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Introduzione
Il seguente elaborato, nasce dalla volontà di voler inquadrare il fenomeno
moda-lusso dalla sua nascita fino alla sua evoluzione più recente che la
contraddistingue come un dispositivo dotato di un canale di vendita e di
comunicazione, molto evoluti nel Web.
La moda si sviluppa nell’era post-moderna, periodo caratterizzato dal crollo
delle certezze e degli ideali tipici del moderno. Nella società post-moderna
esiste una gran quantità d’informazioni, la comunicazione e le nuove
tecnologie vanno di pari passo nel rendere il sociale sempre più complesso. I
sistemi sociali sono stati trattati nell’ottica della Teoria dei sistemi sociali e
della Cibernetica di Secondo ordine di Luhmann, che chiarisce il fenomeno
della complessità distinguendo il sistema sociale dal suo ambiente. La moda
come gli altri sistemi sociali, è un fenomeno contingente che ha cambiato i
propri paradigmi con il passaggio dal moderno al post-moderno. Si assiste al
rovesciamento della teoria del Trickle Down Effect di Veblen, in cui la moda
era dettata dalla classi superiori, sino a ricadere sulla popolazione delle classi
inferiori; il nuovo paradigma risiede negli stili di strada giovanili che ispirano i
grandi fashion stylist. La moda nella post-modernità instaura un rapporto
duraturo con la comunicazione attraverso le nuove tecnologie e i mass media.
Il lusso, a differenza della moda, nasce nel post-moderno, considerato come un
episodio del capriccio e del desiderio, si contrappone al bisogno soddisfatto
dall’ottenimento del bene mancante. La società complessa, ha cambiato il
rapporto delle persone con la moda, ha reso il lusso più accessibile e creato
nell’impresa di moda un nuovo modello di marketing incentrato sul
consumatore. Grazie alla nascita del nuovo web, ovvero il Web 2.0, il rapporto
tra il consumatore e l’impresa cambia, perché si crea maggiore partecipazione
attraverso i social network. L’impiego di questi strumenti rende possibile
l’evoluzione dell’azienda verso un modello a rete e multicanale in cui tutte le
funzioni sono tra loro strettamente interconnesse. Lo scopo di questo lavoro è
quello di evidenziare l’importanza del Web, non solo come strumento per
raccogliere informazioni, ma anche come nuovo canale distributivo. Un focus
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sarà realizzato per la tematica dei social network, come nuovi strumenti di
comunicazione aziendale e strategie di marketing.
Il presente elaborato ha affrontato l’argomento considerando le aziende di
moda lusso in un’ottica multicanale, cioè attraverso lo sviluppo di svariate
modalità comunicative, sino a stilare una ricerca sul grado di partecipazione
nelle Fan Page di Facebook. I marchi presi in esame sono tre e di origine
italiana: Armani, Gucci, Dolce & Gabbana.
In una visione più dettagliata, si può riscontrare nel primo capitolo il fenomeno
moda, dalla sua definizione alla sua nascita, ovvero il periodo della società
complessa post-moderna, momento che ha permesso alla moda e al lusso di
svilupparsi. Le teorie che hanno supportato l’argomento della società
complessa sono: la Teoria dei sistemi sociali di Luhmann e la Cibernetica di
Secondo Ordine. Mentre le teorie che hanno permesso di studiare la moda sono
state: il Trickle down effect, la moda che dalle classi agiate ricade sulle classi
inferiori e il Bubbling-up, che è il perfetto contrario della teoria del
“gocciolamento”. Le nuove tecnologie, i social media hanno permesso alle
aziende di moda-lusso di intraprendere nuove strategie di marketing, il
cosiddetto social media marketing, incentrato sul consumatore. Il Social CRM,
sarà la soluzione per le aziende che vogliono conoscere le esperienze dei
consumatori, creando una relazione interattiva con il proprio target. Infine è
stato analizzato il ruolo del consumatore in un’ottica “consumer centric”.
