2
ABSTRACT
Background of the study: practical experience in Institute criminal penalty for
minors; defining such context of work for better insert as protagonist the figure of a
degree in science and techniques of adapted activity. Will and curiosity of deepening
a specific issue related to penitentiary field taking into account the current problem
of overcrowding.
Purpose of the study: stress and point out the importance of phisical activity as an
educational and integration vehicle, both from social point of view (analysis of
relations between social context, operators, educators and children), both from
playful-motor point of view. To know the existing projects and the fruitful
cooperation between territorial entities and IPM in the sport.
Materials and methods: bibliography thematic, notes and university texts, earlier of
regional Observatory prison, protocols of understanding between UISP and
Department of Justice of the Veneto region, consultation official sites of the
Department of Justice, Sites national UISP and others, telephone information with
the leaders and some UISP operators in italian IPM.
Results: results show a clear presence of official collaborations between sports
entities of the territory and a lot of unofficial readiness with local associations that
operate free of charge. The professional figure in the specialist degree in science and
techniques of adapted activity is unknown and not considered in its educational and
technical potentiality in the movement context.
Conclusions the physical activity and the practice of sports activities carried out in
IPM enclose in itself certain psycho-physical benefits that the professionist in
adapted activity can enhance to accompany the young prison held in its reality. Sport
is, without doubt, an easy and direct language that facilitates the interpersonal
relationship and favours the direct contact. The practice must be greater incentive
through the interinstitutional Sports partnerships.
3
INTRODUZIONE
In seguito all esperienza diretta come operatore all interno di una struttura
pubblica di detenzione ho diretto il mio interesse verso le varie forme in cui l attivit
motoria, di cui sono responsabile, viene gestita in tali istituti.
Si tratter nei seguenti capitoli della crescente importanza che l attivit
sportiva sta assumendo nel carcere minorile, nonchØ dell affascinante quanto difficile
esperienza di portare all interno di un istituto penitenziario la propria conoscenza
umana e formativa.
Al fine di restringere il campo d indagine e dedicare pertanto maggior
riflessione e analisi sul tema, ho scelto di prendere in considerazione la popolazione
detenuta minorenne in cui Ł presente per altro una maggior propensione al
movimento dato lo sviluppo fisiologico e una maggior necessit di esprimere le
proprie energie e tensioni rispetto agli adulti.
Quest inclinazione sovente non si esplicita in una continuativa e interessata
pratica motoria per tutti i ragazzi ma diventa per alcuni un normale passatempo, per
altri invece si trasforma in un prezioso momento di stacco dalla propria realt di
detenuto.
Quanto esposto ha alla sua origine la convinzione che il movimento , sia
sotto l aspetto fisico che socio-pedagogico, abbia una molteplice valenza e
rappresenti in questo particolare e delicato settore, una possibile chiave di volta per
capire e cercare di arginare quei comportamenti che hanno portato i ragazzi a
compiere azioni imputabili.
L IPM1 adotta vari strumenti per operare un cambiamento nei ragazzi e
offrire loro una possibilit di reinserimento nella struttura sociale e dunque le
iniziative sportive che molti istituti sostengono e valorizzano rappresentano uno di
questi strumenti educativi.
Il lavoro pertanto si articola nel vasto campo della prevenzione del crimine
sebbene sia spontaneo pensare alla sua inefficacia in quanto il reato Ł gia stato messo
in atto, tuttavia le misure adottate da questo punto in poi servono anche a prevenire il
rischio che esso si possa verificare nuovamente in futuro.
1
I.P.M. Istituto Penale per Minorenni, cfr. par. 1.2, p. 8.
4
Si studieranno poi le possibili aree d interesse sportivo all interno del
panorama legislativo di riferimento, prendendo in considerazione, ad esempio,
l ordinamento (Legge 354/1975) e il regolamento penitenziario (D. P. R. 230/2000).
