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INTRODUZIONE
Il mio percorso di studi e l’attenzione che si rivolge ormai da
anni alla condizione della donna nei Paesi a maggioranza islamica
mi hanno portato a voler analizzare più da vicino questo argomento.
L’immagine, che viene veicolata dai mass media occidentali,
della donna islamica è quella di vittima passiva e inerme di reiterate
violenze legittimate dalla religione e dalla legge. Vittima che noi
occidentali immaginiamo impotente e indifesa, sempre velata anche
contro la sua volontà.
La maggior parte dei dibattiti sulla condizione femminile
nell’islam non prende in considerazione il contesto socio-politico ed
economico dei Paesi a maggioranza islamica. Infatti, le dinamiche
di potere che incidono sulla possibilità di accesso alle risorse
materiali, simboliche e culturali rimangono argomenti marginali.
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Questo ha portato, in occidente alla scarsa conoscenza dei
movimenti femministi che hanno attraversato il mondo islamico. In
realtà molte sono le donne che hanno combattuto e stanno ancora
combattendo per ottenere i loro diritti.
Il movimento delle donne nel mondo arabo emerge alla fine
dell’800, quando alcune donne sia musulmane sia cristiane
cominciano a battersi per l’emancipazione femminile, superando le
barriere confessionali.
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1
Ruba Salih, Musulmane rivelate. Donne, islam, modernità, Roma, 2005, Carocci editore,
p. 12.
2
Renata Pepicelli, Femminismo islamico. Corano, diritti, riforme, Roma, Carocci editore,
2002 , p. 34.
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Negli anni dal 1870 al 1890 inizia a prendere forma il
dibattito sulla necessità dell’emancipazione delle donne, intesa
come volano indispensabile per lo sviluppo e la modernizzazione
del mondo arabo. In seguito all’inizio del ‘900 la liberazione della
donna e la liberazione della nazione erano progetti che andavano di
pari passo, quindi i discorsi femministi erano tinti di venature
anticolonialiste e indipendentiste.
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Dagli anni ‘90 al femminismo
secolare si affianca il femminismo islamico, composto da pensatrici
e pensatori che rivendicano i diritti delle donne all’interno di una
cornice islamica.
Tutti gli attivisti e le attiviste interessati/e al miglioramento
della condizione della donna all’interno della società, sono
concordanti nell’indicare nell’istruzione e nella formazione
femminile un presupposto inderogabile per far sì che questo
avvenga.
Ho scelto come caso di studio il Marocco che è considerato
oggi uno dei Paesi islamici più progrediti in materia di tutela dei
diritti della donna ed è il Paese di una delle attiviste che vede
nell’accesso al sapere una possibilità di riscatto per le donne:
Fatema Mernissi.
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Scrittrice e sociologa, docente all’Università
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Ivi pag 38.
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Nata all’interno di un harem nel 1940 a Fez in Marocco, cresce in una tradizionale famiglia
alto-borghese basata su un sistema patriarcale e su una rigida divisione dei ruoli e degli spazi
maschili e femminili. Tuttavia i capo-famiglia, ossia lo zio e il padre, abbracciano le idee
riformiste del partito nazionalista, quindi accettano che le figlie studino nelle scuole
nazionaliste moderne di stampo francese. Ciò apre le porte alla carriera umanista di Fatema
Mernissi. Dopo gli studi superiori, si iscrive nella facoltà di scienze politiche all’università
Mohammed V di Rabat. Già in quel periodo mostra il suo interesse alla causa femminista e
manifesta insieme ad altre studentesse per richiedere il riconoscimento dei diritti delle donne.
Una volta laureata prosegue i suoi studi all’estero, prima all’università la Sorbona situata a
Parigi e successivamente alla Brandies University situata nel Massachusetts, dove consegue il
dottorato. Dopo di ciò torna in Marocco dove attualmente è docente di sociologia
nell’università Mohammed V di Rabat.
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Mohamed V di Rabat, è considerata una delle più rappresentative
femministe islamiche a livello internazionale.
Fatema Mernissi cerca di mostrare le contraddizioni e le
omissioni della storia e della cultura islamica così come vengono
delineate dalle élites maschiliste. Queste hanno poggiato il loro
potere su misogine interpretazioni sia del Corano, la parola scritta
di Allah, sia sugli Hadith, (detti e fatti del Profeta Maometto). La
sociologa marocchina riafferma i diritti delle donne all’interno di
una cornice religiosa sostenendo che il reale messaggio dell’Islam è
portatore di uguaglianza di genere. In molti dei suoi libri, tra cui
“Charazad non è marocchina”, “L’islam e la democrazia. Paura
della modernità” e “Karawan. Dal deserto al web”, analizza più
da vicino la condizione femminile in Marocco mettendo in risalto il
miglioramento avvenuto nel corso delle generazioni. Questo grazie
all’accesso all’istruzione e ad altre “forme di sapere” che
permettono alle donne di opporsi alle logiche maschiliste. Infatti, un
accesso uguale per tutti all’istruzione moderna e una maggiore
informazione sui propri diritti garantiscono alle donne la possibilità
di riscattarsi dalla posizione di subordinazione a cui l’analfabetismo
le aveva costrette.
Molti dei suoi libri e delle sue ricerche, a partire dalla sua prima pubblicazione “Beyond the
veil: male-female dynamics in a modern Muslim society” [1975], si incentrano sull’analisi della
condizione delle donne islamiche.
Nella sua vita lavora per numerose organizzazioni internazionali tra cui l’UNESCO.
Nel 2003 riceve in Spagna il premio "Principe delle due Asturie".
