Introduzione
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cantiere, che nel tempo sarà sostituito dal controllo continuo del
prodotto in impianto, con piena assunzione di responsabilità da
parte del produttore riguardo alle caratteristiche dei materiali
commercializzati.
Altro aspetto fondamentale è, senza dubbio, quello legato ai
vantaggi dell’univocità delle designazioni prescritte dalle norme
europee, derivanti dal processo di marcatura, che si contrappone
alla molteplicità delle definizioni commerciali esistenti,
generalmente influenzate da consuetudini locali, piuttosto che dalla
rispondenza a precise classificazioni.
Inoltre, l’obbligo della marcatura CE degli aggregati induce
le figure professionali coinvolte a porre maggiore attenzione nella
scelta di tali materiali, a partire dalla fase di progettazione
dell’opera fino alla realizzazione della stessa; ciò presuppone una
conoscenza approfondita delle codifiche previste dalle norme
europee al fine di una valutazione più consapevole delle
caratteristiche dichiarate dai produttori. In tal senso si vuole
sottolineare l’aspetto divulgativo del presente lavoro, che investe
diversi ambiti professionali, soprattutto in considerazione della
diffusa disinformazione riscontrata nel corso di una indagine
condotta nel territorio siciliano.
La tesi è articolata con una parte introduttiva riguardante la
certificazione dei prodotti da costruzione, con particolare
riferimento agli aggregati, e si concretizza nella marcatura CE degli
Introduzione
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inerti per sovrastrutture stradali e ferroviarie, illustrando, attraverso
una estesa indagine sperimentale, i metodi di prova definiti dalle
norme europee, a confronto con le analoghe procedure previste
dalla normativa italiana preesistente.
La verifica sperimentale è stata condotta su aggregati siciliani
provenienti da tre diverse province.
È stato infine simulato un vero e proprio processo di
qualificazione, testando e riclassificando i materiali a partire dalle
tradizionali denominazioni commerciali e giungendo alla marcatura
CE di alcuni dei prodotti esaminati.
Capitolo 1
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CAPITOLO 1
CERTIFICAZIONE DI CONFORMITA’ E
ACCREDITAMENTO ALLE SOGLIE DEL TERZO
MILLENNIO.
PREMESSA
Nei Paesi industrializzati, la cultura della verifica e
dell’attestazione di conformità dei prodotti a specifici requisiti, che
ne caratterizzano la capacità di soddisfare determinati bisogni
connessi con la loro realizzazione e utilizzazione, è ormai
consolidata. Essa si è sviluppata parallelamente ai progressi della
scienza e della tecnica, e, attraverso specifici percorsi normativi,
suddetti requisiti sono stati definiti in forma oggettiva, concreta e
misurabile.
Il percorso logico da seguire per giungere alla certificazione
di conformità parte, dunque, dall’esigenza di ottenere prodotti di
qualità sulla base del soddisfacimento di precisi standard definiti
dalle norme.
Nella civiltà pre-industriale, il concetto di qualità riguardava
essenzialmente requisiti metrologici elementari, correlati ad
esigenze di carattere economico-commerciale connesse con gli
Certificazione di conformità e accreditamento alle soglie del terzo millennio
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scambi di beni e prodotti (requisiti di massa, volume, dimensionali,
ecc..), data la limitata, se non assente, standardizzazione della
produzione, tipicamente artigianale.
Con la nascita della civiltà industriale ed il conseguente,
enorme, ampliamento dei mercati, da un lato si sono potenziate la
cultura e la prassi della verifica di conformità metrologica, quale
strumento essenziale alla base della produzione industriale, e
dall’altro ha iniziato ad affermarsi il fondamentale principio della
standardizzazione di prodotto, che ha trovato piena espressione nel
concetto di “catena di montaggio”.
A partire dalla fine del secolo diciannovesimo, infine ha
cominciato ad affermarsi la cultura della certificazione di prodotto,
pur se con riferimento prevalente ai prodotti strumentali (prodotti
in uscita da taluni processi produttivi ed in ingresso di altri, sia
all’interno di una singola unità produttiva, sia scambiati tra
un’unità produttiva e un’altra).
In ogni caso, le caratteristiche oggetto di certificazione, erano
essenzialmente di tipo metrologico-dimensionale, il che spiega
perché, per lungo tempo, la cultura della qualità abbia risentito di
una forte impronta di tale origine che, in parte, conserva tuttora.
A decorrere dalla prima metà del 1900 ed a partire dalle
economie più avanzate, la produzione industriale ha iniziato a
produrre beni direttamente rivolti ad una gamma sempre più vasta
di consumatori finali.
Capitolo 1
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La cultura della certificazione di prodotto, fino ad allora
rimasta sostanzialmente interna al mondo della produzione e
funzionale alla medesima, è stata chiamata ad affrontare problemi
nuovi, connessi alla necessità di soddisfare i bisogni del
consumatore, a partire da quelli di sicurezza e affidabilità.
