale è oggi infatti percepibile ovunque e sconta il fatto
di essere stato sottovalutato nel passato, in modo particolare dalle nazioni
europee, prima tra tutte l‟Italia. L‟ascesa economica della Cina sta oggi
sottoponendo il sistema commerciale internazionale a tensioni senza precedenti
attraverso l‟invasione di una smisurata quantità di prodotti a basso costo che
D
Introduzione
2
fanno concorrenza a quelli fabbricati nelle nostre nazioni, il vertiginoso
aumento dei prezzi delle materie prime e la progressiva nascita di una nuova
potenza mondiale di matrice comunista, ma caratterizzata da politiche
economiche spesso così pragmaticamente capitaliste da fare invidia anche alle
nazioni europee e americane.
La Cina non deve però essere esclusivamente vista come una minaccia, ma
piuttosto come una sfida accompagnata da un grande numero di opportunità che
aspettano soltanto di essere colte. Con la nascita di questo nuovo global player
sta infatti prendendo forma anche il più grande mercato di sbocco mondiale in
termini di numero di potenziali consumatori. Si pensi che nel 2004 la
Repubblica Popolare superava già rispettivamente il numero di abbonamenti a
servizi di telefonia cellulare e di persone utilizzanti internet rispetto agli Stati
Uniti. Un ulteriore dato che deve fare riflettere è che questo paese possiede più
persone parlanti Inglese come seconda lingua di quanti abitanti nativi conti la
nazione americana. Ovviamente per illustrare lo sviluppo straordinario presente
e futuro di questo paese non basta enumerare dati come il consumo del 25%
dell‟acciaio e del 40% del cemento mondiale nel 2004 oppure la presenza di
186 programmi MBA nelle università e di 320 milioni di giovani sotto i 14 anni
di età
1
. Per comprendere gli sviluppi storici ed economici che portano oggi a
parlare del “miracolo cinese” è necessaria un‟analisi più approfondita che verrà
fornita nel primo capitolo di questa tesi. Il capitolo introduttivo si propone
infatti di analizzare a livello generale il fenomeno Cina fornendo informazioni
sui principali aspetti geografici, storici e culturali del paese. La trattazione
segue con l‟illustrazione e l‟analisi degli andamenti dei principali indicatori
economici aggregati, che mostrano come questa nazione stia ricoprendo un
ruolo sempre più importante all‟interno del sistema commerciale internazionale.
Particolare attenzione viene riservata anche alle relazioni commerciali e di
investimento tra Cina e Italia. Il capitolo si conclude poi con una breve
panoramica sulle sfide e i contrasti che la Repubblica Popolare si trova, e si
troverà, a fronteggiare in maniera sempre più consistente.
1
Fishman T. C., «China Inc.», Scribner, 2005
Introduzione
3
L‟obiettivo dei capitoli successivi è di illustrare le strategie di
internazionalizzazione delle imprese nelle due direzioni, verranno quindi
illustrate le principali dinamiche relative agli investimenti e ai rapporti
commerciali sia dalla Cina verso l‟Occidente, sia nella direzione inversa.
Nel secondo capitolo verranno esaminate le azioni intraprese dalle aziende
cinesi per entrare nei mercati dei paesi sviluppati. Trattandosi di una tendenza
recente, dopo una breve introduzione sugli outbound investments verrà
privilegiata l‟enunciazione di casi operativi di imprese che gradualmente si
stanno guadagnando ruoli di leadership a livello globale, come Lenovo nel
settore informatico grazie alla recente acquisizione di IBM, e TCL nel comparto
dell‟elettronica di consumo.
Nel capitolo terzo la trattazione si occuperà delle strategie utilizzate dalle
imprese dei paesi sviluppati per varcare i confini cinesi e in questo caso si farà
un maggiore ricorso agli impianti teorici disponibili in letteratura, grazie al fatto
che questo genere di metodi è ormai ampiamente utilizzato e sviluppato, poiché
caratterizzato da oltre 25 anni di storia. Le differenti tipologie di investimento
diretto e di international sourcing utilizzabili dalle imprese straniere in Cina
verranno corredate da alcuni esempi aziendali di successo, analizzando anche le
motivazioni e i possibili ostacoli che differenziano il processo di
internazionalizzazione seguito dalle società occidentali rispetto a quello messo
in pratica dalle aziende cinesi e analizzato nel capitolo immediatamente
precedente.
