Introduzione
L’attività di compravendita su qualsiasi mercato espone gli
operatori finanziari a notevoli rischi alla stessa correlati. In tale contesto
è imprescindibile conoscere le cause che originano il movimento dei
prezzi ed i sistemi di analisi utili a poter comprendere la loro verosimile
direzione nel prossimo futuro. L’analisi tecnica nei mercati valutari,
come sostenuto da Charles Henry Dow nelle sue teorie, è il metodo
maggiormente idoneo a questo scopo prevalendo anche sull’analisi
fondamentale, sebbene la combinazione di entrambe in un sistema di
analisi ad ampio spettro agevola una visione d’insieme più ampia sulla
quale basare le proprie deduzioni.
Per favorire una esaustiva esposizione, in considerazione delle
complesse attività di cui l’analisi tecnica si compone, ho provveduto
all’apertura di un conto personale presso la società Dukascopy Europe
IBS AS, proiettandomi nella conoscenza della piattaforma e degli
strumenti associati, messi a disposizione dall’intermediario. Questo mi
ha aiutato a comprendere meglio le dinamiche dei prezzi e degli
indicatori che vengono rappresentati sui grafici nel corso della loro
formazione. Nella stesura dell’elaborato, pertanto, ho inserito delle
immagini prelevate direttamente dalla piattaforma e relative alla mia
analisi tecnica personale, per porre visivamente in evidenza i punti
salienti argomentati. Frequentemente ho voluto utilizzare termini in
lingua inglese, in quanto sono parte integrante della materia,
costituendone un vero e proprio linguaggio tecnico la cui conoscenza, a
mio avviso, è indispensabile.
La scelta del cambio euro dollaro, sul quale sono stati applicati i
metodi di analisi descritti, è da ricondurre alla maggiore stabilità ed al
giusto compromesso di volatilità, che consentono un migliore
adattamento alla finalità preposta.
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Il primo capitolo è dedicato alla descrizione storica del mercato
delle valute, ponendo in risalto i più importanti avvenimenti legati alle
due valute considerate fino ad arrivare ai nostri giorni.
Successivamente vengono distinti i soggetti economici partecipanti al
mercato e gli intermediari che consentono l’esecuzione delle
compravendite nonché i modi in cui questo sia possibile. Sono descritti,
altresì, gli altri sistemi d’analisi ed i maggiori indici macroeconomici
rilevanti per la coppia valutaria.
Il secondo capitolo introduce l’analisi tecnica con l’obiettivo di
porre in evidenza lo studio dell’andamento dei prezzi nel tempo,
determinato dall’osservazione dei grafici di lungo periodo. Nel primo
paragrafo si descrivono, quindi, i grafici di differente tipologia,
introducendo il concetto di trend. Nel secondo paragrafo si descrivono
gli elementi di analisi utilizzati per l’individuazione di tendenza,
ponendo in evidenza l’aspetto di ciclicità del mercato.
Il terzo capitolo rappresenta il cuore dell’elaborato, mediante
l’esposizione dell’analisi tecnica propedeutica all’apertura di posizioni al
mercato, facendo riferimento al cambio EUR/USD, con la
determinazione dei possibili punti di inversione e ritracciamento.
All’inizio di questo capitolo viene posta in evidenza l’importanza assunta
dall’individuazione dei livelli di prezzo più battuti dal mercato,
descrivendo alcune tecniche per la determinazione degli stessi. La
seconda parte del capitolo è dedicata all’introduzione dell’analisi
algoritmica con lo scopo di determinare statisticamente i possibili punti
di ingresso ed uscita dal trade.
L’ultimo capitolo espone le modalità operative di gestione del
capitale in considerazione dei rischi connessi alle operazioni di
compravendita. Utilizzando gli strumenti d’analisi descritti nel secondo e
terzo capitolo, si evidenzia l’importanza di decidere una strategia
operativa attribuendo valori probabilistici di successo/insuccesso legati
alla posizione in esame per l’eventuale ingresso al mercato. Si
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conclude, infine, con qualche esempio pratico, riguardante in
particolare, due diverse tipologie di strategia di trading basate
rispettivamente sull'analisi grafica ed algoritmica.
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Capitolo 1: Il Forex Market ed i modelli di analisi
1.1 La storia del Forex
L'origine del Forex trading, benché rappresenti una realtà
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alquanto moderna, effettivamente, risale a molti secoli fa. Infatti la
necessità di scambiare valute differenti esisteva fin dai tempi dei
Babilonesi, i quali sono anche conosciuti per essere stati i primi ad
utilizzare banconote cartacee e ricevute.
In quell’epoca, il valore delle merci era espresso in termini di altri
beni . Gli evidenti limiti di un tale sistema stimolava l’utilizzo di mezzi di
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scambio maggiormente accettati ed a tal fine era importante stabilire
una base di valore comune. In alcune economie, elementi come i denti,
le piume o anche le pietre, sono servite a questo scopo, ma ben presto
vari metalli ed in particolare l’oro e l’argento, si stabilirono come mezzo
di pagamento e furono così accettati come una misura certa e sicura di
valore. Quest’ultimo sistema ha consentito per anni scambi
commerciali tra diversi continenti quali Asia, Europa ed Africa. Durante il
Medio Evo vi fu anche l’introduzione di una nuova forma di pagamento
basata sull’utilizzo delle “lettere di cambio”, ideate dai banchieri
Genovesi. Queste rappresentavano la forma arcaica dell’attuale
“cambiale tratta” e fu soggetta a largo uso per gli scambi commerciali
fuori piazza in considerazione dell’abbattimento dei rischi derivanti dal
trasporto fisico di moneta.