È stato quindi necessario identificare i corrispondenti
requisiti, non più solo costruttivi-dimensionali, ma anche e
soprattutto funzionali e di prestazione, sviluppando apposite
normative (norme settoriali di prodotto e norme generiche di prova
e misura).
Si sottolinea che la normativa di prodotto ha avuto origine
sulla base di scelte essenzialmente volontarie, condivise tra i
produttori e le altre parti interessate, nell’ambito dei nascenti Enti
di Normazione (certificazione volontaria).
Ciò è importante perché testimonia che la moderna cultura
della qualità è nata sulla base di scelte volontarie e consapevoli
degli operatori interessati, che tale dovrebbe restare e, che come
tale, dovrebbe rafforzarsi.
I requisiti direttamente correlati alla sicurezza e salute degli
utilizzatori e consumatori, sono stati recepiti, nel tempo, prima
nella legislazione dei singoli paesi industrializzati, e poi nella
regolamentazione e legislazione sovranazionale della aree di
cooperazione economica e politica tra i diversi stati nazionali che si
Certificazione di conformità e accreditamento alle soglie del terzo millennio
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sono andate costituendo (es. Unione Europea), dando origine al
cosiddetto sistema di “certificazione cogente”.
La certificazione di prodotto, cosi come storicamente
evolutasi nei termini sopra accennati, ha rappresentato un
approccio alla qualità di tipo “correttivo”.
Le verifiche ed i controlli effettuati erano infatti,
tradizionalmente, finalizzati a identificare ed a scartare i prodotti
difettosi, più che a prevenire il rischio di difettosità (controllo della
qualità).
L’introduzione della certificazione del personale – esigenza
nota per disporre di figure professionali dotate di elevata e
dimostrata competenza per lo svolgimento di attività
particolarmente critiche ai fini dei processi di costruzione e
assicurazione della qualità – ha rappresentato un primo passo verso
il controllo della produzione.
Verso la metà degli anni ’80, a seguito di varie elaborazioni
culturali ed esperienze applicative provenienti da diverse aree
socio-economiche del mondo industrializzato che hanno trovato
una loro coagulazione nell’ambito della grande tradizione
normativa anglosassone ed in particolare del Regno Unito, si è
avuta una sostanziale evoluzione dell’approccio alla qualità, che è
consistita proprio nel passaggio dall’approccio correttivo
all’approccio preventivo.
Capitolo 1
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Più precisamente, nasceva il cosiddetto approccio sistemico
alla qualità, secondo il quale la capacità di soddisfare certi requisiti
può essere conferita ai prodotti, non solo e non tanto controllandoli
direttamente (sia nel caso della fabbricazione, sia al termine della
medesima), bensì gestendo opportunamente i relativi processi
produttivi, secondo modelli di gestione appropriati.
In virtù della sua assoluta generalità e relativa semplicità di
applicazione, l’approccio sistemico, rappresentato dalle norme
della serie ISO 9000 nelle successive edizioni 1987 e 1994,
incontrava un grandissimo successo, e la relativa certificazione di
conformità (certificazione di sistema) affiancava con forza la
certificazione di prodotto, in parte, purtroppo, condizionandone
negativamente lo sviluppo.
In seno alle diverse forme di certificazione (prodotto,
personale, sistema) va sottolineata una forma di assicurazione della
qualità che è rappresentata dalle attività di “ispezione”, che
presentano forti similitudini con le attività di certificazione di
prodotto e che risultano, in ampia misura, coperte dalle
considerazioni fatte a tale riguardo.
Un ulteriore passo in avanti, sulla strada dall’approccio
sistemico alla qualità, è stato poi compiuto con la recente
pubblicazione della nuove Norme della seria ISO 9001:2000 e della
cosiddetta coppia di norme congruenti ISO 9001:2000 (“Sistemi di
gestione per la qualità – requisiti”) e ISO 9004:2000 (“Sistemi di
Certificazione di conformità e accreditamento alle soglie del terzo millennio
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gestione per la qualità – Linea guida per il miglioramento delle
prestazioni”).
Con la pubblicazione di tali Norme viene superato
l’approccio preventivo (basato su di un modello rigido e più o
meno adeguato di gestione dei processi e ancora sostanzialmente
ispirato ai meccanismi tradizionali di produzione) e viene
introdotto un approccio “pro-attivo”, altamente flessibile a
qualsiasi attività socioeconomica, strutturato su processi e non per
elementi di sistema, e fondato sulla ricerca dell’efficacia e sul
miglioramento continuo.
Ciò corrisponde ad un vero e proprio salto culturale in
quanto corrisponde, nella sostanza, al passaggio dalla cultura delle
procedure alla cultura dei risultati.