All interno del complesso insieme di misure adottate dalle istituzioni per ri-
educare, ri-stabilire, re-inserire i ragazzi nella societ o meglio in ci che Ł
comunemente accettato come normale, vi sta il duro compito dei Magistrati ovvero
quello di assegnare la giusta pena per il reato commesso.
Riconosco un modesto grado di difficolt nel gestir e le mie conoscenze in
ambito sportivo e educativo in rapporto ad una tale realt in cui tristi esperienze di
vita si scontrano con il rigido concetto di Giustizia poichØ, sia lo sport sia l ambito
educativo in generale dipendono da regole ben definite.
La maggior parte dei ragazzi si trova in carcere per un comune e condiviso
senso di non appartenenza alla norma in generale; tutto ci che viene imposto, sia per
Legge, sia suggerito dalle regole della buona educazione e del rispetto, crea in loro
indifferenza o rabbia, ed Ł proprio qui la sfida per noi operatori, ovvero cercare di
trasformare la tensione in grinta aiutando a combattere l indifferenza e la noia della
reclusione.
In quest ambizioso tentativo dobbiamo cercare di dimostrare con cautela
l importanza del rispetto delle regole condivise, testimoniandole in prima persona
con l esempio e praticando le attivit sportive con loro senza limitarsi alla mera
proposta.
Dal mio punto di vista, in qualit di tecnico del m ovimento, risulta assai
stimolante cercare di trovare in questo contesto detentivo il giusto livello tra interesse
e apatia nelle attivit proposte, tra sfida e sana competizione nei tornei, tra giusto e
sbagliato nei rapporti relazionali.
Data la personale e strutturata consapevolezza del valore proprio della
componente ludico-motoria nell essere umano, ho cercato di tracciare un quadro
complessivo chiaro che delinei quali vantaggi possa portare un attivit sportiva ben
organizzata e ci che realmente accade nelle carcer i italiane.
Dopo un analisi dei valori che stanno alla base di una pratica sana degli sport
individuali e di squadra, saranno trattate nello specifico l attivit motoria nell IPM
(Istituto Penale per Minori) e i rapporti con gli enti territoriali.
5
Ritengo opportuno contestualizzare il tema trattato con riferimento alla figura
del laureato in Scienze e Tecniche dell Attivit Mo toria Preventiva e Adattata per
meglio delinearne competenze e contributi professionali nell ambito della pedagogia
dell integrazione e prevenzione del disagio.
Oggi le carceri italiane vivono una situazione quantitativa e qualitativa molto
critica in quanto il numero dei detenuti presenti supera il limite di capienza
consentito dalla legge creando enormi disagi di gestione e di relazione tra coloro che
vivono all interno della cella, senza considerare poi il mancato rispetto dei diritti
della persona in termini di spazio vivibile sanciti dalla Costituzione.
In questo contesto s inserisce il lavoro da me svolto, che non ha di certo la
pretesa di cambiare il sistema presente, ma di offrire tuttavia un contributo teorico-
pratico al processo di rieducazione e reinserimento sociale dei ragazzi, analizzando
nello specifico i valori dello sport e i benefici dell attivit motoria ad esso correlati.
L attivit motoria utilizzata all interno di progetti di rieducazione per un
reinserimento sociale diventa corretto uso del proprio corpo, adattamento alle
possibilit di movimento della persona, progettual it a favore dello sviluppo psico-
fisico dei ragazzi internati, strumento di crescita e integrazione e in una parola:
salute .
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1 L IPM E L ORDINAMENTO GIURIDICO CORRELATO
1.1 IPM in Italia
Attualmente nel territorio Italiano sono presenti 18 Istituti Penali per
Minorenni strutturati e organizzati in modo tale da far coesistere in maniera
equilibrata la funzione detentiva e l azione educativa.
Gli stessi sono dislocati su tutto il territorio nazionale con esclusione delle
regioni con minore tasso di devianza minorile ovvero: Val D Aosta, Liguria,
Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria, Molise.