Il quarto ed ultimo capitolo contiene invece l‟analisi approfondita di due
business cases che sottolineano l‟impegno italiano nel consolidamento di
rapporti di lunga durata con le imprese cinesi e l‟interesse che queste ultime
manifestano nei confronti del nostro tessuto industriale. Il primo caso descrive
la pianificazione di una strategia di attrazione delle imprese cinesi da parte di
ITP (Invest in Turin & Piedmont), agenzia territoriale della regione Piemonte
deputata alla promozione all‟estero dei vantaggi offerti dal contesto locale per
attirare investimenti esterni. Il secondo caso esaminato riguarda invece la
creazione di un progetto di acquisizione di Ofmega – un noto marchio italiano
produttore di componenti di alta qualità per cicli – da parte di potenziali
Introduzione
4
imprese acquirenti cinesi, principalmente focalizzate sulla produzione OEM
nello stesso settore. Entrambi i casi sono accomunati dall‟intermediazione di
aziende con ruoli di consulenza, garanzia e supporto alle strategie di
internazionalizzazione, prassi che si vedrà essere frequente e consolidata
riguardo alle dinamiche commerciali che coinvolgono reciprocamente imprese
italiane e del far east.
Questi ultimi esempi testimoniano quanto sia un fattore critico di successo
per la nostra nazione l‟attrazione di capitali cinesi all‟interno dei confini
domestici, aspetto che, se sfruttato nella maniera adeguata, potrebbe costituire
la principale opportunità per uno sviluppo congiunto dei due paesi. La realtà
cinese e quella italiana devono quindi conquistarsi a vicenda ed incentivare
l‟utilizzazione proficua delle complementarità offerte dai due sistemi-paese,
spingendo le imprese a creare rapporti duraturi di collaborazione bilaterale che
saranno la chiave per rivedere – in ottica lungimirante – la potenziale minaccia
cinese in termini di positiva integrazione dei rispettivi vantaggi competitivi e
delle peculiarità strategiche offerte da queste due realtà e necessarie per
continuare a rivestire un ruolo competitivo sui mercati internazionali.
5
CAPITOLO 1
La Cina: quadro geografico, storico, ed economico
PREMESSA
a Cina ha iniziato veramente a ricoprire un ruolo di interesse a livello
internazionale solo da pochissimi anni, nell‟immaginario comune gli
eventi di grande portata che hanno condotto la popolazione mondiale a vederla
attiva come player economico e politico globale e che hanno iniziato a spostare
attenzioni su questo paese si può dire siano cominciati con l‟ingresso ufficiale
nel WTO siglato nel Novembre 2001 a Doha, quasi contemporaneamente alla
dichiarazione del presidente Jiang Zemin a favore della lotta al terrorismo
internazionale nello stesso autunno, per poi evolvere dal punto di vista
dell‟Italia nella visita ufficiale del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio
Ciampi a Pechino nel Dicembre 2004. Questi pochi eventi che hanno dato al
paese una eco a livello mondiale sono ovviamente solo una rappresentazione
molto parziale dei fenomeni che stanno investendo la Cina, e che sempre più si
concretizzano in risvolti soprattutto legati all‟ambito economico per il mondo
occidentale. Le passate mancanze in termini di interazioni tra i paesi occidentali
(e in particolare europei) e la Cina sono spesso attribuite alla situazione politica
e democratica instabile e alla distanza culturale esistente tra popoli che hanno
storia, costumi e tradizioni molto diversi. L‟eurocentrismo prima e il modello
americano poi hanno sicuramente contribuito in questi ultimi secoli di storia a
relegare questo paese in una nicchia di secondo piano (situazione favorita anche
dalla passata chiusura del regime comunista), permettendoci di prendere
coscienza della sua presenza quando ormai la sua popolazione aveva raggiunto
e superato la quota record di 1 miliardo e 300 milioni, una quantità quindi
molto superiore a quella di Europa e Stati Uniti considerati congiuntamente. Per
iniziare ad accostarsi a questo mondo che ha vissuto per secoli lontanissimo
dalle nostre culture è necessario illustrare in breve, in una forma che
sicuramente non potrà essere esaustiva sotto tutti gli aspetti, i tratti che
L
La Cina: quadro geografico, storico ed economico
6
caratterizzano a livello geografico, storico, culturale ed economico la Cina. A
tale scopo sono stati dedicati i paragrafi introduttivi di questo capitolo, che
riassumono elementi storico-geografici e relativi al background culturale di
questo paese, fornendo informazioni sulla sua cultura plurimillenaria e sulle
principali trasformazioni che l‟hanno portato dall‟imperialismo dell‟età di
Confucio al “socialismo di libero mercato” dei giorni nostri.