Attualmente la sociologa marocchina è considerata in tutto il mondo una delle più autorevoli e
originali intellettuali dei Paesi Arabi e la pioniera degli studi sulle donne musulmane.
Tuppurainen A. J. ,Challenges, faced by musulman woman: an evolution of the writing of
Leila Ahmed , Elizabeth Fernea, Fatima Mernissi and Amina Wadud , pp. 118-127.
Reperibile presso:
(http://umkndsp01.unisa.ac.za/bitstream/handle/10500/3951/thesis_tuppurainen_a.pdf?sequenc
e=1). Consultato il 7/0472014.
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Fatema Mernissi racconta che durante la sua infanzia le è
stato insegnato che educazione vuol dire saper rispettare i confini.
Questi barricavano le donne dentro l’harem e le escludevano dallo
spazio pubblico.
Oggi le donne hanno oltrepassato questi confini e si sono
infiltrate in massa nel territorio proibito, in particolare, nelle
università. L’istruzione è la nuova acquisizione delle donne che
grazie ai titoli di studio hanno la possibilità di avere un lavoro ben
retribuito e gratificante. Inoltre anche i punti di riferimento per le
nuove generazioni musulmane stanno lentamente mutando. Scrive
Fatema Mernissi nel suo libro “Islam e democrazia. La paura
della modernità”:
“La vita dei giovani musulmani non è più tanto influenzata dalla
religione ma dalla rete e dai canali televisivi satellitari come al-
Jazeera che mettono in luce l’arte della controversia e contrastano
la propaganda dei despoti islamici”.
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Grazie ai mass media inoltre si sta facendo ritorno a una sorta
di “cultura orale”
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che permette anche alle persone illetterate di
entrare nel circolo della conoscenza.
Fatema Mernissi nelle sue opere mette in risalto tutti i
progressi e tutti gli ostacoli che le donne devono ancora superare
per ottenere un’uguaglianza reale con gli uomini, tracciando così
l’immagine di una Paese in bilico fra tradizione e modernità.
5
Fatema Mernissi, Islam e democrazia. La paura della modernità, Firenze, Giunti editore
2002, p. 18.
6
Fatema Mernissi, Karawan. Dal deserto al web, Firenze, Giunti editore, 2004, p. 34.
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C’è un grande cammino quindi da fare per le donne
marocchine per raggiungere la completa emancipazione e questo
passa attraverso l’accesso al “sapere”.
Ho scelto quest’argomento come coronamento dei miei studi
poiché l’Italia si configura sempre più come un Paese
multiculturale
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e considero necessario l’impegno a conoscere le
etnie culturali che la compongono cercando però di evitare giudizi
etnocentrici.
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Il mio obiettivo, esponendo le teorie di Fatema Mernissi, è
quello di dimostrare come la conoscenza apra nuovi orizzonti in
tutto il mondo anche nelle società che sembrano immutate e
immutabili a causa di chiusure perpetuate nel tempo.
Il mio lavoro, suddiviso in cinque capitoli, è frutto di ricerche
bibliografiche e sitografiche.
Nel primo capitolo affronto come argomento la suddivisione degli
spazi maschili e femminili nella cultura islamica. Inoltre analizzo i
due elementi simbolo della sottomissione delle donne islamiche
l’hijiab e l’harem, concentrandomi in particolar modo sulla
concezione e sull’esperienza che la sociologa Fatema Mernissi ha di
essi.
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L’immigrazione marocchina è una delle più consistenti a livello nazionale, negli ultimi anni
quello che caratterizza questa immigrazione è la presenza femminile.
Nezha El Quafi, Rosita di Peri(a cura di), Dal Marocco all’Italia l’applicazione della
Moudwana in Piemonte, I quaderni di Paralleli, 2008, p. 44. Reperibile presso:
(http://www.piemonteimmigrazione.it/site/components/com_mtree/attachment.php?link_id=43
0&cf_id=60). Consultato il 22/03/2014.
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L’ etnocentrismo è la tendenza a giudicare le altre culture ed interpretarle in base ai criteri
della propria, proiettando su di esse il nostro concetto di evoluzione, di progresso, di sviluppo e
di benessere, basandosi su una visione critica unilaterale.
(http://it.wikipedia.org/wiki/Etnocentrismo). Consultato il 20/04/2014.
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Nel capitolo successivo la mia attenzione s’incentra sulla figura di
Shahrazad eroina della raccolta di novelle orientali “Le mille e una
notte”. Il racconto viene considerato da Fatema Mernissi l’esempio
lampante di come la conoscenza possa essere uno strumento
strategico nella lotta contro gli oppressori. A questo proposito tratto
anche del lavoro esegetico delle femministe islamiche che
attraverso analisi giuridiche e teologiche cercano di far affiorare il
vero messaggio di uguaglianza tra uomini e donne del Corano.
Nel terzo capitolo ripercorro le dinamiche storiche che hanno
portato le donne marocchine all’accesso all’istruzione,
soffermandomi nello specificare quali sono secondo Fatema
Mernissi le conseguenze positive di questo evento rivoluzionario,
reso possibile dalla lungimiranza del re Mohammed V e di una
parte politica del partito nazionalista. Inoltre affronto la
problematica ancora presente in Marocco dell’elevato tasso di
analfabetismo femminile.
Nel capitolo successivo analizzo l’impatto che i nuovi mass media
hanno sul mondo islamico e seguendo le teorie di Fatema Mernissi
espongo il loro apporto a una maggiore emancipazione delle donne
con conseguente cambiamento sociale del rapporto tra i due sessi.
Infine, nell’ultimo capitolo, descrivo la condizione delle donne
marocchine oggi, soffermandomi sulla riforma dello statuto di
famiglia e sull’analisi del loro status in ambito lavorativo.