Sono presenti quattro sezioni femminili istituite presso gli IPM di Milano,
Torino, Roma e Nisida (NA).
L’assetto organizzativo e gestionale degli istituti penali per i
minorenni presenti su tutto il territorio Ł disciplinato dalla circolare 5391 del 17
febbraio 2006.
L IPM ha come fine l attivazione dei processi di re sponsabilizzazione e
crescita del minore attraverso lo svolgimento delle attivit quotidiane in una
dimensione che stimola l integrazione e la multidisciplinariet .
Le attivit , in linea generale, fanno riferimento ad un articolato sistema di
opportunit formative di tipo scolastico, professio nale, sportivo, di animazione e di
socializzazione. 2
Esse promuovono un percorso che mira alla nascita o al recupero di giovani
identit e di stabili personalit , in grado di affr ontare autonomamente la vita e
realizzarsi nella responsabilit e nel rispetto dei valori della nostra societ .
Di seguito vengono riportati alcuni grafici a cura del Servizio Statistica del
Dipartimento di Giustizia, riguardanti le presenze negli Istituti Penali per minori,
nell anno 2008.
In allegato fuori testo, si vedano i riferimenti e i recapiti degli Istituti Penali
per Minori nel territorio nazionale.
2
A. Paggiarino, Minori e Carcere, Osservatorio Regionale Dipendenze, Carcere e Marginalit
Sociale, bollettino n. 6, p. 57.
7
GRAFICO 1
Presenza media giornaliera in IPM
secondo la nazionalit .
Anno 2008
Italiani
55%
Stranieri
45%
GRAFICO 2
Presenza media giornaliera in IPM secondo
il sesso.
Anno 2008
Maschi
90%
Femmine
10%
GRAFICO 3
Ingresso in IPM secondo la provenienza.
Anno 2008
Nuovi
ingressi
81%
Rientri
14%
Da istituti
per adulti
5%
8
1.2 L Istituto Penale Minorile (IPM)
La sigla I. P.M. significa Istituto Penale per Minorenni,3 Ogni I.P.M. ospita
ragazzi che hanno un et variabile compresa tra i 1 4 e i 18 anni sebbene talvolta si
trovino in compresenza anche ragazzi fino ai 21 anni nel caso in cui il reato
commesso sia stato da loro effettuato prima del compimento della maggiore et .
Al compimento del 21” anno d et il soggetto transi ta in un istituto per adulti
e la continuit trattamentale nel passaggio dal set tore minorile a quello degli adulti Ł
disciplinata dalla circolare n. 5 del 26 luglio 2006.
Questa realt garantisce l esecuzione dei provvedim enti penali dell autorit
giudiziaria come la custodia cautelare o l attuazione della pena prevista per i reati
commessi da minorenni e cerca di garantire in ogni caso, la crescita psico-fisica dei
ragazzi garantendo il diritto allo studio e alla salute.
Tali obiettivi si concretizzano attraverso un programma di interventi
progettuali caratterizzati da attivit scolastiche e di formazione professionale nonchØ
di animazione ricreativo-culturale; pertanto, al fine di attivare processi di
responsabilizzazione e maturazione dei minorenni, vengono organizzate negli I.P.M.
attivit scolastiche, di formazione professionale, di animazione culturale, sportiva,
ricreativa e teatrale 4 e tali servizi vengono garantiti dal Magistrato di Sorveglianza.
Il Magistrato di sorveglianza che opera presso il Tribunale per i minorenni ha
il compito di vigilare sullo svolgimento dei vari servizi dell istituto e sul trattamento
dei detenuti ai sensi dell’art. 69 della Legge 354/755 e dell art. 5 del D.P.R. 230/006
e vigila sul trattamento dei detenuti.
3
Ministero della Giustizia, Dipartimento per la giustizia Minorile.