Foreign Exchange Market anche abbreviato come FX o conosciuto col nome di
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Currency Market.
Sistema del baratto.
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1.1.1 Cenni storici sul dollaro nel mercato delle valute e
sull’introduzione dell’euro
Negli anni seguenti la crisi del ’29, lo scenario relativo al mercato
valutario ha subito una profonda metamorfosi passando da una
condizione caratterizzata da fasi laterali del mercato , in cui i prezzi non
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subirono grandi oscillazioni, ad una condizione di elevata volatilità e
fenomeni speculativi. Al fine di contrastare le conseguenze di tale
fenomeno, nel 1944 a Bretton Woods nel New Hampshire , si tenne
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una conferenza durante la quale gli esponenti dei principali Paesi
industrializzati di tutto il mondo conclusero una serie di accordi che
comprendevano un nuovo sistema di regolazione dei cambi
internazionali, oltre che alla creazione di importanti istituzioni, ancora
oggi esistenti, quali la Banca Mondiale e il Fondo Monetario
Internazionale. Prima di tali accordi restò in vigore il sistema aureo
(Gold Standard) che prevedeva per ogni valuta una base monetaria
legata ad una quantità di oro predefinita, dando origine in questo modo
ad un sistema di cambi fissi tra le diverse monete. Il nuovo sistema,
dollaro-centrico, prevedeva invece, che ogni moneta potesse essere
scambiata con il dollaro e quest’ultimo l’unico convertibile in oro (Gold
Exchange Standard). Negli anni a seguire il dollaro statunitense
divenne sempre più diffuso e considerato dagli altri paesi, “as good as
gold” (buono quanto l’oro), in un contesto di grande prosperità e boom
economico segnato da una notevole crescita dei consumi. La vita del
nuovo sistema, però, durò poco più di un quarto di secolo ed iniziò a
vacillare con l’aumento della spesa pubblica statunitense, associata al
“Un mercato in fase laterale, o ranging market, è un mercato in cui i prezzi
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oscillano tra un prezzo massimo ed un prezzo minimo specifico. Il prezzo più alto
funge da resistenza principale della valuta ed analogamente il prezzo più basso funge
da supporto. In questa fase il mercato si muove all’interno di questi due prezzi”. (cit.
www.scuoladitrading.it)
Cfr. Antonio Rizzuto, “L’Europa monetaria. Dall’età dell’oro all’età dell’euro”,
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Armando editore ed. 2003, pag.57.
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forte indebitamento, aggravato, peraltro, dai costi della guerra del
Vietnam. Questo causò continue richieste di convertibilità in oro, da
parte dei paesi esteri, che diventarono sempre più insostenibili. Nel
1971 il Presidente Nixon dichiarò la fine degli accordi di Bretton Woods
sganciando il dollaro dal valore dell’oro.
La diffusione storica del dollaro ha fatto divenire quest’ultimo la
moneta di scambio esclusiva per le principali commodities come ad
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esempio l’oro ed il petrolio. Questo fa del dollaro, ancora oggi la moneta
più diffusa al mondo.
L’introduzione dell’Euro, avvenuta prima come unità di conto
virtuale nel 1999 e successivamente sotto forma di contante circolante
dal 1° gennaio 2002 , trova fondamento in solide ragioni politiche ed
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economiche finalizzate a rendere più efficiente il mercato. L’utilizzo di
una moneta unica, oltre ad eliminare i costi relativi agli scambi di merci
tra le nazioni, garantisce maggiore trasparenza nella comparazione dei
prezzi da parte di consumatori ed aziende, elimina il rischio di cambio
all’interno dell’area, consente alle aziende di pianificare i propri
investimenti con maggiore certezza.
Inoltre, l’enorme mercato della moneta unica diviene sempre più
attrattivo per gli investitori stranieri. La grandezza è la stabilità di tale
economia consente alla Banca Centrale Europea il controllo dei tassi
d’inflazione mediante tassi d’interesse più bassi . E’ così che oggi 18
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paesi con i loro 334 milioni di abitanti , adottano l’euro come valuta
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“Commodity è un termine inglese che indica un bene per cui c'è domanda ma
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che è offerto senza differenze qualitative sul mercato ed è fungibile, cioè il prodotto è
lo stesso indipendentemente da chi lo produce, come per esempio il petrolio o i
metalli”. (cit. www.wikipedia.org)
Cfr. Di Frederic S. Mishkin, Stanley G. Eakins, Giancarlo Forestieri, “Istituzioni e
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mercati finanziari”, Pearson Italia S.p.a. ed. 2007, pagg. 182 e 183.
Traduzione e rielaborazione dal libro di Kathy Lien, “Day trading & swing trading
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the currency market: Technical and Fundamental Strategies to Profit from Market
Moves”, Wiley trading series II ed. 2009
Fonte sito www.europa.eu
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