I paragrafi seguenti forniscono poi una raccolta di dati economici sul
“miracolo cinese”. Il PIL cresciuto negli ultimi anni con un ritmo sempre
superiore al 7% (e con aumenti spesso a due cifre), l‟interscambio commerciale
che in un decennio è riuscito a quadruplicarsi (registrando tassi di crescita
difficilmente rintracciabili nella storia dell‟economia mondiale) e il costante
incremento degli investimenti diretti esteri sono solo alcune delle cifre che
descrivono il fenomeno Cina e il progressivo emergere a livello internazionale
del suo tessuto aziendale. Nella trattazione ampio spazio viene dato anche alle
relazioni che intercorrono tra la Repubblica Popolare e l‟Italia, sia dal punto di
vista degli investimenti diretti, sia dal punto di vista dei rapporti commerciali
che caratterizzano le reciproche strategie di internazionalizzazione.
La descrizione del quadro geografico, storico ed economico si conclude con
alcune riflessioni sulla sostenibilità del fenomeno Cina nel prossimo futuro, con
una panoramica sui principali problemi, reali e potenziali, tra cui la questione
dell‟inquinamento e le spinte verso la democrazia.
ELEMENTI DI GEOGRAFIA
La Repubblica Popolare Cinese (RPC) occupa una superficie di 9.596.960 Km
quadrati (Hong Kong 1.096 Km quadrati) e si colloca al terzo posto nel mondo
per estensione (dopo Russia e Canada). Questa nazione è anche al primo posto
nel mondo a livello di popolazione, infatti secondo il dato ufficiale 2004
ammonta a 1.294.629.600
2
abitanti, con una densità media di 139 unità per km²,
ma secondo le proiezioni sarebbe stato superato nei primi mesi del 2005 il
miliardo e trecento milioni di persone. La tendenza all‟aumento della
2
Fonte dati geografici: Central Intelligence Agency, World Factbook 2005
(www.cia.gov/cia/publications/factbook/geos/ch.html)
La Cina: quadro geografico, storico ed economico
7
popolazione è sempre rimasta consistente fin dal 1978 e in particolare negli
ultimi dieci anni documentati da fonti ufficiali (dal 1994 al 2004) ha segnato un
incremento globale di cento milioni di unità. Questo trend in continua crescita è
accompagnato da un altro dato interessante ed assolutamente tipico dei paesi in
via di sviluppo: l‟urbanizzazione della popolazione. Lo spostamento dei cinesi
dalle campagne (presenti in prevalenza nelle zone interne) verso le città
(concentrate soprattutto sulle zone costiere) è un fenomeno che ha portato nel
2003 ad una configurazione della popolazione così ripartita: 40,53% urbana e
59,47% rurale. Anche in questo caso il dato più interessante non è il valore
assoluto, che mostra ancora una certa arretratezza rispetto ai paesi sviluppati,
ma il trend che si può estrapolare dalla situazione negli anni passati: solo nel
1996 la popolazione urbana ammontava al 30,48% mentre quella rurale al
69,52%
3
.
Un altro dato degno di nota è l‟estensione delle coste, le quali misurano
complessivamente circa 14500 Km., questo fatto, unitamente alla presenza di
diversi fiumi e canali navigabili nell‟interno, rivela l‟importanza per questo
paese della navigazione fluviale e marittima a scopi commerciali.
La Repubblica Popolare Cinese si configura come uno stato “unitario
plurinazionale” come recita la sua Costituzione: è suddivisa in 22 province (cui
la mappa cinese aggiunge anche Taiwan, considerata come una provincia
“ribelle”), 4 municipalità (Pechino, Shanghai, Tianjin e Chongqing) e 5 regioni
autonome, le quali godono di una speciale forma di autonomia e dove vivono
perlopiù minoranze etniche.
La moneta cinese è lo Yuan Renminbi (RMB o CNY), ancorato al Dollaro
USA a cambio fisso con un margine di fluttuazione inferiore allo 0,2% dal
1994
4
e pari rispettivamente a 0,1208 USD e a 0,0925 Euro (Aprile 2005).
La lingua cinese (il cosiddetto “cinese mandarino”) viene parlata in
innumerevoli dialetti e con accenti diversi, ma viene insegnata e scritta in
maniera uniforme a livello di tutta la nazione.
3
Fonte dati demografici: National Bureau of Statistics of China
4
Lemoine F., «L‟economia cinese», Il Mulino, 2005, p. 117
La Cina: quadro geografico, storico ed economico
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ELEMENTI DI STORIA E CULTURA
La storia della Cina imperiale (nota anche come “Impero di mezzo”) inizia nel
1520 a.C. (anno a cui si fa risalire la prima dinastia ufficiale) e si conclude dopo
un lento ma inesorabile declino nel 1911. Durante questi secoli, al governo
dell‟immenso territorio cinese si succedono diverse dinastie; tra esse si ricorda
la dinastia Ch’in, che nel 221 a.C. unifica, insieme al paese, la scrittura.