4Osservatorio Regionale Dipendenze, Carcere e Marginalit Sociale, Minori e Carcere, bollettino. n.
6, p. 40
5
Art. 68. Uffici di sorveglianza. 1.Gli uffici di sorveglianza sono costituiti nelle sedi di cui alla tabella
A allegata alla presente Legge e hanno giurisdizione sulle circoscrizioni dei tribunali in essa indicati.
2. Ai suddetti uffici, per l esercizio delle funzioni rispettivamente elencate negli art. 69, 70 e 70-bis,
sono assegnati magistrati di cassazione, di appello e di tribunale nonchØ personale del ruolo delle
cancellerie e segreterie giudiziarie e personale esecutivo e subalterno. 3. Con decreto del presidente
della Corte di appello pu essere temporaneamente d estinato a esercitare le funzioni del magistrato di
sorveglianza mancante o impedito un giudice avente la qualifica di magistrato di cassazione, di
appello o di tribunale.
6
Art. 5. Vigilanza del magistrato di sorveglianza sulla organizzazione degli istituti. 1. Il magistrato di
sorveglianza, nell’esercizio delle sue funzioni di vigilanza, assume, a mezzo di visite e di colloqui e,
quando occorre, di visione di documenti, dirette informazioni sullo svolgimento dei vari servizi
dell’istituto e sul trattamento dei detenuti e degli internati.
9
I reati commessi dai minorenni sono statisticamente meno gravi rispetto a
quelli degli adulti ma, in rapporto, sono degni di pari attenzione dato che effettuati da
personalit ancora in fase di sviluppo e talvolta n on pienamente consapevoli dei
rischi a cui vanno incontro.
L IPM, in questa delicata fase di crescita ha il compito di far correre sullo
stesso binario la prassi esecutiva della legge pe nale con le esigenze di tutela del
minore e questo duplice impegno Ł reso assai difficile dal fatto chØ ogni caso umano
Ł unico, richiede tempi e modalit d intervento diversificate e suscita emozioni
sempre contrastanti.
Un ulteriore aspetto da tenere in considerazione riguarda la prevenzione di
eventuali recidive di azioni criminose in quanto, spesso, la limitazione della libert
per lunghi periodi fa accumulare sentimenti di odio e vendetta nei confronti di chi si
suppone abbia causato il proprio arresto o fermo.
Si pensa perci di aver perso solo tempo e che la c osa giusta da fare sia
ricominciare, come e quanto prima, l attivit che p ortava al facile guadagno
attraverso il traffico illecito di stupefacenti, il furto o la rapina.
La recidiva non Ł rara e si realizza quando la struttura nel tempo di
permanenza del giovane, non Ł riuscita per vari motivi, a sortire l effetto di
cambiamento interiore cercato e sperato.
In termini numerici, le statistiche relative ai dati dell utenza negli IPM prima
e dopo l applicazione dell indulto 7, evidenziano una diminuzione complessiva delle
presenze pari al 34%8
L indulto ha contribuito ad offrire un occasione di cambiamento e, sebbene
qualcuno sia rapidamente ricaduto in fallo, altri, dopo aver sperimentano il carcere
dicono testualmente .. .Ci penser un centinaio di volte prima di ripetere quello che
ho fatto, [ ] qua dentro non ci torno!..
7
Con la Legge 31 luglio 2006 n.241 Concessione di indulto Ł stato concesso provvedimento di
indulto per tutti i reati commessi fino al 2 maggio 2006 puniti entro i tre anni di pena detentiva e con
pene pecuniarie non superiori a 10.000 euro, sole o congiunte a pene detentive. Il provvedimento
prevede anche uno sconto di tre anni per coloro che sono stati condannati a una pena
detentiva di maggiore durata e abbiano commesso il fatto precedentemente alla data
sopraindicata. Sono esclusi dalla concessione dell atto di clemenza i colpevoli di alcuni reati[..].
8
Per confrontare i dati numerici vedere allegato fuori testo.