Mentre, il secondo capitolo, tratta l’avvento del Web nella quotidianità delle
persone e delle aziende, investendo un alto grado di adesioni. Il web 2.0, ha
cambiato il modo di porsi dei brand con i propri clienti, i quali hanno
rivoluzionato il proprio punto di vista e sono diventati dei prosumer, ovvero
produttori e consumatori allo stesso tempo. Dopo una spiegazione delle
potenzialità dei social media, sono stati trattati con minuzia i social network
più popolari: Facebook, Linkedin e Twitter. Inoltre, sono state spiegate le
potenzialità del web marketing, per le aziende di moda, il fatto che i brand per
essere all’altezza dell’era del web 2.0 devono presentare una strategia sinergica
e multicanale dalla pubblicità sul web al mobile. Secondo la ricerca condotta
dall’Osservatorio della Multicanalità, nel 2010 il mobile è stato un canale in
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forte espansione, permettendo ai consumatori un’esperienza con il marchio.
Infine è stato inquadrato il settore distributivo e il punto vendita secondo
un’ottica che coinvolge il consumatore a vivere un’esperienza unica nel suo
genere.
Il terzo capitolo si basa interamente sul nuovo canale di distribuzione per la
moda: il commercio elettronico. Sono state poi prese in esame le tendenze e le
strategie dell’e-commerce in Italia. Oltre a ciò si è parlato dei nuovi trend del
commercio elettronico: il mobile-commerce e il social shopping. Il capitolo
prosegue con un focus sul consumatore digitale, secondo una ricerca del sole
24 Ore, condotta IPR Marketing nel 2010. Ancora, sono stati analizzati due
casi differenti di commercio elettronico, la boutique multimarca più famosa:
Yoox.com e le outlet digitali con vendite riservate agli utenti iscritti: Vente-
Privee, Privalia, Buyvip, Saldiprivati. Infine è stata stilato un modello di
business, utile per le aziende di moda nell’affrontare il web.
Il quarto capitolo, presenta un lavoro di ricerca con titolo: “Brand e social
media: analisi delle Fan Page di Facebook”. L’indagine verte sul grado di
partecipazione degli utenti nelle Fan Page istituzionali di Armani, Gucci e
Dolce & Gabbana, che si contraddistinguono come luxury brand. Gli obbiettivi
dell’analisi si basano sulla frequenza media di aggiornamento della bacheca, il
numero medio di commenti per update aziendali, il numero medio dei like per
ogni pubblicazione aziendale, per concludere il numero di fan. Nelle Fan Page,
sono state rilevate e spiegate le sezioni speciali, le applicazioni sviluppate dai
brand e la presenza nei diversi social network. Sono emersi interessanti trend,
come ad esempio il fatto che Gucci si è dimostrato come il marchio con
maggior numero di commenti giornalieri e maggior numero di like nel periodo
dal 18 luglio al 18 agosto 2011. Mentre il brand che pubblica più
frequentemente post nella bacheca, (un post al giorno) e che ha più sezioni
personalizzate è Dolce & Gabbana.
Per quanto riguarda le fonti informative, puntualmente riportate nella
bibliografia, si è rivelato di grande importanza il libro “Fashion Branding 3.0”,
la ricerca condotta dall’Osservatorio della Multicanalità 2010”, infine è stata
indispensabile la consultazione dei siti internet.
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1. La moda nella società complessa
”Alcune persone pensano che il lusso sia l'opposto della povertà.
Non lo è. È l'opposto della volgarità.“
“La moda passa, lo stile resta”
(Coco Chanel)
1.1 La moda
La parola moda, deriva dal latino Modus, che vuol dire maniera, tempo, norma.