L‟aspetto che più di altri segna un elemento di distacco dal mondo
occidentale è probabilmente la durata di un impero di dimensioni molto
consistenti che è riuscito a sopravvivere imperturbato al trascorrere del tempo e
degli avvenimenti. La prima straordinaria costante risulta quella geografica: i
confini territoriali della Cina sono infatti rimasti per tutti questi secoli pressoché
invariati nonostante i numerosi tentativi di invasione straniera. Un‟altra costante
è la continuità culturale: la società cinese è ancora oggi fortemente pervasa
dall‟etica confuciana (che prende il nome e gli insegnamenti dal filosofo
Confucio, vissuto tra il 551 e il 479 a.C.). Ancora oggi infatti, il pensiero
confuciano influenza i comportamenti sociali e relazionali di questo contesto. Il
Confucianesimo deplora l‟individualismo, ricercando l‟armonia e la
pacificazione sociale: questo equilibrio può essere garantito solo se ciascun
individuo accetta il proprio ruolo e si identifica con esso sulla base di precisi
rapporti di dipendenza e reciproco rispetto. Ciò ha comportato delle evidenti
conseguenze sulle caratteristiche e sui valori della società cinese, aspetti
fondamentali da tenere in considerazione anche nelle relazioni aziendali:
1. una diffusa valorizzazione della gerarchia nella convivenza sociale che
si traduce nella zhong, lealtà nei rapporti interpersonali tra membri di
diversi livelli della gerarchia;
2. un forte spirito di appartenenza familiare, o meglio di adesione al clan
allargato della famiglia di origine;
3. un senso quasi religioso dell‟armonia sociale con la ricerca continua del
compromesso al fine di soddisfare il gruppo nel suo insieme più che il
singolo individuo;
4. infine, l‟importanza del guanxi, cioè dei rapporti interpersonali; spesso,
La Cina: quadro geografico, storico ed economico
9
ai fini della creazione e del mantenimento del legame tra due persone,
assume un‟importanza fondamentale l‟intermediazione effettuata da un
terzo soggetto che diventa garante del rapporto di amicizia instaurato.
Questo tipo di relazione diventa una reciproca obbligazione, da
migliorare e consolidare attraverso lo scambio di doni e favori
5
.
Le caratteristiche del pensiero confuciano contribuiscono a spiegare la
compattezza con la quale l‟immenso Impero di mezzo ha attraversato i secoli: la
formazione di una potente burocrazia, organizzata secondo una rigorosa
struttura gerarchica e riconosciuta da tutta la popolazione, garantisce la
funzionalità e l‟efficienza del sistema governativo, caratterizzato da un forte
decentramento amministrativo. Lo Stato cinese viene infatti suddiviso in
diverse province; l‟intervento dell‟autorità centrale si giustifica solo in
occasione di decisioni particolarmente importanti. I burocrati (i cosiddetti
“mandarini”) vengono rigorosamente selezionati in base alla loro conoscenza
della dottrina confuciana, e non in base alle loro effettive competenze tecniche.
Questo articolato sistema amministrativo consente all‟Impero cinese di
sopravvivere per secoli e nello stesso tempo plasma un modello di società che
avrà forti ripercussioni sulla storia e sulla cultura cinesi.
Il Partito Comunista Cinese (PCC) conquista il potere assoluto sulla Cina
nel 1949, quando Mao Zedong proclama la nascita della Repubblica Popolare
Cinese (RPC). In questa data si apre anche la questione relativa a Taiwan che
ad oggi risulta ancora irrisolta e lascia aperte non poche perplessità a livello
internazionale viste le contrastanti spinte che vedono la Cina auspicare alla
riunificazione e il governo di Taipei all‟indipendenza. La nascita della
repubblica avviene a valle di un lungo periodo di guerre civili tra comunisti e
nazionalisti. Nonostante l‟iniziale aiuto americano e la superiorità numerica
dell‟esercito e degli armamenti, il regime nazionalista del Guomindang
(capeggiato da Jiang Jieshi) viene sconfitto. La vittoria dei comunisti è dovuta
alla decadenza del Guomindang e al fatto che essi pongono alla base del
movimento la classe contadina, la persuasione della forza ideologica e la
5
Weber M., «Il miracolo cinese», Il Mulino, 2003, pp. 13-22
La Cina: quadro geografico, storico ed economico
10
capacità di conquistare la fiducia del popolo.