Nasce dalla necessità dell’essere umano di coprirsi, con pelli e pellicce; l’abito,
si presenta con una funzione sociale ben precisa, quella di distinguersi in classi
sociali e mansioni. Secondo il dizionario Garzanti, la moda è “l'usanza più o
meno mutevole che, diventando gusto prevalente, si impone nelle abitudini, nei
modi di vivere, nelle forme del vestire". La moda è considerata un fenomeno
tipicamente moderno, e in stretto legame con la società in cui si sviluppa. Gli
autori delle discipline moderne collocano il fenomeno moda storicamente e
geograficamente nella società occidentale, all’interno delle corti europee del
quattordicesimo secolo.
Grazie al suo fascino e alla sua complessità, la moda è stata studiata sotto vari
punti di vista, con l’aiuto di alcuni spunti sociologici, si cercherà di rilevare i
meccanismi e le dinamiche sociali che consentono l'affermazione e la
diffusione delle varie mode.
La moda, fenomeno tipicamente moderno, può essere considerata come la
storia di una civiltà in continuo divenire, infatti attraverso la nascita di nuovi
stili, gli individui si sono riconosciuti in determinati gruppi. L’abito grazie alla
moda diviene un segno portatore di significati.
Nel nostro tempo, la moda è diventata un episodio centrale, indispensabile,
una sostanza vitale che sperimenta le novità. Scaturisce dall’innovazione
ciclica e sistematica, per questo oggi è considerata attuale, ma domani potrebbe
non esserlo più. A differenza dello stile che è stagnazione temporale, va alla
ricerca di qualcosa che sia senza tempo; è successione cronologica astratta con
una temporalità uniforme e progressiva. Con l’avvento della modernità il
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fenomeno “essere alla moda” ha subordinato l’esteriorità dei soggetti ai dettami
che discendono dai vertici della piramide sociale. Nella post-modernità, si
manifesta il cortocircuito tra”essere” e “moda”, vi è uno scambio continuo tra
il fashion system e le sottoculture, le quali forniscono spunti autentici per
creare nuove mode.
“La complessità è una parola problema e non una
parola soluzione”
(E. Morin)
1
1.2 La società postmoderna
Il termine post-moderno nasce dopo la Seconda guerra mondiale ed è il periodo
successivo alla modernità. Sembra essere efficace per indicare tutto ciò che è
ibrido, è un dispositivo “contenitore” un po’come la moda. L’epistemologia
della complessità nasce verso la fine del 900, ne è esempio la teoria della
relatività di Einstein, la quale ha mutato il modo di pensare.
Durante il passaggio da moderno a post- moderno (che potremmo definirli
come termini opposti), crollano le certezze del moderno considerata epoca
giovane e piena di ideali. Il post-moderno come credeva Splenger è il
“tramonto dell’Occidente”
2
, il destino del moderno, la macchina come artificio
disumanizzante, la stampa come predominio del superficiale. La modernità è
stata segnata dall’avvento della stampa e quindi dal passaggio dall’oralità alla
scrittura. Il post-moderno interpreta i diversi stili appartenenti al passato, in
quanto epoca nuova della storia dell’umanità. Afferma Umberto Eco:
«Malauguratamente “post-moderno” è un termine buono à tout faire. Ho
1
E. Morin, Introduzione al pensiero complesso, tr. It. Sperling e Kupfer,
Milano 1993 (1990)
2
O. Splenger, Il tramonto dell’occidente Longanesi, Milano 1970
8
l’impressione che si applichi a tutto ciò che piace a chi lo usa»
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. I postmoderni
come Foucalt, Derrida e Vattino, pensano che la modernità sia giunta al
termine, sia un’epoca “finita”, e auspicano al cambiamento e alla novità. Il
Filosofo Vattino, crede che grazie alla postmodernità nasce la comunicazione
attraverso i mass media che rende la società più complessa. Quindi è bene
sottolineare il passaggio tra moderno, epoca delle certezze al postmoderno,
epoca caratterizzata dalla società complessa.
La sociologia post-moderna nasce tra la fine degli anni settanta e i primi anni
ottanta, influenzata dal pensiero filosofico di Heiddeger e Nietzsche. Esistono
due varianti della sociologia della post-modernità, quella socio sistemica
dell’illuminismo e quella dell’individualismo metodologico. Entrambe le
varianti, condividono l’abbandono della società come totalità ontologica e il
rifiuto della sociologia che inglobi al suo interno le intenzionalità soggettive ed
intersoggettive, le leggi universali della relazioni tra le persone, la teoria
dell’azione sociale individuale e infine la teoria dei macrosistemi sociali.
Il primo filone sociologico, è basato sulle teorie di Niklas Luhmann che ha
inserito in modo critico degli aspetti della cibernetica di primo ordine, di
secondo ordine, insieme alla teoria generale dei sistemi di l. Von Bertanlanffy.
Quest'ultimo ha delineato la nozione di sistema, come un complesso di
elementi in interazione. Comunque entrambi i filoni post-moderni, riconoscono
l’aumento crescente del disordine della società contemporanea, anche se gli
esiti del pensiero si dividono in dicotomie diverse.
Il sistema sociale viene considerato necessario nel mondo ipercomplesso,
dotato di meccanismi selettivi differenziati e artificiali. L’approccio socio-
sistemico è successivo alla teoria dei sistemi aperti di Parsons, fondatore dello
struttural-funzionalismo, concepiva la società come un sistema che per
conservarsi deve soddisfare quattro requisiti funzionali: garantire la propria
identità definendo i confini con l'ambiente esterno, assicurare l'integrazione tra
le sue parti, fissare i propri scopi e organizzare i mezzi per raggiungerli.
Nell’approccio sistemico, l’osservatore è colui che analizza criticamente e
cerca di comprendere la complessità del sistema. Grazie alle teorie socio-
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U. Eco, Postille a “il nome della rosa”, Bompiani, Milano 1980
9
sistemiche che spiegherò in dettaglio più avanti è possibile chiarire la
complessità del sistema sociale. Secondo Luhmann, complessità “significa
che, per attualizzare le relazioni tra gli elementi, è necessaria una selezione.”
4
“La complessità può essere osservata in un sistema o nel suo ambiente, o anche
nel mondo. Solo la complessità di un sistema è complessità organizzata. Essa
consiste nella relazionalità selettiva tra gli elementi del sistema: è
l’organizzazione selettiva dell’autopoiesi del sistema”. Per capire in dettaglio le
parole di Luhmann, riguardo la complessità del sociale si utilizzerà un
esempio: l’uomo per sopravvivere deve cercare di ridurre il più possibile la
complessità. Per fare questo si deve prendere in considerazione la contingenza,
infatti nella riduzione della complessità c’è sempre la scelta tra diverse
possibilità del sistema.
Comunque non è possibile trovare una definizione univoca o una teoria
unificata che spieghi la complessità.
Un sociologo che ha fatto della complessità una categoria è stato Edgar Morin,
il quale ha fornito un paradigma e una serie di percorsi che conducono al
concetto.
I percorsi identificati da Morin sono: l’ irriducibilità del caso o del disordine,
inclusione di singolarità, località e temporalità, relazioni di interdipendenza tra
parti del sistema, complementarità tra ordine disordine e organizzazione,
inclusione dell’osservatore nell’osservazione.
Morin introduce nel suo studio anche tre principi che sono di tipo:
- dialogico, in quanto momento di sintesi tra opposti;
- ricorsivo, principio che opera nei sistemi con circolarità causale che
determinano la loro riproduzione;
- ologrammatico, ovvero quando l’insieme (nella sua interezza), è composto da
parti che contengono informazioni.
4
C. Baraldi, Luhmann in glossario, i concetti fondamentali della teoria dei
sistemi sociali, Milano, Franco Angeli, 1997