La Cina di Mao Zedong, che esce dunque da decenni di guerra civile, è un
paese distrutto, la cui unica risorsa sembra essere la forza lavoro agricola e dove
il nuovo regime dà vita a una struttura di governo fortemente centralizzata.
Obiettivo prioritario del nuovo regime è ristrutturare radicalmente l‟economia
adottando misure rigorose nel controllo dell‟inflazione, organizzando gli
agricoltori in cooperative e cercando di aumentare la produzione nelle
campagne; nel contempo l‟industria viene gradualmente nazionalizzata. L‟alta
densità demografica in questo periodo è considerata un punto di forza e non un
problema (quale si sarebbe rivelato da lì a pochi anni), tanto che vengono
introdotti incentivi alle famiglie numerose. Dopo il censimento del 1953 ci si
rende però conto della crescita allarmante della popolazione e da questo anno in
poi verranno varati diversi programmi per il controllo dei matrimoni e delle
nascite, intensificati in particolare dopo il 1971.
Il PCC è caratterizzato dalla presenza al suo interno di un‟ala radicale (più
ideologica) e di una moderata (più attenta agli aspetti tecnici e sostenitrice di
una via pragmatica), le quali nel corso degli anni si contendono il potere.
Prevale inizialmente l‟ala radicale che nel 1960 entra in conflitto con l‟Unione
Sovietica. Tra le due potenze comuniste emergono contrasti ideologici; i cinesi
sono particolarmente critici verso il leader sovietico Nikita Krusčev, accusato di
revisionismo e di tradimento degli ideali marxisti-leninisti. Pechino propone
apertamente la propria leadership come alternativa a quella sovietica nel mondo
comunista e questo genera un clima di tensione tra le due potenze. Viene così
sospeso il programma di assistenza economica e tecnica dell‟URSS alla Cina
6
.
Il periodo successivo (1978) vede il prevalere dell‟ala moderata del PCC,
guidata da Deng Xiaoping; questi diviene l‟artefice della riforma che
rivoluziona l‟economia e la società cinese, introducendo progressivamente un
sistema di libero mercato dove lo Stato mantiene il controllo dell‟economia, ma
si impegna a esercitarlo in modo più efficiente. Le tappe fondamentali che
segnano questo processo di profonda trasformazione possono essere individuate
principalmente in:
6
Ibidem, pp. 23-30
La Cina: quadro geografico, storico ed economico
11
1. programma di “decollettivizzazione” della struttura agricola (1978) con
l‟introduzione della responsabilità individuale per la coltivazione della
terra e il conseguente aumento dell‟efficienza della produzione;
2. politica del figlio unico (1978) con incentivi alle famiglie che
sottoscrivono l‟impegno ad avere un solo figlio e penalizzazioni per
quelle che non lo rispettano;
3. politica della “porta aperta” (1979) per attivare investimenti esteri e
stimolare il commercio internazionale;
4. riforma delle zone urbane (1984) tramite la concessione agli abitanti del
diritto a intraprendere attività commerciali e avviare imprese familiari
private
7
.
Questo susseguirsi di riforme trova la definitiva affermazione nel concetto di
“socialismo di libero mercato” (1993), che determina il superamento del
modello di “economia pianificata” proposto (ed imposto) da Mao Zedong.
La “decollettivizzazione” della struttura agricola è il primo passo verso un
minore controllo statale sull‟economia: non è ancora possibile parlare di
proprietà privata, ma per la prima volta viene introdotto il concetto di
responsabilità individuale per la coltivazione della terra. Questa prima riforma
porta il reddito pro capite annuo dei contadini a triplicarsi tra il 1978 e il 1985.
La vera rivoluzione dell‟economia della Cina è determinata però dalla
politica della “porta aperta”, che prelude al definitivo superamento della
concezione maoista stimolando per la prima volta i rapporti commerciali
internazionali e l‟attrazione di investimenti esteri. Il primo passo di questa
riforma consiste nella sperimentazione di un‟economia di libero mercato
tramite la creazione delle Zone Economiche Speciali (ZES), inizialmente
(1979-1980) individuate nelle province del Guangdong (in particolare, le
regioni intorno a Shenzen, prossima a Hong Kong; Zhuhai, di fronte a Macao e
Shantou) e del Fujan (Xiamen), a cui si aggiunge nel 1984 l‟isola di Hainan. A
questi primi esperimenti il governo cinese fa poi seguire l‟apertura al
commercio internazionale e agli investimenti esteri di altre 14 città costiere. Le
7
Ibidem, pp. 30-42